In Danimarca, una ragazza islamica ha chiamato in causa la scuola professionale alberghiera che frequentava, nel 2010. E ha ottenuto un risarcimento di 75.000 corone. Il motivo? Si rifiutava, come prescritto dalla religione islamica, di provare il maiale. Così il consiglio danese per l’uguaglianza ha multato una scuola nella città di Holsterbro. Ritenendo che obbligare un musulmano a mangiare maiale sia discriminatorio, anche quando è necessario per tutti gli altri, visto il contesto e il percorso di studi. Dal canto suo il preside, Sven Ørgaard, fa notare che è molto difficile aspettarsi che in un alberghiero non si debbano provare certi alimenti. Ma sostenere la sentenza arriva anche Trine Bramsen, deputato socialdemocratico. In Danimarca si fa strada quindi una sorta di obiezione di coscienza ‘alimentare’, riservata ai musulmani. Una componente tra l’altro in decisa crescita nel piccolo paese nordico.
Un caso molto simile è avvenuto in un’altra scuola professionale, il Copenhagen Hospitality College. Dove qualche settimana fa un altro studente islamico che si stava diplomando come nutrizionista, Ikram Korkmaz, si è rifiutato di provare maiale e vino. E’ intervenuto persino il ministro dell’Istruzione, Christine Antorini, che ha dato il suo sostegno al giovane. Dicendo anche che se l’esenzione vale per chi ha allergie, deve valere anche per i divieti religiosi.
E dire che fino ad oggi pensavo che i Danesi fossero persone con la testa sul collo…
la testa sul collo ce la hanno il problema è che in nord europa tutti stanno guardando verso ‘estrema destra…e in un futuro molto prossimo si vedrà se l’integrazione avrà un effetto pacifico sulla popolazione autoctona, e non vedo più tolleranza nella popolazione del nord europa vedo una pazienza che diminuisce sempre di più…….e l’estrema destra europea la sta raccogliendo molto bene
Be’, allora diciamo che chi ha emesso quella sentenza ha meno sale in zucca di quel che ci si aspetterebbe da un funzionario d’un Paese evoluto.
Inshallah, purche’ non sia destra clericale.
Equiparare i divieti religiosi a alle allergie alimentari mi sembra un’assurdità esagerata.
Non è tanto assurdo, alla fine sempre di stati patologici si tratta.
Uno che non mangia la carne di maiale perché glielo ha detto il suo dio non è tecnicamente uno psicopatico?
Certo che è uno psicopatico, e quindi andrebbe curato.
Diverso è il caso dell’allergia, nel qual caso la “desensibilizzazione” è molto più difficile da otterere.
O è più difficile curare lo psicopatico religioso? 😯
L’avversione per un certo tipo di alimento può generare reazioni di tipo allergico. Tra l’altro non si può costringere le persone a cibarsi di cose verso cui provano ribrezzo. Vorrei vedere un occidentale costretto a mangiare polpette o frittate a base di formiche e scarafaggi! Eppure in Thailandia pare che questo sia un piatto … da leccarsi i baffi. Quanod noi ci rifiutiamo di mangiare fli scarafaggi, i taihlandesi ci ridono dietro così come noi ridiamo dietro ai mussulmani che non vogliono assaggiare il maiale. Tutto il mondo è paese.
ebbé io se andassi a scuola in thailandia mi abituerei a quello, del resto quando sono andato in vacanza a riunione ho mangiato le zanzare fritte guarda che gli occidentali non sono mica tutti come te che sono multiculturalisti a parole ma non nei fatti.
Pero’ se io volessi fare lo chef di cucina thailandese e non volessi cucinare una buona percentuale di cibi thailandesi non dovrei pretendere un diploma di cucina thailandese.
Il problema non è il non voler cucinare, a quel che ho capito,
Se i piatti thai non li vuoi assaggiare ma li vuoi cucinare (perchè è questo il compito di un cuoco) e, per ragioni di talento o di non so cosa, ti vengono decentemente ( e io come datore di lavoro posso metterti alla prova a ristorante chiuso), per me il cuoco thai lo potresti fare. Se penso che tu non sia in grado, semplicemente non hai passato la prova.
Perché no. Anche la religione è una patologia non alimentare ma psichiatrica, me è pur sempre patologia … da curare.
No, te lo dico da cuoco. Non puoi cucinare un piatto e poi rifiutarti di assaggiarlo perchè ti fa schifo. Può anche riuscirti bene, ma alla fine se non lo assaggi non puoi renderti conto quanto buono possa essere o se lo puoi migliorare. Un cuoco non
è un robot da cucina che segue una ricetta al miligrammo, altrimenti toglieresti
a questo mestiere “l’arte”.
Non posso pretendere di fare cucina thailandese e ritenerla uno schifo. Se un
musulmano ritiene di non mangiare il maiale o bere il vino, bene, vada a fare
una scuola di cucina araba. Che pretende? Di andare in un ristorante occidentale?
Assurdo.
Il ministro che ha paragonato il musulmano a una persona allergica/intollerante
è semplicemente un cretino. Non saprei definirlo altrimenti.
X
E andare a frequentare l alberghiero a Jedda????
Oppure più semplicemente scegliere discipline che esulano dal campo gastronomico.
In ogni caso, poi costoro avranno difficlltà a trovare lavoro in ristoranti che non siano “islamici” 😀
Forse avranno difficoltà, ma forse faranno di nuovo ricorso per discriminazione e i ristoranti dovranno assumerli per forza.
Ma a quel punto a essere discriminato sarà ovviamente il cliente.
Ad occhio e “croce” non penso che i ristoranti debbano assumere per forza qualcuno che non sa cucinare il maiale, anzi: nei “colloqui di lavoro” per venir assunti in qualunque lavoro, chi ha bisogno di assumere qualcuno per qualche mansione sceglie con criteri del tutto suoi.
Confermo, Tonizzo.
Prima dell’assunzione un padrone non è tenuto a render conto delle sue scelte.
Esistono poi un tot di giorni di prova (ora non ricordo il numero) in cui egualmente il padrone ti può licenziare senza motivazione, quindi ha modo di accorgersi se sei in grado di cucinare; anzi, solitamente quando si assume un cuoco di responsabilità, il padrone lo fa cucinare a ristorante chiuso e assaggia lui per evitare eventuali brutte sorprese ai clienti.
@ Batrakos
Certo, esattamente come in qualunque azienda privata: periodo di prova, e poi giudizio e decisione da parte del proprietario (o del responsabile di settore).
Cambiare mestiere no? Voglio proprio vederli lavorare in un ristorante.
Beh, potrebbe essere rilasciato loro il diploma con una postilla: chef non abilitato alla preparazione di piatti a base di suino ed alla degustazione di vini.
Sarebbe un diploma zoppo, ma il problema non è di chi lo rilascia ma di chi lo vuole e lo ottiene così. L’unica prospettiva di lavoro ovviamente sarà un ristorante a cucina mediorientale e con i tempi che corrono il lavoro non è che si possa proprio scegliere. Scommettiamo che assaggiano il maiale?
Va a lavorare in un ristorante gestito da musulmani
Mi sembra perfettamente logico che non si possa obbligare uno studente della scuola alberghiera a mangiare un determinato cibo. Così come mi sembra perfettamente logico che se uno studente musulmano cucina un maiale da schifo perchè non lo ha assaggiato allora i professori boccino questo studente.
Ridicolo! Anzi assurdo. A questo punto è legittimo che chiunque possa obiettare qualsiasi cosa semplicemente adducendo motivazioni religiose. Ora, dal momento che la scelta della scuola non è obbligata, così come non lo è quella di seguire le indicazioni religiose, la signorina avrebbe tranquillamente potuto andarsene in un altro tipo di istituto che non “ledesse” i suoi precetti o, al contrario, scegliere di non seguire l’assurda regola del maiale. Che poi tanto assurda non era all’origine, quando la religione islamica si sviluppò in ambienti caldi e aridi in cui sia l’allevamento che il consumo di carne suina erano assolutamente anti-ecologici. Ovviamente tale motivazione non è più valida in Danimarca, ma tant’è.
Faber: «A questo punto è legittimo che chiunque possa obiettare qualsiasi cosa semplicemente adducendo motivazioni religiose.»
Temo che non sia così, perché sotto sotto è una questione di “muscoli”. Dunque, o sei un affiliato di qualche grande cosca (religiosa o meno), o ti arrangi e subisci le imposizioni che arrivano dall’alto. Non è difficile da cogliere il punto, perché l’abbiamo sotto gli occhi ogni giorno.
In realtà la motivazione igienica sul non mangiare carne di maiale è molto debole.
Io penso che tutto nacque con gli ebrei (ovviamente), che erano pastori e che perciò non potevano portare a pascolare i suini, che sono animali che hanno esigenze completamente diverse da capre e vacche.
I suini li allevavano però i popoli confinanti, cosicché gli ebrei, che si sono sempre fieramente opposti a ogni mescolanza etnica, hanno deciso di farne del tutto a meno.
mmmmmm, e se arriva lo studente vegetariano vegano per motivi religiosi che si fa, lo specializziamo in cereali e legumi?
“Cavoli” suoi: se proprio riuscirà a farsi esonerare da certi assaggi, non troverà facilmente lavoro in un ristorante “normale”, ma potrà eventualmente aprire un ristorante “vegano”.
Se ne farà una ragione o cambia scuola o cucinerà la carne senza assaggiarla e verrà bocciato se fa schifo, cosa che comunque reputo incompatibile con le sue convinzioni.
Io non ho mai visto un cuoco assaggiare la carne che cucina. E di cuochi ne conosco molti.
Devono invece assaggiare le basi dei sughi. Quindi il cuoco non potrà preparare sughi a base di maiale.
@Federico (penso non Tonizzo)
appunto i cuochi, non gli studenti, qui si parla di studenti.
@ francesco s.
Ti confermo che io sono “Federico Tonizzo”, mentre “Federico” è qualcun altro.
Se volessi frequentare l’alberghiero in Arabia Saudita, mi direbbero che, se voglio cucinare maiale, devo tornarmene da dove sono venuto. Loro sì sono di larghe vedute!
Non so se la scuola sia pubblica, comunque qui in Francia i musulmani con uno zelo incredibile la stanno distruggendo, altro che capitalismo, da voi in italia danno meno soldi ma ci sono meno scuole private. Qui gli insegnanti si mettono a fare un minuto di sostegno per la morte di merah non so se vi rendete conto. Cmq la sinistra con me ha chiuso definitivamente per prendere voti è veramente disposta a tutto.
In Francia governa la sinistra ?
a livello locale quasi ovunque dopo le ultime elezioni cantonali, regionali, dipartimentali al punto che il senato da molti decenni a destra é ora presieduto da un senatore socialista, il sindaco di Parigi é socialista come quello di Lione (a Marsiglia e Bordeaux e mi pare ache Tolosa i sindaci sono di destra); a livello nazionale dal 1995 la destra governa, con l’intervallo della coabitazione deal 1997 al 2002, poi Jospin é stato fregsto da Le Pen.
No, la destra e non è tenera o arrendevole con le amministrazioni locali di sinistra… a me è sembrato solo un modo, su cui evito giudizzi, per giustificare una deriva fasciorazzista, quindi di destra.
@simon: Timo parlava di scuola pubblica e di governo delle sinistre.
Vuoi forse dirmi che in Francia sono i dipartimenti che decidono della scuola ?
L’obiezione di coscienza è semplicemente incompatibile con l’esercizio di determinate professioni nonché con la frequenza delle rispettive scuole.
Che si scelgano un altro mestiere.
La studentella si diplomera’ come tutti gli altri studenti, e al primo colloquio di lavoro se ne guardera’ bene dal dire che non mangia maiale (e presumibilmente non lo sa cucinare).
Bene, tutto questo portera’ acqua al mulino di movimenti nazifascisti presentiin Danimarca.
In danimarca non c’è l’art. 18. Se il ristoratore si accorge che la ragazza non sa (o non vuole) cucinare il maiale, la caccia via per aver omesso la questione al momento dell’assunzione (infedeltà).
L’art. 18 non la proteggerebbe neanche in Italia, a meno che il datore di lavoro non sia così scemo da assumere una cuoca musulmana “non sapendo” che non può mangiare maiale.
Ma pensa se uno diventa mussulmano dopo.
La potrebbe licenziare comunque per giusta causa, in Italia non esiste l’obiezione di coscienza alimentare, e uno che si rifiuta di lavorare viene licenziato. E comunque si applica ad aziende con più di 60 dipendenti a meno che non sia agricola.
E comunque ci sono i vincoli contrattuali da rispettare, se vengono meno non ci sono santi a cui votarsi.
Cosa c’entra l’articolo 18? Lasciamo perdere la propaganda politica p.f.
Stavolta non sono daccordo con voi. La scuola avrebbe dovuto trovare un’altra strada per aggirare l’ostacolo.
Per esempio, scrivere chiaro e tondo sul suo diploma di cuoca che la signorina “non è abilitata” a cucinare maiale e piatti che richiedano l’uso del vino. Una limitazione che risponde a pura verità, incontestabile e ineccepibile.
Invece, l’hanno svoltata come una discriminazione per motivi religiosi, e hanno perso.
La scuola pubblica in particolare, deve garantire una qualità di insegnamento per tutti gli studenti, e questo lo dice anche la convenzione contro le discriminazioni nell’istruzione all’art. 3, quindi non può rilasciare titoli mutilati per un gruppo particolare di persone, quella si che sarebbe discriminazione.
La scuola non può costringere però a mangiare un cibo ed è qui che ha sbagliato, se però la studentessa s’è rifiutata anche di cucinare il maiale una bocciatura è inevitabile, a quel punto pensasse ad un altro mestiere o andasse in una scuola Halal.
Hai ragione, ma allora la questione era risolvibile in questo modo.
Siccome il casus belli era l’ASSAGGIARE la carne e il vino, le si diceva che i suoi piatti sarebbero stati valutati da una persona terza che, se li avesse trovati cattivi o mal cucinati, le avrebbe dato un voto negativo insindacabile.
C’erano mille modi per aggirare l’ostacolo ed evitare tutto il cancan in tribunale.
Concordo con Southsun. Si ha l’impressione che ogni pretesto sia buono per consentire all’islam di “conquistare” pezzo dopo pezzo la nostra povera Europa, e la cosa sconvolgente è che spesso è proprio la sinistra a sostenere e promuovere certe scelte politiche. Qui in Italia, ad esempio, se provi anche solo timidamente e tra infiniti distinguo a parlare della minaccia islamica, sei subito tacciato di essere o un nazista o un leghista. Quando invece starebbe proprio alla sinistra denunciare il pericolo rappresentato dall’islamizzazione progressiva della società europea.
Concordo
Bah, la faccenda è piuttosto semplice: non si deve obbligare un musulmano a mangiare carne, ma nessuna scuola ti obbliga ad iscriverti.
Mi viene in mente adesso che la scuola insegna nozioni completamente contrarie alla religione. Un bambino che va alle elementari ha posto la semplice quanto disarmante domanda alla mamma (accaduto al circolo UAAR di Firenze): “ma perchè a scuola mi insegnano cose differenti? A chi devo credere?”.
Si riferiva all’evoluzione e alla geologia da un lato, e alla genesi biblica dall’altro. Le ore di storia e scienze fanno evidentemente a pugni con l’ora di religione.
Ne concludo che tutta la cultura storica e scientifica di oggigiorno discrimina i credenti dai non credenti. Che facciamo, multiamo le scuole che insegnano storia e scienze?
Supponiamo che io voglia fare l’alberghiera, ma odio il fegato:
1. nessuno può obbligarmi a mangiarlo
2. posso anche imparare a cucinarlo in maniera dignitosa senza per forza mangiarlo
3. non mi sognerei mai di fare causa alla scuola
Non è così semplice la cosa. Gli ebrei osservanti (quelli che rispettano le regole della Kashrut nell’alimentazione) ad esempio non possono nemmeno cucinare dove qualcuno abbia potutto addirittura appoggiare un pezzo di maiale senza disinfettare prima. Pensa che i fanatici hanno due stoviglie, una per mangiare la carne e un’altra per i latticini. La carne non può nemmeno essere conservata nello stesso frigo dove si mette il latte o derivati.
Roba da strapazzissimissimi.
@ rederik
no non si puo, il maiale o/e l’alcool non lo puoi nemmeno toccare. Se non ricordo male in un ultimissima di uaar era scritto che un lavoratore di un supermercato in GB, ha fatto causa al azienda perché lo aveva obbligato a maneggiare le bottiglie contenenti alcool.
@ whichgood
credo che quel divieto che tu nomini derivi dai mitzvot del vecchio testamento.
195-187NV – Non mangiare carne e latte cotti insieme. – Es. 23:19
196-186NV – Non cuocere carne e latte insieme. – Es. 34:26
Assolutamente roba da chiodi
@ bardhi
Giusto!. E non finisce quà la paranoia: gli ebrei praticanti (quelli che tengono ai principi della kashrut) attendono un perido di tempo fra pasti a base di carne e l’ingerimento di latte o latticini in modo che questi non si riescano a mischiare nemmeno… nello stomaco !!!
@ bardhi
scusa, per l’esattezza dice:
Il meglio delle primizie del tuo suolo lo porterai alla casa del Signore, tuo Dio.
Non farai cuocere un capretto nel latte di sua madre.
Porterai alla casa del Signore, tuo Dio, la primizia dei primi prodotti della tua terra.
Non cuocerai un capretto nel latte di sua madre”.
@ whichgood
infatti è giusto: “Non farai cuocere un capretto nel latte di sua madre” ma dato che non possono sapere la provenienza, cioè il grado di parentela fra la carne e il latte, nella forma pratica diventa “Non cuocere carne e latte insieme.” 😀
Non sei un buon islamico!
🙂
A me sembra un po’ ridicola la sentenza. Con questo precedente s’iscriveranno migliaia di musulmani al corso e la scuola dovrà riscarcire oppure… NON CUCINARE PIU’ MAIALE. Ci rendiamo conto ?.
Bastava bocciarla in modo da farla convincere a frequentare un altro tipo di scuola.
Facile dirlo. Secondo me quella tipa si è iscritta apposta per boicottare la scuola per motivi ideologici.
Anche a me sorge questo dubbio. La situazione è equiparabile a quei cattolici che si specializzano in ginecologia e poi fanno gli obiettori anti-aborto.
C’è scritto:
– Non mangerai la carne del tuo dio –
(per i cristiani l’opposto esatto)
ha ha, ottima. Io pure lo prego spesso e ad alta voce
per capire come l´arabia saudita ha radicalizzato il mondo islamico dovete assolutamente leggere il seguente link. un documentario che apre gli occhi.
putroppo l´islam radicale ha avuto la meglio. abbiamo a che fare nel mondo con 1 miliardo (!) di potenziali fanatici religiosi:
how saudi arabia financed terrorism since the 80´s
google : The Saudi Connection
How billions in oil money spawned a global terror network
io sono padrone di un ristorante in usa ho 2 mussulmani come cuochi e il maiale c’era sul mio menu all’ inzio quando ho aperto ma in meno di 1 mese dall’apertura l unico maiale che e’ rimasto e quello alla milanese perché ‘non lo devono assaggiare ma devo dire 1 cosa sola ,lavoratori come questi non li ho visti mai e forse x quello che ho chiuso 1 occhi xquanto riguarda il maiale . se questi 2 fossero lavativi come tanti altri avrei una buona ragione x mandarli a quel paese
mitomania allo stato pure secondo me.
si, me lo vedo proprio il ristorante americano mainstream in cui si usa solo carne halal.
però i cuochi sono grandi lavoratori…
@ DA tu sei apparso dal cielo a cavallo del mulo alato buraq per fare della Taqqyya cioe’ per confondere noi infedeli (discendenti di cani e di scimmie e condannati a bruciare nell’inferno) sul tuo credibilissimo ristorante americano.
Dacci l’indirizzo ed il nome che ci vado a mangiare questa estate.
Insomma sei un islamico contaballe in missione di DAWA (propaganda), ma sei riconoscibile da lontano, percio’ parliamo un po’ del sacro Corano.
Perche’ non ti rileggi la SURA del Corano intitolata la mensa (o la tavola a seconda delle traduzioni)? Se lo hai dimenticato, ci leggerai che Allah dice ai briganti tagliagole rapinatori di carovane, assassini violentatori e pedofili, suoi seguaci che quando sono presso i popoli del libro possono mangiare tutto quello che mangiano i popoli del libro.
Chi sei tu per interpretare il Corano difformemente dalla sua lettera? Non si tratta di versetto abolito, percio’ nel tuo zelo e nella tua ignoranza sappi che diventi ERETICO.
Oltre che ballista, invece che ristoratore.
io sono più’ ateo di te e di tutti quelli che fanno parte di questo sito pero’ rispetto quello che gli altri credono (ance se non fanno senso x me) e la loro vita e possono fare quello che vogliono .
Conoscevo, di Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Una specie di bibbia, pardon, Corano, per i buongustai. Evidentemente atei.
@ faidate
Evidentemente in vita tua non hai mai letto i vari ricettari di Suor Germana…
😆 😆 😆
Mi aspetto che gli strenui difensori dell’obiezione di coscienza, fatte le debite proporzioni, arrivino qui a difendere il caso, del tutto simile in linea di principio mi pare….
Non vorrei sentirmi dire da loro che costoro non debbano iscriversi alla scuola….
Molti dicono che non troverebbe lavoro se non assaggia maiale.
Nelle scuole alberghiere della mia città e del capoluogo a cui fa riferimento è pieno di ragazzi musulmani che non mangiano maiale e allo stesso è pieno (e da più di un decennio dunque non è da adesso) nelle cucine dei ristoranti (io ho lavorato spesso con musulmani che non mangiavano maiale ma lo cucinavano bene). Solitamente, soprattutto nei ristoranti dove quasi tutto è espresso, i cuochi non assaggiano ciò che preparano, a meno che non si tratti di una ricetta nuova e in prova fuori dal servizio; cosa diversa negli alberghi in quanto lì si prepara tutto insieme e dunque l’assaggio è necessario per endersi conto meglio; in questi casi solitamente però il cuoco lascia assaggiare altri ‘cucinieri’ proprio per avere un altro palato, e quindi a meno che non siano tutti musulmani qualche assaggiatore (che spesso ero io!) si trova sempre.
E il fatto è questo: non credo che nessuno in un alberghiero sia obbligato a dover assaggiare quel che cucina, così come un nutrizionista non è obbligato a bere vino ma deve conoscerne le qualità nutrizionali e organolettiche.
Io credo che la questione potrebbe essere molto più semplice: se le due persone in questione sanno cucinare il maiale senza assaggiarlo (la prima) o conoscere le proprietà del vino senza berlo (il secondo) verranno promossi, altrimenti verranno bocciati e il non assaggiare è un handicap per il loro rendimento dunque affari loro (un po’ come uno che studia meno).
Se invece, ma non penso che sia così, le regole scolastiche prevedono obbligatoriamente anche l’assaggio (e dunque chi la frequenta deve saperlo) ci sono le apposite sanzioni disciplinari che porterebbero alla bocciatura a fine anno dove necessario.
Ma se non c’è la regola di dover assaggiare allora basta vedere se questo cucina discretamente senza assaggiare.
Il tuo discorso, in linea generale, è esatto. Ma, almeno in fase formativa, l’assaggio delle pietanze che si prepara credo sia utile per far capire agli studenti come lavorano. Insomma, lo chef deve puntare tutto sul saper cucinare cibi che verranno mangiati da altre persone e penso che, per piatti particolari, l’assaggio sia previsto. Credo che ci siano gli elementi per un ricorso e spero che venga fatto.
Gmd85.
Non conosco le regole precise, ma mi pare strano, almeno in Italia, visto che sennò sarebbe impossibile per tanti musulmani frequentare cucina all’alberghiero.
Se la legge danese prevede l’obbligo dell’assaggio, come detto, è altro paio di maniche, altrimenti secondo me dovrebbe valere solo il rendimento (e il non assaggio è un handicap per lo studente), allo stesso modo di chi magari studia poco ma riesce ad avere un adeguato rendimento lo stesso per particolari capacità personali.
Cosa diversa se in fase di valutazione si chiudesse un occhio sul fatto che eventualmente cucina male il maiale dicendo che la sua religione glielo impedisce…questa sarebbe discriminazione verso chi non ha obblighi religiosi perchè un non musulmano sarebbe ingiustamente tenuto a dover essere più bravo di un altro solo perchè non ha precetti che lo vincolano.
Beh, bisogna vedere quanti di questi musulmani rispettano i precetti dell’islam. Pensa un attimo: un musulmano diventa chef in un rinomato ristorante. Cucina tutto alla perfezione, con i complimenti di tutti. Poi, arriva il cliente che ordina un piatto a base di maiale e lo chef si rifiuta di prepararlo. Oppure, lo chef chiede di essere assunto ma di non voler cucinare il maiale, che magari è uno dei piatti forti. E magari ne viene fuori una bega legale perchè il proprietario non lo assume. Vabbè che molto viene fatto dagli assistenti, ma sono del parere che un choef debba saper valutare col gusto, non con gli occhi. Un piatto può essere bello, ma se fa schifo non si mangia.
Gmd.
Ma così è un’altra questione.
Se non vuole cucinare (diverso al mangiare) è in torto, e può essere licenziato per inadempienza contrattuale (art.18 o meno), così come uno studente che si rifiuta di cucinare, dunque di fare ciò per cui stusia, è sicuramente passibile di sanzioni.
Se dichiara prima dell’assunzione di non voler cucinare maiale e il padrone non lo assume non c’è nessuna bega, visto che, se non sei ancora assunto, il padrone non è tenuto a motivare il perchè non ti assume (cosa diversa dal licenziamento).
Ma questo riguarda il cucinare, non il non assaggiare.
Altimenti, ciò varrebbe, ad esempio, anche per uno che diventasse vegano militante mentre è già assunto come cuoco, e si rifiutasse d’un tratto di cucinare carne e derivati per non rendersi complice del ‘genocidio’: per questi motivi generali la scuola non è tenuta, al di là dell’insegnamento e valutazione, a garantire sulla condotta professionale futura dell’alunno.
Lungi da me il voler demonizzare la cosa, ma se la religione che uno segue può influenzare il lavoro che fà, anche e soprattutto nei confronti dei destinatari del lavoro, beh, allora non ha scelto il mestiere adatto. Al di la del regolamento interno della scuola, io la penso così. Liberissimo di non condividere, ovvio. Mica siamo cattolici 🙂
Ma un vero credente non si accontenta di NON MANGIARE, pretende anche di non toccare il maiale o l’alcol o i cani e pretende di non toccare cose che lo hanno toccato, e neanche di vederle troppo vicine, tanto e’ vero che che inservienti islamici di supermarket pretendono di non scaricare o movimentare le scatole di bottiglie di alcolici e di birre e che gli autisti di autobus e di taxi di non trasportare cani, e neanche i cani che accompagnano i ciechi. Insomma o sono laici o meglio atei, ed allora non c’e’ nessunissimo problema oppure se sono credenti sono problemi continui, fino nei casi estremi quando a causa di banali casi della vita cioe’ di guai che prima o poi succedono a quasi tutti, come un licenziamento o una lite o un abbandono o un fallimento, reagiscono diversamente da chi non e’ stato educato all’odio ed al disprezzo etico per i suoi vicini di altra religione (e che loro considerano infedeli) ed allora entrano nella crisi finale del rapporto con la societa’ ospitante, la nostra, che disprezzano ed odiano per comandamento coranico per cui possono arrivare addirittura a mettersi a fare la jihad di punto in bianco, anche da soli.
L’islam, wahabita o salafita, e quello dei Fratelli Mussulmani, e’ proprio incompatibile con la civile convivenza su un piano di eguaglianza giuridica con persone di fedi diverse.
Accogliere incoscientemente masse di islamici in Europa e’ da irresponsabili che mettono a rischi anche altri e non solo se’ stessi come guidare ubriachi in strade agglomerate o maneggiare nitroglicerina in mezzo ad una folla innocente.
M.P.
Ma se questo non si comporta da vero credente e il maiale lo tocca e il vino uguale, come facevano quelli che lavoravano con me, non vedo il problema nè vedo dunque che c’entri l’estremismo wahabita.
Non mangiare maiale e fare il ramadan è una caratteristica di quasi tutti i musulmani, anche dei più annacquati.
Non sta a noi fare l’inquisizione ai religiosi per vedere quanto seguono la loro dottrina.
Qua il problema è semplice: cucini bene il maiale sei promosso, cucini male sei bocciato.
@ Markus Prometeus
@ Batrakos
Ho letto da qualche parte (sfortunatamente non ricordo dove) che Norcia è famosa per i suoi salumi per motivi storici: nel Modioevo qualcuno catturò (durante le crociate?) degli ebrei e li portò a Norcia a fare da guardiani dei maiali, ben sapendo che per motivi religiosi non se li sarebbero mangiati. I discendenti di quegli ebrei hanno però imparato bene a fere i salumi…
Ma veramente si può cucinare “discretamente” qualcosa, senza avere la più pallida idea di che sapore dovrebbe avere? O_O
Sai che in teoria per un cuoco non è così difficile?
Nel senso che comunque esistono le ricette su cui basarsi e l’esperienza tramandata dai colleghi; certamente sarà molto più difficile per lui portare innovazioni autonome alle ricette conosciute se non ha idea del sapore di ciò che mangia, ma le innovazioni fantasiose e personali sono del resto richieste solo agli chef di alta classe.
A mia esperienza, ti dico le più eclatanti, lavoravo con un cuoco egiziano che faceva un ottimo ragù alla marchigiana (che prevede il maiale) anche se lui il maiale non lo aveva mai mangiato; così come lavoravo con due cuochi di griglia -uno del Bangladesh e uno del Marocco- che non sbagliavano una cottura pur non mangiandolo e non avendolo mai mangiato; uno dei due, quello del Bangladesh, faceva anche un ottimo rombo in porchetta, pur non assaggiandolo per via della pancetta…aveva imparato bene.
@ Batrakos
Mi pare che tu stia dicendo che Beethoven riuscì a comporre ottima musica anche dopo essere diventato sordo. Il tuo discorso è pieno di sano buonsenso, come del resto è nel tuo stile che io ho sempre apprezzato. Però ti faccio osservare questo: se un musulmano viene qui in Europa, può pretendere che vengano rispettati i suoi diritti finanche nell’obiezione di coscienza tra pentole, casseruole e tegami. Se un gay come me va a Teheran, prima gli mettono un bel cappio intorno al collo poi con una leva azionano l’apertura della botola sottostante. Non noti in tutto questo una lieve incongruenza?
GiordanoBruno.
Certo che non è giusto, ma penso anche che parlare di reciprocità come se avessimo davanti funzionari dello stato saudita o iraniano non sia la chiave migliore.
Noi ci siamo inventati l’illuminismo e i diritti e, nello stato di diritto che rende la società democratica superiore a quella teocratica, la fermezza va accompagnata al possibile, e se il suo non assaggiare il maiale non comporta favoritismi sulla valutazione a me pare possibile, anche se bisognerebbe sentire bene gente che studia negli sitituti alberghieri per capire come funziona.
Peraltro, cosa forse anche più importante, discorsi come questi oggi valgono per un musulmano ma domani potrebbero valere per altri: mettiamo che uno cresciuto sin dalla famiglia come vegetariano (ce ne sono) sia in grado, e lo dimostrasse, di cucinare adeguatamente carne e pesce perchè non dovrebbe fare il cuoco?
Per vincere l’omofobia della mentalità musulmana non credo proprio che la ricetta sia quella dell’esagerare problemi di routine, come mi sembra un po’ essere questo.
@ Batrakos
Caro Batrakos, tu sei di sinistra come me (almeno questo ho dedotto dai tuoi frequenti interventi nel blog) ed hai una ragionevolezza che purtroppo fa difetto a molti altri qui presenti. Insomma, con te è possibile discutere in modo serio. Se devo essere sincero, io non la vedrei come un problema di reciprocità giuridica. In ballo c’è ben altro, purtroppo! Ho già scritto in altri miei interventi in occasione di altri threads che il processo di unificazione europea è oggi ostacolato dagli intrighi di Washington, di Londra, e soprattutto della grande finanza angloamericana che vede nell’economia europea una minaccia mortale per i propri interessi: sono questi i veri soggetti politici che vogliono e tentano di favorire l’islamizzazione progressiva dell’Europa, non per nulla il paese europeo che più si distingue nel filoislamismo è proprio the United Kingdom. Come vedi, il problema è più politico che strettamente giuridico.
P.S. Una piccola curiosità: perché hai adottato un nick, che ricorda “bàtrakhos” (gen. “batràkhou”, II declin.) ovvero “rana”? Mi viene un sospetto atroce: a te piacciono le ranocchie fritte. 😆 😆 😆
Giordanobruno.
Certamente si può leggere così: a chi, nell’alto della finanza, vuole rapinare e depredare il popolo europeo come è già stato fatto col Sud America e con l’Africa tramite il ricatto di un debito iniquo fa comodo trovare davanti un popolo europeo diviso, comunitarista ed in crisi fa molta più utilità di un popolo coeso per il divide et impera, e l’islam è un ottimo viatico del comunitarismo.
Ma se si esce dal discorso giuridico e si affronta questo complicatissimo discorso, poi il vero problema diventa il capitalismo e non i singoli casi che qua ci dilettiamo a trattar; a me va pur bene, ma poi la parte più filo liberista dei nostri amici commentatori chi la sente???
Batrakos è proprio la rana, ma, seppur in tema, non viene da una questione gastronomica, ma solo perchè dovevo inventare un nick e al volo mi è venuto in mente questo pensandone uno un po’ originale…misteri dell’inconscio!!! 😉
A parte che, a parer mio, meno si mangia carne e meglio è… ma io non capisco una cosa: la tizia islamica è stata obbligata a mangiare il maiale? No, perchè io credo che una persona dovrebbe essere sempre libera di non inghiottire un determinato cibo anche se la cosa riguarda l’ambito dello studio o del lavoro. Questo per svariati motivi non solo religiosi (gusti personali, allergie, motivi etici, insofferenza a determinate sostanze ecc…). Sbaglio se penso questo?
Nessun può obbligare qualcuno a mangiare nulla, ma un nutrizionista e un cuoco deve avere una certa educazione ai sapori, questo è molto vero per i vini. Può essere promosso qualcuno che vuol fare il cuoco o l’enologo senza saper riconoscere il sapore dei piatti o vini?
Semplicemente la scuola avrebbe dovuto valutare se bocciare lo studente, non discriminare non vuol dire promuovere obbligatoriamente, anche perchè in una scuola professionale dovrebbero insegnare a saper fare e uno che non mi riconosce dal gusto un buon vino o un piatto a base di maiale perchè non li ha mai assaggiati non può essere promosso, fa parte dell’apprendimento, dopo faccia che vuole oppure scelga un altra scuola.
ERRATA
un con l’apostrofo
Grazie per la tua esaudiente e precisa risposta Francesco s. Effettivamente una professione ha i suoi -chiamiamoli- “obblighi”!
Francesco S.
Per un cuoco può starci, anche se quel che conta è che riesca a cucinare decentemente (vedi quanto detto da me sopra). Se il suo non assaggiare incide sul fatto che cucinerà male ne pagherà le spese con l’insufficienza, ma non credo vi sia, almeno in Italia, l’obbligo di assaggio (ci vorrebbe un prof. di cucina o uno diplomato da poco all’alberghiero per darci conferma).
Ma un nutrizionista non credo che, almeno stando a quel che dice wiki, debba per forza conoscere i sapori ma deve conoscere le proprietà nutritive; fosse stato un sommelier o un assaggiatore professionista (tipo quelli della stella michelin) sarebbe stato certamente come dici tu.
@batrakos
in realtà con nutrizionista ho sbagliato termine, volevo intendere il “tizio che assaggia e consiglia i piatti”.
MA PUO’ ESSERE chiamato a fare l’Enologo uno che disprezza il vino e chi lo beve?
Ed a fare il cuoco uno che disprezza cio’ che mangiano i suoi clienti ed i suoi clienti perche’ mangiano bevono o toccano quelle cose?
SE fosse davvero un “moderato” non solleverebbe problemi. Nel Corano c’e’ scritto che quando un mussulmano e’ presso “gli altri popoli del libro” puo’ mangiare quello che mangiano costoro. Questo dovrebbe permettergli di mangiare qualsiasi cosa in una casa o in un ristorante di “cristiani”. (Nel Corano non si dice che e’ anche libero di bere)
Non solleverebbe problemi non significa che dovrebbe comunque mangiare un sacco di carne di maiale ogni volta che mangi o lavori in un ristorante “cristiano”.
Percio’ se non solleva problemi per me e’ secondario anche se assaggia o no, o fa finta ma se solleva problemi NONOSTANTE la chiarissima frase liberatoria scritta nel CORANO stesso significa che uno che dal CORANO ha preso l’antagonismo, l’odio, l’obbligo di disprezzo e di jihad (che c’e’ eccome), piuttosto che le altre (piu’ rare frasi) che potrebbero rendere possibile un minimo di convivenza.
Un nutrizionista non è un enologo; per sapere le proprietà organolettiche del vino non c’è bisogno di apprezzarlo.
Sui cuochi, l’esperienza mia e di tutta Italia in cui nelle cucine ci sono molti musulmani, dice che si può cucinare bene il maiale anche senza averlo mai mangiato; in verità è una delle carni meno difficili da cucinare (molto diverso il cinghiale, e qua forse ci sarebbero maggiori problemi).
Anche qua il problema è elementare: sai cucinare il maiale e conosci le proprietà organolettiche promosso; viceversa bocciato.
A meno che, come detto, la regola scolastica non imponga anche l’assaggio.
In quel caso sarebbe una mancanza.
Beh, insomma, con le allergie il discorso cambia: nel caso dell’allergico rischi di ammazzare lo studente facendogli assaggiare la sostanza a cui è allergico.
Poi, molto dipenderà anche dalla cucina “locale”: ho qualche difficoltà a vedere un celiaco che studia da chef in Italia, proprio per la diffusione delle sostanze “a rischio” nei piatti di cucina locale, discorso che può non valere in altri Paesi.
Lo stesso però per i cuochi musulmani: le sostanze “proibite” sono diffusissime nei piatti di cucina locale di un sacco di Paesi.
Poi, dipende anche anche dal tipo di qualifica che dà la scuola: diplomarsi chef non è esattamente per lavorare alla pizzeria sotto casa, e anche qui i requisiti formativi non sono gli stessi. Possibile che un cuoco ora “non assaggi” (più), ma lo avrà fatto da studente… sarebbe da chiedere ai diplomati chef. Se ce ne sono, possono spiegarci come funziona?
Ha scritto Batrakos: Un nutrizionista non è un enologo; per sapere le proprietà organolettiche del vino non c’è bisogno di apprezzarlo.
EBBENE rispondo che un nutrizionista dovrebbe NON avere pregiudizi non scientifici sugli oggetti del suo studio e del suo campo di lavoro.
Ma il fatto principalmente problematico e’ un altro che con la “democrazia” ci invadono
con la demografia ci occupano eppoi con i loro pregiudizi e la loro sharia ci disprezzano, ci faranno la guerra fino toglierci i diritti della democrazia come gia’ avviene nelle citta’ e nei quartieri del nord Europa dove sono diventati maggioranza., e dove hanno gia’ iniziato a pretendere zone shariatiche e NO GO per la polizia ed altri organi di stato come i pompieri e le ambulanze salvo lor approvazione. Ben 12 zone di questo genere sono gia’ state proclamate in Inghilterra, idem a Goteborg ed in alcine zone d’Olanda.
Troppi NON accettano eguaglianza ne’ laicita’, e quasi tutti tacciono per paura di fronte ai salafiti wahabiti e fratelli mussulmani.
I pregiudizi scientifici non c’entrano e non è detto che chi segua la sharia debba pensare che il maiale faccia male o anche il vino (quelli sono quelli che ci si appigliano a tutti i costi per cercare di conciliare fede e ragione, un po’ come i teologi nostrani fanno coi dogmi)), ma semplicemente che Allah ha voluto che di ciò non ci si cibi senza nessun altra maotivazione da addurre; mai sentito musulmani (s)ragionare così? Sono tanti, molti più di quelli che si inventano che il maiale è immondo perchè promiscuo o perchè ‘troppo onnivoro’ o altre amenità del genere-
Per il resto non posso, per ogni caso singolo di qualsiasi argomento parlo, ripsrtire con la storia dell’invasione sia perchè altrimenti altrimenti facciamo prima a chiudere le ultimissime sui fatti e aprire un capitolo dell’UAAR dedicato all’islam, sia perchè dal momento che si parla ogni volta di singole persone in diversi contesti, mia prassi non è fare il processo alle intenzioni e risolvere ogni questione facendo appello a colpe collettive.
Non dico che non si debba fare, ma io non lo faccio, tu fai come vuoi.
Il cieco non può fare il tassista.
Il musulmano non può fare il cuoco di carne di maiale.
E’ semplicemente che alcuni mestieri sono preclusi a chi ha un handicap che gli impedisce di svolgerli. Ora un musulmano che pretende di fare il cuoco di maiale è come il cieco che vuol fare il tassista. A meno che non possa fare il cuoco anche senza dover mai toccare maiale.
Concordo, meglio considerarlo come un handicap incompatibile con quell’attività,
alla fine si tratta di onestà.
Quelle soluzioni a metà per voler salvare capra e cavoli portano al disastro: allora
accettiamo biologi/insegnanti che però insegnano l’ID invece dell’evoluzionismo
e insegnanti di geografia per cui la terra non è rotonda
e anestesisti che però non fanno trasfusioni(T.D.G),
infermieri che non testano il cancro ai testicoli (cosa impura per la loro religione)
e accettiamo come ci tocca fare:
ginecologi pubblici che però non praticano l’aborto pur garantito per legge
farmacisti che non vendono l’RU486 e simili.
Non continuo la lista, si tratta della solita laicità corrosa dalla religione.
Questa faccenda dell’incompatibilita’ religiosa andrebbe affrontata con un approccio simile a quello usato dal FSM (Flying Spaghetti Monster) nel mettere in discussione l’insegnamentoi del creazionismo (se bisogna insegnare tutte le alternative all’evoluzione allora il FSM ha una posizione paritaria alla religione cristiana). In altre parole bisognerebbe inventarsi una religione, diciamo CYOF (Cook Your Own Food), che proibisce ad esempio di toccare il cibo che verra’ servito ad altre persone e poi iscriversi ad una scuola alberghiera in Danimarca. Se le eccezioni valegono per la religione musulmana perche’ non dovrebbero valere per la chiesa del CYOF? Entreambe sono basate su valori spirituali e di fede. Nessuna delle due su prove scientifiche.
Ma gli adepti del CYOF non hanno dietro di se’ ne’ una armata di terroristi internazionali, ne’ una avanguardia di occupanti colonizzatori del forse 10% della popolazione danese.
poi non vi lamentate se anche nella socialdemocratica Scandinavia ormai in moltissimi guardano all’estrema destra come argine verso questi deficenti integralisti.
è il risultato di un eccessivo buonismo che fa a cazzotti con le tolleranza vera, che è ben altra cosa.
@ stefano
Sei sicuro che si tratti solo di buonismo? Non credi che dietro certo filoislamismo si nasconda un preciso disegno politico da parte di chi, evidentemente, vuole distruggere l’Europa ed il suo enorme potenziale economico e culturale? Non ci vuole nemmeno una grande perspicacia per comprendere nell’INTERESSE DI CHI questo avvenga.
Stessa cosa si potrebbe dire degli europei che attraverso lo schiavismo hanno riempito gli Usa di africani allo scopo di minarne il potenziale economico, prevedendo il sorpasso demografico della popolazione nera su quella bianca… C’era chi aveva interesse a destabilizzare l’America con la sua africanizzazione.
@ giordanobruno
Ma secondo te chi vorrebbe distruggere l’Europa e il suo enorme potenziale economico e culturale? Intendi forse che gli stati Uniti d’America o la Cina ci stanno islamizzando?
Intanto, di fatto, l’Europa e il suo enorme potenziale economico e culturale li stanno distruggendo il criminale Monti in Italia (dopo che il criminale Berlusconi ebbe proseguito l’opera del criminale Craxi e il criminale Craxi quella della criminale DC), e i corrispettivi criminali in Portogallo, Spagna, Grecia…
@ Sandra
Ma brava la nostra amica degli States! Se tu dovessi andare dall’altra parte dell’Atlantico una o due volte all’anno, come tocca fare a me, avresti imparato già da un pezzo che: a) gli americani sono il popolo più simpatico del mondo; b) quando sono in ballo gli interessi degli USA, gli americani si portano subito la mano al cuore e dicono con risoluta fermezza WRIGHT OR WRONG IS MY COUNTRY. Mi vorresti spiegare allora, tesoro mio, per quale motivo noi europei dobbiamo tutelare gli interessi degli USA a scapito di quelli dell’Europa? Non ti sfiora mai il dubbio che questa sia una leggera forma di hai-capito-che-cosa?
@ Federico Tonizzo
Io apprezzo molto i tuoi interventi, per questo vorrei farti osservare alcune cose.
A differenza di quella angloamericana, che è ormai solo un’economia virtuale ovvero costruita sulla speculazione finanziaria, l’economia europea (pensa solo alla Germania) è ancora un’economia sana, ovvero costruita sulla produzione di merci, nonostante tutte le sue magagne. Se l’Europa divenisse una superpotenza (ed ha tutte le potenzialità per divenirlo) per Wall Street e la City sarebbe la fine. Ci vuole tanto a capirlo?
Il “criminale” Monti è solo un missus dominicus del Goldman Sachs Group: questo dato di fatto non ti dice proprio niente? Oggi la nostra povera patria europea è tenuta sotto sequestro da istituzioni reazionarie e prive di qualsiasi legittimazione democratica: la BCE e la Commissione Europea. Ma ti sei mai chiesto chi ha veramente voluto queste istituzioni? I soliti cattivoni dei tedeschi o qualcun altro?
@ giordanobruno
Ok, diciamo che – a livello di supposizioni – anche io avevo “pensato” (anche) quanto dici tu (ma anche altro, a livello speculativo); e ovviamente è stato detto chiaramente che le “speculazioni contro gli ststi europei” partivano dagli USA, che i “derivati” vengono dalle banche USA e si sono sparsi un po’ dappertutto o quasi, ed è pure chiaro che la BCE e complici sono nemici della “gente comune” (come tutte le banche, peraltro).
Ma allora mi (anzi: ti) domando: che interesse avrebbe Monti (che non ha certo bisogo di soldi) a rovinare gli italiani? Puro sadismo? Pura psicopatologia? Puro “spirito di corporatività” con le banche americane? E allora perchè è volato in estremo oriente a proporre agli orientali di investire in Italia? Intende proporre a cinesi e coreani di “delocalizzare” le loro imprese in Italia, dopo aver portato gli Italiani (tra un paio d’anni ci arriveranno) al livello economico di un paese del terzo mondo o perlomeno della Cina? O sta proponendo agli orientali di “comprarsi” il debito italiano? O di comprare le azioni di imprese italiane (quali? tutte delocalizzano all’estero). E perchè Monti non è andato negli USA a fare le stesse proposte?
Avrei ancora questioni, ma intanto aspetto la tua risposta a queste.
@ Federico Tonizzo
Se non sbaglio tu sei un biologo. Comprendo allora il tuo tendenziale filoamericanismo: gli USA oggi detengono un’egemonia incontrastata a livello mondiale nel campo della ricerca biomedica (anche sugli aminoacidi, sugli acidi nucleici, sulle proteine G, sui fattori di trascrizione ecc sventolano tante belle bandierine a stelle e strisce). Però non puoi negare che a Washington abbiano sempre visto il processo di unificazione europea come il fumo negli occhi.
Quanto al signor Monti, ti faccio notare che costui piace a me molto meno che a te. Ma chi c’è veramente dietro questo signore? La risposta non è difficile: c’è il Goldman Sachs Group, c’è tutta la finanza angloamericana, c’è la santa madre chiesa con il suo ragguardevole impero finanziario. Ignoro quali siano i veri fini del viaggio asiatico del signor Monti, e non tento nemmeno timide congetture, dal momento che so benissimo che finirei con il pensare e dire solenni ca22ate. Però di una cosa mi sento abbastanza sicuro: non ci sono gli interessi economici e politici dell’Europa.
@ Federico Tonizzo
Che interesse avrebbe il signor Monti a rovinare gli italiani? E lo chiedi anche? Nonostante tutto, l’Italia è pur sempre una delle principali potenze industriali a livello mondiale. Se tu porti questo paese in condizioni molto vicine al default, è inevitabile che prima o poi si giunga alla sua uscita dall’euro, dato che solo in questo modo è possibile salvare il salvabile prima di precipitare nel baratro. Ma se l’Italia esce dall’euro, per un banale effetto domino tutta l’eurozona finisce a putt…ne. E per la finanza angloamericana sarebbe un trionfo niente male.
@ giordanobruno
Ok, grazie delle spiegazioni.
Comunque ti preciso che NON sono affatto filoamericano, anzi, so bene che molti dei guai del mondo sono stati causati da loro (o meglio: dalla parte più ricca, plutocratica, della loro popolazione).
Per ora (è tardi) ti saluto, magari riprendiamo i discorsi quando possibile.
Calma, calma. Un conto è preparare delle pietanze, e mi sembra che nessuno studente musulmano in questione si sia rifiutato, un’altro è obbligare qualcuno a mangiare ciò che non può o non vuole. Si tratta di una scuola e non di un obbligo militare.
Inoltre, obblligare un giovane a bere alcolici contro la sua volontà mi sembra stupido. Dove sta scritto che gli studenti DEVONO bere alcolici?
Un commento di buon senso ed equilibrio.
La scuola ha le sue regole che valgono per tutti e a quelle bisogna stare, senza forzarle nè verso deroghe (del tipo ‘possono non cucinare il maiale) nè verso cose che la legge non dice, se non le dice (obbligo di assaggio).
La ragazza, oltre a sbagliare clamorosamente mestiere, ha violato la sacrosanta legge: “Se il vino disturba il tuo lavoro, smetti di lavorare”.
?
..e questo dovrebbe far capire alla gente che l’uguaglianza è pazzia e che il politicamente corretto è una cosa stupida ed assurda.
Magari le persone aprissero gli occhi e realizzassero che c’è diversità, non uguaglianza-
…cioè prima ti iscrivi all’alberghiero e poi ti lamenti del fatto che ci fosse della carne di maiale? E le danno pure ragione? Certe donne sono proprio stupide e mi fanno solo vergognare della mia categoria, poi i giudici che le hanno dato torto… ma si vergognassero 10 volte tanto, che imbecilli, dare ragione ad una viziata rincretinita. Che mondo…
Quei deficienti dei giudici prima di calarCi le brache per l’ennesima volta potevano almeno leggere un Corano (diretta parola di Allah, non interpretabile neanche in teoria) e trovarvi che espressamente gli islamici sono autorizzati (da ALLAH in persona) a mangiare tutto quello che mangiano i popoli del libro quando siano presso di questi (Cristiani, ebrei, sabei, ecc).
I giudici hanno precise leggi da applicare, non è compito loro leggere il corano e di lì stabilire i rapporti col mondo musulmano; quello semmai spetta ai legislatori e al governo.
Il giudice deve stare alle leggi vigenti: se le leggi dicono che non c’è obbligo di assaggio, il giudice a quelle si deve adeguare, altrimenti salta la tripartizione dei poteri e dunque uno dei cardini delle società laiche e democratiche.
Batrakos,
però la valutazione di un cibo passa per l’assaggio, come la valutazione di un testo per la rilettura, necessaria per apportare eventuali correzioni.
Finora si è dato per scontato, perché in fondo lo è!, che il cuoco assaggiasse, come un sarto si accerta che il vestito “cada” bene o un falegname che la seduta sia comoda.
E’ vero che l’arrosto non si assaggia normalmente, ma se apri una bottiglia di vino per cucinarlo, è buona norma verificare se sa di tappo o è troppo acido, prima di fare disastri.
Forse sarebbe il caso di fornire diplomi di cucina halal e cucina danese o internazionale.
Sandra.
Nel caso del vino parliamo di un nutrizionista, non di un enologo o di un maitre di sala, il cui compito è l’assaggio.
Non è un caso, forse, che personalmente non abbia mai trovato maitre di sala o comunque camerieri di alto rango di religione musulmana.
Sull’assaggio.
Se non ci sono regolamenti sull’assaggio, io credo che esso sia paragonabile al discorso dello studio a casa: lo studente è tenuto ad essere preparato davanti alle verifiche, se non studia e non è preparato avrà l’insufficienza, se riesce ad avere un risultato decente pur avendo studiato poco, avrà la sufficienza.
Ovvero, il non assaggiare è a suo rischio e pericolo per la valutazione del docente ed è su questo punto -ovvero una valutazione non bonaria perchè è musulmano- che si gioca il principio di laicità.
Almeno questa è la mia opinione su come dovrebbe essere un laicismo di fondo: io non mi interesso della dottrina interna del tuo credo, basta che svolgi la professionalità al pari degli altri.
Non vedo come si possa prescindere dall’uso del senso del gusto, parlando di cucina. Come l’udito per la musica e la vista per l’arte: la valutazione sensoriale mi sembra fondamentale. La cucina è una faccenda pratica e soprattutto all’inizio ci si costruisce un gusto, solo dopo molta pratica l’assaggio diventa superfluo. Anche il nutrizionista può trovarsi a consigliare un cibo piuttosto che un altro basandosi sul confronto di gusto, e non solo: sapere com’è “masticare” un taglio di maiale rispetto un altro o al pollo per esempio, penso a un nutrizionista per bambini o per anziani, dove ci sono difficoltà legate ai denti.
Quello che non si può obbligare a fare è deglutire dopo l’assaggio.
Non lo so nemmeno io come ci si riesca; tuttavia, dal momento che esistono cuochi che cucinano maiale senza averlo mai mangiato, evidentemente è possibile, ovviamente la creatività sarà limitatissima. E’ la stessa cosa per cui c’è gente che riesce a cavarsela pur studiando pochissimo, cosa che parrebbe quasi impossibile.
Sul nutrizionista: se sai cucinare una carne capisci benissimo anche la sua morbidezza o meno; il gusto non è compito di un nutrizionista, semmai lui può modellare la tua dieta bilanciata in base ai tuoi gusti, e se tu gli dici che ti piace il maiale lui ce lo mette. Non mi risulta che un nutrizionista debba parlare di gusti alimentari.
Ma anche qua: se non esiste la regola dell’assaggio è un conto, se esiste è un altro.
quindi un infermiere testimone di geova si può rifiutare di fare una trasfusione?
Perchè, da qualche parte sta scritto che un cuoco musulmano può non cucinare il maiale?
Il discorso di assaggiarlo sarebbe che un testimone di geova può non far trasfusioni a se stesso, ma se sa come fare tecnicamente e le esegue come da professione (violando la sua religione, così come il musulmano la viola visto che maiale e vino non andrebbero nemmeno toccati…ma se un religioso viola la sua religione è problema suo e dei suoi preti) non vedo il problema.
Sono straconvinto che cucinare senza assaggiare sia molto meno accurato. In tutte le attività, non solo creative e non solo umane, la mancanza di feedback riduce di parecchio la qualità del risultato. Restando nell’ambito gastronomico, provate a cuocere in forno senza controllare la temperatura, a cuocere la pasta senza controllare il tempo e senza assaggiarne la cottura, eccetera eccetera.
Di esempi sarebbe pieno il mondo, ma mi viene in mente il grande Beethoven: privo del feedback uditivo, era costretto a toccare con la lingua il pianoforte mentre suonava…
Questo indubbiamente, infatti penso che la valutazione molto probabilmente non potrà non risentirne e, anche se promossa, con voti bassi e scarsa dimestichezza nelle prove di lavoro, probabilmente finirà a fare l’aiuto cuoco in qualche trattoria o ristorante di bassa anzichè diventare chef. Ognuno risponde delle sue scelte.
Domanda Idiota: ma il nutrizionista che centra? No dovrebbe studiare i principi di una alimentazione bilanciata e prescriverla ai pazienti. Per fare questo non serve assaggiare.
Continuo a pensare che obbligare un giovane o un astemio ad assaggiare alcolici sia una violazione della persona! Continuo a pensare che l’assaggio non sia REGOLA ufficiale per chi debba fare il cuoco. Ci sono pietanze che un cuoco non vorrà mangiare, perchè magari a lui non piacciono, no? E per lavoro dovrebbe farlo? Ma voi quando cucinate assaggiate tutto? Dopo aver salato l’acqua della pasta poi l’assaggiate per vedere se il grado di salatura sia quello giusto? Mia madre è una brava cuoca, quando vado a mangiare da lei cucina sempre almeno due tipi di primi e diversi tipi di secondi e contorni. Ma non la vedo intenta ad assaggiare tutto. Eppure, vi assicuro, è roba squisita.
Nella nostra battaglia contro le sciocchezze imposte dalla religione, vediamo di non trasformare anche l’indignazione in sciocco livore. Possibile che non vi accorgiate che la maggior parte dei post, tranne rari casi come Betrakos, rischiano di apparire come intolleranti e pieni di livore nei confronti di chi, pur non sottraendosi ai propri doveri, chiede più rispetto per la propria persona e per la propria libertà d’azione? I motivi che spingono questi studenti a ribellarsi non sono sicuramente i nostri, ma il principio di non prevaricare il prossimo deve SEMPRE essere il faro che ci guida nelle nostre battaglie, altrimenti nessuno sarà più in grado di distinguerci dai fanatici religiosi.
Infine, io ritengo che il giudizio finale sulla qualità delle pietanze prodotte dagli allievi sarà espresso da chi lo dovrà fare per mestiere, cioè l’insegnante. Sarà lui ad assaggiare e a giudicare se la pietanza è stata preparata in modo adeguato oppure no. Punto. Chiaramente, lo studente che non assaggia la propria pietanza sarà svantaggiato rispetto agli altri e la sua media scolastica ne risentirà, ma questo riguarda solo le sue scelte, legate alla sua etica, che in una società libera vanno sempre rispettate.
Quando ero studente di biologia, c’era il corso pratico di zoologia (obbligatorio). Finchè c’era da osservare i rotiferi al microscopio, beh nessun problema. Nessun problema anche nel sezionare gli elminti per studiarne l’anatomia interna. In fondo si trattava di parassiti vermiformi. Quando siamo arrivati alla rana mi sono rifiutato. Chi l’ha stabilito che lo studio della zoologia debba passare necessariamente per lo squartamento delle bestie, anche così lontano da noi, come le rane. Certo l’osservazione diretta è più istruttiva del semplice studio delle tavole anatomiche stampate nei libri, ma chi l’ha stabilito che si debba fare solo così? E se ci fosse stato l’obbligo della vivisezione su animali come cani e gatti, da buon studente avrei DOVUTO farlo e basta o avrei lottato per dimostrare che si può essere un buon biologo senza torturare gli altri esseri viventi?
Io non ho MAI accettato, nè permesso, che qualcun’altro dall’alto della sua autorità si senta in grado di violare la mia dignità di essere umano e non cambierò certamente adesso pur potendo stare dall’altra parte della barricata.