Dal 2008, nello stato canadese del Québec (a maggioranza cattolica) è stato attivato un corso di “religioni ed etica” in cui si insegnano in modo imparziale i contenuti delle varie concezioni del mondo. Una coppia di genitori cattolici presentò allora ricorso, sostenendo che, così formulato, l’insegnamento violava il loro diritto di crescere i figli nella dottrina della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, in quanto li forzava a conoscere altri punti di vista, circostanza che avrebbe potuto ingenerare dubbi nelle loro (evidentemente non granitiche) convinzioni.
L’iniziativa giuridica è fallita. Dopo che sia il tribunale di prima istanza, sia la corte d’appello del Québec avevano detto loro di no, il caso è finito alla Corte suprema: che, scrive il National Post, ha riconfermato i precedenti verdetti. “La legge non impedisce ai genitori di trasmettere le loro credenze ai figli”, ha scritto la giudice Marie Deschamps, che ha redatto materialmente la sentenza, “ma l’esposizione a realtà diverse da quelle proposte all’interno della famiglia è un fatto della vita” di cui occorre prendere atto. Pensare il contrario, recita la sentenza, significa “rigettare la realtà multiculturale della società canadese”.
Prendi, incarta e porta a casa. 🙂 Un altro sonoro calcio nel didietro alle assurde pretese cattoliche di avere “diritto” ad egemonizzare il mondo e imporre a tutti il loro (assurdo) credo.
Agli adepti della sgualdrina di Babilonia l’ennesimo dito in chiulo e via a casa, con solidissime motivazioni giuridiche.
Ottimo.
Credevo ci fosse un limite alle possibilità di lavaggio del cervello dei propri fedeli da parte della chiesa cattolica, che avrebbe potuto suggerire ai genitori di fermarsi e magari versare in carità quello che hanno speso per i processi. Evidentemente l’irrazionale prevale. O qualche solido vantaggio non visibile a prima vista.
“Evidentemente l’irrazionale prevale”
Perchè, secondo te le parole: “RIGETTARE LA REALTA’ multiculturale della società canadese” cosa gli sono state detta a fare dal giudice??? 😀
toh cosa succede dove non arrivano le mani lunghe della lobby cattolica…..
sentenza che non fa una piega sotto il punto di vista della logica.
Se vengono in Italia non avranno di questi fastidi.
Personalmente faccio un grosso plauso alle motivazioni della Corte, che mi trovano d’accordissimo.
Qua ormai dire ‘multiculturalismo’ sembra una bestemmia, ma il multiculturalismo non significa per forza comunitarismi, ma significa prendere atto di una realtà di fatto, il melting pot, intervenendo con gli appositi strumenti giuridici/costituzionali dove le culture si mostrano in conflitto coi principi dello Stato e dei Diritti dell’Uomo, e ribadendo la supremazia di questi principi sulle culture, e lasciando al libero gioco della curiosità umana i lati dove esse non confliggono e che possono conoscersi e interagire. Almeno io credo che questa sia l’unica via concettuale praticabile davanti al fatto empirico della costante storica delle mutazioni culturali, poi è una mia opinione e basta…
E’ poi vero che è difficile parlare di queste questioni dal solo punto di vista teorico, perchè poi entrano il gioco i fattore materiali del territorio, delle risorse e del reddito ma questa è altra questione che ci porterebbe troppo OT rispetto al rapporto di principio fra multiculturalità e laicità.
no, nessuna bestemmia
è che come viene teoria e pratica del “multiculturalismo” spesso diventano comunitarismo e, peggio, multiconfessionalismo
con annientamento dei diritti degli individui e pieni poteri nelle mano di capi-cominità / capi-religiosi
Quoto in pieno. Purtroppo e paradossalmente, il multiculturlismo attuale, spesso, coincide con l’intolleranza reciproca, proprio perchè non è sviluppato in maniera da garantire le libertà individuali.
Senz’altro, ma appunto perchè a livello di concetto multiculturalismo non è per forza sinonimo di comunitarismi (come mostra questa decisione della corte), e io sono multiculturalista nel senso di cui dicevo sopra, ho approfittato del discorso per provare a ridare dignità ad un termine che, anche per il modo pessimo con cui spesso è stato declinato e fai bene a ricordarlo visto che non l’avevo detto, viene spesso equiparato al volere il predominio dei confessionalismi sulla laicità e sull’uguaglianza.
La mia risposta qui sopra era per Grendene; non avevo letto quello di Gdm85 e dunque nei riferimenti diretti dicevo a Roberto.
Al dispotismo cattolico nei confronti di eretici, atei ed infedeli o anche semplici dissidenti non c’è limite, eccetto il sistema giurisdizionale democratico, unico che può contrastare sia la tirannia religiosa dei cattolici romani, dei teocrati integralisti e delle loro compagnie, così come quella di tutti i sistemi dittatoriali.
Quando si dice che i cattolici hanno pretesa di crescere delle piccole repliche se stessi ne figlia, non si ha poi tutti i torti.
Quanto sono sensibili questi cattolici: offendono la loro “sensibilità”, gli vengono generati “dubbi”, offendono i loro idoli. Loro invece possono offendere gratuitamente, imporre la loro dottrina, simboli e idoli con la scusa (ridicola) delle radici cristiane e del “valore universale”.
Ma a scuola non sarebbe meglio insegnare cose utili agli studenti? 😆
“religioni ed etica in cui si insegnano in modo imparziale i contenuti delle varie concezioni del mondo”
Fidati che e’ già un immenso passo avanti rispetto a noialtri…! 😉
Da noi attualmente sarebbe fantascienza. 😆
Se in Québec, che essendo a maggioranza cattolica quindi la cosa non mi meraviglierebbe, hanno sostituito l’ora di religione (cattolica) in questo modo allora ok.
Secondo me è una cosa utile insegnare in modo imparziale tutte le religioni e l’etica che queste mettono in campo. Un bambino, in fase di formazione, si rende conto pienamente delle infinite contraddizioni di tutte le religioni, e arriverà subito a non potersi più tapare le orecchie e urlare “bababababa”
Io avevo interpretato l’introduzione di un corso di “religioni ed etica” come un modo, senza dare la predenza a nessuna di esse, per dare importanza alle religionie di considerarle utili per la societa’, certo che se il corso fosse impostato in modo critico in partenza allora hai ragione.
Ottima, veramente ottima l’idea di proporre quest’ora di religioni ed etica, la proporrei nei nostri istituti tecnici e industriali, i quali forse danno una ottima preparazione in campo tecnico, ma dovrebbero, almeno x un’ ora a settimana dare una visione filosofica.
Il contrario dei licei classici, carenti nella preparazione tecnico/scientifica.
Quanto ai genitori riportati in questa ultimissima, mi figuro il clima di liberta’ che si respira a casa loro….poveri figli!
Una coppia di genitori cattolici presentò allora ricorso, sostenendo che, così formulato, l’insegnamento violava il loro diritto di crescere i figli nella dottrina della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, in quanto li forzava a conoscere altri punti di vista, circostanza che avrebbe potuto ingenerare dubbi
cioè volevano avere il diritto per legge di crescere i figli nell’ignoranza e nel bigottismo sfrenato? MA SPERO BENE che non gliel’abbiano permesso!!
Questo ricorso la dice mooolto lunga:
Fortuna che non glie l’hanno accordato.
Cioè si lamentavano che i figli fossero esposti ad altri punti di vista? Bellissima la risposta della corte, un simile corso lo metterei in italia al posto di quello di religione cattolica e lo renderei obbligatorio come le altre materie, fa sempre bene confrontarsi con visioni diverse dalla propria: si cresce.
Vorrei sapere dai catto-troll perchè parlare di religione in modo imparziale, impedisce di crescere i figli secondo la dottrina cattolica.
Ho due figlie (ora sopra i 30) non battezzate per le quali – durante le elementari e medie – io e mia moglie non non ci siamo avvalsi dell’alternativa all’ora di religione.
Questo in quanto ritenevamo – e riteniamo tuttora – che la presenza inequivocabile di voci fuori dal coro fosse positiva sia per gli “eretici” che per i conformisti.
Ciò è stato anche apprezzato – non so se solo esteriormente – da alcuni degli insegnanti di religione.
Al liceo hanno scelto loro in base alla loro valutazione degli insegnanti.
Complessivamente la situazione non è stata traumatica per loro, salvo nei primi anni delle elementari, più per l’atteggiamento di genitori “per bene” di altri allievi che degli insegnanti di religione e non.
mario
Che poi, per me l’obiezione è sempre solo una: ma che razza di fiducia nutrono, questi cattolici, nelle loro convinzioni tanto forti, e nella loro capacità di educare i figli… se poi pensano che queste possano funzionare solo se protette artificialmente per legge, e e hanno veramente paura che i loro figli rinneghino tutto non appena verranno a conoscenza dell’esistenza di punti di vista diversi?
Boh, se un genitore ha una convinzione molto forte, pensa che sia giusta, e cerca di trasmetterla al figlio testimoniandola continuamente con argomenti convincenti, mica deve aver paura del primo sciamannato che passa e che racconta al figlio che esistono anche persone che non ci credono…
[…] accade soltanto in Québec. Milano sembra infatti diventata un piccolo epicentro di questa tendenza, di cui si stanno facendo […]
Bene che sia stata bocciata la pretesa dei genitori di fare il lavaggio del cervello ai figli senza essere nemmeno disturbati.
Però sarebbe il caso che questo corso comprendesse anche le concezioni non religiose della vita, e non solo le religioni assortite.
“L’educazione religiosa determina NEVROSI” SIGMUND FREUD. VERISSIMOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!