I preti non devono diventare una casta. Lo afferma pubblicamente il cardinale Carlo Caffarra, uno dei prelati più solerti nel condizionare la politica locale. Come quando, dal pulpito, difese a spada tratta la sussidiarietà cattolicamente orientata. O quando la curia si adoperò per impedire l’entrata dei gruppi che rappresentano coppie omosessuali nella consulta per la famiglia bolognese.
Il cardinale di Bologna, Carlo Caffarra, durante la messa del giovedì di Pasqua si è soffermato sulla condizione privilegiata dei sacerdoti: “Nessuno di noi ha il problema della casa, nessuno di noi rischia di perdere il lavoro, dal momento dell’ordinazione abbiamo assicurato lo stipendio”. Per i preti, ha ammesso, quindi c’è “il rischio di diventare una casta”. “Questo rischio esiste, va combattutto sul nascere”, si è premurato di aggiungere. Quindi negando che i sacerdoti siano una casta, nonostante il clero sia foraggiato per almeno 6 miliardi l’anno proprio dallo Stato italiano. Perché i preti per essere tali devono essere uniti “con tutti gli uomini”, “con chi ha il cuore spezzato e con chi è privo di libertà”, con quelli “umiliati e oppressi”, “emarginati e disprezzati”, ha detto.
Caffarra ha quindi parlato della secolarizzazione che si fa strada anche in Italia: “a volte siamo tentati di pensare che l’estraniarsi da Dio da parte del mondo in cui viviamo sia un processo inarrestabile, che la costruzione di una cultura, di una civiltà a prescindere da Dio, sia un’operazione risultata vincente e senza ritorno”. Per questo “la conseguenza potrebbe essere di sentirci come dei residui di un passato ormai tramontato”. “Ci viene da pensare che la stessa Chiesa sia come una sorta di ‘azienda’ in fallimento”, con la tentazione di “rifiugiarsi in evasioni pseudo-monastiche o spiritualistiche”, in una “fuga dal mondo”. Di sicuro, almeno in Italia, la Chiesa anche grazie al sostegno della politica ha i bilanci in attivo. Sebbene i fedeli diminuiscano.
ah, c’è il rischio di diventare una casta?
beh dai, magari tra un centinaio di anni ammetteranno che “si, forse siamo una casta”.
tra cento anni, senza più quei privilegi, diranno che tutti li avevano a loro insaputa
ormai questa scusa va molto di moda
Fra 100 anni la Chiesa sarà storia vecchia, spero.
Però, nel terzo paragrafo del testo, pare che abbia le idee chiare su quello che sarà a breve
il destino della chiesa.
Però, sempre nel terzo paragrafo, dice: “Ci viene da pensare che la stessa Chiesa sia come una sorta di ‘azienda’ in fallimento”; sarà anche per questo che cerca soldi dappertutto: per “salvarsi” e “progredire” almeno finanziariamente, poichè è in crisi ideologicamente e in quanto a seguito popolare. Tra poco diverrà qualcosa come una una “CCAR S.p.A”, con tanti lupi affamati dentro e senza fedeli esterni.
Ma come??? 😯
Non hanno appena ereditato un’azienda leader nel settore delle automazioni dei cancelli!?!? Come fanno a dire che sono un’azienda in fallimento!?!? 😉
Queste omelie sono il canto del cigno. Il treno sta per entrare nell’ultima stazione.
“Nessuno di noi ha il problema della casa, nessuno di noi rischia di perdere il lavoro, dal momento dell’ordinazione abbiamo assicurato lo stipendio”.
Pero soltanto un qualunquista avrebbe la malafede di considerarli dei privilegiati.
“Tra di noi ci sono molti che f&%%&$& i bambini”(Discorso che Caffarra ha fatto solo dentro di se,ma non per questo meno valido).
Pero’ solo i qualunquisti possono considerarli pedofili.L'”omnia munda mundis” cosa ci sta a fare,se no ?Cosa ci sta a fare ?
I preti non devono essere una casta: solo dei vescovi in su deve esserci tale diritto.
Di sicuro, almeno in Italia, la Chiesa anche grazie al sostegno della politica ha i bilanci in attivo. Sebbene i fedeli diminuiscano.
Finalmente lo ammettono.
Ciao a tutti.
Religioni? No! Grazie.
@Andrea65, quella è la chiosa che ha aggiunto l’UAAR, ma che Caffarra non ha mai detto.
Come puoi pensare che avesse potuto dirlo…
“I preti non devono diventare una casta.”
Lo sono da sempre e sono stati ammoniti anche da Gesù Cristo a smettere, ma invano, come si trova scritto anche nel N.T., e nell’Apocalisse di Giovanni si può trovare il loro destino, così come quello di tutta la gerarchia sacerdotale.
http://www.youtube.com/watch?v=ezLpiq_tyHQ
Il Caffarra è un ciellino puro sangue. Non ne sono rimasti molti, purtroppo. Mi spiego: durante l’età berlusconiana molti ciellini, anzi la maggior parte di essi, hanno subito una sorta di trasformazione antropologica, che ha molto attenuato il loro giussanismo originario. Per fortuna, il Caffarra si è mantenuto fedele al pensiero del fondatore: molto populismo, odio irriducibile della modernità laica, malcelata ostilità verso il clero non schierato con CL.
Ratzinger: Essere vero, i preti non devono diventare casten.
Segretario: Quindi fanno bene a trombarsi i chirichetti?
Ratzinger: Hai sentiten ultimen notizien da Nigeria? Li esserci penurian di missionarien.
Segretario: Effettivamente era una pessima battuta.
Ratzinger: Bravo figliolen.
caffarra contro l’attitudine dei preti al potere: “basta con la castità”
Il califfo cattolico Caffarra parla con lingua biforcuta.
Egli, infatti, SA BENISSIMO che i preti SONO una Casta: si chiama Questua.
E sono Casta da quando Costantino diede loro il potere politico.