Cedu: “Spagna, ok licenziamento prete insegnante di religione in scuola pubblica non allineato a Chiesa”

Una recente sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo ha dato ragione alla Chiesa spagnola, permettendo il licenziamento di un sacerdote sposato e critico verso le posizioni ufficiali del clero dall’incarico di insegnante di religione in una scuola pubblica.

L’Osservatore Romano, riprendendo il giudizio dell’associazione di legali di ispirazione cristiana European Centre for Law and Justice (Eclj) che ha seguito il caso, parla di vittoria per la “libertà religiosa”. La storia è quella di José Antonio Fernández-Martínez, un sacerdote sposato con rito civile e attivo per togliere l’obbligo del celibato ecclesiastico. La Chiesa spagnola, visto che l’uomo non era allineato con le posizioni ecclesiastiche, non gli ha rinnovato il nulla osta come insegnante di religione in una scuola pubblica.

Il caso è simile a quello di Resurrecion Galera Navarro, insegnante di religione licenziata perché sposata con un uomo divorziato. Aveva fatto causa allo stato – che paga gli stipendi ai docenti di religione – e aveva ottenuto ragione in Corte Costituzionale.

Per Fernández-Martínez la vicenda è più complicata, perché è un religioso. Il vescovo di Cartagena nel 1997 gli aveva revocato il permesso di insegnamento. Il tribunale per il lavoro aveva disposto il reintegro, contro il quale hanno presentato ricorso sia la diocesi che lo Stato. Il caso è arrivato fino alla Cedu di Strasburgo, che ha però sostenuto il punto di vista della Chiesa. Sulla base delle legislazioni nazionali sarebbe quindi possibile licenziare un religioso che non è allineato con le posizioni delle gerarchie ecclesiastiche, sebbene il suo posto di insegnante sia finanziato da soldi pubblici.

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22 commenti

Tiziana

ma la cosa sensazionale, secondo me, è che il solo giudice spagnolo è stato contrario al pronucniamento. (stando a quel che ho letto qualeche giorno fa sul Corriere articolo firmato da Marco Ventura)

RobertoV

Anche in Germania c’era stato un caso simile, questa volta con la chiesa evangelica luterana. Il dipendente si era rivolto ai sindacati poi alla corte europea che aveva rigettato la sua richiesta affermando che una persona legata ad una chiesa non può invocare le tutele sindacali riconosciute agli altri lavoratori, ma solo rivolgersi alle strutture interne della chiesa e vale il suo regolamento interno.
Come si può parlare di libertà religiosa quando non è tollerato il dissenso all’interno di una religione? Questo dimostra anche quanto siano false le difese dell’ora di religione col pretesto che si parli anche delle altre religioni, mentre non si tollerano deviazioni dalla propria. Ed infatti in quelle nazioni dove c’è una pruralità di religioni c’è anche una pruralità di ore di religione, ognuna tiene al proprio orticello ed alla possibilità di indottrinare.

Reiuky

Non capisco… se il prof è spesato dalla chiesa, allora è giusto che sia la chiesa a dettare regole. Ma se è spesato dallo stato, in una struttura dello stato, deve stare alle regole dello stato.

Roberto Grendene

il fatto tragico è che è spesato dallo Stato, ma scelto ed eventualmente buttato sulla strada dalla Chiesa

e in Italia è la stessa cosa: gli insegnanti di religione cattolica devono avere il nulla osta del vescovo, sono pagati dallo Stato e insegnano la dottrina della Chiesa (l’insegnamento religioso cattolico nelle scuole statali avviene “in conformità alla dottrina della Chiesa”, come da protocollo addizionale al Concordato)

RobertoV

La cosa assurda è che se viene “buttato sulla strada” dalla chiesa lo stato lo tiene e lo converte ad altro ruolo d’insegnamento e per lui valgono quelle tutele sindacali che prima non gli venivano riconosciute.
Purtroppo i concordati dell’epoca fascista legano le mani in molti stati (vedi anche Austria e Germania).

Tiziana

La qual cosa dovrebbe convincerci che ogni discorso – pure alto e interessante fra di noi – è del tutt inutile se non si affronta l’unico grande tema che è quell del ritocco sostanziale della Costituzione. In particolare mi riferisco all’articolo 7

RobertoV

Tiziana
L’anno scorso in Austria hanno promosso un referendum proprio per l’abolizione del concordato e dei privilegi della chiesa cattolica. il risultato è stato purtroppo deludente, non sono neanche riusciti a raccogliere le firme necessarie per poterlo proporre. Ovviamente il governo dei popolari aveva oscurato la proposta.
Le critiche mosse a tale iniziativa erano sul fatto che l’intervento proposto era troppo radicale ottenenendo solo l’appoggio di alcuni gruppi minoritari.
Si credeva di essere ad un buon punto visto che ufficialmente solo il 64% degli austriaci è cattolico (la percentuale scende di un punto all’anno) e di questi l’80% è molto critico con la propria chiesa. C’era stato il pesante scandalo pedofilia nel 2010 e 2011 e la riammissione dei lefebvriani aveva sconcertato i fedeli austriaci, oltre alla scelta di un vescovo reazionario come Wagner.
La situazione in Italia è decisamente peggiore. Se non ci sono i numeri e le condizioni proposte troppo radicali rischiano solo di rafforzare gli altri e ricompattare il gruppo. Io credo che l’unica possibilità sia l’erosione e l’attesa.

giuseppe

C’é un concordato che regola il problema. Il professore, se ne ha capacità e competenza, insigni altro che una religione fai da te.

Kaworu

in effetti sono d’accordo.

un po’ come un ginecologo antiabortista beccato a fare interruzioni di gravidanza nella clinica privata, diciamo.

(uhm… ma questo lo licenzierebbero dall’ospedale pubblico?)

Southsun

@ giuseppe.

Infatti è per questo che il concordato va abolito o rivisto. Affinchè la Chiesa non faccia i propri comodi in strutture PUBBLICHE e con i soldi PUBBLICI.

Paul Manoni

Qui in ItaGlia poi…! 😯
Padri Pii e Santi Subito, incorniciati in un tripudio di ferri di cavallo, zampette di coniglio e cornetti rossi…E se non funzionano le preghiere, ovviamente si consulta la comare fattucchiera del quartiere…! 😉

whichgood

Mah si, chissenefrega. Licenzino e facciano quel che vogliono di questi cialtroni, tanto per quello che devono “insegnare”. Sono delle persone squalide che approfittano il privilegio di essere paraculati dalla Chiesa per passare davanti nelle liste di attesa ai professori veri e onesti, godendo anche di privilegi economici. Si mettono in mano alla mafia (Chiesa) e dopo pretendono diritti. Per me possono anche crepare.
Il problema riguarda l’IRC nella scuola pubblica, questo è l’unico problema.

enrico46

Togliere l’insegnamento della religione cattolica dalle scuole, questo è il punto. Un punto di civiltà. Lo stato (noi) paga ed il vescovo decide… ridicolo. Da vergognarsi che possa succedere.

Kaworu

sono d’accordo, ma sinceramente “apprezzo” la coerenza, nel senso che forse forse è ora che i credenti inizino a capire che la religione non è come i leggings.

Losna

Un ‘insegnante di religione licenziato perchè critico verso la sua religione non mi fa pena, anzi, mi diverte!

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