Nella città di Abha in Arabia Saudita, migliaia di studentesse della locale King Khalid University, hanno protestato mercoledì per la cattiva gestione dell’ateneo. Denunciando il malfunzionamento dei servizi igienici, gli abusi delle addette alla sicurezza e del rettore. Lo scrive oggi Il Corriere della Sera e da giorni la notizia è diffusa sui media stranieri, come la BBC. Ma la loro protesta è anche il simbolo della lotta contro le discriminazioni che subiscono le donne in un Paese dove vige un regime teocratico fondato sull’islam wahabita. Le ragazze infatti hanno chiesto la possibilità di usare internet e i cellulari, nonché di mettere in discussione il rigido codice di abbigliamento, che impone il velo integrale e la lunga tunica nera.
Circa ottomila studentesse hanno organizzato una massiccia mobilitazione, grazie anche ai social network, con dimostrazioni, sit in, slogan di protesta dentro l’ateneo. Tanto che è dovuta intervenire la polizia morale, con una ondata di repressione senza precedenti. Le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nel campus, disperdendo il sit in. Il bilancio: più di 50 donne ferite. Secondo alcuni, sarebbe addirittura morta una giovane, vittima di un attacco epilettico durante l’azione della polizia. Ma le studentesse hanno annunciato proteste anche oggi. Ci saranno, promettono, anche i colleghi maschi, nonostante sia in vigore una rigida separazione tra sessi.
Ci saranno dietro tutti i motivi socioeconomici che volete, ma per ridursi a un punto di tale disumanità questi sauditi sono clinicamente pazzi.
ma sai… …dare del pazzo (tra l’altro del “clinicamente pazzo”) sa tanto di quello squallido modo di fare di una sinistra ripetitiva e priva di valide argomentazioni. Mi sembra molto infantile dare del pazzo a chi la pensa diversamente, e questo è uno dei tanti motivi per cui prendo le dovute distanze dalla sinistra. Guarda che le donne saudite si lamentano per i fatti loro, ma non tutto è così come viene raccontato in occidente. Le donne arabe vengono spesso trattate da principesse, e sono completamente esenti dal fare lavori orrendi e faticosissimi svolti unicamente dagli uomini (tra l’altro stranieri, ovvero uomini emigrati in Arabia Saudita da altri paesi islamici molto più poveri dell’Arabia).
Saranno anche discriminate, ma non tocca alle donne arabe costruire autostrade in mezzo al deserto, lavorare sulle piattaforme petrolifere, spaccarsi la schiena nelle cave, miniere e discariche, non spetta a loro raccogliere l’immondizia e costruire le Università dove possono studiare. Dunque come vedi c’è anche il rovescio della medaglia, no? Ci sono discriminazioni contro le donne e discriminazioni contro gli uomini. Riflettiamo evitando commenti “sinistri” acidi ed infantili. I pazzi sono per me quelli che vedono solo un lato della medaglia. Informati e vedrai che i lavoratori immigrati (tutti uomini al 100%) sbarcati in Arabia Saudita dal Pakistan, dall’Afghanistan o dal Bangladesh, fanno una vita schifosissima, sono sfruttati come degli schiavi e vivono in condizioni disumane. Ti interessa la cosa? Spero di si.
Sabrina
Naturalmente, per sauditi intendo i governanti legati alla famiglia reale. Dopodiché, sono contento di sapere che a sinistra qualcuno usa termini forti, ogni tanto; a me non sembra proprio.
A parte questo, hai chiaramente ragione nel distinguere vari aspetti di una società, ma mi sembra che ci sia un accanimento su alcuni punti che non ha alcuna spiegazione sensata. Se non è pazzia questa…
(Non avere valide argomentazioni e non trovare valide spiegazioni sono questioni completamente distinte.)
@ Sabrina
http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSDBDy1BItNgMuFuH5Us8T0wemuj7vCUm7es3Ek3uISKuGtFj4cPU-dQJRiWw
http://www.cinziaricci.it/resistenze/galleria06-note.htm
Sabrina anche le lavoratrici indonesiane e filippine fanno la stessa vita schifosa in Arabia Saudita. In quel paese non lavora nessuno alla fine né uomini ne donne locali.
x fab
credo che tu abbia ignorato tutti i miei punti, per cui non so cosa dirti. Notiamo quando le donne sono maltrattate (giustissimo, per carità, a me non va di esser trattata da schifo), ma quando gli uomini sono ritenuti “sacrificabili” dalla nostra stessa società, tutti (maschi e femmine) guardano dall’altra parte e fanno finta di nulla. Io ho due bambini maschi, che devo fare devo far finta che per loro tutto va bene perché un giorno saranno uomini? ma non credo proprio. Toccherà a loro costruire la nostra intera società, perché alla fine molte donne si lamentano della mancanza di parità, ma io non vedo molte donne far domanda per andare a lavorare nelle miniere o sulle piattaforme petrolifere nel bel mezzo dell’oceano. Non trovi? Mi dispiace davvero che questa piattaforma dedicata all’ateismo sia sempre più pregna di quel ridicolo femminismo fatto si slogan anni 70 riciclati e banalissimi.
x Tino
le lavoratrici indonesiane e filippine devono accudire le “principesse arabe” e i loro marmocchi straviziati, fare da mangiare e pulire la casa. Non tocca certo a loro fare quei lavori schifosissimi, pericolosi e massacranti che fanno unicamente uomini stranieri, gli unici e veri schiavi dell’Arabia Saudita. Ti imploro di non accostare le due cose, informati e vedrai che sono solo gli uomini in A.S. ad entrare nelle statistiche fatte di decine di migliaia di uomini morti mentre fanno lavori svolti unicamente dalla sfera maschile. Questa cecità di genere non ha nulla a che fare con la parità dei sessi, piuttosto non fa altro che generare maggiori squilibri.
Ragazzi svegliamoci e guardiamo alla realtà in tutte le direzioni, e non soltanto dove ci è stato detto di guardare.
Sabrina
@ Sabrina
Preoccuparsi delle condizioni disumane dei lavoratori immigrati in Arabia Saudita è un tema squisitamente di sinistra. Non so chi ti abbia mai detto che la sinistra è quella che dà del matto agli altri (Berlusconi? Bossi? Santanchè?), ma credimi non è quello il criterio di distinzione fra dx dalla sx.
In ogni caso la ribellione delle giovani “borghesi” non può essere semplificata in una visione un po’ retrò della politica, ma in un inalienabile desiderio di ribellione dalle vecchie tradizioni che limitano il diritto all’autodeterminazione delle donne, anche se trattate come “principessine”. Anche molti cagnolini sono trattati come “principini” ma sempre di cagnolini senza libertà si tratta.
@ Sabrina,
scusami io mi sono informato e le lavoratrici indonesiane e filippine sono vittime di violenze di tutti i tipi quando nelle famiglie saudite scatta il nervoso. Del resto questo tipo di comportamenti esistono anche in Europa, con le famiglie africane che si comprano la “serva” e la portano clandestinamente qui. Non so alla fine cosa sia più massacrante o umiliante tra i due lavori, del resto l’indonesia vieta dall’anno scorso (con scarso successo) l’invio delle domestiche, perché non hanno il diritto nemmeno al telefono in caso di maltrattamenti. Non so cosa vuoi dimostrare che gli uomini sono più discrimanti delle donne.
@ Red Passion
La sinistra comincia ad interessarsi solo adesso visto che quei paesi stanno cominciando a dimostrarsi per quello che sono capitalisti (come tutti) non solo con l’Europa che stanno comprando a suon di debiti e di partecipazioni in giornali televisione ecc. ma anche con l’amata siria alleata della Russia, prima erano considerati arabi=dannati della terra, chissà adesso che hamas è dal principe del Qatar se resterà simpatico ai terzomondisti.
Io non vedo nemmeno molti uomini che fanno a gara per fare il minatore. Chi lo fa spesso non ha alternative, uomini o donne che siano (PS: in alcuni posti del mondo la percentuale di donne che lavora in miniera supera il 20%).
Idem per le piattaforme che invece sono ambite, sia dagli uomini che dalle donne, per gli alti salari. D’altra parte qui il problema della bassa presenza femminile e’ dovuta alla discriminazione nelle fasi precedenti. Per lavorare sulle piattaforme bisogna essere meccanici, ingegneri, tutte carriere che sono per la maggior parte precluse alle donne fin dalla fine delle scuole superiori.
Non c’e’ dubbio che alcune donne approfittino della loro condizione di donne per farsi coccolare, ma che la discriminazione esista e sia evidente in arabia saudita come in italia, e negli altri paesi occidentali, e’ lampante, ed e’ miope (e soprattutto impedisce di cambiare le cose) non ammetterlo.
“Non so cosa vuoi dimostrare che gli uomini sono più discrimanti delle donne.”
vuole dimostrare che non sono solo le donne ad essere discriminate.. sono persone (donne e uomini) a essere discriminati.. quando e´un uomo a essere discriminato si guarda dall´altra parte (del tipo: se lo sara meritato o ben gli sta), quando e´donna giustamente si vede la realta delle cose e si critica..
e´qui la concezione un po discriminatoria di una certa parte del movimento femminista.. si e´fatto di tutta l´erba un fascio.. gli uomini (del ceto povero) sono state le persone che da sempre hanno subito di piu nel corso della storia.. quanti uomini sono morti in guerra? i russi hanno perso 15 milioni di uomini durante la 2. guerra mondiale.. 15 000 000.. dire che solo le donne hanno subito discriminazioni non e´vero.. e una buona parte della colpa va proprio alla religione.. e non mi sembra che il movimento femminista se la prenda molto con le religioni
“D’altra parte qui il problema della bassa presenza femminile e’ dovuta alla discriminazione nelle fasi precedenti.”
sai fri, esistono lavori che sono piu adatti alle donne, altri piu adatti agli uomini.. uguaglianza non significa donne=uomini.. e´avere parita di diritti e doveri.. poi
se pero ce stata discriminazione (come sostieni tu) e´giusto intervenire
seguendo la logica femminista perche le scuole sono in mano per il 90% alle donne? perche non mettiamo le quote blu anche la allora? e se maestre femministe discriminano bambini maschi come la mettiamo, e´giusto questo..?
Puo’ essere, ma piu’ che altro ci sono lavori che interessano piu’ agli uomini che alle donne, cosi come ci sono lavori che interessano piu’ agli asiatici che non agli europei, o che interessano piu’ i giovani che gli anziani. L’importante e’ avere le stesse opportunita’, cosa che la donna (ma giustamente come hai detto tu anche altre categorie) non hanno avuto e non hanno tuttora.
Precisiamo una cosa, le scuole primarie sono “in mano alle donne” con percentuali che vanno dal 70 a quasi il 100% nei diversi paesi europei (in Italia e’ intorno al 90). Questa percentuale crolla con l’aumentare del grado di scuola fino ad arrivare a meno del 20% nei massimi gradi (alcune facolta’ universitarie) e massimi livelli di carriera (direttori, presidi, ecc).
questa proprio non l’ho mai sentita. Ma che scuola hai fatto?
e si vede che sai ben poco della storia del movimento femminista…
chi non muore si rivede, devo dire.
probabile che tu non ti renda conto che le discriminazioni di cui cianci non sono tra donne e uomini ma tra ricchi e poveri.
però capisco che ognuno abbia le sue piccole e grandi ossessioni, va beh.
@ Sabrina
Non hai risposto al mio intervento di domenica 11 marzo 2012 alle 18:53. Rimango in attesa.
ossessioni o no siete voi femministe che vedete dovunque discriminazioni.. vi do una pillola di realta.. qua in occidente siete diventate delle grandi viziate perche vi lamentate di tutto..
ecco hai detto bene.. non e’ sempre stata una discriminazione di genere, ma soprattutto di classe sociale.. la classe operaia era discriminata tutta.. siete voi femministe a vederla tramite la vostra ottica sessista
io non sto negando la discriminazione verso le donne.. siete voi che negate che ci siano anche verso uomini.. OK?
“di qui cianci” quindi i padri che si vedono tolti bimbi e casa sono dei cretini??
caro romeno, appunto.
i filippini non sono discriminati in arabia saudita perchè sono uomini.
sono discriminati perchè sono poveri, e lo sono sia uomini che donne.
in altri contesti socioculturali e/o ad altri livelli, lo sono specificamente le donne.
basta non avere un solo piano di lettura del mondo per rendersene conto, in fondo non è poi tanto complicato.
(si scrive “di cui”, e mi riferivo non a te ma a sabrina e del contesto saudita. se vogliamo parlare di legge sul divorzio italiana, vieni sul forum, apri un thread e discutiamone che qui è off topic)
“e al contesto saudita”, pardon.
Questo e’ vero, in effetti le donne entrano solo nelle statistiche delle morti mentre fanno lavori svolti unicamente dalla sfera femminile…
Approximately 2 million women from Indonesia, Sri Lanka, the Philippines and other countries are employed as domestic workers in Saudi Arabia. They are routinely underpaid, overworked, confined to the workplace, or subject to verbal, physical, and sexual abuse, Human Rights Watch said. Despite being victims of abuse themselves, many domestic workers are subject to counteraccusations, including theft, adultery or fornication in cases of rape or witchcraft. (Human rights watch)
http://italian.irib.ir/notizie/iran-news/item/103663-iran-donne-ninjutsu-siamo-atlete-non-assassine-%20-video La Differenza.
Giuliano, la differenza non c’è o meglio c’è ma non quella che intendi tu. In Arabia Saudita le donne hanno un potere economico notevole e sono presidenti di camere di commercio, in Iran le donne sono disoccupate e non possono accedere alla magistratura. Sono anche le prime vittime della droga che, vista la regione in Iran, colpisce 2 milioni di persone. Sono due paesi teocratici diversi ma dove alla fine le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini, tieni anche presente che mentre in Iran le pene sono spesso e volentieri applicate in materia sessuale, in Arabia Saudita il sovrano concede quasi sempre la grazia se si tratta appunto di questo tipo di “reati”. Poi dal punto di vista geopolitico a te può essere più simpatico l’iran, ma sinceramente di questa demonizzazione in occidente delle donne ninjutsu io non ne ho mai sentito parlare. Sarebbe più interessante smettere di utilizzare gli occhiali ideologici e sostenere un paese solo perché è anti-occidentale.
Secoli di discriminazioni sopportate con rassegnata pazienza e poi, zac! non funziona il cesso
e scoppia la rivoluzione! Che finalmente… cessi la discriminazione!
😀
una cosa alla volta.
se davvero si pretende un cambiamento questo deve avvenire con metodo, seguendo purtroppo un lungo iter cronologico di progressiva deislamizazzione della società.
qui ci sono voluti 500 anni perchè il potere temporale tornasse in mani laiche, da Leonardo a Copernico fino all’inizio del 1800 dopo la rivoluzione francese.
da quelle parti dove solo adesso qualcosa si muove prevedo che ci vorranno ancora secoli per separare chiesa e stato, e non sarà una cosa pacifiça.
Stefano, sono piu’ “follemente” ottimista di te.
Cinquecento anni fa non c’era internet, la televisione, la carta stampata (quella che perlomeno c’e’ adesso9, in una parola, non c’era il traffico intellettuale ( e relativo interscambio) di adesso.
Non c’era neanche quella immediatezza nel trasporto delle persone attuale.
Cinquecento anni fa non c’era una rivoluzione francese o statunitense o marxista.
Oggi e’ tutto pronto, oggi il giovane e la giovane saudita anche se di nascosto presumo, possono leggere di Voltaire della dichiarazione dei diritti dell’uomo, del femminismo, della carica di energia di scrittori, filosofi e perfino del rock.
Insomma, il “know how” democratico l’hanno bello e pronto.
Le società moderne non hanno più bisogno di tiranie e retrograde dottrine religiose. Gli dei rimarranno sconfinati nella giusta dimensione: resti antropologici di culture arcaiche. La chiave?: cultura, scienza, conoscenza, libertà.
Finalmente hanno iniziato a ribellarsi, peccato che siano una minoranza. 🙁
Forse, visto che la notizia non e’ stata del tutto confermata, pare che ci sia chi sta pure peggio di queste ragazze saudite… 😯
http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201203101940-ipp-rt10102-iraq_lapidati_oltre_90_giovani_per_look_troppo_occidentale
Il fatto che siano studentesse apre speranze per il futuro.
Sono popoli arretrati, tutto qui.
Rappresentano quello che eravamo noi 400 anni fa.
Prima o poi la ruota dell’evoluzione sociale girerà anche per loro, è solo questione di tempo.
E’ solo questione di tempo, però adesso c’è un acceleratore: internet! 🙂
Tanto per chiarire,
In Iran le donne possono votare certo ma sono escluse dal potere economico e giudiziario;
In Arabia Saudita possono votare da poco tempo, ma gesticono aziende di notevoli dimensioni ed hanno patrimoni personali e possono gestirlo personalemente. Purtroppo oggi una parte di non so che cosa (sinistra estrema o destra estrema) vuol fare credere che l’Iran sarebbe meglio dell’Arabia Saudita. Sono due regimi teocratici con tutti e due una discriminazione delle donne, ma in Iran le donne sono escluse dal potere economico a differenza dell’Arabia Saudita dove sono invece maggiormente escluse dalla politica. Ma dove sta il potere oggi? Nell’economia o nella politica?
Tanto per chiarire, nella notizia non c’e’ nessun riferimento all’Iran per cui il tuo commento e’ offtopic.