La religione viene comunemente considerata dai propri sostenitori una fucina insostituibile di buoni sentimenti, come compassione ed empatia. Sensibilità che mancherebbero ai non credenti, i quali sarebbero più egoisti e meno generosi, secondo una visione che trova estimatori anche nell’attuale pontefice, Benedetto XVI. E che viene spesso veicolata dai mass media, tramite un’abile propaganda.
Ma continuano invece ad uscire studi che mettono in dubbio questa visione. E a ribaltare una serie di stereotipi che colpiscono gli atei, veicolati dagli integralisti religiosi. Come l’ultima ricerca di Laura Saslow dell’Università di Berkeley in California, pubblicata sulla rivista Social Psychological and Personality Science. Secondo cui le persone molto religiose sarebbero mosse meno da compassione e generosità nell’aiutare estranei rispetto ad atei, agnostici e persone in generale meno credenti.
Da tre distinti esperimenti, con i dati di più di mille persone, è emerso che la generosità dei credenti è fondata meno sull’emozione e più su fattori quali la dottrina, la comunità o questioni di reputazione. Mentre per gli increduli la compassione – ovvero l’emozione provata quando si vede un altro soffrire e che spinge ad aiutarlo – sarebbe più ‘genuina’, correlata al legame emotivo che si instaura con la persona che ha bisogno d’aiuto.
La ricerca, è bene precisare, non si riferisce a quanto siano generosi gli atei rispetto ai credenti. Appare comunque da altri studi che i non credenti non sono affatto secondi a coloro che seguono una religione, anche da questo punto di vista. Interessante ad esempio il recente boom di donazioni da atei e agnostici su Reddit.
Mi sembra ovvio anche senza questi studi. Gli atei non ci aspettiamo ricompense divine per le nostre azioni. Se c’è una dottrina che vincola i credenti ad aiutare vuol dire che c’è un compromesso, a prescindere dalla causa che muove il credente a compiere una azione.
E’ ovvio a tutti meno che ai cattolici, Papa in primis, viste lu sue uscite settimanali sul “allontanamento da dio che porta solo ad egoismo, aridità ed ogni male in generale”
da mettere assieme agli studi sulla felicità!!!
Comunque le persone religiose sono generose verso la loro sfera culturale: è più facile per un fondamentalista cattolico aiutare un altro cattolico che un omosessuale.
Senza andare sull’estremismo, pensiamo ai medici che fanno obiezione di coscienza e non solo NON AIUTANO le donne in necessità ma neanche fanno il loro lavoro.
PS. sull’estremismo mi riferivo al fondamentalismo e non all’omosessualità. So’ che per non è necessario questo chiarimento ma quà ci leggono anche dei cattolici che non sanno distinguere fra sessualità e procreazione.
Secondo me tutti questi studi lasciano sempre il tempo che trovano.
Leggendo questi studi sembra quasi che “convenga” essere atei/agnostici piuttosto che credenti e viceversa.
I motivi per cui una persona è credente o non credente sono diversi ed essere cattolici o meno non fa di certo una persona migliore o peggiore.
Insomma ci possono essere persone estremamente generose sia tra i credenti che tra i non-credenti così come ci possono essere persone riprovevoli in entrambi i “gruppi“.
Fare una gara di studi (come spesso fanno anche i cattolici) per stabilire chi sia il “migliore” è una mossa poco felice.
Credo che lo scopo non sia mostrare di essere “i migliori”, ma semmai mostrare i pregiudizi dei credenti, secondo i quali noi saremmo “i peggiori” (o comunque mediamente peggiori o comunque che il titolo di migliori sia riservato ai credenti) in quanto “lontani da dio”, per quello che sono:pregiudizi senza alcun fondamento.
Non credo che lo scopo sia stabilire chi sia il migliore, quanto semplicemente di mostrare come stanno le cose.
”Insomma ci possono essere persone estremamente generose sia tra i credenti che tra i non-credenti così come ci possono essere persone riprovevoli in entrambi i “gruppi“”
Questo non ha molta rilevanza. Queste ricerche sono concepite per fornire dati STATISTICI quanto più indipendenti da fattori che non sono soggetto dello studio. Per essere più chiari dovrebbero fornire una stima di quanto la religiosità o meno di una persona influisca su concetti di compatibilità sociale.
Questi sono studi sociologici e hanno una loro utilità: ad esempio constatare che la presunta superiorità dei religiosi è assolutamente discutibile. Questa concetto non è di poco conto in vista del fatto che alcune politiche si basano anche su questo. I nostri politici non si mettono certo a leggere roba seria. Figuriamoci, basta che glie lo dica il cardinale cosa fare. Non è un gioco, i risultati (se non ci sono truffe o errori) rappresentano la realtà e le conseguenze sono importanti nel mondo accademico; il che, alla lunga, influenza la società.
Io che sono ateo, quando sto in giro e vedo, per esempio, un senzatetto che fa l’elemosina, ho sempre compassione per lui e gli do sempre qualche spicciolo. E questo non perchè mi aspetto una ricompensa divina ma per buon cuore. Cosa che non vedo nei miei amici cattolici, che sprecano i loro spiccioli, addirittura banconote da 5 euro, a dare offerte in chiesa oppure per accendere un cero, sicuri che quei soldi poi vadano ai “poveri”. Quindi me l’aspettavo in un certo senso.
Bravo Tony, ti meriti il paradiso!!! Ma ad ognuno che chiede l’elemosina tu dai qualcosa? Sai qui da noi, se ad ognuno che chiede l’elemosina fai la carità, in una giornata ti va via lo stipendio di una settimana.
Beh si, negli ultimi 15 anni i poveri sono aumentati tantissimo. Segno che la classe politica dei protettori dei valori cristiani e delle famiglie tradizionali sta facendo bene il proprio lavoro.
Forse lo studio conferma che la parola “credenti” è spesso sinonimo di “indottrinati”, e la disponibilità verso il prossimo è forse solo il risultato di tale indottrinamento, mentre per l’ateo è più spontanea.
Una delle scoperte più importanti tra quelle recentemente effettuate nel campo delle neuroscienze riguarda i cosiddetti mirror neurons, che sono stati individuati anche in Homo sapiens in corrispondenza di alcune aree di Brodmann del neopallium (es la corteccia somatosensoriale primaria, la corteccia parietale inferiore ecc). Sulle loro funzioni a livello psicofisiologico esistono ancora molte incertezze, ma è probabile che vada ricercato in questi sistemi neuronali il substrato anatomico del senso di empatia, che un essere umano normale (quindi bisogna escludere Enrico) prova nei confronti degli altri esseri umani. Se io, che non sono Enrico, vedo qualcuno che soffre, soffro anch’io, e sono costretto ad intervenire per rimuovere, entro i limiti del possibile, la causa della sua sofferenza: da qui nasce quel meraviglioso senso di solidarietà e cooperazione, che possiede chiunque non abbia una personalità seriamente disturbata.
Il sentimento religioso con la solidarietà e la cooperazione tra gli uomini non c’entra un fico secco. Da ragazzino ho avuto modo di conoscere il mondo cattolico, e vi assicuro che il cinismo ed il disprezzo della sofferenza umana, che non di rado si trovano tra i credenti, hanno qualcosa di sconcertante. Del resto, riflettete un momento: l’ostinazione, che i cattolici mostrano nell’opporsi al testamento biologico ed al diritto di ogni essere umano ad una morte dignitosa e priva di sofferenze inutili, è forse frutto di amore gratuito e disinteressato per il prossimo?
“(…) è probabile che vada ricercato in questi sistemi neuronali il substrato anatomico del senso di empatia, che un essere umano normale (quindi bisogna escludere Enrico) prova nei confronti degli altri esseri umani”
Cosa si intende per ‘substrato anatomico’, una sorta di predisposizione genetica alla generosità, solidarietà, compassionevolezza ecc. per cui poi questi comportamenti non dipenderebbero da scelte consapevoli, etiche, ecc., ma, appunto, da fattori biologici che escluderebbero reali posibilità di scelta?
Non credo naturalmente si intenda questo, e la neuroscienza non dovrebbe far altro che ‘registrare’ le conseguenze di certi comportamenti determinati da scelte ‘esistenziali’, tipo, in questo caso, l’essere credenti o non credenti… ma nasce proprio qui la mia perplessità (più volte espressa nel blog di fronte a questi studi), dovuta al fatto che vengono inseriti in un rapporto causa-effetto, dati in realtà non confrontabili perchè eterogenei. In questo senso: ‘generosità, solidarietà, compassione ecc. non credo possano essere ‘scientificamente’ definiti in modo da verificare ‘scientificamente’ la loro incidenza sulla fisiologia di fattori biologici oggettivamente riscontrata, perchè si tratta in realtà di dati cultutali per cui un credente potrebbe sempre dire (e immagino lo dica) che la vera generosità (solidarietà, compassione ecc.) è la sua, risconrtrabile in certi suoi comportamenti che sono dovuti proprio alla sua fede.
Personalmente da ateo non concordo (e la mia valutazione è molto simile alla tua)… ma non credo che ciò possa essere confermato o negato da uno studio di questa natura.
Empatia è la parola più abusata e sopravvalutata del mondo.
L’empatia è la capacità di comprendere appieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. Nonchè di capire cosa li generi.
Il fatto di non capire uno stato d’animo non implica giocoforza l’indifferenza e la mancanza di generosità, solamente una difficoltà tecnica a capire la situazione.
Le persone affette, come me, da sindrome di Asperger hanno difficoltà ad interpretare le comunicazioni non verbali e quindi a capire anche gli stati d’animo dei neurotipici (e da cosa sono causati). Non significa essere menefreghisti o non porvare emozioni (favola nera psicodinamica a tutt’ora in circolazione). E’ una sindrome organica di origine genetica, non è un disturbo mentale.
Francamente nei neurotipici vedo funzionare molto bene l’empatia, infatti capite benissimo nella maggioranza come sta e perchè chi vi è difronte… semplicemente nel 99% applicate una reazione di facciata di finto interesse, per poi tornare a fregarvene.
Nei casi gravi come Enrico e Giuseppe oserei dire che l’empatia non manca affatto, ci sono solo quei tocchi di sociopatia, sadismo e narcisismo che non solo portano a fregarsene dei sentimenti altrui ma portano a godere nello schiacciare gli altri.
Il prossimo che ripete un paragone fra quei cosi e gli aspie giuro che lo rintraccio e lo torturo a colpi di solletico con la piuma 😛
@ Senjin
E’ stata Kaworu a suggerire la diagnosi di sindrome di Asperger in riferimento al triste caso umano di Enrico. Dato che io sono medico e le mie cognizioni di psichiatria e psicologia clinica si riducono a quelle quattro cosette apprese all’università, ho dovuto prendere per buona questa diagnosi, anche se la stessa Kaworu ha mostrato molti dubbi e perplessità su di essa. Tutto qui.
Senjin,
non dire «affette, come me»: sembra una brutta cosa, quasi una infezione. 😉
L’Asperger ha moltissime gradazioni, nelle forme molto leggere chi può
distinguerla da una peculiarità caratteriale?
Basta dargli un nome, e se ne fa una malattia.
@luca
chiaro, non avendolo mai valutato, son tutte congetture 😉
di sicuro c’è che a militare (e questo lo ha riportato lui) hanno notato dei deficit di empatia/affettività.
a sentirlo parlare (anzi, a leggerlo) le congetture chiaramente si sprecano (forse anche per rassicurarsi, del tipo “per scrivere certe bestialità, una persona non deve essere a posto in empatia…”)
@ Kaworu
Beata te, che la prendi sullo scherzo! A me Enrico fa venire i brividi nella schiena. Ieri pomeriggio, giorno festivo di una noia mortale, non sapendo come distrarmi, mi sono messo a leggere alcuni dei suoi interventi scritti negli anni passati. Che te devo di’, fijetta mia? Ottimo materiale per la sceneggiatura di un docufiction film dedicato alla psichiatria italiana postbasagliana.
Questo conferma l’effetto indottrinamento (brainwashing) dei credenti, in quanto i neuroni specchio di Rizzolati sono presenti sia negli atei sia nei credenti.
Se un ictus ischemico manda in necrosi l’area di Wernicke, situata all’estremità posteriore della circonvoluzione temporale superiore nel neopallium dell’emisfero cerebrale categorico, e se questo ictus non è di gravità clinica tale da spedire il paziente all’altro mondo, è inevitabile che l’individuo colpito dalla lesione cerebrovascolare sviluppi un’incapacità più o meno marcata a comprendere il linguaggio, sia quello parlato sia quello scritto: da questo semplice e banale dato clinico si deduce che l’area di Wernicke dell’emisfero cerebrale categorico è uno dei substrati anatomici della funzione del linguaggio. Ciò nondimeno questo tipo di indagini non impediscono affatto di considerare il linguaggio anche nei suoi aspetti più propriamente storici e culturali, e difatti a partire dall’Ottocento si è sviluppata una scienza, la linguistica, che studia proprio gli sviluppi storici delle lingue parlate dall’uomo. Non comprendo allora perché susciti tanto risentimento sentir parlare di basi biologiche di questo o quel comportamento umano, manco uno pretendesse di ridurre tutta la psicologia (o persino tutta l’antropologia) a pura e semplice neuroanatomia o neurofisiologia.
Non capisco poi come possa un cattolico venire a dire che la vera generosità è la sua. E’ vero che molti cattolici hanno la faccia come una certa cosa, la cui nomenclatura anatomica preferisco qui omettere per motivi di decenza, ma se una di queste pecorelle dell’ovile del Signore mi facesse un discorso simile, non esiterei un solo istante a ricordargli il problema, per loro alquanto tormentato, del testamento biologico: sarei proprio curioso di vedere che cosa mi risponderebbe.
“Non capisco poi come possa un cattolico venire a dire che la vera generosità è la sua. E’ vero che molti cattolici hanno la faccia come una certa cosa, la cui nomenclatura anatomica preferisco qui omettere per motivi di decenza, ma se una di queste pecorelle dell’ovile del Signore mi facesse un discorso simile, non esiterei un solo istante a ricordargli il problema, per loro alquanto tormentato, del testamento biologico: sarei proprio curioso di vedere che cosa mi risponderebbe.”
Non condividere è un conto… ma capire si può benissimo. Basta considerare la ‘forma mentis’ di un credente, per cui, una volta ritenuto che il vero giudizio su ogni comportamento debba essere formulato in relazione all’insegnamento divino (in realtà poi ai suoi ‘interpreti’ autorizzati), riterrà immorale, o amorale, qualsiasi comportamento non conforme a tale insegnamento. E si ha un bel dire che la sua è – qualora si comporti in base a questi criteri – in realtà l’alienazione di ogni umanità… perchè saranno sempre diversi i punti di riferimento in base ai quali definire generosità, solidarietà ecc. E’ il fossato che divide credenti (credenti in una religione istituzionalizzata) e non credenti.
C’è poi un altro passo del tuo intervento (“Non comprendo allora perché susciti tanto risentimento sentir parlare di basi biologiche di questo o quel comportamento umano, manco uno pretendesse di ridurre tutta la psicologia (o persino tutta l’antropologia a pura e semplice neuroanatomia o neurofisiologia) che non vorrei fosse riferita al mio precedente commento… perchè, per quanto mi riguarda, non nutro ‘alcun risentimento nel sentir parlare di basi biologiche di questo o quel comportamento’, anzi… solo che – sapendo ovviamente che queste ‘basi’ sono condizionabili nella loro fisiologia, e quindi anche anatomia, da fattori culturali (che, per inciso, hanno pure essi ‘base biologica’) – ritengo questi studi (per le ragioni là esposte) poco scientifici.
@ Bruno Gualerzi
Uno dei più grossi problemi della clinica contemporanea riguarda proprio lo status epistemologico della psichiatria e della psicologia clinica: bisogna ricondurre tutto a neurochimica, psicofarmacologia e neurofisiologia, oppure bisogna riconoscere che alcuni disturbi mentali hanno una genesi non riconducibile ad un problema, chessò, di difettosi sistemi neuronali serotoninergici nel locus coeruleus del IV ventricolo encefalico? Secondo il mio modesto parere, pretendere di ridurre la psicologia e la psichiatria a pura e semplice neurochimica e neurofisiologia è lo stesso che tentare di studiare l’evoluzione storica delle lingue indoeuropee (sanscrito, latino, greco, germanico ecc) basandosi solo sugli studi neuroscientifici delle aree di Brodmann coinvolte nel linguaggio. Se nel mio intervento iniziale ho tirato in ballo i mirror neurons, questo non significa affatto che la loro eventuale assenza sia alla base del discrimine biologico tra chi è credente e chi non lo è: i fattori culturali e storici giocano un ruolo molto più rilevante, è ovvio.
Si vede benissimo che tu non hai frequentato i cattolici da ragazzino e non ne conosci tutto lo sconcertante cinismo. A tale riguardo, io ho sottoposto alla vostra attenzione un problema molto semplice: quello del testamento biologico. Secondo te, l’indifferenza o il disprezzo del cattolico medio nei confronti della sofferenza umana da che cosa derivano? Sei sicuro che dipendano solo dalla diversa forma mentis e dai diversi punti di riferimento in base ai quali definire la generosità e la solidarietà? Se vuoi essere un bravo cattolico, devi accettare fino in fondo l’aforisma tertullianeo “credo quia absurdum” (Origene si tagliò il coso brutto perché gli suscitava pensieri peccaminosi, ma Tertulliano compì un’autoevirazione molto più devastante). Ora, se tu accetti il “credo quia absurdum”, non hai forse già mostrato di odiare ogni forma di humanitas sia in te stesso sia nei tuoi simili? e che cos’altro è il cinismo se non proprio questo?
Scusa Luca, mi devo essermi espresso male. Ovviamente non concordo con i cattolici (in genere coi seguaci di qualsiasi religione formalizzata) anche perchè – come dicevo tra parentessi – la mia esperienza è stata molto simile alla tua.
Non concordo (ci mancherebbe!), ma, per assurdo che sia (ho sempre fatto riferimento proprio al ‘credo quia absurdum’, per stigmatizzare la loro pretesa di essere razionali), ritengo che loro siano convinti che solo così si è veramente generosi, compassionevoli ecc. Non ti sembra scontato?
(Forse ho usato impropriamente l’espressione ‘forma mentis’, ma intendevo l’imprinting dovuto all’educazione cattolica)
Io dico che ad essere piu’ generosi siano i credenti, ma solo per compassione. 😆
Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo” (Efesini 4:32).
Portale Bibbianignità
E’ vero: dice anche “Nessun fornicatore partecipa al Regno di Dio” (Efesini,5,5). Capito?
Dove la trovi la dignità nell’affermazione Che importa? Comunque sia, con ipocrisia o con sincerità, Cristo è annunciato; di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora; (Filippesi 1,18), tanto per sapere?
*N.B.: mi riferisco al nome del “portale”, cui nome è sicura corruzione dei termini bibbia-dignità. O almeno spero 😐 *
Mostro, nemmeno capisci che Paolo parla soltanto di cristiani: voi, all’interno del clan, dovete volervi bene. Sottinteso: gli altri usateli per farci grasso per ungere il cuoio.
La solita storia: mio clan buoni amici, altri cattivi nemici.
E nemmeno capisci che in quella lettera non c’è scritto s”iamo buoni perché è giusto e basta”, ma “siamo buoni per un ordine o un esempio esterno”. Tipoco della mentalità infantile. La tua.
E soprattutto nemmeno capisci quanto sei allucinantemente corto di cervello, se non capisci banalità come quelle sopra. Prendi lezioni di logica dal tuo canarino, va’.
Temo che sia peggio di così. Se ben ricordo Kant sostiene che ogni persona razionale ha una sorta di “legge morale” in sè, che consiste nel distinguere ciò che è bene e ciò che è male nel rapporto con gli altri. Le religioni apparentemente cercano di renderci “buoni” o “più buoni”, in realtà tendono a fornirci i mezzi per bypassare l’inevitabilità soggettiva dell’obbligo morale. Es. la confessione, il cui scopo è toglierti il senso di colpa, per poi lasciarti tornare libero a trasgredire in giro, l’inquisizione che santifica il sadismo, ecc.
Vero!
Ecco perché la chiesa preferisce ingozzarsi di denaro alla fonte: il governo.
Conosce bene i suoi polli.
Molto è chiesto a chi molto è stato dato. E’ scritto nella Bibbia, in Luca 12:48 s.p. (NR): “….a chi molto è stato dato, molto sarà richiesto; e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà.”
Se lo viene a sapere Fester16, gli viene un colpo!…
Mostro, come fai a non capire che sono tutte palle senza senso?
@ fab
In qualità di rappresentante ufficiale dell’Associazione per la Tutela e la Protezione dei Mostri, la diffido da insistere nel paragone da lei ripetutamente istituito tra i cosiddetti mostri e questo ale cattolico.
Distinti saluti.
😆 😆 😆 😆
O mamma, ero distratto! Però così mi metti in crisi. Chissà se riesco a trovare qualche appellativo più calzante e accettabile dai filtri.
Anche gran parte del cristianesimo insegna che Dio vuole che la gente faccia opere buone, ma tutte le denominazioni sostengono che le buone opere da sole non portano alla salvezza, e questa posizione viene chiamata “legalismo”.[41] L’eccezione è la “teologia della duplice alleanza”.[42] Alcune denominazioni cristiane sostengono che la salvezza dipende dalla trasformante fede in Gesù, che viene espressa in opere buone come testamento (o testimone) della propria fede di fronte agli altri (posizione tenuta principalmente dal cristianesimo ortodosso orientale e dalla chiesa cattolica romana), mentre altri (inclusa la maggior parte dei protestanti) sostengono che soltanto la fede è necessaria alla salvezza. Tuttavia, la differenza non è così grande come sembra, perché in realtà si basa sulla definizione di “fede” che viene usata. Il primo gruppo generalmente usa il termine “fede” per significare “assenso e sottomissione intellettuale sinceri”. Tale fede non sarà salvifica fintanto che la persona non le ha permesso di effettuare una conversione trasformante della vita (rivolgendosi a Dio) nel proprio essere (“ontoteologia”).[43] Quei cristiani che invece affermano “salvezza per sola fede” (chiamata anche con il suo nome latino “sola fide”) definiscono la fede come implicitamente ontologica — il semplice assenso intellettuale non è chiamato “fede” da questi gruppi. La fede, dunque, è per definizione una trasformazione della vita.
Il peccato
@ ale cattolico
Del testamento biologico che mi dici?
@ Luca
Del testamento biologico le dico che uccidere una persona viva è omicidio.
Del resto mi sembra che se qualcuno esprime dei propositi volti al suicidio, non lo si lascia fare rispettando la sua volontà ma lo si soccorre.
@ Luca
Partendo dal presupposto che lei sappia che l’accanimento terapeutico ed il diritto alla nutrizione sono due cose diverse.
com’è che quindi ci si accanisce per la nutrizione di chi non vuole, mentre invece non si va a mettere un bel sondino (o la sfilata di bifolchi coi panini davanti alla clinica) ai bambini africani con la pancia gonfia (ma non di cibo)?
capisco che faccia più audience un’eluana rispetto a qualche migliaio di mohamed o jono
@ Kaworu
Di fame, se è possibile, non si lascia morire nessuno.
In africa sono attive molte missioni cattoliche.
Può andarci anche lei durante le sue ferie così dà un aiuto.
Cosa c’è di strano? Se uno va a vedere in che cosa si concretizzano le opere della Chiesa, al di là delle parole, sono solo un aumento dei sofferenti perché così se ne possono curare e dei poveri a cui fare la carità. In pratica disgraziati e pezzenti sonno funzionali alla dottrina cattolica e al cattolico per tergersi la sua sozza coscienza attraverso una pelosa carica. Il cattolico non agisce perché buono ma per sentirsi buono, non a caso una delle obiezione che muovono a credenti è che se uno no crede non v’è alcun motivo per “comportarsi bene”, senso che se non credessero si sentirebbero liberi comportarsi come bestie.
” senso che se non credessero si sentirebbero liberi di comportarsi come bestie ”
I fatti dimostrano la loro relativa morale e la debolezza della loro fede.
non ho dubbio alcuno che sia così.
il furore ideologico dei credenti lo conosciamo bene tutti.
L’altruismo umano, il dare o assistere gratuitamente, senza nessun interesse personale, è pura utopia !
Diffido chiunque di dimostrare il contrario : basterebbe un solo esempio !
L’umano è convinto della sua devozione, del suo altruismo, tuttavia non agisce che per la propria soddisfazione !
Con questo non intendo dire che l’uomo sia un animale interamente insensibile alla sofferenza altrui !! (premesso che non sia affetto da patologie neurologiche o squilibri mentali)….
Insomma, più o meno, condivido. Homo homini lupus, diceva Hobbes. Diciamo che l’utilitarismo è la base. Che poi ci sia il singolo che si muove a compassione è cmq possibile, eh.
@ gmd85 cerco di essere un po più chiaro :
Il poter assistere una persona bisognosa -qualunque sia il tipo di assistenza- genera nel nostro cervello (tramite meccanismi neuro-sinaptici correlati ai nuclei della ricompensa) certi opiacei naturali (endorfina ecc..), cioé un certo sentimento di piacere o soddisfazione. L’intensità risentita varia d’individuo a individuo a seconda della personalità. Direi che la ricompensa di un atto « virtuoso » non è altro che uno stato gradevole -ma anche possibilmente euforico- della nostra coscienza.
NB. E’ chiaramente utile per la sopravvivenza avere degli istinti geneticamente strutturati che ci spingono verso un obiettivo edonistico. Tutti coloro che negano di avere come motivazione fondamentale la ricerca del piacere, sono degl’incoscienti, che sarebbero già scomparsi dalla biosfera da molto tempo se dicessero il vero……
E infatti, non lo nego. Comunque, ripeto condivido la tua posizione. Non l’avevo vista dal punto di vista neurologico, ma mi trova d’accordo.
@ alessandro pendesini
Come spiegavo ad ale cattolico più giù, certi “altriusti” aiutano creando disaggio. In questo caso soddisfano il loro istinto sadico, quello che non riescono a placare con la religione.
L”altruismo” ha sempre un alterego “egoistico” come altra faccia della medaglia: solo che esiste uno tipo umano e uno di tipo meschino.
Quello buonario può essere il comportarsi civicamente, il “fare agli altri quello che vorresti venisse fatto a te”, nell’idea che se tutti adottassero questa politica il beneficio collettivo e personale avrebbe ricadute maggiori rispetto a quello che “do” nel mio piccolo; oppure è anche di tipo affettivo, mi comporto bene verso coloro per cui provo un affetto perché mi fa stare bene. E poi c’è quello di tipo meschino è il fare la carità nella speranza di una ricompensa nella vita eterna, o di prendersi cura di un disgraziato costringendolo a vivere anche se non vuole, il lato disumano di questo altruismo è però il perenne bisogno di poveri e di disgraziati di cui infatti la chiesa di fa fucina.
@ A. Pendesini
Ma questo dolore intenso, insopportabile che ti colpisce quando per esempio durante un soggiorno in India o Bengladesh vedi gente che fa una vita difficile a chiamarla vita, vai in fabbriche e vedi bambini lavorare sotto gli occhi implacabili di sorveglianti di operai ?
Come lo chiami questo dolore ?
Quando pur avendo la possibilita di godermi una vita abbastanza tranquilla e senza troppi problemi economici, mi metto in crisi di liquidita pur di aiutare famiglie di extracomunautari, aprendoli loro la mia casa, dandogli loro la mia propria camera, andando a dormire nella camera degli ospiti, aiutandoli a abortire, partorire una bambina in casa mia etc
Dimmi che tipo di autosoddisfazione mi sto regalando visto che mi sono anch’io posto la domanda .
A chi mi congratula per la mia ” generosita ” rispondo che quello che fo è quello che qualsiasi PERSONA NORMALE dovrebbe fare e che se lo fo è perchè DIO non esiste e che il solo bene che abbiamo è questa vita .
@Gérard :
Per l’umano è più prolifico adottare un comportamento « altruista » (inteso come aiuto reciproco, bilaterale) che egoista. Purtroppo molte sono le persone che -stranamente- non riescono a capirlo….
La sofferenza (la nostra e quella altrui) « scolpisce » la nostra personalità e ci dota di una particolare sensibilità, che in determinate circostanze, puo’ diventare una straordinaria fonte di creatività e « altruismo ». Bien à vous
L’altruismo umano, il dare o assistere gratuitamente, senza nessun interesse personale, è pura utopia !
,giusto ,peccato che i non cristiani non ne siano capaci
Visto che proprio l’articolo ti smentisce di fatto stai facendo affermazioni senza causa. Indi per cui: ma anche no…
Il papa è così generoso che ci regala 6 miliardi di debito ogni anno e aiuta gli affamati confortandoli con la sua parola.
Mostro, tu non soltanto non ne sei capace, non sei nemmeno consapevole della tua incapacità. Ah già, sei un mostro.
@ ale cattolico
Allora, ti ho posto una domanda sul testamento biologico! Ti decidi a rispondere o devo aspettare il giorno del giudizio?
questo è un troll nel senso più puro e rozzo del termine: arriva, fa il suo proclama (solitamente delirante e sgrammaticato) e se ne va.
non tentare nemmeno di discuterci, è perfettamente inutile.
insomma, è inutile anche con altri soggetti eh, ma almeno alcuni fanno lo sforzo di rispondere.
@ Kaworu
Sia Alé Alé cattolico che Enrico non rispondono ne con il cuore e nemmeno col cervello .
Hanno rimpiazzato sia uno che l’ altro con un libro di sentenze ….
Allora è pura perdita di tempo che ci porta oltre i due gg di tempo dati per dialogare…
@ Kaworu
Che questo ale cattolico mostri qualche affinità con i vari Enrico, giuseppe ecc, questo lo avevo capito anch’io. Anche se il mio intuito psicologico non è mai stato a livelli eccelsi. Tra l’altro, noto che è sparito dal blog un tale parroco di Funo: sai mica che fine ha fatto? Trovo però sconcertante che un cattolico venga a commentare un thread come questo, e lo faccia per giunta tirando in ballo un passo della Lettera agli Efesini (vedi intervento di ale cattolico del 2 maggio 2012 h 12.46). La mia reazione, peraltro molto pacata, consiste in questo: gradirei sapere come queste brave pecorelle del Signore conciliano lo sprezzante cinismo mostrato nella lotta ad oltranza contro il testamento biologico e l’amore per il prossimo predicato dal loro amatissimo Paolo di Tarso. Non riceverò mai una risposta a questa domanda? Forse. Ma almeno ho mostrato a tutti voi quanto sia mirabile la coerenza dei cattolici.
il parroco di funo sta ben pasciuto sul forum.
per la coerenza… stendiamo un pietoso velo -.-”’
Non è vero che non risponde, Kaworu. Ancora ricordo un botta e risposta in cui voleva spiegare, dall’alto della sua abissale ignoranza, che “cui prodest” è sbagliato e bisogna scrivere “qui prodest”. Ma con una boria da esposizione, eh.
uff, allora sono io che sono ignorata…
che peccato…
e dire che ero così curiosa di conoscere la qualifica professionale delle suore che lavorano nel suo asilo e che lui ha detto di pagare più di 3000 euro al mese…
sai, perchè ci sono persone laureate che (dopo lunghi periodi gratis) se va bene prendono stipendi con sole tre cifre, quindi come minimo mi aspetto suore con 3 – 4 lauree e un paio di master…
ma evidentemente vuole tenere per sé il segreto 😉
mi hai fatto venire in mente questa citazione: «E la lode di colui che affronta il sacrificio?». – Ma chi ha realmente compiuto un sacrificio, sa d’aver voluto e ottenuto qualcosa per questo – forse qualcosa di sé per qualcosa di sé – sa d’aver offerto questo per avere quello in misura maggiore, forse per essere in generale qualcosa di più o per sentire se stesso come «più».
“La religione viene comunemente considerata dai propri sostenitori una fucina insostituibile di buoni sentimenti, come compassione ed empatia.”
Come no. Infatti quando nei secoli passati i preti avevano il potere temporale, avevano dei sentimenti molto “calorosi” verso gli altri, specie verso chi non la pensava come loro (i famosi eretici).
A proposito di «buoni sentimenti, compassione ed empatia»
Fester16 si è ricordato di dare una risposta al bambino malato di tumore?
Gliel’ha già data: “ti risponderò dopo”.
Infatti cattolici e protestanti si amavano talmente tanto che quando il papa seppe della strage di San Bartolomeo (20-30 mila ugonotti morti con i preti che aizzavano la folla) plaudì all’iniziativa e fece fare una messa di ringraziamento.
Sì, certo, il papa se ne rallegrò molto della strage, essendo stato lui stesso ad aver promosso ed ordinato ai suoi re e feudatari di uccidere tutti i dissenzienti che protestavano contro le corruzioni del papato e della CCAR, dopo aver organizzato la guerra santa contro la Lingua d’Oca, la Provenza e le altre regioni ribellatesi.
Attenzione però, che nella strage di San Bartolomeo i cattolici clericali ce l’avevano con tutti i non cattolici, non solo ugonotti, ma anche librai, studenti stranieri, atei, donne e bambini figli di genitori protestani, e chiunque fosse contrario o anche solo dissenziente alla conservazione della monarchia cattolica dei Borbone e dei Guisa, impegnati contemporaneamente nella guerra in Olanda:
“Parte della popolazione, scoperta la strage al mattino, partecipò ai massacri che durarono diversi giorni, incoraggiati dai preti[10] che incitarono a sterminare anche gli studenti stranieri e i librai, considerati tutti protestanti. Molti cadaveri furono gettati nella Senna, come quello del de Coligny, poi ripescato, evirato e impiccato.”
http://it.wikipedia.org/wiki/Notte_di_san_Bartolomeo
Gli episodi di quel periodo storico segnarono la fine dell’egemonia politica della CCAR in Europa centrale, testimoniando l’acme della follia nell’attaccamento al potere dei monarchi assoluti e delle dinastie cattoliche fedeli alla CCAR, assieme ai preti, ai religiosi devoti ed a tutto il loro sostenitori.
Diverso l’episodio della guerra santa lanciata dal papa in Provenza e Lingua d’Oca, ma nell’epoca storica pienamente medievale, ma antesignano delle guerre di religione (ma in realtà di potere e controllo politico cattolico) successive.
(…) furono bersaglio della furia dei cattolici clericali conservatori della monarchia non solo gli ugonotti, ma anche librai, studenti stranieri, atei, donne e bambini figli di genitori protestanti, e chiunque fosse contrario o anche solo dissenziente alla conservazione della monarchia cattolica (…)
@ ale cattolico 16.29
“peccato che i non cristiani non ne siano capaci”.
Affermazione su cui si basa il 90% della vostra vanagloria.
A parte il fatto che per verificare la bontà del vino non ci si rivolge solo all’oste che lo vende, ciò è in perfetta sintonia con il vostro modo di imporre le vostre idee:
– verita dei testi dimostrata dal contenuto dei testi stessi, testimonianze provenienti da persone la cui esistenza è dimostrata solo dal vostro credervi e via andare.
Domanda a cui rispondere con un si od un no:
“se tua madre, sorella, fidanzata, moglie risultasse incinta al di fuori delle modalità usuali ed accettate e chiamasse in causa uno spirito santo più o meno indefinito, ci crederesti?”
mario
La carità è la solidarietà dei ricchi!
E l’elemosina di certi ladri.
La solidarieta umana è piu grande della carita…!
E questo è facilmente dimostrabile ….
Comunque è istruttivo il depliant Unitalsi (l’associazione dei credenti mossi da compassione, quella che trasporta gli ammalati a Lourdes, a Loreto, in Terra santa, in Polonia in cerca di miracoli). Dice testualmente che “ in tutti i viaggi è inclusa assicurazione infortuni”. Nel caso dio si sia distratto, non si sa mai.
Sul sito kiva.org che organizza prestiti di microcredito a interesse zero a persone nei paesi poveri, i prestatori iscritti al gruppo degli “Atheists, Agnostics, Skeptics, Freethinkers, Secular Humanists and the Non-Religious” sono molti di più del gruppo “Christians”.
Il comportamento morale non ha nulla a che vedere con la fede. L fede intesa come cieca obbedienza al dogma e al pregiudizio puo’ ottundere e pervertire l’etica di una persona. Vedi l`opposizione della chiesa cattolica a qualsiasi risoluzione per la depenalizzazione dell`omosessualita` o il caso di quel primate brasiliano ch voleva scomunicare i medici che fecero abortire una bambina di nove anni messa incinta dal patrigno.
Quando si risponde ai cattotroll, bisogna ricordarsi che questa gente considera il corpo come in affitto. Non é nostro e deve essere restituito. Tutto quello che gli succede non ha importanza, visto che l’unica cosa che conta é che l’anima abbia fatto il dovere suo e si sia guadagnata l’eternità del paradiso. Come si può provare pietà per un corpo? É un sentimento inutile. L’empatia é per l’anima. Che importa che tu sia uno sfigato con la sclerosi multipla all’ultimo stadio, se poi avrai l’eterno premio? Tutto ciò aiuta sicuramente ad affrontare le sfortune della vita, ma anche a rinforzare il cinismo che caratterizza i credenti. Sono senza rimedio e conducono una vita francamente insoddisfacente. Mi fanno compassione…
tanti si sono dimenticati di affittare il corpo ammobiliato. è per questo che si nota l’assenza del cervello…
@ Kaworu
Eccellente battuta, la tua. Purtroppo non posso riderci sopra: il tuo è un umorismo troppo amaro e provo solo un senso di gelo nelle ossa. Proprio la settimana scorsa, mentre stavo percorrendo in auto l’A1 ed ascoltavo l’autoradio, sono finito senza volerlo su Radio Maria (anche se ti trovi dentro il traforo del Monte Bianco o in qualche isoletta sperduta del Pacifico, stai pur certa che Radio Maria la prendi sempre – anche quando mi rado la mattina davanti allo specchio del bagno, ormai ho paura di sentir recitare il rosario dentro il rasoio elettrico) e, un po’ per insana curiosità un po’ per desiderio di sentire qualche barzelletta, mi sono soffermato ad ascoltare quello che dicevano. Non era il solito Fanzaga a tenere il suo solito pio comizietto, ma al microfono c’era un altro prete di cui adesso non so riferirti il nome. Telefona un’ascoltatrice e dice al prete che lei non riesce a tollerare la vista della sofferenza degli altri. Fin qui niente di strano. Risposta del prete: “Sbagli, sorella carissima, sbagli. Non devi cadere nella trappola di soffrire anche tu, se vedi un altro stare male. Non sono cose che ti riguardano. Se un tuo fratello o una tua sorella sono in difficoltà, tu affidali al Signore Gesù: ci penserà lui”.
Lascio giudicare a te queste sante parole cattoliche.
l’amarezza dipende purtroppo dagli argomenti…
radiomaria si prende pure dai citofoni, se è solo per questo (triste realtà).
ahimé, quel che ha detto quel prete rispecchia esattamente quel che i cattolici “ferventi” fanno: non provano pena, compassione o altro (non “soffrono con”) per chi sta male. li vedono semplicemente come mezzi per potersi sentire più buoni. o se ne strafregano (altrimenti diciamocelo, i mendicanti che stazionano fuori dalle chiese, avrebbero un pasto al giorno almeno a casa di quelli che dalla chiesa escono. non era “avevo fame…”)
“Sono senza rimedio e conducono una vita francamente insoddisfacente.”
Non ricordo dove ho letto questa cosa, se non sbaglio in un libro di Ayn Rand, ma diceva più o meno che l’ipocrisia di alcune persone religiose è l’unico mezzo che hanno per sopravvivere a degli insegnamenti anti-umani.
Tuttavia il movente che motiva è sempre quello dell’essere più bravi, superiori, o nella ipotesi più auspicabile, di essere “migliori” degli altri, quindi di fondo l’etica o la “morale” viene utilizzata sia sul piano ateistico che su quello fideistico.
Come si può provare pietà per un corpo?
Basta che sia in stato embrionale, in coma o in stato vegetativo permanente e i cattolicazzi improvvisamente sono presi da pietoso zelo…
La generosità, si sa, è una virtù pubblica.
Mentre gli egoismi vengono coltivati in privato.
Dunque, perché la generosità umana appaia più grande degli egoismi occorre sia accompagnata anche da grandi quantità di ipocrisia.
E in questo la religione non la batte nessuno.
La generosità “vera” è un fatto assolutamente privato, come la bontà e simili. Spesso chi lo è, buono e generoso, nemmeno se ne accorge, le dà per scontate. Dal che deriva che chi fa pubblica professione di queste virtù o, peggio, si schermisce ipocritamente quando gliele attribuiscono, è un falso di sicuro. Personalmente se dico “buono” la prima cosa che mi viene in mente non è certo un religioso (ma è una tortina col cuore di cicoccolsto caldo in salsa di pesche).
O.T. nove anni e mezzo a Don Seppia.
Troppo buoni.
Scomunica no eh?. Il suo complice Bagnasco ha qualcosa da nascondere…