Adele Parrillo è una ‘vedova’ di Nassiriya. Ma non per la Repubblica italiana. Nell’attentato del 12 novembre 2003 morì infatti anche il suo uomo, il regista Stefano Rolla. Con cui non era sposata, ma con cui viveva da sei anni. Poiché quello che per la Chiesa cattolica è uno “scandaloso concubinato” è anche, per lo Stato italiano, una situazione ancora non riconosciuta ufficialmente, a differenza di tutti gli altri paesi dell’Europa occidentale, Parrillo ne ha sinora passate di tutti i colori: non ha potuto partecipare ai funerali di Stato, e in seguito l’allora presidente Ciampi non le ha consegnato la Croce d’onore. Le sue vicissitudini sono state raccontate anche in un incontro svoltosi presso la sede Uaar.
Dieci anni dopo aver avviato insieme al suo compagno un programma di procreazione assistita, Adele Parrillo ha ora chiesto di poter donare alla ricerca i cinque embrioni congelati in una clinica romana. L’ospedale le ha tuttavia risposto di ‘no’, perché “allo stato attuale la ricerca è consentita solo per perseguire finalità terapeutiche e diagnostiche volte alla tutela della salute e allo sviluppo dell’embrione”, mentre “qualsiasi altra attività è vietata penalmente sanzionata”. Le Monde definì la legge 40 “una legge burqa”: una miglior definizione non è ancora stata trovata.
Il Corriere della Sera ha scritto che la questione “potrebbe diventare materia di ricorso alla Corte di Strasburgo che a sua volta la girerebbe al governo italiano”. Ad Adele Parrillo e al suo avvocato vanno ancora una volta, da parte dell’Uaar, le congratulazioni per il loro impegno civile e i migliori “in bocca al lupo” per l’ennesima, difficile battaglia.
Che merde di persone. Infierire su una donna che ha già sofferto tantissimo per la perdita del suo uomo. Ma un minimo di empatia?
come disse qualcuno, la peggior blasfemia è dire che l’uomo è a immagine e somiglianza di dio.
perchè mai? piccoli ominicoli il dio se lo sono fatto a LORO immagine e somiglianza.
Gli embrioni congelati (obbligatoriamente) verranno buttati via ma non destinati alla ricerca. La solita pazzia cattolica, nella (presunta) difesa della vita che alla fine non è altro che la difesa dei capricci del papa.
La Chiesa deve lasciar vivere le persone e smettere d’interpretare la vita secondo un dio che cambia opinione ma non parla mai.
Mi permetto di aggiungere alla storia di Parrillo, che lo Stato non riconosce in nessuna forma il sentimento più alto che possiamo avere (secondo me) che è l’amicizia.
Ricordo che una cosa simile accadde anche alla compagna di un soldato che, ferito in un’ imboscata, tornò in Italia cerebralmente morto e morì poche settimane dopo. Anche in quel caso la poveretta rischiava di vedersi trattare dallo Stato vaticaliano come una passante importuna.
La vicenda ebbe esito migliore, ma le modalità con cui la cosa fu ‘risolta’ mi fecero ribrezzo: il prete del paese visitò in ospedale il vegetale che era stato un soldato dell’Esercito Italiano e riferì di aver ‘percepito un lui la volontà di sposarsi’, immagino tramite incantesimo ‘parlare con i morti’ (D&D docet…). Procedette a celebrare le nozze tra i due, ‘regolarizzando’ di colpo l’intera situazione. La neo-vedova potè partecipare alle esequie di Stato e ricevere la pensione.
Ora, se posso apprezzare la buona volontà del prete e dare per scontato che abbia fatto quel che poteva per aiutare la giovane donna, non posso non essere schifato dall’ipocrisia sottostante, per la quale la chiesa impone allo Stato di adeguarsi alle proprie visioni medievali, ma è pronta quando conviene (perchè ci sono di mezzo fedeli baciapile, o per risonanza mediatica del caso…) a “chiudere un occhio”…la stessa cosa del resto venne rimproverata da certuni a Beppe Englaro. “Perchè fa tanto casino?”, chiedevano alcuni, “si adegui, faccia ricoverare la figlia in qualche clinica di suore, che poi ci sarà la ‘manina misericordiosa’ di qualcuno che ‘accidentalmente’ staccherà le macchine…”, proseguivano gli schifosi, con tanto di occhiolini e dar di gomito. Ricordo che all’epoca di fronte ad uno di essi e alla sua aria tronfia e autocompiaciuta dovetti allontanarmi, stavo rischiando di commettere il mio primo tentato omicidio…
E’ una cosa molto italica, temo. “Prostratevi, fate atto di sottomissione ai vostri sovrani in tonaca, e vedrete che essi sapranno essere magnanimi e guardar dall’altra parte”. Vale per i preti, per i politici e per i boss mafiosi. Meglio che non ci pensi troppo, se no divento pessimista…
Sara’ impopolare ma trovo la storia della signora Adele Parrillo il classico esempio di irresponabilita’ italiana. La signora Adele Parrillo, a cui va tutto la mia compassione umana per la perdita che ha subito, ha deliberatamente scelto di non sposarsi quando avrebbe potuto sapendo benissimo quale e´la situazione della legge. Quindi che cosa vuole? I diritti che lei tanto richiede si possono ottenere con una fila al comune, qualche giorno di attesa e 2 firme con due testimoni. Non l’ha voluto fare quindi e´una sua precisa responabilita’. Io posso capire che la legge sia ingiusta ma non e´stato un destino barbaro e crudele che l´ha messa nella situazione in cui si trova ma una sua scelta!
In parte sono d’accordo con te, una legge sulle unioni di fatto risulterebbe ipocrita… Però ci sono alcune categorie di persone che non possono andare in comune a sposarsi, ad esempio chi è separato e sta aspettando il divorzio (in italia possono passare anni ed anni) oppure i gay e le lesbiche…
Ma infatti io non ho detto che tutti hanno il diritto a cui la signora Parrillo ha rinuniciato! Le uniche coppie che vengono seriamente discriminate in Italia sono quelle gay.
@ Simone
Da un punto di vista strettamente legale hai ragione, ma trovo comunque indecoroso il modo in cui lo Stato si permetta di sputare addosso ai rapporti umani, e per lo più in maniera ipocrita: un padre alcolizzato e violento può benissimo andare a trovare la figlia in ospedale per via di un mero legame di sangue, mentre invece il compagno/partner/migliore amico viene trattato come un signor nessuno solo perchè non c’è una firma su un pezzo di carta. Chiunque abbia un minimo di empatia non può non provare disprezzo nei confronti di questo atteggiamento.
Faccio presente che, proprio in occasione dei funerali delle vittime di Nassiriya, la signora Parrillo fu esclusa da tutte le cerimonie, mentre alla ragazza di uno dei giovani soldati morti fu consentito di partecipare.
L’unica differenza documentabile tra i due casi era che quell’altra coppia fosse più giovane, e che non avesse ancora avuto il tempo di mettere su casa e di vivere insieme stabilmente… e quindi la ragazza era qualificabile come “fidanzata”, ossia una che stava aspettando di fare il prima possibile un matrimonio regolare.
La cosa fu addirittura giustificata formalmente con l’allucinante motivazione che la fidanzata fa parte a tutti gli effetti di “una famiglia in via di formazione”, mentre la convivente stabile in età matura, quella invece no.
Ossia, siamo arrivati all’assurdo che se due innamorati NON vivono insieme, sono famiglia, mentre se vivono insieme, allora non lo sono.
Geniale, no?
Lisa
Io spero che lo Stato o chi e’ chiamato a giudicare su queste vicende, si metta una mano sulla coscienza e vada incontro alle esigenze non solo della Parrillo, che ne ha passate di cotte e di crude, ma di molti (tanti) cittadini che trovano privati dei loro diritti, per colpa di una legge assurda come la Legge 40.
Rinunciando al matrimonio civile, purtroppo si rinuncia a certi diritti, non penso che questo c’entri con la laicità (anche se lo stato poteva mettersi una mano sulla coscienza), anche se capisco chi non si sposa (mi riferisco a chi può) per le lungaggini di un eventuale separazione (questo c’entra con la laicità).
C’entra molto con la laicità cosa una donna vuol fare dei suoi embrioni congelati.
Chiedo scusa del breve OT (3 righe).
Certo è che non capisco che cosa bisognerebbe farsene di questi embrioni, che comunque non saranno impiantati? Che legge retrograda!
ragazzi, non per essere pignola, ma qui l’accento è sulla donazione di embrioni, non sul fatto che questa donna fosse o meno sposata…