Usa, campagna per atei e scettici afro-americani

L’African Americans for Humanism (AAH) del Council for Secular Humanism, ha avviato una campagna sui media che evidenzia la presenza di scettici e non credenti nella comunità afro-americana, tra le più religiose degli Usa. Con una serie di manifesti nelle strade di varie città americane, dalla fine di gennaio. Una iniziativa per contribuire a rompere l’isolamento dei non credenti neri, che tra l’altro iniziano ad essere attivi su internet.

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28 commenti

Florenskij

A proposito delle valenze individuali e sociali della religione, tali per cui a seconda dei possibili giudizi ( antitetici ) va stroncata con la forza, lasciata morire ( magari affrettandone la morte ) oppure mantenuta, difesa, magari ache promossa.

Non ho ancora avuto risposta al quesito posto da tempo: qual è il termine laico che può rimpiazzare quello religioso di SACRIFICIO, per cui è fare qualcosa di SACRO ( dunque di religioso, anche solo in senso lato ) dare la propria vita ( ad es. da partigiano o da infermiere durante un’epidemia ) o tarparsela ( ad es. come infermiere – badante a tempo ultrapieno di un parente paralizzato ?

FSMosconi

*non ti dice nulla*

Prima avevo intenzione di dividere in off e topic, pardòn…

Paul

Il mio vecchio dizionario dei sinonimi mi ha fornito parecchie alternative in meno di 30 secondi.
Provi anche lei.
Chiuso il suo ennesimo off topic.

Barbara R.

Io userei il termine OFFERTA:offrire la propria vita,il proprio tempo libero etc.Un termine che possiede una connotazione positiva offrire è aprire la propria vita,la direzione delnostro cuore,della nostra mente.

Gianluca

@ Florenskij,

“Non ho ancora avuto risposta al quesito posto da tempo: qual è il termine laico che può rimpiazzare quello religioso di SACRIFICIO, per cui è fare qualcosa di SACRO ( dunque di religioso, anche solo in senso lato ) dare la propria vita ( ad es. da partigiano o da infermiere durante un’epidemia ) o tarparsela ( ad es. come infermiere – badante a tempo ultrapieno di un parente paralizzato ?”

Ma perchè, lei pensa che se la parola “sacrificio” non avesse la radice in comune con “sacro” (questo poi lo dice lei, bisognerebbe sentire il parere di un linguista e scusi lo scetticismo…) non ci sarebbe gente che arriva a sacrificare la propria vita? O che il concetto di sacrificarsi lo abbiano ideato le religioni rivelate? In tutte le culture (anche passate) in cui non c’era una religione monoteista rivelata non c’era gente che si sacrificava, madri che si lasciavano morire di fame per sfamare i figli, soldati che si gettavano sulle frecce riservate ai commilitoni per puro altruismo (spirito di “sacrificio”che di sacro non aveva niente)?

Batrakos

Credo che etimologicamente abbia ragione Florenskij (sacer, parola derivata dal sanscrito, e facere).
Ma, come sempre, le parole passano spesso dal significato etimologico a quello corrente che si differenzia dalla radice etimologica, e oggi si pensa che la vita individuale sia ‘sacra’, in quanto diritto inviolabile e intoangibile della persona: decidere di offrire questo diritto per il bene comune può mantenersi nell’espressione ‘sacrificio’, declinato in forma laica.
Io penso che una rosa resterebbe una rosa anche se la chiamassimo sedia, per cui, al di là delle discussioni sull’etimo, è bene vedere il significato a cui un significante rimanda al giorno d’oggi, e quando si parla di qualcuno che si ‘sacrifica’ spesso in chi usa quel significante non vi è alcun rimando al significato religioso e questo è ciò che davvero incide sulla questione.

Flprenskij

@gianluca. Chi ha mai detto che non c’è sacrificio al di fuori dellereligioni monoteiste? L’ipotesi verso cui volevo andare a parare è che, lo si voglia o no, certe strutture del”religioso” , anche solo in senso lato, compaiono i tutte le culture.

whichgood

@ Batrakos

Florenskij ha ragione a metà perchè sebbene l’etimologia del termine ha una connotazione sacrale è anche vero che i sacrifici erano le offere fatte alla divinità per placcarla. Flo’ pretende far credere che l’etimologia del termine abbia un significato di “altruismo” verso il prossimo ma la vertià è che il sacrificio nasce come offerta (a volte di vite umane, non la propria ovviamente) alla divinità per timore della rappresaglia divina e non per amore del prossimo.

😉

Batrakos

Whichgood, hai ragione; io pensavo al solo etimo, che è connotato con qualcosa di parareligioso, ma quel che dici è vero.

gmd85

ALTRUISMO. Non c’è bisogno di essere credenti per fare bene al prossimo. Ed è stato dimostrato (Durkheim) come il contesto sociale possa contribuire al compimento di atti di altruismo.

firestarter

florenskji faccia attenzione che cosi’ da ragione a odifreddi nel soffermarsi sull’etimo

Flprenskij

@firestarter. Ma il prof. Odifreddi non ha tutti i torti nell’indicare l’etimologia di “cretino”: lo stesso san Paolo, gran teorico del primo Cristianesimo, parlava di “follia della croce”, e in effetti certi comportamenti dei cristiani più ligi appaiono “roba da matti” per chi non si rende conto che essi sono resi possibili da un certo concetto del “regno di Dio”, che offre una prospettiva ultraterrena.
Durante una gravr epidemia di colera don Bosco invitò tutti i ragazzi grandi dell’oratorio a farsi infermieri a rischio della virta. Chi glielo faceva fare? Ci pensi un po’.

Ferrer

Qualche mese fa, a Madrid, ad una commemorazione delle Brigate Internazionali, ho conosciuto un reduce estone di 96 anni (21 anni allo scoppio della guerra). La legge estone dell’epoca prevedeva che, in caso di ritorno in patria, i volontari per la Repubblica sarebbero stati condannati a 20 anni di lavori forzati. Quindi, chi è partito sapeva che: 1) aveva altissime probabilità di non tornare vivo. 2) in caso fosse sopravvissuto, sarebbe stato un profugo per tutta la vita. 3) se ci fosse stata la “prospettiva ultraterrena” sarebbe finito all’inferno (come ateo e rivoluzionario anticlericale).
Chi glielo faceva fare? Ci pensi un po’.

Federico Tonizzo

@ Florenskij

“e in effetti certi comportamenti dei cristiani più ligi appaiono “roba da matti” per chi non si rende conto che essi sono resi possibili da un certo concetto del “regno di Dio”, che offre una prospettiva ultraterrena.”

Arrivato alla parola “matti”, ho pensato “forse finalmente Florenskij si sta SVEGLIANDO”; poi leggendo il seguito della frase ho provato delusione, tristezza e compassione…

bardhi

@ florenski

1. non in tutte le lingue del mondo la parola sacrificio ha per radice la parola sacro
2. i primi sacrifici del sacro erano animali, peggio ancora esseri umani, immolati per accontentare i dei.
3. Pensi che le persone non hanno mai sacrificato la loro vita per un altro essere umano prima che fosse inventato la parola sacro?????

Giorgio Pozzo

Bah, il termine laico per “sacrificio” non lo conosco.

Conosco il termine scacchistico, che è “sacrificio”: io per una particolare combinazione di scacco matto posso arrivare a sacrificare regina, torre, alfiere o altro…

Stefano

@ Florenskij

Le ho già risposto: costo, rinuncia.

Ma lei pensa davvero che ripetere argomenti già criticati all’infinito le serva a qualcosa? Intendo oltre al ridicolo….

Ferrer

Nella mia edizione di Kropotkin si parla di “abnegazione” (non so come sia nell’originale russo) per indicare gli atti compiuti volontariamente da un individuo che comportano un danno per lui ma un beneficio per altri individui della specie.
In ogni caso, pretendere di far coincidere un concetto con l’etimologia della parola che lo indica è semplicemente ridicolo: immagino che il nostro Flo pensi anche che Naz…ehm… Ratzinger essendo un “pontefice” si occupi di ingegneria, che un sarcofago sia un carnivoro, che la Groenlandia sia verde, che il granoturco venga dalla Turchia, ecc…

schiaudano

Quindi sei terribilmente ignorante anche in etologia, visto che sacrifici ne compiono anche gli animali che sicuramente religiosi non lo sono?
Francamente, hai stufato con la tua cultura posticcia e inutile al limite del romanticismo.

Otto Permille

Una strana domanda. In tutte le specie animali caratterizzate da un livello altissimo di socializzazione (come le api) troviamo che gli individui di “sacrificano” e addirittura sacrificano la loro vita per la salvezza della colonia. Quindi questi comportamenti sono diffusi ovunque in natura e probabilmente sono codificati sul piano genetico.

fab

Chissà com’è che la parte di società statunitense che ha più difficile accesso all’istruzione è anche la più religiosa. Mah…

Roberto Grendene

rompere l’isolamento
per rompere il condizionamento sociale
per realizzare una società migliore, senza discriminazioni su base religiosa

applausi per i Black Nonbelievers

MASSIMO

@ Florenskij

“@firestarter. Ma il prof. Odifreddi non ha tutti i torti nell’indicare l’etimologia di “cretino”: lo stesso san Paolo, gran teorico del primo Cristianesimo, parlava di “follia della croce”, e in effetti certi comportamenti dei cristiani più ligi appaiono “roba da matti” per chi non si rende conto che essi sono resi possibili da un certo concetto del “regno di Dio”, che offre una prospettiva ultraterrena.

Appunto, e visto che anche tu ti rendi conto di questo, ti dovrebbe venire qualche dubbio sulla tua fede.
Il discorso della possibilità di una vita ultraterrena è solo una favola per bambini. Secondo te come è possibile che ci sia qualcosa dopo la morte visto che tutti gli atomi del nostro corpo vengono dispersi nell’ambiente circostante?

cesares

@ Florenskji

La parola laica che sostituisce la parola religiosa “sacrificio” è esattamente “sacrificio”. Mi sembra una concezione piuttosto rigida della lingua pensare che le parole che nascono in un certo contesto culturale conservino per sempre una traccia della visione del mondo che le ha generate e che,conseguentemente, la sopravvivenza della parola sia anche segno della sopravvivenza di quella visione del mondo. Per cui non esisterebbe “sacrificio” – anche quello che si compie in un contesto laico (lei furbescamente accenna partigiani e infermiere) – che non abbia in qualche modo una valenza religiosa. E da qui in avanti via con la solita menata delle radici cristiane o similia.
La parola latina virtus indica le doti del vir, cioè dell’eroe o del maschio, quindi segnatamente il coraggio e il valore in guerra. Ma nel pensiero cristiano indica altro.
Esiste un significato laico della parola “sacrificio”, come del resto di “vittima”, “fede” , “battesimo” ecc. ecc., perchè la lingua, che è una struttura viva e mobile, risemantizza continuamente vecchie parole piuttosto che crearne delle nuove, rispondendo in questo anche a un criterio di economicità.

Quanto all’equivalenza cristiano/cretino non penso che si debba tirare fuori la follia, quanto piuttosto la dabbenaggine. Un cretino infatti è più che altro uno stupido, non un folle. Dalle mie parti , in Romagna, la parola dialettale scià (pronunciando la s e la c separatamente e con una forte nasalizzazione finale), cioè cristiano, indica semplicemente uomo e un bò scià/scianàzz è semplicemente un buon uomo, ma (sottinteso) non proprio un genio. E la parola sciadùr (uomo/cristiano duro) indica il matterello. A voi l’interpretazione

ser joe

Meno male, così la pianteranno di propinarci in TV filmacci made in Usa che vogliono farci credere che gli afro-americani sanno cantare solo litanie religiose e alleluia

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