Lari (SI), parroco contro comunisti: “No mensa della chiesa per festa di partito”

Nel paesino di Lari, in provincia di Pisa, una storia che fa tornare alla mente le diatribe tra don Camillo e Peppone. Il partito di Rifondazione Comunista, per organizzare la propria ‘Festa Rossa’, ha chiesto al parroco di concedere i locali della mensa della chiesa. Ma don Amedeo Deri si rifiuta, perché non fornisce le sale della cucina per le attività di qualsivoglia partito, che sia di destra o di sinistra. Inoltre, i comunisti hanno principi “diametralmente opposti ai miei” su temi come aborto, divorzio, matrimonio gay, ci tiene a precisare.

L’anno scorso la sala era stata messa a disposizione. Ma, attacca il prete, i comunisti “mi hanno ingannato”. “Volevano i locali per la festa del ‘Si’ al referendum e io glieli ho concessi”, spiega, “ma quando è iniziata la festa mi sono trovato tutta la parrocchia e i locali tappezzati dalle bandiere rosse con la falce e il martello”. I comunisti locali dal canto loro criticano la scelta del sacerdote, parlando di “ingiustizia anacronistica” e di “scomunica”.

Questo piccolo episodio di provincia è utile per riflettere su alcune storture. Prima di tutto, è normale che dei comunisti pretendano di utilizzare i locali di una chiesa per le loro attività, invece di servirsi di strutture proprie? Inoltre, bisognerebbe domandarsi se l’immobile sia di proprietà della Chiesa o se comunque percepisca fondi pubblici. E qui torna il tema generale della sussidiarietà cattolicamente orientata. E’ giusto che un locale pagato coi soldi di tutti – quindi anche dei cittadini non credenti – sia usato secondo criteri particolaristici, se non discriminatori? Per l’ennesima volta si ha la riprova che una sussidiarietà davvero laica, aperta e utile a tutti non passa attraverso l’aiuto delle organizzazioni confessionali. Una cosa di cui anche la sinistra dovrebbe essere più consapevole.

Archiviato in: Generale, Notizie

42 commenti

Tiziana

Se fossi il prete non sarei così convinta che i comunisti hanno idee così diverse dalle sue. Basti pensare alla concessione dell’articolo 7 della Costituzione.

baudo pippo

Quelli a cui ti riferisci sono i finti comunisti! ovvero gli opportunisti parlamentari.

massi

certo, in quel caso… ma qualche volta poi è anche il caso di ricordarsi che i socialisi (e gli altri) con la democrazia cristiana ci hanno governato quaranta anni insieme e che Craxi ha regalato alla Chiesa cattolica l’8×1000 e l’ora di religione.

Tiziana

ammetterai che se una pianta nasce storta è ben difficile reuperarla.
quanto a Craxi ha tentato una prima rilettura del concordato che ha tolto la congrua obbligatoria e la religione di stato.
i marchingegni seguiti ( e perseguiti probabilmente anche da lui) sono condannabili sicuramente.ma io gli sono comunque grata perchè l’Italia sulla carta non ha una religione di stato.
ho l’età per ricordare come bisognava produrre incartamenti per essere esentati dall’ora obbligatoria di religione. e certamente essere simpatizzanti dell’uaar non sarebbe bastato.
ricordoinoltre ch ilpsi in fomazione con i radiali (rosa nelpugno) aveva nel suo programma elettorale la cancellazione del concordato (era segretario Boselli)

Nightshade90

Solo se non riceve sussidi dallo stato per tale mensa. Altrimenti, per poter ricevere tali sussidi, deve essere gestita in modo pubblico senza discriminazioni basate su preferenze personali.

Stefano

@ rik

Concordo.

Tuttavia si fosse fermato a “perché non fornisce le sale della cucina per le attività di qualsivoglia partito, che sia di destra o di sinistra”

probabilmente avrebbe fatto ancora meglio.

FabioFLX

Che sia casa sua è tutto da vedere. Se così fosse, è chiaro che qualsiasi motivazione andrebbe accettata, ma se fosse sussidiata dai soldi dello Stato, allora la questione sarebbe di tutt’altro ordine.

Nathan

Non è casa sua, nel senso di proprietà privata come quella di un qualunque cittadino.
Bisogna vedere se questa struttutra quali e quanti finanziamenti pubblici ha ricevuto questa struttura, e a quali condizioni.

Sandra

don Deri: “Non affitto il posto a nessun partito politico, e voglio sottolineare “nessun partito” neanche al Pdl”

L’anno scorso pare di sì: ricevutina? ici? ici della scuola parrocchiale?

don Deri: “i comunisti hanno principi “diametralmente opposti ai miei”

e i cattolici che usano contraccettivi invece sono allineati? Se il problema è quello di esporre simboli offensivi in chiesa, il parroco non può fingere di ignorare che le famigliole cattoliche con max due figli sono manifesti ambulanti di contraccettivi! La solita ipocrisia.

MASSIMO

Beh, io non andrei mai ad organizzare una festa in casa di un nemico.

massi

Fessacchitti questo comunisti che fan il cane dell’ortolano (abbaia da lontano).

Batrakos

Però l’inganno dell’anno prima non era male: vatti a fidare dei leninisti! 😉
I comunisti dovrebbero lavorare in strutture proprie: sarebbe da vedere se ne hanno, visto che Rifondazione è al lumicino e anche nella mia città ormai ha una sede di 20 metri quadrati.
Certo che potevano rivolgersi al Comune anzichè al prete se stavolta non erano riusciti a complottare un nuovo inganno! 🙂

massi

Dignità vorrebbe che i comunisti stessero (e votassero) con i comunisti.

Batrakos

Che stiano e votino SOLO con i comunisti mi pare difficile, visto che la politica è fatta di alleanze e non solo di contrapposizioni e i comunisti istituzionali hanno sempre accettato le alleanze.
Il problema, semmai, è il rapporto con la Chiesa: su quello sono d’accordo con te; io avrei evitato -così come col senno di poi rimprovero a Togliatti la scelta sull’articolo costituzionale pro Chiesa e sull’amnistia ai fascisti…ma col senno di poi perchè non è così facile decidere in quella fase storica, ma ora sarebbe off topic dilungarcisi- e per il resto dicevo tanto per fare un po’ di ironia.

massi

Qui, io per me, colgo un malinteso (molto diffuso), ovvero far precedere l’accordo ideale alla mediazione delle condizioni materiali che, congiunto alla condizione di minorità sociale, porta i più deboli ad una continua espoliazione a vantaggio di un’unica posizione. Per questa via si arriva così ad avere un governo di soli ricchi e zero rappresentanza del lavoro.

Auguri.

baudo pippo

Se votano non sono comunisti! Se votano sono solo opportunisti e finti oppositori del sistema.

baudo pippo

leninisti???? ma dove? stalinisti é l’aggettivo consono!

Batrakos

Massi.
Sono d’accordo con te.

Baudopippo.
E chi sarebbe il vero leninista? Trockij?
Quello che entrò nei bolscevichi solo nel ’17 millantandosi come bolscevico di vecchia data e vantando il favore di Lenin quando ebbe nè più nè meno che la stessa decorazione di Stalin il quale fu presente sui fronti più caldi della guerra civile; quello che inventò il castello del testamento di Lenin (caso ampiamente dibattuto dentro il PCUS contrariamente a quel che racconta Trockij), testo che non era un testamento nè un documento politico ma dichiarazioni di uno ormai gravemente malato e lontano dalla vita di partito, testo nato per questioni di rapporti burrascosi tra Stalin e la moglie di Lenin e che, soprattutto, in nessun punto delinea Trockij come successore contrariamente alla sua propaganda? E che soprattutto diceva di Lenin le stesse cose che poi disse di Stalin (burocrate e borghese, vedi le dichiarazioni del 1904) salvo fingersi un leninista? Quello che disse bene anche del filonazista Tukacevskij (disse anche male, ma si sa che Trockij andava dove lo portava il vento)? Quello che non voleva il controllo politico nell’Armata Rossa dicendo che essa non ne aveva bisogno e introducendo dunque tecnicismo e burocrazia per primo quando diceva di combatterla?
E soprattutto quello che, alla vigilia della seconda guerra mondiale, diceva che Stalin doveva cadere altrimenti sarebbe stata facile un’invasione nazista perchè Stalin non sarebbe stato in grado di difendere l’URSS? Una previsione del genere è l’antitesi del materialismo e si vede che fu una cantonata visto che nessuno si arrese, anzi sappiamo bene come andà la Guerra Patriottica come la chiamano là.
Anzi, se Stalin fosse caduto i nazisti avrebbero conquistato l’URSS in men che non si dica e si deve all’industrializzazione staliniana e anche alla sua spietatezza interna il fatto che Hitler non abbia sfondato in URSS cosa che probabilmente avrebbe visto la vittoria dell’Asse e dunque sarebbe costata una cifra immane di vite a tutto il mondo.
Quello che, mentre si provava a trattare il piano di sicurezza collettivo (poi rifiutato dalle potenze capitaliste) fomentava a un’estensione della rivoluzione che avrebbe portato alla dissoluzione dell’URSS la quale avrebbe dovuto combattere più nemici insieme e dunque avrebbe avuto condizioni impossibili?
Io penso che, se avesse prevalso Trockij, avrebbe vinto il nazismo e, al di là della propaganda di Conquest (che il libro nero copiò a man bassa) ormai sbugiardata dall’apertura degli archivi degli anni ’90, dico che i più seri storici dell’argomento da circa trent’anni sono di questo avviso, avendo ben superato la retorica trozkista (vedi, ad esempio, Davies e Getty).
Se invece parliamo di Bukarin il discorso è diverso visto che parliamo di una persona ben più seria di Trockij, ma anche qua, se avesse prevalso la sua idea di industrializzazione morbida e leggera il problema sarebbe stato il medesimo davanti all’invasione, visto che ci sarebbe stata una dipendenza industriale e dunque una possibilità di ricatto politico e soprattutto sarebbe stata impossibilie una produzione in serie di armi e infrastrutture per muovere e spostare l’industria bellica, cose che risulteranno determinanti al momento dell’invasione.
E, da parte anche di Bukarin, non rendersi conto dopo il ’35 della facilità di questa possibilità è una dimensione di leggerezza analitica notevole.
Venendo all’oggi, io non sono di Rifondazione, ma almeno nella mia città sono più i filo trozkisti che i filo stalinisti, a meno che non si voglia intendere stalinismo come demonizzazione dell’avversario come traditore, vizio mentale che -se aveva un senso nella situazione convulsa e priva di mezze misure dell’epoca- oggi è un modo di fare tipico di tutta la sinistra e non solo, e paradossalmente lo dimostra proprio la tua accusa di stalinismo verso dirigenti e militanti di Lari, che non credo tu nemmeno conosca.

Batrakos

Baudopippo.

Nella concitazione ho dato per scontato un punto: Tukacevskij filonazista, quando è considerato invece dalla vulgata un antinazista di ferro.
Io tendo a considerare la sua folle idea di uno scontro preventivo col nazismo evitando ogni patto -come fu quello Ribbentropp-Molotov che permise all’Urss di armarsi e creare un eventuale corridoio di sicurezza in Polonia (che per me, per inciso ma sarebbe troppo lunga, fu un errore tattico di Stalin anche se per fortuna non determinante), incremento della produzione militare e delle infrastrutture di trasporto aumentata sudocumentato dall’opera dello storico Wolkogonov- difficile da adebitare ad ingenuità per un militare di quella fatta, dunque o era in malafede o era involontariamente uno che giocava a favore del nazismo, e qua un link lo spiega molto bene e fa cadere la vulgata per cui l’epurazione indebolì le capacità militari dell’Urss
resistenze.org/sito/te/cu/st/cust3c29.htm

Sarebbe interessante anche esaminare sul discorso di quello che viene definito errore di Stalin che durante la guerra civile portò alla sconfitta di Varsavia, mostrando che le implicazioni politiche di quell’esito furono diverse da una banale sconfitta, ma davvero diverrebbe troppo lunga.

Insomma, capisco un antibolscevico che abbia in odio Stalin per ragioni di diversissime vedute del mondo, ma nel 2012 sentire ancora dire da parte leninista che Stalin fu l’involuzione borghese e controrivoluzionaria mi lascia basito sul modo in cui viene affrontata la storia di quell’epoca, tutta fondata sulla propaganda trotzkista, Trockij che aveva ottime ragioni di voglia di leadrship e prestigio nel presntarsi come il ‘vero’ leninista quando leninista non lo fu forse mai.

Batrakos

Ho un altro commento in mod che spiega perchè considero Tukacevskij un filonazista, in modo che evitiamo discorsi inutili.

baudo pippo

Mi spiace Batrakos, di averti fatto perdere tempo nel narrare il tuo dettagliatissimo punto di vista storico, che apprezzo, ma il mio intento era un altro.
Semplicemente ritengo che tutto ció che é storiograficamente successo dopo la morte di lenin non faccia assolutamente parte del comunismo marxista ossia internazionalista, ma ne sia l’esatta contrapposizione retta dall’ideologia stalinista del socialismo in un unico stato imposta con la controrivoluzione appunto stalinista che massacró tutta l’avanguardia rivoluzionaria bolscevica di lenin e si approprió indebitamente della sua identitá….tutto il resto é ció che tu autorevolmente citi, ossia il periodo storico del CAPITALISMO DI STATO, una tipologia differente dal capitalismo liberista ma sempre capitalismo e di conseguenza distante anni luce dall’internazionalismo marxista e leninista.
In base a ció tutti i sedicenti comunisti parlamentaristi (ma anche la maggior parte degli extraparlam., ma questo é un altro discorso) abbracciano necessariamente l’ideologia stalinista se nó in parlamento non ci sarebbero…
N.B.
Non sono trozkista.

Batrakos

Baudopippo

‘Massacrò tutta la vecchia guardia rivoluzionaria’
Altro leit motiv abbastanza da luogo comune visto che tra i dirigenti vicini a Stalin molti erano essi stessi bolscevichi di prima generazione (anzi un Kirov, bolscevico della prima ora non mi pare essere stato ucciso da Stalin…) mentre, ad esempio, furono colpiti burocrati-satrapi come Rumjancev. Curioso poi che questa è la tesi che strumentalmente usano reazionari alla Brezinskij che mai hanno simpatizzato per il bolscevismo ma quando devono parlare di Stalin, improvvismaente diventano pieni d’ammirazione per i vecchi e veri bolscevichi, mostrando evidentemente che chi temevano davvero era Stalin e non gli altri ‘romantici’ bolscevichi della prima ora.
In verità, l’esperienza più vicina al capitalismo di Stato fu proprio la NEP di Lenin e non vedo in che modo le collettivizzazioni e l’industrializzazione (quest’ultima derivata proprio dal concetto leninista di soviet+elettrificazione), che superarono la NEP che secondo lo stesso Lenin doveva essere transitoria, possano essere acrivibili al capitalismo. Se per ‘capitalismo di stato’ si intende un sistema in cui ancora la circolazione monetaria non è abolita…beh, mai letto Lenin invitare a modelli di sviluppo fuori dalla moneta in tempi brevi; come non credo che si possa considerare, se si è leninisti, un comunismo autoritario come qualcosa di ‘borghese’, visto che Lenin stesso fu sempre accusato di autoritarismo, e anche a ragione, se ci si mette dalla parte di chi bolscevico non era. Altrimenti vorrei capire cosa intendi con ‘capitalismo di stato’, altro termine che spesso si usa senza sapere bene di che si parla.
E, addirittura, ‘controrivoluzione quando fu sotto Kruscev e soprattutto sotto Breznev che la burocrazia raggiunse i livelli che si conoscono mentre le purghe staliniane spessissimo colpirono burocrati (come appunto Rumjancev che era eclatante) che pensavano spesso alla carriera anzichè al dovere di partito, e anche qua la lettura di Getty ‘Origin of the great purges’ credo che possa essere illuminante, vista la quantità di dati, nomi, numeri e cifre che è riportata.

Però, certo che se si parla di storia dicendo ‘da Lenin in poi nulla della storia del comunismo è comunismo’ si mostra di non aver proprio assimilato secondo me il materialismo storico e i cardini del pensiero marxista, concependo la storia in modo idealista e cadendo proprio a fagiolo rispetto a chi accusa i comunisti di fideismo e concezione metafisica della storia.
Chissà come mai, se la storia del comunismo dopo Lenin non è comunismo, le potenze capitaliste occidentali hanno sin dall’inizio tentato a tutti i costi di abbattere l’esperienza socialista sovietica pur non essendo con essa in diretta concorrenza di mercato.
Chissà come mai, mentre le forze filocapitaliste hanno fatto di tutto per cancellare i comunisti dalla vita politica, si dice che se si accetta il sistema elettorale non si è comunisti, operando una strana convergenza di interessi con l’avversario in nome di un purismo rivoluzionario che in quanto tale di marxista e nemmeno di leninista ha nulla, mentre ha molto di romantico idealista.

Questa è la mia opinione, discutibile quanto si vuole; ma siccome tu presenti le tue frasi in modo perentorio, come fossero dati oggettivi, e senza molti appigli storici ma riprendendo in modo abbastanza acritico tutte concezioni di Stalin che secondo me appartengono a posizioni storiche un po’ superate e che molti ripetono senza aver adeguatamente valutato razionalmente se quel che hanno sentito su quel periodo è poi così fondato.

Reiuky

Mi pare giusto: per anni i comuni hanno preferito delegare alla chiesa compiti che avrebbero dovuto svolgere essi stessi, e ora la chiesa ne approfitta. Normale contrappasso, no?

Magari questi apriranno gli occhi, e cominceranno a far svolgere al comune attività di pertineza del comune.

emmebi

“apriranno gli occhi” ma quando mai!!! (mi riferisco alle attuali formazioni che al loro interno hanno i”comunisti”) pensa cosa sta succedendo a cuba!!!! con la vista del nazingher!!
poveri noi

Ottone

Concordo con le domande dell’articolo.
Aggiungo poi, ma è mai possibile che non si riesca a dare un taglio netto con la superstizione, bisogna ancha andarla a cercare? Non sarebbe ora di finirla? Fare come se non esistessero almeno dove si può?
Non mi ricordo adesso in che zona un politico della sinistra aveva criticato, mi pare del Nord, l’omelia del vescovo perchè a suo dire discriminava copie di fatto ecc. i soliti discorsi per intenderci. Ma non sarebbe stato meglio che questo politico si differenziasse proponendo una visione alternativa senza andare ad immischiarsi in cose della superstizione? Come se un vescovo potesse cambiare la dottrina della ccar, ma sono proprio cose da matti. Possibile che bisogna sempre dare corda e pubblicità a questi qua?

RobertoV

Se andate a vedere sul sito del comune di Lari vedrete che organizza gli incontri coi cittadini anche nella su menzionata parrocchia della frazione di Boschi di Lari (per presentare il proprio bilancio) e si serve anche dei circoli Arci in altre frazioni o di ristoranti.
Evidentemente non ha strutture proprie e come purtroppo spesso succede nei paesini le strutture private della chiesa sono le uniche esistenti e, quindi, forniscono un servizio pubblico per il quale avranno ricevuto dei sussidi.
Cioè vi sono strutture pagate da tutti che pur essendo intese come servizio pubblico, vengono gestite e possedute da privati con regole proprie.
E’ il problema della sussidiarietà intesa in senso confessionale.

Nicholas

Permettimi un appunto: un riunione comunale, un evento culturale e simili sono effettivamente servizio pubblico rivolto a tutta la cittadinanza. Mi risulta quindi naturale che qualunque (sottolineo qualunque) struttura riceva finanziamenti pubblici ospiti tali eventi.

Ma la festa di Rifondazione Comunista (ma anche un’eventuale festa della Lega) cosa c’entra col servizio pubblico? Mi sembrano evidentemente manifestazioni ideologiche di parte. Sinceramente mi risulta difficile capire quale sia la pietra dello scandalo.

Il fatto che il Comune di Lari non disponga di sedi per tenere riunioni mi sembra strano.. esisterà fisicamente l’edificio “comune”, con relativi spazi.

RobertoV

Boschi di Lari è una frazione di Lari, a qualche km dal comune, con poco più di 120 abitanti: gli incontri venivano fatti presso le frazioni. Come spesso succede nei paesi (in un paese in montagna dove ero in vacanza la festa del paese si tenne due anni fa nella mensa della parrocchia) la chiesa per un retaggio storico (su cui ci sarebbe da discutere) ha parecchie proprietà e di solito è l’unica a possedere un cinema/teatro, sale conferenze, mense, scuole, campi sportivi per cui, seguendo una tradizione storica, è con lei che bisogna fare i conti e fornisce un servizio pubblico sostitutivo per cui viene pagata e “aiutata“ e spesso il comune rinuncia a costruire strutture proprie o a concedere alternative private che entrerebbero in conflitto con la chiesa e non verrebbero accettate: e quale politico ha voglia di entrare in conflitto con un potere come la chiesa? Quante volte abbiamo sentito parlare che bisogna sostenere la chiesa, le parrocchie perchè svolgono un servizio pubblico? Questo porta spesso ad una mancanza di strutture alternative. Poi, però, ci si trova in queste situazioni, come per il cinema di qualche settimana fa, in cui la chiesa ci ricorda che non è pubblico e che è lei a stabilire le regole. Se non ci fosse questa commistione e questa situazione da potere politico ed economico unico senza alternative la sua obiezione sarebbe corretta e mi troverebbe d’accordo, ma la chiesa in Italia non si presenta come un sistema privato.

rederik

Bah, mi avrebbe scandalizzato di più se accettava di affittare i locali in nome del dio denaro…
Se i locali sono della chiesa (come è probabile che siano) non c’è niente di strano.

whichgood

Sussidiarietà all’italiana = truffa di Stato a danno dei cittadini onesti

I cattolici devono pagare al Comune quando occupano le strade per fare le loro macumba dopo aver ricevuto fondi per le loro chiese oppure FARLO DENTRO LE LORO CATTACOMBE e non rompere la balle alla gente onesta che lavora.

Diocleziano

Come si sono imborghesiti questi comunisti!
Un bel pic-nic sul prato no? 🙂

Roberto Grendene

sono presidente di un centro socio culturale che gestisce in convenzione un immobile del comune

ebbene il fatto che io sia dirigente UAAR non solo non ha impedito che anche una associazione di evangelici creazionisti avessere uno spazio la domenica mattina per le loro funzioni e attività, ma da laicista ho persino dovuto contrastare i consiglieri cattolici che volevano negargli lo spazio perchè erano di religione diversa dalla loro

il prete dell’articolo, invece, fa prevalere la sua ideologia per emarginare altri per il loro pensiero, ma riceve contributi pubblici per presunti vantaggi sociali che si rivelano essere destinati solo ad alcuni (i suoi correligionari)

Southsun

Quello che dici è assolutamente pazzesco, sembra uscito da un film degli anni ’50.

Quella sui consiglieri cattolici che negano agli altri quello che loro pretendono per primi è il colmo.

Aveva ragione Salvemini, su tutta la linea.

neverclean

Sono stato a Boschi di Lari lo scorso anno e la situazione logistica pareva essere la seguente
(andrebbe verificata – se c’e’ qualche socio UAAR della zona si faccia vivo!):
da un lato il praticello antistante la chiesa e la canonica – con il palco fisso e gli stand – dovrebbe essere di proprietà del Comune;
dall’altro, i tavoli al coperto di una grande tettoia, frutto certamente di un condono, potrebbero essere di proprietà della chiesa;
i locali cucina sono certamente di proprietà della chiesa, in quanto sono interni all’edificio che ospita la chiesa e la canonica.
La situazione mi è parsa quindi terribilmente complicata, e ben esemplificativa della italica approssimazione che vige nei piccoli paesi, quelli in cui tutti si conoscono, ed è prassi per il Comune “aiutare” in qualche modo “gli amici” con qualche furbata. Tutto più o meno funziona in base ad amicizie e rapporti personali finchè il prete, il cui salario è pagato da tutti noi contribuenti e che riceve contributi da comune, provincia, etc, non si ricorda che è anche suddito del Vaticano, e, forse richiamato all’ordine dalla gerarchia, prende posizione sul merito delle iniziative che gravitano intorno ai SUOI LOCALI.
Certamente non ha aiutato i comunisti della zona nel rapporto con il prete l’invitare l’UAAR ad essere presente con un banchetto lo scorso anno alla loro festa.
Sara’ mica stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso?

Questo lo rendo noto solo perchè spero sempre che, prima o poi, le varie TIZIANE in circolazione la smettano con questo refrain stantio dell’art. 7 della Costituzione, dettato da condizioni storiche assai lontane nel tempo, e inizino a usare la testa pensando ai fatti attuali, questi sì pesantemente condizionati nel rapporto Stato-Chiesa dalle profonde motivazioni (economiche?) che hanno indotto Bettino Craxi a firmare il Concordato del 1984!

Red Passion

“Certamente non ha aiutato i comunisti della zona nel rapporto con il prete l’invitare l’UAAR”
Ecco perchè tanta acredine!
Quanto a Rifondazione, visto che il territorio è un territorio rosso, consiglierei di verificare se altri paesi limitrofi non abbiano strutture mobili da usare in alternativa alle strutture parrocchiali, come accade in tutti i paesi. Certo la cosa diventa più difficile, la festa dovrà durare minimo una settimana per rientrare nei costi, ci vorranno molti volontari, ma almeno nessuno potrà dire cosa fare o non fare.
Politicamente una proposta: un esproprio proletario degli spazi occupati dalla chiesa per destinarli a finalità collettive:
Fuori i preti dalla storia!

Ratio

@ neverclean :

Ti rode che TIZIANA abbia messo il dito nella piaga?
La penso anch’io come lei, anzi ritengo che l’accettazione dei patti lateranensi da parte di togliatti sia stata un’infamia.

cesareTS

Mah… una notizia che riguarda un don Camillo e un Peppone qualsiasi… tutti questi commenti e strali…

Paul Manoni

Darei anche ragione al prete io, se solo fossi certo che la mensa della parrocchia non viene pagata con i soldi pubblici. Se invece la parrocchia beneficia di finanziamenti da parte delle amministrazioni, allora la faccenda cambia, ed a dover decidere se Rifondazione possa o meno, organizzarsi una festa in un posto simile, cosa che onestamente io avrei evitato di fare, dovrebbe essere un’autorità garante e (presumibilmente) neutrale come il comune per esempio, che con tutta probabilità e’ anche l’istituzione pubblica che eventualmente avrebbe concesso il contributo per la mensa.

ale cattolicp

Non si devono lasciare edifici parrocchiali per organizzare feste di partito ,questa è prostituzione intellettuale,sempre una forma di prostituzione,mica siamo come L UAAR.

Commenti chiusi.