Barbara Johnson si era recata alcuni giorni fa presso la chiesa cattolica di St. John Neumann a Gaithersburg, nel Maryland, per il funerale della madre. Essendo lesbica, era venuta assieme alla compagna, con la quale convive. Don Marcel Guarnizo, che ha officiato il rito, aveva saputo poco prima che fosse omosessuale. E le ha negato la comunione durante il funerale. Non solo, ma si è allontanato dall’altare mentre la Johnson stava facendo un’elegia e non ha presenziato al seppellimento, tanto che è stato necessario chiamare un altro religioso. Ne scrive il Washington Post.
E’ scoppiato un caso, i familiari e la donna hanno chiesto la rimozione del prete. L’arcidiocesi di Washington, tramite il vicario generale mons. Barry Knestout, vista l’indignazione suscitata è dovuta correre ai ripari inviando una lettera di scuse. Alla CNN l’arcidiocesi ha spiegato comunque che la loro “policy” non è quella di “fare una reprimenda pubblica a una persona”. Certe questioni infatti “dovrebbero essere trattate dal prete con la persona interessata in un contesto privato, pastorale”. Anche un altro comunicato di padre William Byrne, incaricato dell’arcidiocesi nonché parroco della St. Peter Church a Capitol Hill, ribadisce che chi è in “grave peccato” non può ricevere la comunione, se non si confessa e non si pente. Insomma, sembra che non sia tanto in discussione il niet alla comunione. Piuttosto, pare che per l’arcidiocesi sia una questione di immagine, una grana causata da un prete fin troppo zelante. Da aggiungere che di recente nel Maryland è stato ammesso il matrimonio gay. E’ l’ottavo stato negli USA.
Gli attivisti gay hanno protestato per il comportamento del parroco. Ma gli integralisti rivendicano la piena legittimità della discriminazione e criticano l’arrendevolezza della diocesi.
AGGIORNAMENTO DEL 16 MARZO 2012. Il sacerdote finito nella bufera, Marcel Guarnizo, difende sempre il niet alla comunione per la lesbica. E non manca di criticare l’atteggiamento, ritenuto pavido e troppo politically correct, della diocesi. Convinto di aver fatto “l’unica cosa che un devoto cattolico avrebbe fatto in situazione complicata come quella”. “Le circostanze che riguardano la signora Johnson sono proprio quelle delle relazioni che impediscono l’accesso alla comunione, secondo l’insegnamento cattolico”, ha ribadito. Avrebbe negato la comunione, allo stesso modo, anche a un “quacchero”, un “luterano” o un “buddista”. Ma anche se qualcuno fosse entrato “ubriaco” o “strafatto di droghe”.
La diocesi, imbarazzata dal caso, ha fatto sapere di aver ritirato al parroco la ‘licenza’ di impartire i sacramenti non potendolo sospendere, perché Guarnizo appartiene alla diocesi di Mosca e non a quella di Washington.
Il fatto di aver interrotto la cerimonia e aver rifiutato di partecipare alla sepoltura è inqualificabile e merita sanzioni serissime da parte del suo vescovo e della chiesa in generale. Ma sull’aver rifiutato di dare la comunione a una persona che evidentemente non è praticante, non si confessa, non fa parte della comunità cattolica e non conduce vita da cattolica, francamente, non vedo proprio dove stia il problema. Piuttosto mi faccio la domanda contraria, ossia per quale motivo una persona che vive in una situazione esplicitamente avversata dalla chiesa, ci tenga così tanto a fare la comunione da piantare un caso pubblico di queste dimensioni.
Cosa si pensa che debba essere, la chiesa… un distributore automatico di sacramenti a chiunque li richieda, per qualsiasi motivo e in qualsiasi condizione morale, ideologica o spirituale? Io (che non sono lesbica, ma che comunque conduco vita “peccaminosa” secondo la chiesa, senza matrimonio religioso, senza battesimo ai figli, senza messa, senza preghiere e senza riconoscimento di alcuna autorità ai preti) mica me lo sogno, di andare a pretendere la comunione e protestare perché non me la danno.
Di sicuro, da quando mi dichiaro esplicitamente fuori dal cattolicesimo, non mi è venuto in mente di fare la comunione, nemmeno ai funerali di persone care, o in altre occasioni emotivamente forti…
Lisa
Condivido in toto il tuo punto di vista. L’incoerenza di questa donna e quella di tanti altri nelle sue stesse condizioni la trovo semplicemente assurda.
Non ho mai capito le persone che vogliono far parte di un club (CCAR in questo caso) e poi farsi le regole da soli. Si arrabbiano pure quando gli dicono che non possono.
Sì, però, in una società civile è ammissibile che esistano delle associazioni (in questo caso religiose) che discriminano delle persone per il loro orientamento sessuale?
Non dovrebbero essere perseguite? Non sono di fatto fuori legge?
Come possono essere tollerate in uno Stato la cui Costituzione vieta esplicitamente tali discriminazioni?
Diciamo che, oltretutto, dovrebbero essere le persone stesse ad evitare quelle associazioni…
Secondo me si’, e’ ammissibile. Almeno se con “discriminano” intendi ciò che è accaduto in questa situazione, ovvero che un membro del club ha rifiutato di amministrare un rito proprio dei membri del club a qualcuno che non è membro del club.
E’ costituzionale fondare un club per soli uomini? E’ contro la legge una squadra di calcio maschile che non accetta donne tra i giocatori? E’ sbagliato che esistano associazioni culturali che accettano tra i soci solo persone che parlano un certo dialetto?
…and the answer is…no, assolutamente. Finche’ le regole valgono solo ed esclusivamente all’interno dell’associazione, e non ledono diritti fondamentali delle persone, non vedo quale sia il problema.
(e no, fare la comunione per un non cattolico non è un diritto fondamentale)
Concordo, ma la “distribuzione automatica di sacramenti” è spesso la realtà
La comunione non è gettonata, non è richiesta a sproposito come in questo caso
Ma vuoi mettere matrimoni e battesimi?
Quanti matrimoni cattolici si celebrerebbero in Italia se fosse davvero richiesto agli aspiranti sposi di soddisfarne i requisiti base?
Ma infatti io sarei favorevolissima all”idea che la chiesa cattolica si comportasse finalmente in maniera coerente e cominciasse a restringere i criteri di concessione dei sacramenti. Ma MAGARI, avvenisse davvero, che la chiesa cominciasse a consentire il matrimonio in chiesa solo a chi “soddisfa i requisiti di base”.
Quello che volevo sottolineare io è che, se uno è cattolico, dovrebbe essere il primo a condividere tale punto di vista. Invece quello che di solito succede è la reazione indignata secondo cui “il prete della parrocchia di miacuggina fa fare tranquillamente la comunione anche ai divorziati, ai conviventi e alle lesbiche, quindi quello che sbaglia è solo il mio, che invece non vuole, e come si permette?!”
Lisa
Giusto, la lesbica, (affari suoi e soltano suoi) che ci faceva in chiesa, a pretendere funerali religiosi e formalità “sacramentali” di cui dimostra di non tenere alcun conto ?
Questa volta ha fatto bene il prete !!!!
Se si vuole, giustamente, vivere a modo proprio lo si faccia, liberamente e senza condizionamenti, poi però, non si vada a sfruculiare chi si sa già come la pensi a riguardo !
E malissimo ha fatto la curia a mandare pure una lettera di scuse, dimostrando così di essere solo degli opportunisti !!!!!
@ paniscus.
Attiro la tua attenzione su questo passaggio:
Non solo, ma si è allontanato dall’altare mentre la Johnson stava facendo un’elegia e non ha presenziato al seppellimento, tanto che è stato necessario chiamare un altro religioso. Ne scrive il Washington Post.
QUESTA E’ LA PIETRA DELLO SCANDALO. Se si fosse limitato a negare la comunione, avrebbe solo eseguito i dettami della sua Chiesa.
Invece, ha insultato sia la morta sia la figlia con un comportamento anni luce distante da tutta quella prosopopea dell’ “ammmore” “accoglimento” “fraternità” “ascolto” “comprensione” “dignità della persona” di cui fanno gran sfoggio nella loro pubblicità ingannevole.
Hanno fatto benissimo a protestare indignati, invece! Il silenzio sui misfatti dei sacerdoti, non dimentichiamocelo, è CONDITIO SINE QUA NON per essere ben accetti nelle società dominate dalle superstizioni religiose.
E’ ora di ribaltare i loro altari di menzogne e ipocrisia.
Stavo per postare un commento dal senso identico a quello del tuo, inutile dire che condivido quanto dici, e rilancio nel senso che per quanto sia intransigente la dottrina cattolica (o di qualsivoglia altra religione) non esiste alternativa, o accetti le regole o te ne vai, d’altro canto la chiesa dovrebbe provvedere a scomuniche nei confronti di chi non segue la dottrina e, se nel “peccato”, non cambia comportamento e si pente di fatto. Detto questo penso che applicando queste regole la percentuale di credenti diminuirebbe drasticamente.
Paniscus ha perfettamente ragione, sottoscrivo parola per parola.
Concordo con la mancanza di coerenza da parte di chi pretende di adempiere a rituali di una religione senza adempiere ai doveri che quella religione impartisce,
però non pensi che da un membro di un’istituzione religiosa che professa l’amore per il prossimo ci si debba aspettare della vera umanità piuttosto che una rappresaglia plateale e cocciuta?
Questa notizia mi fa concludere come faccio sempre quando leggo qui le Ultimissime: le religioni non servono ad altro se non a servirsi delle energie di miliardi di cretini che hanno paura del dolore e della morte.
“però non pensi che da un membro di un’istituzione religiosa che professa l’amore per il prossimo…”
ma non fanno neanche quello: prima di un qualunque gay bisogna amare un dio omofobo.
la chiesa nel proprio “campo” è libera di fare quello che vuole.
sono alcuni suoi credenti accettano questa religione masochistica non vengano a lamentarsi
Non sono d’accordo. Se esistesse una religione che ammettesse sacrifici umani lo Stato interverrebbe, perché la religione commetterebbe dei reati perseguibili.
Perchè invece molte religioni si permettono di discriminare gli omosessuali in barba alle leggi dello Stato?
perchè i sacrifici umani non sono equiparabili a dare la comunione. ci sono dei diritti inalienabili e altri no. la comunione o l’accesso ad alcune gerarchie non sono diritti inalienabili.
a casa mia ad esempio io faccio entrare chi voglio. discrimino chi voglio. ci mancherebbe pure che lo Stato venga a dirmi cosa fare.
altrimenti si finisce che un milanista si iscrive ad un club interista o una donna ad un club maschile o un leghista ad un partito comunista (e viceversa).
sarebbe assurdo.
nella sfera privata si ha diritto di discriminare a proprio arbitrio.
non c’e nessuna legge che obblighi un club privato ad accogliere persone non desiderate, affari loro. il problema e’ che questa gente intollerante e discriminatoria pretende (e ottiene) riconoscimenti pubblici, finanziamenti statali, esenzioni fiscali, deroghe giudiziarie, ecc… in diversi stati americani se ti rifiuti di curare un figlio provocandone la morte ti danno lo sconto di pena in caso di motivazione religiosa.
…e allora, la soluzione giusta sta nel costringere questi club privati a rientrare nella loro natura di club privati, SMETTENDO di concedere loro finanziamenti e riconoscimenti pubblici.
NON sta nel costringerli ad accogliere tutti, facendosi poi belli dei “grandi numeri” che hanno raggiunto.
Lisa
concordo pienamente con Lisa.
Da quel che ne so, dopo la confessione il suo “peccato” è perdonato quindi può comunicarsi.
Piuttosto la lesbica, se sente il suo stile di vita NON peccaminoso, e quindi è ipocrita nella confessione, dovrebbe trovarsi una religione in cui quello che vuol fare lei è permesso.
Se non è cattolica, ma cristiana fai da te, dovrebbe farsi dare la comunione da qualcun altro 😉
Stupida lei a dare tutto questo potere al prete e alla Chiesa. Ma poi ti trovi in “casa” loro, sei dunque un’ospite, dovresti conoscere le regole di quel luogo e di quella confessione, e vai a pretendere il sacramento pur sapendo di essere ritenuta una grave peccatrice e una persona moralmente disordinata? Sono pur liberi di dare i sacramenti a chi gli pare; se stai con loro, abbi almeno la coerenza di accettarne le regole e i precetti morali, altrimenti trovati un’altra strada. La gente pensa davvero di poter entrare a far parte di una confessione religiosa e magari anche di una Chiesa, e poi poter fare tutto quello che gli pare!? Il prete è stato pessimo, ma almeno ha un’attenuante.
Scusate la pedanteria, ma quando l’officiante si è allontanato dall’altare, insultando la morta, la figlia e l’umanità, la signora stava probabilmente tenendo il discorso funebre in ricordo della scomparsa (‘eulogy’, malamente tradotto con ‘elegia’).
Barbara Johnson si merita l’umiliazione. Se vuole essere libera e rispetata deve uscire de quel ambiente insano che è la chiesa. Non è così difficile.
Non capisco quella donna che ambisce tanto a far parte di un club che non accetta soci come lei. O rinuncia al suo cattolicesimo, oppure rinuncia alla sua sessualità.
Io non avrei dubbi 🙂
“Gli attivisti gay hanno protestato per il comportamento del parroco”
spero non per quel che riguarda la comunione negata: fare la comunione cattolica mica è un diritto civile
Il prete dice di averlo saputo poco prima. E che le ha detto ‘I can’t give you Communion because you live with a woman, and in the eyes of the church, that is a sin.’ . A parte che “vivere” con una donna non è peccato in sè, almeno non per le suore in convento, e per quello che ne sa lui, le due donne possono vivere come sorelle. E che saperlo poco prima, boh, da chi? In questo caso non si è nascosto dietro a definizioni di “chiacchiericcio” che vengono così comode in altre situazioni, non c’è bisogno di accertare niente prima di tranciare giudizi.
La donna in questione non ha scelto la chiesa cattolica come club di elezione, ce l’hanno buttata dentro, come tutti del resto, da bambina.
In Olanda gli omosessuali hanno ottenuto il diritto di fare la comunione, allora, se il principio tiene per la chiesa cattolica olandese, perché non per tutte?
Un club privato può fare le sue regole, ma non può escludere sulla base di pregiudizi: mi sembra fosse in UK il partito razzista che ha dovuto permettere l’iscrizione di un non bianco, e in olanda un partito per l’esclusione delle donne dalla vita politica che ha dovuto accettare una donna! Tutti i cittadini meritano uguale trattamento. Tanto più quelli che sono stati iscritti a forza, e che nelle parole della stessa chiesa, saranno sempre cattolici.
è adulta, se il club in cui e’ stata buttata non le piace, può uscirne. O non partecipare ai suoi riti. La comunione non è obbligatoria
Pochissime cose sono obbligatorie, secondo un famoso detto sono solo due!
Per i neri d’america era vietata entrare nei bar dei bianchi, e anche lì si sarebbe potuto obiettare che il proprietario del bar fa quello che vuole e che bere al bar non è obbligatorio. Ma il bar è un luogo pubblico, e quindi devono valere le regole civili. La Chiesa gioca al servizio pubblico quando c’è da guadagnare, e pretende diritti e molto di più, ma poi si arrocca a club esclusivo ed escludente: secondo me è sbagliato concedere questa eccezione alla parità alla religione.
I bar non sono luoghi pubblici ma luoghi privati aperti al pubblico (che è ben diverso) e poter accedere a un luogo aperto al pubblico, rispettando le regole di quel luogo (che non possono ovviamente andare contro le leggi del paese), è un diritto giuridico. Accedere a dei sacramenti non è un diritto giuridico, invece, quindi il paragone è fuori luogo.
Che la Chiesa pretenda “diritti e molto più” è un altro discorso, ma tu ne fai un sofisma. Il fatto che pretenda privilegi e li ottenga, non significa che debba perdere la facoltà di concedere i sacramenti a chi gli pare, ma anzi che quei privilegi dovrebbero essere democraticamente revocati.
Escludere in base all’orientamento sessuale è una violazione dei diritti.
Il prete ha negato la comunione in modo umiliante a una persona in lutto: ha dato credito a una voce e ha emesso un giudizio senza verificarla e chiarire con l’interessata, prima di sottoporla a un rifiuto plateale e poco adeguato alla situazione, persino poco umano.
Sappiamo che i preti hanno raccolto voci sui loro confratelli senza che questo li abbia portati a discriminarli in merito alla comunione: Il primo che mi viene in mente è il vescovo Maniago nel caso di don Cantini, il quale non risulta aver perso il diritto al sacramento, pur dopo le molte e circostanziate voci delle vittime di reato.
Non c’è scritto da nessuna parte che la comunione si nega ai gay in quanto tali. Se la comunione è aperta a tutti i battezzati, indipendentemente da quello che fanno, non è giusto discriminare qualcuno in base a quello che è. Perché per quello che ne sa il prete questa donna è lesbica, ma lui non ha prove di quello che ha fatto, e se l’alibi di non sapere e di non poter giudicare vale per i preti pedofili, deve valere anche per gli omosessuali. Oppure la chiesa dovrebbe emettere una scomunica collettiva per i gay in quanto tali che li escluda d’ufficio dal loro club. Ma i fatti olandesi sono andati in senso contrario, e la chiesa cattolica olandese li ha dovuti accontentare.
http://www.rnw.nl/english/article/homosexuals-allowed-take-communion
La ragazza doveva sapere già che non avrebbe potuto ricevere il sacramento e neanche avrebbe dovuto chiederlo. Non si configura discriminazione di orientamento sessuale perché la costituzione prevede anche la libertà di convinzione religiosa. È scritto che un omosessuale è una persona moralmente disordinata e gravemente peccatrice, e che, dunque, prima di accedere ai sacramenti, deve pentirsi e confessarsi. Un membro della chiesa cattolica DEVE sapere tutto ciò, quindi a nulla valgono le rimostranze successive. Si è semplicemente data la zappa sui piedi.
DEVE? Ma anche no, nei fatti decisamente no. Non essendo coerente la chiesa, non può pretendere coerenza.
Ma il punto è un altro.
I cattofascisti che vedono il prete negare la comunione a una lesbica hanno un rinforzo alla loro omofobia, e questo non è accettabile. Pretendere, ed eventualmente (dipende da quanti fedeli protesteranno) l’allontanamento di questo prete sarà una conquista NON per la chiesa, ma per la società.
Se questa donna riuscirà ad ottenere l’allontanamento del prete, voglio proprio vedere il prossimo in USA che si permetterà di discriminare. Perché mi sembra sia condannata anche la contraccezione, ma non ho ancora visto nessun prete negare la comunione ai genitori cattolici di 1-2 figli.
Spero che la zappa faccia molto più male alla zucca del prete.
Ah, anche no? Quindi stai dicendo che uno è proprio libero di far parte di una confessione religiosa senza il dovere di essere informato circa le norme e i precetti da seguire? Ma non siamo ridicoli, dai. Lei doveva sapere quanto omofoba è l’istituzione di cui fa parte, perché è impossibile non sapere una cosa del genere nel 2012, per una lesbica! Dunque avrebbe dovuto agire di conseguenza. Il fatto, invece, che abbia continuato a voler far parte di quella setta, l’ha posta in una condizione di sottomissione e sudditanza nei confronti del volere di chi si fa depositario dei precetti di cui sopra. Non ci sono giustificazioni per la ragazza, se l’è andata a cercare.
E allora perché la diocesi cattolica olandese ha rilasciato la dichiarazione di responsabilità personale nel 2010?
“People should decide for themselves whether or not to attend communion whatever their sexuality and should do so with a clean conscience”
Non mi sembra sia stata smentita dalla SS. Se devo seguire una regola, deve essere chiaramente formulata e universalmente e coerentemente applicata. E non è il caso.
Per quello che ne sa il prete poi la donna in questione potrebbe vivere castamente con la compagna dall’ultima confessione, e tanto gli dovrebbe bastare, secondo le sue regole.
Penso che se tutti gli omosessuali uscissero dalla chiesa cattolica ne rinforzerebbero l’omofobia. E sarebbe una perdita per loro e per la società, ma non per la comunione in sè, il gioco qui è molto più consistente di un’ostia.
La Chiesa ha fondato largamente il suo potere sull’ipocrisia, sulla tolleranza e la rassegnazione che per loro dire e fare sono faccende separate. Storie, è ora di farli smettere.
Il punto è questo e l’articolo sopra lo spiega molto bene: è una questione d’immagine altro che dogmi… AHAHAHAHAH sempre più ridicoli.
a parte che essere in grave peccato per la chiesa equivale a praticare, non a convivere, come ha già detto sandra qui sopra: il prete ha infatti una telecamera in casa delle due donne? a parte questo, l’umiliazione pubblica e il rifiuto in un momento, immagino, di vulnerabilità e dolore per la perdita di una madre, è disumano.
a prescindere dalla bandiera cattolica (che funge poi da aggravante), quel prete è un criminale: spero questo fatto possa aiutare la comunità ad aprire più occhi sugli uomini di dio.
dunque è un bene che abbia risonanza mediatica, per quanto a noi atei magari possa sembrare una perdita di tempo, una cosa ridicola da liquidare sprezzanti. lo è, ridicola, ma bisogna rispettare i percorsi di ognuno. mi sembra facile dire ‘sei lesbica, lascia la chiesa che non ti vuole’. insomma, da 1 a 10 ci sono vari passi intermedi, e perdere un dio, come dimostrato da secoli di storia dell’umanità, non è cosa da cinque minuti.
insomma, io credente non lo son mai stata, ma prima di dire stupida, incoerente, ti sta bene.. proverei ad empatizzare un po’ di più e confidare possa arrivare un giorno ad un sonoro ADIOS!
Almeno si sono scusati, si fa per dire, per la pubblica reprimenda.
Qua in Italia non succede.
So di un prete, cosa riferitami da mio padre e mia madre che erano presenti, che al funerale di una donna ha fatto con tono spezzante e arrogante la predica alla defunta e ai figli perché non li vedeva mai in chiesa.
Qua si credono i padroni.
PS Comunque secondo me la tizia ha sbagliato ad andare a prendere la comunione.
Sei lesbica e la posizione della ccar è chiara.
Assisti al funerale ma non partecipare ai riti. Ci vuole tanto ad essere coerenti?
Non vorrei passare per un azzeccagarbugli, ma la faccenda è un po’ più complicata.
Comportamenti così contraddittori sono in realtà provocati dal condizionamento
subìto fin dall’infanzia, senza e contro la volontà dell’individuo.
In un mondo perfetto dovrebbe essere possibile mettere sotto accusa la chiesa per
la sua attività di manipolazione delle persone. Un po’ come succede per le
multinazionali del tabacco: hai creato la dipendenza? ora paghi!
Non è più tempo di lasciarli giocare all’apprendista stregone.
Il lesbismo non è una malattia e non si può curare, il comunitarismo sì.
Anche troppo leggera ci è andata la diocesi, non avrebbe dovuto scrivere una lettera di scuse. Vergognoso che l’abbiano fatto .. la vera ortodossia di fede sarebbe quella di negare sempre la comunione, il santo Corpo di nostro Signore Gesù Cristo,a pubblici peccatori in grave stato di peccato mortale.. Il Signore benedica quel prete!
“Grave stato di peccato mortale”… Quando rimestate voi, riuscite a far puzzare anche il niente.
@ JC
Sempre che il “pubblico peccatore” in “grave stato di peccato mortale” non si chiami Silvio Berlusconi.
Il Contestualizzato autoprescritto, infatti, è notoriamente dedito a “incontri” non proprio eucaristici con signorine discinte approvvigionate dal cattolico Emilio Fede (nomen omen) e da Suor Minetti, crocifisso ben in vista in mezzo alle “navate” al silicone.
Sì, davvero ributtante la tua “vera ortodossia di fede”, uhauhauhauha. Che bordello a cielo aperto che siete!
@jc
1) le scuse non sono per la mancata comunione (legittima) ma per l’abbanodno della funzione (non legittima)
2) quanta ipocrisia ci vuole per dire che ha fatto bene il prete a rifiutare la comunione alla lesbica (cosa giusta se si seguono le regole della chiesa alla lettera) ma poi giustificare con ogni scusa il fatto che al cavaliere nazionale, divorziato e puttaniere conclamato, venga data la stessa comunione (cioè in tal caso le regole non vcengono seguite ma “interpretate”)?
è la solita storia tutta cattolica: le regole si applicano per i nemici e si interpretano per gli amici…..
Continuo a chiedermi cosa possa spingere una persona pesantemente discriminata (secondo la Bibbia dovrebbe essere messa addirittura a morte) a rimanere per propria scelta all’interno della comunità che la discrimina.
Può davvero amare un dio che la manderà di certo all’Inferno?
Ciao a tutti
è come se un nero andasse dal Ku Klux Klan a lamentarsi di essere discriminato.
A parte che, da ex-cattolico, non ho ancora capito perchè alcuni peccati vengano perdonati durante la confessione ed altri no. “Mmm, guardi, non saprei, sono solo un funzionario, devo chiedere al principale…”. Eppure ricordavo qualcosa tipo “…a chi rimetterete i peccati saranno rimessi…”, non mi sembra ci fossero eccezioni…
Ma poi, qua la discriminazione non deriva dalla mancata concessione della comunione, quanto dalla platealità dell’azione.
Per me il discorso è semplice: “ccar, io Stato Italiano ti concedo tutti questi soldi, anche non espressamente donati dai fedeli (vedi 8×1000 non assegnato), ma in cambio tu mi fai il santo piacere di rispettare la legge italiana! Se non ti sta bene procurati i finanziamenti per conto tuo!”
@ Southsun & @ El Topo:
Ma non avete letto cio’ che Paniscus ha gia’ precisato addirittura nelle due prime righe del suo messaggio:
paniscus scrive: 4 marzo 2012 alle 11:07
Il fatto di aver interrotto la cerimonia e aver rifiutato di partecipare alla sepoltura è inqualificabile e merita sanzioni serissime da parte del suo vescovo e della chiesa in generale.
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PIUTTOSTO, C’E DA INSISTERE E GRIDARE FORTE che un club PRIVATO di scostumati che non accetta l’eguaglianza fra i cittadini (e protegge i perversi suoi membri pedofili e traffica con la mafia con lo IOR, diffonde fobie sessuali ecc ecc.)
NON dovrebbe godere di alcun privilegio o finanziamenteo e tantomeno deleghe per la educazione “secondo il principio di sussidiarieta’).
Con l’occasione potevano seppellire la madre e mettere al rogo la figlia…
Ahah, a proposito di omosessualità.
A quella pacata e gradevole trasmissione di Giletti su Raiuno chiamata L’Arena si parlava di Lucio Dalla, una signora ha criticato il fatto che, in questo caso, si parlasse esclusivamente dell’artista e non della vita privata dell’uomo, sottintendendo la sua omosessualità. Giletti ha zittito malamente la signora ed ha mandato la pubblicità.
Raiuno sta facendo di tutto per glorificare Dalla e farlo assurgere ad icona del cattolicesimo, immagino che sia scandaloso accostarlo a qualcosa di così “peccaminoso”.
Se Marcel Guarnizo fosse stato il parroco di quella chiesa a Bologna ne avrebbe vietato il funerale. O invece no? Dopo tutta ‘sta discussione sono ancora più confuso… XD
Scusate una domanda… Ma se io fondassi un club in cui, sullo statuto, scrivo chiaramente che non sono ammesse persone dalla pelle di un colore diverso dal rosa-aranciato dell’etnia europea, posso VERAMENTE rifiutare l’ingresso a etnie diverse o permettere loro l’ingresso ma solo per trattarli come servi?
O, se lo facessi, mi troverei la polizia un giorno sì e l’altro pure nel club?
No, sul serio chiedo. Perché tutti gli interventi paiono volti verso questa direzione.
Provo a risponderti per quanto ne so io che non sono neppure laureato in legge.
Il razzismo e’ vietato.
L’associazionismo anche su basi strane o caratteristiche fisiche no.
E’ permesso fare gare di nasoni, o di belli o di brutti, o di grassi io di magri, penso anche di fare associazioni e persino sindacati per la difesa di interessi comuni basate su tali caratteristiche fisiche.
Presumo sarebbe legalissimo costituire due club di figuranti per giocare gli scacchi su una grande piazza scacchiera come a Marostica con personaggi umani al posto dei pezzi usati normalmente sui tavolini, con un club solo di bianchi ed un club solo di neri (ma NON esistono finora tali club a Marostica, parlo solo ipoteticamente)
Se poi uno di codesti club degenerasse nel denigrare chi non corrisponde alle loro caratteristiche preferite, tuttavia anche quello ricadrebbe sotto le leggi anti razzismo.
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Detto questo nel caso della omosessualita’ il razzismo non c’entra niente anche se molti vi fanno allusione e li omologano perche’ appartenenza di “razza” ed appartenenza (o scelte) di genere sessuale diverso dai due generi principali vengono viste come occasioni entrambe scatenanti discriminazioni, e spesso nelle stesse persone sciocche.
Pero’ la cosa e’ diversa.
La omosessualita’ (o non omosessualita’) e’ anche un comportamento (in alcuni casi scelto, ma di solito, anzi quasi sempre INNATO).
Nella maggior parte dei paesi democratici al mondo mi pare che non esistano leggi che proibiscano l’esistenza di club di soli gay o di sole donne o di soli uomini o di soli eterosessuali o di soli nudisti o di soli scambisti o di soli appartenenti ad un certo gruppo di eta’.
Pero’ dipende dalla legislazione di ogni paese.
Un paese che voglia promuovere l’integrazione degli omosessuali potrebbe vietare la loro esclusione da tutte le associazioni ANCHE private.
Ma FINO AD ALLORA sarebbe necessario che almeno lo stato non gettasse soldi e concedesse principio di sussidiarieta’ specie in campo scolastico ad enti privati che quelle discriminazioni praticano anche legittimamente al loro interno.
NEANCHE UN EURO alla Chiesa ed a tutte le religioni con nessun pretesto.
Sulla vicenda Lucio Dalla mi fanno schifo tutti. Lui, che da presunto non credente, per cassetta si è buttato in braccio ai preti, Morandi che anni fa (in privato) trovava oscena la sua omosessualità ( accusandolo di intimità con Ron) e poi ostentando amicizia eterna con lui, la televisione (Mollica) che ne ha subito sottolineato la fede ecc.
Dalla ha fatto grandi canzoni: ricordiamolo per queste!
“…presunto non credente…” non mi convince come affermazione, su quale basi la poni?
Personalmente non ho sentito Dalla dichiararsi chiaramente credente, ma neanche non credente. Sospendo il giudizio. 6,9.
“Dalla ha fatto grandi canzoni”. Concordo.
Lucio Dalla negli ultimi anni si era addirittura dichiarato simpatizzante dell’Opus Dei. Ignoro se fosse rigorosamente vero, o se facesse parte delle strategie pubbliche del personaggio, ma credente lo era, su questo non c’è dubbio.
In ogni caso, siccome oggi la sua immagine come cattolico devoto fa un gran comodo alla Chiesa, si cerca di glissare pateticamente sul resto delle evidenze, tutto lì…
Lisa
Capisco la partecipazione ai funerali, ma era davvero necessaria la comunione? Queste sono le regole medievali della chiesa, si cercasse una confessione cristiana più tollerante, se sente il bisogno.
Provo profondo dispiacere per questa donna.
L’unico “scandalo” è il contegno di questo pretonzolo-stregone durante i funerali di una persona deceduta a cui ha mancato di rispetto.
Bastava evitare le scenate, prendere da parte la signorina lesbica e spiegarle le regole della sua Chiesa puttæna.
Le regole sono che una lesbica che convive (a prescindere se faccia sesso o no) non può avere la comunione ma solo un fracco d’insulti e condanne.
Mentre i massacratori e i ladroni come Pinochet e Renatino De’ Pedis possono avere funerali sontuosi e sepolture extralusso, in riconoscenza per i “servigi resi”.
Corruttori divorziati e puttænari come Berlusca, anche la comunione previa “constestualizzazione” del vescovone locale.
Così vanno le cose nel bordello d’angiporto chiamato Chiesa cattolica. Punto, fine.
Ce l’aveva scritto in faccia che era lesbica o per caso il parroco ha pettegolato un pò troppo dal parrucchiere?
m erda umana
Faccio fatica a prendere una posizione netta.
Capisco le obiezioni razionali di molti di noi…però quando vedo i più fanatici tra i cattolici qua (ovvero, JC) dire che il prete ha fatto bene a condannare l’immorale lesbica, beh…a me viene di fare il tifo per lei!
Capisco che la mia può parere una posizione emotiva, ma secondo me quando alla fin fine, come succede qua per alcuni dei nostri commenti rispetto a quelli di JC, si esprimono gli identici concetti del nostro avversario concordando di fatto con lui sulla sostanza forse qualcosa nell’approccio è sbagliato.
Io, detta in modo sbrigativo, tendo sempre a essere favorevole verso il dissenso interno perchè comunque evidenzia le crepe dell’avversario, e più un avversario ha difficoltà e crepe interne, più si può lavorare per eroderne il consenso.
In questo thread viene riproposta una vexata quaestio ormai ben nota sia agli uaarini sia ai semplici utenti di questo blog: perché esistono a questo mondo omosessuali, poco importa se maschi o femmine, i quali sono apparentemente così autolesionisti da insistere nella permanenza nelle loro chiese di origine e nella frequenza ai sacramenti o ad altri atti di culto equivalenti, pur sapendo benissimo che tutta la tradizione religiosa e culturale SEMITICA (prima giudaica, poi cristiana, infine islamica) è esplicitamente contro di loro? Se sei lesbica e prendi parte alle esequie di tua madre, perché pretendi di accostarti lo stesso alla comunione, quando sai benissimo che esistono cento altri modi umanamente più validi e significativi di rendere omaggio alla memoria di un tuo caro estinto? Perché, perché?
Fin da ragazzino, io ho sempre sentito dentro di me un’antipatia viscerale per tutto quello che ha un “sapore semitico” ovvero per tutto quello che attiene alla tradizione culturale ebraico-cristiano-islamica. Figuratevi che, quando frequentavo il liceo, mi piaceva molto leggere l’Odissea in greco e mi ero persino procurato l’edizione critica di Oxford foderata con il suo inconfondibile cartoncino verde; ma ancora oggi ricordo come un incubo le mie infelici interrogazioni su Dante, ed una volta riuscii anche a rimediare un solennissimo “tre” in un tema sulla poetica del Tasso nel contesto della religiosità controriformistica. Eppure mentirei a me stesso, se dichiarassi che è stata proprio la consapevolezza della mia gayness a determinare il mio progressivo allontanamento dal mondo cattolico e da tutto il background della sua ideologia politico-religiosa. Credo che, probabilmente, se sono diventato da adulto il mangiapreti che sono oggi, questo sia da ascriversi molto di più al fatto che, ad un certo punto della mia vita, sono stato costretto a constatare semplicemente quanto segue: si può girare e rigirare la frittata nella padella quante volte si vuole, ma nessuno oggi può decentemente disconoscere che è stata storicamente proprio la cultura semitica ad introdurre nel pensiero occidentale quella che il sommo Hegel chiama la “coscienza infelice” nella sua Phänomenologie des Geistes.
Adesso vi chiederete tutti dove voglio andare a parare. Ve lo spiego subito. Nonostante tutta la (falsa) rivoluzione sessuale del ‘900, la società occidentale è ancora oggi impregnata di un’omofobia idiota e feroce, perché evidentemente c’è qualcuno che considera questa omofobia utile ai propri interessi. Per quanto possa sembrare paradossale, all’interno del cattolicesimo e di altre confessioni cristiane (penso, ad esempio, alla confessione valdese) oggi non mancano “nicchie” di tolleranza, nelle quali un omosessuale può rifugiarsi e trovare quella comprensione che, spesso, non riesce a trovare in ambienti più laici. Quale conclusione dobbiamo allora trarre da tutto questo? forse dobbiamo rivedere la nostra posizione critica nei confronti del cristianesimo e di tutta la tradizione religiosa semitica? Ma manco per sogno! Se vogliamo essere veri laici, se intendiamo davvero porre l’Uomo e la Ragione al centro di tutto, dobbiamo allora rimboccarci le maniche e metterci di buzzo buono a combattere CON LUCIDA DETERMINAZIONE sia l’omofobia sia coloro che la fomentano restando nell’ombra. Guardate che non esistono altre vie da percorrere. Una volta liberata la società occidentale dall’omofobia che ancora oggi l’ammorba, state pur certi che difficilmente si vedranno altre donne lesbiche che pretendono di accostarsi alla comunione durante il funerale della madre.
Ah, a proposito di Lucio Dalla: il prete che celebrava il funerale, che evidentemente era anche un loro amico stretto, ha esplicitamente citato per nome il compagno del morto.
Adesso, sia da parte laica sia da parte cattolica buonista ci aspetterà l’ennesima ondata di commozione zuccherosa: “Ma che bravo! Ammirevole! Che meraviglia! I preti dovrebbero essere tutti così! Altro che quell’ignobile bigottone che si è permesso di non dare la comunione a miacuggina perché è lesbica, o che ha impedito a miacogggnata di fare da madrina a un battesimo perché è sposata in comune…”
Lisa
Lo sapevano anche i muri che Lucio Dalla era omosessuale. Dalle mie parti era anche coproprietario insieme al cantante Ron, di un locale esclusivo per gay. Risaputissimo.
Però per un fedele cattolico di quella popolarità, i bigottoni mica si schifano a fargli un funerale religioso in pompa magna!..In quel caso insomma, si passa volentieri sopra alla loro “Policy” dei “gravi peccati”.
Chiamasi SCIACALLAGGIO.
Io difendo, invece, questa ragazza lesbica.
Prima di tutto, il funerale era per la madre.
Questa ragazza è stata UMILIATA durante il funerale della propria madre da parte di un prete non troppo zelante, ma intollerante.
Però, assasini e mafiosi possono fare la comunione, magari persone che non si sono mai pentiti di quello che hanno fatto.
Questo dimostra la SESSUOFOBIA della Chiesa cattolica, per cui il reato più grave è legato al sesso!
Esatto. Esattissimo. 10 e lode.
Concordo, il peccato più grave è quello che dichiari, in silenzio lo puoi fare tranquillamente!
Posso pure capire che per questa gentaglia sia un danno di imagine, dare la comunione ad una lesbica, ed indubiamente lei ha sbagliato a chiederla, ben sapendo il tipo di visione da reliquie fasciste che hanno in merito a certe situazioni.
Però c’e’ un limite a tutto…Il fatto che il prete si sia allontanato dall’altare mentre la ragazza stava parlando di sua madre in un elogio funebre, e non del tutto soddisfatto, non abbia nemmeno presenziato al seppellimento della morta, e’ davvero fuori dal comune e nauseante..!
Cosa centra il boicottaggio dell’elogio funebre e della sepoltura, col il fatto che la figlia fosse lesbica o vivesse con una altra ragazza, lo sa solo quel prete sciagurato.
Se con la negazione della comunione, si va a compiere una sorta di “screzio” nei confronti della ragazza, chi intendeva colpire con il resto dei suoi comportamenti???
“Barbara Johnson si era recata alcuni giorni fa presso la chiesa cattolica di St. John Neumann a Gaithersburg, nel Maryland, per il funerale della madre. Essendo lesbica, era venuta assieme alla compagna, con la quale convive.”
Deduco che Barbara Johnson non era frequentatrice della chiesa cattolica, almeno di quella di St. John Neumann a Gaithersburg e che invece la madre era cattolica. Ritengo plausibile pensare, da come è scritta la notizia, che il funerale non sia stato organizzato dalla figlia.
Qualunque sia la posizione sulla chiesa cattolica di Barbara Johnson (fedele, atea, mussulmana…), come figlia aveva, a mio parere, il diritto di partecipare alla cerimonia in chiesa, a tenere un discorso commemorativo e a presenziare al seppellimento. Pertanto il comportamento del prete su questi fatti mi sembra assurdo, insultante, inumano, ….
Qui non c’è nessuna ragione tipo “se non segui le nostre prescrizioni sei fuori dal club”.
Circa il rifiuto di darle la particola, vedrei la cosa da punti di vista diversi.
Dal punto di vista di Barbara Johnson.
1) Se non è cattolica, chiedere di ricevere quello che i credenti considerano un gesto di comunione con Dio mi sembra ingiustificato e offensivo.
2) Se è cattolica ed abituata nella sua parrocchia a ricevere la comunione, ha perfettamente ragione di protestare e far scoppiare un caso.
Dal punto di vista del prete (qui mi potrei sbagliare clamorosamente, non sono uso tentare di adottare questa ottica), la notizia riportata dice che “Don Marcel Guarnizo, che ha officiato il rito, aveva saputo poco prima che fosse omosessuale. ”
Pertanto:
1) Il prete ha ritenuto che la notizia fosse senza dubbio alcuno vera e quindi ha ritenuto giusto non concedere la comunione.
2) Il prete non si dovrebbe considerare un investigatore, avrebbe dovuto ritenere che il desiderio della comunione come omaggio alla fede della madre fosse compatibile con una eventuale condizione di peccato e rimettere alla decisione del suo Dio eventuali provvedimenti.
In definitiva ritengo che il prete ha clamorosamente, decisamente e umanamente sbagliato per quanto riguarda il comportamento assunto durante il discorso commemorativo e il seppellimento.
Sulla comunione potrebbe anche avere ragione, anche se nutro dubbi.