Dopo le indiscrezioni di ieri, stasera pare arrivata la conferma. Il governo ha intenzione di togliere l’esenzione Ici sugli immobili commerciali che fanno capo alla Chiesa cattolica. Il presidente del Consiglio Mario Monti ha annunciato al vicepresidente della Commissione Europea – nonché commissario per la concorrenza – Joaquin Almunia, la presentazione di un emendamento ad hoc. L’Ici (o Imu), si legge nella nota del governo, tornerà quindi sugli immobili commerciali degli enti ecclesiastici. Nel caso delle strutture con attività ‘miste’ – in parte no profit e in parte commerciali – l’imposta sarà pagata solo per la frazione ad uso commerciale. Nell’inchiesta UAAR I Costi della Chiesa è stato stimato a circa 500 milioni di euro annui il mancato introito per le casse dello Stato a causa dell’esenzione di cui gode la Chiesa. Con questa iniziativa, spiega Monti, si spera così di chiudere la procedura europea aperta contro l’Italia in materia di concorrenza proprio per i privilegi fiscali di cui gode la Chiesa.
Per la Commissione Europea la mossa del premier è un “buon progresso”. Ma va ricordato che l’emendamento dovrà passare in Parlamento, dove la classe politica mostra una certa sudditanza nei confronti della Chiesa. La Conferenza episcopale italiana è cauta, per il momento. Fa sapere tramite il portavoce mons. Domenico Pompili che qualsiasi intervento “volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità”. Ma, aggiunge la Cei, “ci auguriamo che sia riconosciuto e tenuto nel debito conto il valore sociale del vasto mondo del no profit“.
Se c’è un pregio in Monti, è che ha l’autorità necessaria per assumere posizioni fino a ieri considerate scomode (ieri le olimpiadi, oggi questo) e presentarcele per quello che sono: normali e necessarie.
Condivido. (E prima il ponte sullo Stretto).
“imposta sarà pagata solo per la frazione ad uso commerciale” non ho perché, ma sento già la puzza di “fatta la legge, trovato l’inganno”.
quoto.
E io continuo a dubitare! 😉
Anch’io!!!
Nonostante io sia ateo, apprezzo l’apostolo Tommaso!!!
“ci auguriamo che sia riconosciuto e tenuto nel debito conto il valore sociale del vasto mondo del no profit ”
Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Arroganti ipocriti, più ipocriti che arroganti!
Quoto!
LOL! 😉
Ben detto.
Più che il no-profit, loro conoscono bene l’ap-profit… in Italia gli viene facile… 😉
Bah, a me sembra che in pratica non si cambi nulla rispetto alla normativa vigente.
Ma forse mi sbaglio…
la normativa attuale prevede l’esenzione totale se l’immobile anche solo parzialmente adibito ad attività di culto
stando alle indiscrezioni, con la modifica legislativa si tornerebbe all’imposizione fiscale su tutte superfici adibite ad attività commerciali
Come ha già detto qualcuno, dubito fortemente che la chiesa rinunci a tutti questi soldi supinamente.
Non saprei cosa si inventeranno, dubito e spero che qualcuno sia in grado di controllare.
Quello che dicono le indiscrezioni, se attuato senza trucchi, sarebbe già un buon passo avanti.
Metteranno una cappella nei loro cinema a luci rosse.
Ce n’è già più di una….
😀 😀 😀
Potrebbe essere stato costretto vista la necessità di mostrare un cambiamento in sede Ue, una procedura d’infrazione per aiuti di Stato avrebbe potuto minare la credibilità del governo del “risanamento”. Ma non canterei vittoria, gli italiani sono maestri nell’arte di cambiare tutto per non cambiare niente, e i preti di questa prassi ne sono gli alfieri…
mi chiedo chi deciderà qual e’ la giusta frazione da assoggettare ad IMU/ICI
immagino che sarà la Chiesa a fare un’autocertificazione
sarebbe comunque un primo passo
verso la truffa.
Roberto, tieni conto che come sono stati smascherati negli ultimi tempi, possono benissimo essere smascherati ancora, ed ancora. Basta tenere la guardia alta, ed anche se ricominciassero ad evadere autocertificando il falso, prima o poi verrebbe fuori…E sarebbero dolori poi..! 😉
Paul, diciamo una volta per tutte ai soci UAAR piagnoni (per i miei gusti sono tanti) che l’importante non è il risultato sul momento che, conoscendo sto paese, non vedremo ma aprire una piccola falla nella diga. Questo è il nostro compito e mi sembra che stiamo marciando bene. Ti pare?
Ok, benissimo se se si potrà ristabilire la legalità sul tema (senza scappatoie e trucchetti vari), ma non mi pare che sul tavolo ci siano anche gli arretrati!
A quanto mi risulta, tutto quello che non era stato versato finora dovrebbe rientrare, oppure l’Italia rischia comunque di pagare una salata sanzione all’UE…
giusta osservazione!
ma immagino che gli arretrati glieli abbuoneranno 🙁
Ho il forte sospetto che questa operazione serva proprio a bloccare la procedura di infrazione da parte dlla UE che richiedeva all’Italia di farsi veersare dal vaticano anche gli anni precedenti di ICI evasa, in tal modo il debito pregresso viene cancellato.
Della serie “Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e vaticano paisá!” Tarantella Vaticana.
Mi sembra che la volontà del Governo sia chiara e vada nella direzione giusta.
L’inghippo potrebbe essere la frazione da esentare dentro immobili “misti”.
Mi sembra che anche la CEI stia alzando bandiera bianca (forse in cambio di altro come un occhio chiuso sulla mancata trasparenza bancaria dello IOR?).
Bisognerà vedere cosa farà la Ue sull’Ici non corrisposta dal 2006 al 2011.
Non so da dove abbiate preso la nota della Commissione Europea che il provvedimento del Governo è un “buon progresso”.
Comunque questa è la risposta ufficiale del Governo a chi sosteneva (Avvenire in testa) che non sussistesse il problema.
Qualcuno non ha detto pubblimamente, a circa 25 milioni di italiani che ascoltavano, che avvenire andrebbe chiuso?
Sono contro le imposizione di parte, ma certo gli andrebbero tolti i finanziamenti pubblici.
Rimane lo scandalo dell’esenzione per l’abitazione vescovile
http://rivista.ssef.it/site.php?page=20050518133355440&edition=2010-02-01
In pratica gli appartamenti “pertinenze” di chiese, palazzi vescovili, monasteri, in cui abitano preti, frati, vescovi sono esenti da ICI
Per gli appartamenti in cui abitano gli altri cittadini, l’ICI deve essere pagata
esattamente!
Io non faccio commercio a casa mia ma l’ici la pago.
Perché non può valere la stessa legge anche per il religioso di mestiere?
Aspettiamo (ormai ci dovrebbe volere molto poco) che passi questa prima parte sugli edifici commerciali.
Poi si potrà, più che giustamente, parlare della discriminazione fra le case del clero e quelle dei cittadini.
Ma la procedura della Ue non riguarda solo l’ici . C’e’ anche una ghiotta riduzione dell’aliquota Ires, nonche’ un’altra agevolazione contenuta nel Testo Unico che in pratica li esenta dal pagare l’Ires ad aliquota piena sulle attività commerciali
L’acqua gratis in Vaticano, non è aiuto di Stato ?
Teoricamente si, ma in pratica sta scritto sul concordato clerico-fascio-craxiano…Quindi! 🙁
1) anche il telefono è gratis per il vaticano. lo so da fonte certa e affidabile.
2) la commissione ue dice che il parlamento italiano mostra ‘una certa sudditanza’ nei confronti della chiesa? caspita, ma sarà vero?
Attenzione agli avverbi che qualche manina santa certamente cercherà d’introdurre tra un passaggio e l’altro, vero Bersani?
Mi sa che Bersani, ultimamenta ha bege ben più gravose a cui pensare…Vedi le primarie che puntualmente vede il PD perdente, con delle sonore sberle! 😉
Io tutte queste distinzioni, facilmente manipollabili a loro piacimento, non le capisco.
Se si e’ arrivati a far pagare l’Ici anche per la prima casa la devono pagare tutti pure le attivita’ no-profit, o avere un posto dove vivere e’ una attivita’ commerciale?
Come ho scritto ad altri, però la prima casa non ha pubblica utilità, mentre ce l’hanno le mense della Caritas o i circoli ARCI, per cui forse una differenza c’è.
La prima casa non ha una pubblica utilita’?
Vogliamo provare a passare le notti fuori, magari con questo freddo e vediamo se la societa’ rimane uguale?
“l’imposta sarà pagata solo per la frazione ad uso commerciale”
E se nel cinema della parrocchia fanno sia film (commerciali) che conferenze (no profit) come viene pagata la tassa???
Per me si troverà ancora qualche gabola.
Non sarebbe una cosa “mista”. Insomma, se fanno pagare un biglietto per il film, conta poco che poi la stessa sala venga utilizzata anche per eventi no profit.
azzardo: alla fine il vaticano pagherà solo una decina di milioni di euro e pretenderà la verginità.
Un passettino alla volta. Una piccola cura dimagrante può solo fare bene alla CCAR, il “colesterolo” di Mammona può distoglierla dal primato dell’annuncio. C’è ancora molto da fare. Sono certo che in tanti metteranno il cappello su questa vittoria della laicità. Penso che la campagna dell’UAAR sia stata decisiva. Siamo più che mai necessari in questo strano Paese sotto tutela vaticana. Libera Chiesa in Libero Stato, oggi più che mai.
Casa mia è un immobile no-profit. Ci vivo, non ci faccio attività commerciale. E l’ICI la pago.
Allora perchè i preti nei monasteri (dove, appunto abitano) non la devono pagare?
Uso commerciale, ok si pagano le tasse
Uso di culto, ok non si pagano le tasse
Uso abitativo… se sei un prete non paghi, se sei un laico si.
Però casa tua e mia non hanno pubblica utilità, mentre ce l’hanno una mensa della Caritas e il circolo ARCI.
concordo con Kundalini: che poi le nostre sono case ‘normali’, non palazzi reali di certi arcivescovi. per non dire delle chiese: non è forse a uso commerciale una struttura, in cui si pratica un vero e proprio traffico di matrimoni e funerali? e le offerte? se si ventila di dover dimostrare il regalino alla moglie, gradirei si dichiarasse anche la somma dell’offertorio.
stamattina sono particolarmente furiosa. meglio mi fermi qui, sennò partono le bestemmie in tutte le lingue del mondo.
La criticità del provvedimento gira proprio attorno al problema degli immobili a scopo abitativo, il fatto che un cittadino paghi l’IMU e un altro no per il solo fatto che fa parte di una determinata associazione è semplice discriminazione, e palesemente incostituzionale. Se questo nodo non si risolve da solo, credo sia materia per una bellissima battaglia UAAR. 🙂
Pagherete caro!
Pagherete tutto!
L’ideale sarebbe una semplificazione della normativa: l’ente no-profit che vuole dedicarsi ad una attività commerciale DEVE ACCATASTARE opportunamente e separatamente i locali dedicati a tale scopo. Oltre tutto, i locali adibiti ad attività commerciali devono essere idonei dal punto di vista della SICUREZZA non solo dei locali, ma anche degli impianti, etc.
Questo significa che se si ristruttura un convento per destinarne una parte a rifugio per il pellegrino, il povero pellegrino deve avere adeguate vie di fuga in caso di incendio, devono essere abbattute le barriere architettoniche per i diversamente abili, i cessi e le cucine devono essere a norma, etc. etc. mentre evidentemente le cucine, i cessi, i locali che ospitano le 5 o 6 suore indiane che lavorano per un tozzo di pane nel rifugio per il pellegrino non devono avere gli stessi criteri di edificazione ed allestimento.
Questa della sicurezza e dell’osservanza della normativa in materia è un punto da sollevare come UAAR al momento opportuno.
L’altra questione importante è che non pochi locali riconducibili a enti religiosi non sono MAI stati censiti. Questo lo so per certo. Bisognerebbe quindi chiedere anche una revisione dei catasti: è un lavoro colossale che prima o poi andrebbe fatto per adeguare l’Italia a standard europei.
A meno che non preferiamo scivolare verso il nord-africa e adeguarci agli standard di quei luoghi!
Io sono convinto che tutti gli edifici (anche quelli adibiti al culto) debbano pagare l’ICI; considero questo di Monti un primo passo verso il giusto obiettivo.
Ciao a tutti
Se andrà tutto bene, sarà un piccolo passo per Monti, un grande passo per l’Italia.
Evidentemente l’attributo di ‘Governo Bagnasco’ che alcuni su questo sito avevano dato al Governo Monti era sproporzionato.
Continuo a pensare che sia molto più consono il termine ‘Governo Goldman Sachs’.
in effetti, dal punto di vista di una giustizia sociale, TUTTI gli edifici dovrebbero pagare l’ICI, anche quelli destinati a culto e beneficenza.
Quel che va soggetto a tasse è la PROPRIETA’ e il PROFITTO. Che poi questi beni siano usati per il proprio lucro o per fare beneficenza, resti una scelta di chi li possiede. E’ la mano destra che non guarda la sinistra nemmeno quando si tratta di farle agevolazioni fiscali.
Per agevolare la beneficenza la cosa più semplice sarebbe che si facesse in modo PUBBLICO e non PRIVATO, ovvero su edifici di proprietà del comune, della provincia, dello stato o di associazioni istituzionali e parastatali.
Siamo sicuri che sia giusto far pagare l’IMU a edifici che non solo non hanno scopo di profitto ma hanno anche una funzione di pubblica utilità?