A Napoli è stato istituito il registro per le unioni civili, con delibera approvata ieri dal Consiglio comunale. Dove potranno registrarsi coppie sia etero sia gay conviventi da almeno un anno. Già a novembre era stato introdotto il ‘certificato anagrafico affettivo’ e si era aperta la discussione sul registro unioni civili. Il sindaco Luigi de Magistris, che ha sostenuto il provvedimento, chiarisce che “il registro avrà effetti concreti e non è solo un atto politico”. Reagisce il centro-destra, che critica l’istituzione del registro per le coppie di fatto. Il consigliere Marco Nonno (Pdl) parla di “operazione di facciata” e di “attacco” alla famiglia. La Chiesa, con il cardinale Crescenzio Sepe, ha espresso malumori. Ma de Magistris è andato avanti per la sua strada. Esultano le associazioni che si battono per la laicità e per i diritti degli omosessuali, riunite nel Comitato Campania Rainbow (di cui fa parte anche l’UAAR).
Napoli, approvato registro unioni civili
21 commenti
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Sì, bella iniziativa, ma che vuol dire
“il registro avrà effetti concreti e non è solo un atto politico”
quali effetti concreti?
Quello di tanti voti dei boccaloni che ci cadranno.
Se vuoi vedere i boccaloni, basta andare in chiesa durante la messa
Un passo alla volta. Quando avranno in mano le cifre ufficiali delle unioni civili non potranno continuare a ignorare il fenomeno e far finta di niente in questo paese. Forse gli effetti concreti di cui parla De Magistris è l’iscrizione di migliaia e migliaia di persone che vedono negate i loro diritti e discriminati da una concezione della famiglia vecchia e non più rappresentativa dei valori della società attuale.
Questo non mi sembra un effetto concreto.
L’impostore Crescenzo Sepe si più ricacciare i suoi malumori da dove gli escono……!
Mi chiedo quali “effetti concreti” possa avere un registro delle unioni civili in un Paese come l’Italia, la cui Costituzione all’articolo 29 così recita: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”.
Un’eventuale approvazione di quel registro non rischia di dare manforte a coloro che vi si oppongono, giudicandolo anticostituzionale davanti alla Corte?
Scusa ma cosa c’entra? Inutile tirare in ballo la Costituzione. La Corte si è già espressa a riguardo ribadendo la piena libertà del legislatura e la piena costituzionalità di un eventuale provvedimento approvato dal Parlamento.
basta non chiamarla “famiglia” ma “unione civile” e non vai contro la costituzione…
semplice, no? 😀
non si capisce come l’estensione dei diritti possa danneggiare la famiglia fondata sul matrimonio mah….
Sepe il truffatore dovrebbe solo tacere
De Magistris aveva baciato la teca di san gennaro, ricordiamolo. Sepe non può tutto, riesce già a truffare impunemente, non vorrà fare anche miracoli !
Rispondo a quanti si domandano degli effetti.
Intanto per quanto riguarda le politiche sociali e/o abitative, il consiglio comunale potrebbe decidere di dare visibilità anche alle famiglie di fatto, omo o etero che siano, secondo criteri che valgono per tutti.
Secondo, un accorpamento politico che delibera CONTRO il parere delle gerarchie vaticane è un segno visibile, tangibile ed al tempo stesso un insegnamento per la popolazione che i dettami della chiesa devono stare fuori dalle aule consigliari. E’ l’applicazione del principio di laicità e in un paese assetato di laicità come questo è una boccata di ossigeno e un’educazione per le nuove generazioni.
Terzo, è portare alla luce una necessità, quella del riconoscimento delle famiglie di fatto, sulla quale la politica nazionale tace. Quando molti comuni avranno istituito i registri, anche a livello nazionale non si potrà più tacere e una legge la dovranno fare volenti o nolenti.
Quarto, vuol dire che sta cambiando la cultura del nostro paese. Quando diversi anni fa proposi tale registro a Cinisello Balsamo, una città dell’interland milanese che, salvo una breve parentesi ribaltonistica, è sempre stata di sinistra, nulla fu fatto perchè si temeva di urtare le sensibilità cattoliche. I fatti dimostrarono che i dirigenti del PDS di allora erano miopi.
A distanza di quasi 10 anni, Napoli, una città del sud, dedita a S. Gennaro, batte Cinisello Balsamo. Questo vuol dire che tante cose stanno cambindo nel nostro paese, e una maggior sensibilità a queste tematiche sta venendo progressivamente alla luce.
Bravo De Magistris
@ Red Passion
d’accordissimo con quello che dici. Però questi sono effetti indiretti (auspicabilissimi), sono certo che contribuiscono al cambiamento di mentalità generale, ma il sindaco non dovrebbe parlare di effetti concreti. Ad ogni modo, una notizia positiva.
ma qualcuno si iscrive a questi registri? c’è qualche statistica sul web??
A Bologna questo registro c’è dal 1999 e non si è iscritto nessuno http://www.cinemagay.it/dosart.asp?ID=23811
L’unico effetto diretto credo sia il primo.
Spero solo che quest’approvazione non sia solo una mossa politica ma vi siano degli effetti concreti per le coppie che dovessero registrarsi. Nei comuni in cui l’iscrizione ai registri non comportava nessun effetto per le coppie iscritte, nessuno è andato ad iscriversi.
Resta l’assurdità che questo genere di diritti dovrebbero essere uguali per tutti: non vedo il
motivo per cui una coppia di Roma non possa beneficiare del registro delle coppie di fatto mentre a Napoli sia possibile. È ora che il legislatore nazionale faccia la sua parte.
Ha baciato l’anello a Sepe ed ora lo fa incavolare con il registro: quale sarà il vero DeMagistris?
Quello che si tiene buoni gli elettori; in altre parole, liscia il pelo del cattolicesimo popolare e non gliene frega niente di quello di palazzo. Non è il massimo, ma meglio che niente.
Un passo avanti verso la civiltà… 😉
E la cosa avviene a NAPOLI !!! (!)
Chiacchiere a parte, contano i fatti. La classica figura delle “ddoie zitelle” (le due zitelle), per esempio, presente anche nella smorfia, è una realtà di fatto a Napoli. Due donne (anziane, comunque non sposate) che convivono come fossero una famiglia, senza necessariamente essere omosessuali. Solo per un’esigenza affettiva e pratica.
Il provvedimento viene incontro anche a realtà di questo tipo, non è solo per le “coppie di fatto” nel senso che comunemente si intende (gay o etero).