In occasione della Giornata Internazionale della Donna diversi quotidiani italiani ed esteri, tra cui La Stampa, pubblicano oggi un appello di alcune scrittrici, registe, attiviste e femministe di diversi paesi arabi. In cui si rivendica con forza parità di diritti per le donne anche nel mondo arabo, anche come monito contro le degenerazioni di stampo religioso e integralista che purtroppo stanno attraversando la ‘Primavera araba’.
Nelle nazioni arabe le donne tuttora “soffrono una delle peggiori condizioni del mondo intero”, dove “la violenza, quella pubblica o quella privata, resta diffusa”. Perché le leggi sulla famiglia nella maggior parte dei casi “non fa che istituzionalizzare l’esclusione e la discriminazione”, come consentono de facto anche i codici civile e penale e le altre norme. La violazione dei diritti e delle libertà fondamentali delle donne si manifesta “con l’istituzione di pratiche come la poligamia e il matrimonio di minori”, con “disuguaglianze nei diritti in campi come il matrimonio, il divorzio, la custoria dei figli e l’accesso alla proprietà e all’eredità”. “Ci sono leggi che coprono i delitti d’onore, che permettono a un maschio della famiglia che uccide una parente di invocare le attenuanti”, viene denunciato.
Tutte limitazioni dei diritti che hanno, più o meno palese e diretto, un retroterra religioso fondato sull’applicazione della sharia islamica. E non a caso, tra le richieste avanzate nell’appello, c’è anche la “denuncia di chi alza la voce per discriminare le donne sulla base di interpretazioni retrograde di precetti religiosi”.
Intanto l’ennesima riprova di come il conservatorismo religioso incida pesantemente sui diritti delle donne viene dalla Tunisia. Bahri Jlassi, presidente del Partito per l’apertura e la fedeltà, ha proposto all’Assemblea costituente di inserire nella futura carta anche il riconoscimento del diritto degli uomini di avere non solo una moglie, ma anche una odalisca (cioè una vera e propria schiava sessuale, o jarya). Secondo Jlassi, sarebbe la soluzione per combattere divorzio, adulterio e nubilato. Di più, il politico ha detto al quotidiano arabofono Assarih che la legalizzazione delle odalische permetterebbe di “ristabilire l’equilibro sociale e morale” contro la laicità imposta negli ultimi decenni e contro le disposizioni che “criminalizzano” la poligamia.
Proprio oggi le attiviste tunisine hanno organizzato un sit in davanti alla sede dell’Assemblea costituente nella capitale, contro l’introduzione della sharia quale fonte principale del diritto. Eventualità che, denuncia Fathia Hayzem (esponente dell’Assemblea tunisina delle donne democratiche – Atfd) porterebbe ad una “valanga di disgrazie” sulle donne. In Tunisia vi è infatti il rischio che la nuova carta costituzionale, specie per il peso consistente del partito islamico Ennahda, abbia una forte venatura religiosa. E anche ieri si sono registrati scontri tra studenti salafiti e laici all’università, per la questione del velo.
A quel che si legge sembra che ci sia un evidente e maggioritario precipitare verso l’islamizzazione della società ma che ci siano anche forti e decise componenti laiche e che lo scontro sociale sia fortissimo.
In situazioni simili è difficile pensare ad una soluzione da stato di diritto ma prevedo che inevitabilmente si arriverà allo scontro sociale sanguinoso, perchè o si mette in moto davvero la rivoluzione con la laicità e i diritti civili (e sociali ma poi ci arrierò) o scatterà la controrivoluzione tradizionalista.
I risultati elettorali ci mostrano una maggioranza islamista, ma non è tutto così scontato, perchè le maggioranze passive sono determinate dalla forza e dalla capacità organizzativa delle minoranze attive; il problema è che le minoranze per avere forza devono essere radicate nel tessuto sociale e aver presa nelle classi popolari ed economicamente in difficoltà (che sono quelle che poi, per disperazione, sono capaci di reggere lo scontro a qualsiasi livello) e in questo senso sono decisamente avvantaggiati gli islamisti.
Ma i processi storici spesso non sono lineari e hanno bisogno di tempi un po’ più lunghi per cui non è detto che le cosidette ‘primavere arabe’ passate non giungano davvero a sbocciare nell’arco magari di un decennio dal loro inizio, anche e soprattutto se le forze laiche sapranno formare un tessuto nelle classi popolari e non essere un’elite lontana dalle masse…è su questo che penso che là si dovrebbe puntare.
Batrakos, hai ragione, ma i movimenti popolari si alimentano con un apparato politico che necessita di soldi (la base de tuto, nel dirlo alla veneta).
Ora questi soldi, i partiti islamici, da dove li pescano?
Per far crescere una democrazia bisogna passare dai partiti, in Tunisia, i partiti islamici hanno dimostrato di avere una forza ed una organizzazione che non puo’prescindere da robusti finanziamenti.
Ed una volta al potere, con il classico scambio di favori, compravendita di voti in puro stile “italiano”, vedrai che x un tozzo di pane anche i piu’ tiepidi diventeranno filo-islamici.
Ho visto su wiki che la popolazione tunisina è poco piu’ della popolazione lombarda (ma mooolto meno ricca ), anche di questi tempi l’Europa, davvero con pochi spiccioli potrebbe sostenere un partito laico e farne dipendere l’economia da esso.
Ripeto, si tratta davvero di pochi spiccioli.
Insomma, un po’ come hanno fatto gli Usa con l’Italia nel dopoguerra, hanno ancorato gli industrialie i militari ad un partito di riferimento (la Dc), la quale dc, avendo in mano la borsa della spesa, rappresentava una insuperabile calamita x moltissimi elettori.
Ragionamento ineccepibile, Manfredi.
A questo punto è da domandarsi come mai l’Europa non finanzia i movimenti laici.
Forse -visto che solitamente contano prima i mercati dei diritti- pensa che partiti come Enhada o i Fratelli Musulmani o le formazioni musulmane libiche in campo economico e di stabilità dell’area non creino problemi (d’altronde Enhada e anche parte dei Fratelli Musulmani dicono di essere per il modello alla Erdogan: leggi islamiche in politica interna e apertura al mercato occidentale, a differenza dei salafiti che sono molto più destabilizzanti), e che anzi in certo qual modo una società tradizionalista possa evitare fughe in avanti dal punto di vista della ridiscussione del modello liberista che c’è oggi.
altro che primavera…. un inverno terribile, freddo e ghiacciato come non mai.
Certo che la religione non aiuta proprio mai eh !. I dei monoteisti fatti su misura d’uomo (maschio misogino e omofobo), a sua immagine e somiglianza. Se questi dei esistessero davvero il mondo sarebbe ridotto a un cartone dei Simpson.
Dimenticavo,
a Maria nel suo giorno le mie condoglianze.
PS. sarebbe ora però di smettere di piangere, dia un po’ di dignità alla sua vita !
Quello che auguro vivamente a queste donne è di non avere il patrocinio delle sedicenti femministe moraliste italiane alla Se non ora quando http://www.direfarepensare.it/
Uhm… il nubilato è una piaga da combattere, la schiavitù sessuale, no, anzi, da incentivare. (Stendo un velo su divorzio e adulterio)
A me questa gente dà la nausea.
Affinchè la donna non sia solo un vuoto da colmare, e se anche in taluni casi lo fosse, possa essere un vuoto da colmare che sia anche base su cui costruire.
Non ho mai creduto alla dona come un semplice CONTENITORE DEL CONTENUTO.
Amiamole ste belle bottiglie insomma.
Anche la CocaCola non sarebbe lei senza la suprema e reale sinuosità della Bottiglia Sua.
E poi l’orgasmo… argomento che, parlando di donne, si divide dal sesso e fonda un nuovo argomento dalle fattezze divine all’insegna dell’eslusività.
Mi spiego: affinchè nasca un bambino, durante il rapporto sessuale il maschio deve necessariamente raggiungere l’orgasmo per eiaculare mentre la donna può restare in cinta anche se non gode. OSSIA —-> IL PIACERE DELLA DONNA DOVREBBE ESSERE RITENUTO AL DI SOPRA DELLA VITA STESSA.
La considerazione che dovremmo avere di queste creature s’avvicina all’adorazione (oltre che odorazione).
Auguri Amore Mio
Buona festa della donna, sperando che anche in medioriente le donne prendano coscienza di se stesse, così come avvenuto in occidente.
A proposito di monoteismi e politeismi: UN DIVERSISSIMO sorprendente concetto di verginita’ animava la antica Religio Romana! Leggete fino in fondo (Iconografia): VERGINI CON AMANTI le antichissime dee madri mediterrane, mai sposate!
CULTO DI VIRGINIA Il nome NON indicava uno stato di illibatezza, perchè la Virgo era la personificazione della forza, e la vergine, ovvero la Virgo, per i Romani non era colei che non aveva fatto sesso, bensì colei che non si faceva sottomettere dal maschio, la donna senza marito. Pertanto Virginia era la Dea romana della politica. Ispirava l’eloquenza, le buone amicizie e le sagge decisioni.
La forza Virginea dunque non era la forza fisica ma la forza d’animo, quella che occorreva per scalare una carriera politica, o militare, senza lasciarsi influenzare o scoraggiare.
Sembra fosse anticamente una specie di Nike, alata e messaggera. A lei si appellavano i Romani con ambizioni politiche, ma anche i senatori nel prendere decisioni o gli oratori nei fori. Fu pian piano soppiantata da Mercurio.
ICONOGRAFIA Era rappresentata con uno scettro in mano e due colombe ai piedi, o vestita di bianco e velata, poggiata a una colonna, con in mano un ramo di cinnamomo.
Le colombe sono sempre state il simbolo della Grande Madre, sia mediterranea che asiatica, che fu sempre rigorosamente vergine, cioe’ non sposata, pur avendo i suoi AMANTI.
Da:
http://www.romanoimpero.com/2010/02/culto-di-virginia.html