Nuova recensione sul sito: “Albert Camus filosofo del futuro” di Paolo Flores D’Arcais

Una nuova recensione è stata pubblicata nella sezione Libri del sito UAAR. Il libro è Albert Camus filosofo del futuro di Paolo Flores D’Arcais.
Recensione di Stefano Marullo.

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17 commenti

bruno gualerzi

“Ecco il riformismo libertario, come lo chiama d’Arcais, di Albert Camus, il suo irreprensibile rifiuto di ogni terrorismo, della menzogna come prassi politica. Perché dopo il tramonto della metafisica, l’Assoluto non ritorni sotto mentite spoglie.”

Ho letto Camus tanto tempo fa, ricordo che mi aveva molto positivamente impressionato, ma non potrei certo entrare nel merito, nè di questa recensione, nè tanto meno del testo di Flores D’Arcais. E mi rimetto a questo passaggio, che comunque mi sembra centrale, per ribadire una mia convinzione.
L’Assoluto, a mio parere è già ritornato sotto mentite spoglie, ammesso che se ne sia mai andato: diciamo – tanto per non abusare di frasi fatte (^_^) – che “è uscito dalla porta e rientrato dalla finestra”. Tenuta aperta questa finestra da cosa? A mio parare da un errato rapporto con la metafisica… cioè poi con i contenuti religiosi. Checchè se ne dica la metafisica, come la religione, esprime una reale (e in questo senso molto poco meta-fisica) esigenza, implicita nella condizione umana: l’esigenza di porre rimedio alla precarietà di un’esistenza singola e collettiva di cui non si può non avere consapevolezza. Che è poi consapevolezza della finitudine… ma una finitudine che (come si richiama anche nella recensione, e tipico tema esistenzialista) costituisce l’unico vero orizzonte all’interno del quale deve, perchè non può fare altrimenti, dispiegarsi la storia umana. Orizzonte mobile, certamente, sempre da ampliare, ma mai da superare. Perchè non si può… o lo si può solo alienandosi.
Ma perchè ciò non avvenga, credo sia necessario… e nell’attuale congiuntira storica decisivo… non soffocare mai l’esigenza. Proprio perchè, cacciata dalla porta assieme alla illusione di averla soddisfatta, poi rientra dalla finestra lasciata incustodita pensando di averla chiusa asieme alla porta. E visto che ormai mi sono impelagato nelle frasi fatte assurte a metafora esistenziale, eccone un’altra: si è gettata l’acqua sporca asieme al bambino (l’Assoluto assieme alla sua esigenza).

antoniadess

grande figura questa di Camus e ricordarlo per stimolarne la lettura è buona cosa; per esempio, il disincanto, l’etica della responsabilità e dell’mpegno in un piccolo saggio che ho riletto da poco, “Il mito di Sisifo”, sono un antidoto al senso di rassegnazione e di sconfitta facili in tempi di oscurantismo quale quello che stiamo vivendo: “Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice”, così si conclude, come dire, mai perdere la speranza, nemmeno nella consapevolezza di essere minoritari e perdenti di fronte ai poteri forti che ci sovrastano, ci schiacciano e ci opprimono, basti pensare, tanto per fare un esempio eclattante, alle istituzioni religiose, sempre più insidiose perchè onnipresenti in tutte le sfere, quella politica in primis 🙁
la dignità dell’essere umano in rivolta è la sua capacità di non demordere, mai, di affermare e difendere la propria libertà, sempre

stefano

di Camus ricordo una battuta: “i monaci sono come le scimmie, più salgono in alto più mostrano il culo” 😀

Florenskij

@Stefano. Esattissimo. A Milano l’Istituto Leone XIII dei Gesuiti è molto in ALTO come rinomanza degli studi, molto QUOTATO: quando mia figlia fece la maturità al Classico Statale Berchet ( da interna ) i risultati migliori in assoluto furono quelli dei privatisti leoniani. Orbene ( ragioniamo come don Ferrante ) l’edificio della scuola è abbastanza ALTO ( tre piani ) e dietro c’è largo Camus. Dunque i figli di Loyola mostrano il c… ( fa rima con mulo ) al pensoso scrittore francese. E così si potrebbe sceneggiare e ricamare, cogliendo Flores da Flores.

Evidentemente lei, Stefano, ha pensato bene di raccogliere di Camus quanto le si addice particolarmente. Che buon pro le faccia!

Lei calpesta fragorosamente con scarponi chiodati e scalcagnati il sentiero che si dovrebbe percorrere sottovoce e con rispetto, data l’altezza e rarefazione degli argomenti. Il dottor Marullo può compiacersene ? Io ne direi proprio di no.

PS per tutti. Tanto di cappello a Camus. ma alla fine cosa conclude? Che, dovendo affondare, è il caso di farlo stringendosi la mano, mettendosi in guanti gialli e facendo il saluto. Così o cosà si va a fondo lo stesso. Elimina forse il detto di Shekespeare ” Spegniti, spegniti, breve fiaccola! La vita è l’accesso di furore di un idiota in preda alla follia, e non vuol dire nulla”? ( Citazione a braccio da “Macbeth” ). Qui il regolamento interdice le preghiere, ma provate a fare mentalmento il confronto con le parole della “Salve Regina”. Tra la “valle di lacrime” e la situazione di Sisifo io scelgo la prima alternativa.
A proposito: ma non ero stato fieramente redarguito da più d’uno per aver negato che l’ateismo riempia le vele dell’ottimismo? E allora, l’attenzione a Camus, non precisamente ameno?
Quanto a Flores D’Arcais, che leggo talora su MicroMega, si è trovato un parziale antidoto alla pensosità a cui sarebbe indotto dalla consapevolezza della non oggettività dei valori: dare addosso con tutto il livore possibile a chi all’oggettività dei valori ci crede o cerca di crederci con impegno serio e non per burletta.

Sergio

Scrive il nostro cattolico tuttologo con una buona infarinatura di saperi vari:

«Quanto a Flores D’Arcais, che leggo talora su MicroMega, si è trovato un parziale antidoto alla pensosità a cui sarebbe indotto dalla consapevolezza della non oggettività dei valori.»

Qualcuno mi sa tradurre questa frase? Accidenti come parla difficile. La mia impressione: molto fumo e niente arrosto.

Ferrer

“Qualcuno mi sa tradurre questa frase? ”

La traduzione appropriata di questa frase di Florenskj (e di molte altre dello stesso autore) é: “La supercazzola prematurata come fosse Antani per due domani, con scappellamento a destra e anche un po’ a sinistra…”

schiaudano

“Qualcuno mi sa tradurre questa frase?”

Vuol dire che lui (il Flò) ci piazza un dio, oggettivandolo chiaramente, a tappare il buco là dove i valori non sono oggettivi e si gongola per la propria pensosità.

Stefano

@ Florenskij

stefano è persona diversa da Stefano, imparerà mai?
Ma è mai possibile che uno che pretende di aver letto e compreso intere biblioteche non possa comprendere una cosa così semplice?

Stefano

@ Florenskij

Si è mai accorto che enrico ed Enrico sono due persone diverse?
Si? Bene, lo stesso per stefano e Stefano (io).
Credo che con questa siamo intorno alla ventina di volte che glielo dico.

Lo faccia ed eviterà di confondere le risposte, che diamine!

Stefano

@ Florenskij

Il fatto che la vita abbia termine non toglie l’entusiasmo o la voglia di viverla più di quanto non lo faccia per qualsiasi altra azione con le medesima caratteristica. Che a lei non riesca guardare in faccia la realtà non significa che non riesca ad altri. Che lei chiami soluzione ai problemi della vita illudersi di risolvere i problemi in una presunta vita eterna non significa che altri ritengano tale illusione una buona trovata. Questo chiude il problema, qualsiasi cosa pensi Camus o altro autore lei possa citare. La vita non si cita, si vive.

Francesco

Florenskij, sei molto piu’ bravo ad utilizzare il tasto rispondi che a scrivere commenti seri

Diocleziano

flo.

MMMDCCCLXXXVIII capitolo de
”Le Avventure della Baronessa di Munchhausen-Florenskij”

”Quella volta che mi trovai a passare nei pressi del PRESTIGIOSO e SEVERO palazzo
dell’istituto leone XIII, istituto ALTO quanto RINOMATO, anzi, RINOMATO quanto
QUOTATO, ma che dico? QUI quanto QUO, senza parlar di QUA…”

Flo, i figli di Loyola, più che mostrare il cuIo al pensoso Camus, erano più interessati
al cuIo degli studenti: leggiti le disavventure del giovane L.B., occorsegli in quel
sito ‘alto’ e ‘rinomato’.

stefano

cito anch’io a braccia Shakespeare
“nel suo peggio ha fatto del suo meglio (parla di un prete), nel suo peggio è quasi meglio di una bestia”

“egli è un imbroglione (parla di un gesuita), capace di giurare nello stesso tempo su tutti e due i piatti della bilancia”

ho preso da Shackspeare solo quello che si adatta meglio al mio povero intelletto di non credente, non ambisco comunque a fondare un ateneo di seguaci ma solo a tenrmi stretto il poco che so, abbastanza per controbattere a certi noiosi sedicenti tuttologi che popolano questo sito 😉

Sergio

Qualcuno mi sa dire perché quest’uomo così colto (il Florenskij) continua a imperversare su questo sito (da anni perbacco) quando è ormai assodato che non abbiamo assolutamente niente da dirci? Continua a dire che siamo ignoranti e volgari. A volte mi sembra risentito per ciò che legge qui: ma chi glielo fa fare di arrabbiarsi e di perdere il tempo con gentaglia come noi?
Metterlo o non metterlo (gentilmente, s’intende) alla porta?
In generale però anche noi perdiamo il nostro tempo dietro ai cattolici di passo e non proprio intelligenti che ogni tanto incrociano la nostra strada.
I vari Giuseppe, enrico, ale (questo poi è un caso da manicomio) e Florenskij non meritano risposte, è tempo perso.

Giuro che non leggerò e commenterò più le elucubrazioni di Florenskij. Meglio Heidi che almeno mi fa sorridere ogni tanto.

pendesini alessandro

Cio’ che mi stupisce è che alla nostra epoca, relativamente evoluta, moltissime sono le persone che si aggrappano a delle immagini primitive, arcaiche, risalenti all’infanzia dell’umanità !
Se accettiamo l’idea che la trasformazione della persona è il vettore della trasformazione della società ; che il modo in cui diciamo e/o spieghiamo le cose puo’ influenzare l’altro, farlo riflettere ; allora ritengo
che il dialogo è una necessità etica ! Inoltre come potremmo immaginare poter eliminare ragionamenti assurdi, irrazionali e socialmente pericolosi, escludendo il dialogo ? L’importante di una critica (costruttiva) non consiste nel covincere a tutti i costi, ma nel far riflettere…

Ferrer

@ Sergio

Devo dire che all’inizio mi ero illuso anch’io su Florenskij, perché mi sembrava interessato ad un confronto di idee e non era palesemente analfabeta come altri troll.
Mi sono reso conto ben presto, però, che si tratta di un grafomane che ripete come un disco rotto gli stessi triti argomenti, senza prendere mai in considerazione le osservazioni che gli vengono mosse. Rivela inoltre un analfabetismo scientifico totale, e una cultura assai mediocre, costituita esclusivamente da citazioni a sproposito (spesso errate) e dai più vieti stereotipi clerico-reazionari.
Un simile atteggiamento non può che caratterizzare un poveraccio che – terrorizzato e incapace di accettare la sua mortalità – tenta di convincere se stesso che vincerà la “lotteria” e passerà l’eternità su una nuvoletta.
E’ evidente che con un tipo del genere non c’è possibilità di un vero confronto, per cui mi limito solitamente a evidenziare gli errori madornali contenuti nei suoi sproloqui e le sue posizioni più retrive e reazionarie.
Considerando che non manca mai di assumere un atteggiamento pomposo e arrogante, esibendo una pretesa superiorità culturale sugli “atei ignoranti”, le figure barbine che rimedia hanno un inevitabile effetto comico.

Stefano

@ Ferrer

” ripete come un disco rotto gli stessi triti argomenti, senza prendere mai in considerazione le osservazioni che gli vengono mosse. Rivela inoltre un analfabetismo scientifico totale”

Mi sento di sottoscrivere in toto questa affermazione, dubito si possa descrivere meglio l’atteggiamento di Florenskij.

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