Assemblea condominiale in parrocchia

Fabio Barbieri*

Per un condomino non credente, più noiosa di un’assemblea condominiale ci può essere soltanto un’assemblea condominiale che si tiene in parrocchia. In questo caso, all’usuale tedio connaturato all’evento si aggiungerebbe l’ulteriore afflizione del dover metter piede in suolo diocesano e inevitabilmente del dover finanziare la curia locale. Due controindicazioni certo sopportabili vista l’esigua entità degli oneri; l’uomo di poca fede è però tendenzialmente infastidito dal farsi intruppare nei recinti, a maggior ragione in quelli a pagamento.

Il condomino irreligioso potrebbe allora interpellare privatamente l’amministratore e fare presenti le proprie istanze, che in un quadro di laicità e ancor prima di buonsenso , non potrebbero che apparire legittime e giustificate. Quest’ultimo potrebbe però fissarlo a lungo negli occhi con disappunto e tergiversare, tirando in ballo la leggerezza della questione, l’abbondanza di requisiti pur soddisfatti, la comodità delle abitudini acquisite, la difficoltà di reperire una sala egualmente economica e vicina: potrebbe far notare, con malcelata amarezza, che la signora Assunta del quinto piano faticherebbe non poco a raggiungere una sede diversa da quella canonica.

Professionalità vorrebbe che la vertenza si svolgesse a livello confidenziale, mentre è praticamente implicito dalla condotta tenuta fino ad allora, che l’amministratore non ravvisa alcuna anomalia nella scelta del locale religioso quale sede assembleare. Se il condomino miscredente insisterà con modi fermi e gentili, egli prospetterà lui la facoltà di mettere ai voti la propria richiesta, invitandolo di fatto a esporre alla berlina il proprio infamante stigma diabolico.

“Ma io non capisco, si è sempre fatta qui…” bofonchierebbe il Sig.Giovannini del secondo piano, mimando un impercettibile segno della croce alla sindone gessosa abbozzata sulla lavagna.

“Visto che il locale è in regola io non ci vedo niente di male, è un posto come un altro!” trillerebbe impettita la graziosa universitaria che sta al primo, scrollando la crocetta scintillante e la boccuccia scandalizzata.

“Se vi sembrano questi i problemi di un condominio, povera Italia!” tuonerebbe profetico, dall’alto dei suoi impeccabili millesimi il sig.Salvatore, proprietario della lavanderia a gettoni nel portico.

A poco servirebbe far loro gentilmente notare quanto la prassi non sempre determini legittimazione e quanto il proprio sentire personale sia inadatto al ruolo di comune denominatore.

“Poiché sono soldi che comunque andrebbero spesi , perché non prenderla come una beneficenza alla parrocchia?!” osserverebbe sofferente e pietosa la Dott.ssa Bianchi, nel suo tailleur d’ordinanza.

“L’assemblea la fanno i condòmini, non certo la sede” sentenzierebbe saggio il Geom.Sampietri, il naso importante volto all’insù a sfiorare i cartelloni alle pareti, dove le manine colorate dei bimbi coronano i brani del vangelo.

“Con quel che paghiamo tutti i servizi, cosa saranno mai pochi euro dati a chi si prodiga per il sociale…” salmodierebbe placida Benedetta, sussidiaria della Caritas locale.

Pur utilizzando molto tatto, difficilmente la richiesta di preservare l’istituto della carità alla sfera privata apparirebbe come avulsa da giudizi di merito: probabilmente faticherebbe ad emergere per ciò che è, una civile e legittima istanza di opportunità e di equa comunione.

“Io ci vedo tanto pregiudizio, non capisco che fastidio si possa provare a frequentare una normalissima sala riunioni parrocchiale, definirla non idonea è da impudenti” sarebbe il rimprovero della nuova inquilina in affitto al 3° piano interno 1, irrequieta sulle cigolanti panchine, rivolta alla cattedra rialzata dove l’amministratore starebbe ad annuire grave e paterno.

“Personalmente avrei delle riserve, ma non sull’idoneità della sala in oggetto, piuttosto sulla moralità di questa società” decreterebbe il salumiere Franco, residente al piano terra.

“Comunque le proposte in condominio si valutano a maggioranza, mettiamola ai voti e vedremo chi vincerà” sarebbe il salomonico giudizio del Sig. Fedele, posizionato in mansarda, gestore del Tiro a Segno del paese.

Chi non è abituato a porre in discussione l’etica tradizionale, tanto da assumere come atto dovuto la condiscendenza al sacro , troverà sempre assurdo e arrogante l’atteggiamento di chi chiede in tal senso soluzioni rispettose di un interesse condiviso: per quanto sacrosante saranno le ragioni addotte, esse verranno ritenute un attacco alla propria identità e di conseguenza bollate come immorali.

Questa è la ragione per la quale, semmai decideste di inoltrarvi in una così futile battaglia laica, preferibilmente dovreste evitare le contese tra condòmini e, qualora inevitabilmente ne sorgessero, adottare sempre una linea ghandiana di pacatezza, rispetto e fermezza.

Naturalmente neppure le professionalità del ramo risulterebbero particolarmente prodighe nel concedere solidarietà e consiglio: tuttavia benché non ci sia una normativa specifica della questione, esistono alcune sentenze scritte a salvaguardia della neutralità dei luoghi di riunione condominiale:

L’amministratore di condominio ha infatti il potere di scegliere la sede più opportuna, a patto che sia all’interno dei confini della città dove è ubicato, e che il luogo risulti idoneo a consentire a tutti di partecipare alla discussione. (Cass. Sez. III, N° 14461 del 22/12/1999)

L’amministratore di condominio, in assenza di apposita indicazione nel regolamento condominiale, deve fissare l’assemblea in un luogo idoneo moralmente e fisicamente a consentire a tutti i condomini di parteciparvi e a consentire altresì l’ordinato svolgimento della discussione. (Corte di App. di Firenze, Sez. I, Sentenza del 11/06/2009)

Cercando in rete, tante guide di siti tematici riportano questa formula:

bisogna evitare che taluni condomini evitino di partecipare a causa della scelta della sede, per esempio di partito o di appartamento di condominio in lite con altri ecc. …

Ovviamente queste righe sono solo il frutto colorito di esperienze personali, del resto è pur vero che le micro comunità giocoforza riflettono i contesti sociali in cui sono inserite: a fronte di molte realtà familistiche e coercitive, ne esisteranno infatti anche di relativamente secolarizzate, che seguono soltanto usanze di comodo e necessitano appena di una piccola scossa per smuoversi.

Quindi, se in sostanza si fosse risoluti a porre fine a questa sgradita consuetudine, si tenga in conto che è l’amministratore l’unico interlocutore accreditato a prendere decisioni in merito. Potrebbe Infatti bastare una semplice e formale richiesta di un legale, una raccomandata(*) che lo diffida dal convocare nuovamente una riunione comune in uno spazio non democraticamente fruibile per tutti.

Nel giro di qualche mese la quasi totalità dei condòmini potrebbe aver rimosso la questione, e con poche decine di euro si sarebbe portata a termine con successo una piccola conquista di laicità. Magari così altri individui di poca fede verrebbero spronati a intraprendere eguali rivendicazioni: l’istanza appare in effetti tanto frivola quanto di interesse diffuso, poiché è evidente che innumerevoli sono i condomìni che compongono il condominio d’Europa.

(*)

In nome e per conto del sig. …………. Domiciliato/a per la presente pratica presso il mio Studio.

Riscontro la Sua di data 18 marzo u.s. per precisare quanto segue in merito alla corrispondenza scambiata con il mio Assistito/a.

Il sig. …………… mi rappresenta che Lei ha scelto, quale luogo ove effettuare le riunioni condominiali, la sala situata all’interno della Parrocchia di San Pietro in ….. ed utilizzata per il catechismo.

Tale scelta, sicuramente idonea dal punto di vista logistico anche secondo quanto da Lei riferito nella comunicazione sopra indicata, può ledere, e chiaramente lede, quella che è la libertà di ogni singolo cittadino costituzionalmente garantita di potere liberamente e serenamente prendere parte alle riunioni condominiali che debbono svolgersi, per tale motivo, in un luogo idoneo.

Infatti, secondo quanto pacificamente ammesso dalla recente giurisprudenza, il luogo in cui si tiene l’assemblea e scelto dall’amministratore, deve consentire, per ragioni fisiche e morali, la presenza di tutti i condomini e l’ordinato svolgimento della discussione.

Chiaro che lo svolgimento delle assemblee presso la Sala della Chiesa sopra indicata, così come presso qualsivoglia luogo di culto, non integra tali presupposti e conseguentemente non consente ai condomini che non professano culto o comunque un certo tipo di culto, di prendervi parte serenamente.

Preciso tra l’altro che, secondo quanto riferisce il mio Assistito, a ……….. vi sono altri luoghi altrettanto idonei ad ospitare riunioni condominiali (si veda Sala …….) tali per cui consentono a tutti i condomini di prendervi parte serenamente e nel rispetto della libertà di culto costituzionalmente garantita.

A nulla vale, poi, l’assunto di delegare la decisione in merito al luogo di svolgimento delle assemblee ad una delibera dell’assemblea stessa, essendo una decisione che può prendere in autonomia l’amministratore.

Chiedo, pertanto, in nome e per conto del mio Assistito, che le successive assemblee condominiali vengano effettuate in luogo idoneo da un punto di vista fisico e morale a consentire la partecipazione serena di tutti i condomini.

Distinti saluti

 

* Socio UAAR

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.
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54 commenti

Enrico

Scusate ma si tratta semplicemente dell’affitto di una sala per qualche ora.
Solitamente queste sale per assemblee condominiali le posseggono o le parrocchie oppure i comuni l’amministratore sceglie con la cura del buon padre di famiglia.
Comunque se fosse quella comunale un condomino anarchico si sentirebbe offeso.

myself

“Scusate ma si tratta semplicemente dell’affitto di una sala per qualche ora.”

Proprio per questo i condomini credenti non avranno problemi ad andare a fare la riunione in una sala laica invece che in parrocchia, si tratta solo di qualche ora, no?

“Comunque se fosse quella comunale un condomino anarchico si sentirebbe offeso.”

Ti pare che un condomino anarchico partecipi alle riunioni di condomino?

Enrico

Perchè un assemblea autogestita non piace ad un anarchico?

Ma allora ai matrimoni in chiesa? Ai funerali?

nightshade90

una assemblea, più che autogestita, è vincolata alle rigide regole dell’autorità (basti ricordare le infinite norme condominiali, e le leggi che regolamentano le assemblee condominiali). non è certo qualcosa a cui un anarchico si ispiri.

quanto ai matrimoni, in genere gli anarchici non apprezzano manco quelli (per loro il matrimonio è un vincolo legale inutile). i funerali invece non fanno loro ne caldo ne freddo, non vedo cosa centrino.

Enrico

Un parte di queste regole è però decisa dall’assemblea stessa, l’assemblearismo è comunque tipico degli anarchici.

FSMosconi

@Enrico

Non noti un controsenso nel suo stereotipo (e parlo da non-anarchico)?:
anarchico= ἀν-ἀρχή non-potere/(forma di) governo
laonde le riunioni hanno proprio l’intento di amministrare il potere all’interno di una comunità…

🙄 🙄

Barbara R.

E perchè il comune non ha disponibilità di sale da affittare?Perchè il comune,con i soldi delle tasse versate da tutti cittadini,non dà queste disponibilità invece di delegare a parrocchie ed oratori che poi si vantano di fare qualcosa per il sociale e di sopperire alle relative lacune….

Enrico

Guardi che di solito anche i comuni affittano stà all’amministratore decidere.

Roberto Grendene

Complimenti a Fabio

nel mio condominio prima si andava in parrocchia, pagando 50 euro al prete, che non rilascia ricevuta, non pubblica il bilancio, gestisce una struttura non democratica al cui vertice puo’ esserci solo un maschio scelto da uno stato estero (stato ancor più antidemocratico)

da alcuni anni andiamo presso un centro socio culturale, con statuto democratico, che ha in convenzione locali comunali, che non discrimina in base a religione, che rilascia ricevuta, che pubblica il bilancio online e lo consegna al Comune

Sandra

Già, come raccomandava mons. Gianluigi Nuvoli, economo dell’arcidiocesi di Bologna, pag. 4 del corso “Gestire l’ente parrocchia” del 2009:

“Gli immobili vanno usati direttamente dalla Parrocchia (ICI) secondo la propria finalità (…):
– la sala parrocchiale: non vi sognate di cederla a terzi per condominio, riunioni varie, feste; dietro compenso con ricevuta (scatta l’uso commerciale);”

Gianluca

@ Fabio Barbieri

Presumendo che tu abbia formalizzato la tua apostasia con lo “sbattezzo”, non potevi tagliare la testa al toro dicendo che non puoi entrare in parrocchia perchè scomunicato? Non penso che avrebbero avuto qualcosa da obiettare. Oltre a questo, condivido in pieno il tuo comportamento di non cedere su una questione che potrebbe sembrare (e per certi versi lo è) di una piccolezza insignificante che però messa insieme a tante altre piccolezze, contribuisce a cambiare i modi di vivere della gente comune e a non considerare scontato quello che scontato non è.

whichgood

Grazie di aver condiviso la tua esperienza. Da noi l’amministratore ci ha provato una volta, poco fa, e pretendeva fare l’assemblea nel cinema dell’oratorio. Gli è andata malissimo perchè nel mio condominio c’è un propietario ateo che di milessimi ne fa tanti.

:mrgreen:

PS. avessero fatto l’assemblea in un luogo religioso e mi sarei portato la maglietta “In un mondo senza dio”, oltre a distribuire un po’ di biglietti e pubblicità dell’UAAR.

Daniele

Bah… in linea di principio sarei d’accordo col non esser “costretto” a finanziare la parrocchia, ma è – di fatto – quella che ha il luogo adatto più vicino e più economico.

Con tutto il rispetto e l’ammirazione per Fabio (che mostra il coraggio e la determinazione che io spesso non ho per la causa laica), temo che proteste come queste possano ottenere di esasperare gli animi contro ‘quei laicisti che hanno sempre da ridire su tutto… se ne vadano in Cina…’ e bla bla.

whichgood

Dobbiamo uscire dalla dinamica del più economico = più conveniente. Ricordiamo che le parrocchie fanno IN NERO, NON PAGANO IVA Nè IMPOSTE DI NESSUN TIPO PER LE ATTIVITà LUCRATIVE E NON SONO TENUTE A DICHIARARE GLI INTROITI.

E’ come quando l’idraulico ti propone di fare il lavoro in nero a 50 o con fattura a 60.5. Ovvio che costa di meno in nero ma se ti fa la fattura ci guadagna lo Stato, cioè, tutti noi.

Roberto Grendene

beh no, mi sembra che le osservazioni di Fabio hanno reso il nostro paese un po’ migliore senza provocare proteste particolari

Barabba

Mi faccia capire. Ha appena dato a Fabio Barbieri dell’imbecille, per caso?

Diocleziano

parroco,
allora chissà quanti fratelli e sorelle hai tu.

Francesco

Parroco, se fosse vero non ci sarebbe tutto questo calo di vocazioni.

Paul

Complimenti, si vede che, in quanto prete, hai una grande superiorità morale ed intellettuale.

Florasol

…e per forza, voi vietate la contraccezione! 😀
e visto che ha le stesse facoltà mentali dei suoi figli… vi da retta! 😀

Giuseppe1

Un giorno lontano useremo tutti le parrocchie e là dentro ci verrà da pensare: ohhh qui è dove una volta si riunivano i cristiani! (Io non credo che sopravviverò abbastanza per vederlo)

Gianluca

E’ un sogno che condivido…
Probabilmente neanch’io lo vedrò, ma forse, da anziano, entrerò in un uficio pubblico senza vedere simboli religiosi e vedrò telegiornali privi delle solite ca**ate dette da qualcuno senza contraddittorio e senza possibilità di replica.

DucaLamberti74

CERTO sarebbe bello…

Ma teniamo nche la guardia alzata contro i barbitti e barbuti..

Altrimenti rischiamo che si dica qui ci venivano i cristiani…
Ma lo diranno dei barbitti e barbuti dellaguardia religiosa e del costume morale…

E chi non va in moschea a pregare barbittabbum allah e maometto…
Frustate e lapidazione.

Invece per chi si mastruba quando l’imam barbuto richiama alla preghiera…taglio delle palle! Per le donne invece lista di attesa dei matrimoni combinati per le seconde mogli.

DucaLamberti74

Diocleziano

Quello che conta non è la piccolezza del costo, ma la questione di principio.
Anch’io vado in una parrocchia per l’assemblea e se non si prenota con largo anticipo è facile
che non si possa avere la sala (si fa per dire) per la data richiesta.
Il che vuol dire che gli introiti sono cospicui e si evade l’ICI, a prescindere dalla legalità o meno
nell’affittare stanze.
La ‘sala’ parrocchiale è un locale molto modesto di 4×5 metri e costa 150 €.
Se è necessario uno spazio più grande, allora si opta per la sala ‘congressi’ di un hotel
3 stelle in zona: 100 € per una sala di 10×15 metri con luce diffusa, possibilità di proiezioni
e tabellone per appunti.
Quindi, il prete, non è nemmeno concorrenziale…

Roberto Grendene

150 € per un locale 4×5 metri?

volevi scrivere 15 € ?

Diocleziano

No no, sono proprio 150.
Penso che più del prete, sia Iadro chi glieli dà… (peraltro già spu††ana†o varie volte)

Fabio Barbieri

@Gianluca:
non ho ritenuto opportuno evidenziare il mio sbattezzo per non generare inutili attriti:
siccome mi pareva di essere dalla parte della ragione, avevo l’interesse a mostrarmi neutrale.

@Alberto (il parroco di funo): prrrrr! 🙂

@Daniele:
quella di esasperare gli animi era un po’ anche la mia paura, per cui ho agito tentando di polemizzare il meno possibile.
Il punto è che tutte le obiezioni che mi sono state mosse erano fallaci se non ridicole,
non è stato difficile evidenziarne l’insensatezza.
A giochi fatti non ho registrato particolari lagnanze o ritorsioni, i condomini paiono addirittura essersi dimenticati la cosa.

Francesco

Avviso:

“Assemblea condominiale in parrocchia”

E’ gradita la presenza dei bambini.

giuseppe

Quelli che sono allergici ad una sala parrocchiale, non avendo altri mezzi, potrebbero farsi la riunione al freddo e al gelo di questi giorni. E lasciare la sala parrocchiale per altri utilizzi.

giuseppe

Francesco scrive:

7 febbraio 2012 alle 18:25
Avviso:

“Assemblea condominiale in parrocchia”

E’ gradita la presenza dei bambini.

Sempre la solita battuta da zucca vuota.

Francesco

Giuseppe, se devi dire sciocchezze su un mio commento almeno abbi la decenza di usare il tasto rispondi, in modo che io possa saperlo (si vede che sei un simpatizzante dell’uccr, usi gli stessi metodi), comunque whichgood ti ha dato la risposta giusta.

Roberto Grendene

certo che se poi inviti a lasciare la sala parrocchiale per “altri utilizzi”, te le vai a cercare

e comunque è il parroco che affitta la sala, non e’ che il condominio lo fa a sua insaputa

l’economo della Curia di Bologna scriveva: “la sala parrocchiale: non vi sognate di cederla a terzi per condominio, riunioni varie, feste…”

Paul Manoni

150€ per 2 ore??? 😯
A prescindere da qualsivoglia argomentazione su laicità e circostanze “condominiali” varie, rimane comunque UNA RAPINA!! 😯

whichgood

In nero, cash e senza alcun obbligo di esporre un bilancio. Poi ci fanno degli spot televisivi sull’evasione fiscale.

Paul Manoni

Vabbè, l’evasione fiscale nella CCAR e’ la prassi…Ma 150€ di affitto per una sala, a meno che non ci trovi all’interno una ballerina di lap dance, mi pare esagerato..! 😉

Fabio Barbieri

Enrico scrive:
“Scusate ma si tratta semplicemente dell’affitto di una sala per qualche ora.
Solitamente queste sale per assemblee condominiali le posseggono o le parrocchie oppure i comuni l’amministratore sceglie con la cura del buon padre di famiglia.
Comunque se fosse quella comunale un condomino anarchico si sentirebbe offeso.”

Ci si può appellare al buon senso, ma solo quando non vi siano alternative al servizio: la “cura del buon padre di famiglia” è un metro un po’troppo arbitrario, considerati i “padri” che ci sono in giro.
Un condòmino anarchico, piuttosto che evangelico oppure riccio di capelli oppure idraulico, non avrebbe alcuna ragione sensata di offendersi nel caso di affitto di una sala comunale, perché è pubblica per definizione.
Il fatto che la chiesa si definisca addirittura “universale”per autocertificazione, non la inserisce di diritto nel novero delle istituzioni pubbliche.

Syd

Il mio attuale condominio affitta una stanzetta in un circolo per le riunioni. Comodo e quasi gratuito.
Farle in chiesa mi sembra contro tutte le regole della civile convivenza.

giuseppe

Il fatto che la chiesa si definisca addirittura “universale”

Eppure non é cosi difficile da capire perché universale ! Mamma mia !

Paul Manoni

Hai ragione giusy…E’ tanto semplice…!!
Basta mettersi a 90°, credere ciecamente a ciò che dice il pretume, e tutto diventa facilissimo!! 😉

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