Il premier Monti aveva annunciato di voler finalmente imporre l’Ici-Imu sulle proprietà ecclesiastiche a uso anche solo parzialmente commerciali. Vescovi e scuole cattoliche hanno subito elevato alti lamenti. E il governo sembra proprio volerne prendere atto.
Tutto ruota, infatti, alla definizione di ‘commerciale’. Come ha spiegato Lorenzo Salvia oggi sul Corriere della Sera, è sufficiente che le scuole paritarie non producano utili per essere ‘salvate’ dalla tassazione. E l’interpretazione potrebbe estendersi a ospedali e alberghi. Come sa bene chiunque abbia consultato qualche bilancio, per far uscire un risultato in pareggio non occorrono grandi voli pindarici. Anche quando, facendo un giro su internet, si può incappare in scuole primarie già foraggiate da Stato e Regione che chiedono 2.655 euro + 900 euro per rette e mensa.
Del resto, il provvedimento era malvisto da gran parte della maggioranza che sostiene il governo. L’esponente ultracattolico del PD Giorgio Merlo aveva già ieri invitato l’esecutivo a non cedere alle pressioni “laiciste e anticlericali”: oggi Beppe Fioroni, leader di quella corrente, ha lanciato a sua volta l’allarme dalle colonne del Messaggero: “chiuderebbero tutte le materne gestite dai religiosi”. Ma anche l’house organ di casa Berlusconi, Il Giornale, ha aperto oggi con un apologetico editoriale del direttore Alessandro Sallusti dal titolo L’Ici alla Chiesa ha il sapore della vendetta.
Insomma, sembra proprio che anche questa volta la lobby cattolica ce l’abbia fatta. Come ha ricordato ieri sera Luciana Littizzetto a Che tempo che fa, la Chiesa rimane al momento l’unica realtà non toccata dal governo Monti. O governo Bagnasco che dir si voglia. Come dimenticare il conflitto d’interessi della sottosegretario all’Istruzione Elena Ugolini, preside del liceo privato ‘Malpighi’ di Bologna?
Qualcuno forse confidava nel contrario?
Se vi date la pena di rivedere i miei post nelle precedenti Ultimissime al riguardo, vedrete che non ci avevo mai creduto, nel contrario.
Ergo, bisognerà quindi mandare avanti la PROCEDURA D’INFRAZIONE dell’UE contro l’Italia.
In Europa conoscono questi trucchetti da cattolicastri marci, e non si faranno certo condire dalle minchiate dei vescovi italiani.
@ Southsun :
Berlusconi voleva una legge per la “responsabilità civile dei giuduci”; perchè non chiediamo, piuttosto, la RESPONSABILITA’ CIVILE DEI POLITICI, in modo che rifondano di tasca loro i danni di tutti i disastri colossali che combinano mentre sono da noi (nostro malgrado) pagati profumatamente? 😉
Bisognerebbe, all’uopo, almeno ventuplicare il personale e le risorse per la magistratura, ma credo che ne varrebbe la pena 🙂
@Southsun
a cosa pensi serva la “nuova evangelizzazione d’Europa”? Monsignor Nosferatu Fisichella viaggia in lungo e in largo per le langhe d’Europa, con in tasca un moltitudine di assegni in bianco da distribuire agli uomin giusti nei posti giusti.
non hai visto cosa è successo per la questione crocefissi?
questi sono i miracoli della f€d€.
che ingenuità disarmante, fratello!
A quel che dice il Corriere della sera di ieri 27 Febbraio, il provvedimento e’ stato preso da Monti dopo consultazione e con l’accordo preventivo della UE.
Amen.
Resta solo la possiblilita’ di continuare a scrivere ai giornali, volantinare, protestare, continuare a parlarne denunciando l’imbroglio.
E sì ,come si pensava.
E te pareva… Comunque anche se è stato trovato l’inganno io sono più o meno contenta della cosa per il semplice fatto che fino a pochissimi anni fa una cosa così sarebbe stata assolutamente impensabile. Almeno adesso la gente ne parla, ci ragiona sopra e si arrabbia pure. Anche il contenuti dei commenti online sono cambiati di molto: se all’inizio i primi commenti su gruppi come Vaticano pagaci tu la manovra finanziaria era timidi, del tipo “credo che anche loro dovrebbero pagare, tutti dobbiamo fare dei sacrifici” ecc, oggi la gente manda il papa a quel paese, bestemmia allegramente e ci sono tantissime parolacce. Qualcosa forse comincia a muoversi…
Secondo te oggi quanta gente (noi a parte) manda il papa a quel paese?
Federico, fino a qualche mese fa non vedevo manco una persona mandarlo a quel paese online. Oggi lo dicono chiaro e tondo, con tanto di bestemmie e offese personali. Mi diverto da morire 😉
@ pacamanca
Bene, speriamo allora che quello che riferisci abbia le dovute conseguenze ANCHE nell’attribuzione dell 8 per mille, che si farà fra pochi mesi!!!… 😉
In tutto questo colgo che il solo, unico, vero interesse dell’istituzione chiesa cattolica apostolica romana é venale, non sacrale.
Infatti senza il potere del denaro non potrebbe altrimenti difendere il proprio denaro, imporsi, martellare, soffocare…
Ma a furia di bestemmie, di satire, di menenfreghismo come risposta qualcosa anche nei conti cambierà.
@ Otzi
“In tutto questo colgo che il solo, unico, vero interesse dell’istituzione chiesa cattolica apostolica romana é venale, non sacrale.”
Veramente mi pare sia così dai secoli dei secoli… Ovvero da quando i “cristiani” (o meglio: i loro capi) hanno preso il potere, circa 17 secoli fa…
Il Giornale oggi titola: http://www.ilgiornale.it/interni/ici_chiesa_hail_sapore_vendetta/27-02-2012/articolo-id=574431-page=0-comments=1
è mai possibile che non si veda cosa dovrebbe essere? un provvedimento di EQUITA’, di semplice giustizia fiscale; come dovrebbe e non come è: fatta la legge trovato l’inganno, appunto,proprio per perseverare nei privilegi di alcuni contro i sacrifici dei più : è la solita vecchia solfa, deboli coi forti forti coi deboli 🙁
Antonia,
sai che adesso l’articolo che hai linkato è diventato illeggibile? 😯
Ora sono riuscito a leggere l’articolo: è veramente rivoltante, è un ribaltamento di frittata e un leccapapismo da vomito! 👿
@antoniadess
“Ici alla Chiesa sapore di vendetta”, scrive il Giornale…
Ma davvero, cosa ti aspetti dal giornale che fa capo a quel viscido verme del nostro ex presidente che ha appena evitato una condanna a 5 anni per corruzione in atti giudiziari per pervenuta prescrizione grazie ad una legge ad personam votata dalla sua maggioranza nel 2005 che fa la sua bella figura accanto ai vari lodi alfano e legittimi impedimenti?
Caro Sallusti, non ha il sapore di vendetta…è equità.
Poi mica glielo ha prescritto il dottore di gestire scuole, alberghi, cinema…se avessero solo chiese e pregassero per i cavoli loro, il problema non si porrebbe.
“Like”.
Equità, sto paio di biglie..! 👿
E` un CONDONO!! Monti sta togliendo alla CCAR, l`onere di un risarcimento colossale!!
Infatti: DECENNI ARRETRATI di non pagamento dell’ ICI, e pure condono del pagamento per il 2012; e in più, scappatoie facili per gli anni dal 2013 in poi, a quanto pare! 👿
Decenni arretrati, si’ ma SOLO di debito morale dal punto di vista dei laicisti come noi.
Insomma in mancanza di leggi che la obbligassero ( e le leggi vigenti fino ad adesso non obbligano la chiesa a pagare proprio niente) nessuno avrebbe potuto chiedere niente alla Chiesa, pertanto il condono lo ha ricevuto l’ITALIA se La UE annulla la procedura per il rilievo della trasgressione e della conseguente MEGA PENALE.
@ Marcus Prometheus
Eh, già! 👿
Imu alla Chiesa, i Salesiani: “Scuole e asili a rischio”
Mario Monti
Il segretario nazionale Salesiani scuola, don Alberto Zanini: “Già adesso stiamo vendendo le case di don Bosco per pagare la messa in sicurezza degli edifici, se il governo ci tartassa pure con questa imposta iniqua saranno guai”
ROMA. “L’Imu ci obbliga alla chiusura”. “Già adesso stiamo vendendo le case di don Bosco per pagare la messa in sicurezza degli edifici, se il governo ci tartassa pure con questa imposta iniqua dovremo chiudere le nostre scuole, licenziare gli insegnanti”. E’ quanto afferma il segretario nazionale Salesiani scuola, don Alberto Zanini. “Le scuole cattoliche – spiega don Zanini – fanno risparmiare allo Stato 5 miliardi di euro all’anno. Se devono pagare l’Imu sarebbero in gran parte costrette a chiudere. Quindi per il governo non sarebbe un un nuovo provento ma la fine di un risparmio”. Il responsabile Scuola dei Salesiani lamenta poi che nei confronti delle scuole cattoliche vi è una “doppia discriminazione” in quanto “già vittime di una discriminazione: mentre l’Europa riconosce il servizio pubblico delle scuole cattoliche paritarie e paga docenti e strutture, anche negli ex Paesi comunisti, l’Italia discute se tassare preti e suore che tengono aperte le scuole. Così le famiglie sono costrette a pagare una retta per esercitare il diritto di scelta”. “Arriviamo al paradosso – aggiunge – che le scuole cattoliche non costano nulla allo Stato e devono pagare le strutture statali. Ma quale parità allora tra scuole statali e cattoliche paritarie? Qualcuno conosce il principio di sussidiarietà?”. Le strutture scolastiche cattoliche non godono quindi di privilegi con l’esenzione, sottolinea don Zanini. “Non confondiamo la Chiesa con le scuole cattoliche – afferma -, che sono in gran parte legate a congregazioni religiose” e non traggono “nessun beneficio dall’8 per mille che va ai vescovi”. “Noi – rivendica infine – lavoriamo nel sociale e raggiungiamo categorie disagiate gratuitamente”.
@Giuseppe
mi dispiace se con l’introduzione dell’Ici dovranno, forse, diminuirti il compenso (non fatturato) che ti danno per venire a scrivere qui. Ma fossi in te starei tranquillo, probabilmente, come sempre, finirà tutto a ostie e vino.
Tutte fole di chi “chiagne e fotte”, caro.
Se davvero le scuole cattoliche sono “uguali alle pubbliche”, come mai fanno pagare la RETTA (salata) e non accettano gli alunni, diciamo, problematici?
Voi volete solo MADRASSE, caro bello, e pagate con i soldi di TUTTI, non solo dal portafoglio di chi le pretende.
Il fatto che i Salesiani stiano “vendendo le case” è scompisciante visto che è proprio la Chiesa il maggior immobiliarista d’Italia. Cos’è, la bulimia non sente crisi?
Ancora più pazzesco è sentire don Zanini (dipendente della Chiesa con sede in Vaticano) dire “Non confondiamo la Chiesa con le scuole cattoliche – afferma -, che sono in gran parte legate a congregazioni religiose” e non traggono “nessun beneficio dall’8 per mille che va ai vescovi”.
UHAUHAUHA! E le congregazioni religiose DA CHI dipendono e a CHI rispondono, di grazia? Alla Chiesa mormone o a quella cattolica? E i vescovi, invece, vengono da Marte o dalla stessa congrega?
Se la valanga di soldi dell’8 per mille non serve per finanziare le scuole cattoliche, ALLORA PER CHE COSA LA USATE? Per mantenere tutto l’apparato di potere nei gangli della società italiana? Per fare investimenti profittevoli attraverso lo IOR, sporca banca canaglia e *molto* al di sotto di ogni sospetto?
Voi volete solo fagocitare lo Stato italiano finanziariamente ed economicamente, caro te, dietro il paravento della “sussidiarietà” e “beneficienza”.
Così, mentre i Comuni non hanno soldi per i servizi sociali e per il restauro delle case popolari, il vescovone locale può restaurarsi la sua magione principesca con i soldi dello Stato che lo ospita!
E’ come se la moglie di un ricco banchiere andasse a chiedere aiuti economici perché lei non lavora, ma solo il marito…
Continui a contravvenire al regolamento del sito, sei pregato di non copiare contenuti di intere pagine da altri siti, se vuoi posta un semplice link. Alla prossima violazione sarà mia premura segnalare il tuo comportamento agli amministratori.
Mi riferivo ovviamente a giuseppe.
Riprendo un mio commento postato altrove:
Guardavo le cifre dei salesiani: hanno 25487 studenti in 140 scuole, con 2279 insegnanti. Dal sito dei salesiani di Milano, le rette vanno da 2900euro per primaria, a 3510euro per sec. primo grado a 3660 euro per il liceo. Quindi siamo sugli 80 milioni di euro all’anno. Gli insegnanti sono uno ogni 11 alunni, di cui penso pochissimi di sostegno, dato che alle paritarie i bambini diversamente abili siano più unici che rari. L’ici possono pagarla benissimo, rendendo per esempio più efficiente il conto degli insegnanti.
L’Europa riconosce il servizio in cambio di trasparenza e pari trattamento: dei 2292 insegnanti in forza presso i salesiani, quanti sono di sostegno, p.e.? In generale che qualifica hanno? Dove si sono laureati, non so, conta la laurea presso un istituto tipo quello dove adesso insegna un prete condannato per molestie? Per me va benissimo che la Chiesa si metta al pari con la legge, e che venga sottoposta a controlli. PRIMA di prendere soldi, come succede appunto nel resto d’Europa.
*mentre l’Europa riconosce il servizio pubblico delle scuole cattoliche paritarie e paga docenti e strutture, anche negli ex Paesi comunisti*
Non “anche”, perché se stiamo parlando della Polonia allora non è il caso di prenderci in giro con la storia dei comunisti… Mi piacerebbe sapere se in Francia le cose funzionano come dice lui.
*Così le famiglie sono costrette a pagare una retta per esercitare il diritto di scelta*
Diritto di scelta?? Le chiacchiere stanno a zero: lo Stato paga l’istruzione pubblica, se qualcuno vuole “scegliere” di non avvalersene si PAGA di tasca propria gli istituti che più gli piacciono, se poi qualcuno non può permettersi di pagare le rette delle scuole private… Toh, ci sono quelle pubbliche, e chissà perché le avranno istituite!
*Arriviamo al paradosso – aggiunge – che le scuole cattoliche non costano nulla allo Stato e devono pagare le strutture statali. Ma quale parità allora tra scuole statali e cattoliche paritarie?*
Non costano nulla allo Stato???? Con tutti i miliardi che si sono presi negli ultimi 15 anni??? Faccia come il Kulo, disonestà intellettuale a vagoni. Vergogna.
*Qualcuno conosce il principio di sussidiarietà?*
Sì, è molto spesso fa rima con parassitismo, quindi si faccia da parte, grazie.
Ma che rima è “sussidiarietà” con “parassitismo”.
“Parassitismo” potrebbe far rima con “clericalismo” o “anticlericalismo”, o no? (anche se per correttezza bisognerebbe chiedere ai parassiti con chi vogliono fare rima).
…….L’odio anticlericale vi impedisce di fare bene i conti e vi spinge a volere lo sfascio dello stato.
Protip: do not feed.
Spiegami perchè ca**o dev’essere o stato (e in contribuenti tutti) a pagare una scuola confessionale. Ci pensi la chiesa, che male non sta. Non ci riesce, bene, allora chiudano, peggio per loro. L’istruzione pubblica sta morendo anche per colpa loro. Sei tu a non capire, con cervello annebbiato dalle stron.zate che ti bevi da brava pecora.
“Non dare da mangiare ai Troll. Grazie.”
Invece la razionalità e ci permette di immaginare che senza la palla al piede delle scuole private (religiose e non) la scuola pubblica di stato potrebbe funzionare di gran lunga meglio e godere di maggiore considerazione da parte dei cittadini e delle istituzioni politiche.
Se è così, allora potrei avere una risposta razionale al modello che ho illustrato poco sotto, di grazia?
Sei un figo giuseppe, ti vogliamo bene.
@ giuseppe.
Lo Stato non ha bisogno di una religione (gestita da uno STATO ESTERO) che gli succhia 6 miliardi l’anno di risorse e gliene restituisce si e no il 20%.
Hai capito o ci vuole un disegnino?
Scusa, errore: voi clericalisti non capite manco i disegnini.
Posso provare a farlo io, un disegnino, o meglio un modellino (copio un mio post di qualche tempo fa, ma repetita iuvant). Non sono sicuro che piaccia a tutti, però, perché questo disegnino dimostra che, se i sussidi alle paritarie sono studiati bene, *le scuole pubbliche e i loro alunni sono i primi a trarne, indirettamente, beneficio*.
In che modo? Cerco di spiegarmi.
Nel paese X ci sono 100 alunni, tutti inseriti nella scuola statale. Lo Stato spende, in totale, un milione di euro (€ 1′000′000) per l’istruzione. La spesa per ciascun alunno è dunque di €10′000 (=€1′000′000/100), interamente a carico della fiscalità generale.
Alcune di queste famiglie però preferirebbero mandare i propri figli alla scuola paritaria, ma non possono permetterselo, a meno che non siano parzialmente aiutate da un contributo pubblico. Allora lo Stato decide di erogare un sussidio di € 5′000 a ciascun alunno che opterà per le scuole paritarie (la restante parte delle rette resterà a carico delle famiglie).
A questo punto, diciamo che – per dire – 10 alunni, per effetto del sussidio, si spostano dalla scuola pubblica a quella paritaria. Per costoro, lo Stato spenderà dunque un totale di €5′000 x 10=50′000.
Per gli altri 90 alunni, che continueranno a frequentare la scuola statale, lo Stato – a parità di risorse totali destinate all’istruzione – potrà spendere in totale €1′000′000-50′000= €950′000. Il che significa una spesa per alunno pari a 950′000/90= €10′556, vale a dire – sorpresa sorpresa – un ammontare *superiore* a quanto speso in assenza del sussidio alle paritarie. È ragionevole aspettarsi che questa maggiore spesa si traduca in un miglioramento del servizio.
Insomma, i finanziamenti alle scuole paritarie – se studiati attentamente – sono un buon affare in primo luogo per gli alunni delle stesse scuole statali, che possono ottenere un migliore servizio; al tempo stesso, le famiglie che lo desiderano sono messe in grado di mandare i propri figli alla scuola privata; e il tutto avverrebbe… guardate un po’, “senza oneri per lo Stato”!
Un disegnino interessante, no?
Migliore servizio? Mi sembra che l’indagine Pisa non fosse di quest’avviso. Abbiamo il testimonial vivente, la Gelmini, dell’affare che si fa mandando i figli alle paritarie.
Il tuo bel disegnino però è sbagliato.
Con i 100 alunni nel paese X hanno fatto 4 classi di 25 alunni spendendo per loro 1.000.000 di euro (spese per stipendio docenti, personale ata, manutenzione degli edifici scolstici ecc…).
Con i contributi 10 alunni vanno via. Rimangono 90 alunni. E pensa per loro avremo sempre 4 classi con 22/23 aluuni per classe. E indovina un pò…le spese di gestione rimangono le stesse.
Ma in più lo Stato avrà speso ulteriori 50.000 per la scuola privata.
Caro Tafano, esattamente come ti ha detto Alex, i calcoli teorici cozzano con la realtà dei costi sostenuti da una pubblica amministrazione. I conti si fanno con i bilanci in mano e non con il pallottoliere…
Bravo Alex, quella che tu descrivi e’ la realta’ l’ho verificato anche’io per direttamente (nipoti – putroppo).
Scuole parassitarie e in generare veramente mediocri.
@ Alex.
Non tutti i costi però sono rigidamente fissi. Diciamo che la maggior parte variano a “lotti” di alunni. Il mio modellino semplificava le cose usando numeri piccoli, ma con numeri più grandi (più vicini alla realtà), i risparmi di spesa diventano tecnicamente possibili.
Ossia, se gli alunni che passano dalle statali alle paritarie sono una percentuale irrisoria, è chiaro che il numero di classi (e dunque, di insegnanti, personale ata, metri quadrati…) dovrà restare invariato. Ma se fossero un numero consistente, ad esempio, si potrebbe ridurre il numero di sezioni, e magari accorpare più istituti, ovviamente nel rispetto di adeguati standard qualitativi.
E’ chiaro che ogni valutazione dovrà essere fatta caso per caso, sulla base di calcoli precisi. E soprattutto occorre che lo Stato abbia la capacità di razionalizzare la spesa (che è diverso dal tagliare in modo indiscriminato), invece capita purtroppo che vi siano scuole semivuote, ma ancora attive, anche a distanza di pochissimi chilometri l’una dall’altra, con inutili duplicazioni di costi. Gli ostacoli veri, perciò, sarebbero di natura politica (mantenere posti di lavoro indipendentemente dalla loro effettiva necessità), non tecnica o contabile.
Il mio modellino comunque era “teorico” nel senso che partiva da una situazione in cui tutti studiano nelle scuole statali e mostrava possibili risparmi se una parte si spostasse alle paritarie. Più realistico è partire da una situazione in cui una maggioranza sta nelle statali e una minoranza sta nelle paritarie. In questo caso, un aggravio dei costi a carico delle famiglie (l’IMU verrebbe inevitabilmente “scaricata” almeno in parte sulle rette) sposterebbe una parte degli alunni delle paritarie alle scuole statali. In questo modo, però, quegli stessi alunni, le cui famiglie prima erano disposte a pagare di tasca propria almeno una parte dei costi, ora sarebbero interamente a carico dello Stato, il quale sarebbe costretto a sostenere maggiori costi fissi. Infatti, è noto che è politicamente molto difficile tagliare la spesa pubblica, ma aumentarla riesce facilissimo ai politici. Naturalmente, questo si ripercuoterebbe in un ulteriore incremento della pressione fiscale per tutti. E’ davvero questo che si vuole?
In altre parole, sono consapevole che questi ragionamenti hanno dei limiti, se condotti in astratto. Volevo però tener presente il probabile rischio, per lo Stato, di accanirsi per risparmiare qualche milione di euro, per ritrovarsi poi a doverne spendere miliardi in più. Chi si dichiara razionalista, non può, a mio avviso, ignorare questa concretissima possibilità.
Mettiamo nel conto anche i ragazzi con handicap, che vengono sistematicamente
rifiutati dalle scuole cattoliche, come dimostrato da servizi televisivi.
Il sistema scolastico della chiesa è composto da circa 8.000 istituti, che vanno dagli
asili alle università. Un vero e proprio impero commerciale che non dovrebbe aver
nulla a che fare con una religione. Se sono in grado di gestirlo, paghino le tasse;
altrimenti chiudano bottega.
@Tafano,
se i numeri sono consistenti, i problemi possono essere maggiori, perché è vero che lo Stato direttamente risparmierebbe, ma a compensare la differenza (e a metterci magari anche qualcosa in più) saranno le famiglie che oltre a pagare lo Stato dovrebbero pagare la scuola paritaria.
Il problema comunque è una regolamentazione degli “incentivi” che ha la Chiesa.
8×1000, 5×1000, IMU, professori di religione, oneri concessori… Tutto in un grande calderone.
Quindi, i problemi sono 2.
1- Tanti soldi (pagati da tutti) dei quali beneficia solo una parte della popolazione, quella cattolica. Se un tempo c’era una sostanziale sovrapposizione tra popolazione cattolica e popolazione civile ora le cose stanno cambiando e bisognerà tenerne conto. Non credi?
2- Dove vanno tutti questi soldi? E’ proprio vero che lo Stato risparmia dando in “appalto” tutti questi servizi alla Chiesa? Tutte le volte che lo Stato Italiano cerca di fare luce su questi aspetti il Vaticano alza le barricate. Chissà perché….
@ Tafano:
http://mimmapallavicini.files.wordpress.com/2009/12/merda-dasino-progetto-di-vitaliano-biondi-per-antichi-poderi-del-paradiso-di-novellara-re.jpg
Scusate, signori: non dimentichiamo che la Costituzione italiana prevede la libertà di aprire scuole per enti e privati “senza oneri per lo Stato”: dunque non c’è nè da discutere nè da distinguere. O si rispetta la Costituzione o la si viola. Informo Giuseppe che l’articolo della Costituzione qui ricordato è il 33°. Infine, che le scuole degli enti religiosi accolgano i figli dei non abbienti è statisticamente del tutto infondato.
Guarda che i clericali la Costituzione la interpretano come la Bibbia: quello che fa comodo, si APPLICA ALLA LETTERA, quello che disturba SI INTERPRETA.
Infatti, vogliono che l’art. 29 sulla famiglia sia interpretato restrittivamente e secondo l’esegesi del loro Papa sterile celibe e protettore di pedofili, ovviamente.
Mentre l’art. 33 dev’essere interpretato con la manica più larga possibile, preferibilmente larga come una cornucopia da cui drenare miliardi di euro.
giuseppe parli come un borg cattolico……i conti sono che tutti devono pagare le tasse,se no anchio nel mio appartamento apro una scuola di cucina,come fare pappardelle alla utanesca,e dico che che faccio risparmiarie le scuole alberghiere…
quoto.
Beh, magari chiudessero tutte le materne dei religiosi!
Avremmo sì, un anno di puro panico per le famiglie con bambini piccoli, ma è certo che queste famiglie faranno così tanto rumore che il Parlamento dovrà per forza incentivare la realizzazione di scuole.
Ciò farà nascere un inevitabile nuovo fondo per le scuole private, ma stavolta vedremo nascere anche le strutture degli imprenditori laici, cioè di quelli che hanno sempre rinunciato a fare impresa sull’istruzione perché con la vecchia situazione sapevano di non poter concorrere contro l’imprenditoria religiosa.
Eccola, la sòla…
Definire una scuola privata cattolica “non commerciale” è una grossa forzatura.
Ho avuto la sfortuna di frequentare una scuola salesiana alle elementari e alle medie (o fortuna, dato che il mio cervello ha reagito anziché subito ed ora sono qui), non solo le rette non erano certo una piccola uscita per la famiglia, oltre a questo, all’interno avevano un’enorme rivendita di materiale da carto-libreria con prezzi eccessivamente alti rispetto ai negozi fuori di lì. Ogni cosa necessaria scuola (dal diario, obligatoriamente uguale per tutti ai vari libri extra che dovevano essere necessariamente di una determinata casa editrice, fosse anche stata la Divina Commedia per cui l’editore non importava) doveva essere fornita dalla scuola e quindi pagata alla scuola. Anche se non contiamo l’entrata del denaro per una qualche presunta “opera pia” (ad esempio il mese delle missioni dove il bambino era obbligato a portare un’offerta e, stranamente, il mese successivo arrivava qualcosa di nuovo nella scuola, dalla tv alla parabola alla statua di qualche madonna), all’interno della scuola c’erano parecchi scambi commercila il cui ricavo dell’istituto era palese. La stessa preparazione dei piatti per il servizio mensa per i primi anni era a carico delle suore e pagato interamente dalla suore e a giudicare dalla qualità dei piatti e dal costo del buono pasto, posso supporre un ricavo anche lì.
Recuperare qualche milione di euro di IMU da alcune scuole paritarie col rischio di doverne poi spendere MILIARDI per sostituire il servizio che verrebbe meno se altre paritarie dovessero chiudere? Sarebbe proprio l’affare del secolo!!
Ma possibile che sia così difficile comprendere che i sussidi (inclusi i benefici fiscali) alle scuole paritarie sono un’inezia di fronte ai costi che lo Stato dovrebbe accollarsi se tutti gli alunni frequentassero le scuole statali? Oltretutto, è proprio grazie ai sussidi che le scuole paritarie evitano di essere un’esclusiva per i figli dei “ricchi”.
Sono sicuro che queste cose Monti le sa. Non così, purtroppo, certi laicisti alle vongole nostrani…
IO credo che i miliardi si formino raggruppando tante tante piccole inezie. Quindi ogni cosa, anche una piccola inezia, può alla lunga fare la differenza.
Non credo inoltre che il pagamento dell’IMU per una scuola cattolica possa addirittura metterla nelle condizioni di chiudere (e sicuramente non è nell’interesse della Chiesa farle chiudere con tutto il lavoro di evangelizzazione che fanno là dentro), come nella maggior parte dei casi questa tassa pagata da un’operaio non lo mette nelle condizioni di vendere casa e stare per strada.
@Tafano
Ma guarda che con le loro costosissime rette potrebbero benissimo sostenere il costo
dell’ici senza problemi. Hai idea di quanto costi una retta in una scuola superiore privata? La famiglia di mio zio circa 15 anni fa pagava circa 3.000.000 di lire. Non oso pensare quali siano adesso i prezzi adesso.
Davvero credi che con simili cifre non siano in grado di pagare la tassa e pioverini saranno costretti a chiudere? Non dire assurdità. Non vogliono solo fare diminuire i loro enormi profitti. Spiegami poi perchè una persona che guadagna ad esempio 1000 euro al mese deve essere costretta a pagare l’imu sulla casa dove vive e invece certi enti che gestiscono un giro d’affari milionario non dovrebbero pagarla?
@ Tafano.
Davvero? E come mai lo stesso discorso non vale per TUTTE le altre tipologie di scuole private? A questo punto, visto che “privatizzando lo Stato risparmia”, chiudiamo la scuola pubblica e affidiamo tutto ai privati, vero?
I clericalisti al barolo de noantri vogliono le LORO MADRASSE (ma, chissà perchè, non quelle delle altre religioni) finanziate dallo Stato nonostante la valanga di denaro che GIA’ drenano da mille rivoli.
Valanga di denaro che NON BASTA MAI, perchè la Chiesa è ormai una enorme multinazionale per la commercializzazione della SUA fede, con interessi in decine di campi. Interessi che pretende siano protetti dalla concorrenza e siano esentasse.
@Tafano
Il fatto che lo Stato non sia capace di garantire un’istruzione pubblica per tutti è solo un demerito. E le iniziative della gelmini di certo non hanno aiutato. Le scuole confessionali, stanno bene, credimi, sono attaccate a quello che già hanno. Tra l’altro tutta questa qualità nelle scuole paritarie non l’ho mai vista, sono stato costretto a farci un anno (privata, non confessionle) e lo standard era uno schifo, ho fatto tutto da me. I sussidi di cui tanto parli, possono essere dirottati sulle scuole pubbliche. Le scuole confessionali non hanno motivo di esistere, se dovessero chiudere non sarebbe una perdita. la mancanza di fondi in generale dipende da ben altre cause. Un po’ di documenti li leggete mai, almeno?
@ Elena. Il problema è di evitare di accanirsi per recuperare un’inezia, quando poi si rischia di dover sborsare un’enormità!
@ Alex.
E tu hai idea di quanto sia il costo per studente di una normale scuola statale? Il MIUR parla di un costo annuo tra i 6000 e i 7000 euro (cf. “La scuola in cifre 2011”, pag. http://www.istruzione.it/web/ministero/index_pubblicazioni_11). Ammettiamo che una paritaria sia più efficiente, per cui il suo costo medio per studente sia inferiore (che so, 5000€? Non ho dati precisi). Senza sussidi, comunque, TUTTO questo costo sarebbe a carico delle famiglie. Quante potrebbero iscrivervi i loro figli? Invece, con un sussidio, le rette si abbassano (non devono coprire per intero i costi sostenuti dalla scuola), e perciò un maggior numero di famiglie opta per la paritaria.
Ora, è chiaro che che di fronte ad un aumento dei costi (come quello dovuto all’introduzione dell’IMU), le scuole paritarie potrebbero certamente “sopravvivere”, alzando notevolmente le rette. Così, però, esse resterebbero un’esclusiva per i più abbienti. Soprattutto, molte famiglie, che avrebbero pagato la retta “scontata” grazie ai sussidi, non sarebbero più disposte a pagare il costo intero (i 5000 euro che avevo ipotizzato), e si rivolgerebbero alle scuole statali. Si rischia così che, per evitare di sussidiare UNA PARTE del costo dell’istruzione di questi alunni (alle paritarie), lo Stato si ritrovi a dover pagarlo PER INTERO!
E sto tralasciando volutamente ogni discorso sul diritto dei genitori a garantire ai figli un’educazione in sintonia con i propri valori…
Ah, e poi perché parli di profitti, quando la norma riguarda istituti non profit? Tenendo conto che “non profit” non significa non operare secondo criteri di economicità, ma significa l’obbligo di reinvestire gli eventuali utili realizzati nell’attività dell’istituto stesso.
@ Southsun
Chiaramente, il discorso è valido per tutti i tipi di scuole private, cattoliche e non. Per avere accesso ai sussidi statali, però, è necessario rispettare alcuni standard fissati dal Ministero (da cui la definizione di “paritarie”).
Comunque, se vuoi sapere come la penso, a mio avviso, lo Stato non dovrebbe finanziare DIRETTAMENTE la gestione di nessun tipo di scuola. Dovrebbe, invece, fornire alle famiglie dei vouchers (inversamente proporzionali rispetto al loro reddito), cosicché le famiglie stesse possano finanziare l’intero costo dell’istruzione dei figli. Esse sarebbero libere di scegliere tra scuole gestite dallo Stato e da scuole gestite da privati, purché queste ultime soddisfino precisi standard qualitativi. Si creerebbe così un virtuoso sistema di quasi-mercato, dove ogni scuola sarebbe responsabile del proprio bilancio, e sarebbe libera di promuovere la propria offerta formativa in una virtuosa competizione
che stimoli efficienza e qualità.
Non ci sarebbe il rischio di incentivare così la costruzione di diplomifici? No, se venisse finalmente eliminata la finzione del valore legale del titolo di studio. Ogni scuola competerebbe solo sulla base della sua reputazione.
@ gmd85
Sì, è vero, in Italia (a differenza di quanto avviene all’estero) non sempre le scuole private hanno ottimi standard qualitativi. Come si risolve il problema? Basterebbe fissare criteri più restrittivi per avere accesso ai sussidi pubblici. Quanto all’aspetto economico, mi ripeto, lo Stato guadagna se gli alunni scelgono scuole non statali anche sussidiate, in quanto il sussidio, in ogni caso, copre SOLO UNA PARTE dei costi di istruzione (il resto è coperto dalla retta), mentre per gli studenti delle scuole statali lo Stato deve accollarsi L’INTERO COSTO. E non è una differenza da poco!
Ah, “Le scuole confessionali non hanno motivo di esistere, se dovessero chiudere non sarebbe una perdita”? Complimenti! Ma non erano i laici a propugnare il valore della tolleranza, una volta?
No, andrebbe riformato tutto il sitema scolastico, garantendo una vera selezione del personale docente. Ti sembra normale che l’istruzione debba essere un peso per lo stato?
Toleranza: nessuno vuole impedire a nessuno di apprendere la religione. C’è il catechismo per farlo, non serve una scuola apposita, che di tolerante avrebbe ben poco, Visto che hai introdotto l’argomento, come la vedresti una scuola privata laica senza l’insegnamento della religione.? Un abominio? Sentiamo.
“E sto tralasciando volutamente ogni discorso sul diritto dei genitori a garantire ai figli un’educazione in sintonia con i propri valori…”
Giovani comici.
@Tafano
Io penso che sia assurdo pretendere una valutazione caso per caso. Sarebbe in incubo burocratico.
Piuttosto hai dei dati sulle percetuali degli alunni che attualmente frequentano le scuole dell’obbligo paritarie ? Io sono convinto che il loro riassorbimento nelle scuole statali non comporterebbe il disastro che paventi.
Ma poi sei davvero convinto che le scuole private non abbiano già adesso lauti guadagni che potrebbero coprire il costo dell’imu senza problemi?
“E sto tralasciando volutamente ogni discorso sul diritto dei genitori a garantire ai figli un’educazione in sintonia con i propri valori…”
Io invece credo che sia più da tutelare il diritto dei figli di ricevere un’educazione imparziale e che dia loro la libertà di sviluppare una propria opione e dei propri valori. Ma per curiosità diresti la stessa cosa per il genitore islamico che vuole contributi e esenzioni per una scuola islamica?
Ti faccio presente che, nella sola scuola materna, i bambini iscritti a scuole non statali sono più del 40% del totale. Se venissero riassorbiti dagli istituti statali, questi dovrebbero quasi raddoppiare i posti a disposizione…
Quanto ai “lauti guadagni”, ricordo che si parla di istituti NON PROFIT.
Infine: una scuola di ispirazione islamica (ma anche liberale, socialista, …)? Se rispetta gli standard del ministero per essere classificata come paritaria, perché no?
Tafano io ho parlato di scuola dell’obbligo (e la scuola dell’infanzia non lo è).
Anche se personalmente reputo vergognoso che in un paese civile le persone siano costrette a iscrivere i figli ad un asilo privato (pagando rette piuttosto costose) solo perchè in quelli comunali o statali non c’è posto. E questa è una mancanza dello stato che andrebbe corretta il prima possibile.
Personalmente non riesco proprio a considerare una scuola paritaria (religiosa o meno) come ente “no profit”, ma su questo non saremo mai della stessa opinione.
Onestamente conoscendo uno dei gestori di una scuola paritaria della mia città (scuola superiore paritaria non religiosa) non riesco proprio a considerarlo un benefattore della cittadinanza che gestisce un ente no profit. La sua attività è molto profit, credimi.
Niente, rigira intorno all questione. Nion ha molto chiari i principi universalisti, temo. . Uno stato che non garantisce l’istruzione alla popolazione, non merita di essere stato.
Ed è convinto che le scuole paritarie non chiedano rette alte. Contento lui.
@ Tafano
Il tuo modellino si basa su qualche assunzione non provata:
* che le scuole paritarie siano più efficienti;
* che le scuole paritarie diano un’istruzione mediamente paragonabile a quelle pubbliche;
* che lo spostamento di alunni dall’una all’altra mantenga inalterata la migliore produttività (non provata) delle scuole paritarie rispetto alle pubbliche;
* che le risorse spostate dalla pubblica alla privata non possano essere utilizzate per migliorare la produttività delle pubbliche.
Insomma, un modello pro domo tua. Ennesimo articolo di fede.
Da clericali alle cozze
Ma l’assunzione che le scuole paritarie siano più efficienti non è affatto necessaria al modello! Vabeh, diciamo allora che anche per le paritarie il costo annuo per alunno va dai 6000 ai 7000 euro, come per lo Stato: non cambia niente. Finché lo Stato finanzia solo una parte di questo costo (lasciando pagare il resto alle stesse famiglie), anziché finanziarlo per intero come avviene per gli alunni delle statali, lo Stato avrà un vantaggio in termini puramente economici. Quanto alla qualità dell’istruzione, ripeto, basta individuare criteri più restrittivi per l’accesso ai sussidi.
Al limite potresti contestarmi che molti costi sono fissi, indipendenti dal numero degli alunni. A questo ho già replicato sopra, precisando che ovviamente, nel concreto, ogni valutazione deve essere effettuata caso per caso.
@ Tafano
Purtroppo caschi male, ma proprio male.
lo spostamento massiccio di alunni da una scuola all’altra implicherebbe che quelle paritarie debbano sostenere costi di struttura adeguati a far fronte all’aumento della domanda. Lascia perdere….
Le strutture devono essere finanziate, il finanziamento ha un costo, etc.
Senza la struttura non si può essere efficienti e via di seguito.
Scusa per averti rotto il giocattolo.
@ Tafano
Insomma il tuo modello prevede che se una produzione di massa con forti barriere all’entrata è inefficiente si ottenga più efficienza spostando la produzione presso piccole aziende con struttura produttiva inadeguata. Epperò!
Non è affatto detto che le scuole paritarie debbano essere più piccole di quelle statali! Esse, infatti, potrebbero rivolgersi ad un bacino di utenza geograficamente più esteso di queste ultime, “raccogliendo” così alunni che, in loro assenza, si sarebbero iscritti ad una pluralità di altre scuole, in quartieri/comuni diversi.
Quanto all’efficienza, ripeto, abbandoniamo pure l’ipotesi che le private siano più efficienti delle pubbliche, e assumiamo che il loro livello di efficienza sia simile (e così anche i rispettivi costi di gestione e di struttura). Resta il fatto che, per gli alunni delle prime, lo Stato sborserebbe tutt’al più il costo di un sussidio, per quelli delle seconde, invece, deve accollarsi la totalità dei costi (di struttura e di gestione).
@ Tafano
“Non è affatto detto che le scuole paritarie debbano essere più piccole di quelle statali! Esse, infatti, potrebbero rivolgersi ad un bacino di utenza geograficamente più esteso di queste ultime”
Te lo devo fare io il disegno?
Ci sono le scuole più grandi di quelle statali? Se no vanno fatte!
E ora ritorna agli interventi sopra e cerca di capire sia quello che scrivo io sia quello che scrivi tu. E insomma!
Altro che vongole…
Ma io non ho mai parlato di efficienza, se non – incidentalmente – per ipotizzare che la scuola paritaria abbia un costo per studente leggermente inferiore a quella pubblica. Può darsi che questa ipotesi non sia realistica, e allora abbandoniamola: in effetti è possibile che, se le scuole paritarie sono meno elefantiache in termini di personale (questa voce occupa il 91% delle spese del MIUR, inclusi gli investimenti in conto capitale, che sono una percentuale irrisoria), d’altra parte esse abbiano costi di struttura proporzionalmente più rilevanti. Ammettiamo pure, allora, che il costo per studente sia uguale tra i due tipi di scuola.
Io parlavo di CHI PAGA quel costo. E facevo notare come, nelle paritarie, esso è pagato in parte dalle famiglie (che peraltro, con le loro imposte, finanziano anche le scuole pubbliche, nella stessa misura in cui lo fanno tutti gli altri contribuenti) e in parte dai sussidi pubblici. In quelle statali, invece, tutto è a carico dello Stato. Il mio modellino voleva semplicemente dire che, con una struttura di costi non troppo rigida ed una buona elasticità della domanda al prezzo (alle “rette”), è assolutamente plausibile che maggiori sussidi alle paritarie si traducano in più risorse a disposizione per la scuola pubblica. E viceversa, maggiori aggravi sulle paritarie (come l’introduzione dell’IMU) alla fine saranno molto probabilmente pagati, e in modo salato, dal contribuente. Tutto qui.
@ Tafano
“Io parlavo di CHI PAGA quel costo. E facevo notare come, nelle paritarie, esso è pagato in parte dalle famiglie (che peraltro, con le loro imposte, finanziano anche le scuole pubbliche, nella stessa misura in cui lo fanno tutti gli altri contribuenti) e in parte dai sussidi pubblici. In quelle statali, invece, tutto è a carico dello Stato”
Stefano, più sotto:
Aumentino le rette in modo da pagare l’IMU. Così il tributo di una scuola che si è scelto di frequentare avendone a disposizione una pubblica la paga chi ha fatto la scelta, non gli altri.
Non volevo intervenire in questa disputa tra ragionieri (detto in senso buono, sia chiaro) perchè non saprei proprio come districarmi… ma una riflessione l’ho fatta e forse vale la pena comunicarla.
Qui si parla di cifre, di soldi, cioè di dati concreti, di fronte ai quali, ‘cifre alla mano’ come si dice, non dovrebbe esserci mistificazione ideologica che tenga. Invece si sa benissimo che l’deologia finisce sempre per farla da padrona. Intanto cominciando proprio dalle cifre che, come sempre avviene quando si tirano in ballo per previsioni, preventivi, nell”ipotesi che’, ecc., nonostante si parta da dati che dovrebbero essere quelli effettivamente esistenti e tali per tutti, sono quanto di più aleatorio, di manipolabile, si possa immaginare… e pare non sia ancora comparso l’economista, fosse pure premio nobel, cha abbia azzeccato una previsione basandosi solo sulle cifre. Diverso il discorso se si parla di economia politica, dove le cifre contano, naturalmente, ma decisive sono poi le scelte politiche… cioè – sia detto non ncessariamente in senso negativo – ideologiche.
Cosa c’entra tutto questo col non far pagare l’ICI alle scuole private qualora non producano utili? Intanto anche qui le cifre ‘ballano’ a piacere perchè – come è riportato dalla notizia, e come ci sarei arrivato perfino io – ‘aggiustare’ un bilancio non richiede un mago della contabilità… ma soprattutto perchè dovrebbero essere altri a mio parere i criteri da seguire. Ideologici? Chiamiamoli come vogliamo, di fatto poi finiscono sempre comunque per essere quelli decisivi. E qui in ballo c’è un principio che, se fatto valere, condiziona tutto: il principio della sussidiarietà! Se lo stato la riconosce, e anzi ne esalta il ruolo e l’importanza, dopo sarà sempre più difficile sapere quando e dove è giusto ricorrervi, e soprattutto in che misura la si deve sovvenzionare… per cui, come sempre per queste valutazioni alla fine contano i rapporti di forza. E quale sia la ‘forza’ che ha in Italia il varticano, lo sappiamo.
E per entrare ancora più nel merito, basta considerare la valutazione condotta dall’amico Tafano. Anche ammesso (ma per niente concesso) che siano esatte le sue valutazioni circa i costi che, ad esempio, si dovrebbe sobbarcare lo stato qualora dovesse sostituire con scuole pubbliche le scuole private messe in crisi dal pagamento dell’IMU (fa un pò ridere, ma tant’è)… qual è l’idea forza di questa ipotesi che la tiene in piedi cifre o non cifre? Il RICATTO RESO POSSIBILE DALLA SUSSIDIARIETA’. Ripeto, quale che sia l’attendibilità dei suoi calcoli, lì si prospetta la possibilità che lo stato in questo settore perda l’apporto della sussidiarieà. Come stanno le cose (come ha di fatto voluto che siano), non può permetterselo.
Cosa fare? Almeno non illudersi che un qualche provvedimento tecnico – in buona o mala fede – cambi davvero la situazione. Sussidiarietà e ricatto sono le due facce della stessa medaglia.
Rinunciare al principio di sussidiarietà e statalizzare tutto? Certo che si potrebbe: ma probabilmente occorrerebbero (butto un po’ di cifre a caso) una pressione fiscale al 75%, un debito pubblico al 200% del PIL… insomma, sarebbe del tutto insostenibile.
Piuttosto, i laici potrebbero avvalersi del principio di solidarietà per fondare scuole ispirate ai propri principi. Nell’ambito delle università, in Europa, vi sono esempi illustri, come l’Université Libre de Bruxelles (fondata da ambienti liberali e massonici) e la London School of Economics (almeno originariamente di ispirazione socialista/laburista).
@ Tafano
Atei o credenti i soldi li tira fuori dalle tasche chi vuole una scuola diversa da quella statale. Credo sia facile da capire.
In merito all’efficienza, un sistema che storna il 15% di quel che riceve a scopi di sussidiarietà è inefficiente quanto lo stato se non di più.
“Rinunciare al principio di sussidiarietà e statalizzare tutto? Certo che si potrebbe: ma probabilmente occorrerebbero (butto un po’ di cifre a caso) una pressione fiscale al 75%, un debito pubblico al 200% del PIL… insomma, sarebbe del tutto insostenibile.”
Ma guarda che è esattamente ciò che ho detto io. Una volta fatto proprio il principio di sussidiarietà e impostato il bilancio dello stato in questa prospettiva è poi difficile, come per la droga, farne a meno. Se poi la supplenza viene monopolizzata da un potere che rivendica di fatto una sua autonomia dallo stato e lo stato per questo ringrazia, più che difficile è impossibile. In quanto a ‘statalizzare tutto’… a parte anche qui la questione di principio… a questo punto, è ovvio, è del tutto irrealistico.
E non resta che sottostare al ricatto… ma almeno essere consapevoli che si è concessa una supplenza a chi ha la forza per ricattare.
Questione di punti di vista, probabilmente. Io, nel principio di sussidiarietà, non vedo affatto un ricatto, bensì una bella occasione, per la società civile, di manifestare il proprio spirito di iniziativa e contribuire positivamente alla costruzione della società. Un’occasione non certo riservata ai cattolici, e che – soprattutto in altri Paesi europei – anche i laici hanno colto, ottenendo peraltro risultati ragguardevoli.
Io avrei scritto lobby cattolicista!
FALSO, che qualcuno giudichi questo emendamento, un provvedimento rivolto al nobile obbiettivo di far pagare l’ICI alla CAAR…!!
QUESTO E` UN CONDONO!!!…Nessuna differenza tra i tecnici di Monti, ed i politici di Berlusconi!!!
http://www.leggo.it/news/mondo/gesu_annuncio_maometto_il_vaticano_chiede_perizia_su_un_vangelo_di_1500_anni_fa/notizie/167783.shtml
Non si dovrebbero lasciare tutti quei soldi alla CCAR – CEI – Vaticano, è molto sconsigliabile e infatti ci sono sprechi ingenti e stiamo al limite del default finanziario come stato nazionale.
Suvvia, non pensiamo male, non si permetteranno mai di fare degli intrallazzi, sappiamo come in Italia il reato di falso in bilancio sia considerato gravissimo, soprattutto dopo le leggi emanate dal governo Berlusconi. 🙄
E’ quello che ho pensato anch’io.
Come commento, non posso che riproporre quanto ho scritto ieri giorni fa.
crebs scrive:
26 febbraio 2012 alle 9:39
Nei post precedenti sullo stesso argomento tutti praticamente dicevamo che si sarebbe dovuto attendere la pubblicazione sulla G.U. (e forse anche la reale applicazione, visto che siamo un paese dove fino ad ora è stata tollerata, quando non incoraggiata, l’evasione fiscale di determinate categorie).
Le sortite recentissime di Lupi, Casini, Ceccanti e altri paladini del Vaticano, pronti a impoverire l’Italia pur di non dispiacere ai preti, non mi fanno ben sperare.
Ritengo che per cercare di limitare i danni che causerà questa offensiva dei confessionalisti, sia necessario:
1) l’impegno personale di ogni laico su internet, intervenendo su tutte le votazioni on line sull’argomento, postando sui siti frequentati le nostre ragioni, …. Non mi illudo che serva a molto, ma è sempre una forma di pressione visibile.
2) La continuazione, fino all’uscita dei decreti ministeriali attuativi, della mobilitazione dell’UAAR e di tutte le organizzazione laiche perchè questo, penso, è il momento cruciale.
3) Sarà necessario, dovunque la cosa sia possibile, convincere i giornalisti che già hanno scritto sull’argomento e che hanno le nostre posizioni a continuare la campagna non ritenendo ormai acquisito il successo.
4) Penso però che attualmente la cosa più importante da fare (forse l’unica che ha veramente convinto i nostri politici) sia aumentare la pressione dell’Eropa sul nostro governo; la cosa è fattibile solo attraverso i radicali.
5) Pubblicizzare i nominativi dei parlamentari europei eletti in Italia che appoggiano le iniziative radicali su questo tema .
Ci sono voci su accordi sotterranei fra Monti e Almunia per non disturbare troppo il Vaticano; i radicali dovrebbero ora alzare la voce in Europa, altrimenti l’ottimo lavoro svolto fino ad ora sull’argomento rischia di rimanere inutile, beffato da strani sotterfugi. Non conosco quali meccanismi dovrebbero attivare in Europa i radicali, ma sono convinto che se si aspetta passivamente la pubblicazione sulla G.U. ci potrebbero essere delle sorprese.
Sorprese anche maggiori mi aspetto dai decreti attuativi ministeriali, ovvero dalle regole con cui i ministeri interpreteranno la legge pubblicata; anche qui l’Europa, tramite i radicali che sembrano gli unici interessati, dovrebbe intervenire preventivamente, mettendo in chiaro quali sono i parametri senza i quali l’Italia andrebbe incontro alla multa comunitaria.
Non so come finirà. Di certo lo sanno molto bene i tecnici: chi si avvicina al fuoco si scotta, e con tutti i guai che ne possono sortire, le campane e le trombe, si sono fatte sentire. Se non bastasse,
ci penseranno le testate messe sotto processo dal molleggiato a fare rientrare nei ranghi la …buona volontà di sua eminenza con il beneplacito di tutti i baciapile
e se -chessò?- l’87 % delle scuole paritarie, fossero di “associazioni umaniste”,
e il restante 13% di varie organizzazioni?
Non dovrebbero essere comunque finanziate in alcun modo. Una scuola paritaria, a prescindere dal proprietario dovrebbe sostenersi esclusivamente tramite le rette dei suoi iscritti o sulla base di donazioni volontarie.
@ Il parroco di funo
Chi vuole una scuola diversa da quella statale – ATEO O CREDENTE – se la paga.
E’ più chiaro?
Visto che ci sei, approfitto per qualche domanda a proposito della scuola materna parrocchiale di Funo:
– Quanto è la retta nella scuola parrocchiale di Funo (nel sito non c’è)?
– Quante insegnanti ci sono/titolo di studio/conseguito dove, e quanti bambini?
– Quante percepiscono uno stipendio e a quanto ammonta?
– Cosa copre il contributo del comune di Argelato (7500 euro all’anno per sezione e 650euro per bambino)?
– Quanto pagherebbe la parrocchia di ICI sull’immobile destinato alla scuola?
Curiosità leggendo il sito: come mai solo un’ora di attività didattica e quasi due di riposino?
Il punto non è stabilire una quota fissa per questa o quella organizzazione: se una scuola offre un servizio alla pari con quello statale, negli obblighi verso gli studenti, può andare che sia considerata una non profit, e per questo motivo ci può stare l’esenzione dalle tasse. Sulla proprietà però la Chiesa cattolica italiana si troverebbe in posizione di grande privilegio rispetto ad altra struttura privata, costretta a spendere per affitto o mutuo, e per questo motivo non trovo giusto che sia esentata dal pagamento di una tassa sugli immobili di proprietà, che fruttino oppure no.
Nel caso il parroco volesse rispondere, aggiungo che a giudicare dalle immagini presenti sul sito della parrocchia le due suore non sembrano italiane (sicuro che le paghi più di 3mila euro al mese?), e invece tra i bambini non sembra di vedere stranieri. Quindi si importa personale (qualificato? boh) dal terzo mondo, e si lasciano a casa persone che per la cui preparazione lo stato italiano ha investito inutilmente, dato che non vengono create strutture in grado di assumerle. A 3mila euro al mese si darebbe lavoro a molte persone, parroco, e anche a molte famiglie. Le tue suore invece potrebbero insegnare nel terzo mondo dove c’è tanto bisogno. Non trovi?
non risponderà mai.
e, se lo farà, non lo farà nel merito
parroco,
pensa se invece le scuole fossero 100% pubbliche e laiche!
E 26.000 profittatori fossero a spasso in cerca di lavoro…
non mi dispiacerebbe mica, sai?
Se basta l’imu a far fallire una scuola, è GIUSTO che quella scuola fallisca. Parassiti.
@ fab
Concordo. Senza contare che simili “delicatezze” non vengono usate per altri tipi di attività.
Incompetenti.
@ giuseppe
Incompetente sei tu. Se una scuola fallisce perché deve pagare l’IMU significa che non è efficiente. E che comunque non potrebbe sostenere un costo aggiuntivo di importo pari all’IMU con nome diverso.
Certo che non perdi occasione per far bella figura stando zitto.
O magari significa che le rette sono appena sufficienti a coprire i costi. Alla faccia dei megaprofitti che qualcuno ama vedere, non si sa bene con quali prove, quando si parla di Chiesa e religiosi.
@ Tafano
Il patrimonio della chiesa non deriva da “profitti” reinvestiti?
O è frutto della moltiplicazione dei mattoni e delle cazzuole?
@ Tafano
Prima che tu parta in quarta con i “regali” e le “donazioni”, se fatte ad un’azienda contribuiscono alla formazione del profitto. E sono soggette a tassazione. Per la chiesa?
@ Tafano
“O magari significa che le rette sono appena sufficienti a coprire i costi”
Aumentino le rette in modo da pagare l’IMU. Così il tributo di una scuola che si è scelto di frequentare avendone a disposizione una pubblica la paga chi ha fatto la scelta, non gli altri.
Prima che tu mi tiri in ballo la donazione di Costantino, ti ricordo che in questo momento stiamo parlando di scuole, per la precisione di istituti paritari NON PROFIT. Proprio in quanto non profit, essi sono (e, giustamente, saranno) esentati dall’IMU. Quel che lamentavo poco sopra è il furore ideologico di certi laicisti alle vongole per cui, se in qualche modo ci son di mezzo dei preti, allora automaticamente ci si riempie la bocca di fantomatici megaprofitti, che bisognerebbe tassare “a prescindere”.
@ Tafano
La donazione di Costantino non c’entra una vongola, per rimanere in tema.
Il patrimonio si costituisce con profitti non consumati (tra i quali le donazioni). Il patrimonio immobiliare della chiesa è notevolissimo, 20-22% di quello nazionale (a proposito di fantomatici megaprofitti e tassazione a prescindere).
Se la chiesa preferisce investire in immobili piuttosto che in scuole questa è una sua decisione in tema di gestione delle risorse.
Che ne distolga dalle attività profittevoli per pagare l’IMU su quelle no profit se ci tiene.
Le aziende pagano l’IMU anche se in perdita.
La pagano anche le cooperative (che non hanno scopo di lucro). E pure quelle con forte ruolo sociale.
Quindi pare proprio che per il momento abbiano ragione i laicisti alle vongole che se ci sono di mezzo i preti è più facile che questi riscuotano piuttosto che paghino.
@ Tafano.
Guarda che QUI il nocciolo del problema è proprio il finanziamento STATALE (in mille rivoli) alla Chiesa cattolica (cioè, un entità governata al 100% da uno STATO ESTERO).
Se la Chiesa fosse esclusivamente finanziata dai suoi fedeli attraverso donazioni dirette o con il pagamento di una tassa volontaria (come in Germania) NESSUNO avrebbe da ridire. Ognuno dei suoi soldi ne fa quello che vuole.
L’altro problema è il meccanismo col quale la Chiesa accumula PROPRIETA’ IMMOBILIARI e ATTIVITA’ COMMERCIALI che poi vengono esentate dalle tasse per un motivo o per l’altro: lecito, illecito o furbesco.
E’ ora di finirla con le furberie di madama la marchesa!
@ Stefano
Ancora peggio: posso anche accettare una scuola che non sia efficiente, purché sia efficace; ma se basta una cosetta da qualche centinaio di euro per mandare in malora una scuola, allora c’è qualcosa di gravissimo nella sua gestione. Potrebbe ad esempio essere diretta da giuseppe.
Ricordate?
I vescovi tempo fa dissero: “Far pagare l’ICI alla chiesa? Se ne può parlare.”
Appunto: SOLO “PARLARE”, A VUOTO, PER FINTA?!?!?!? 👿
http://www.repubblica.it/politica/2012/02/24/news/consiglio_semplificazione-30447641/index.html?ref=search
Scusate, qualcuno mi sa spiegare questo articolo qua sopra?
Certo, l’articolo 215 del codice civile individua chi sia l’imprenditore commerciale, tra cui chi scambia beni e servizi, tipo una scuola di formazione…. allora dovrebbero pagare l’ICI… ma i preti dicono che siccome forniscono istruzione obbligatoria, rendono un servizio pubblico e non commerciale… quindi dovresti distinguere tra chi forma a livello commerciale e chi lo fa come servizio pubblico.
Il governo dice “state tranquilli, non c’entra commerciale c’entra il no profit, cioè se tutto quello che guadagni lo spendi in stipendi donazioni a enti caritatevoli e cose buone che ti salvano l’anima, non paghi nemmeno l’ici… “vedi l’altro mio post.
Almeno così ho capito ma ben venuti ad altri chiarimenti.
volevo dire 2195 codice civile.
mi sembra che sia chiarito qui:
http://www.corriere.it/politica/12_febbraio_27/monti-imu-scuole_9ad16a6e-6153-11e1-8325-a685c67602ce.shtml
A questo punto bisogna vedere se avranno la capacità di controllare l’effettiva “modalità concretamente ed effettivamente non commerciali”.
Vedi il fatto è che per me una scuola di formazione privata è sempre una istituzione commerciale, a meno che non segua in tutto e per tutto i programmi di formazione del ministero e gli insegnanti siano scelti dallo stato e pagati dalla scuola. Se poi ha anche il vincolo di no profit allora possiamo interpretare, ma resto del parere che l’IMU o una patrimoniale comunale la devono pagare tutti, anche Medici senza frontiere, la croce rossa o emergency se aprono un ospedale e curano i malati gratis. Altrimenti finiremo sempre che la legge per gli amici si interpreta e per i nemici si applica.
Brava Sandra!
Hai centrato il primo dei grandi problemi di questa legge sull’IMU alla CCAR.
A prescindere dal fatto che moltissimi comuni non hanno mai censito a livello catastale, gli immobili di proprietà della CCAR, il grande problema sarà dover controllare tutto quanto..! Dalla metratura quadrata dei cosidetti edifici “misti”, alle loro autocertificazioni. Aspettiamoci una valanga di burocrazia e una marea di lavoro.
Ma era chiaro, scusate.
Se io ho una no profit, sono socio e amministratore delegato, mi pago 200.000 euro al mese di stipendio e chiudo il bilancio in negativo dov’è il profitto ? Chiaramente non c’è e nemmeno se faccio donazioni deducibili alla parrocchia locale.
Il punto è che se la patrimoniale è una patrimoniale e vogliamo redistribuire il reddito allora NESSUNO può esimersi a prescindere dall’essere ente commerciale o di utilità sociale o partito politico, scuola ospedale o cimitero.
Altrimenti rassegnamoci, il senso è che l’IMU serve a poco come patrimoniale e traiamone le logiche conclusioni su questo “governo”.
Beh, veramente le “mie” conclusioni su questo “governo” le ho tratte da tempo:
1) In confronto al ladro professionista Monti, Berlusconi era un ladruncolo della domenica (infatti B entrò in politica essenzialmente per non finire in galera per altre cose).
2) Monti è filoclericale e non si smentirà mai.
3) Le “manovre finanziarie” di Monti saranno deleterie per la popolazione.
4) Monti ci farà avere la pensione solo poco prima della nostra morte, e sarà pure una magra pensione.
5) Il resto (“blitz” a Cortina ecc., fino all’ “ICI” alla chiesa) sono tutte finte, fumo negli occhi per ingannare i tordi e per poter (falsamente) dire: “Avete visto? Sono stato “equo”, come promesso”.
Altrimenti, invece di macellare il già povero sistema pensionistico italiano e promettere guai per l’articolo 18, perchè Monti non è partito subito a spron battuto contro l’evasione fiscale e la corruzione, che sono le “perdite” più consistenti nei conti dello Stato?
Monti è palesemente a favore dei più ricchi (chiesa compresa) e a sfavore della maggior parte della popolazione.
Un “anti-Robin Hood” in giacca, cravatta e titoli di studio da “economista”.
Di passaggio: consiglio il libro “Processo agli economisti” di Roberto Petrini, ed. chiarelettere.
non so come si faccia a avere fiducia di Monti: governo non eletto, pluto-massonico-industrial-universitario(privato) a difesa delle lobby e contro le fasce più povere della cittadinanza.
Ecco, anch’io sono mesi che lo dico, e spesso mi si risponde male. Mah… Eppure mi pare così evidente!
Vedete il mio intervento qui sopra alle 18:59 in risposta al Markus delle 17:12…
giuseppe scrive:
25 febbraio 2012 alle 20:59
Le parole del santo padre vanno contestualizzate, non estrapolate dal discorso per rigirarle come fa comodo…
Ad ogni modo, il matrimonio è un’istituzione che va rispettata e un bambino dovrebbe nascere all’interno di esso ma purtroppo certe persone non riescono a controllare i loro impulsi.
Grazie all’astinenza prematrimoniale, e quindi ad una vita moralmente retta, un uomo e una donna possono capire il valore del proprio corpo e della propria vita. Questo però è un concetto che si comprende solo nella fede e nell’amore di Dio.
Per quanto sembri il commento di no che puo’ pensarla come me, io non ho mai scritto questo commento. O c’é una omonimia o c’é un trucco da parte di qualcuno. Lo riporto qui perché l’altro argomento é già chiuso. E’ già la terza volta che accade.
Il fatto è che qui postano diversi “giuseppi” ti converebbe aggiunge qualcosa al nick per distinguerti.
Un tuo omonimo ha piazzato un numero dietro al nome, tu potresti metterci qualcos’altro.
No, scusami. Se uno arriva dopo di me é lui che deve preoccuparsi di non ripetere il nome di un altro. O il gestore del sito.
@ giuseppe
Questa volta sono assolutamente d’accordo con te.
Succede quando dici cose ragionevoli 🙂
giuseppe, se vuoi ti suggerisco una aggiunta di cinque lettere al tuo nick in modo da identificarti univocamente
Giuseppe, piuttosto che impuntarti sul principio, però, potresti semplicemente concentrarti sul risolvere il problema a monte e aggiungere qualcosa che ti rappresenti dopo il tuo nome.
Io per esempio aggiungo “FLX” a Fabio, così mi distinguo mantenendo il mio vero nome.
@ giuseppe
” O c’é una omonimia (…) ”
E sai qual è la cosa brutta? CHE DAL CONTENUTO NON CE NE SIAMO ACCORTI!!!!
🙂
Meno male che ogni tanto fai qualche battuta carina.
Se le scuole cattoliche pagheranno l’Ici saranno costrette a chiudere.
Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci
Orazio. 😆
”pane avvelenato”. ih ih ih ih
comunque il gettito piu’ importante e’ sicuramente dato dagli alberghi. Ma vediamo come si comporta Bruxelles.
Se Monti si e’ consultato con Almunia, PRIMA di presentare l’emendamento in commissione, direi che l’Europa accetterà senza riserve quello che sta combinando Monti. 🙁
Sì, purtroppo questo “piiiiccoliiisssssimo” particolare mi era sfuggito.
Mi sa che la faranno franca…
Non vedo proprio dove sia l’ “inganno” nella legge non solo annunciata, ma difesa da Monti in modo che nessun parlamentare potra’ dire di no (né proporre callidi subemendamenti), e chiaramente approvata dall’ “insaziabile” (secondo voi) Chiesa Caattolica.
Gli abusi probabilmente connessi alla precedente esenzione basata sull’ esercizio del culto in edifici sostanzialmente commerciali vengono rimossi.
Lo Stato incassera’ dei bei soldi.
Si evitera’ di penalizzare attivita’ allo stato dei fatti INSOSTITUIBILI (se non in tempi assai lunghi e con spesa pubblica ingente). Mi riferisco non soltanto alle attivita’ caritative in senso proprio, ma anche a molte attivita’ sanitarie e scolastiche.
Potrebbe il SSN sostituire di botto le cliniche private che lavorano con esso in convenzione?
Potrebbe la Pubblica Amministrazione soddisfare di botto quel 50 per cento dell’utenza di scuola materna che frequenta istituti privati? E tutta quella che frequenta scuole elementari e medie inferiori a tempo veramente pieno, inesistenti (o rarissime) nell’ istruzione di Stato? E tutta quella dell’istruzione professionale gestita da istituti religiosi?
Via … Un po’ di realismo!
Saluti.
@ Cesareb
v. Gualerzi ore 21.08
Qualche cifra:
tipo di scuola/ totale alunni/ percentuale alunni in scuola statale
infanzia/ 1651713 / 58,5%
primaria/ 2819193 / 93,1%
secIgrado/ 1758314 / 95,9%
secIIgrado/ 2716943 / 87,6%
Su un totale di 8496233 studenti, 7838539 frequentano la scuola statale.
Nelle scuole statali trova accoglienza il 91,9% dei disabili e il 90,2% degli stranieri.
L’utenza della scuola elementare e media alla scuola paritaria è trascurabile rispetto a quella statale, c’è una ripresa alle superiori (diplomifici?). Il vuoto è in quella materna, lasciata in gestione alla chiesa. Con quale professionalità mi sembra un tema da verificare: le suorine del terzo mondo sono degnissime persone, ma sono qualificate per prendere il posto di chi, a spese dello stato, si è formato come educatore per l’infanzia? E’ giusto che lo Stato finanzi un datore di lavoro che “esternalizza”?
L’utenza delle scuole materne ed elementari private e’ in gran parte motivata dalla necessita’, a causa della carenza di scuole materne statali e di classi a tempo pieno alle elementari. Anche per quanto riguarda le superiori, in alcuni luoghi l’istruzione professionale e’ possibile soltanto in scuole gestite da religiosi: ecco spiegato, almeno n parte, l’aumento del dato statistico. Nessun governo potrebbe eliminare cio’ da un momento all’altro. Era, invece, ben possibile provocare un aumento delle rette attraverso una maggiore imposizione fiscale a carico dei suddetti Istiuti: Monti ha scelto di non farlo. Credo che siano pochi gli italiani che gli daranno torto … .
Non credo che alcun gestore di scuola non statale si sogni mai di affidare gli alunni (specialmente se piccoli) a personale docente che non possegga il prescritto titolo di studio.
Comunque, se mai qualcuno lo facesse, non rientrerebbe nei parametri fissati da Monti per l’esenzione ICI/IMU, cosi’ come non vi rientreranno coloro che non accolgono i disabili.
Saluti.
La necessità mi sembra riguardi solo la materna, dato che la scuola statale assorbe solo il 58% dei bambini, mentre per le elementari si arriva a soddisfare il 93,1% dell’utenza, idem per le scuole medie. La materna è scelta spesso per assenza di alternativa comunale o statale sul territorio, e quindi non è una scelta, è un’imposizione di fatto! Lo stato non è stato in grado di provvedere, e ci ha pensato la Chiesa a sostituirlo. Questo è un problema che a breve non si può risolvere, ma che dovrebbe essere in qualche modo affrontato, se non altro perché si darebbe lavoro a comparto edile da una parte e a insegnanti disoccupati dall’altra.
Sulla formazione dei docenti della materna ho qualche dubbio, proprio ieri ho chiesto al nostro amico, il parroco di Funo, di fornire qualche dettaglio sulle suore di santa Maria di Leuca che insegnano alla sua scuola parrocchiale, e che compaiono in qualche foto del sito: dall’aspetto le direi indiane o cingalesi, e non più giovanissime. Il parroco altrove diceva anche che le paga più di 3mila euro al mese. Allora qui le cose, capisci da solo, non vanno: la Chiesa da una parte reclama uno status nazionale (distinzione tra vaticano e chiese nazionali), d’altra parte agisce come un unico datore di lavoro internazionale: la sede della chiesa cattolica italiana dovrebbe far lavorare personale italiano, se lo stato provvede di fatto a mantenerlo, o no? Negli stabilimenti con sede in Italia di ditte tedesche lavorano gli italiani non i tedeschi.
Nelle scuole statali italiane gli stranieri sono gli alunni, non gli insegnanti: mentre per le scuole cattoliche sembra piuttosto il contrario. Niente contro le suore filippine, ma noi qui abbiamo una disoccupazione paurosa, e per equità molte insegnanti italiane dovrebbero poter aprire un asilo no profit a casa loro in modo da mantenersi come è concesso alle suore di Funo. Comunque attendiamo lumi dal parroco.
“Non credo che alcun gestore di scuola non statale si sogni mai di affidare gli alunni (specialmente se piccoli) a personale docente che non possegga il prescritto titolo di studio.”
Scusa sai, ma mi sembra che le scuole cattoliche abbiano fatto di molto peggio, per poter ancora concedere loro fiducia a scatola chiusa.
Cesare,
devo correggere il dato della scuola secondaria, copiato dalla riga sbagliata (fonte La scuola in cifre 2009-10 del miur):
percentuale di scuole/ alunni alla statale
Materna 56% / 59,1%
Primaria 91,4% / 93%
secIgrado 91,5% / 95,9%
secIIgrado 76,9% / 94.3%
Quindi le scuole non statali sec. di secondo grado che sono il 23,1% delle scuole assorbono solo il 5,7% dell’utenza? Bell’affare davvero.
c’è da dire che poi alle superiori molti tornano alle scuole private perchè “solo all’istituto pinco pallo, recupera due anni in uno! venghino siore e siori”.
perchè ci vuole proprio per tutti un diploma (e magari anche una laurea)… anche se al diretto interessato non frega nulla.
@Cesare b
Si potrebbe sin da ADESSO, azzerare quei 6 miliardi di euro che finiscono nella tasche della CCAR, ed investirli in scuole, ospedali, ecc, ecc, PUBBLICI. Cosa ci sarebbe di sbagliato, in uno Stato che si prende cura dei propri cittadini, e non delega ad altri il compito di farlo? 😉
Basta una piccolissima cappellina con una MINUSCOLISSIMA madonnina ed ecco che negozi,alberghi,pensioni,centri sportivi e chi più ne ha poù ne metta diventino ” non escusivamente a uso commerciale” ! Sono andato OT. Comunque credo valga anche per le scuole!
[…] già la paga secondo le norme correnti”, le precisazioni ufficiali del premier Monti, già anticipate in mattinata dalla stampa, sono state seguite dal plauso dell’Agenzia dei vescovi […]
[…] già la paga secondo le norme correnti”, le precisazioni ufficiali del premier Monti, già anticipate in mattinata dalla stampa, sono state seguite dal plauso dell’Agenzia dei vescovi […]
se la ratio principale per evitare la tassazione IMU è stata quella di valutare la produzione di utili o meno( quindi vedere se c’è profitto o meno nell’attività) perchè mai chi ha proprietà immobiliari che rimangono non affittate devono pagare l’IMU? dove stà l’EQUITA’????
Se io ho una casa che per un determinato periodo non produce reddito perchè devo pagare l’IMU per l’uguale periodo?
firestarter risponde:
lunedì 27 febbraio 2012 alle 19:33
giuseppe, se vuoi ti suggerisco una aggiunta di cinque lettere al tuo nick in modo da identificarti univocamente
Era da qualche giorno che non leggevo un commento cretino. Meno male che ci sei tu.
ma lo vuoi o no il suggerimento? fammi sapere, giuseppe