L’Espresso sulla “banca di Dio”

La copertina del settimanale L’Espresso in edicola oggi è stata dedicata alla “banca di Dio”. Si parla ovviamente dello Ior, nonché della guerra di potere scatenatasi all’interno dei Sacri Palazzi. Online sono disponibili gli articoli Vaticano, i soldi e la guerra di Tommaso Cerno e Marco Damilano; Santo sia l’appalto di Orazio La Rocca; Vaticano: nel casino torna Boffo di Marco Damilano; Dentro lo Ior di Tommaso Cerno e Corvi gufi falchi e colombe di Marco Damilano.

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29 commenti

Otzi

“Là dove c’è il tuo tesoro, c’è anche il tuo cuore”. Si vede proprio che dio parlando ha tradito il suo reale essere. L’ha detto lui, lo dice pure la ccar.

whichgood

È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”.

Dicono che il Vaticano abbia commissionato a Mario Botta la costruzione di una chiesa a forma di ago gigante.

lumen rationis

Nelle sacre scritture non è specificato la dimensione del cammello.
Secondo me in vaticano ne esistono di molto ma molto piccoli, appositamente selezionati per arricchirsi con spirito sereno alla faccia dei credenti (e anche degli altri).

Dariok

non era nemmeno un cammello, ma una paglia o comunque qualcosa di molto piu’ piccolo, lo sanno e non lo dicono (hanno solo allargato la cruna)

nightshade90

se non ricordo male, la traduzione corretta era “corda” invece di cammello (ed in effetti così la metafora ha molto più senso)

Stefano Grassino

Se ben ricordo Kaminos vuol dire gomena e kominos o parola simile, cammello. Si deduce che una traduzione scorretta del testo abbia generato l’errore pacchiano. In effetti la gomena di una nave (grossa fune) si addice molto all’esempio. Resta comunque l’esempio portato al paradosso, paradosso che alla CCAR fa un baffo così grande da far invidia a “baffone”.

Bee

Mi risulta che ci siano due possibilità: 1) i copisti hanno erroneamente scritto kamilos (“cammello”) al posto di kamêlos (“corda”); 2) si presume che il detto originale di Gesù fosse in aramaico, in cui גמל (gamla) significava sia “cammello” che “corda” (perché era ricavata dal pelo del cammello).

Comunque il senso è quello.

crebs

Anche u cammello può passare per la cruna di un ago.
Basta oliare a sufficienza.

Mario 47

Qualche filologo ritiene che sia stato sostituita la parola greca “camilos” (fune d’ormeggio) con la parola “camilos” (cammello). La citazione diventerebbe molto più realistica, comunque credo che la logica non sia mai stata un elemento prioristico nel leggere ed interpretare le “sacre” scritture (di qualunque religione siano).

mario

Batrakos

C’ è un ampio dibattito tra i filologi in merito.

Va detto che nel Talmud è attestato il detto ‘Nessuno sogna una palma d’oro o un elefante che passa per la cruna di un ago’, come a dire che ci sono cose talmente impossibili da non poter essere nemmeno concepite.
Se, come mi pare di ricordare, il detto esisteva ai tempi di Gesù, è molto più probabile che la linea del detto sia la stessa con la semplice sostituzione dell’elefante col cammello.
In verità il discorso del kamillos è stato molto caldeggiato da Augias ma è comunque un parossismo in qualsiasi modo lo si renda.

Batrakos

Stefano.

Perfettasecondo me la tua attualizzazione del parossismo! 🙂

Paul Manoni

Pardon… “parola “cammello” (aramAico “gamal”)!! 😉

Batrakos

A me quella della porta grande e della porta piccola non ha mai convinto perchè non renderebbe il parossismo, che è lineare coi modi espressivi semiti e con altre affermazioni di questo tipo presente nei vangelo.
Che invece sia cammello o gomena è indifferente e solo una quisquilia filologica perchè il parossismo (che per me ci sta tutto anche perchè la successiva frase di Gesù mostra come l’onnipotenza ‘paterna’ possa ovviare anche ad esso) è forte con entrambe le traduzioni, e contando che un detto simile è attestato nel mondo ebraico, personalmente (ma sono solo opinioni per curiosità) propendo più per il cammello, anche perchè, essendo i vangeli scritti in greco (l’opinione del retroMatteo aramaico è ormai poco accreditata) risalire all’aramaico crea un sacco di altri problemi.

whichgood

A pagina 11 di questo numero dell’Espresso c’è un articolo di mons. Ravasi (l’uomo della cultura umanistica strepitosa, secondo Flo’) che parla sulla fatica nel lavoro.
A continuazione copio un paragrafo:

” Lavorare è, dunque, faticoso in ogni senso, e creano sdegno sia l’improduttività di molti che il posto fisso l’hanno ottenuto e se lo tengono con rendita parassitaria sia l’arroganza dei detentori di patrimoni immensi o di compensi spropositati, talora ottenuti in modo scandaloso, e persino con un vero e proprio furto (è cronaca politica di questi giorni), sia l’impudenza impunita dell’evasione fiscale e della corruzione.”

Starà parlando del clero ?

Otzi

Quando si parla di furto, certamente è per depistare dai veri ladri.

Bulk

e quando parla di patrimoni immensi ottenuti in modo scandaloso, sta riassumento 8 secoli di storia della santa inquisizione, durante la quale non perdevano occasione di espropriare indiscriminatamente i beni delle vittime e dei loro familiari.

whichgood

Io ho l’impressione che Ravasi abbia una trave più grande della croce di 2kg d’oro che porta al collo. Dovrebbe venderla e comprarsi un saracco, uno specchio e 80kg di umiltà. L’umanità gli vendrà con il tempo.

massi

Presi uno per uno sono tanti vanna marchi, insieme sono una potenza.
Allo stesso modo per il quale uno che uccide è un’assassino, mentre un esercito è eroico.

Stefano Grassino

Caro massi come disse Chaplin nel suo film su Landrù. “se uccidi un uomo sei un assassino, se ne uccidi un milione sei un eroe” così nella vita di tutti i giorni: se rubi sei un ladro ma se rubi in tanti sei un partito o meglio ancora Santa vergine casta e illibata madre chiesa.

Paul Manoni

Comprerò l’Espresso, e mi gustero gli articoli dal giornale cartaceo. 😉

Mi stupisce che non ci siano articoli di Stefano Livadiotti, già autore del fortunatissimo libro “I Senza Dio. Inchiesta sul Vaticano”. Livadiotti e’ un giornalista dell’Espresso, e dopo questo libro, ipotizzavo che avesse scritto qualcosa su questo numero dedicato allo IOR.

Stefano Grassino

Ho un amico che fa l’artigiano. Un giorno si è recato dentro lo IOR per fare dei lavori ed è entrato dove arrivano i contanti. Mi ha raccontato di essere entrato in un grande stanzone dove vi erano tre macchine conta soldi grandi ciascuna tre metri per cinque ed i furgoni portavalori che entravano in fila indiana….tutto il tempo che lui è stato li. Praticamente vi ha lavorato tutto il giorno. Posso solo dire che è una persona del tutto attendibile.

Southsun

Se i soldi sono lo sterco del diavolo il Vaticano è la sua cloaca massima.

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