Da Moby Dick all’UAAR, ovvero le fatiche della democrazia

Giorgio Pozzo*

Giorgio Pozzo

Chiamatemi Ismaele.

Con queste precise parole inizia il famoso romanzo marinaresco di Melville. Già. Io, invece, con queste stesse parole di Incipit, vorrei arrivare a spiegare perchè è molto più semplice e meno faticoso aderire ad una dittatura piuttosto che ad una democrazia. E, soprattutto, perchè risulti molto probabile il litigio tra persone democratiche, che si ritrovino nella stessa sfortunata situazione dei famosi capponi di Renzo.

Poniamo il caso, purtroppo ipotetico in quanto mi serve come metafora, che io abbia l’obiettivo, ma soprattutto il potere, di imporre a tutti quanti il nome Ismaele. Sono, ad esempio, il felice dittatore dello stato libero di Berenjenas (Bananas possiede un altro dittatore, più famoso di me), ed ho uno scopo: pretendo che tutti i sudditi maschi si chiamino Ismaele. Ovviamente, posso immaginare che molti siano in disaccordo con la mia direttiva, in quanto — ad esempio — ad essi non piace affatto il nome Ismaele. Ma me ne infischio. Qualcuno per il proprio figlio preferirebbe Anacleto, altri magari Ulrico, Sigismondo, Attanasio, oppure un prosaico Fabio, Luigi, o Alberto. Il malcontento dilagherebbe in pochissimo tempo: altri sventurati vorrebbero Giuseppe, Giovanni, Giorgio, Gastone, Gregorio, Gabriele, perchè amanti della lettera G; altri preferirebbero i composti Antonluca, Pierpancrazio, Giovanbartolomeo. Altri ancora, amanti della vita semplice e genuina, vorrebbero sicuramente qualcosa come Tino, Rino, Dino, Lino, Cino, Nino, Pino, o Gino.

La morale della favola allora qual è? Semplice: a fronte di un solo modo di imporre qualcosa agli altri, abbiamo una moltitudine smisurata di modi differenti di essere in disaccordo con tale imposizione. Attenzione, la questione è matematica, puranche logica, ed ha un deciso sapore entropico nel dominio della fisica: se io dico che la sequenza 123456789 è quella “giusta”, molti altri possono dissentire con i propri 528613947, 831724956 (qui di obiezioni possibili ce ne sono 9!, cioè 362880). Esistono molte più configurazioni disordinate che ordinate. Esistono molti più modi di sbagliare qualcosa, rispetto al -normalmente unico- modo di farla giusta. Un uovo integro è una sola configurazione, contrapposta a miliardi di miliardi di miliardi di configurazioni di uovo rotto: ecco perchè è estremamente improbabile, praticamente impossibile, evitare una sgridata dalla propria moglie riuscendo a ripristinare un uovo integro da un uovo rotto.

Ed ecco allora perchè, ad un signore (non vi dico chi, perchè molti lo conoscono) il quale mi rimproverava bonariamente che all’interno dell’UAAR ci sono troppi disaccordi, io rispondevo: vero, ma inevitabile come il Secondo Principio della Termodinamica; se l’UAAR ha come obiettivo l’opposizione alle imposizioni della Chiesa di Roma, allora esistono moltissimi modi e strategie per tentare questo contrasto, mentre esiste un solo modo per imporre i dogmi del cattolicesimo nella sfera pubblica italiana. L’obiettivo dittatoriale, essendo “positivo”, è uno solo, e può essere riportato ad una sola configurazione, rispetto alle innumerevoli possibili negazioni di tale “positivo”.

Ecco anche spiegato perchè i troll nel blog hanno sempre vita facile: con la loro configurazione unica impongono una marea di disaccordi e litigi tra tutti gli altri che dissentono sul modo di contrastarli. Questa fatica si chiama democrazia, democrazia del dissenso. La forza della ragione. Prego tutti quanti di non abbandonarla a favore della facile dittatura dell’imposizione: la ragione della forza.

* Coordinatore del circolo UAAR di Torino.

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.
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40 commenti

whichgood

Aggiungerei il fatto che dove tutti pensano nello stesso modo in realtà nessuno sta pensando ma soltanto ripetendo parole e capricci di un vecchio despota.

michele

Verissimo: valido infatti per tutte le religioni e per i governi dittatoriali.

Diocleziano

Giorgio Pozzo,
come dittatore non sarebbe nemmeno dei più… pessimi!
Volendo appioppare il nome Ismaele solo ai sudditi maschi denota già una certa sensibilità.
E, ancor più, sensibile si dimostra verso le donne nel risparmiarle da questa umiliazione,
al contrario di una qual certa organizzazione che le donne non considera al pari degli uomini. 😉

In quanto ai troll non mi sembra che abbiano vita facile, qui. Anzi!
Certo che il loro sporco lavoro è reso più facile dal ripetere a pappagallo la lezioncina imparata all’oratorio… E a poco serve spiegare e rispiegare dove sbagliano.
Si figuri che c’è chi non ha ancora imparato a postare correttamente!… :mrgreen:

Marco CUZZI

No, non è sensibile verso le donne. Ad esse non concede nemmeno il diritto di averlo, un nome! 🙂

whichgood

Il secondo principio della termodinamica è applicabile anche alle religioni e ci fa conoscere a priori la loro fine:

l’entropia di un sistema isolato lontano da un equilibrio razionale (religioni) tende ad aumentare finchè l’equilibrio non è raggiunto.

Bigalfry

Non so se la tua interpretazione è corretta. Se le religioni fossero solo l’estrema degenerazione della società, il discorso andrebbe ribaltato. Ma dubito. La civilizzazione è venuta dopo e la secolarizzazione è sempre più forte! Ritengo, quindi, che tu abbia ragione. E lo spero!

lonfino

Bel post! Mi è piaciuto. Il concetto è banale e scontato ma è esposto chiaramente. Da tenere sempre bene in mente!

MetaLocX

Un’associazione di liberi pensatori tutti d’accordo tra di loro mi sembrerebbe quantomeno un po’ strana. Certo, dobbiamo trovare delle posizioni comuni e non sempre è essere facile riuscirci, ma io ho sempre pensato che la vera forza risieda proprio nel saper confrontare tante idee diverse.

massi

(è venuto a Firenze e c’ha sopportato per ben due giorno – ora ci sta pensando su)

giordanobruno

Quanto scritto da Giorgio Pozzo è abbastanza condivisibile. Ma (almeno così ho capito io) questo articolo ha come oggetto l’UAAR stesso e la sua costituzione, diciamo così, di tipo democratico. Per cui non guasta apporre alcune postille.

a) Innanzi tutto, non bisogna mai dimenticare che l’UAAR ha finalità esclusivamente culturali e non politiche né tantomeno assistenziali. Vorrei portare un esempio, il primo che mi viene in mente adesso. Ad un livello strettamente politico, l’UAAR può fare pochissimo (anzi non può fare assolutamente nulla) per togliere dalla legislazione italiana in materia tributaria quello sconcio conosciuto universalmente come 8 x 1000; però può portare avanti un programma di sensibilizzazione dell’opinione pubblica in merito a questo problema, e lo sta facendo in un modo che io giudico eccellente. Quanto poi all’accusa reiterata ogni tanto da parte di alcuni cattolici (enrico, a-ateo ecc) che l’UAAR non farebbe opera di assistenza sociale, personalmente considero questa accusa veramente degna del livello di raziocinio di chi la formula.

b) Nell’UAAR deve esserci posto per molti che la pensano in modo diverso gli uni dagli altri. E ci mancherebbe altro! Uno può dichiararsi ateo od agnostico o miscredente o non so nemmeno io che cosa, ma se vuole dare il suo piccolo contribuito per consentire alla sfortunata Italia di liberarsi dal suo secolare servaggio clericale, non vedo perché non debba essere il benvenuto nell’associazione. Però esistono alcuni punti sui quali non è consentito transigere, altrimenti l’UAAR rischia di snaturarsi ed entrare in contraddizione con le sue stesse finalità culturali: un uaarino non può non condividere una visione umanistica e razionalista della scienza e della filosofia. Anche qui porto un esempio banale: se un uaarino si dichiara ateo e fieramente anticlericale, ma poi non nasconde di credere alla verità scientifica (sic) dell’astrologia o della medicina omeopatica, beh, in questo caso credo che sia opportuno invitarlo molto cortesemente ad andare a bussare ad altre porte.

Antonio

Andate piano con il secondo principio della termodinamica, è un concetto relativo alla fisica e non dovrebbe essere usato al di fuori del suo campo per trarre qualsivoglia conclusioni, questo lo fanno già i credenti ad esempio tirando in ballo questa povera legge (che in pochi ahimè capiscono) per affermare la vita deve per forza essere stata creata perchè altrimenti andrebbe contro il suddetto principio.

giordanobruno

@ Antonio

Beh, nel contesto dell’articolo, il riferimento alla funzione di stato S è abbastanza appropriato. Riconosciamolo. Quanto poi all’uso che i credenti (ti riferisci mica al noto punk folk group chiamato Unione Cristiani Cattolici Razionali?) fanno del 2° principio della termodinamica, che vuoi che ti dica? Pensa solo all’uso che ha fatto ‘sta gente dei due teoremi di incompletezza di Godel … Pensa che a me, qualche anno fa, capitò di sentire un cattolico (con tanto di laurea in fisica!) sostenere che il parto verginale della madonna può essere spiegato con l’effetto tunnel previsto a livello quantomeccanico: un po’ come una particella alpha, che viene sparata fuori dal nucleo superando la barriera di potenziale associata ad esso. Secondo te, che cosa avrei dovuto rispondergli?

Paul Manoni

Caro Giorgio, non oso immaginare cosa succede quando rientri a casa con le uova rotte! 😆
Complimenti per l’analisi e l’articolo. 😉

Marco CUZZI

Complimenti, Giorgio. Hai spiegato da ingegnere la differenza tra un libero pensatore e una pecora. Chiaro, coinciso ed esauriente allo stesso tempo!

sandrat

…”se l’UAAR ha come obiettivo l’opposizione alle imposizioni della Chiesa di Roma”…mi sono iscritta all’UAAR (tanti anni fa) convinta che il suo obiettivo fosse l’opposizione alla credulità irrazionale (oroscopi compresi), quindi anche a TUTTE LE RELIGIONI…certo in “vaticalia” l’obiettivo è scontato!
condivido sostanzialmente l’articolo di Pozzo e stracondivido le postille di giordanobruno

giordanobruno

@ sandrat

Il giordanobruno, che poi sarei io, ringrazia calorosamente.

Florenskij

Sono il dittatore dello stato macedone di Poveratzia, già appartenente alla ex Jugoslavia. Ho conquistato il potere per la mia intelligenza volta al male & la mancanza totale di scrupoli, che lascio volentieri alle animelle; di conseguenza per quanto riguarda le scelte fondamentali del mio paese e anche quelle meno fondamentali decido io, DECIDO MI, come diceva il principe De Curtis, discendente degli egemoni di Bisanzio.

Oggi ho preso un provvedimento liberticida al massimo grado: nella Poveratzia l’UNICA MONETA ( ripeto: l’UNICA ) utilizzabile per gli scambi e dichiarabile nei contratti sarà il Fasci – Stello poveratziese che vuoi in forma di moneta metallica, vuoi di carta moneta presenta una F intrecciata a una S così come l’Euro ha la E. I possessori di altra valuta dovranno procedere obbligatoriamente al cambio, pena la dichiarazione di nullità delle transazioni. Con ciò mi sono detto “Bravo!” da me stesso: un provvedimento che esprime tutta la mia cattiveria, insieme grossolana come uno scarpone e perfida come una lama dalla punta avvelenata; dunque ancora più bravo di Dracula, che è un nostro quasi paesano e che io ho sempre ammirato, sperando di poterlo imitare un giorno o l’altro.

Lo stesso per la lingua: io ho IMPOSTO il poveratziese classico, come codificato nei testi in versi e in prosa del nostro sommo poeta Defi Cientes. Così nelle leggi, nella scuola, nelle istituzioni culturali come l'”Akkademien tella Krusken” investita della missione di mantenere la purezza della lingua di padre Defi e insieme ti mantenerla atekuaten alle necessità espresssive del mondo moderno, in cui la Poveratzia intende affermarsi come regime ( pardon ) , come stato di punta. Ogni altro uso linguistico sarà sorvegliato e regolamentato perchè stia al suo posto; così nelle scuole lo studio linguistico irrinunciabile sarà quello del poveratziese, cha farà la parte del leone, tenendo quello delle altre lingue SOLO in funzione sussidiaria.

Lasciamo da parte l’esempio della moneta unica, che opera una brutale sopraffazione sui tornesi, carlini, tarì e quant’altro di obsoleto e puntiamo su quello della lingua comune: non sono gli stramaledetti leghisti quelli che vanno rintuzzati perchè vogliono la rivalorizzazione dei dialetti com lingue pubbliche?

Anch’io mi sono posto il problema dell’ingiustizia dell’insegnamento della religione cattolica in sede pubblica e a spese della collettività. Poi il dubbio mi si è smorzato in sede teorica ( studio di socilogia e antropologia ) e in sede pratica. Voi ben sapete che quasi ogni anno nelle superiori si ripresenta ( ripresentava, essendo un tempo maggiore l’interesse giovanile per la politica ) l’autogestione – occupazione. Trattasi giuridicamente di interruzione di servizio pubblico, ma la cosa si lascia correre perchè la sinistra progressista, forte mediaticamente, alzerebbe grida di dolore si si dovesse ricorrere alle maniere spicce. Di fatto si tratta di un marcatura del territorio da parte di progressisti, che ritengono di rappresentare l’avanguardia politica, in parole povere l’elite ideologica che ha il diritto-dovere di “erudire i pupi” aprendo loro gli occhi sulla VERA direzione della storia civile e politica. Facendo i debiti calcoli, rispulta che ogni autogestione – occupazione scolastica comporta il pagamento a vuoto degli insegnanti impegnati a girarsi i pollici con “danno”equivalente a quello che è procurato dall’insegnamento confessionale. A me parrebbe confessionale anche l’imposizione stagionale dei progressisti. Qunato alle icone, che dire della bandiera arcobalen, in cui qualcuno potrebbe vedere almeno una sfumatura ideologico – politica diversa rispetto alle proprie idee. Ad esempio Churchill nel 1938 non avrebbe certo gradito l’esibizione dell’arcobaleno quando riteneva indispensabile apprestarsi alla battaglia contro Hitler.

Credo di poter dire con piena consapevolezza che ogni società ha bisogno di una zona di consenso attirno a certi valori, alle procedure necessarie per svolgerli e metterli in pratica, all’apparato culturale, perfino iconologico a ciò finalizzato. In poche parole, sarebbe bello essere del tutto neutrali, ma DI FATTO la neutralità assoluta non può esistere;esistono solo gradi più o meno ampi di tolleranza delle opinioni “non conformiste”, anche tramite transazioni e accordi sulle zone di applicabilità del'”obiezione di coscienza”.
Lo sbeffeggiato Benedetto XVI per “sana laicità” intende una situazione in cui, esclusa la “religione di stato” con l’uso del braccio secolare, si cercano equlibri fra le varie correnti ideologiche ( come del rsto si fece per la stesura della Costiuzione Italiana ).

Quanto a Ismaele e a Moby Dick, forse a qualcuno, non dico a tutti, sfugge che si tratta di una storia a sfondo teologico ( come del resto Pinocchio ) in cui ritorna perfino il Diavolo ( Achab fa giurare lotta senza quartiere “In nomine Diaboli” ; il suo nome stesso ripete quello di un re maledetto perchè messosi contro il Dio d’Israele ).

La pretesa della neutralità assoluta vien smentita non appena si toccano punti di etica ( ad esempio di bioetica ) in cui i laicisti ritengono di avre ragione. Si comincia a veder chiaramente il loro naso storto rispetti agli “obiettori” che preconoizza il passaggio a un obbligo legislativo, con sanzionamento di chi, ad esmpio, rifiuta di somministraremediinali pr così dire abortivi.

Quanto al trollaggio lamentato dall’autore dell’intervngo, dico che una critica, cento critiche, mille critiche rivolte con garbo a umanità toglierebbro motivo di rispondere in tono “vibrato” a quelle che in diversi casi appaiono come porcherie o nei casi migliori cretinate.

Florenskij

@firestarter. Mi aspettavo risposte inconisstenti, ma la sua è addurittura sotto vuoto spinto.

CVD. Più che con dileggi i più non sanno rispondere.

@sandra. Io credo che riandando al concetto di “morale basata sul risentimento” ( Nietzsche ) troverà il perchè dell’accanimanto antiCCAR, oltre ogni limite di ragionevolezza e di realismo critico: si tratta di INVIDIA DELL’ALTRUI IDENTITA’. Il Cattolicesimo, nelle sue condizioni fisiologice ( non direi nella situazione di gravissima crisi in cui versa attualmente)
offre un’identità e un senso di appartenenza fortissimi, che si traduce in esperienza mistica, poco o tanto che sia. Voi, psicologicamente parlando, non saperte stare sulle vostre gambe: AVETE BISOGNO, dico BISOGNO di sfogare il vostro livore da complesso di inferiorità più o meno inconscio.
Altrimenti come si spiegherebbero fatti come le esternazioni di quel tizio ( non posso proprio dire “signore” ) che ironizza sull'”ammoooore…!”. E’ o non è patologia?

Stefano

@ Florenskij

Applicare schemi criticati all’interpretazione delle critiche equivale a minacciare una cornata da parte delle renne di Babbo Natale dopo che si è spiegato che non esiste.
Ma la logica non è il suo forte….

Florenskij prenda atto che a parte errori contingenti e risolvibili ogni nostra assunzione non si basa su assunti che violino la ragione. I suoi si, è qui per difendere le sue credenze – facendo volontariato – cercando di elemosinare rispettabilità. Faccia 2 + 2.

Il livore che ci attribuisce dipende dal fatto che a fronte di tali risibili ragioni il potere di cui gode CCAR sia assolutamente ingiustificato.

E’ molto semplice da capire, a meno che uno abbia buttato logica e ragione alle ortiche e supplichi comunque rispettabilità per quel che crede.

Lasci perdere Florenskij, semplicemente non le riesce….

PS Complesso di inferiorità è concetto che ormai in psicologia ha la stessa valenza del flogisto.

Nemmeno le offese sa fare bene….

Stefano

@ Floresnkij

Riguardo all’identità le ricordo che io – come molti altri qui – è ex credente.

L’identità si ritrova uscendo dalla religione, non prendendola in franchising.

L’appartenenza forte e cieca ad un gruppo – specie gerarchicamente molto strutturato – è tipica di chi identità non ha e vuole supplire con una collettiva.

Del resto la sua obiezione è tanto più stupida per essere fatta a commento dell’articolo di Pozzo che – CVD – non ha capito.

Stefano

@ Florenskij

Alla luce dei miei interventi, comprenderà che l’intervento da lei giudicato inconsistente, lungi dall’esserlo, è semplicemente sintesi estremamente efficace da parte di chi, con meno pazienza di me, riassume quanto ho io ho esposto impiegando più tempo.

firestarter

Florenskji

Le risposte le sono state date svariate volte e lei le ha deliberatamente ignorate perché non soddisfacenti la sua narrativa. Considerata aggiuntivamente la sua pomposa cialtroneria e la sua sindrome da mosca cicchiera iddio mi ha dato la missione di dileggiarla

firestarter

@ Stefano

non posso che concordare quando affermi che il poveraccio viene qui ad elemosinare rispettabilita’ (non sono ancora riuscito a decifrare se sappia che le sue idee fanno ridere per inconsistenza oppure se sia convinto che e’ colpa del mondo che non lo capisce, temo che data la scarsita’ di comprendonio sia la seconda). Quindi quando parla di complesso di inferiorita’ non fa altro che confessare i propri peccati. A volte fa quasi tenerezza, anche se purtroppo ha insegnato ed ha cresciuto delle figlie (almeno avesse avuto maschi, sarebbero stati danneggiati meno da un bigotto del genere)

massi

I compromessi occorrono in tutti quei casi dove serve una scelta (da ciò la politica).
Il pluralismo culturale invece non ha bisogno di compromessi se non in ragione di ciò che è vero ed il vero è plurale (almeno fino a prova contraria).
In questo senso i monoteismi sono nati e restano totalitarismi ideologici, in funzione di “un sovrano assoluto” (anche quando politicamente – ma non ideologicamente -mediati).

Marco CUZZI

Se non altro, su questo sito, vengono accettati anche i commenti dei detrattori. Sul sito UCCRONLINE (anti – uaar), invece, non li pubblicano. Così possono bearsi di consensi!

Batrakos

L’importante è ricordarsi sempre che la democrazia vuol dire che all’interno di un movimento la parte che, dopo dibattito democratico e votazione, viene messa in minoranza accetta di adeguarsi alla scelta fino a nuova discussione della linea, non creando ostacoli e frazionismo, altrimenti si vanifica la forza di un movimento.
Non mi riferisco direttamente all’Uaar (di cui nemmeno so bene il funzionamento dei meccanismi dirigenziali e decisionali) , è che spesso si rischia di confondere democrazia con indisciplina e, se si parla di democrazia credo che si debba anche parlare di responsabilità di saper accettare serenamente di essere in minoranza interna, cosa che non mi pareva essere stata molto approfondita nell’articolo, così ho detto la mia.

massi

Codesto è il centralismo democratico:
– tutti discutiamo, poi si decide e quello che si decide vale per tutti.

Poi si passa al centralismo burocratico:
– tutti discutono, ma pochi decidono.

Infine si arriva al centralismo tecnico.
– non occorre più discutere, si fa una legge elettorale e chi non è d’accordo è fuori.

Batrakos

Il centralismo burocratico non è democrazia, perchè la decisione parte dall’alto e qua in Italia mi pare che al centralismo tecnico (e prima in certo modo burocratico) si è arrivati senza passare per quello democratico.
Poi questo nome è stato dato dai comunisti, ma qualsiasi organizzazione politica europea novecentesca si basava fondamentalmente su questo canone (che non sospende la dialettica interna ma la riprende) e forse non tutto del novecento è da buttare dato che è stato proprio il partito leggero a portarci dritto a Berlusconi e Monti.
Faccio anche presente che il centralismo democratico correttamente inteso .se così lo si vuol chiamare e a me sta bene- non può diventare dittatura della maggioranza nel momento in cui c’è una costituzione ed un potere tripartito.
Vista l’elementera logica di funzionamento demcratico che regge questa concezione democratica assolutamente trasversale agli schieramenti nei modi suddetti, mi sembra difficile pensare che la democrazia funzioni se ad ogni mozione bisogna ridiscutere tutto ciò che è stato discusso perchè continua a non starmi bene.

ale cattolicp

Voi difendete regimi dittatoriali come quello cinese ,con quale faccia vi atteggiate a paladini della democrazia,la libertà religiosa è una libertà ,vale quanto tutte le altre libertà,e,la si può professare pubblicamente,anche se non vi piace.

Diocleziano

ale catzcioplip…
professa pure pubblicamente e spudoratamente, senza vergogna!

Tutti al mare… tutti al mare… a mostrar le chıappe chiareeeeeeeeeeeeeeeeeeee…

fab

La libertà religiosa equivale alla libertà di rutto: non ci può essere la galera, ma in pubblico non sta bene.

Nightshade90

Ale alcolico, fammi capire: tu, che inviti all’eliminazione di ogni diritto civile ad atei e non cattolici, accusi noi di essere contro la libertà religiosa sostenendo che noi sosteniamo la ci a (il che non e’ vero) in quella che, al confronto di quella che invochi tu a favore del cattolicesimo, e’ una dittatura all’acqua di rose?

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