Francia: esteso agli asili nido privati il principio di laicità

Il Senato francese, a maggioranza socialista, ha approvato una proposta di legge che prevede l’estensione del “principio di laicità” agli asili nido, alle ludoteche, e agli assistenti materni a domicilio. La proposta è stata avanzata dal Rassemblement Democratico e Sociale Europeo, RDSE, partito a maggioranza di radicali di sinistra. “In altri termini” spiega Le Monde “questo significa che qualsiasi assistente materno che accoglie bambini presso il proprio domicilio dovrà rispettare un principio di laicità che gli impone di dissimulare qualunque segno religioso”. Praticamente, pur esercitando la professione di maestro d’asilo a casa propria, un ebreo o un sikh non potranno portare il kippah o il turbante in presenza dei bambini, come una maestra musulmana non potrà indossare il velo. La proposta di legge PPL11-056 ha suscitato le proteste di varie personalità ed associazione perché, a loro dire, comporterebbe una palese violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, che garantisce il diritto alla vita privata. In particolare il Consiglio francese del culto mussulmano (CFCM), parla di limitazione della libertà d’espressione e della libertà di coscienza di soggetti privati che non rappresentano quindi la funzione pubblica, ovvero lo Stato.Lo storico J. Baubérot, riporta ancora Le Monde, obbietta sul suo blog, che mentre ci sarà “il divieto di portare o avere qualsiasi segno religioso a casa propria quando si accolgono bambini, si potrà invece far vedere loro trasmissioni di televisione stupide e zeppe d’inserti pubblicitari al fine di riempierne “lo spazio libero di cervello”. Il vice direttore di Le Monde Diplomatique Alain Grech, si chiede se “sarà necessario che un poliziotto resti in permanenza a casa dell’assistente per verificare che non preghi cinque volte al giorno, che non cucini hallal e che non legga il Corano” e fa ancora notare che “il gruppo socialista s’indigna senza dubbio quando la polizia religiosa iraniana verifica se le donne sono velate in maniera corretta a Teheran, ma esige che si vada a verificare, al domicilio personale, le convinzioni di ciascuno”.

Franco Virzo

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100 commenti

giulio

Mah, secondo me il divieto di indossare simboli religiosi in servizio dovrebbe valere per i pubblici dipendenti, non per quelli privati, non ne vedo la necessità.

antoniadess

anch’io farei una distinzione tra scuole statali e private, certo se queste sono finanziate dallo stato qualche problema si pone, ma mi accontenterei che si affermasse il principio di laicità nelle prime, e magari lo fosse! certo non in Vaticalia 🙁

Roberto Grendene

se offrono gli stessi servizi, saranno ovviamente incluse

temo che solo da noi e in teocrazie musulmane abbiamo le scuole dell’infanzia date dallo stato in mano alle parrocchie, con pesanti donazioni di denaro pubblico

Roberto Grendene

se comprendo bene, il ruolo di assistente materno ha pubblica rilevanza

rivestendo questo ruolo mi sembrerebbe il minimo astenersi da fare propaganda ideologica, di qualsiasi tipo, sulla pelle dei bambini

chi sostiene il contrario dovrebbe difendere anche assistenti materni in stile leghista, o comunista, o PDL-ista, o PD-ista, ecc.

myself

Ho letto e non mi stupisce, è normale che i musulmani si trovino più a loro agio tra i cattolici che in un ambiente veramente laico.

Forse la tua intenzione è di far vedere come sono accoglienti i cattolici anche con persone di altre religioni… ma ti ricordo che secondo la dottrina cattolica i musulmani andranno tutti all’inferno poichè hanno violato il primo comandamento.

Enrico

Intendevo dire che nelle scuole religiose non vale la legge della laicità.

myself

Quell’articolo è di settembre e la legge è appena stata approvata, forse adesso sarà estesa a tutte le scuole.

Enrico

Quindi allora una suora in una scuola di suore dovrà togliere crocefisso e velo?

E poi si dovranno eliminare anche i crocefissi alle pareti?

nightshade90

il ink che rimanda ad una notizia di settembre mentre questa è una legge appena approvata?

Florenskij

@Paul Manoni. Se l’assistente materno opera come pubblico impiegato in una struttura pubblica deve astenersi per correttezza dall’influenzare i bambini in un senso o nell’altro; però alla famiglia deve essere lasciata la facoltà di orientare l’educazione morale dei propri figli, anche in scuole corrispondenti ai loro valori, ovviamente evitando eccessi di faziosità ed esclusivismo. Nell’infanzia i valori vengono introiettati molto più con immagini ed esempi, non con concetti. Vorrei vedere se qualcuno riesce a insegnare a bamini in età prescolare la costituzione nella prte iniziale ( principi etico-politici). Immagini ed esempi sono sempre colorati in qualche modo da una tradizione ideologica; lo stesso vale per i commenti sui fatti del giorno e quelli relative alle persone conosciute. Ad esempio: uno zio lascia la moglie con cui è sposato da vent’anni per mettersi con una molto più giovane, ricca e carina. Che diranno i genitori? Ha fatto bene perchè si vive solo una volta e ogni persa è lasciata, oppure che si tratta di un’azione riprovevole, da persona senza coscienza e senza onore? Sfido chiunque a dimostrare che uin genitore ateo non inflenza i figli in tenera età con i suoi semplici commenti. I signori di estrema sinistra che voglione declerizzare l’infanzia, si asterranno dal dire cose d sinistra tra i muri di casa? Si potrà, in relazione a una lezione di scienze in quarta elementare argomentare in privato che il Darwinismo è una concezione tutt’altro che sicura?
Se RELIGIONE vuol dire “insieme di teorie e pratiche che rendono l’individuo ligio interiormente e conforme esteriormente al comportamento del gruppo, considerato “sano” e aggiornato ai valori moderni, anche il nuovo ateiasmo si configura come una religione inconfessata; trent’è vero che si profilano altrettanto inconfessati dogmi: i principi dell’89, il Darwinismo, la storia della Chiesa (‘o malamente supremo ) esclusivamente come galleria di orrori e di vizi; si sta perfino creando un corpus di martiri: oltre Giordano Bruno Ipazia e diversi altri ( ovviamente i martiri della religione non contano ).

Nell’UAAR è diffusa perfino la credenza nella NASCITA VERGINALE. Di chi? Dell’UAAR stessa, la quale non è in alcun modo macchiata dal “peccato” dei precedenti regini atei, crudeli e massacratori in quanto religioni travestite. Il nuovo ateismo sarebbe come un’ingenua giovinetta che nessuna colpa ha dei vizi e degli scivoloni dei padri e non deve in alcun modo chiedere scusa. Più verginità di così…

FSMosconi

@Flo’

La piantiamo con i Tu Quoque e le le Colpe per Associazione? Grazie…

Faccio inoltre notare lo scivolone a dir poco imbarazzante:

Si potrà, in relazione a una lezione di scienze in quarta elementare argomentare in privato che il Darwinismo è una concezione tutt’altro che sicura?

Non si può dire anzitutto perché:

non è vero perché gli studiosi competenti non hanno mai notato sinora alcun dato che li abbia spinti a relegarla nella categoria delle teorie tutt’altro che sicure

Se vuoi fare il giochetto delle due carte e giocare sul fatto che le teorie in quanto tali non hanno alcun carattere assolutivo ti releghi ipso facto nell’ultima posizione tra le persone con le competenze adatte a parlare di scienza.

schiaudano

@Fiorella
” il Darwinismo è una concezione tutt’altro che sicura”

Talmente insicura che Edelman ci ha preso un Nobel per la medicina applicando la selezione Darwiniana al sistema immunitario e adesso ci sta provando con la selezione delle mappe neuronali.
Talmente insicura che il meccanismi intuiti da Darwin sono alla base della programmazione genetica in informatica.
Così insicura che viene applicata allo studio dell’evoluzione delle lingue?

E molto antro ancora, solo che questo succede nel ventunesimo secolo, ben distante da quell’800 in cui ti ostini a rimanere.

andrea tirelli

poche idee ma molto ben confuse.
E sempre e comunque molto divertenti.

Come la definizione di religione che hai virgolettato in cui non è nemmeno citata la parola dio/divinità. Piuttosto per un devoto come te, non trovi?

andrea tirelli

intendevo scrivere: “piuttosto strano per un devoto come te, non trovi?”

Paul Manoni

@Flo
Taglio molto corto….
La parte debole e da tutelare in questo caso e’ il bambino. Ritengo che con questo provvedimento, il bambino venga tutelato da qualsiasi forma di influenza religiosa, in onore al Supremo Principio di Laicità della Repubblica francese.
Tutto il resto e’….noia! 😉

f.s.

bello Le Monde (anche diplomatico), mi ricorda certa libbera stampa de’ noantri.

stefano

questo è un paese civile, con una legge che separa chiesa e stato datata 1905.
qui siamo nel 1550.

whichgood

Si tratta della difesa dell’integrità dei bambini. Dittatore chi pretende arruolare i bambini a una religione.

whichgood

Ma cosa sto a spiegare a chi difende i preti pedofili ?. Mah, mi servono delle ferie.

fab

Un po’ come il divieto di fumare nei locali pubblici è una tipica scelta da dittatura salutista. Ringrazia, giuseppe, invece di vaneggiasre.

Giuseppe1

mi sembra ridicolo dover rispondere che è essenziale che esistano uno spazi neutri e liberi da ideologie, così come esistano quelli che fanno di una certa ideologia (per scelta) il proprio fondamento. Se non esistessero luoghi neutri, saremmo costretti a vivere tra una dittatura e ‘altra. In realtà, in tutto il discorso la parola dittatura mi pare proprio fuori luogo! Viviamo in una società multiculturale e per ognuno c’è il suo posto, nessuna dittatura (tranne quella del Dio denaro), solo scelte.
Per rispondere a giuseppe, basta leggere il Vangelo, Gesù proponeva agli altri di seguirlo, mica li costringeva! Ora, escludere la laicità significa proprio costringere la gente a fare parte di un qualche gruppo o di un altro con le sue specifiche regole. Nessuno proibirà a questi piccoli di essere cristiani, i buddisti o increduli, almeno fino a quando smetteremo di dichiararci l’uno con l’altro “errante”, “peccatore” o come in questo caso “dittatore”. Se c’è qualcosa di difficile, è insegnare ad amare l’altro, e imparare sempre qualcosa in più anche sul rispetto, il problema è che queste cose non si possono leggere da nessuna parte, ma sperimentarle durante la vita e insieme a qualcuno. Mi viene in mente quella frase “c’è più verità in una carezza che in tutte le pagine di questi libri”. Scusate se mi sono lasciato andare.

Giuseppe1

Una parola sull’articolo: c’è da dire che se si fanno leggi su una questione simile (un problema che io vorrei non esistesse), siamo ancora molto distanti dalla tolleranza religiosa, lontani anni luce dal rispetto, a distanza infinita dalla libertà.

Fedele Razio

Ottimo… la comunanza d’intenti fra le dittature del novecento e i partiti finto-democratici e vero-affaristi del nostro tempo diventa sempre più evidente.

Southsun

@ Fedele Razio.

Dittature come quella di Pio IX & Associati, durata 2000 anni fino al 1870?

Affarista, chi? Il Vaticano dello IOR, lavatrice di soldi sporchi?

I finto-democratici partiti cattolici, collusi con una monarchia assoluta criminale?

Stefano

@ Fedele Razio

Fammi un favore, lascia pure Fedele ma leva Razio, non è il caso….

spapicchio

Tipica scelta da stato responsabile e civilizzato, che storicamente si è emancipato dalla dittatura delle coscienze attuata dallo stato del Vaticano, così come da ogni religione tirannica e da ogni regime autoritaristico, oltre che naturalmente dall’Ancien Régime (Antico Regime romano cattolico ispirato all’assolutismo monarchico teocratico della CCAR).

Vari altri stati come l’Italia, pur se in qualche modo resisi indipendenti, non ci sono ancora arrivati a sconfiggere la dittatura delle coscienze imposta dalla CCAR ai cittadini, anche se sono passati dei secoli dopo la Rivoluzione francese.

Tiziana

Francamnte, sebbene non sia il primo dei miei problemi, credo che per essere liberi di esercitare la propria religione occorra un paese, scuola e asilo compresi, laico.
Insomma, il pensiero laico è superiore e non coprende, tra le altre cose, simboli. Se poi non si può fare a meno di avere sul proprio corpo simboli, si possono nascondere agevolmente sotto la camicia come fa il sindaco di Roma con la croce celtica.(e questa è una iperbole)

Andrea65

Direi che la Francia dimostri ogni giorno quanto più avanti sia nell’ambito della laicità.
Se a pensarci bene abbia semplicemente applicato quello che chiunque dotato di buon senso applicherebbe, hanno dovuto aspettare fino ad oggi per farlo, e noi, servi di una dittatura estera, chissà quando lo vedremo.

Come a scuola devono essere tenute fuori la politica, il tifo sportivo, la magia, e quant’altro, lo stesso è corretto che valga per le religioni.

Per una pacifica convivenza e rispetto del prossimo, le religioni devono essere relegate alla vita privata, e nella scuola (infanzia o altra) o tribunali, o comunque luoghi pubblici, non deve avere nessuna esternazione.

Ciao a tutti

Florenskij

A proposito: colgo l’occasione per fare qualche precisazione sulle affermazioni di quella persona pacata e benigna che corrisponde al nickname di Ferrer.
Pochi giorni fa ha proclamato che lui, essendo genitore, avrebbe fatto di tutto per evitare a suo figlio la triste esperienza di avere me come insegnante. A brutta insinuazione pronta risposta, premettendo che chi si loda s’imbroda, ma “quanno cce vo’ cce vo'”. Ho sempre avuto la considerazione e perfino l’affetto ( direi grande affetto ) dei miei alunni e dei genitori, Ricordo che, a un mese dall’inizio della scuola nella mia prima classe, una prima media di cui, come insegnante di Lettere, era “magna pars” con dieci ore alla settima, il rappresentante dei genitori dopo riunione fra loro mi disse: “Siamo stati fortunati”. Un giorno ( si tratta di vent’anni fa ) gli alunni di una classe di trienno ebbero l’idea di dare un voto ai professori. Il sottoscritto si prese un 9 ( nove ) bello tondo ( ovviamente campai un mese su quel lieto evento ). Glisso su quanto mi viene detto dagli ex alunni quando li incontro casualnente; e quant’altro. Dulcis in fundo, per tre anni ho avuto su mia richiesta un alunno sordomuto a cui mi sono dedicato fino allo spasimo, preparando per lui schede fino alle due di notte ( ora del crollo fisico ).
Ora un pinco pallino qualsiasi, con il consenso ridacchiante di alcuni, fessi e presuntuosi come lui, crede di poter fare certe affermazioni ( sulla base di che? della sfera di cristallo? ). Del resto il fatto è molto utile per far capire come molta gente qui stazionante intende la razionalità e l’umanesimo. I dirigeti UAAR ( ad esempio Stefano Marullo ) possono davvero farsi un vanto di questo reclutamento: una vera e propria elite morale e intellettuale!

Quanto al “poveretto” ( sarei io ) che ha solo quattro idee in croce rispondo che per me la cultura serve per capire la realtà, che è enormemente complessa e intricata; per cambiarla bisogna distinguere fra ciò che è da conservare e ciò che è da cambiere, e con quali nuove struttire cambiare. Quindi studiare, studiare, studiare PER ADERIRE ALLA REALTA’. Invece qui alcuni frequentatori del Bar Sport pesnano di poter fare i profeti del progressismo con pregiudizi, battutacce e conoscenze “per sentito dire” e “fai da te”. Il fatto grave è che costoro non sono capaci di abbracciare e condividere un’idea senza disprezzare e coprire di sarcasmi ( solitamente molto squallidi ) chi la pensa o è orientato a pensare diversamente.

Ferrer ha voluto indicare come prova del mio basso libvello il fatto che hi parlato di dittature atee dell’800. Gli rispondo che è un lapsus ( se lo è ) molto piccolo, perchè fra gli storici la periodizzazione per secoli è molto elastica. Ad esempio il ‘900 è detto “il secolo breve” perchè di fatto va dal 1914 ( Prima Guerra Mondiale ) al 1989 ( Caduta del Muro ). Così la Rivoluzione Francese, diretta da agnostici – atei di fatto fa parte dell’800. Secolo che non è affatto sinonimo di arretratezza, come ha affermato un altro sapientone. L’800 in tutto e per tutto fu un secolo straordinario: dal punto di vista della cultura umanistica il ‘900 è un secolo di “orecchiamento” riduttivo e rimescolamento dei raggiungimenti altissimi fatti ne’l’800. Ad esempio il massimo del romanzo e il massimo della musica lirica.

In soldoni: l’asino dà dell’ignorante al cavallo. Rinnovati complimenti ai dirigenti UAAR: guidano una specie di armata Brancaleone.

Sandra

Dai Flo,
allora fai come il collega, Bruno Gualerzi. Metti il tuo nome e la/e scuola/e dove hai insegnato. Chissà che qualche tuo ex alunno (o genitore) che passa di qui casualmente vorrà confermare quanto tu dici di te stesso. Da quanto scrivi dovremmo assistere a una standing ovation digitale a tuo beneficio. E in più per te sarebbe una doppia soddisfazione!

paniscus

Faccio presente che passare ore a preparare dispense, esercizi e verifiche non è un atto eccezionale che fa solo qualche insegnante missionario in vena di eroismo, ma è la norma assoluta per chiunque insegni con un minimo di coscienza.

Se poi durante le normali ore della giornata si hanno impegni familiari, figli piccoli o incombenze pratiche di altro tipo, è perfettamente normale che quelle cose si facciano di notte, fino al crollo fisico.

Cosa ti credi di aver fatto, che non faccia anch’io quasi tutti i giorni?

Lisa

FedeB

Lei che parla di “aderire alla realtà” mi sembra quantomeno bizzarro…

FSMosconi

@Flo’

Strano che uno che si vanta del proprio sapere alla fin fine non sappia che il valore di verità di un’affermazione è assoluto rispetto ai trascorsi del proprio postulatore.
E mi riferisco a questa magrissima frase:

Ora un pinco pallino qualsiasi, con il consenso ridacchiante di alcuni, fessi e presuntuosi come lui, crede di poter fare certe affermazioni ( sulla base di che? della sfera di cristallo? ). Del resto il fatto è molto utile per far capire come molta gente qui stazionante intende la razionalità e l’umanesimo. I dirigeti UAAR ( ad esempio Stefano Marullo ) possono davvero farsi un vanto di questo reclutamento: una vera e propria elite morale e intellettuale!

Da notare la mala fede che fa mettere tutti nello stesso calderone: tutti incompetenti a quanto pare, laonde l’unico che ne sa qualcosa è proprio il postulatore della frase.

Ferrer

@ Flo

La ringrazio per l’interessamento, ma io non ho figli. Il commento di cui Lei parla era di “ser joe”, a cui io avevo replicato ironicamente di non preoccuparsi poiché, a giudicare dal principio di arteriosclerosi che dimostrano i Suoi interventi, Lei doveva aver superato ampiamente l’età della pensione.
Apprezzo molto il suo concetto di “aderire alla realtà”, il quale prevede il sostenere che la Rivoluzione Francese abbia avuto luogo nel corso dell’ 800…
Notevole come sempre la Sua competenza storica, quando indica come “agnostici-atei” gente come Robespierre, il quale fu sempre un credente in un dio personale e istituì un “culto dell’Essere Supremo”…

“Articolo 1: “Il popolo francese riconosce l’esistenza dell’Essere Supremo e dell’immortalità dell’anima”. ”
Decreto 18 floreale (7 maggio 1794)

“Robespierre è un prete e non sarà mai altro che un prete.”
(Condorcet)

Florenskij

@ Sandra. Che razza di risposta è la sua? Io sono stato costretto moralmente a mettere in piazza fatti che considero miei personali solo perchè un tizio si permette di fare affermazioni – insinuazioni campate per aria, anzi campate sul suo dente avvelenato. Perchè avvelenato? sSmplice: rompo i suoi schemi secondo cui in “clericale ” DEVE esseser necessariamente ignorante e credulone.

Vorrei far presente a lui e ai congeneri che il sarcasmo cattivo sta all’argomentazione come il Viagra sta all’attività sessuale.

FSMosconi

@Flo’

Sinceramente, noto da osservatore esterno che tra lei e Sandra quello col dente avvelenato non è certo quest’ultima visto che ha solo chiesto una riprova.
Permette?

Florenskij

@ Ferrer. Crede di dirmi qualcosa di nuovo sulle date della rivoluzione Francese? Sulla collocazione di fatto ottocentesca ho risposto sopra. Aggiungo che la denominazione “Secolo breve” è del grande storico inglese Hobsbawn. Sarà un casdo che con la RF l’abito e l’acconciatura maschile assume la foggia che si imporrà ovunque nell’800 ?Quanto alla religiosità dei rivoluzionari francesi, le faccio notare anzitutto che ho premesso il “termine “agnostici” a quello di atei; in secondo luogo che l’appello all'”Essere supremo” era per molti o moltissimi un fatto di reticenza e di “pietoso velo”per non sembrare troppo oltranzisti. In quegli anni un grande astronomo che andava per la maggiore ( se non ricordo male Laplace ) disse a Napoleomne che per il suo quadro dell’universo non aveva bisogno di Dio. Aggiungo che il culto della Dea Ragione voluto da Robespierre fu largamente deriso. Lo storico fracese Gaxotte ricordava che milte dame diciamo “radical-chic” dicevano:”Voltaire è un bacchettone: crede in Dio!”. Non parliamo di De Sade e di Casanova, fervidi sostenitori dell’ateismo. Il fatto è che lei pensa di smontarmi facendo a ogni costo le pulci, e anche in maniera piuttosto sciocca.

Ferrer

“Crede di dirmi qualcosa di nuovo sulle date della rivoluzione Francese?”

Veramente è lei che l’ha collocata nell”800…

“le faccio notare anzitutto che ho premesso il “termine “agnostici” a quello di atei”

Mi sembra evidente che chi crede “nell’Essere Supremo e nell’immortalità dell’anima” non può essere definito né agnostico né ateo.

“era per molti o moltissimi un fatto di reticenza e di “pietoso velo”per non sembrare troppo oltranzisti”

Ahhh, quindi Robespierre sarebbe un pudico moderato, molto interessante…

“il culto della Dea Ragione voluto da Robespierre ”

La Dea Ragione non c’entra nulla con l’Ente Supremo, il dio di Robespierre era un dio personale, che garantiva l’immortalità post mortem.

Inoltre stiamo parlando della sua definizione di “dittatura atea” data a proposito del periodo della Rivoluzione dominato da Robespierre, che era un convinto teista.
Non mi risultano poteri dittatoriali detenuti da de Sade, da Casanova o dalle damine “radical-chic”.

“in “clericale ” DEVE esseser necessariamente ignorante e credulone”

Assolutamente no, ci sono clericali colti, anche tra i più a destra (tipo Guenon).
E’ Lei che con le sue farneticazioni arroganti e pompose, si mette in ridicolo dimostrando la Sua cultura mediocre, fatta solo di vieti stereotipi reazionari .

Murdega

Florenskij scrive:
3 febbraio 2012 alle 10:08

A proposito: colgo l’occasione per fare qualche precisazione sulle affermazioni di quella persona pacata e benigna che corrisponde al nickname di Ferrer.
___
Sei talmente tronfio

Murdega

a completamento scusate l’interruzione.
Sei talmente tronfio che non riesci a cogliere il lato comico delle cose.

Florenskij

@ Ferrer. Lei è capace o no di cogliere il rapporto di collegamento – distinzione fra correnti di idee che pervadono la società e loro espressioni politiche, spesso condizionate dalla necessità di smorzare le apparenze di rottura rispetto allo stato di cose tradizionale? Ad esempio, lo sa che le “moderate” idee di Cavour sui rapporti fra Stato e Chiesa erano in pectore molto più decise in dirazione dell’irreligiosità? Sa che il divorzio a suo tempo venne presentato come necessario per ovviare a pochi casi pietosi, mentre sotto sotto si voleva innescare un completo stravolgimento dell’assetto della famiglia? Ho affermato che il trend era quello che andava in direzione di agnostcimo – ateismo. E’ troppo pomposo citare il grande sociologo – politologo Alexis De Tocqueville, per il quale la Rivoluzione Francese era da riguardarsi come una rivoluzione religiosa ( intendesi della mistica ideologica pervasiva dell società ) sotto le apparenze di una rivoluzione politica?
La Rivoluzione politica in Francia fu evidentemente preparata da un movimento di idee che creò un certo humus. O sbaglio?

Quanto alla pomposità, le rispondo che è meglio essere considerati pomposi che essere spompati come lei e simili.
Spompati intendo argomantativamente, con obiezioni al massimo da liceale che cerca di smontare il professore con domandine insinuanti. Nella mia classe di allora ce n’era uno di questo tipo e la professoressa di arte in separata sede lo definì “un pallone gonfiato”.
Per voi è pomposo chi, secondo il metodo critico inderogabile per qualsiasi saggista, cita le fonti e i riferimenti delle sue affermazioni. Perciò o uno risponde alla casareccia, come qui altri troll, e allòora giù sarcasmi , oppure risponde documentato, e allora deplorazioni velenose della pomposità. Vuol dire che qui è obbligatorio rimanere al livello di discorso plebeo, vale a dire sanculotto. Ancora complimenti.

Altro intelligentone con sfera di cristallo il tizio secondo il quale ho una biblioteca polverosa alla don Ferrante. Premettendo che ho anche Dawkins, che ho letto e di cui dunque ben conosco i lati deboli, anzi debolissimi, tengo a precisare che mi tengo al corrente di tutta la saggistica in uscita, movimentando continuamente un bel po’ di biblioteche. Morale: le sue affermazioni sono una barzelletta ( velenosa ). Contento?

FSMosconi

@Flo’

Lei è capace o no di cogliere il rapporto di collegamento – distinzione fra correnti di idee che pervadono la società e loro espressioni politiche, spesso condizionate dalla necessità di smorzare le apparenze di rottura rispetto allo stato di cose tradizionale?

Sofisma della generalizzazione: qui si tratta della differenza ovvia anche a un bambino tra teisti, atei e agnostici. Non di correnti sociali.

Ad esempio, lo sa che le “moderate” idee di Cavour sui rapporti fra Stato e Chiesa erano in pectore molto più decise in dirazione dell’irreligiosità? Sa che il divorzio a suo tempo venne presentato come necessario per ovviare a pochi casi pietosi, mentre sotto sotto si voleva innescare un completo stravolgimento dell’assetto della famiglia?

Accusa d’interesse. Senza prove per altro… l’unico commento degno sarebbe una sbeffeggiata quale:
AL GOMBLOTTO AL GOMBLOTTO!
E forse si sarebbe anche troppo buoni.

Ho affermato che il trend era quello che andava in direzione di agnostcimo – ateismo. E’ troppo pomposo citare il grande sociologo – politologo Alexis De Tocqueville, per il quale la Rivoluzione Francese era da riguardarsi come una rivoluzione religiosa ( intendesi della mistica ideologica pervasiva dell società ) sotto le apparenze di una rivoluzione politica?
La Rivoluzione politica in Francia fu evidentemente preparata da un movimento di idee che creò un certo humus. O sbaglio?

Di’ dove vuoi andare a parare senza farla lunga…

Ferrer

@ Flo

Non le sembra di essersi già reso abbastanza ridicolo…
Crede che non si noti che non è stato capace di controbattere ad una sola delle mie affermazioni?
Lei è solo un povero pagliaccio e lo ha confermato una volta di più…

schiaudano

“Altro intelligentone con sfera di cristallo il tizio secondo il quale ho una biblioteca polverosa alla don Ferrante. ”

Sperando di essere io l’intelligentone, lungi da me intendere che la polvere ce l’hai sui libri: intendevo che ne hai colma la scatola cranica.

Stefano

@ Florenskij

Ormai dovrebbe aver compreso che non è problema di lunghezza di interventi, linguaggio o citazioni: la questione è ben più seria. Lei continua imperterrito a riproporre argomenti che sono stati ragionevolmente criticati, che sono contrari all’esperienza e/o alla logica. Contrariamente a quanto lei sostiene riguardo alla parola “sacrificio” è lei che si ostina a non rispondere ad una domanda fondamentale affinché un dialogo possa definirsi onesto: in che caso ciò che propone deve potersi considerare falso. Se non lo è mai, se le basta che qualcuno che lei considera autorevole abbia speso un parola (magari mal fondata) su quell’argomento per poterlo considerare buono, beh, allora può scrivere volumi in bella prosa ma non sposta una virgola: continua a non comportarsi onestamente nella discussione. Nonostante i suoi pistolotti forbiti.
Di più, proporli di continuo quando sono stati ragionevolmente criticati, quando la risposta l’ha avuta – ignorandola – è mancanza di rispetto per l’interlocutore.
Se non lo capisce, anche questo, non va a suo merito.
Ferrer la tratterà da fascistello, il punto è che lei non è in grado di controbattere a quello che dice e se lo fa non ci azzecca.
I suoi interventi sono pieni zeppi di petizioni di principio e fallacie logiche e FSMosconi non manca di rimarcarle.
Si ostina a dire di conoscere Dawkins ma chi legge ha l’impressione che lei abbia letto altro o peggio non abbia compreso niente.
Capirà quanto suona falsa la sua domanda: “O sbaglio?”.

Quando sbaglia Florenskij?

Stefano

@ Florenskij

A proposito della mia domanda “Quando sbaglia Florenskij”colgo l’occasione per dimostrarlo ancora una volta:

Florenskij:

“A proposito: colgo l’occasione per fare qualche precisazione sulle affermazioni di quella persona pacata e benigna che corrisponde al nickname di Ferrer.
Pochi giorni fa ha proclamato che lui, essendo genitore, avrebbe fatto di tutto per evitare a suo figlio la triste esperienza di avere me come insegnante”

Ferrer:

“La ringrazio per l’interessamento, ma io non ho figli. Il commento di cui Lei parla era di “ser joe”

Confermo, era di ser joe. Come erano di stefano (con la s minuscola) molti di quelli che lei ha attribuito a me (con la S maiuscola).

Non una volta che lei abbia riconosciuto l’errore: è troppo preso dai suoi pensieri per poter pensare di sbagliare. E soprattutto non può citare nessuno a suo favore.

Francesco

Florenskij, ma questo vale anche per gli altri come te, visto che venite qui solo per disprezzare perche’ non vi levate dalle scatole?

Gérard

Attenzione : questo articolo non è apparso su ” Le Monde” ma su ” Le Monde des religions “, un altro giornale che fa parte del gruppo ” Le Monde ” . Alain Gresh ( si scrive Gresh ) è il vice-direttore d’un altro giornale ” Le Monde Diplomatique ” altro giornale, sempre del gruppo ” Le Monde ” che viene tradotto in italiano tramite ” Il Manifesto ” . Lo lego sempre volontieri e certi articoli sono davvero interessantissimi . Pero alcuni anni fa mi sono disabbonato di questo giornale, proprio per via dell’ attitudine Pro-Islam di Gresh ( è amico del famigerato Tariq Ramadan – una referenza… ! ) . Questa legge è secondo me una misura per frenare l’influenza che vorebbero avere i musulmani sulla societa . E ci sono davvero moltissime persone ( non come qui… ) che non vogliono che i loro bambini siano influenzati da una religione o d’un altra . Non dimenticare che in Francia piu di 35% della popolazione si dichiara atea, il che significa che ci sono anche moltissimi che non credono ma non vogliono dichiararlo pubblicamente

Francesco S.

Da ateo, ma soprattutto laico non ritengo che sia laico vietare di indossare simboli religiosi, ovviamente se non stiamo parlando di croci di 2 kg, burqa o un coltello enorme. Bisogna distinguere tra gli individui, chi è tenuto a portare una divisa e le istituzioni, sono questi ultime 2 categorie a dover essere neutre dal punto di vista dei simboli.

Non ci vedrei nulla di male in una maestra di matematica col velo, in un maestro di filosofia con la kippah, o in un maestro di ginnastica con il turbante, basta che insegnino rispettivamente la matematica, la filosofia e la ginnastica e non le loro credenze.

ser joe

Anch’io non ci vedrei nulla di male di una maestra di matematica in topless se la sua religione lo permette. Basta sia carina per rendere la lezione più …..eccitante.

Gérard

La facenda dell’ asilo nido ” Baby Loup ” ha commosso il paese intero e questa legge ne è probabilmente il risultato . Anche qui si trattava di una musulmana . Se chiedi ad un ebrea di togliersi la kippa, un sikh il coltello o al cristiano di togliersi la croce di adosso, lo fanno . Per il musulmano, questo diventa un affare di stato e dicono di essere discriminati . Pero è il contrario che accade : facendo cosi sono loro che discriminano chi non è musulmano .
Pero per tornare al velo delle scolaresche a scuola … Tutto si è sgonfiato : le musulmano si tolgono il velo quando entrano in scuola e se rimettono quando ne escono . Obediscono alla legge quando si alza la voce !

Andrea65

E di un insegnante rastafariano che si fa canne in presenza di alunni?

E poi perchè le religioni dovrebbero avere privilegi?

Tutto ciò che in qualche modo identifica in un qualcosa non da tutti condiviso dovrebbe essere lasciato fuori da ambienti pubblici a prescindere.

Ciao a tutti

Francesco S.

@Andrea

“qualcosa non da tutti condiviso dovrebbe essere lasciato fuori da ambienti pubblici”, quindi ad esempio non bisognerebbe insegnare l’evoluzionismo visto che non è da tutti condiviso.

La questione non è quello che è condiviso o meno, ma ciò che riguarda la sfera privata: piccoli simboli (religiosi o no) che si indossano fanno parte della sfera privata.

Secondo quanto dici io non potrei portare la spilla dell’AVIS a scuola se c’è un testimone di geova che non condivide il fatto che si doni il sangue.

Francesco S.

NB. ho rigirato la questione in chiave confessionalista per var vedere la fallacia di quel ragionamento.

Andrea65

x Francesco

I simboli condivisivili da tutti a cui mi riferisco sono la Bandiera e la foto del Presidente della Repubblica, che a mio modo di vedere sono le uniche cose che non creano gruppi tra la popolazione.
Diciamo che comunque simboli vari quali le spille che identifichino in un particolare gruppo sarebbe meglio che non venissero indossate.
Secondo te ci starebbe bene sulla toga di un giudice o di un preside di scuola una spilla di Che Guevara o del Divino Otelma?

Ciao a tutti

Roberto Grendene

“Non ci vedrei nulla di male in una maestra di matematica col velo, in un maestro di filosofia con la kippah, o in un maestro di ginnastica con il turbante, basta che insegnino rispettivamente la matematica, la filosofia e la ginnastica e non le loro credenze.”

e se preside, docenti e bidelli portassero una “divisa” da leghista?
oppure se venisserotutti con un badge “vota PD” oppure “vota PDL”?
dovrebbe valere allo stesso identico modo la conclusione “non ci vedrei nulla di male”

cosa costa, solo per il tempo in cui si lavora, lasciare le proprie ideologia fuori dalla porta?

per un insegnante lo troverei pure doveroso, perche’ dovrebbe insegnare e basta, e non rivendicare una identità che invece ha tutto il tempo di rivendicare nel suo tempo libero

Francesco S.

@Roberto

L’esempio della spilla “vota questo o quello” non è pertinente perchè contiene un invito diretto.

Batrakos

Tirando all’estremo questo ragionamento, ci vorrebbero divise uguali per tutti.
Una collanina da bancarella potrebbe essere vista come rivendicazione di un’identità fricchettona, o addirittura mangiarsi un panino col prosciutto potrebbe essere visto come lesione dei diritti di un genitore vegan.

Sul discorso dei partiti politici rispetto allo Stato, ricordo che il vestiario religioso non è indicazione di voto ma rientra nell’ambito personale, visto che le religioni non danno obblighi di voto (a parte la campagna anticomunista cattolica, che però appartiene al passato).

Batrakos

Ah…anche il taglio di capelli andrebbe uniformato: una cresta potrebbe essere l’espressione dell’ideologia punk, dunque espressione di una parte sul tutto.

ALESSIO DI MICHELE

Se stiamo parlando di liberi professionisti, o di dipendenti di organizzazioni private non incaricate dallo stato, allora la Francia è ferma non al 1905 ma al 303 a. C., quando Diocleziano fece la madre di tutte le koglionate, con la super persecuzione di quelli là: come il tritolo brucia con fiamma fuligginosa se ammucchiato malamente e finisce lì, ma fa strage se opportunamente compresso ed inzeppato, così fece lui, con effetti chiaramente nefasti, che tutt’ oggi paghiamo.

Soqquadro

Provo a valutare la cosa da un punto di vista (mezzo) genitoriale.
Un genitore/trice (quale sia il suo orientamento filosofico/religioso) ha necessità di rivolgersi ad un asilo privato od ad un “assistente materno” . E’ altamente probabile che non vorrà che il figlio/a subisca condizionamenti religiosi opposti a quelli che sono i suoi valori familiari da persone con un ruolo educativo rilevante (ricordiamo che parliamo di bambini piccoli e dei loro educatori/insegnanti), ma andare a chiedere agli educatori dettagli sulla loro appartenza religiosa sarebbe lesivo dei diritti alla riservatezza degli stessi, e, anzi, di sapore vagamente discriminatorio. La garanzia legale che, nell’esercizio della cura del bambino/a, essi mantengano assoluta neutralità religiosa, in modo da lasciarne la libera educazione alla famiglia, come da suoi fondamentali diritti, rispetta sia i diritti dei bambini, che il diritto educativo delle famiglie, che il diritto dell’operatore di non rischiare di venir valutato/a per la sua appartenenza religiosa anzichè per le sue competenze professionali.
I bambini, poi, una volta a casa, avranno la simbologia della loro famiglia e l’educazione religiosa stabilita dalla stessa.

ALESSIO DI MICHELE

@ Soqquadro: il suo ragionamento è perfettamente capovolgibile; supponiamo il caso di genitori che vogliano un’ educazione religiosa: visto che decidono e pagano loro, hanno il diritto di chiedere e pretendere, sbattendosene degli orientamenti e del pudore del maestro. Lui ovviamente potrà non rispondere, ed i genitori saranno liberi di non iscrivere il figlio. Chiedere di un orientamento religioso/non religioso non è ledere la riservatezza, a meno che il destinatario non si vergogni di ciò in cui crede, cioè di se stesso, ma allora i problemi sono diversi. Poi provi, al posto di “credo religioso” a porre “incredulità”. Visto ?

Andrea65

Non sono d’accordo.
Le religioni devono trovare posto in altre sedi, non certo a scuola.
Se le mie convinzioni riguardano la magia, non posso certo pretendere che a scuola debbano insegnare la magia, se io sono un ufologo, non posso pretendere che a scuola insegnino ufologia, se io sono convinto di essere un dio, non posso pretendere che insegnino a scuola a mio figlio che io sia un dio.

A scuola si devono insegnare le scienze, in altre sedi le scemenze.

Ciao a tutti

Soqquadro

Non so come funzioni la normativa sulla privacy francese, ma per la legislazione italiana sarebbe lesivo della riservatezza, visto che è una domanda personale e per nulla inerente al servizio svolto. Compito dell’educatore dei bambini piccoli è la cura e il gioco e, a livello scolastico, delle materie ministeriali, il fatto che il genitore paghi non lo autorizza a chiedere nulla di personale nè rende l’operatore/educatore una merce. Non c’è alcun diritto di pretendere qualcosa che non è strettamente inerente all’attività lavorativa. Infatti, nel mio ragionamento avevo contemplato tutte le opzioni, religiose e non, quindi non ha alcuna esigenza di venir capovolto. Lo preciso ulteriormente: un genitore che voglia dare un’educazione religiosa al figlio, poniamo, cattolica, lo porterà alla messa, al catechismo, all’oratorio cattolico. Non vedrà, immagino, di buon occhio, un educatore/assistente materno che propagandi in qualche modo, ad esempio, l’islam o il protestantesimo. Se l’educatore/assistente materno invece, quale che sia il suo orientamento religioso personale, si pone in una posizione educativa di neutralità (perchè garantita dalla legge) il percorso educativo deciso dalla famiglia sarà rispettato.

paniscus

Ma per quale motivo l’appartenenza religiosa personale dell’insegnante dovrebbe essere vista automaticamente come un tentativo di indottrinamento dei ragazzini? E’ questo che proprio non mi quadra.

Con lo stesso criterio, un insegnante dovrebbe tenere ferocemente nascosto QUALSIASI dettaglio della propria vita o delle proprie idee personali, come se fosse un segreto di cui doversi vergognare… per la paura di essere accusato di voler influenzare o indottrinare qualcuno?

Ossia, che so, dovrebbe tenere nascosto il fatto di essere nato in Lombardia, per paura di essere accusato di razzismo contro i meridionali? Dovrebbe tenere nascosto il fatto di avere una famiglia, per paura di essere accusato di discriminazione contro gli scapoli, i conviventi o gli omosessuali? Dovrebbe tenere nascosta qualsiasi opinione personale?

Abbiate pazienza, ma non sono d’accordo. Io non credo che l’insegnante debba essere un impersonalisissimo e robotico somministratore di nozioni completamente asettiche, di cui non si deve nemmeno sospettare che abbia una sua personalità o una sua identità. Oltretutto, casomai ci provasse, sarebbe ugualmente massacrato per la motivazione esattamente contraria, ossia essere accusato di essere un freddo burocrate che tratta i ragazzi come se fossero numeri e che non capisce l’importanza umana della sua professione…

Ovviamente non mi metto liberamente in classe a parlare dei cavoli miei senza motivo, ma se i ragazzi dovessero chiedermi esplicitamente cosa ne penso di un fatto di attualità o di una questione di principio che è di dominio pubblico e che è nei discorsi di tutti, io lo dico tranquillamente.

L’importante è non far pesare giudizi ideologici sulla didattica della materia o sulla valutazione dell’alunno… ma perché mai dover fare finta di essere pezzi di legno incapaci di pensare con la propria testa, questo proprio non lo capisco.

Lisa

Soqquadro

Paniscus, lei chiede: “Ma per quale motivo l’appartenenza religiosa personale dell’insegnante dovrebbe essere vista automaticamente come un tentativo di indottrinamento dei ragazzini? E’ questo che proprio non mi quadra.”
Non può essere vista che così quando l’insegnante si rifiuta di lasciarla fuori dal proprio ruolo (cosa ben diversa dall’evitare di rispondere a delle domande, o di avere una discussione aperta con gli studenti). Ma ricordo che stiamo parlando di bambini piccoli, con i quali è abbastanza improbabile fare discorsi di politica/attualità/religione come quelle che lei può fare con i suoi studenti su naturale sollecitazione degli stessi.

Batrakos

Soqquadro.
Se un bambino chiede ad un’insegnante perchè ha il velo o ad un/un’insegnante perchè ha il crocifisso, lei dovrà rispondere che la sua tradizione religiosa usa così, senza iniziare a tessere le lodi della sua religioni, unica verità rivelata e fonte di salvezza ecc…ecc…
Se invece non rispetta il ‘senza iniziare’ e parte col sermone si sorpassa il confine tra lecita espressione di se stessi nel proprio universo culturale e proselitismo.

Paniscus.
Non ti ho copiato…non avevo letto il tuo commento, ma sono molto simili.

Soqquadro

Scusate, ma stiamo parlando di asili nido e servizi corrispondenti, l’asilo nido è fino ai 3 anni. Il concetto di tradizione religiosa non è successivo?

Batrakos

E secondo te un bambino con meno di tre anni può ricevere attentati alla sua futura libertà di opinione se vede un piccolo crocifisso al collo, una kippah o un hijab?
E’ anche questo che mi rende strano il provvedimento in questione, e già infatti spostavo il problema ad un’età in cui i nessi si evincono con più attenzione

Francesco

Qui in Italia i nostri politici, in nome del “principio di laicità” o almeno secondo la loro interpretazione di laicita’, sarebbero capaci di costringere gli assistenti materni a portare il crocifisso al collo.

giuseppe

whichgood risponde:

giovedì 2 febbraio 2012 alle 23:08

Ma cosa sto a spiegare a chi difende i preti pedofili ?. Mah, mi servono delle ferie.

Intanto io non ho mai difeso i preti pedofili; forse hai degli incubi o delle visioni. E laicità non é indottrinare con la forza all’ateismo.

Southsun

Già, ma il cattolicismo indottrina con la forza dei soldi e della pressione politica.

E pretende di aver man salva e nessun contraddittorio.

Soqquadro

Nessuno ha parlato di indottrinare all’ateismo o alla qualunque. Ha parlato di non esercitare alcuna forma di pressione religiosa, lasciando l’argomento all’educazione delle famiglie, come è giusto che sia. Lei vorrebbe che suo figlio/a ricevesse delle pressioni in senso, ad esempio, islamico? Io no.

whichgood

Aspetta che si sblocchi il mio commento, giuseppe ha la lingua lunga ma la memoria corta.

😉

Gianluca

@ giuseppe

“E laicità non é indottrinare con la forza all’ateismo.”

Infatti, assenza di simboli non vuol dire indottrinare all’ateismo.

Questo è uno delle giustificazioni presentate nel ricorso dello stato italiano alla CEDU contro la rimozione del crocifisso, il fatto che levando i crocifissi si promuoverebbe l’ateismo e quindi comunque sia la vera imparzialità dello stato non c’è e quindi (ma guarda un po’) meglio lasciare le cose come stanno.

Questa giustificazione è un’emerita cavolata, altrimenti dovremmo presumere che le auto della polizia e le auto blu dei ministri promuovono l’ateismo, dato che non hanno i crocifissi esposti sopra in bella mostra…

Batrakos

A me quello di indossare vestiti ispirati alla propria religione non pare riconducibile proselitismo, il quale va ovviamente vietato, ma al vissuto personale che non è in automatico volerlo inculcare agli altri.
Sembra che, parlando di bambini, essi debbano vivere in una sorta di ambiente asettico quasi che il contatto con culture e religioni sia una sorta di virus da evitare perchè porterebbe chissà quali danni… via, non esageriamo!
Non vedo nulla di male nel fatto che un bambino scopra che ci sono ebrei, sikh, musulmani coi loro costumi ed il loro modo di fare: se abbiamo paura che basti questo a condizionarli per sempre e inocular loro il morbo della superstizione… non siamo messi bene!
Altra cosa e ben diversa è se lo indottrinano come a catechismo.

Il paragone con i partiti politici non mi pare tenere molto: la divisa di un partito mette il partito sopra lo Stato, diventando una sorta di indicazione di voto; l’espressione, attraverso il vestiario personale, dei propri obblighi religiosi o delle proprie tradizioni culturali non si trasforma ipso facto nel voto ad un partito e dunque ad una pubblcità elettorale, ma rientra nel costume che allo Stato non dovrebbe interessare.
A proposito di simboli e neutralità: la bandiera italiana -che spesso qua è elogiata come simbolo di tutti e non di una parte- può rimandare al massacro di Bronte piuttosto che all’impresa militare sanguinaria nota come ‘campagna contro il brigantaggio’ o alle carneficine del ’15-’18, per cui anche la propaganda patriottica potrebbe a ragione essere considerata di parte dai discendenti di chi quella bandiera l’ha subita, per cui non è nemmeno così automatico che sia un simbolo di tutti, a meno che non sia un simbolo di tutti per imposizione (e qua, al di là delle sue esagerazioni, non ha torto il nostro Sledge).

Soqquadro

Faccio presente che questo Paese si chiama Italia, e questa è una questione, banalmente geografica. La bandiera di questo Paese con questa posizione geografica, è quella. Qualcuno può averla subita ma il territorio è questo. Non c’è molto da opinare, in questo senso.

Batrakos

Sta di fatto che un simbolo è davvero di tutti se e solo se tutti lo sentono come tale, altrimenti è un’imposizione.

Batrakos

Ah, Soqquadro, la bandiera non è un’espressione geografica (altrimenti, senza addentrarci nella questione più di tanto, basterebbe la cartina con lo stivale e non si capirebbe il concetto di vilipendio) ma l’espressione di uno Stato-Nazione che, come tale, può essere inviso a molti, che però, se pagano le tasse, avrebbero diritto a non volere che sia esposto, visto che io le tasse le pago per ricevere servizi e non per dedizione ‘alla bandiera’, per cui di fatto la bandiera patria non è simbolo di tutti..
Fosse solo un’indicazione geografica, peraltro non capisco a che servirebbe…ci sono già i cartelli stradali e le mappe geografiche.

Francesco S.

@Batrakos

Avrei potuto rispondere un po’ più sopra, mi avresti risparmiato un commento, visto che hai detto meglio ciò che penso.

Off-topic

Una cosa mi fa riflettere: almeno qui tra noi c’è qualcuno che si preoccupa della libertà degli altri le cui idee non si condividono (troppo facile essere tolleranti verso idee che si condividono), ma molto spesso gli altri non hanno fatto altrettanto.

Batrakos

Ho visto, Francesco: tu, Paniscus ed io siamo in sintonia su questo punto.

giuseppe

Avete chiuso la discussione sullo Ior. Evidentemente non volete che si legga la notizia che riporto.

Sentenza Corte distrettuale Usa: nessuna responsabilità della Santa Sede nella truffa dell’affarista Martin Frankel (Radio Vaticana)
Sentenza Corte distrettuale Usa: nessuna responsabilità della Santa Sede nella truffa dell’affarista Martin Frankel

Negli Stati Uniti, la Corte distrettuale del Mississippi ha emesso una sentenza definitiva sul caso “Dale v. Colagiovanni” stabilendo che la Santa Sede non ha alcuna responsabilità nei traffici dell’affarista Martin Frankel. Quest’ultimo, sottolinea l’avvocato della Santa Sede Jeffrey Lena, ha utilizzato illecitamente il nome del Vaticano per continuare le sue attività finanziare illegali a danno della reputazione della stessa Santa Sede. I cinque soggetti che avevano denunciato il Vaticano hanno dunque deciso spontaneamente di ritirare le accuse. Il servizio di Alessandro Gisotti:

La scelta di chiamare in causa la Santa Sede per gli affari di Martin Frankel si è rivelata “sbagliata”: è quanto afferma l’avvocato Jeffrey Lena che, in un comunicato, ripercorre i passaggi principali che hanno portato alla sentenza del caso “Dale v. Colagiovanni”. Il legale ricorda innanzitutto che, nel 1998, la Santa Sede – attraverso il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano – aveva “categoricamente rifiutato” la possibilità che Frankel, che agiva sotto lo pseudonimo di “David Rosse”, potesse creare una Fondazione vaticana. E, tuttavia, l’affarista aveva creato una Fondazione fittizia, la “St Francis of Assisi Foundation to Serve and Help the Poor and Alleviate Suffering” (SFAF), presentandosi come “consigliere finanziario del Vaticano”, e millantando che la Fondazione fosse stata addirittura autorizzata personalmente da Giovanni Paolo II. Dunque, scrive l’avvocato Lena, la Santa Sede “è diventata la vittima inconsapevole della frode di Frankel” che ha utilizzato il nome del Vaticano nella sua attività di “saccheggio di compagnie assicurative”.

Nel comunicato, si evidenzia la massima disponibilità mostrata dalla nunziatura negli Stati Uniti e dalle autorità vaticane nel chiarire che Frankel non aveva ricevuto alcuna autorizzazione ad istituire la Fondazione. In particolare, si menziona una testimonianza sotto giuramento del cardinale Giovanni Battista Re che ribadiva come la creazione in Vaticano di tale Fondazione fosse “impensabile e impossibile”. L’avvocato Lena osserva, quindi, che da una parte la Santa Sede ha dovuto pagare delle spese legali non necessarie; dall’altra che il concentrarsi sul Vaticano ha sviato l’attenzione di chi avrebbe dovuto invece controllare meglio le attività illecite di Frankel. Infine, il legale della Santa Sede rileva che “Dale v Colagiovanni” è uno di tre casi in cui – dal 1999 al 2002 – è stato chiamato in causa negli Stati Uniti il Vaticano e lo Ior. Tutti e tre chiusi con l’assoluzione, con formula piena, da ogni accusa.

FSMosconi

Avete chiuso la discussione sullo Ior. Evidentemente non volete che si legga la notizia che riporto.

Magari c’entra invece il fatto che qui è accettato postare unicamente un link a volta e con testi risicati per questioni di memoria del server, tu che dici?

Arthur Frayn

Non posso non sentirmi irritato per questa palese violazione della libertà individuale. Non si può imporre nelle scuole private le regole di quelle pubbliche: le famiglie che desiderano un’educazione laica per i propri figli, scelgano un’altra istituzione o la scuola pubblica! Altrimenti ci si rende uguali a quelli che tanto critichiamo, i monoteisti fanatici.

Brian di Nazareth

Va bene, a patto che siano 100% private: nessun soldo dallo Stato. Se una scuola privata riceve contributi, sovvenzioni o qualsivoglia erogazione di denaro PUBBLICO, allora lo Stato ha tutto il diritto di imporre certe regole.

Naturalmente, la scuola è liberissima di scegliere: adeguarsi alle regole oppure rinunciare ai contributi statali.

Otto Permille

A volte, quando si esagera nelle cose, si diventa ridicoli e si ottengono effetti contrari di quelli desiderati. il bambino nell’età considerata vive in un mondo magico e di favole, e certamente troverebbe assai divertente confrontarsi con un personaggio che indossa un buffo abito o un buffo cappellino. Io sono convinto che i bambini fino ad una certa età vivano le cose religiose come se fossero dei comiche da cartone animato. Oltre al Biancaneve, a Topo Gigio, alla Strega ecc. abbiamo anche il prete, la suora, l’uomo col buffo cappellino o col cappellone da faraone ecc. ecc.

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