Dopo le indiscrezioni sugli scontri tra ambienti del Vaticano e il prelato anti-corruzione Carlo Maria Viganò, cui è stata dedicata la recente puntata de Gli Intoccabili su La7 condotta da Gianluigi Nuzzi, è arrivata la netta presa di posizione del Vaticano. Dal canto suo, Nuzzi difende la neutralità della sua inchiesta e non arretra. Ieri ha rilanciato Il Fatto Quotidiano, rendendo nota una lettera inviata a maggio dallo stesso mons. Viganò al cardinale e segretario di Stato Tarcisio Bertone, ma non citata nella trasmissione di Nuzzi.
Viganò in quest’ultima missiva lamenta di essere vittima di “gravi calunnie”, ribandendo comunque la “lealtà e spirito di collaborazione”. Quindi snocciola ciò che “persone degne di fede” hanno rivelato a lui e al suo vice, mons. Corbellini. Parla di una vera e propria “strategia messa in atto per distruggermi agli occhi di Vostra Eminenza”, che comprende anche articoli pubblicati su Il Giornale, non firmati, “contenenti giudizi e malevole insinuazioni contro di me”.
Secondo il prelato, personalità vicine al Vaticano come il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, il direttore de L’Osservatore Romano Gian Maria Vian e il già vaticanista de Il Giornale Andrea Tornielli “avevano accertato con evidenza uno stretto rapporto della pubblicazione di detti articoli con il dott. Marco Simeon, almeno come tramite di veline provenienti dall’interno del Vaticano”.
Vale la pena di ricordare che Simeon, bollato da Viganò come “calunniatore”, è il giovane rampante in quota Opus Dei, ben introdotto in Vaticano grazie ai cardinali Bertone e Bagnasco, divenuto direttore delle relazioni istituzionali in Rai nonché responsabile di Rai-Vaticano. E sfiorato anche dalle indagini sulla “cricca del G8”.
Queste veline, scrive Viganò, venivano nientemeno che da mons. Paolo Nicolini, tra i responsabili dei Musei Vaticani. Il quale già esultava in tempi non sospetti per la prossima “rimozione” di mons. Viganò dal Governatorato, di cui avrebbe preso il posto. Nicolini viene accusato di “comportamenti gravemente riprovevoli” nel periodo in cui amministrava la Pontificia Università Lateranense. Come “contraffazioni di fatture e un ammanco di almeno settantamila euro”, la “partecipazione di interessi” nella Società SRI Group, “inadempiente verso il Governatorato per almeno due milioni duecentomila euro” e già nota per aver “già defraudato L’Osservatore Romano” per ben “novantasettemila euro” e l’APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) per “altri ottantacinquemila”. Inoltre Nicolini sarebbe “titolare di una carta di credito a carico della suddetta SRI Group“, con massimale di 2.500 euro al mese.
Viene criticata anche la gestione da parte di Nicolini dei Musei Vaticani, per “volgarità di comportamenti e di linguaggio, arroganza e prepotenza nei confronti dei collaboratori che non mostrano servilismo assoluto”, “preferenze”, “promozioni e assunzioni arbitrarie fatte a fini personali”, “innumerevoli lamentele” perché “persona spregiudicata e priva di senso sacerdotale”. E Viganò minaccia anche possibili azioni legali contro Nicolini.
Ma il prelato anti-corruzione tira in ballo anche Saverio Petrillo, direttore delle Ville Pontificie e membro del comitato di sicurezza della Città del Vaticano. Petrillo, dopo un furto avvenuto nelle Ville Pontificie che amministra, non ha sporto denuncia né informato i superiori. Ma si è “sentito ferito nel suo orgoglio per un’inchiesta condotta dalla Gendarmeria Pontificia”, in quel caso “un atto dovuto”. Viganò sostiene di essere stato preso di mira da Petrillo anche per la decisione di un prelato, il card. Lajolo, di togliergli la gestione delle serre delle Ville.
Per misurare il calibro delle risposte clericali sullo scandalo emerso, merita una menzione l’editoriale di Mario Sechi su Il Tempo. Che si dilunga a glorificare la Chiesa perché “la fede e la verità alla fine trionfano sempre”. E perché nonostante tutto “la Chiesa di Cristo resta”. Cosa con cui deve “fare i conti” anche “il più incallito degli atei”.
Da non credenti, non particolarmente ‘incalliti’ (qualunque cosa significhi), ci permettiamo solo di segnalare che il cristianesimo esiste da circa 2.000 anni, peraltro sempre in buona compagnia di altre religioni nonché di atei e agnostici (presenti anche ben prima) e che deve la sua espansione anche a qualche ‘aiutino’ molto più profano e politico. Prospettiva di analisi, ben più laica, su cui anche questa storia che riguarda il Vaticano potrebbe offrire spunti di riflessione.
Da notare i numerosi omissis nella lettera pubblicata da Il Fatto Quotidiano e dal blog de L’Espresso.
Rilevanti quelli sul rampante Simeon: “il Dott. Simeon risulta essere un calunniatore (nel caso a mia precisa conoscenza, di un sacerdote) e che lui stesso è OMISSIS Ndr. Tale sua OMISSIS, Ndr mi è stata confermata da Prelati di Curia e del Servizio Diplomatico.”
In realtà in questa vicenda si tacciono le vicende di relazioni di omosessualità diffusa negli ambienti vaticani, sia tra i monsignori, sia tra i laici intrallazzatori (qualche spunto lo possiamo scoiprire nella vicenda Balducci).
E’ quetsa la chiave di tutto.
l’eventuale esistenza di “relazioni di omosessualità diffusa negli ambienti vaticani” mostrerebbe ipocrisia di tali ambienti, non vedo perché ci debba essere qualcosa di specifico relativo a relazioni omosessuali e non eterosessuali
Perché è una istituzione totalmente marcia quella che si fonda sulla omofobia e la repressione di ogni relazione affettiva e sessuale nel suo clero.
Omofobia e sessuofobia solo verso gli altri, perché tra i monsignori vaticani impazzano gli intrallazzi a sfondo omoerotico, che spiegano anche queste parte di questi scandali di cui si taccioni i risvolti.
Dice il Sechi che “nonostante tutto “la Chiesa di Cristo resta”.
Certo che solo un dio che se ne sta lassù e che non si fa mai vedere se non con qualche miracolo qua e là, può digerire tanti “nonostante tutto”. E purtroppo riusciranno a farglieli… pardon a farceli digerire, finchè riusciranno a far credere che esiste davvero.
@bruno gualerzi
Nn solo se ne resta fuori, ma la sta ignorando del tutto, forse anche lui auspica che i fedeli se ne escano dal gregge, almeno potrà dire che li ha creati inteligenti.
Il signor Viganò pensi ai suoi conti con la sua chiesa di Cristo, o più veritativamente ai suoi conti con il sacro denaro vaticano. E da prete incallito si faccia curare dalla pretesa che “con la chiesa di Cristo debba per forza fare i conti anche il più incallito degli atei”! Ma chi è lui? Ha fallito perfino con i suoi!
Raddrizzi il papa, i cardinali e la curia romana, se ci riesce e a tanto mirum anche gli atei sbalordiranno! Quid est veritas? Ecco: i soldi in banca. (Rorty).
Ti illudi se si sentiranno in colpa, una bella confessione e assoluzione reciproca e se ne escono tutti immacolati, e Viganò? Alla fine verrà additato come il Giuda di turno, che con le sue denuncie ha consegnato al pubblico ludibrio il buon nome della CCAR, la cui reputazione da qualche anno a questa parte è crollata nella fiducia dei credenti italiani, ma anche dei credenti in tutto il mondo.
Il commento degli atei incalliti non è di Viganò ma dell’editoriale di Sechi. In ogni caso Viganò rimanendo all’interno della ccar avvalla lo stato di cose.
Stato di cose che è, vista la storia della ccar, non una deriva eccezzionale, ma il suo naturale modo di essere.
ops eccezionale con una z.
Non sono d’accordo quando nell’articolo si parla di 2000 anni di esistenza della cristianità; a mio avviso dobbiamo parlare di 1700 o, al massimo, 1800 anni.
giusta precisazione, ormai molti sono abituati a considerare la cristianità come dagli anni di missione degli apostoli di Gesù, ma tutto ciò è stato scritto 2/3 secoli dopo circa.
……..dall’editto dell’imperatore romano costantino anno 315 (?) dell’era volgare
313
Nel post precedente sulla vicenda del prelato Viganò avevo già segnalato le prime 5 pagine di commenti alla documentata e dirompente trasmissione di Nuzzi su LA7, nel sito dei “cattolici romani” al link che segue:
http://www.cattoliciromani.com/forum/showthread.php/controversa_vicenda_mons_vigan_corruzione_in_vaticano-45703.html?s=c2f6f1e45d1a68935eabd93e7dfd1826&t=45703
Ora le pagine di commenti (arricchiti anche di stralci o di interi articoli giornalistici di varie testate nazionali) sono diventate 17 e forniscono un’interessante sintesi della vicenda, come viene vissuta e vista dall’interno di un ampio gruppo di credenti, molti dei quali sinceramente costernati e/o indignati, mentre alcuni sembrano invece alquanto più smaliziati e piuttosto ben informati sulle faide di potere all’interno del Vaticano e nella cerchia del povero “Benny XVI”, che ormai da parecchio tempo continua a ricevere da mezzo mondo mazzate tremende di questo genere o peggio.
Suggerisco a chi ne abbia voglia e tempo di fare su quel sito un giro di ricognizione: come ci insegnava Gaetano Salvemini già molti decenni fa, è sempre molto istruttivo studiare gli avversari ideologici dall’interno e dai loro stessi documenti ufficiali e ufficiosi, cogliendone e utilizzandone le innumerevoli contraddizioni interne.