Tra i tanti tristi primati del nostro paese c’è anche quello della lunghezza dei tempi per ottenere una separazione o un divorzio: tra i mille e i millecinquecento giorni. La legge italiana è una delle più restrittive d’Europa, e da tempo si cerca, invano, di adeguarla ai tempi. Nel 2003, una proposta DS per ridurre da tre a un anno il periodo minimo di separazione per poter divorziare fu subito edulcorata, subordinandone l’applicabilità all’assenza di figli e alla consensualità della separazione.Ma nemmeno la manovra di alleggerimento sortì qualche effetto: quando giunse in aula, un’alleanza trasversale tra i cattolici di centrodestra e centrosinistra riuscì comunque a bocciare anche tale soluzione minimale.
Nove anni dopo, scrive oggi Maria Novella De Luca su Repubblica, un testo quasi altrettanto prudente sta nuovamente per approdare in parlamento. Pare che sia stato concordato tra PD e PDL, e prevede che il divorzio possa essere concesso in un anno se non ci sono figli o sono maggiorenni, e in due se si ci sono minori. Anche questa proposta è tuttavia un’incognita: non si sa come la pensano UDC e Lega Nord, mentre anche i radicali potrebbero opporsi, giudicando il testo troppo debole.
Sullo sfondo, come al solito, l’ombra delle gerarchie ecclesiastiche. Ne scrive in un articolo a corredo la sociologa Chiara Saraceno. Che ricorda che, se è vero che i consulenti familiari consigliano di attendere un po’ prima di presentare ai figli i nuovi compagni, “concordano anche che l’incertezza nello statuto del rapporto tra i genitori, unito ai contenziosi che ne scaturiscono, rendono più difficile ai figli l’elaborazione della separazione e la ridefinizione delle relazioni”. E osserva: “tempi di attesa troppo lunghi possono fare male soprattutto ai figli minori”.
Un dato che non interessa alle gerarchie ecclesiastiche, che continuano a chiedere ai parlamentari cattolici un impegno deciso a favore della famiglia così come la concepisce il Catechismo, contrario a ogni forma di divorzio. E non come la ‘praticano’ quegli stessi parlamentari, pochi dei quali si trovano nella condizione che il magistero cattolico, che così spesso evocano nei loro discorsi, prescrive.
Parafrasando Luttazzi: se non giocate, non fate le regole!
Ma i politici che vogliono portare avanti questa proposta non potrebbero puntare su un referendum? Del resto il divorzio in Italia e’ stato legalizzato cosi’, se purtroppo, in questo paese, devono comandare politici che se ne fregano degli Italiani e della loro opinione che altro metodo si potrebbe utilizzare?
purtroppo i referendum sono solo abrogativi
e le leggi popolari vengino insabbiate
Si e’ vero, dopo la tua risposta mi sono velocemente informato e ho visto che in Italia siamo gia’ incasinati con le leggi sul Referendum a priori.
Come non detto.
A dire il vero anche i referendum abrogativi non godono di lunga vita, ed e’ per colpa dei partiti tutti e della Corte Costituzionale loro serva, che anche i referendum che godono di larghissimo consenso, vengono cestinati per dei ridicoli cavilli.
Dal 1978 per la precisione, dove guardacaso, veniva messo in discussione anche il Concordato clerico-fascista.
http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_1978_in_Italia
Il referendum del 1974 era per abrogare il divorzio introdotto nel 1970.
Il referendum venne sonoramente bocciato.
Si infatti ho fatto confusione con il referendum sull’aborto (quello portato avanti dai radicali, non quello portato avanti dai movimenti pro-tortura) del 1981.
A chi si sposa in chiesa dovrebbe durare 40 anni il divorzio. Toh la tua fede ipocrita !
loro hanno la sacra rota, se hai abbastanza soldi te la sbrigi facile facile
già, mi ricordo dell’inchiesta di Striscia
Te la sbrighi facile facile se la sacra rota la ungi bene……
appunto, e quegli ingranaggi si ungono con denaro sonante
@ser joe
credevo anch’io fosse così
invece mio fratello una trentina d’anni fa ebbe l’annullamento senza sborsare una lira (era assolutamente evidente che era stato imbrogliato e preso in giro, e il divorzio fu 8 mesi dopo il matrimonio…)
ogni tanto ‘sti cattoliconi riescono a stupire… per una volta in due millenni han fatto una cosa gratis… pioveranno rane viola 😀
La vedo dura coi tempi che corrono
Cattolici o non cattolici, credenti o non credenti, il divorzio é una scelta sofferta e difficile che provoca sempre conseguenze dolorose, anche dal punto di vista della serenità economica, con tutto quello che ne consegue. Ci sono coppie che hanno fatto marcia indietro e, nel tempo, hanno imprato a capirsi ed amarsi di più. Accelerare i tempi significa togliere spazio alla riflessione che, in momenti difficili, é inficiata da scelte puramente emotive delle quali molti si pentono dopo.
c’è anche chi invece ci ha riflettuto a sufficienza e non vede motivo di prolungare inutilmente la faccenda.
nel caso, non mi pare che a due ex coniugi sia proibito risposarsi.
Alla faccia dei tempi di riflessione! Tu auspichi semplicemente tortura e sofferenza, altrochè.
“il divorzio é una scelta sofferta e difficile che provoca sempre conseguenze dolorose”
Ma anche no!
Basta con ‘ste filastrocche da parrocchia.
Il divorzio è una scelta a volte sofferta, a volte fortemente auspicata che a volte provoca conseguenze dolorose, altre risolve situazioni dolorose.
Fra l’altro, se gli ex. coniugi ci ripensano, possono sempre risposarsi.
oops, ho visto solo dopo la stessa osservazione fatta da Kaw
Scelte emotive?.
E cosa diavolo pensi che sia il matrimonio ?????
per Giuseppe:
APPUNTO..ogni coppia decide al suo interno come procedere.
Mi spieghi (tu o il tuo amico Giuseppe) se dio è asessuato, uno e trino, la perfezione, la creazione di ogni cosa, il bene assoluto…
QUALE è il suo ruolo nel decidere le regole di convivenza di una singola coppia ?
PERCHè deve imporre, se due persone NON sono fatte l’una per l’altra una convivenza obbligata che dura per sempre ?
DucaLamberti74
ERRATA CORRIGE: Volevo dire (tu o il tu amico Enrico 🙂 )
giusp,
qual è la percentuale di quelli che ci ripensano? 0,2%?
Non eri tu quello per cui le minoranze hanno da soffrì?…
O dicesi minoranza qualsiasi maggioranza non cattolica?
Quello che scrive giuseppe è il tipico nonsenso puro di chi si oppone al divorzio ragionevole. Semplicemente irrilevante.
@giuseppe
Appunto perché è una scelta difficile perché allungare le pene?
La scelta reversibilissima di una parte, maggioritaria o meno, deve inficiare il DIRITTO (che non influisce per altro sulla sfera altrui) di un’altra?
Fammi capire: per non sbagliare, secondo la tua logica, per te è meglio recidere il problema piuttosto che agire?
Spiacente, ma non la sfanghi con questi appelli al sentimento.
Anzi, di più: ti rendi ridicolo.
Al più che non consideri un piccolo dettaglio:
La maggior parte delle volte invece è occasione di festa e urlare al mondo la libertà riconquistata.
@ giuseppe
Tranquillo, fosse per me aggiungerei la clausola che NESSUN cattolico per NESSUN motivo può usufruirne. Per legge. Casomai a qualcuno venisse voglia.
Contenti tutti.
Il matrimonio civile riguarda anche i cattolici in quanto membri della società e cittadini come gli altri. Abbiamo il diritto di esprimere le nostre opinioni su tutto quello che riguarda la vita sociale. Ognuno puo’ fare quello che vuole a casa sua, ma la struttura familiare tocca aspetti del vivere comune. Quindi la tua riflessione é sbagliata. E sempre dettata dalla presunzione che voi soli avete il diritto di parola e la ricetta perfetta in tasca.
Il mio primo intervento é stato, volutamente, non polemico. Ma tu non perdi il vizio di aizzare il fuoco.
@Giuseppe
Come ho già detto ( http://www.uaar.it/news/2012/02/22/divorzio-breve-proposta-legge-sta-per-arrivare-aula/#comment-616439 ) non spieghi perché così dovrebbe essere.
E per inciso, qui non si starebbe comunque parlando di fatti sociali bensì giuridici.
Ad ogni modo noto la tua malafede: infatti la frecciatina di Stefano si limita a constatare come appunto i capricci di una parte (i cattolici) rendano la vita non difficile ad un’altra parte (i non cattolici), proponendo (sintesi dell’intervento) polemicamente l’extrema ratio.
Ma vedo proprio che il ragionamento non ti va giù, esattamente come tu ben hai descritto:
Che dici? Anche questo troppo polemico?
@ giuseppe
giuseppe, una cosa è il matrimonio religioso da VOI ritenuto indissolubile, altra il matrimonio civile.
Voi vorreste regolamentare il matrimonio civile sul modello del VOSTRO matrimonio religioso. Non solo per VOI ma anche per gli ALTRI.
Chi è che PRETENDE di avere la ricetta perfetta in tasca?
Possibile che tui non riesca a capire cosa scrivi e cosa pensi?
Lo devono sempre fare gli altri per te?
Sopra tu, non tui
giuseppe, il punto è proprio questo: la famiglia NON tocca aspetti del vivere comune. Se la famiglia avesse aspetti pubblici, saremmo in quella caricatura di comunismo che voi clericofascisti vi dilettate di dipingere in continuazione, più che altro perché rispecchia molto bene la vostra mentalità allucinantemente impicciona.
E voi siete talmente immuni dall’idea di avere la ricetta perfetta in tasca che si fa sempre come decidete voi, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
c’è sicuramente una cosa peggiore del divorzio ed è restare sposato alla persona sbagliata.
@ Giuseppe
Ma cosa ne vuoi sapere.
Allora ti dico qual è la mia esperienza diretta. Pensavo, da persona razionale, che la separazione fra due persone che non possono stare più insieme per mille motivi, ma soprattutto per conflitti insanabili fosse una cosa da affrontare, come dire, in maniera adulta: si prende atto del fatto che il legame è ormai rotto, si valuta come gestire la separazione e la gestione dei figli. Un avvocato mi disse da subito che nella separazione, nonostante tutte le buone intenzioni si tira fuori il peggio di se. I colpi bassi sono all’ordine del giorno. E così è stato. 1 anno di processo, un processo farsa, dove il giudice non ha neanche il tempo di ascoltare bene le parti e giudicare in serenità. Le aule giudiziarie sembrano più un mercato delle vacche, un girone dantesco, che non il luogo di analisi, riflessione e giudizio. Nel giudizio finale i padri sono quasi sempre i più perseguiti, a priori, in questo maledetto paese di finti mammoni. Poi segue il periodo di separazione. Sono solo all’inizio, ma ti assicuro che è un calvario, una sfida alla pazienza, al non cedere alla rabbia, alla lite a tutti i costi con una controparte che te ne fa di tutti i colori. E tutto questo perchè? Perchè gente che non si vuole sposare (il clero) deve stabilire le regole di comportamente di chi si sposa, anche senza il rito religioso (come nel mio caso)?
Mandarti semplicemente a ca.ga.re è il minimo per te e per tutti quelli come te.
Il divorzio deve arrivare in AUTOMATICO dopo un breve percorso di separazione che deve contemplare anche i tempi processuali. Se poi c’è qualcuno, e sono pochi, che intende ritornare indietro, che si risposino pure, dov’è il problema?
Siete solo dei dittatori fondamentalisti, mi fate schifo! (Il plurale è riferito non solo ai cattotroll, ma a tutti i clericopadanofascisti che con i loro pensierini della domenica mattina distruggono le vite degli altri)
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica:
2382: […] Se il divorzio civile rimane l’unico modo possibile di assicurare certi diritti legittimi, quali la cura dei figli o la tutela del patrimonio, può essere tollerato, senza che costituisca una colpa morale.
se non ci sono figli e il divorzio è consensuale si dovrebbe fare in 2 settimane come il matrimonio civile
concordo in pieno
Due settimane mi sembra troppo poco, perché si rischia di fare scelte importanti sull’onda dell’emozione. Magari hai visto il tuo coniuge con un altro/a e senza neanche cercare di capire che è successo (se è successo) chiedi il divorzio.
Sopra l’anno è utile per far mangiare gli avvocati che poi spesso fanno la parte degli avvoltoi: nel far vedere che sono bravi distruggono del tutto la famiglia. Perché ci si può sempre separare in maniera civile e ripartire con una nuova vita ma ci vogliono i giusti presupposti.
dissento completamente
visto che servono 2 settimane per sposarsi ne dovrebbero bastare 2 per divorziarsi. non vedo perchè l’emotività debba essere considerata solo al momento dell’uscita dal contratto.
Per Flaccido.
Se questa é l’idea del matrimonio é meglio non sposarsi. Parlate del matrimonio come di un paio di scarpe o un abito da indossare e togliere secondo la luna del momento.
Abbi un po’ di realismo e di’ se per te esiste davvero qualche situazione generale per cui questa tal cosa dovrebbe essere irreversibile.
Su, avanti…
dissero quelli che sposavano bambine con vecchi in matrimoni apertamente combaniati dai genitori su pura base economico/politica anche contro la voplontà delle stesse….
e non mi pare che qua si riduca il matrimonio a qualcosa da fare alla leggera, anzi, qua facciamo l’esatto contraio: il matrimonio è qualcosa di serio, molto serio, così serio che se fallisce fa parecchi danni a chi lo vive e continua a viverlo. e propro per questo è necessaria la possibilità di scioglierlo, affinchè si possano limitare i danni in un caso come questo. non è certo un caso se molto spesso, dopo un divorzio, non sono solo i cogniugi ad esultare ma anche i figli, che trovavano invivibile tale matrimonio tanto quanto, se non di più, lo travavno invivibile i genitori.
Se non è un problema per il pastore (sacra rota), non vedo perché voi pecore dobbiate preoccuparvene.
@ giuseppe
“Se questa é l’idea del matrimonio é meglio non sposarsi. Parlate del matrimonio come di un paio di scarpe o un abito da indossare e togliere secondo la luna del momento”
Se TU vuoi considerare il matrimonio indissolubile sei padronissimo di farlo.
Se io NO, pure.
Invece per giuseppe LUI e IO dobbiamo considerare il matrimonio indissolubile.
E ha la faccia tosta di rivolgersi a me dicendo:
“la tua riflessione é sbagliata. E sempre dettata dalla presunzione che voi soli avete il diritto di parola e la ricetta perfetta in tasca”
Senza la minima vergogna….
Senza la minima logica….
Signori, giuseppe!
@ giuseppe
Non hai preoccupazioni per i figli che dovessero vivere in una famiglia di cattolicissimi e indivisibili coniugi lacerata dalle divisioni. Che anima santa!
beh non cambia mai 😉
se non altro è una certezza, un po’ come enrico.
@ giuse’
e a te cosa importa. Vuoi entrare nelle motivazioni del matrimonio degli altri? Non ti basta andare a vedere sotto le lenzuola se le pratiche sessuali (omo o etero che siano) sono in linea con il tuo catechismo?
Ma una valanga di CA.Z.ZI tuoi no?
Giuseppe dice:
E allora perché a voi cattolici non va bene nemmeno quello?
No, perché qui è pieno, di gente che in effetti pensa che sia meglio non sposarsi, eppure voi insultate anche quelli.
Se rimangono single, li accusate di essere dei farfalloni gaudenti ed egoisti che pensano solo a divertirsi e che rifiutano le responsabilità di una famiglia (a meno che non siano preti, suore e monaci, ovviamente, che quelli vanno bene… oppure zitelle timorate che passano la vita a fare da badanti ai genitori anziani e da catechiste in parrocchia).
Se convivono senza sposarsi e si fanno una famiglia lo stesso (dimostrando che non sia per niente vero che “rifiutano le responsabilità di una famiglia”), allora li accusate di essere dei profittatori che vogliono abusare di diritti che non meritano, e degli incoscienti che espongono i figli a chissà quali pericoli economici, sociali e morali.
E q*azzarola, decidetevi…
Lisa
Religione e ipocrisia sono spesso sinonimi
Ma ancora stiamo a discutere su QUANTO DOVREBBE DURARE la separazione in attesa di divorzio? E a mercanteggiare se un anno sia meglio di tre, o se due anni siano meglio di uno?
E secondo ‘sta gente, in tutti quei numerosissimi pasesi civili in cui la “separazione legale” non esiste proprio e si chiede direttamente il divorzio, come si farebbe?
Eppure mi sembra che sopravvivano egregiamente e che staino pure meglio di noi, o no?
Lisa
Concordo al 100%
P.S: I Radicali si oppongono a questa legge che giudicano troppo debole, perchè hanno depositato loro stessi una legge che hanno simpaticamente chiamato “Divorzio LAMPO”.
Già mi immegino i soliti delatori, se questa legge non passerà…”Colpa dei Radicali, colpa dei Radicali!”. Stesso copione del voto di fiducia a Berlusconi, e del voto sull’arresto di Cosentino. DISINFORMAZIONE A GO-GO. 😉
Tho… eccoli tutti qui, all’appello, dal più idiota al meno.
Ma quando c’era da mettere la propria faccia sulla notizia che parlava di una donna torturata perché aveva bisogno di abortire, nessuno si è presentato.
Ma che strano.
DucaLamberti74 risponde:
mercoledì 22 febbraio 2012 alle 14:09
per Giuseppe:
APPUNTO..ogni coppia decide al suo interno come procedere.
Mi spieghi (tu o il tuo amico Giuseppe) se dio è asessuato, uno e trino, la perfezione, la creazione di ogni cosa, il bene assoluto…
QUALE è il suo ruolo nel decidere le regole di convivenza di una singola coppia ?
PERCHè deve imporre, se due persone NON sono fatte l’una per l’altra una convivenza obbligata che dura per sempre ?
Il matrimonio non é solo una faccenda privata, ma un fatto sociale con tanto di ricadute su tutti. Se non si capisce questo ogni discussione é inutile.
Lo si capirà solo quando si avrà il buon animo di spiegarlo. Non certo per via di un ipse dixit da accettare a posteriori…
Non c’é bisogno di essere professori di sociologia per capire quello che é sotto gli occhi di tutti. Ma dove vivi ?
@Giuseppe
La cosa può riguardare, ufficiosamente, familiari e conoscenti ma solo se son stati invitati al matrimonio o sono molto emotivamente attaccati, ma de facto riguarda solo i due coniugi ed, eventualmente, i bambini.
Non mi pare una gran cosa per tutta la collettività (=tutti).
Sempre tu non sia un pettegolo della miseria.
O sia uno di quelli “meglio due cattolici nemici coniugati in una casa che due persone equilibrate divorziate e fuori dalle grazie della Chiesa”.
“Non c’é bisogno di essere professori di sociologia per capire quello che é sotto gli occhi di tutti. Ma dove vivi ?”
Si vive su un pianeta dove è sotto l’occhio di tutti che un sole ci gira attorno.
@giuseppe
Due fallacie:
Ripetuto quindi vero:
http://www.fallacielogiche.it/index.php?option=com_content&task=view&id=38&Itemid=52
E non occorre essere (negazione dell’inferenza “competenza minima”):
http://www.fallacielogiche.it/index.php?option=com_content&task=view&id=70&Itemid=82
per Giuseppe:
E CONTINUI A NON CAPIRE UN C@@@@…
Io parlavo di unione sentimentale tra un uomo ed una donna…
Più faccenda privata di così si muore…
Altrimenti, bisogna rendere pubblico a tutti chi si sposa con chi…dico bene ?
Oppure, ogni relazione sentimentale deve essere resa di pubblico dominio…quindi nel mio caso che sono libero cosa dovrei fare…
Pubblicare l’albo delle mie sco@@@@cizie ? 🙂 🙂 🙂 🙂
CMQ IL MATRIMONIO COME CONTRATTO RIGUARDA TUTTI (così come tutte le leggi) ma le mie domande erano relative al caso specifico di una nuone sentimentale ed affettiva di uan coppia (+ fatto privato di così…NNO saprei).
E QUINDI…rewind delle domande fatte sempre a Giuseppe (o enrico):
—
#PREMESSA)
Mi spieghi (tu o il tuo amico Giuseppe) se dio è asessuato, uno e trino, la perfezione, la creazione di ogni cosa, il bene assoluto…
#domA) QUALE è il suo ruolo nel decidere le regole di convivenza di una singola coppia ?
#domB) PERCHè deve imporre, se due persone NON sono fatte l’una per l’altra una convivenza obbligata che dura per sempre ?
—
SI PREGA DI DARE UNA RISPOSTA CHIARA SENZA DIVAGARE DAL TEMA.
DucaLamberti74
MA CITANE UNA, DI RICADUTA!
la ricaduta terribile e’ lo sfaldamento della societa’ patriarcale e reazionaria che tanto piace a certi bigotti falliti che popolano questi lidi.
pensa un po’ che il coniuge debole (i.e. donna nella societa’ evocata da giuseppe et al.) puo’ addirittura sciogliere un legame che la/lo vedeva forzata/o in una situazione ignobile di soprusi e infelicita’! ma dove andremo mai a finire, i figli potrebbero addirittura crescere pensando che sia meglio avere un bel rapporto con genitori separati piuttosto che vivere in un inferno di casa tra coniugi che si odiano!
scusate, e perchè non in seduta stante? cosa si fa in queste 2 settimane?
non capisco perchè mai lo stato debba porre vincoli a scelte private. se poi ci si ripensa, ci si risposa. chi lo vieta?
immagino questioni burocratico/economiche.
metti che hanno la comunione dei beni e un mutuo o robe simili
volevo rispondere a Congo del 22 alle 15:40
non so come ho fatto a finire qui…
@Kaworu
In quei casi, comunque i gidici si presentano in un tribunale, avendo già risolto le loro beghe sui beni, sul mutuo, ecc, ecc. 😉
Le due settimane non hanno un senso logico, semplicemente perchè in caso di divorzio consensuale, i coniugi hanno già deciso di comune accordo di divorziare.
Lo Stato a quel punto non dovrebbe fare altro che registrare l’atto. Tutto qui. 😉
Questa e’ la proposta dei Radicali…Rita Bernardini se non vado errato. 😉
Sullo sfondo, come al solito, l’ombra delle gerarchie ecclesiastiche. Ne scrive in un articolo a corredo la sociologa Chiara Saraceno. Che ricorda che, se è vero che i consulenti familiari consigliano di attendere un po’ prima di presentare ai figli i nuovi compagni, “concordano anche che l’incertezza nello statuto del rapporto tra i genitori, unito ai contenziosi che ne scaturiscono, rendono più difficile ai figli l’elaborazione della separazione e la ridefinizione delle relazioni”. E osserva: “tempi di attesa troppo lunghi possono fare male soprattutto ai figli minori”.
Che lo dica la Saraceno sai quanto me ne frega…Mi pare un affermazione di grande ipocrisia, tipica di una certa logica. Bisognerebbe considerare il bene dei figli prima di pensare al divorzio, che per loro sarà sempre un trauma ( non lo dicono solo i cattolici, ma anche i fatti). Che poi l’attesa sia più o meno lunga dipende dalle circostanze e non si puo’ trovare facilmente una regola comune. Quindi bisogna discuterne pacatamente. E per un figlio un anno o due non cambiano la sostanza del discorso.
Ti pare che due mariti divorziandi abbiano quella calma e quella pazienza sufficiente a tenere un discorso con calma col figlio. Per tutti i tempi biblici tuttora imposti?
Onestamente, questa mi pare ipocrisia.
Nel senso che nascondi (ypocryptoo) a te stesso i fatti per darti ragione.
“Che lo dica la Saraceno sai quanto me ne frega…Mi pare un affermazione di grande ipocrisia, tipica di una certa logica. Bisognerebbe considerare il bene dei figli prima di pensare al divorzio”
Nel tuo mondo fatto di famiglie del Mulino Bianco, ti è mai passato che due coniugi che non si sopportano, che passano il tempo a litigare, cerchino una separazione veloce proprio perché considerano il bene dei figli per primo?
Alla faccia dell’ipocrisia!
beh ma se non lo dicono i sociologi e lo dicono invece gli psicologi, non va mica bene eh…
del resto tutti sanno che un ambiente familiare teso, non necessariamente esplicitamente maltrattante, per un bambino è la manna dal cielo..
fa di un bene vivere in quegli ambienti, che gli psicologi raccomandano ai genitori qualche bella guerra silenziosa per far crescere meglio la prole.
se si lanciano i piatti, prendono punti in più.
-_-”’
E comunque, non è stato ancora chiarito che cosa c’entrerebbe questo con la durata della separazione in attesa di divorzio.
Qui si è detto che bisogna salvaguardare i figli dal trauma per “la famiglia che si sfascia”.
Ok.
Ma lo sfascio della famiglia consiste nel fatto materiale della separazione, mica nella sentenza finale di divorzio.
Una volta che i genitori hanno deciso di lasciarsi e vivono già in due case separate, la famiglia è GIA’ sfasciata. I figli sono consapevolissimi che i genitori non siano più una coppia, che abbiano case diverse, stili di vita diversi, abitudini diverse, amicizie diverse.
Per quale motivo, in questa situazione, i figli dovrebbero soffrire di meno se la sentenza definitiva di divorzio arriva dopo tre anni, piuttosto che dopo un anno, o dopo un mese? Cosa cambia?
Esiste qualche prova convincente che i figli di separati soffrano in maniera diversa se è stata già pronunciata la sentenza definitiva di divorzio o no? Oppure, che soffrano meno se i genitori Se esiste, mostratecela, perché sarebbe interessantissima.
E soprattutto: per quale stracavolo di ragione astrusa, secondo certi cattolici, si dovrebbe addirittura applicare lo stesso ragionamento anche quando i figli NON ci sono? Siccome i bambini piangono se babbo e mamma si lasciano, allora è giusto che siano costrette ad aspettare anni anche le coppie senza figli che si separano in maniera assolutamente consensuale e senza contenziosi? Altrimenti piangono i bambini degli altri?
Lisa
@Giuseppe, quando ti sveglierai dalla lisergia teologica ti troverai sul pianeta Terra….iuuu ci siamo? Qui base Terra…ci senti? Non tutti ritengono che nella vita delle persone ogni cosa deve essere sofferenza e flagellazione, propria e altrui (cioè, il clero lo dice ma se la spassa benissimo in privato); notoriamente, nei paesi in cui è difficile o impossibile divorziare, o dove per esempio è l’uomo che lo decide sputando alla moglie e buttandola per strada con tre paroline magiche, il tenore di vita civile e culturale è elevatissimo, gli standard di benessere e progresso risultano stratosferici e la società è felice, plurale e tollerante. Ma fammi il piacere.
e nei matrimoni privi di figli, caro Giuseppe?
Mi torna in mente un libercolo pubblicato in italia da un editore cattolico all’indomani dell’entrata in vigore della legge sul divorzio.
Si esortavano le spose a non farsi tentare da ‘questa nuova moda proveniente dagli Stati Uniti d’America’ e a restarsene zitte mute e rassegnate, con sommo spirito di sacrificio e rassegnazione in nome del bene supremo dell’unità familiare.
In una società dove la famiglia allargata era la regola, oggi come allora l’importante è salvare le apparenze (vedi mia suocera ultra cattolica che pur di evitare le chiacchiere cercava di convincere mio cognato a tenersi in casa la moglie zokkola dopo la separazione).
@ giuseppe
Se invece quella stessa identica frase l’avese detta ratzinga, saresti stato d’accordo, vero? Forse non riesci a capire che una persona seria ed onesta giudica una frase A PRESCINDERE da colui che l’ha detta. Ma ovviamente le parole “serietà” ed “onestà” sul tuo vocabolario non esistono nemmeno.
Ok, visto che parli dei fatti, mettiamoli un attimo in campo, i fatti: io ho vissuto per un lungo periodo della mia vita vivendo nella stessa casa assieme ai miei genitori, i quali non andavano (e non vanno) d’accordo quasi su nulla, le liti erano all’ordine del giorno, con l’immancabile corollario di urla, porte sbattute, minacce, e chi più ne ha più ne metta, con conseguente mio disagio e destabilizzazione psicologica. Poi, qualche anno fa, mia madre ebbe un trasferimento di lavoro, e cambiò casa e Regione. Da allora, vivo da solo con mio padre, e la situazione è notevolmente migliorata, dato che almeno adesso non ci sono più liti coniugali e mi tocca litigare con un solo genitore anzichè con due. A posteriori, posso dire che quel trasferimento di lavoro a mia madre è stata una delle migliori cose in assoluto che siano capitate nella mia vita negli ultimi 5 anni.
E, sempre per rimanere in tema di fatti, anche il mio migliore amico quando i suoi genitori iniziarono a non sopportarsi più ed a battagliare quotidiamente tra le mura domestiche, mi disse che sperava tanto in una loro separazione/divorzio, così almeno avrebbe ritrovato la serenità perduta.
Ah, ma io sono un ateaccio-stupidone-cattivone, quindi ovviamente la mia testimonianza non vale nulla, giusto?
No, caro, dipende dalla legge.
A volerla trovare, la si trova. Per farla breve, basterebbe copiare la legislazione dei Paesi che in questa materia sono più avanzati dell’italia. Solo che, ovviamente, per fare questo serve la VOLONTÀ di farlo.
A livello di aspetto puramente tecnico-legale, ovviamente non cambia nulla. Ma a livello di coabitazione nello stesso luogo (aspetto comunque connesso all’evolversi della questione giuridico-legale), cambia tutto. E poi, fuori dall’ottica del “come la prendono i figli” (i quali non è detto che siano per forza presenti in un matrimonio), un tempo breve di sperazione/divorzio va anche a vantaggio dei coniugi che in tal modo saranno liberi prima, con meno dispendio di tempo, energie e denaro.
In questo paese non c’e’ rispetto per la sacralita’ del divorzio.
Come mai è rimasto solo Giuseppe? Che fine ha fatto Flò?
Una volta era più divertente. 😀
Si può effettuare un matrimonio all’estero,possibile già da ora se uno dei coniugi e straniero.
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Ma se l’unione civile NON è considerata valida dalla Chiesa questi preti che cavolo vogliono? Solo per rompere le scatole?
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Un referendum abrogativo di tutto il ciarpame messo sarebbe una valida idea. Poi possono “correggerlo” (non è possibile con le stesse cose invalidate) ma un’altro referendum li fregherebbe ed inoltre imporrebbe (mossa politica) il popolo sul parlamento come ogni nazione civile. Possono invalidarlo ma un’altra raccolta di firme e poi un’altra e alla fine li fregherebbe in toto!!!
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La lotta è dura ma chi la dura la vince!!!
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Ciao
Faccio notare che, come inevitabile, giuseppe non è in grado di fornire alcun esempio di legame fra famiglia e società.
Immagino che si lamenterà moltissimo fra qualche ora, sostenendo che doveva intervenire e l’UAAR, leggendogli nel pensiero, ha chiuso gli interventi proprio quando di regola li chiude, impedendogli il sacrisanto diritto di fare quel cavolo che gli pare senza tener conto di alcun vincolo sui suoi capricci dettato dalla realtà.
In definitiva, a me piacerebbe che qualcuno si degnasse di spiegare, una volta per tutte, con ragionevolezza e serietà, quale sarebbe questo mitico valore del matrimonio DAVANTI ALLA SOCIETA’, e quali sarebbero le ripercussioni positive o negative del matrimonio e del divorzio RISPETTO ALLA SOCIETA’.
Perché io capisco benissimo le questioni legali che riguardano gli obblighi dei coniugi tra di loro, o i diritti che acquisiscono tra di loro… però, con tutta la buona volontà, non riesco minimamente a figurarmi quali sarebbero gli stessi obblighi, gli stessi diritti e gli stessi influssi positivi o negativi rispetto al resto della società.
Ma al di fuori del proprio giro di affetti personali, dovrebbe fregare qualcosa a qualcuno, se due sono sposati o no, se convivono o no, se si separano o no, se divorziano o no? Per quale motivo il matrimonio dovrebbe rappresentare un impegno “rispetto allla società”? Parlando in maniera proprio brutale, alla società che je frega??????
Mi spiego… ma se due si sposano e poi si cornificano, o se due si sposano e poi si lasciano, si faranno del male tra di loro, causeranno dispiacere ai propri parenti stretti e ai propri amici, ma per il resto della *società* che cosa cambia?
E soprattutto, che differenza ci sarebbe rispetto al caso che convivessero senza essere sposati?
Se ci sono figli (visto che tutta l’argomentazione viene regolarmente buttata sul tema della “sofferenza dei figli”)… non si vorrà mica sostenere che, se i genitori si lasciano, i figli dei conviventi non sposati soffrano di meno di quelli delle coppie sposate? E se non ci sono figli, quali altre ripercussioni sulla società dovrebbe avere la cosa?
Se qualcuno si degnasse di spiegarcelo, gliene sarei realmente grata…
Per potertelo spiegare, dovrebbero prima capirlo loro. Rassegnati.
[…] giorni fa abbiamo parlato del progetto di legge sul divorzio breve, che prevede l’accorciamento dei tempi a un anno quando non ci sono figli o sono maggiorenni, […]