Leonardo Bacchi
Le grandi cose sono state accolte molto presto nell’Islam. Ma il loro processo di mutazione fu interrotto troppo presto” (Abdelwahab Meddeb, “La malattia dell’Islam”, Bollati – Boringhieri)
Facendo una rapida sintesi dei 1400 anni di storia islamica non si può fare a meno di pensare al celebre aforisma di Karl Kraus: “La psicoanalisi è quella malattia di cui crede di essere la cura”. Sostituendo la parola “Islam” a “psicoanalisi” la metafora diventerà evidente: mentre l’Occidente ha conosciuto rivoluzioni che hanno portato sostanziali cambiamenti nella società, l’Islam ha conosciuto quasi sempre involuzioni, nell’illusoria speranza di risolvere le sue crisi e i suoi problemi, da esso stesso creati, in un ritorno alla “purezza delle origini”. Il che non ha fatto altro che perpetuare le problematiche da cui è affetto, finendo col riproporre le stesse istanze sociali a distanza di qualche decennio: disuguaglianza economica, corruzione, disparità tra uomini e donne, bassissimo livello di istruzione, fanatismo religioso, mancanza di libertà di pensiero, disorganizzazione sociale, burocrazia elefantiaca e chi più ne ha più ne metta. Insomma, sembra che nel mondo arabo si possano uccidere i tiranni, scatenare stragi e bagni di sangue, cambiare le classi dirigenti, ma solo affinché tutto torni come prima.
Questi continui ritorni al passato della civiltà islamica sono magistralmente esposti nel saggio “La malattia dell’Islam” (Bollati – Boringhieri) dello scrittore tunisino Abdelwahab Meddeb: vale davvero la pena sintetizzare l’excursus storico – filosofico esposto da questo lucido e coraggioso intellettuale, per farsi un’idea di quanto affermo. Il primo scontro tra “progressisti” e “conservatori” nella storia islamica si è avuto con il contrasto, anche violento, tra la concezione, diremmo oggi, “razionalista” dei Mu’taziliti, rappresentati dallo Sceicco al –Ma’mun (786 – 833 d. C.) e il suo grande oppositore, nonché custode dell’ortodossia letteralista coranica, il filosofo e giurista Ibn Hanbal (780 – 855 d. C.). Citando direttamente Meddeb: “La sua resistenza trovò eco e sostegno nel popolo, che era sensibile al ritorno all’ortodossia coranica… I Mu’taziliti dovettero subire a loro volta ciò che avevano fatto subire agli avversari fino all’emarginazione e poi alla lenta ma ineluttabile estinzione, mentre quelli non soltanto sopravvissero ma anche prosperarono.” (Op. cit. pag. 24)
Ma fu due secoli dopo che, a mio parere, si decisero le sorti di questo conflitto tra le due anime dell’Islam, quella conservatrice e quella innovativa: ovvero nella celebre diatriba che vide contrapposti Averroè (1126 – 1198), il sommo filosofo che aveva studiato a fondo Aristotele e che credeva nell’uguaglianza tra uomini e donne, e il suo predecessore Al Ghazali (1058 – 1111), che contestava il primato della logica aristotelica opponendogli il muro monolitico della fede nel messaggio coranico. Passò la “linea” di Al Ghazali e il risultato fu che l’Islam perse l’incontro rigenerante con la cultura greca, pienamente colto invece dall’Occidente cristiano, con le conseguenze che conosciamo: sua emancipazione dai “secoli bui” e decollo verso l’Umanesimo, il Rinascimento e le rivoluzioni scientifica e industriale, che ne hanno sancito il primato fino ad oggi.
Poi, intorno al 1300, il mondo musulmano fu colpito al cuore dall’invasione mongola: la splendida e colta Baghdad venne rasa al suolo dalle orde degli invasori e l’intera regione sprofondò in una crisi dalla quale si risollevò solo scegliendo di rafforzare le sue radici culturali e affidandosi alla guida spirituale di sempre: il Corano. Tale sterzata in senso conservatore fu attuata dal teologo e giurista Ibn Taymiyya (1263 – 1328) che “…consacrò la vita, con una intelligenza e capacità di lavoro eccezionali, a spiare la minima asperità che l’occhio avrebbe potuto cogliere sulla superficie liscia della lettera… Dette la caccia agli effetti della filosofia e alle influenze greche nel discorso teologico; fustigò un gran numero di sette esoteriche…” (op. cit. pag. 52)
In Europa negli stessi anni sorgeva l’Umanesimo e di lì a poco, soprattutto in Italia, sarebbe letteralmente esploso il Rinascimento, diffondendo in tutto il mondo vampate di genialità eguagliate nella storia solo dall’Atene di Pericle.
Proseguiamo questa veloce carrellata storica: nel 1700 da noi si affermava l’Illuminismo fino al trionfo dei principi di libertà, uguaglianza e fraternità della Rivoluzione Francese, mentre nel mondo arabo si imponeva l’interpretazione fondamentalista e rigida del Corano, ad opera di Al Wahab, “… un compilatore senza un minimo di originalità. Non si osa nemmeno qualificarlo come pensatore.” (op. cit. pag. 62), la cui dottrina è tuttora seguita in Arabia Saudita e nei Paesi confinanti.
Ed eccoci finalmente al nostro secolo: negli anni ’30 e negli anni ’50 i Padri Spirituali dei Fratelli Musulmani, Al Banna e Al Qutb, predicano l’ennesimo ritorno alla “purezza delle origini”, soprattutto in contrapposizione ai valori libertari dell’Occidente e in particolare della società americana, condannata come immorale e sessualmente promiscua. Si noti bene che stiamo parlando della società americana che processava Bertrand Russel e avrebbe condannato Wilhelm Reich al carcere, perché considerati troppo libertini: chissà cosa avrebbe pensato, il buon Al Qutb, se avesse potuto fare un giro nella San Francisco dei nostri giorni… Che dire poi della Rivoluzione Islamica Khomeinista degli anni ‘70, in netta contrapposizione con la modernizzazione, certamente forzata, forse anche ingenua, ma comunque sincera, voluta dallo Scià? Cacciato il monarca, il carcere e l’esilio toccarono ai marxisti, che pure avevano lottato fianco a fianco dei sostenitori di Khomeini contro la dittatura di Reza Pahlavi: insomma, un altro esempio di “ritorno alle origini” che ha tenuto fin’ora il grande Paese persiano sotto il tallone di ferro di una dittatura per certi versi anche peggiore di quella dello Scià.
E infine arriviamo alla tanto decantata “Primavera Araba” dell’anno scorso, che ha portato al potere, in Egitto, in Tunisia e in Libia, proprio i Fratelli Musulmani fondati da Al Banna e Al Qutb, cioè un grande movimento transnazionale di ispirazione integralista. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: l’Egitto è tuttora una polveriera e in Libia, ormai divisa politicamente tra Cirenaica e Tripolitania, i vincitori stanno eliminando i sostenitori di Gheddafi con gli stessi sistemi brutali usati dal Rais: carcere, torture ed esecuzioni sommarie. Quanto alla Tunisia, tutto fa pensare che sia in atto una deriva fondamentalista, poiché gli estremisti islamici sembrano guadagnare terreno giorno dopo giorno, a scapito delle forze laiche di questo Paese, che pure hanno dato un contributo non indifferente alla “Primavera araba”. Esattamente come nell’Iran di Khomeini, trenta e passa anni fa… Per rendersene conto, segnali al lettore questo interessante reportage.
Insomma, ce n’è abbastanza per ridimensionare le parole entusiastiche di certa sinistra nostrana – penso soprattutto a Nicki Vendola – inneggianti al “vento di libertà” che soffiava sull’intero Maghreb: adesso ci si sta rendendo conto che quel vento ha sì spazzato via i vecchi dittatori, ma forse solo per preparare il terreno a quelli nuovi, e per rinchiudere ancora una volta intere nazioni sotto la cappa della Sharia, la legge islamica che, da 1400 anni, ridimensiona puntualmente lo sviluppo e la giusta aspirazione alla libertà di milioni e milioni di esseri umani.
Ho volutamente usato una formula dubitativa, poche righe fa, con la parola “forse”: mi rendo conto infatti che “forse” è ancora presto per tirare un bilancio definitivo della cosiddetta “Primavera araba”, e “forse” qualcosa di positivo c’è, nella presa del potere da parte dei Fratelli Musulmani: questo movimento è infatti ispirato da una forte componente di giustizia sociale ed economica, cosa di cui l’intero modo islamico ha urgente bisogno. Se i nuovi leaders riusciranno almeno nell’intento di creare società più giuste, meno corrotte, con una migliore distribuzione della ricchezza, allora “forse” si potrà dire che un passo avanti è stato comunque compiuto. Le conseguenze non potranno che essere positive anche per l’Europa: infatti il rischio di islamizzazione del nostro continente nasce soprattutto dall’ immigrazione di massa dai paesi del Maghreb, dovuta appunto alle cattive condizioni economiche dell’intero Nord Africa. Se le disuguaglianze sociali di tali paesi miglioreranno, si assisterà probabilmente ad una diminuzione dei flussi migratori, con un conseguente calo delle tensioni etniche che ormai percorrono anche il nostro continente, nessuna Nazione esclusa.
Ma se è vero che il “Buon giorno si vede dal mattino”, temo che molte delle speranze di libertà che hanno spinto migliaia di giovani maghrebini a scendere in piazza, e anche a morire per rovesciare i vecchi regimi, rimarranno disattese: dunque prepariamoci ad anni di tensioni politiche, di nuove dittature nel nome della Sharia e, con ogni probabilità, a nuovi flussi migratori di massa. Ai quali, se vorremo sopravvivere come civiltà, dovremo rispondere con politiche di solidarietà, certo, ma anche e soprattutto di rigore e fermezza. Ovvero: diamo pure al Maghreb tutto l’aiuto di cui ha bisogno, purché la Sharia rimanga ben confinata in quei territori e non si pretenda di riversare sull’Europa, ormai satura di migranti, i problemi che i Paesi nordafricani non vogliono o non sanno risolvere.
Ma l’Europa attuale, politicamente acefala e a sua volta indebolita dalla crisi economica, saprà trovare la forza e la coesione necessaria per questa sfida? Ai posteri l’ardua sentenza…
voto “involuzione”
A naso, ma nemmeno tanto, anchio! 🙁
Tutto ciò è molto triste, ma i cambiamenti richiedono molto tempo. Bisogna avere la pazienza della storia così come si è avuta per altre rivoluzioni.
Si pensi all’Italia, che ancora nella sua Costituzione prevde lo Stato vaticano che da ordini e non corrisponde con eguali diritti.
Il cristianesimo usa meno la violenza rispetto all’islam (almeno ultimamente) questo permette a coloro che contestano i dogmi delle religioni di non venire amazzati e di poter continuare ad avere un’influenza positiva sulla società.
Inoltre nei paesi islamici la religione ha assunto anche un ruolo identitario per distinguersi dai paesi occidentali che sono cristiani e laici, questo ruolo aumenta il suo peso nella società.
Più gli occidentali si proporranno come superiori o invasori (gli usa che invadono iraq e afganistan) più gli islamici si agrapperanno alla loro religione.
@Sabner
“Il cristianesimo usa meno la violenza rispetto all’islam..”
C’e solo il piccolo particolare che il potere della Chiesa di Roma nei secoli e’ stato indebolito da diversi scismi,anglicano,luterano,calvinista,appoggiati (per interessi loro,ovviamente) dai governanti di quei paesi dove si sono verificati.
Successivamente ci fu La Rivoluzione Francese,e riguardo all’Italia l’azione militare dello
Stato Piemontese culminata a Porta Pia,
Insomma non si puo’ dire che l'”addolcimento” del potere religioso cristiano sia stato
indolore,bensi gli e’ stato imposto da forze politiche e militari esterne.
Diciamolo chiaro:pretendere di combattere l’integralismo islamico dilagante con la sola diplomazia e’ altrettanto stupido di quanto fu pretendere di combattere allo stesso modo il nazismo.
L’occidente ora manca non tanto della forza militare quanto della risolutezza e (chiamiamola col suo vero nome)spietatezza necessaria per un confronto diretto,l’unica speranza e’ riuscire a tenerlo a bada il tempo necessario perche forze di opposizione interne possano indebolirlo.
Il guaio e’ che tali forze possono nascere solo dal diffondersi di vera cultura e maturita nelle masse,come debolmente sta succedendo in Iran,me se teniamo conto che la grande massa delle popolazioni coinvolte e’ oppressa dall’analfabetismo,dalla miseria,
da un martellante indottrinamento fin dall’infanzia,e’ facile vedere come per regimi teocratici e’ molto facile ostacolare efficacemente proprio il diffondersi di tale cultura.
“Ai posteri l’ardua sentenza…” mica tanto ai posteri, lo scontro, nel cuore del Europa, è gia cominciato, ed ha gia la sua prima vittima; la liberta di espressione. In questo caso a farne le spesse è “una provocatoria esibizione di immagini considerate blasfeme per l’Islam” organizzata dal estrema destra. Se lasciamo che diventano i estremisti quelli che fanno le regole il futuro non sara che nero.
http://qn.quotidiano.net/esteri/2012/05/06/708268-bonn-neonazisti-scontri-salafiti.shtml
@Bardhi
Mi meraviglio che non abbia fatto notare tu stesso che sembra siamo arrivati al paradosso che per controbattere la prepotenza islamica siamo costretti ad affidarci nientemeno che ai neonazisti ,dato che nessun altro sembra predersi la briga !
Una vera beffa del destino,specialmente se si tiene conto che Hitler ,temporibus illis,
sembra mostrasse simpatie,ricambiate, per il mondo islamico.
@ Laverdure
mi sono accorto e come, per quello dico che non è sano per una società che siano i estremisti di ogni tipo a dettare le regole.
Oramai gli unici che hanno il coraggio di fare della satira sul Maometto e islam sono rimasti i estremisti di destra, e purtroppo la loro non è semplicemente una provocazione artistica o denuncia sociale ect, ect la loro è una provocazione per arrivare allo scontro per attirare simpatizzanti, dall’altra parte sta l’islam radicale, violento e bellicoso che vuole dettare le sue regole di censura ad Maomettum e perche no imporre la sharia, i salafisti non lo hanno mai nascosto.
Oramai questi sono i protagonisti, e in mezzo stano i sinistroidi/pacifisti/politicamente corretti/partigiani di società multiculturale ad ogni costo, tipo mi metto io a 90 basta che non ti senti discriminato tesoro ect, ect.
Oramai siamo arrivati nel punto che è diventato una regola non scritta ma molto rispettata: “Maometto/islam is untouchable”, ma è mai possibile che ci fa indignare solo la CCAR e tutta la marciume cristiana, è mai possibile che solo i TG e i mormoni accendono la nostra vena sarcastica, è mai possibile che sia per i umoristi nostrani fino ai vari Bill Mahr, Jon Stewart e Jeff Dunham l’unico degno della loro comicità sia il papa e il cretino??
NON è vero!
Il fatto è che questo integralismo, in casa d’altri, dei Mussulmani ci fa guadagnare un sacco di soldi! Ma anche quello interno ci permette di fruttarli per benino…
Pensaci bene…
Ciao
D’accordo con bardhi e laverdure. E’ tragico che l’occidente sia paralizzato e prigioniero di opposti estremismi politico-culturali, tra razzisti neofascisti e candidi cultori del multiculturalismo a tutti i costi che non si rendono conto o non capiscono il potenziale eversivo e antidemocratico di certo islamismo. Non serve, o non basta, a questo punto ricordare gli errori e le colpe commessi dall’Occidente e dal cristianesimo in passato, se si incrociano le braccia e si sta a guardare l’espandersi dell’integralismo islamico che ci assedia oggi.
Libertà, diritti civili, uguaglianza, libertà di pensiero (e di religione), laicità (sia pur relativa) delle istituzioni, sono state conquiste della cultura occidentale pagate a carissimo prezzo e col sacrificio di tanti. Vogliamo svenderli ora per consentire agli ajatollah quello che non consentiamo più ai nostri cardinali?
Analisi interessante e molto preoccupante. Temo anch’io che siamo di fronte ad una ennesima involuzione e ad una regressione degli Stati nordafricani e mediorientali verso l’islamismo più integralista o fondamentalista che dir si voglia. Ennesima dimostrazione che le ideologie più aggressive raccolgono più proseliti di quelle laiche e democratiche. E non c’è da illudersi che chi vuol istituzionalizzare la sharia come legge dello Stato si preoccupi più di tanto della giustizia sociale e dei diritti civili, delle donne in particolare, e della libertà di pensiero, parola, stampa e organizzazione sociale.
I responsabili politici dell’Occidente, Europa e USA, non mi sembrano affatto preparati e attenti ad arginare o contrastare questa involuzione verso l’estremismo religioso islamico, che inevitabilmente avrà conseguenze non solo sul piano dei rapporti internazionali, ma anche nelle politiche interne dei nostri paesi, per il forte flusso e consolidamento in comunità di immigrati islamici.
Basta girare nei nostri mercatini di paese e di rione per avere la sensazione di trovarsi in un suk, tante sono le donne col velo che si incontrano. E vedere quante bambinette dodicenni escono dalla scuola media già col velo in testa
Non che mi diano fastidio dal punto di vista estetico, che anzi può apparire folkloristico. Ma è un segnale che le donne islamiche non vogliono, o non possono, integrarsi e liberarsi da questo tipo di assoggettamento tradizionale o religioso che sia, di fatto voluto dagli uomini e dagli imam religiosi che li guidano e condizionano.
Agli islamisti della giustizia sociale non importa assolutamente nulla, usano strumentalmente la povertà ma il loro unico scopo è l’applicazione della legge islamica.
Io pero non è che sia così sicuro che l’Occidente si sia sempre evoluto in modo così piano e sicuro: la Rivoluzione Francese è stato un evento importante, però, quanti eccessi sono avvenuti al suo interno! Poi la Seconda Guerra Mondiale è un prodotto del mondo occidentale, non certamente del mondo islamico. Sicuramente l’analisi di questo studioso è interessante, però, per me è più logico pensare a momenti di regresso e altri di progresso dentro il mondo islamico.
La guerra è un prodotto del mondo. Anche la Seconda Guerra Mondiale. Non c’è popolo che non abbia mai fatto la guerra. E Nella Seconda Guerra Mondiale anche il mondo islamico (come quasi tutti), si è schierato…
La trovo una risposta pilatesca: cmq, penso che oggi dopo quello che ha combinato il civilissimo occidente penso che sia molto discutibile ancora discutere sulla superiorità del mondo occidentale… o crediamo ancora a Kipling e la sua idea del “fardello dell’uomo bianco”?
@ Gabriele
“quello che ha combinato il civilissimo occidente penso che sia molto discutibile ancora discutere sulla superiorità del mondo occidentale…”
è pacifico che non si sta parlando di superiorità del occidente ma non guardiamo solo gli ultimi 100 anni di storia del occidente per giudicare tutta la storia del mondo. Le 2 guerre mondiale oltre le numerosissime vittime, le sofferenze e le distruzioni hanno portato anche la fine del colonialismo e la democrazia. Invece i 500 anni di impero ottomano cosa hanno portato al umanita??
@Gabriele dottore
E’ ovvio che la seconda guerra mondiale,con le sue enormi distruzioni,fu tipica del mondo occidentale !
Chi altro disponeva della scienza e tecnologia necessari per costruire la armi di distruzioni di massa vale a dire aerei,tanks,missili,sottomarini ecc ?
Armi che altro non erano che il rovescio della medaglia :la stessa scienza e tecnologia ci ha portato un benessere cresciuto esponenzialmente rispetto ai secoli passati.
Mentre il mondo islamico,che,non dimentichiamolo,mille anni prima superava in campo scientifico l’occidente,cosa era riuscito a realizzare nei mille anni successivi di cultura appunto islamica ?
E della virtu della necessita sono piene le fosse !
Involuzione, se ne sono accorti tutti.
NB: i Fratelli Musulmani hanno calavalcato l’onda del bisogno di giustizia sociale, ma questo è stato lo strumento, non il fine del movimento. Tutta la parte assistenziale che hanno in messo in piedi ha colmato il vuoto che c’era da questo punto di vista, per prendere in cambio possibilità di indottrinamento e appoggio popolare.
Presente CL in Lombardia? Solo che questi sono peggio.
Il “ritorno alla purezza delle origini” è stato l’avvio dei peggiori regimi dittatoriali della Storia.
Quoto in toto lo scritto! Ma si dimentica un particolare importate.
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L’unica speranza è che avvengano numerosi scismi interni come avvennero nel cristianesimo ma anche perchè divenne multi-religiosa! L’Italia è arretrata proprio perchè questi scismi/religioni non avvennero qui e l’ondata integralista Americana è proprio per un ricompattamento degli scismi e indebolimento di altre religioni.
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Senza scismi o altre religioni concorrenti vedo solo che vinceranno la fine quelle degli integralisti che poi è una visione costruita apposta, per questo megafinanziata, per fare la dittatura beffandosi di tutti i buoni propositi del Corano!!!
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Questa in ultima analisi dimostrerebbe che non esiste un Dio/Dei in quanto, mettetevi nei loro panni divini, questo/i si incavolerebbe talmente da fare fuoco&fulmini!
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Ciao