Succede in provincia di Varese che i rapporti omosessuali vengano considerati come comportamenti a rischio per la donazione del sangue, in quanto abitudini di vita che espongono maggiormente al rischio di contrarre malattie infettive come l’epatite e l’AIDS. Questo è esattamente quello che si legge, nero su bianco, in un cartello esposto in una bacheca del centro trasfusionale dell’ospedale di Somma Lombardo, struttura presso cui è ospitata la locale sede dell’AVIS, e a darne notizia è un giovane donatore che ha anche fotografato il cartello esposto (la foto è disponibile sul sito di ArciGay). Alla fine del cartello si legge: “A nome dei nostri pazienti La ringraziamo per la sensibilità dimostrata”. La cosa suona quantomeno beffarda, visto che in effetti a mancare non solo di sensibilità, ma perfino di decenza (non volendosi allargare troppo), pare siano proprio gli autori di questa ammonizione.
Secondo Marco Mori di ArciGay “questa Lombardia che vanta eccellenze e progresso come qualcuno vuol fare credere, in realtà assomiglia sempre di più ad principato di tipo medioevale, oscurantista e reazionario che sta combinando solo danni”. E il timore concreto è che le cose non cambieranno nel giro di breve tempo, almeno non fino a quando la sanità lombarda continuerà ad essere in mano a Cl ed ai Verzè di turno.
Massimo Maiurana
Ho letto il comunicato fotografato, è assolutamente discriminatorio. Sono assiduo donatore avis da oltre dieci anni, ma nella dichiarazione che firmo per ogni donazione non c’è la dicitura rapporti omosessuali, naturalmente si deve dichiarare di non aver avuto rapporti occasionali con persono sconosciute o affette dalla varie patologie virali, ma assolutamente non c’è la dicitura rapporti omosessuali.
Questa è discriminazione, questa è omofobia spero che qualcuno del posto si attivi per far perseguire anche legalmente tale abominio. Io sono molto distante. I comportamenti discriminatori sono vietati anche dallo stesso statuto avis.
Nel sito avis c’è l’elenco delle persone che si richiede auto escludersi dalla donazione, ma non ci sono i rapporti omosessuali.
Questo è un abuso che da discredito a tutta l’associazione, sarà bene denunciare la cosa anche all’avis a livello nazionale.
Anch’io sono donatrice Avis e le domande in merito alle abitudini sessuali parlano solo di protezione dei rapporti, con chi ho questi rapporti non è, ovviamente, affar loro.
Dato che non sono medico, non vorrei sparare una solenne cavolata: credo che il sangue raccolto con le donazioni dei volontari, prima di essere usato a livello clinico per le trasfusioni od altro, dovrebbe essere sottoposto ad esami di laboratorio che accertino l’assenza di virus o batteri patogeni. O mi sbaglio?
Ad ogni buon conto, quello che sta succedendo nella patria dei ciellini è veramente inquietante: altro che principato medioevale, la Lombardia di oggi assomiglia sempre di più ad un emirato arabo!
neanche io sono medico, nè particolarmente ferrato in materia, ma credo che la donazione si basi molto su un rapporto di fiducia tra centro trasfusionale e donatore. questo perchè per alcune patologie credo non vi sia modo di fare verifiche attendibili in tempi rapidi, e non credo che il sangue donato si possa conservare troppo a lungo.
questo penso sia uno dei motivi per cui c’è bisogno di volontari che periodicamente vanno a donare.
e credo che vi sia un divieto legale di remunerazione del donatore proprio per impedire che soggetti non corrispondenti al profilo necessario per una donazione affidabile si offrano attratti dal lucro.
mi risulta comunque che analisi vengano comunque fatte e consegnate gratuitamente al donatore.
Assolutamente sì: ad ogni mia donazione vengono raccolte provette a parte per le malattie infettive tra cui epatite e hiv
@ manimal
@ Elena
Thank both of you very much!
Should be: thank you very much to both of you.
BITTE HABLA ITALIANISH S’IL VOUS PLAIT
@ Southsun
Guarda che io sono bilingue (il mio babbo è inglese) e ti garantisco che nel linguaggio parlato si può dire anche “thank both of you very much”.
I believe you but it still sounds funny to me. Cheers.
OT
Ecco perchè mi piace l’inglese americano, è molto più maccheroni friendly. 🙂
OT
scusa ho supposto americano, perchè hai detto delle volte di essere stato in america, se è inglese britannico mi scuso della cacchiata.
@ francesco s.
Sono figlio di padre inglese e madre italiana, ma una o due volte all’anno devo andare negli States per motivi inerenti alla mia attività scientifica. Quando scrivo in inglese (e lo devo fare spesso) tendo ad esprimermi più in “americano”. Quando invece parlo in inglese, tendo a fare uso dello slang usato a Leeds, dal momento che i miei parenti inglesi vivono lì e da piccolo ogni estate venivo regolarmente spedito dai nonni che vivevano da quelle parti.
@ Southsun
Although my words sound funny to you, ricorda che (PURTROPPO!) l’inglese non ha regole fisse: è solo un insieme informe di idioms e frasi fatte. Ma lo sai perché l’inglese è, tra tutte le lingue indoeuropee moderne, quella messa peggio? Te lo spiego subito. L’inglese è nato come lingua ibrida nei monasteri medioevali britannici, nei quali i rampolli dell’aristocrazia parlavano il francese (lingua latina) mentre i figli della common people parlavano l’anglosassone (lingua germanica). Non hai notato ancora che l’inglese ha tutti i difettucci del cattolicesimo? E’ assurdo, illogico, contraddittorio, però ha la strana pretesa di essere “universale”. A me piace più er romanesco.
Poiché alla donazione segue sempre un’analisi del sangue, si chiede di poter assicurare una condotta adeguata al fine di risparmiare sui costi dell’analisi.
In pratica, è più conveniente rinunciare a priori a del sangue piuttosto che fare un’analisi che ha un fattore medio-alto di risultare in un sangue inutilizzabile.
Detto ciò, nel caso di questa news non capisco cosa c’entri la “condotta adeguata” con l’essere omosessuali, visto che è inutile al fine della donazione, oltre ad essere denigratoria e discriminatoria.
@me: mi correggo da solo, al posto di “è inutile al fine” volevo dire “è ininfluente al fine”.
@ giordanobruno
“credo che il sangue raccolto con le donazioni dei volontari, prima di essere usato a livello clinico per le trasfusioni od altro, dovrebbe essere sottoposto ad esami di laboratorio che accertino l’assenza di virus o batteri patogeni. O mi sbaglio?”
Non sbagli, il sangue viene analizzato, ma purtroppo l’esame non è sicuro al 100% perchè chi contrae l’AIDS nei primi mesi di malattia è negativo, dagli esami il suo sangue sembra normale, per questo si pone il problema di escludere dalla donazione chi tiene comportamenti a rischio.
@ giulio
Ti ringrazio per la delucidazione chiara e precisa. Tuttavia, se si tiene conto che oggi i comportamenti a rischio sono tenuti forse più dagli eterosessuali che dagli omosessuali, non si comprende perché tocchi sempre a questi ultimi essere additati al pubblico ludibrio.
Ci risiamo. Ogni tanto qualcuno tira fuori questo argomento. Potrete rileggervi le stesse polemiche che tra poco ci saranno sul post relativo alla stessa situazione al Policlinico di Milano (se non ricordo male) qualche anno fa.
Premetto due cose: 1) ho in tasca la tessera di un partito che piú libertario e antirpoibizionista non si puó; 2) dopo questo intervento non scriveró piú niente altro.
La donazione di sangue e le precauzioni sui donatori devono avere come unico obiettivo la piú ampia tutela possibile dei pazienti che ricevono sangue o emoderivati.
L’esclusione di particolari categorie di potenziali donatori non deve essere considerata come un’offesa a chi viene escluso, ma come una tutela sanitaria dei pazienti.
Mi sfugge il fatto che queste polemiche sorgano solo per l’esclusione di potenziali donatori omosessuali. Come antiproibizionista assoluto mi viene da dire che anche le persone che assumono abitualmente droghe dovrebbero sentirsi terribilmente offese dalla medesima esclusione. Oltre a tutto non credo che fumare spinelli aumenti il rischio di trasmettere qualsivoglia malattia attraverso la donazione di sangue.
L’esclusione di maschi omosessuali che abbiano avuto rapporti (senza limiti di tempo) è indicata anche in paesi che (immagino) i solerti lettori annoverino tra i piú civili al mondo (Danimarca, Germania e Paesi Bassi per fare qualche esempio) ed è prescritta anche dalla FDA americana.
L’unica nota stonata che devo osservare è che l’esclusione dovrebbe a rigore riguardare esclusivamente gli omosessuali maschi, perchè i rapporti omosessuali lesbici non sono considerati a rischio.
@ Mauro Ghislandi
Ne deduco allora che la sola sezione Avis di Somma Lombardo rispetta le norme di corretta raccolta del sangue donato. Tutte le altre sezioni si comportano invece scorrettamente. E’ giusto?
se l’esclusione alla donazione dovessere essere basata sul tipo di rapporto a cui fai riferimento, ben pochi eterossessuali sarebbero ammessi
@ Roberto Grendene
E tra l’altro, non sarebbero ammessi nemmeno i preti.
@ Mauro Ghislandi
Bye-bye! Nice to see you never.
Scusa eh, ma ai fini del rischio, che differenza c’è fra un maschio omo che abbia avuto rapporti e un maschio etero che abbia avuto rapporti?
La prima forma di tutela per chi riceve gli emoderivati è l’autoselezione dei donatori. A nessun omosessuale sano di mente che abbia rapporti a rischio verrebbe mai in mente di andare a donare il sangue. Idem per un etero.
Per cui se un omosessuale manifesta la volontà di donare il sangue DEVE essere accettato in quanto CONSAPEVOLE della sua condotta idonea a donare. A meno di non ritenere un omosessuale un bugiardo a priori. E poi, a che pro?
Vista la promiscuità dei soggetti in questione, la decisione è sacrosanta!
I signori dell’arcigay quindi è inutile che si mettano a blaterare ciance senza senso…
Non c’è neanche da perdere tempo a commentarti. Fottiiti. Punto.
@ gmd85
Per carità, non dargli certi suggerimenti! Il nostro giuseppe è capacissimo di prendere una melanzana e fare esattamente quello che tu gli hai testè consigliato.
Ci sono un sacco di gay (incluso il sottoscritto), che sono molto meno promiscui (o non lo sono affatto), di tanti don vari che molestano bambini, o padri di famiglia baciapile sempre-a-messa che vanno regolarmente con prostitute, magari senza nessuna protezione. Non a caso non si parla più di ‘categorie a rischio’, bensì di ‘comportamenti a rischio’, ed il nuovo sieropositivo medio italiano è maschio, eterosessuale, ultraquarantenne e con famiglia.
@ michele
Ma che miscredente! Ma non hai letto nella bibbia che l’amore contro natura è un crimine che grida vendetta al cospetto di dio? E che facciamo ora, osiamo mettere in dubbio quanto è scritto nei sacri testi?! Avanti, confessa: tu sei uno di quelli che hanno seri dubbi sul fatto che il mondo sia stato creato da dio in soli sei giorni. Credi che non ti abbia riconosciuto?
“Vista la promiscuità dei soggetti in questione, la decisione è sacrosanta!”
Esclusi i siciliani dai concorsi pubblici. Motivo? Visto che son tutti mafiosi, meglio tenerli fuori dalle competenze dello Stato.
Giusto, no?
Tu non hai idea della promiscuità sessuale perché non conosci il mondo in cui vivi, ti stupiresti nello scoprire quanto gli eterosessuali superino di gran lunga tantissimi omosessuali nei rapporti a rischio…
uhhhhhh,e non parliamo dei bisessuali,credo che un buon 10% cento in italia sia composto da loro…,di norma piu etero,che gay come orientamento di media.
e quanti cè ne stanno basta visitare centinaia di siti……
Scusate, un’informazione: la pecora belante detta giuseppe ha forse belato anche stavolta?
Che ignoranza! Che vergogna! Quante figure di m…!
@ giuseppe
Dimentichi i preti omosessuali:
http://blog.panorama.it/italia/2010/07/22/le-notti-brave-dei-preti-gay-una-grande-inchiesta-in-edicola-venerdi-con-panorama/
Ah, tutti gli omosessuali sono promiscui mentre gli etero no… mi giunge nuova.
Ma certo da te non possiamo aspettarci la capacitá di valutare persona per persona e non gruppo per gruppo, no? Sarebbe un’illusione grande come il tuo credo
“Vista la promiscuità dei soggetti in questione, la decisione è sacrosanta!
I signori dell’arcigay quindi è inutile che si mettano a blaterare ciance senza senso…”
Perchè, gli eterosessuali non fornicano assiduamente con partner occasionali?? Non praticano sesso anale? Considerando poi che il 99% della popolazione è eterosessuale, chi sono i donatori più a rischio?? Comunque grazie mille per il tuo apporto di cazzate alla discussione.
Sempre più becero, giuseppe, sempre più immerso nel puro nonsense, purché distruttivo.
Al di là della forma, probabilmente migliorabile, la sostanza dell’avviso non mi sembra necessariamente censurabile.
Per valutare se l’esclusione dei gay sia ragionevole o meno servirebbero dati precisi: ad es., qual è la percentuale di portatori di HIV (o di altre STD) sulla popolazione della Lombardia? La percentuale varia significativamente se prendiamo in considerazione solo i gay ivi residenti?
Nel caso le due percentuali non si discostassero di molto, saremmo autorizzati a bollare la scelta dell’AVIS varesino come ingiusta e discriminatoria; se invece la diffusine di STD risultasse significativamente maggiore tra gli omosessuali, al di là di quali possano essere i motivi, la scelta dell’AVIS sarebbe legittima (perché da un punto di vista statistico gli etero risulterebbero una fonte più “sicura”, fermo restando che la statistica vale sui grandi numeri ma nel concreto ognuno è un caso a sè).
Senza questi dati non mi sembra abbia molto senso schierarsi a favore o contro la scelta dell’AVIS varesina…
Se sul cartello ci fosse scritto: “sono esclusi dalla donazione tutti coloro che hanno rapporti anali non protetti” non ci avrei trovato nulla di discriminatorio. Il problema è che:
1) Si parte dal presupposto (assolutamente infondato) che gli omosessuali siano gli unici ad avere rapporti anali;
2) Si parte dal preconcetto (assolutamente discriminatorio) che gli omosessuali facciano sesso non protetto;
3) Si parte dal pregiudizio (assolutamente xenofobo) che gli omosessuali conducano una vita “promiscua” (vedi credente cerebroleso più su);
Per questo motivo si tratta di un cartello discriminatorio!
Sul punto uno hai ovviamente ragione.
Sul punto due non so, può essere che si siano basati su dati statistici attendibili sulla prevenzione delle STD tra i gay, e in tal caso si tratterebbe una scelta motivata, come può darsi che abbiano scelto in base a un pregiudizo, il che è ovviamente sbagliato.
Sul punto tre (anche se parlerei di pregiudizio omofobo, non xenofobo!) sono abbastanza d’accordo, non è scontato che i gay abbiano (mediamente) una vita sessuale più promiscua dell’eterosessuale medio, né è scontato il contrario; occorre vedere cosa ci dicono le statistiche.
Il punto, a parer mio, è sempre lo stesso: le categorie ammesse ed escluse sono state individuate con metodologie scientifiche o comunque razionali, oppure no?
Non sarebbe una cattiva idea se qualcuno girasse la domanda all’AVIS…
ma il formicone è un donatore (magari a sua insaputa)?
@ emmebi
Gran bella domanda! Però, vedi, il cattolico formicone ha un grosso vantaggio rispetto a noi miscredenti: gli basta portare un fiasco di vino nella sede dell’AVIS più vicina a casa sua, dire quattro parolette magiche e … oplà … il vino si transustanzia in sangue!
Se io provassi a pisciare in una provetta e la portassi anch’io all’AVIS, credi che con me la transustanziazione riuscirebbe?
Omosessuali ancora una volta presi per il culo insomma
A parte la non sempre appurabile “corrispondenza al cliché popolare” di chi abbia preferenze sessuali statisticamente non maggioritarie – cosa che rende quanto mai ridicola l’idea di “schedare” i “soggetti a rischio per il solo fatto di esistere” -, non è più semplice assicurarsi, sempre e comunque, che chi dona il sangue risponda ai giusti criteri? Mi spiego meglio – non essendo donatore, non lo so – non sono già previsti esami che certifichino che il donatore doni qualcosa di utile e bene utilizzabile ai fini previsti? In caso contrarioi, si rischierebbe di produrre un danno superiore al possibile vantaggio. Non sono già previsti esami per TUTTI i donatori IN QUANTO donatori? Se così non fosse, mi parrebbe davvero grave.
Sì, il sangue viene sempre analizzato, e il motivo per cui l’avviso è discriminatorio è proprio questo: si dà per assodato che un omosessuale abbia rapporti a rischio “in quanto tale”, o in modo ancora più subdolo e se vuoi peggiore, che sia “malato” e quindi escluso come tutti gli altri malati.
Ho letto il comunicato e l’aspetto assurdo sta ovviamente nella “PRESUNZIONE DI INFEZIONE”. Ripeto, se per chi dona il sangue sono già previsti esami che mettano al sicuro i destinatari, qualsiasi altro discorso è tolto dal campo: “il tuo sangue può creare problemi = non puoi donare”, in caso contrario, puoi donare. Deve valere per tutti e sulla base di dati comprovati – al destinatario non interessa certo delle preferenze sessuali del donatore.
@ MassimoP
Già, ma è troppo semplice e lineare per gli stupidi.
Sul modulo dell’avis del mio comune, oltre ai comportamenti sessuali promiscui, sono segnalati come fattori di rischio – che comportano la sospensione del donatore – anche l’aver fatto tatuaggi e piercing, gli interventi chirurgici e odontoiatrici, oltre ai viaggi in paesi esotici ove sono endemiche malattie contagiose.
In altre parole: va bene fare le analisi al sangue, ma se il donatore sa che si trova in situazione di rischio, si astenga dal fare la donazione.
Cari amici, qui in Lombardia c’è un pericoloso connubio fra CL e Lega Nord. La miscela di queste due componenti produce un risultato esplosivo che ci riporta indietro di millenni e la verde (nel senso di Lega) Somma Lombardo ne è solo un piccolo esempio.
Si provi poi anche a pensare al Leghista Cota, presidente del Piemonte. Con le sue uscite su aborto e RU486 fa di tutto per risultare ancora più integralista dei ciellini.
Dulcis in fundo ho sentito più volte a Radio Padania (non vi preoccupate non sono masochista ma solo un osservatore delle assurdità) molti interventi di elettori leghisti sostenere che CL rappresenta i veri cattolici.
La Lega Nord fra tutti i partiti è il maggior problema non solo per la democrazia (il porcellum l’hanno inventato loro e sono loro a difenderlo) ma proprio per la laicità.
Per cui, finchè ci sarà una forte Lega Nord, ci saranno comportamenti discriminatori nei confronti di tutti.
La sezione AVIS di cui si parla forse è infestata più che da frange cielline, da vere e proprie truppe leghiste.
E’ certamente un’ingiustizia e un pregiudizio ed è giusto denunciarlo.
Ma lo è, visto che questo principio esiste, anche verso i consumatori di sostanze stupefacenti che non richiedono l’iniezione endovenosa per essere assunte e che dunque non mettono il soggetto a rischio particolare di malattie infettive.
Purtroppo però chi assume sostanze ha ancor più problemi a prendere una posizione pubblica e così la medesima discriminazione che subiscono gli omosessuali sembra, per gli assuntori di sostanze non in vena, quasi una cosa normale.
Non sono s’accordo.
Chi assume sostanze legali o illegali ha le medesime nel proprio torrente cirtcolatorio. Non credo sia giusto somministrare sangue pieno, ad esempio, di cocaina ad un bimbo, o a una mamma che ha appena partorito o in qualunque altro caso di necessità estrema.
Questa non è discriminazione, ma semplicemente buon senso quando si usa il sangue di un’altro. Altra cosa è giudicare la qualità del sangue in base agli orientamenti sessuali. Questa è una sciocchezza perchè l’attenzione dovrebbe andare sulle abitudini sessuali (rapporti a rischio e con più partner occasionali).
Sì, Red passion, in effetti c’è una differenza notevole e non ci avevo pensato.
Ero sempre stato convinto che il discorso droga fosse legato a patologie infettive ma sicuramente mi sbagliavo.
Meglio, così il sangue che avrebbero potuto donare gli omosessuali non sarà usato per salvare la vita di qualche omofobo. Spero vivamente che quel imbecile/i che ha deciso questa bestialità muoia per mancanza di sangue durante un intervento.
Sono donatore Avis a Seregno (dono all’ospedale di Desio) e vi confermo che anche sui fogli che firmo io c’è la dichiarazione che non ho avuto rapporti omosessuali negli ultimi x mesi. Alla prossima donazione (se ci sarà visto che dopo un tot di mesi che non vai “pretendono” la “donazione”) farò la foto anche io.
Vai a fare del bene.
Invece io non ricordo se al Policlinico Umberto I di Roma sul foglio c’era una domanda di questo tipo… Qualcuno che ci va regolarmente può dirlo? Secondo me se ci fosse sarebbe da denunciarlo immediatamente!
Dovrebbero chiedere a tutte le coppie eterosessuali se non hanno avuto rapporti anali nel corso degli x mesi a questo punto (dato che è questo lo specchio su cui si arrampicano), ma non mi risulta lo facciano.
Sapevo che tra i “requisiti richiesti” c’era la relazione monogamica da almeno un anno… che non è verificabile nemmeno dal dichiarante: di solito, se ti mettono le corna non te lo vengono a raccontare.
Quando sono andato a donare ho alzato questa ipotesi, e mi hanno risposto in maniera piuttosto semplice: il motivo per cui lo chiedono è perché l’esame dal sangue ha un costo, e preferiscono analizzare solo quello che ha una probabilità molto alta di essere utilizzabile.
La prima scrematura è di tipo informativo: è chiaro che non puoi sapere se il tuo partner ti tradisce con persone a rischio, ma almeno è un modo per iniziare a scremare e mandare avanti solo i soggetti che “si sentono più idonei”, niente di più.
“è chiaro che non puoi sapere se il tuo partner ti tradisce con persone a rischio”
Allora, secondo la tua logica, dovrebbero escludere anche le donne: con tutte le prostitute che ci sono in giro è chiaro che c’è un esercito di uomini che hanno rapporti sessuali con loro, a rischio. Come fai a sapere se il marito della volontaria è davvero fedele o fa parte dell’incredibile numeroso popolo dei clienti delle prostitute? Non puoi, e allora, per precauzione, non puoi accettare le donne.
Questioni lana caprina come al solito. Come se gli etero non fossero promiscui e non facessero sesso anale. Si facciano un giro in discoteca il sabato notte.
Qualcuno sa per le lesbiche cosa si sono inventati? Kaworu sai qualcosa?
Escludendo gli omosessuali dalla donazione a priori, tra l’altro, non permette di scoprire quelli che pur essendo HIV positivi NON lo sanno, perchè magari restii a fare test specifici in ospedale (che sono test “anonimi” quanto una lettera firmata, visto l’andazzo).
Strategia oscurantista che ha dato i suoi frutti avvelenati in Africa e in tutti i Paesi in cui è stata applicata – in primis la “santa” madre Russia – con decine di migliaia di untori inconsapevoli nell’ombra più completa. Risultato: esplosione di contagi.
Io, per quanto mi riguarda, il sangue l’ho donato due volte e stop. Visto che non ho una relazione stabile mi astengo motu proprio.
Giorno verrà che il sangue verrà sintetizzato da cellule staminali appositamente programmate, con tanti saluti a tutte queste polemiche. E sarà l’ennesima vittoria della scienza sul credulonismo.
Il bello è il ministero della salute italiana SMENTISCE QUESTA MANICA DI IMBECILLI
Cito:
“Negli ultimi 12 anni si osserva, nelle aree per le quali il dato è disponibile, una lieve diminuzione dell’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv, da attribuire principalmente alla diminuzione di incidenza tra consumatori di sostanze per via iniettiva, mentre l’incidenza è rimasta costante sia per gli eterosessuali che per gli MSM (maschi che fanno sesso con maschi).
Nel 2010 la maggioranza delle nuove infezioni è attribuibile a contatti sessuali non protetti, che costituiscono l’80,7% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 49,8%, MSM 30,9%).”
http://www.salute.gov.it/hiv/paginaInternaHiv.jsp?id=198&menu=strumentieservizi
Riassumendo: lo 80% delle nuove infezioni negli untimi 12 (DODICI) anni è dovuta a comportamenti sessuali a rischio. Di questo 81%: il 50 % sono eterosessuali contro un 31% di omosessuali.
Non sò se ridere o piangere. E’ noto da anni che la diseducazione alla contraccezione ed alla sessualità fatta in Italia da famiglie e scuola è la principale cause di questo disastro fra gli etero. Però si dà pubblicamente all’untore ad un’altra categoria, gli omosessuali, dove le infezioni hanno da anni un trend in calo.
Non vorrei fare il giuseppe della situazione, se però le nuove infezioni sono per l’81% dovute a sesso, di cui 5/8 eterosex e 3/8 omosex, devi considerare che gli eterosex sono molti di più degli omosex, è eterosessuale il 90% della popolazione, quindi si potrebbe obiettare che gli omosessuali sono sovra-rappresentati fra le nuove infezioni. O sbaglio?
Se ho ben capito, l’uno per cento della popolazione (omosessuali maschi) è responsabile del trentuno per cento delle nuove infezioni, mentre il novantanove per cento della restante popolazione, compresi i tossicomani per via endovenosa, sono responsabili del sessantanove per cento delle nuove infezioni.
… Forse non è completamente ingiustificato vietare le donazioni agli omosessuali maschi.
Hai capito male! Il problema sono i rapporti a rischio, non il fatto di avere rapporti protetti e/o stabili omo o etero che siano.
Piccola lezione di biologia: che cos’è l’AIDS? Risposta: è una malattia infettiva causata dal virus dell’HIV. Come si trasmette il virus dell’HIV? Risposta: in molti modi che prevedono lo scambio di fluidi biologici ad alta carica virale (sangue, secrezioni vaginali, sperma) con persona infetta. Se si hanno rapporti sessuali con persone non infette, ci si può ammalare di AIDS? Risposta: NO. E se i rapporti sono di tipo anale? Risposta: NO, non cambia niente, se il virus non c’è non si può neanche trasmettere. E un rapporto anale fra uomini? Risposta: ma allora sei uno zuccone! Ripeto, se il virus non c’è non si può neanche trasmettere!
Il bello è il ministero della salute italiana SMENTISCE QUESTA MANICA DI IMBECILLI
Cito:
“Negli ultimi 12 anni si osserva, nelle aree per le quali il dato è disponibile, una lieve diminuzione dell’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv, da attribuire principalmente alla diminuzione di incidenza tra consumatori di sostanze per via iniettiva, mentre l’incidenza è rimasta costante sia per gli eterosessuali che per gli MSM (maschi che fanno sesso con maschi).
Nel 2010 la maggioranza delle nuove infezioni è attribuibile a contatti sessuali non protetti, che costituiscono l’80,7% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 49,8%, MSM 30,9%).”
http://www.salute.gov.it/hiv/paginaInternaHiv.jsp?id=198&menu=strumentieservizi
Riassumendo: lo 80% delle nuove infezioni negli ultimi 12 (DODICI) anni è dovuta a comportamenti sessuali a rischio. Di questo 81%: il 50 % sono eterosessuali contro un 31% di omosessuali.
Non sò se ridere o piangere. E’ noto da anni che la diseducazione alla contraccezione ed alla sessualità fatta in Italia da famiglie e scuola è la principale cause di questo disastro fra gli etero. Però si dà pubblicamente all’untore ad un’altra categoria, gli omosessuali, dove le infezioni hanno da anni un trend in calo.
giuseppe scrive:
25 marzo 2012 alle 21:32
Vista la promiscuità dei soggetti in questione, la decisione è sacrosanta!
I signori dell’arcigay quindi è inutile che si mettano a blaterare ciance senza senso…
Questo non l’ho scritto io. O si tratta di un altro ( il solito ) o qualcuno ha aggiunto qualcosa.Il mio commento era diverso e non lo ritrovo. Se la cosa é voluta si tratta di bassa meschinità
Mi auguro che se ne avessi bisogno, ci sia a disposizione solo sangue di Atei e di omosessuali giuseppe.
Quale relazione c’é con quello che appena scritto ?
Per argomentare servono i fatti e non i pregiudizi e a tal proposito il documento linkato da Senjin è molto chiarificante in merito…
giuseppe,
fossi in te rifletterei sul fatto che tu ed il tuo omonimo siete indistinguibili non solo rispetto al nick.
@ firestarter
🙂
…che ho appena scritto
Nel cartello, tra l’altro, si vieta la donazione anche a chi ha “RICEVUTO TRASFUSIONI anche se in un lontano passato”: questo AGGIUNGE ASSURDITA’ AD ASSURDITA’ 😯
Mi viene “quasi quasi” il SOSPETTO che in “quel” centro NON FACCIANO LE ANALISI DEL SANGUE RACCOLTO!!! 😯
Ma… che senso ha??? Uno che ha ricevuto una trasfusione vent’anni fa rientrerebbe in una categoria a rischio? Boh…
Ma limitarsi a fare un accertamento preventivo (che so: un prelievo…) a prescindere dall’orientamento sessuale era una cosa troppo difficile da farsi? 😐
Non voglio giustificare affatto la discriminazione perchè totalmente assurda e ingiustificata, ma i rischi, per quello che ne so io, ci sono comunque.
Un esame HIV del sangue non ha esito sicuro in quanto andrebbe rifatto dopo -credo- alcuni mesi. Il tempo di incubazione è infatti piuttosto lungo.
Lo so perchè io avevo fatto l’esame e sul referto c’era scritto che l’esito negativo non dava la certezza in quanto andava ripetuto dopo un certo periodo.
Allora a ‘sto punto si dovrebbe limitare la donazione di sangue alle sole coppie sposate (sperando che il marito non vada a Minetti e la moglie non vada a Siffredi).
@ Giorgio Pozzo
@ Southsun
“sul referto c’era scritto che l’esito negativo non dava la certezza in quanto andava ripetuto dopo un certo periodo.”
Non sono un medico, ma mi parrebbe logico pensare qeusto:
1) Chiunque può mentire sulle proprie abitudini;
2) Tanti hanno preso l’HIV “occasionalmente” senza saperlo;
Di conseguenza, i Centri Prelievi dei Donatori di Sangue dovrebbero quindi:
A) fare COMUNQUE le analisi (HIV ecc.) a tutti i campioni di sangue prelevato;
B) chiedere al donatore di ripresentarsi dopo un opportuno periodo (6 mesi?) dalla donazione, se non per un’altra donazione, almeno per un ri-test del sangue per vedere se è comparsa la positività all’HIV eventualmente contratto poco tempo prima della donazione.
O no???
Segnalaliamo la cosa a Striscia o alle Iene.
Segnaliamo, scusate.