E’ tempo di Prima Comunione in molte parrocchie, sia domenica scorsa sia domenica prossima. Abbiamo cercato con Google: Prima Comunione Verona. Non sono apparse le parrocchie, bensì pagine di fantastici abiti, bomboniere, tuniche, location, ristoranti, auguri, ricordi per la prima comunione. Conosciamo genitori coinvolti in questo evento: sposati, coppie di fatto, separati. Sembra che sia obbligo sociale invitare almeno i parenti più stretti al pranzo di Prima Comunione, che fanno presto ad essere più di una decina. Quasi tutti sentono il dovere di partecipare anche alla cerimonia religiosa. In un paese della provincia i comunicandi erano 40 bambini della quarta classe. La chiesa era stracolma di parenti invitati, con buon incasso per il prete. La cerimonia ha assunto il carattere dello spettacolo e, come ogni spettacolo che si rispetti, nei giorni precedenti c’erano state le prove. E’ difficile quantificare il costo di ogni Prima Comunione. Il pranzo, per lo più, è al ristorante, ma qualche volta anche in casa. Durante il pranzo nessuno parla o ricorda la cerimonia religiosa. Gli invitati si sentono in dovere di portare un regalo, che non può essere da quattro soldi e che nulla ha a che fare con l’evento religioso: dall’orologio al telefonino, dal computer ai giochi elettronici. I fratellini ed i cuginetti più piccoli sperano che venga al più presto il loro turno di Prima Comunione per avere anch’essi i regali. Alla fine del pranzo vengono distribuite le bomboniere in eleganti confezioni e con un oggetto ricordo.
Dalla Newsletter del circolo Uaar di Verona
Anche questa è “secolarizzazione” (sia pur mascherata!).
Occorrerebbe “solo” (!!!) portarla allo scoperto! 😀
questa come altre pratiche religiose sono state sfruttate dal consumismo (i regali di natale, le uova di pasqua, …)
Le persone dovrebbero riflettere su quello che fanno, se non credono in certe cerimonie non dovrebbereo farle
portare avanti certe tradizioni solo perchè “tutti fanno così” o perchè “si è sempre fatto così” è un comportamento da PECORE
ma è bbbbbeeeeeello! ti senti rispondere -.-
anche da gente che, per dire, si presenta all’altare con l’abito bianco, il pancione e magari il figlio più grandicello che fa da paggetto.
i preti sembrano adeguarsi senza problemi (una busta non si rifiuta mai)
Inventatevi una fiaba di Cenerentola senza il vestito per la festa da ballo e senza le scarpette di cristallo. Ah, a proposito: anche senza carrozza, che sarebbe uno spreco. A palazzo si può andare anche in tram.
@ Kaworu. Spero che inventino presto un termometro per la cattiveria, anzi la malignità ( alias: gusto per il male altrui, specificamente, gusto di pensare ogni minima volta il massimo possibile del male ). Lei potrebbe senz’altro usifruirne petr registrare i suoi quotidiani progressi verso l’acido e il muriatico totale:
davvero una vera “progressista”!
Questo blog un nido di serpi, come qualcuno ha scritto ieri? Ma figuriamoci!
tu shrek non lo hai mai visto, vero?
io aspetto ancora che inventino un termometro per la disonestà, potrebbero usare te come grado massimo 😉
quand’è che mi spieghi la storia del libro della concia? perchè non ho capito l’utilità di leggerlo. eppure non è una domanda difficile, non ti ho mica chiesto qualcosa di scientifico.
@flore
1) lo sai che la fiaba di cenerentola originale aveva delle scarpette di PELLE (era una fiaba cinese. e non per nulla è in cina che i piedi piccoli sono un canone estetico di bellezza) e non di CRISTALLO (che fu solo un errore di traduzione, oltre che un capo di abbiagliamente senza senso. voglio dire, hia idea di quanto siano scomode delle scarpe del genere?), vero?
2) a quanto mi risulta esistono già numerossissime storie in cui i beni materiali non facciano da fulcro di tutto. o tu sei rimasto alle storie del medioevo, come in tutto il resto, dove la gente comune moriva di fame e non aveva nulla e sognava quindi più volentieri di avere sangue reale e ricchesse immense che di trovare il vero amore (che difatti, nella storia di cenerentola, non viene citato: da nessuna parte si dice che cenerentola si innamorò del principe, solo che il principe si invaghì della sua bellezza. al tempo il matrimonio centrava poco o nulla con l’amore, era solo una questione d’affari con cui fare accordi commerciali ed economici o fare la scalata sociele. tutto con la benedizione della chiesa)
3) se usassero il credente medio che passa per questo forum (come enrico, alealecolico, khalani, giuseppe, cj/sabrina…) per tarare il termometro, puoi star certo che kaworu non riuscirebbe a muovere di una virgola la lancetta nemmeno dopo una dietra a base di caffè e acredine……
Aggiungo, come mamma di una figlia femmina che attualmente ha otto anni e che ha cominciato a manifestare una curiosità frenetica per le storie e per i libri a partire da quando ne aveva tre, che da anni ho dovuto pormi il problema dell’inadeguatezza educativa di certi modelli che continuano ad essere propinati ai nostri figli senza la minima analisi critica…
…in base al principio che “sono tradizionali”, che “ci sono sempre stati” che “tutto sommato sono solo favole, e le favole non fanno amale a nessuno”, e che “non vorrai mica essere così cinica e insensibile da togliere ai bambini anche l’incanto e la magia delle fiabe”
La visione della famiglia, dell’amore, del matrimonio e dei rapporti tra maschi e femmine che continua a bersagliare i nostri figli (e soprattutto figlie) fin dall’età dell’asilo è oggettivamente spaventosa. Nel 90% delle favole, la protagonista è donna, ma ha un ruolo assolutamente vacuo, passivo e banale, e non fa altro che annoiarsi a morte o cacciarsi in qualche guaio in attesa che un principe valoroso la vada a salvare.
Esistono moltissime storie più intelligenti, spiritose e con protagonisti meno sciapiti, ma bisogna andare a cercarsele apposta nella letteratura “di nicchia”, e spesso mai tradotte in italiano. Invece, di cenerentole, biancanevi e belle addormentate si viene bersagliati in massa…
Lisa
@paniscus
beh dai, ultimamente disney e affini hanno prodotto cose piuttosto carine devo dire 😉
(aspetto “brave” con ansia)
@Florenskij
Ma come!? Non era il vostro massimo rappresentante di dio in terra ad offendere in modnovisione i bambini nati fuori dal matrimonio, dandogli degli “indegni” alla vita..?
http://www.uaar.it/news/2012/02/25/il-papa-il-matrimonio-e-unico-luogo-degno-dove-avere-figli/
Tutta quata acidità di Kaworu, io onestamente non gliela contesterei, visto che avete ben poco su cui dare l’esempio in merito. 😉
Ma alla chiesa va più che bene. Basta che ci sia la scusa della comunione e che paghino.
io non sapevo che fosse la 1 comunione,eppure la feci e me la fecero fare….nessuno mi spiego perche? e cosa era….eppure stavo e vivevo in istituto di antoniane,
A questo punto si potrebbe togliere la cerimonia. Sembra che l’importante sia altro.
Scusate, continuo dopo, mi è arrivato un messaggio sull’iPhone dalla mia nipotina, devo correre a comprarle la play station per la comunione…
@ NBightshade. Non si preoccupi: conoscevo la storia delle scarpe di pelle ( vaio, “vaire” ) che per felice equivoco diventarono di vetro, “verre” ). se l’equivoco ha funzionato è perchè l’abito nuovo ed elegante, così come l’abbondanza di consumo nelle feste, costituisce un tema antropologico.
Qualcuno, invece di sparare battutacce che accettano spose all’altare col pancione ( se non accettassero, giù proteste UAAR a suon di tromba ) dovrebbe chiederso perchè vogliono sposarsi in bianco donne che dovrebbero portare un abito nuziale rosso.
guarda che non sono battutacce, ma la semplice realtà: parecchie donne si sposano in abito bianco e col pancione, quando non col figlio o la figlia (o i figli) che fan da paggetti.
che la cosa ti piaccia o meno. ai preti evidentemente va bene.
l’uaar, se soggetti del genere fossero cacciati, che dovrebbe dire? io personalmente sarei contenta, sarebbe un segno di coerenza.
che alla tua chiesa manca.
(comunque rosso mi sembra esteticamente molto più bello del bianco)
Oltretutto fino a un paio di secoli fa gli abiti nuziali in Italia erano rossi, in effetti. Il bianco è un’invenzione del Romanticismo ottocentesco…
abiti nuziali rossi per le “scostumate”? e perché mai? non è più sufficiente la A scarlatta?
Quanto al significato, sessuale, sciamanico ecc.ecc., di cenerentole, scarpette, calzari sinistri e piedi mutilati, sarebbe opportuno un veloce ripasso, da Propp a Ginzburg; ma, di grazia, senza poi propinarcene il riassunto confuso in trecento e passa pagine.
paniscus. invenzione ottocentesca, vero. Ma se non ricordo male la prima sposa in bianco fu – tutto un programma- Mary Stuart (in quale di suoi matrimoni però non rammento…)
Per chi interessa, questi sono gli interruttori di casa di Florenskij:
http://images1.wikia.nocookie.net/__cb20080611212127/nonciclopedia/images/thumb/c/cf/Interruttore_ges%C3%B9.jpg/180px-Interruttore_ges%C3%B9.jpg
Piccola integrazione.
Mi piace seguire una trasmissione di cucina (essendo a dieta, mi rifaccio… con la vista) che ogni volta sceglie un completo menu a tema, dall’aperitivo al dolce. L’altra sera qual era il tema? Il ‘meu della prima comunione’!!! Proprio così.
Adesso con ricordo quali fossero i piatti preparati… ma sicuramente non avevano niente a che fare con l’evento sacro, e anzi venivano espressamente consigliati soprattutto in funzione della condizione in cui ci si veniva a trovare all’uscita dalla chiesa dopo la cerimonia. Evidentemente spossati e bisognosi di recuperare le forze…
Fammi indovinare, Bruno… ostie in salsa verde?
O, forse, pesce di san Pietro al forno con san Marzano, Sangiovese e, alla fine, ovviamente tozzetti e vin santo.
troppo frugale.
strozzapreti?
Col cavolo! Anzi no, senza cavolo, un ortaggio poco indicato. Solo piatti sfiziosi per intrattenere gli ospiti come si deve. Unico legame con l’evento, con i pricipali teorici protagonisti, ‘dulcis in fundo’, un dolce particolarmente adatto all’età dei ‘comunicati’.
(In realtà sarebbe andato bene anche per me)
Dimenticavo. La conduttrice del programma, che poi è la cuoca che confeziona i piatti in diretta… per altro molto simpatica… si chiama Benedetta!
Professore professore…
mi meraviglio di lei, la “gola” è PECCATO!
Inoltre lei è un filosofo, dovrebbe tenere a mente i precetti aristotelici , nell’ “Etica Nicomachea”…che fine ha fatto la “sophrosùne”? 😉
cybersaluti aristotelici
@ cyberego
Me come, non conosci il famoso detto, in latino ‘naturalmente’ ‘maccheronico:
“primum manducare, deinde philosophare”?
@ bruno gualerzi
Lei è un autentico maestro di vita…
spero di avere il piacere (nel senso più alto) di conoscerla di persona.
Da uomini come lei c’è sempre da imparare!
Direi che essere atei aiuta anche a mantenere la linea (evitando attacchi culinari di questa portata) e fa risparmiare (evitando bomboniere, vestiti da cerimonia, ninnoli d’oro e soprattutto offerte “spontanee” al parroco)! 🙂
” I fratellini ed i cuginetti più piccoli sperano che venga al più presto il loro turno di Prima Comunione per avere anch’essi i regali. ”
Quando crescono, alcuni continuano a lasciare la carità in chiesa perchè si aspettano una ricompensa in paradisso e forse anche un aiuto in vita. C’è sempre il biscottino nella mano del prete.
La Prima Comunione i genitori spesso la fanno fare ai loro figli, perché è un evento che viene visto come sociale, e non individuale, per cui spesso i genitori si conformano per non essere “gli altri”. I bambini invece, come me a suo tempo, sono spesso ignari verso a quello che dovrebbe rappresentare, e si sottopongono a tale “cosa”, perché spesso, obbligati e accecati dai vestiti e dai regali sfavillanti dei parenti. La Prima Comunione, come il Battesimo, dovrebbero essere fatti solo in età adulta, verso i 30 anni non prima. Poi se non si fanno per niente, tanto di guadagnato per tutti, visto che alla fine, passa anche per una forma di discriminazione ed emarginazione sociale per chi nn le vuole.
PS: Scusate il mio “ITAGLIANO”, ma questa mattina scrivo proprio da cane (senza offesa per i poveri cani).
@ Valerio. Come dfa programma del DarwinDay 2012; a dieci anni è troppo presto per la comunione, invece non per l’imbonimento dell’ortodossia darwinista.
te e le materie scientifiche siete proprio due cose non compatibili, vero?
Studia Florenskij, che ne hai tanto bisogno.
Mi pare evidente, Florenskij; la comunione è basata sul nulla, nella migliore delle ipotesi, mentre i principi base della biologia fanno parte del normale bagaglio culturale di una persona. Bagaglio culturale che nel tuo caso è palesemente deficitario.
Sinite parvulosvenire ad Me(Vangelo di San Marco 10, 14) ,lasciate che i bambini vengano a me,questa è la prima comunione ,atto sacramentale dela Chiesa,bomboniere,camici,invitai,feste,res nullius momenti,sono cosa di nessuna importanza,se ci sono genitori,preti che badano a queste cose sono indegnii.
OK, abbiamo vagamente capito che secondo lo sgorbio, la comunione sì che è una roba seria, mica come le bomboniere. Come no. 😆
beh a un soggetto del genere, mica puoi mettere in mano dei confetti…
e se poi se li incastra nel naso?
“sinite parvulos venire ad me”
Avevo già sentito pronunciare quella frase da qualche prete pedofilo.
Di solito questa frase accompagna l’immagine inquietante
di un gesù-bellimbusto attorniato da gioiosi frugoletti.
@ Diocleziano
come quella in basso a sinistra?:
http://www.jam-montoya.es/sancto/fotos.htm
Ma se invece di fare il catechismo tu avessi seguito un corso di scrittura non sarebbe stato ancora più degno?
L’alfabetismo fa parte del libero arbitrio, ale ha fatto la sua scelta.
23 Di lì Eliseo salì a Betel. Mentre egli andava per strada, uscirono dalla città alcuni ragazzetti che si burlarono di lui dicendo: “Sali, calvo! Sali, calvo!”.
24 Egli si voltò, li guardò e li maledisse nel nome del Signore. Allora uscirono dalla foresta due orse, che sbranarono quarantadue di quei bambini.
25 Di là egli andò al monte Carmelo, e quindi tornò a Samaria.
L’ammmore del signore è infinito. Devi contestualizzare Kaworu. Magari quelle due orse avevano degli orsacchiotti da sfamare.
Considerando che da quelle parti (10 km al nord di Gerusalemme), dove la temperatura non scende di 30° all’ombra trovare un orso sarebbe come trovare una giraffa al polo nord, non c’è nessun dubbio che quei orsi sono stati mandati da dio. Eliseo è stato ascoltato. La misericordia di dio è infinita !
whichgood,
questo aneddoto è anche la prova che esiste la provvidenza divina:
dio, sapendo che Eliseo avrebbe chiesto quella grazia, provvide a che
le due orse, abitanti delle selve del Caucaso, si mettessero in cammino
due anni prima per essere sul posto al momento giusto.
dio è buono e previdente. È quello che ha inventato le partenze intelligenti.
@ Kaworu
Hai visto che “latinorum”?
Siamo sicuri che non sia l’incarnazione di “Salvatore” de “Il nome della rosa”?
PENITENZIAGITE!
lo vedo più tipo padre maronno 😆
Ho cercato anchio “prima comunione” su google e come terzo risultato compare questa ultimissima. Mi sembra un ottimo servizio informativo per chi vuole imprendere questo disinteressato sacramento. 🙂
Sì, e – sempra alla voce ‘prima comunione’ su Google – per gli amanti della cucina (in questo caso della ‘sacra mensa’) compare anche ‘Il menù di Benedetta’ di cui sopra.
Sorvolando su quella che fu la mia prima comunione (soldi buttati visto il risultato!), quando comunicai, sebbene non avrebbe dovuto essere necessario, che non avrei battezzato mia figlia, la preoccupazione maggiore della sua nonna paterna fu: “ma anche se non è battezzata può fare lo stesso la prima comunione così può festeggiare COME TUTTI?”, domanda idiota se si pensa che é stata posta da una persona che si ritiene fortemente cattolica e praticante.
Quello che noto, parlando con mamme i cui figli stanno per fare questo “passo”, è solamente la preoccupazione della cerimonia, dell’abito, delle bomboniere ecc., non un accenno al valore religioso della cosa. Ho smesso anche di non capacitarmene.
la cosa ti stupisce?
vale lo stesso per il battesimo, per il matrimonio, per la cresima…
No, affatto, ma mi rendo conto che una volta cercavo anche di imbastire un discorso con certa gente, ora mi limito ad un “mah…”.
@Kaworu
Anche per il funerale. La prima preoccupazione dei familiari è che ci sia un’alta partecipazione, altrimenti sai che figura!
Molti commentano sulla faccia del morto, insomma sul suo aspetto in generale dico davvero!
Senza contare i commenti e gli argomenti durante la processione di accompagnamento del defunto presso la chiesa.
I preti, nel tempo, hanno saputo furbescamente innestare l’aspetto ludico/culinario su ogni singolo rito religioso (sì, sì, funerale compreso, vedi “consolo”), proprio per alienare la noiosità cerimoniale, che diversamente sarebbe stata disertata, o persino rifiutata.
Del resto anche le “feste comandate” più importanti come il Natale e la Pasqua (ma anche quelle patronali etc), sono attese e vissute dal cattolico solo e soltanto come occasione di divertimento, ma soprattutto per riempirsi la pancia e fare baldoria.
Cè da dire che nei paesi, sopratutto quelli piccoli, è veramente difficile sottrarsi a questi periodici rituali. Nelle grandi città, se uno si battezza o non si battezza, se fa o non fa la prima comunione o la cresima, se dispone per un funerale non religioso ecc. passa praticamente inosservato. Nei paesi invece si rischia l’emarginazione sociale.
Hai ragione. La scuola di mia figlia è in una cittadina relativamente piccola (ma abitiamo nella città, decisamente più grande, accanto). Sicuramente battezzarla sarebbe stato per me socialmente più “comodo” ma non avrei mai potuto farlo. Ho sempre condannato (ed è stato motivo di delusione per me) l’ipocrisia dei miei che pur essendo di fatto non credenti hanno fatto ciò che fanno tutti perchè “così si deve”.
Preferisco insegnare a mia figlia che “diverso dagli altri” non significa “inferiore agli altri” piuttosto che proteggerla contro la diversità andando contro i miei principi.
quanto è vero…
domenica prossima mio nipote ha la sua prima comunione… e mia sorella e mio cognato sono la coppia tipica che viene descritta nell’articolo.
il brutto è che non posso fare niente per evitare questo scempio… è una tradizione troppo radicata, ha radici troppo salde…. appena provo ad argomentare mi insultano e mi emarginano, rispondendomi che è una tradizione importante e si fa così da molto tempo, e non possono certo smettere perchè glielo dico io…
e poi ovviamente mio nipote è ultra contento dello smartphone, della psvita e dei bei soldoni che riceve…
perciò mi chiedo: come si può fermare una cosa tanto radicata e tanto apprezzata in primis dai bambini stessi?
beh, direi innanzitutto che è di primaria importanza avere dei genitori con la testa ben funzionante e una sana determinazione : senza questo presupposto la battaglia è persa a tavolino ! Poi , negli anni , sono arrivata alla conclusione del male minore: cioè meglio che siano interessati all’ i-phone , vuol dire che il catechismo non ha attecchito proprio in profondità , quindi c’ è ancora una piccola speranza che possano , crescendo, imparare ad utilizzare la testolina in autonomia… 🙂
Zitto, che mia figlia ha nemmeno 4 anni e ogni tot mesi mi tocca tirare fuori sedia e frustino per tenere a bada il parentame da ambo le parti che parla di comunione per lei e matrimonio per me…
Ma se han tanta voglia di spendere in regali e fare bisboccia, perchè non mettono semplicemente mano al portafogli per rimpinguare il libretto postale della pargola e il conto in banca mio e di compagno, senza tutti questi teatrini? sarebbe taaaaanto più facile e alla fine l’assenza dell’aspetto religioso non farebbe ‘sta gran differenza.
la figlia di un’amica assai critica nei confronti della chiesa farà domenica la prima comunione. Io ci ho provato: “Giada, ma perchè ce la mandi se la chiesa ti sta sui cocomeri?” “eh, ma è tradizione, poi se non vuole più andare in chiesa mica ci dovrà andare per forza, poi vengono i mei cognati di qui, e i miei parenti di là… andiamo a fare un bel pranzo in un ristorante… anzi guarda ho dovuto discutere con mia mamma perchè io mi voglio mettere un tailleur pantalone che ho già, e lei insiste che mi devo comprare un abito nuovo apposta per l’occasione, e che abbia la gonna e non i pantaloni…”
mi si sono drizzati i capelli.
Oh, tra l’altro: pranzi e regali? vestiti… profumi e balocchi? Ooooh, ma qui l’unica cretina che non ha avuto alcun pranzo o bomboniera, e per regalo ha avuto solo un rosarietto d’argento sono io? 😆
A me è rimasta una foto sbiadita (purtroppo l’ho persa in un trasloco), con un nastro bianco attorno ad un braccio e… proprio così, con un giglio in mano! Allora la prima comunione la si faceva a 6 anni (a me l’avevano anticipata a 5… perchè promettevo bene), e ricordo che la vera grande preoccupazione era di non toccare l’ostia con i denti! La suora si era tanto raccomandata….
A noi ci avevano fatto vestire da suorine e i maschi da frati…
@ Fri
vi avevano portati ad Arcore ?
Mi fate venire in mente questa…
LA PRIMA COMUNIONE
Mille bambini vestiti di bianco
uno di grigio, peccato però
cantano in coro seduti in un banco
uno è stonato e questo lo so.
E quello grigio e stonato ero io
nel giorno triste in cui cominciò
a sanguinare il mio conto con Dio
nel giorno triste che non scorderò.
Che bella festa, che occasione
il giorno della prima comunione
quanti parenti sono venuti
quanti gli amici e quanti i saluti.
Ma c’è qualcosa che non funziona
forse mia madre che è troppo buona
o la camicia che è troppo dura
ma da dove nascerà questa paura.
La sagrestia fa profumo d’incenso
ma è proprio vero o son io che lo penso
la sagrestia fa profumo di morte
è proprio vero, è persin troppo forte.
Guarda che faccia accigliata ha il curato
mentre domanda a tutti i bambini
se sono ancor puri o se han già peccato
o se han mangiato dei cioccolatini.
Che bella festa, che occasione
il giorno della prima comunione
quanti regali mi hanno portato
che tenerezza mi han riservato.
Ma c’è qualcosa che non funziona
mia madre non è stata mai più buona
e questa camicia è davvero dura
perché mi cresce così la paura.
E tra i parenti davanti all’altare
il più tranquillo è senz’altro mio zio
che guarda le gambe delle signore
mentre io guardo in faccia il ministro di Dio.
Corpo di Cristo, che strano sapore
pane di chiesa non lievitato
attento ai denti che può sanguinare
se per sacrilegio lo hai masticato.
Che bella festa, che occasione
il giorno della prima comunione
quanti gli auguri ho ricambiati
per mandare via tutti gli invitati
Ma c’è qualcosa che non funziona
non ho ancor sonno, è passata l’una
eppure ho tolto anche la camicia dura
non finirà mai dunque questa paura.
E quanti anni ci sono voluti
perché da solo imparassi anch’io
a rider dei preti bigotti e fottuti
ed a infischiarmene del loro Dio.
Ma se qualcuno mi avesse avvertito
il giorno della prima comunione
avrei mangiato, avrei bevuto
e forse avrei fatto persino il buffone.
E avrei guardato insieme a mio zio
le gambe di chi so soltanto io
e avrei sgravato la mia avventura
del peso enorme di quella paura.
(CLAUDIO LOLLI)
@ Batrakos
Magnifica!
@whichgood
non ci avevo pensato! in effetti non eravamo proprio ad arcore, ma sempre lombardia era…
Che dire? Che tra qualche giorno mi toccherà andare alla prima comunione del mio nipotino? 😀
Forse avrei dovuto esser più integralista… si…
Regalali un crocifisso grande 1,5 metri da appendere in cucina. Vediamo se i genitori saranno contenti.
🙂
regali del genere son poco apprezzati, ho già avuto modo di verificarlo.
molto meglio videogiochi.
meglio ancora cash
Ma allora il più co***ne sono io,
ho ricevuto solo un orrido crocifisso di peltro, che si è
ossidato subito e mi striava il collo di verde che sembravo un “visitor”
durante la muta!
@ cyberego
per un cadavere direi che è più atentico/realistico così. 😉
Ariscusa ti ho risposto due volte più in basso!
Oggi non “carburo”
@ batrakos.
Da “La seconda nascita” di Giovanni Papini, ateo anticlericalissimo e futuro scrittore cattolico ( il più grande della prima metà del ‘900 ). Brano finale: la prima comunione delle due figlie .
“A un tratto, nel mezzo della chiesina, a due a due, tutte bianche, velate, leggere, apparvero le comunicande. Le mie eran l’ultime, una con riflessi d’oro, l’altra con riflessi di bronzo sotto il velo, con una gravittà inattesa nei visini sbiancati dall’apprensione e dalla timidezza. Per la prima volta in vita mia vidi con lucidità il significato della parola “angelo”.
” Le bambine, sempre genuflesse nel candore, pareva che neppure ascoltassero… Al momento dell’elevazione gli accordi gracili e affettuosi di un armonium nascosto riempirono la cappella, fecero abbassare le fronti chinate; un canto puro, verginale, argenteo, venuto dal fondo, da cantatrici invisibili invocò la Discesa e la Presenza con parole di supplicazione appassionata. La castità di quel canto che faceva sentire, tra nota e nota, la purezza del silenzio, quel sacrifizio di un innocente destinato a quelle innocenze ingionocchiate, tutto era, per me, rivelazione e turbamento. Dimenticau tutto: le mie torbidezze, le mie immaginazioni teoriche, il mio malessere, la mia vergogna. Mi sembrava d’essere fuori dal mondo che avevo conosciuto e sofferto, lonyttano dal mondo scuro e peso di sempre, in un golfi serno di scampo e di giubilo. che mi offriva un effimero anticipo sulle felicità del paradiso. Non sentivo più il cuore, ma quasi una febbre al viso e brividi senza ragione. quando le mie figlliote, tanto sincere e belle, ricevettero il disco corpo divino, io che non so piangere, mi sentii serrar la gola dall’angoscia, e una gran voglia di singhiozzare, UNA GRAN DISPERAZIONE DI NON POTER CREDERE A TUTTO, COME QUELLE INNOCENTI con le mani in croce che sentivan Cristo dentro di sè, e pareva che lo stringessero coi bracci, come un colombo calato dal cielo a nascondersi nel loro petto”.
La prego, legga qualche altra cosa, oltre allo sgangherato Lolli.
Forse c’è anche un livello estetico che si chiama: “il SUBLIME”, che nelò caso della cultura cristiana spesso si coniuga con l’UMILE.
Ma i frequentatori di osterie alla Rabelais possono sentire queste cose?
e…?
Flo
Sa, per capire Lolli -che in pochissime canzoni fa professione di anticlericalismo con una vena punk come questa- bisogna un attimo entrare nel discorso al concetto di cultura come ideologia che lui muove fondamentalmente a Luigi Nono.
Si ascolti i testi degli album Ho visto anche degli zingari felici, Canzoni di rabbia e Disoccupate le strade dai sogni, se le va, e si accorgerà che, comunque lo si valuti, Lolli, professore di lettere classiche e ora preside e con diverse pubblicazioni all’attivo, non ha nulla a che vedere col genere da osteria (che merita rispetto e ha prodotto indirettamente ottimi autori come Califano), ma è una versione esistenzialista (un ‘pessimismo cosmico’ radicale recuperato dalla solidarietà umana nella sofferenza contro le illusioni del progresso del socialismo reale e del capitalismo)della critica politica radicale italiana.
Ma, basta una ricerca su google almeno di quei due album, e potrà valutare da sè, lasciando perdere la musica che capisco possa non piacere, essendo qua un discorso abbastanza complesso e legato al periodo.
Il suo limite, Florenskij (se lo lasci dire amichevolmente visto che mi ha chiamato in causa), è, sempre a parer mio, che lei ha la presunzione di giudicare ciò che non conosce, con superficialità spocchiosa, e presentare come perle di saggezza autori che chiunque abbia un minimo curriculum umanistico di base già conosce; questo non nega la grandezza di molti di loro, ma denota una mancanza di comprensione dello ‘spirito del tempo’ che poi si riversa in testimonianza di scarsa duttilità. E così si arriva ad abbinare Lolli (conoscendo un solo brano, volutamente forte ma che esprime molto bene certo bigottismo da provincia, ma i gusti son gusti e non pretendo possa piacere a tutti) alle osterie, mostrando una certa mancanza di competenza, visto che qualli a cui Lolli non piace, ma che però lo conoscono, lo accusano del contrario, cioè di ipercerebralismo.
Ovviamente, mi scuso, all’inizio è ‘la critica al concetto di cultura come ideologia’ (discorso che ritrova in ‘Anna di Francia’, che è in uno degli album indicati).
Comunque, se non si fida di quel che dico, basta cercare… forse, a questo punto, è lei che dovrebbe leggere un po’ di più, piuttosto che rimanere nella torre d’avorio di un ‘piccolo mondo antico’, che era già al crepuscolo allora, figuriamoci nell’epoca del post moderno.
Poi nessuno pretende che la (post..?.) modernità debba piacere, ma se si vuol pontificare (esortando altri a ‘leggere anche qualcosa di altro’) bisognerebbe essere discretamente competenti in materia.
Che poi, anche in quel brano, di volgarità da taverna ce ne è poca se non qualche allusione fatta volutamente come modo di buttare via quel peso esistenziale (‘la paura’ generata dai riti del conformismo ipocrita); dubito, a questo punto, addirittura che abbia compreso il senso del testo…
Florenskij, se Papini è il massimo della prima metà del Novecento, stiamo messi male. Per fortuna non è vero, essendoci perlomeno Pirandello e Svevo. Ops, te li eri dimenticati…
Mah… da noi il Francia quelli che fanno la prima communione rappresentono meno degli 45% che sono stati battezzati …. E questo dato scendo da piu di un punto ogni anno .
Se il figlio o la figlia del vicino di casa frequenta la chiesa o la moschea o qualche tempio buddhista sarà l’ultimo problema degli vicini di casa….
Altri paesi, altre mentalità….
Avrei capito de Francia ed Italia fossero state a 10.000Km di distanza l’una dall’altra, ma essendo confinanti, trovo per l’ennesima volta, la situaizone italiana molto triste. 🙁
@ Batrakos. Scrivendo di osteria mi riferivo a un “topos” letterario ed estetico non necessariamente indegno: ho citato Rabelais non certo a caso ( avrei potuto fare lo stesso con Cecco Angiolieri e Francois Villon; magari aggiungendo il carraccesco “Il mangiatore di fagioli” ): una concezione dell’esistenza in cui si avverte il fermentare “vitalistico” della materia. Perfino Gesù veniva accusato dai Farisei di accompagnarsi con mangioni e beoni, e quanmto alle barzellette degli oratori…
Il problema si pone quando, sulla base di questa concezione ( mista a esistenzialistica disperazione ) si pretende di escludere la possibilità di sentimenti puri e innocenti in chi la pensa e la vive diversamente. Mi vengono in mente i filmetti anni ’70 ( il cui illustre archetipo è “Signori e signore” di Pietro Germi in cui la vita nelle città venete è messa regolarmente in burletta come concentrato di formalismo esteriore, ipocrisia devozionale-affaristica e ignoranza. Eppure dal Veneto venivano fuori personaggi nitidi come Albino Luciani che, da vescovo di Vittorio Veneto, si mise a vendere a rotta di collo beni della curia per risarcire le persone illuse e truffate da Giambattista Giuffrè, il “banchiere di Dio”; oppure i missionari presenti in gran numero in Africa, come segnalato dallo stesso Moravia.
Quello che dispiace a me e credo ad altri è la “cattiveria” frequente nei cosiddetti “progressisti”; siccome a loro manca la virtù ( teologica ) della Speranza, bisogna darsi al sarcasmo contro chi ce l’ha; insomma un atteggiamento alla “Amici miei” con scene pseudodivertenti come la partecipazione al concorso di musica sacra corale con il canto “Vaffancul…”
Indubbiamente lei ha un curriculum di letture umanistiche; basta solo il nickname ( Aristofane? ); sono gli altri, molti altri a non averle; non parliamo della “cavalcate storiche” del genere “Storia della libertà” di Paolo Villaggio ( affetto da antireligiosità parossistica, oltre che da preparazione approssimativa per consapevole faziosità e malamente rabberciata; basta la mostruosa cantonata di Galileo condannato per aver affermato che la terra è piatta ).
Io chiuso in un “Piccolo mondo antico”? Direi proprio che lei si sbaglia: come sostenere che un amante dello stile Biedermaier deve necessariamente detestare Klimt o l’Art Deco. Se ho scelto il nickname “Florenskij” ( senza pensarci troppo, per la verità ) è stato perchè ritengo necessario procurarmi al più presto la cultura scientifica che mi manca largamente ( ma di cui non sono nemmeno del tutto digiuno ), consapevole come sono dei limiti dell’approccio solamente umanistico.
Questa della mia “biblioteca polverosa” è una grandissima balla che qualcuno si inventato a propria illusoria consolazione. Tra parentesi posso dirle di essere entusiasta dell’ingiustamente dimenticato Papini anche per gli aspetti di problematica futurologicain lui presenti ( la Terra come “pianeta pericoloso” ).
Tornando a Lolli, posso assicurarle che la mia prima comunione è stata tutt’altra cosa; direi un’esperienza misticaassolutamente analoga a quella descritta da Papini; oltretutto senza forti pressioni familiari, tant’è vero che i miei due fratelli sono diventati non praticanti senza la minima pressione in contrario da parte dei familiari.
@ Batrakos. Scusi l’insistenza, ma va detto. Il sottoscritto amante del “piccolo mondo antico” ha letto, oltre a Dawkins, Daniel Dennett e altri autori della “filosofia della mente”), tra cui Douglas Hofstadter ( “Anelli dell’io” ), di cui si accinge ad affrontare, stavolta sul serio, “Goedel, Escher, Bach”. Le basta?
Beh…ma qua lei giudicava Lolli con una superficialità tale da mostrare di non sapere bene ciò di cui parlava, e visto che parliamo di letteratura e non di filosofia o epistemologia.
Se lei mi invita a leggere qualcosa altro oltre ‘allo sgangherato Lolli’ (il cui testo secondo me, e le ho detto perchè, lei non ha nemmeno ben capito, magari proprio per pregiudizevole spocchia,,), citandomi Papini, spiegandomi anche chi è come se lo sapesse solo lei, scoprendo l’acqua calda, dato che Papini è patrimonio comune di chiunque abbia una conoscenza manualistica (a proposito, lei da per oggettivo Papini come il miglior scrittore cattolico… io ad esempio gli preferisco di netto Federigo Tozzi), che vuole che le risponda???
‘migliore scrittore cattolico’, intendo ‘dell’epoca’ ovviamente…
Lei, caro Flo, ha questo difetto: crede a priori di essere, quasi fosse un redivivo umanista rinascimentale, una spanna più istruito di chiunque anche quando dispensa nozioni comuni; ma, glielo dico da miscredente e da persona comunque tendenzialmente meno erudita di lei, stia attento che la superbia è una brutta bestia e mette anche a rischio di brutte figure…
Guardi, Flo, ho letto la sua risposta più articolata solo ora.
Io ho citato Lolli, se ci fa caso l’ho scritto prima del testo, perchè la descrizione della comunione degli amici sopra mi aveva rimandato alla mente questa canzone, non per una sorta di venerazione per il personaggio, nè escludo che altri possano aver vissuto diversamente quel giorno (nemmeno Lolli, credo, se vede il riferimento ai bambini che cantano allegri).
Però lei ha denigrato il personaggio e si è messo su un tono di superiorità per me ingiusta (e non sono il solo a rilevarlo…), e da lì è seguito un po’ tutto il resto del discorso.
🙂
Scusa, sono un imbranato ho risposto sotto!
E’ persino piacevole notare come gli stessi cristiani si diano zappate sui piedi.
Un po’ di folklore, in fondo, ci va, no?
oh,
un po’ di giuseppinismo
non fa mai male.
Un po’ dici?
dai, capiscilo… magari gli scappano anche un paio di rinfreschi
Parafrasando il professor Gualerzi più sopra,
“primum manducare, deinde pretare”!
Il fatto che le cerimonie della prima comunione, a livello di massa, non centrino niente con la fede cattolica, mi sembra sia stato abbondantemente enunciato, sviscerato, esemplificato, tanto che persino Ale cattolico ha colto almeno un riverbero di tale verità, con l’ovvio commento bigotto che da lui ci si poteva aspettare. Quindi?
quindi (almeno in italia) il cattolicesimo è forma e non sostanza.
beh si, in effetti già si sapeva.
@ Nathan. Se non fanno festa sono intimisti o lugubri; se la fanno sono festaioli non cristiani.
In che occasione Gesù fece il primo miracolo? A una festa di matrimonio, per rimpolpare i rifreschi con la moltiplicazione del vino. Quel Gesù che andava racontando la parabola dell’abito nuziale.
Ah, la parabola presa il cui significato esoterico è stato cortesemente scippato al culto di Iside, proprio mentre replicava uno dei miracoli già attribuiti a suo tempo a Dionisio proprio nel bel mezzo di altre nozze… quella parabola?
@ FSMosconi
Questi hanno scippato tutto alle religioni preesistenti,
altrimenti come avrebbero fatto a “convertire” mezzo mondo?
Evidentemente il “monsignore” quando va in estasi davanti ad una “Vergine con Bambino”, non sa di venerare Iset “il Trono” grecizzato Isis che regge il divino infante Hor Pa Khered “Oro il giovane” grecizzato Arpokrates.
Ah il Frazer che grande maestro…
@cyberego
Be’, quello è il meno: quando qualcuno cita i Cherubini pensando siano paffutelli remake di Nike non sa di star parlando dei quattro punti solstiziali (K’rb in Mesopotamia, traslati poi nei rispettivi attributi di Venere: Shedu e Lamassu) che generarono poi il tetramorfo evangelico, allo stesso modo quando si celebra l’entrata a Gerusalemme non sanno nemmeno che è la replica di Ba’al venuto a cacciare Attar/Ashtar e fare le divine chiappe di Mot/Motu a strisce… cosa in effetti non gli si può contestare visto che lo fecero già al loro tempo i Giudei con Bala’am ben Peor (grossolana dissimulazione di Ba’al Peor) e Mardocheo (Marduk, il Toro Solare: anche questo già attributo in Siria del già citato dio solare).
In più: come mai il loro dio usava la tradizione cananea per scacciare i demoni? Se non sbaglio lo si contestava di risanare i malati nel nome di Belzebù, eppure a ben vedere quello è solo uno storpiamento dell’ex-cananeo attributo del padrone-Signore: Ba’al Zebul “ba’al Grande-Signore”, venerato appunto proprio nelle regioni Cananee.
Specifico: attributo anodino. Invocato proprio per curare ed esorcizzare…
Mi sembra che nel mio post non attaccavo i sedicenti cristiani per eccessivo festaiolismo (licenza polemica…) ma gli atei per eccesso di scandalo sulla cosa, che francamente ritengo un problema irrilevante. Se la gente ama fare feste, e si attacca a miti e riti religiosi per averne giustificazione, e le riviste femminili riempiono pagine con consigli sugli abiti, i menù, le locations etc., non mi sembra sia una cosa nociva, al massimo stupida.
Da Flo è arrivato un commento improntato al solito vittimismo insopportabile dei cattolici reazionari, “allineati e coperti”.
E anche per quanto riguarda il battesimo le cose non vanno molto meglio. Tre mie colleghe (quindi metà ufficio, a livello di statistica) sono coinvolte più o meno direttamente nel battesimo, come madre o madrina o semplicemente invitate, anche in più di un’occasione.
Da quello che mi raccontano, l’incontro a casa con i catechisti che spiegano il significato del battesimo è la rottura di scatole. La questione della prenotazione del luogo per il rinfresco è la cosa più importante e impegnativa. Poi vengono i regali (nel caso di chi deve fare da madrina/padrino. Il valore del battesimo?? Chi ne parla…? La giustificazione principale è questa: se non glielo fai adesso:
1- durante l’infanzia/adolescenza rischiano di essere esclusi dai coetanei (e se tutti ragionano così, è dura cambiare l’andazzo);
2- quando saranno grandi, a meno che abbiano un’illuminazione, non lo faranno mai di loro iniziativa.
Questo da parte di persone non particolarmente assidue alla dottrina cattolica.
Bah..
che poi non è per nulla vera la balla dell’esclusione.
i non battezzati che ho conosciuto io son sempre stati “i re della festa” come popolarità e amicizie.
Vero, è ciò che ho visto anch’io.
Le cerimonie “s’ordinanza” sono tutte una palla al piede, sia che si tratti di cerimonie religiose, civili o di qualsivoglia altro tipo. La cosa odiosa non è la cerimonia in sè, ma l’imposizione sociale che le accompagna. E quella non è certo un fenomeno legato solo al cristianesimo, né solo alla religione. Ad esempio, alcuni d’anni fa m’è toccato sostenere una accesa discussione col dirigente della mia scuola perché ho osato mettere in dubbio l’utilità didattica della tradizionale “festa di fine anno” con concertino annesso, tirandomene motivatamente indietro. Più di recente, qualcosa di simile mi è capitata in merito alla partecipazione (che si pretendeva obbligata) ad una celebrazione per il 25 aprile, anche quella didatticamente più un danno che un vantaggio, ma non importa, perché “così fan tutti, e che figura si fa a far diversamente? Asociale bastian contrario!”.
se può servire a chi di voi non ha fatto la comunione 😉 della mia ricordo solo che fui obbligato a farla da mia madre, che non voleva sentirsi da meno rispetto alle amiche i cui figli frequentavano la parrocchia.
il giorno della festa partecipai assente, masticai l’ostia di malavoglia e poi ci fu il pranzo al ristorante che costituiva una specie di regalo.
lo ricordo ancora, ottimi i primi di pesce e la grigliata 😀 poi da quel giorno (era la primavera del 1981, non avevo ancora compiuto 11 anni) non sono più entrato in una chiesa.
Stefano,
abbiamo condiviso “quasi” la stessa esperienza.
Io ero letteralmente terrorizzato dal non riuscire a ingoiare l’ostia…quel “figlio di Eva” del prete ci aveva riempito la testa di terribili accidenti se avessimo osato “mordere” il “corpo di XP” (tipo veder sprigionare fiamme dalla bocca, soffocare immantinente ecc).
A fine cerimonia ero anch’io svuotato e anch’io da quel giorno non ho più messo piede
in quegli antri di superstizione.
E sarebbe la “religione dell” Ammmore”…
infatti ho sempre ringraziato la chiesa per avermi fatto capire in cosa consiste la loro religione 😉 ero ancora piccolo ma non avevo mai avuto la voglia di esplorare quei brutti palazzoni con la croce in cima al tetto, sopratutto il simbolo del crocifisso mi aveva e mi ha sempre spaventato perchè non lo percepivo come un “segno” di amore ma vedevo solo quello che c’era da vedere, un poveraccio massacrato, seminudo e inchiodato ad un orribile strumento di morte.
Quello che ricordo io è:
– quando, settimane prima, chiesi a mia zia che sapore aveva l’ostia e lei mi rispose che era come il cono del gelato (che non mi è mai piaciuto), dissi “che schifooo!” e lei si arrabbiò tantissimo.
– Durante i tristi scatti dal fotografo (sfondo azzurro e richieste di sguardi gorettiani per dare senso all’immagine) mi sentivo un’emerita deficiente
– il giorno della cerimonia entrò in vigore l’obbligo delle cinture di sicurezza (che volete che vi dica? Non posso selezionare i ricordi!)
– durante il pranzo al ristorante mio cugino guadagnò cinque punti in testa cadendo sul vetro
– il Commodore 64
Assolutamente nessun ricordo di quanto accadde in chiesa, probabilmente, come sempre succedeva in quel posto, la mia mente era rivolta altrove.
lol! comunione movimentata 😆
noi avevamo il saio bianco, fortunatamente niente foto “gorettiane” ma le solite foto menose si.
le feste le facevamo a casa, i miei si son sempre rifiutati di andare fuori a mangiare per ‘ste robe.
mi ricordo che mia mamma mi aveva tagliato la frangia troppo corta (che già di per sé non era il massimo della vita) e mi sentivo una cretina -.-”’
nei giorni prima, storie molto splatter (narrate dalle suore) su cosa sarebbe successo se avessimo masticato l’ostia e via dicendo. ma son cresciuta guardando IT e affini, quindi poco mi hanno impressionato
Ritorno a pensare alla teoria del fungo sacro – amanita muscaria. il suo cappello era a forma di pagnotta e conteneva una sostanza allucinogena molto potente. Era un frutto manipolato da sacerdoti e sciamani. Chi ne mangiava faceva così dei “viaggi” in mondi surreali. Forse era quello il “pane” che fu realmente spezzato e distribuito?
Non è improbabile amico mio,
una sorta di “peyotismo” precristiano, magari tollerato nelle chiese d’Oriente, molto
più aperte alle suggestioni psichedeliche.
Discorsi da taverna…..Ma poi che ve ne frega ? Allora é vero che non volete nessuna forma di libertà. Parlate sempre di separazione tra stato e chiesa, dicendo che la religione é un fatto privato, ma non esitate a rompere le p..le per ficcare il naso dove non avete ragione di farlo.
da cosa deduci che non vogliamo nessuna forma di libertà?
voi ficcate il naso e rompete le palle ovunque, non vedo perchè ti irriti così tanto quando si critica la VOSTRA totale incoerenza.
Eh no vedi?. Ogni volta che accendo la radio o la tv (pubbliche) o leggo i giornali c’è sempre un prete che ci “spiega” e ricorda tutti questi riti “sacri”. Poi si scopre che in realtà sono pura banalità e che i fedeli le vivono come un’occassione per fare shopping e mostrare chi c’è l’ha più lungo. Mentre ci sarà invassione clericale riguarderà anche noi.
ce ne frega eccome.
tenetevi pure i vostri ridicoli riti pagani e lasciate che la gente viva la sua libertà.
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rende bene il concetto
Dottoressa,
Suvvia…non sta bene da parte di una signora!
E poi Gesù piange… 😉
trovo queste vignette semplicemente geniali 😆
@ giuseppe
“(…) ficcare il naso dove non avete ragione di farlo”?
Più ragione di così! Ma non ti sei accorto che qui tutti o quasi non fanno che ricordare un’esperienza che li ha coinvolti ‘innocenti’ e che molto probabilmente ha contribuito come poche altre a far loro scoprire quanto siano vuoti, privi proprio di ‘spiritualità (sì, uso un termine a voi tanto caro che tirate fuori ad ogni occasione) le vostre cerimonie, i vostri riti sempre più stanchi e occasione di tutto meno che di quella religiosità che dite di testimoniare?
Vorresti toglierci questo ricordo che riaffiora prepotente di fronte al ripetersi di questo spettacolo mondano gabellato per cerimonia sacra anche per ricordarlo ai tanti che vi partecipano per puro conformismo? Ti pare che si tratti un fatto privato?
Discorsi da taverna…..Ma poi che ve ne frega ?
ma a TE che te frega di cosa parlano atei e agnostici? se non hai voglia di leggere discorsi da taverna NON frequentare questo blog. Nessuno ti obbliga, mi pare.
parla il supporter del club delle fascine.
quelle che venivano usate per riscaldare il dialogo con i non credenti.
bella cosa la libertà: magari prima o poi capirai cos’è…
A ciascuno la sua poesia Non vale certo quella di tal Claudio Lolli, di cui sopra, pazienza. Intelligenti pauca.
Prima comunione: siamo a Milano nell’ottocento e una bambina chiede un dono ad un anziano signore, un tal Sandro, che le scrive un biglietto, che qui si trascrive.
Chi dell’erbe lo stelo compose
che ne trasse la spiga fioritta
che nel tralcio fe’ scorrer la vita
che v’ascose dell’uve il tresor
Tu quel grande quel santo quel buono
ch’or qual dono il tuo dono riprendi
e che in cambio qual cambio ne rendi
il tuo corpo il tuo sangue Signor
Sinceramente, a parte l’uso ben riuscito del decasillabo (anche se quello del coro del Conte di Carmagnola -per capirci ‘S’ode a destra uno squillo di tromba’,,,- è per me più incisivo), non è una delle migliori di Manzoni, almeno a mio gusto.
“Tu quel grande quel santo quel buono
ch’or qual dono il tuo dono riprendi
e che in cambio qual cambio ne rendi
il tuo corpo il tuo sangue Signor”
Non entro nel merito del valore di questi versi, fossero anche di Alessandro Manzoni (grande romanziere, scarso poeta), ma si ha idea di tutta la bolsa retorica che sta dietro a queste parole, di come possa trovare riscontro nella testa della povera bambina quello ‘scambio di doni’ così truce se preso alla lettera? E perchè mai non dovrebbe prenderlo alla lettera?
Oggi le cose da questo punto di vista non sono cambiate molto: siamo sempre di ffronte ad un rito di iniziazione, che, come tuti i riti di iniziazione deve presentare un quadro esoterico, da assorbire passivamente e assolutamente da non ptretendere di comprendere. Anzi, sarebbe considerato blasfemo.
Inizia in realtà, o continua, un processo di corruzione del cuore e delle menti di tanti bambini.
Lei santo subito, santo subito…
Concordo con lei professore, sul fatto che “don Lisander” abbia scritto pagine in prosa molto felici a volte sornione e graffianti, ma quelle in versi denunciano spesso
una “digestione un po’ difficile”!
Bruno.
Su Manzoni scarso poeta non sono completamente in sintonia; anche se qua si va sui gusti e quel che dirò è appunto mio gusto personale e in quanto tale parliamo solo per fare due chiacchiere e certamente non da esperti di letteratura, e magari i più esperti se capiteranno qua e avranno voglia e tempo ci correggeranno (penso in particolare a Ferrer, che si dimostra straordinariamente edotto in letteratura).
Gli Inni Sacri restano davvero indigesti anche al sottoscritto; però alcune liriche manzoniane sono discrete (e penso soprattutto ad alcuni Cori) anche se mai a livello dei grandi della poesia più o meno coevi (un Leopardi e un Foscolo se lo mangiano), e soprattutto comunque Manzoni amava un genere tendenzialmente classicista -in Manzoni il classicismo razionalizzante accompagna molto la vena romantica, come in buona parte del Romanticismo italiano- quale la tragedia, che per le corde nostre è superata, ma che non lo era in quell’epoca, tantopiù che poteva dare modo espressivo allo ‘storicismo’ manzoniano che troverà il culmine nel suo romanzo (o forse nei suoi romanzi, visto che alcuni considerano il Fermo e Lucia un’opera di fatto diversa dai Promessi Sposi) e che gli permetteva di conciliare alcuni punti dell’illuminismo con la provvidenzialità cristiana (ovviamente quando parlo di ‘conciliare’ non intendo in senso filosofico su cui già abbiamo tutti indirettamente detto la nostra, ma più che altro personale e dunque parlandone in senso biografico e non oltre).
Il Cinque Maggio è invece secondo me una gran bella poesia in senso assoluto.
Kaworu kavoru convertiti.
il cattolicesimo l’ho già mollato (formalmente, dato che “sostanzialmente” cattolica non lo son mai stata), tranquillo 😆
PENITENZIAGITE OMOSESSUALISTI!
E VOI PERVERSE ADORATRICI DI SAFFO, REDIMETEVI
E SEGUITE L’ IMITATIO MARIAE !
SIATE MADRI FECONDE & MOGLI SOTTOMESSE!
O VI ASPETTA L’INFERNO SOTTO FORMA DI UNO DEI VOSTRI
OBBROBRIOSI RITROVI OMOSESSUALISTI (tipo MUCCASSASSINA)
DOVE SARA’ PIANTO & STRIDOR DI DENTI!
(‘mazza quante fregnacce ho scritto ahahahahahahahahahahahaha!)
Ieri, nella classe della mia bambina , si sono riunite le maestre ed hanno consegnato i regali per la Comunione a 12 dei 17 bambini presenti, con tanto di commenti vari e informandosi sulla quantità dei regali ricevuti da ognuno.
Premesso che io sono sbattezzata, mia figlia non è battezzata, e che la decisione di non fare la Comunione è stata frutto di lunghe e pacate discussioni sul rispetto e sull’opportunità di fare scelte importanti quando si è maturi e consapevoli, mi sono ritrovata impotente di fronte alla sua tristezza dovuta non al mancato regalo,ma al messaggio implicitamente giudicante delle sue “care “maestre.
Stamattina ,con un’altra mamma abbiamo mandato un piccolo simbolico regalo ai bambini “che non faranno la Comunione, un gesto di autoaffermazione che crediamo dovuto,vorrei però che qualcuno ci aiutasse a capire cosa fare per sollevare almeno il problema, e sapere se possiamo appellarci anche a qualche articolo di legge per far valere il nostro diritto di cittadini non cattolici dentro la scuola pubblica. Non abbiamo intenzione di fermarci.
@ Bruno Gualerzi. Parecchi anni fa Giorgio La Malfa, riferendosi a Roberto Formigoni, se ne venne fuori con la felice battuta “Il voto di castità può dare alla testa.” Lo stesso potrei dire a proposito dell’anticlericalismo , che può stravolgere parecchio o addirittura completamente il senso estetico. Manzoni scarso poeta? Anche lui diede un ampio tributo alle movenze delle stilistica del suo tempo, la stessa che colora i testi del melodramma, un aspetto fondamentale della cultura italiana dell’Ottocento ( a un punto tale che di Verdi è riconosciuto il contributo fondamentale al processo di riunificazione nazionale, come autore della “colonna sonora del Risorgimento” ). Tuttavia M. agitò in sè per tutta la vita il terribile problema della violenza politica, e di questa consapevolezza ( alla Shakespeare ) sono piene le sue opere drammatiche. Basta cercare su Youtube per trovare brani dell’Adelchi di una potenza e insieme di una compunzione estrema. Io ai tempo del liceo rimasi impressionato dalla citazione delle parole di Adelchi morente al padre]: “Godi che re non sei, godi che chiusa t’è ad oprar ogni via… Una feroce forza il mondo possiede, e fa chiamarsi dritto… ” Anche brani non a sfondo politico come la narrazione del viaggio del diacono Martino ( Youtube ) si difendono. O no?
] Grandioso l’Adelchi di Gassman ( brani su Youtube )
Quanto alla comunione come “rito di iniziatico” rispondo che è vero. E allora? Questi riti non sono forse antropologicamente indispensabili? Non sono presenti in tutte le culture? A me l'”iniziazione” non ha impedito all’inizio dell’adolescenza di pormi il problema sulla verità o meno della religione cattolica, da cui tutto un programma di verifiche critiche. Sa com’è. a undici anni leggevo il Vangelo, ma anche l’enciclopedia…
Nel celebratissimo film antiautoritario “L’attimo fuggente” ( quello di “O capitano. mio capitano” e di “Carpe diem” che io andai a vedere con la classe A SPESE DELL’ENTE PUBBLICO TERRITORIALE, BENCHE’ FOSSE DI PARTE – segno che il “vizietto” di farsi pagare il NOSTRO indottrinamento è comune ) che cos’è la “Società dei poeti estinti”se non un gruppo iniziatico ?
Posso affermare in tutta serenità che no, i riti di passaggio non sono affatto indispensabili; purché si sia usciti dal Neolitico e dai suoi strascichi, beninteso.
E l’ “Attimo fuggente” è pura retorica spontaneista. Inguardabile.
L’ “Attimo fuggente” è proprio quello che si definisce un film ‘ruffıano’.
@ Flo
Mi sono stancato di dire sempre ‘secondo me’, e così ciò che ho detto di Manzoni, cioè quanto ho ritento dalla lettura, ormai lontana, delle sue opere, può sembrare un giudizio da critico letterario. Che non sono, nè mi interessa esserlo. Ribadisco: ho amato molto i Promessi Sposi e anche ora, nel panorama letterario ell”800 italiano ma non solo, non vedo niente di meglio. In quanto al Manzoni poeta… quando ‘scoprii’ Leopardi, tutti gli altri mi sembrarono – naturalmente sbagliando, ma non sono questi gli errori che più mi angustiano – trombe sfiatate.
Lo stesso dicasi per il discorso dell’iniziazione. Io ho vissuto – certamente puntando più che altro sul ricordo che me ne è rimasto – la prima comunione (a 5 anni, oltre tutto!) come un rito mirante solo (come del resto il battesimo e gli altri sacramenti) a farmi sentire appartenente ad una comunità – che questo si chiami iniziazione o in altro modo – di cui era impensabile non far parte, anche se allora vi aderii, come credo tutti i miei compagni, senza ovviamente rendermene conto.
A te non ha impedito in seguito di scegliere autonomamente, cioè immagino al di fuori di ogni condizionamento? Saprai tu se questo condizionamento c’è o non c’è stato. Io, per scegliere liberamente, ho dovuto riconsiderare tutto e rendermi conto di quanto fossero vuote di autentici contenuti umani quelle scadenze. Assieme naturalmente a tutte le altre.
L’anticlericalismo che acceca? Considerando, come considero io, clericalismo tutto ciò che viene vissuto fideisticamente – religioni in testa naturalmente, ma certo non solo – è per me la fede che rende ciechi. Inutile star qui a rilanciarsi le solite accuse… e anche di questo nel blog ho già parlato a sazietà
In quanto al film da te citato io e molti colleghi ci siamo trovati d’accordo nel ritenere quella pellicola quanto di più deleterio ci fosse per ogni serio impegno educativo. Altro che antiautoritarismo! E ho dovuto faticare non poco per mostrare ai ragazzi che pensavano di gratificarmi identificandomi un pò con quell’insegnante, quanto fosse fasulla quell’esaltazione. E come dovessero sempre stare in guardia da simili ‘pifferai magici’
La teofagia (dal greco antico theòs e fagein, “mangiare dio”) è un rituale religioso consistente nella consumazione di un cibo considerato divino, in base a una identificazione simbolica con la divinità stessa. È presente soprattutto in alcune religioni primitive.
Secondo la fede cristiana cattolica e ortodossa, La teofagia (dal greco antico theòs e fagein, “mangiare dio”) è un rituale religioso consistente nella consumazione di un cibo considerato divino, in base a una identificazione simbolica con la divinità stessa. È presente soprattutto in alcune religioni primitive.
Secondo la fede cristiana cattolica e ortodossa, nel rito dell’Eucaristia i fedeli assumono la sostanza del corpo e del sangue di Gesù, presente nell’ostia (pane non lievitato) e nel vino in seguito alla transustanziazione.
Questa cosa la dedico a Flò, detentetore di tante verità.
Davvero inquietante ,sono sgomento !
(Wikpedia )
Non esiste per i genitori l’esigenza di fermarsi e rileggere il percorso di vita dei loro figli, insieme ai figli stessi, valorizzando anche quanto i bambini vivono a scuola, nelle attività del tempo libero, nelle varie situazioni del loro territorio… ? Non esiste per i genitori l’esigenza di arricchire il loro rapporto con i figli, anche consultano qualche manuale o sito di pedagogia, e senza ovviamente acquistare a scatola chiusa un pacchetto di idee formulate da qualcun altro? Non nasce l’esigenza di fare tutto questo anche prescindendo dal fatto di vivere nella stessa casa oppure in due case diverse (questa ultima situazione definita sempre con il termine negativo di “separazione”!)? Se esigenze di questo tipo esistono, allora mentre gli amichetti festeggiano la prima comunione, questi bambini possono essere invogliati a raccontare e festeggiare, insieme a genitori, parenti ed amici di famiglia, ciò che la vita ha loro fatto scoprire di interessante fino a quel momento!
Che farsa pazzesca! Calderon de la Barca ha detto che la vita è sogno; Shakespeare che è una favola narrata da un idiota. Chi dei due ha ha ragione? Entrambi? Nessuno dei due?
Tiriamo i dadi?