Cei, nuove linee guida su pedofilia: “No obbligo di denuncia”

La conferenza episcopale ha diffuso oggi le nuove linee guida per trattare i casi di pedofilia che dovessero coinvolgere sacerdoti. Nonostante la più volte annunciata volontà di fare pulizia e garantire trasparenza viene sostanzialmente riconfermato, proprio sulla base dei privilegi concessi dal Concordato, il modus operandi della Chiesa cattolica che tante criticità ha fatto emergere in passato.

Soprattutto durante il pontificato di Benedetto XVI sono scoppiati numerosi scandali sessuali che hanno coinvolto tanti sacerdoti in tutto il mondo. Con la tendenza da parte delle gerarchie non solo a non denunciare e a scoraggiare la denuncia, ma anche ad insabbiare molti casi. Comportamento che ha suscitato una diffusa indignazione e che ha contributo al calo di consensi in diversi paesi, come gli Stati Uniti o l’Irlanda.

Sulla base delle nuove disposizioni Cei, per i vescovi non vi è alcun obbligo di denunciare alla giustizia civile, nel caso venissero a sapere che un prete ha commesso abusi sessuali nei confronti di bambini. Perché il vescovo “nell’ordinamento italiano” non ha “la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio”: quindi “non ha l’obbligo giuridico di denunciare”.

Monsignor Mariano Crociata, segretario generale dei vescovi italiani, conferma la volontà di “cooperazione” con la giustizia italiana. Ma “restano fermi i vincoli posti a tutela del sigillo sacramentale”, si tiene a ribadire nel documento. Ovvero, il segreto confessionale viene tutelato, anche in casi gravi come la notizia di condotte illecite. La cooperazione con l’autorità civile può esservi “nell’ambito delle rispettive competenze e nel rispetto della normativa concordataria e civile”. E, si badi bene, “nessuna responsabilità, diretta o indiretta, per gli eventuali abusi sussiste in capo alla Santa Sede o alla Conferenza Episcopale Italiana”.

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148 commenti

Lyra

Ma sapete che per un attimo ci ho pensato seriamente allo sbattezzo?
Ho letto parte (non sono riuscita a leggerlo tutto: mi veniva veramente il voltastomaco!) del documento ufficiale in cui sono riportate queste linee giuda, e mi ha fatto talmente schifo!!!! Mi sono vergognata di appartenere ancora ufficialmente a tale Chiesa!
Continuo a sentirmi cristiana e a pensare che non sia molto utile cambiare religione se si vuole contribuire a migliorare la propria d’origine, ma mi sono chiesta perchè i cattolici progressisti e stufi delle medievali gerarchie ecclesiastiche (come, in parte, potrei esser definita io stessa) non facciano sentire vigorosamente il loro dissenso!
Possibile che i cattolici sopportino tale schifezze senza fiatare???
Scusate lo sfogo, ma oggi son furiosa. 🙁

whichgood

@ Lyra

Fa come Woody Allen. Nel suo film “Scoop” ha detto di essere nato in una famiglia ebrea ma poi, una volta cresciuto si è convertito al narcisismo. 🙂

Lyra

@ DomCosmos

Come ti ho già detto (buffo parlarci anche qui sul blog dell’uaar!) tutto sommato ritengo che non sia positivo arrendersi e non tentare di apportare qualche miglioramento dall’interno.
Penso che sia assurdo che la maggioranza dei fedeli ragiona in un modo che è l’opposto di quello delle gerarchie e che di questo il Vaticano non ne tenga conto! Credo che sarebbe opportuno che i fedeli chiedano una riforma, perchè la Chiesa è intrappolata in dottrine che non vanno più bene per la sensibilità moderna e che quasi nessuno più segue.
Tuttavia sono molto scoraggiata, perchè penso che questo compito di riforma, che dovrebbe esser richiesta proprio dalla base e dall’interno, sia difficilissimo da attuare; da qui la mia voglia momentanea di lavarmene le mani e di uscire ufficialmente dalla Chiesa cattolica, di cui già da tempo non mi sento più parte!

Ripeto ancora il mio schifo di fronte a questa notizia sull’assensa dell’obbligo di denuncia: mi ha letteralmete scioccata!

nightshade90

“Continuo a sentirmi cristiana e a pensare che non sia molto utile cambiare religione se si vuole contribuire a migliorare la propria d’origine”

nel caso di una religione democratica, dove la partecipazione del suo popolo è importante, hai ragione: il modo migliore per cambiarla è dall’interno.

nel caso di una religione non democratica, dove tutte le decisioni sono prese da un piccolo gruppo di persone elette che si eleggono a vicenda (tipo le caso di vescovi e cardinali che eleggono un papa che elegge vescovi e cardinali) e dove quindi il sentire del popolo è scarsamente rilevante, il modo migliore per cambiarla è lasciarla in massa e fondare una religione identica, con gli stessi dogmi, ma senza corruzione. certo, si deve cambiare nome (ma non la sostanza del credo) e si deve rinunciare a tutte le ricchezze e il potere terreno accumulati in 2000 anni (e a questo molti, anche quando in buona fede, sono molto restii a rinunciarci), ma è l’unico modo per cambiare tale religione. una religione i cui capi non devono rispondere al gregge e che decidono loro chi sarà loro successore è impossibile da cambiare dall’interno. se non dalle gerarchie stesse. ma che a loro volta, per raggiungere tale grado, devono prima essere stati graditi (e quindi essere concordi) ai loro predecessori.

CosmoGioioso un Giorno

Da quando in qua le associazioni a delinquere legalizzate si riformano? mi rendo conto della tua apertura, ma è talmente tanto il marcio, che c’è ora e che c’è SEMPRE stato nella chiesa, che riformarla sarebbe denaturarla.

Alex

“Continuo a sentirmi cristiana e a pensare che non sia molto utile cambiare religione se si vuole contribuire a migliorare la propria d’origine”

Lyra essere cristiani ed essere cattolici sono due cose diverse.
Ci sono tantissime altre confessioni cristiane che si avvicinano di più alle tue idee del cattolicesimo. Io personalmente detesterei far parte di un’associazione che commette nefandezze anche nel mio nome (o perlomeno con la mia presunta approvazione).

Ferrer

@ Lyra

Ovviamente la decisione su aderire o meno ad una confessione religiosa e, nel caso, a quale confessione aderire dipende solo da te. Anch’io la vedo dura la posizione di un “ribelle” all’interno di una delle organizzazioni più autoritarie e gerarchiche che ci siano, tuttavia provo rispetto per chi come te e come il compagno don Gallo (che si definisce anarchico, quindi per me è un “compagno”)combatte “dall’interno” questa battaglia. Buona fortuna.

Lyra

@ nightshade90
“una religione i cui capi non devono rispondere al gregge e che decidono loro chi sarà loro successore è impossibile da cambiare dall’interno. se non dalle gerarchie stesse. ma che a loro volta, per raggiungere tale grado, devono prima essere stati graditi (e quindi essere concordi) ai loro predecessori.”
Temo tu abbia proprio ragione. E questa sensazione d’impotenza non sai quanto mi frustra, perchè non sono solo io a pensare che la Chiesa cattolica abbia bisogno di un bel ammodernamento, ma siamo veramente in tanti.
Quanti che si dichiarano cattolici possono dire di seguire veramente gli insegnamenti del Magistero? Quanti vorrebbero una maggiore apertura verso il mondo moderno, verso le scienze, verso la sessualità, verso un pieno riconoscimento del primato della coscienza?!

@Alex
Lo so che potrei cambiar confessione e diventare, per esempio, valdese. Però ciò mi farebbe non ben poca tristezza. Per i motivi che ho detto sopra a nightshade90.

@Ferrer
Grazie per l’appoggio!
Su questo blog mi sono trovata subito benissimo e non capisco come certi credenti possano bollare l’uaar e i frequentatori del sito come ostile, intolleranti e rancorosi verso i credenti.
O meglio, capisco quale sia il problema: chi sostiene ciò è per forza un fanatico religioso, perchè un credente moderato può benissimo esporre le sue idee e confrontarle in santa pace, arrivando ad avere un punto in comune con i non credenti, che si chiama laicità.

Laverdure

@nightshade90
“nel caso di una religione democratica, dove la partecipazione del suo popolo è importante, hai ragione: il modo migliore per cambiarla è dall’interno.”
Una “religione democratica “,caro nightshade,e’ semplicemente un classico di ossimoro.
Freud diceva .”Una religione e’ intollerante ,oppure semplicemente non e'(una religione).
Una religione,per definizione,si basa sulla FEDE,e la migliore definizione di fede che abbia trovato e’ questa,anche se ne ignoro l’autore :”E’ credere in qualcosa SAPENDO che non e’ vero!”
Una forma di schizofrenia autoindotta,insomma.
Prova a immaginare quanto questo si concilii con la democrazia,che per essere tale richiede maggioranze dotate di un adeguato livello di maturita’.

Rasputin

“Sulla base delle nuove disposizioni Cei, per i vescovi non vi è alcun obbligo di denunciare alla giustizia civile, nel caso venissero a sapere che un prete ha commesso abusi sessuali nei confronti di bambini. Perché il vescovo “nell’ordinamento italiano” non ha “la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio”: quindi “non ha l’obbligo giuridico di denunciare”.”

Questa è la più grossa stronzata giuridica. Un cittadino ha l’obbligo di denunciare un reato di cui è a conoscenza/testimone, se no siamo alle solite: reato di favoreggiamento.

Magdalene

Pensa, per ovviare al dettaglio che il gonnellone di turno, in quanto non pubblico ufficiale, non ha l’obbligo (ma nemmeno il divieto eh…) di denuncia, sarebbe bastato poco: invitare (costringere?) il reo confesso a costituirsi. Si sarebbe fatto salvo anche il segreto confessionale, guarda un po’.
Invece…

giulio

@ rasputin

Questa è la più grossa stronzata giuridica. Un cittadino ha l’obbligo di denunciare un reato di cui è a conoscenza/testimone, se no siamo alle solite: reato di favoreggiamento-

No, scusa, non è così.
Il cittadino non ha obbligo di denuncia per i reati di pedofilia, ce l’ha solo il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio.
E non denunciare non è favoreggiamento, nemmeno quando la denuncia è obbligatoria (es. terrorismo), in quel caso il reato è omessa denuncia.
Il punto è un altro: pur non essendoci obbligo di denuncia per la legge, avrebbero potuto introdurlo come una regola interna, d’altronde non c’è nemmeno l’obbligo del celibato per legge però lo prevedono le loro regole interne.
Evidentemente vogliono continuare a nascondere lo sporco sotto il tappeto, nulla di nuovo sotto il sole.

LEWIS

Mai notizia mi fu cosi felice!!
Art. 414 Istigazione a delinquere

alessandro pendesini

In Italia abbiamo tutti (o quasi) gli stessi diritti, ma ma ma ci sono dei “dritti” che hanno (da millenni) più diritti degli altri ! Purtroppo…..
PS. Se fossi cattolico mi vergognerei di esserlo ! Punto.

FSMosconi

Ho un vuoto di memoria ( 😉 ): chi era che esultava per la pulizia dentro la Chiesa? 🙁

nightshade90

volontà di fare pulizia un ca**o. come prima, ricordano ai loro sottoposti che non sono tenuti a denunciare (e nemmeno li invitano cordialmente a farlo comunque, si limitano a ricordare loro che possono tranquillamente evitare di farlo senza rischiare rogne) e mettono le mani avanti con un “nessuna responsabilità, diretta o indiretta, per gli eventuali abusi sussiste in capo alla Santa Sede o alla Conferenza Episcopale Italiana” (e certo: non dai disposizioni affinchè si denunci il fenomeno e ricordi che l’omertà dei tuoi mebri è un diritto, e poi, come ogni cupola mafiosa che si rispetti, ti assicuri che la colpa venga sempre scaricata sul livello gerarchico più basso mentre gli alti papaveri si lavano le mani….)

nightshade90

dal punto di vista della chiesa (dì le stesse cose di prima con nuove parole finchè non si sente la puzza di cadavere. quando oramai è del tutto impossibile e suicida farlo, fingi di aver sempre detto l’opposto) lo sono: tutto ciò che nuovo nell’aspetto con cui viene presentato ma antico nella sostanza lo è….

stefano

cercate di capire almeno, come fanno a cooperare? se cominciano anche loro a denunciare i preti pedofili gli tocca chiudere l’azienda per mancanza di personale 😀

FSMosconi

Be’, sino a prova contraria in Vaticano vige ancora la pena di morte… 😐

Daniele

FSMosconi: no, non dal 1969. L’omertà, invece, in Vaticano va ancora di gran moda.

Giuseppe Recanati

Nel 1969 Paolo VI abolì la pena di morte con la legge n° 50 ma essa ‘scompare’ ufficialmente dalla Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano solo nel febbraio 2001.
La Chiesa cattolica non ha fretta …

nightshade90

@antonio
persino il costo di un proiettile è troppo per chi, potendo ordinare ai sottoposti di denunciare SEMPRE azioni così MISERABILI e MALVAGIE, preferisce ricordare a tutti che nella legge c’è una scappatoia per tutti loro….

firestarter

qui ci vuole enrico (con la e minuscola) a spiegare con spocchia ingiustificata che non c’e’ nulla di strano in quanto e’ ragionevole assumere che gesu’ sia risorto

Francescol

…ma una bella denuncia generale alla procura della repubblica no?
Questi coprono ed insabbiano in un paese dove vige l’obbligatorieta’ dell’ azione penale.
Smettiamo di mandare i nostri bimbi in mano ai mostri.

galileo bruno

tre cose mi vengono in mente
1, se non hanno obblighi morali superiori a un qualsiasi cittadino italiano, non c’è motivo di affidargli i nostri bambini
2. NON lasciate che i bambini vengano a LORO (sgrammaticato, ma evocativo)
3. ho sentito un irrefrenabile impulso a sbattezzarmi, nonstante io lo abbia già fatto da svariati anni

Bee

Perfetto. Hanno perso un’ altra occasione per risultare credibili.

Cassandra testarda

E che sarebbe questo “sigillo sacramentale” che deresponsabilizza i vescovi e li esime dai doveri di ogni cittadino italiano onesto? Vescovi e preti dunque non sono “pubblici ufficiali” nè “incaricati di pubblico servizio”: e allora a che titolo lo Stato italiano gli paga lo stipendio e garantisce loro montagne di finanziamenti pubblici?
Questi dunque ritengono di avere solo diritti e nessun dovere o obbligo nei confronti dalle leggi dello Stato? Il Diritto Canonico viene prima del Diritto Civile e Penale? E la coscienza di “cristiani” dove sta? Basta aggrapparsi a qualche cavillo inventato pro domo sua nel medioevo a tacitare la loro coscienza? Non dovrebbero invece rivoltarsi e “cacciare dal tempio” chi compie violenze fisiche e morali sui ragazzini che vengono affidati alle loro cure?
E poi si lamentano dell’anticlericalismo!

robby

e allora non dovrebbero avere gradi militari,nel esercito,nella marina,nel aeronautica..scusate

Biondino

Così stabilisce la legge italiana (citata nel documento in questione):

Codice di procedura penale

Art. 200 (Segreto professionale)
1. Non possono essere obbligati a deporre su quanto hanno conosciuto per ragione del proprio ministero, ufficio o professione, salvi i casi in cui hanno l’obbligo di riferirne all’autorità giudiziaria:
a) i ministri di confessioni religiose, i cui statuti non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano;
b) gli avvocati, i consulenti tecnici e i notai;
c) i medici e i chirurghi, i farmacisti, le ostetriche e ogni altro esercente una professione sanitaria;
d) gli esercenti altri uffici o professioni ai quali la legge riconosce la facoltà di astenersi dal deporre determinata dal segreto professionale.

FSMosconi

Non so te ma a me risulta che per i casi di pedofilia ci sia l’obbligo di denuncia…

Kaworu

no non sempre, su questo ha ragione.

cioè, non sempre per determinate categorie, ma stiamo parlando anche di un rapporto paziente/medico-psicologo-infermiere o cliente/avvocato-notaio. e per queste categorie c’è il vincolo solo in determinati casi (professione privata, per esempio).

non di “se vengo a conoscenza del fatto che un mio collega è un pedofilo, ho l’obbligo del segreto professionale”.

Kaworu

vero.

ma è un po’ diverso non denunciare un collega sgamato sul fatto o cose simili dall’astenersi dal testimoniare contro un paziente/cliente.

Pierluigi

L’obbligo di deporre è diverso dall’obbligo di denuncia. Se si viene a conoscenza di un fatto criminoso perseguibile d’ufficio, l’omessa denuncia è un reato per chiunque. Nei casi di pedofilia alcune fattispecie sono perseguibili d’ufficio, altre no.

Pierluigi

Pardon, l’omessa denuncia del privato cittadino riguarda solo i reati puniti con l’ergastolo, i preti sono salvi, scusate l’ignoranza.

SilviaBO

“salvi i casi in cui hanno l’obbligo di riferirne all’autorità giudiziaria”
Quali sono questi casi? Quale articolo li elenca?

giulio

@ biondino

L’obbligo di deporre non c’entra nulla con l’obbligo di denuncia.
In questo caso si parla di obbligo di denuncia, e dal punto di vista formale i preti hanno ragione, il semplice cittadino non ha obbligo di denuncia per pedofilia.
La denuncia è obbligatoria per il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio.
E’ obbligatoria per il cittadino solo per certi reati come terrorismo, sequestro di persona, strage o altri, ma NON per stupro.
Il problema è un altro: anche se non c’è l’obbligo di legge non potevano imporsela come regola interna?

Enrico

Collega non che un penitente dice a lei, se lei visita un altro psicologo non è collega ma paziente.

Francesco

Cei, nuove linee guida su pedofilia: telefonare all’Alitalia che il biglietto per il trasferimento e’ gia’ pronto.

Enrico

Nel caso in cui per gli illeciti in oggetto siano in atto indagini o sia aperto un procedimento penale secondo il diritto dello Stato, risulterà importante la cooperazione del Vescovo con le autorità civili, nell’ambito delle rispettive competenze e nel rispetto della normativa concordataria e civile.

Comprendete cosa vi è scritto?

Il fatto poi di ribadire quanto scritto nelle legge dello stato non significa nulla ed anzi vi è poi scritto nelle lonee guida .
Insomma ci si richiama poi alla sovranità dello stato.

L’affermazione presente nella Guida alla comprensione delle procedure di base della Congregazione per la Dottrina della Fede riguardo alle accuse di abusi sessuali e poi ripresa nella Lettera circolare della stessa Congregazione del 3 maggio 2011, secondo la quale «va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte, senza pregiudicare il foro interno sacramentale», deve essere intesa in linea con quanto previsto dal diritto italiano.

galileo bruno

Cavillare così sul destino dei nostri figli è abominevole.

nightshade90

oramai da enrico mi aspetto che, se sua figlia fosse stuprata da un prete, e anche nel caso in cui tutta la curia dal primo tra i papi all’ultimo tra i chierichetti sapessero da sempre benissimo cosa faceva tale prete, sia capace di reagire solo prendendosela con lei perchè non ha preferito lottare fino ad ammazzarsi poittosto che perdere la verginità…..

Enrico

*noightsade90

Entri nel merito e non con sconclusionati attacchi alla persona.

nightshade90

tranquillo, non hai bisogno che gli attacchio ad personam li faccia io a te, sei già bravissimo a farteli da solo di persona.

gmd85

@Enrico

La tua ostinazione è abbastanza disgustosa. Come minimo, il evscovo dovrebbe avere l’obbligo morale di denunciare una persona che dovrebbe essere un riferimento e una guida per i fedeli. Invece, no, continuiamo con l’omertà e con l’insabbiamento. Si conferma sempre di più il predicare bene e il razzolare male.

Enrico

Legga bene:”va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte, senza pregiudicare il foro interno sacramentale», deve essere intesa in linea con quanto previsto dal diritto italiano.”

Bee

La frase da te citata sottolinea semplicemente la cosa più ovvia quando si ha a che fare con tali situazioni. E’ già qualcosa ma non è abbastanza, considerando le dimensioni del fenomeno e la storica difficoltà nell’ ammettere lo stesso.
Se non arrivi a comprendere che poteva e doveva essere fatto molto di più e che queste normative differiscono di poco da quelle di ieri che hanno portato, direttamente o indirettamente, alla copertura di pedofili non è colpa di nessuno, Enrico.

FSMosconi

@Enrico

Ubi maior: preferisci mantenere un segreto professionale o desideri prendere il pedofilo?

Enrico

Prima viene il segreto confessionale per qualsiasi reato, lo riconosce anche la legge italiana.

Bee

Peccato che il non obbligo di denuncia si estenda anche fuori dal sigillo confessionale…

Enrico

Si qualora si riferisca ad atti per i quali è obbligatorio il segreto es atti relativi a processi canonici.

Agnostico

Le motivazioni della Cei sono ridicole. Secondo il documento obbligare i vescovi a denunciare i casi di abuso sessuale sarebbe stata una prescrizione «contro l’ordinamento» o «difforme da quanto prevede la legislazione» per usare le stesse parole di Mons. Crociata. Nessuna legge impedisce ad un documento interno – soprattutto se di una religione – di prescrivere ai propri membri di denunciare alle autorità giudiziarie.

Se comunque il problema – da come scritto – è che i vescovi non sono dei pubblici ufficiali perché non riconoscergli questo status?

Quando lo stato italiano versa circa 6 miliardi di euro l’anno al Vescovo di Roma, quando i vescovi sono presenti in ogni evento civile, quando entrano nelle scuole, quando sono presenti anche nella gerarchia dei cerimoniali pubblici (prima addirittura dei questori), quando un ministro della Repubblica deve correggere le sue dichiarazioni sul matrimonio per gli omosessuali per rispondere alle critiche del giornale dei vescovi (Avvenire) non è un segno che di fatto un vescovo è un pubblico ufficiale?
Quando anche un reato commesso contro un ministro del culto cattolico è aggravato (art. 61 cod. pen.) al pari come se fosse stato commesso contro un pubblico ufficiale o una persona incaricata di pubblico servizio non è una ammissione più che chiara che di fatto il vescovo è un pubblico ufficiale? Allora caliamo la maschera……

Biondino

L’art. 61 riconosce l’aggravante per i reati contro i ministri di tutti i culti riconosciuti dallo Stato Italiano, quindi anche verso pastori luterani o rabbini.

Il fatto che siano indicati accanto ai pubblici ufficiali significa proprio che _non_ lo sono.

Viceversa, tanto per fare un esempio, i cappellani militari sono inquadrati nelle forze armate italiane con la qualifica di ufficiali. E il vescovo castrense (però non sono certo di ricordarmi bene, magari sbaglio) ha il grado di generale.

Agnostico

Premetto che sono provocatorio. In ogni caso l’art. 61 del Codice Penale tutela espressamente “persona incaricata di un pubblico servizio, o rivestita della qualità di ministro del culto cattolico o di un culto ammesso nello Stato” quindi riconoscendo una tutela esplicita per i prelati.
In ogni caso equiparando – in questa tutela – i pubblici ufficiali ai prelati (anche nel cerimoniale) rende “di fatto” i vescovi dei pubblici ufficiali.
Quindi le cose sono due. O i preti non svolgono nessuna “pubblica funzione” ed in questo caso è giusto rivedere l’intera politica dei privilegi oppure si ammette che svolgono “pubblica funzione” e quindi siano obbligati a denunciare i reati di cui sono a conoscenza.

cyberego

“Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni (in tonaca) sono più
uguali degli altri…”
Beh buonanotte, e sogni privi di preti pedofili (o incubi che dir si voglia)

Otto Permille

La cosa può dar fastidio, ma dal punto di vista strettamente giuridico, nell’ordinamento italiano “L’obbligo giuridico di denunciare un reato vige per i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio (art 357-358 cp.) nell’esercizio delle loro funzioni o per i reati di cui vengono a conoscenza in ragione dell’esercizio che essi svolgono. ”

Quindi, il vescovo, non essendo considerato un incaricato di pubblico servizio viene equiparato ad un comune cittadino.

Per i cittadini comuni vige l’obbligo di denunciare il reato solo in casi diLa cos
a) delitti contro personalità dello stato per i quali è previsto l’ergastolo b) sequestri di persone anche solo tentati c) conoscenza di detenzione di armi o di esplosivi da parte di persone che non possiedono l’autorizzazione della questura del luogo in cui le armi sono tenute.

galileo bruno

Quindi i vescovi non riconoscono per sé stessi obblighi morali maggiori rispetto a quelli di un comune cittadino.
Ciò, peraltro, è in contraddizione con il compito che essi stessi si autoconferiscono di ‘pastori’. Assomigliano più a dei lupi.

Biondino

Dice il docemento in oggetto:

Il triste e grave fenomeno degli abusi sessuali nei confronti di minori da parte di chierici sollecita un rinnovato impegno da parte della comunità ecclesiale, chiamata ad affrontare la questione con spirito di giustizia, in conformità alle presenti Linee guida.
In quest’ottica, assume importanza fondamentale anzitutto la protezione dei minori, la premura verso le vittime degli abusi e la formazione dei futuri sacerdoti e religiosi.
Il Vescovo che riceve la denuncia di un abuso deve essere sempre disponibile ad ascoltare la vittima e i suoi familiari, assicurando ogni cura nel trattare il caso secondo giustizia e impegnandosi a offrire sostegno spirituale e psicologico, nel rispetto della libertà della vittima di intraprendere le iniziative giudiziarie che riterrà più opportune.

manimal

sostegno spirituale e psicologico?

mi viene in mente un mio amico quando trovò un insetto sulla pizza.
il cameriere disse : te ne porto un altra…
l’amico: no grazie. quello basta e avanza.

“nel rispetto della libertà della vittima di intraprendere le iniziative giudiziarie che riterrà opportune”: troppo buoni, grazie. non vorremmo approfittare….

Kaworu

perdonami biondino, ma tu ti faresti operare di nuovo in un ospedale dove un medico ti ha per interesse suo personale asportato un rene senza il tuo consenso, il tutto è stato coperto e occultato dai suoi colleghi e poi per evitare lo scandalo ti hanno detto “massì, ti offriamo assistenza medica e sostegno”?

Biondino

Cara Kaworu, al risposta è no.
E se leggi il documento, vedrai che esso predispone gli strumenti interni alla istituzione religiosa per affrontare la vicenda.
Immagino che anche l’ordine dei medici (degli avvocati, dei notai, il codice penale militare, i regolamenti della FIGC, eccetera) preveda delle procedure da attuare in caso un proprio membro sia accusato di comportamenti scorretti.

Kaworu

non ho capito se l’offerta di sostegno psicologico alla vittima si traduce in “vai dove ti pare, paghiamo tutto noi” (corretto) o “vai da qualcuno dei nostri, che bene che vada, ti crea un bel senso di colpa e magari non denunci”.

galileo bruno

Che me ne faccio del supporto psicologico?
Ma …. isolare i violenti …. no?
Ma che bel comportamento da Ponzio Pilato.
Una qualsivoglia categoria, se tiene al proprio buon nome, espelle con ignominia gli immeritevoli, e non li destina ad altre “parrocchie” permettendo loro di rifarsi un nome per calpestare altra “erba fresca”
Che vuoto pneumatico, questo clero!

Antonio72

Non credo che da queste parti ci sia un psicoanalista o un avvocato. Altrimenti darebbe ragione a questo:

”restano fermi i vincoli posti a tutela del sigillo sacramentale”.

Sostituendo ovviamente “sigillo sacramentale” con “segreto professionale”.

Per quanto riguarda la famiglia, all’interno della quale si commettono la maggior parte dei reati di pedofilia pare invece che valga il motto:

“i panni sporchi si lavano in famiglia”.

Tornando ai professionisti, eliminare il segreto professionale significa di fatto abolire la professione.
Ora, considerate il confessore una sorta di psicoanalista, o meglio quest’ultimo una sorta di confessore (in quanto è venuto dopo) ed i conti tornano tutti.

Stefano

@Antonio

Non è detto che i vescovi vengano a sapere della cosa in confessione, quindi viene meno l’obiezione. Anche fosse, nulla toglie che obblighino all’autodenuncia e/o prevedano la sospensione del sacerdote.
Chissà perché tutti i vostri interventi hanno sempre quel retrogusto di SCUSA.

Nightshade90

Tra l’altro sono curioso di sapere se siano così solerti nei confronti del segreto confessionale anche quando si toccano i loro interessi direttamente….se così fosse, ai “corvi” che hanno rivelato i segreti vaticani basterebbe confessarsi da tutti gli addetti alle indagini interne e da tutti coloro che potrebbero rivelare informazioni sul loro conto per grantirsi l’impunita….ma ho come il sospetto che in quel caso li beccherebbero ed incarcerebbero alla prima confessione…

Antonio72

@Stefano

Mi sono basato su ciò che afferma l’articolo. Per il resto, Monsignor Crociata conferma la volontà di cooperazione. Ed anche questo l’ho letto dall’articolo. Non vedo come un sacerdote possa obbligare qualcuno ad autodenunciarsi, come anche non lo potrebbe fare nemmeno un avvocato o uno psicoanalista. Altrimenti nessuno si rivolgerebbe più ad un avvocato e lo stato di diritto si dissolverebbe nel nulla.

@Nightshade90
Le sue, come al solito, sono ipotesi campate in aria. Sempre i soliti “se” ed i soliti “ma”. Se avessi le ruote sarei una ferrari.

Stefano

@ Antonio

Il clero è una gerarchia, se non altro morale, ma anche con potere disciplinare.
Quindi, carissimo, certo che obbliga….
Certo non con i gendarmi, ma se invece di prescrivere due ave maria e un padre nostro si ingiungesse l’autodenuncia pena la sospensione dallo stato sacerdotale…

RobertoV

Sconcertante come voi fondamentalisti continuiate a parlare della famiglia e di quante virtù ci siano in essa e poi quando vi serve siete i primi a gettare fango su di esse.
La sua affermazione è inesatta e scorretta: è come se dicesse che in Germania avvengono più crimini che a Malta.
La consistenza del gruppo genitori con figli minorenni è di 15-20 milioni in Italia contro 40-50 mila preti, contro meno di 1 milione di insegnanti o 1 milione di operatori sportivi, quindi è il gruppo nettamente più numeroso. Ma le statistiche parlano di ambiente familiare (da 2/3 al 90% del totale degli abusi), cioè un ambiente molto più allargato che include oltre alla famiglia anche tutti i parenti e conoscenti ed amici, cioè l’ambiente che è familiare al bambino e che rappresenta circa l’80% della popolazione italiana.
Se si va a vedere il rischio in famiglia è molto più basso che negli altri settori. Utilizzando i dati stranieri sulla pedofilia (quelli italiani sono molto più bassi perchè da noi la lotta alla pedofilia è deficitaria) si trova che un genitore su 300 è pedofilo, cioè poco più dello 0,3%, mentre tra i preti il dato confermato da più rapporti è del 4%, cioè di 1 su 25.

Antonio72

Infatti ho parlato di reati di pedofilia. E’ un dato di fatto che il 90% degli abusi viene commesso in famiglia o se vuole nell’ambiente familiare. Lei stesso conferma la mia affermazione corretta. Il vero fondamentalista è chi trova un fondamentalismo anche dove non c’è.

Kaworu

antonio, credo che tu abbia difficoltà con la statistica.

o con l’onestà intellettuale, vedi tu.

RobertoV

Kaworu
Direi che il nostro è un “mago” a rigirare le cose come vuole lui, ho visto anche nell’altro intervento sulla magia ed in tanti altri. Ed ha problemi con la statistica (e con tante altre cose), ma soprattutto ha grossi problemi di onestà. Ma cosa ci si può aspettare da un fondamentalista.

Famiglia e ambiente famigliare non sono la stessa cosa, ma sono numericamente piuttosto differenti, col 2° che rappresenta la quasi totalità delle persone adulte: 15-20 milioni contro oltre 45 milioni di persone.
Non dovrebbe essere difficile da capire che se un gruppo di 2 milioni di persone, cioè circa il 4-5% della popolazione adulta rappresenta dal 10% ad oltre il 30% dei casi di pedofilia ci siano maggiori rischi all’interno di quei gruppi che nel restante 95-96% della popolazione che rappresenta l’ambiente famigliare. E se un gruppo che rappresenta solo 1 millesimo della popolazione adulta rappresenta l’1% dei casi di pedofilia, come ammesso dallo stesso Di Noto, ci siano maggiori problemi all’interno di quel gruppo, cioè maggiori rischi per un bambino. I genitori secondo le statistiche sono responsabili dal 30 al 40% dei reati di pedofilia.

Biondino

L’art. 61 riconosce l’aggravante per i reati contro i ministri di tutti i culti riconosciuti dallo Stato Italiano, quindi anche verso pastori luterani o rabbini.

Il fatto che siano indicati accanto ai pubblici ufficiali significa proprio che _non_ lo sono.

Viceversa, tanto per fare un esempio, i cappellani militari sono inquadrati nelle forze armate italiane con la qualifica di ufficiali. E il vescovo castrense (però non sono certo di ricordarmi bene, magari sbaglio) ha il grado di generale.

robby

gli ufficiali sono pubblici ufficiali è la funzione che cambia,se sbagliano,anno degli aggravanti in caso di reato propio per questo,i cittadini,possono partecipare in modo passivo al arresto di un crimine in flagranza di reato..

Biondino

Chiedo scusa per il commento duplicato, non so come cancellarlo.

annamaria

Ma sapete leggere?
“importante la cooperazione del vescovo con le autorita’ civili, nell’ambito delle rispettive competenze e nel rispetto della normativa concordataria civile”

Diocleziano

…che tradotto nel concreto vuol dire omertà e insabbiamento.

Nightshade90

Più precisamente “collaborate solo ed esclusivamente quando la legge LO OBBLIGA, negli altri casi vi ricordo gentilmente che non siete tenuti a fare alcunché di concreto ed in tal caso vi conviene tirar fuori due cavolate psicologiche da dire alla vittima senza consigliarle di denunciare”

manimal

“…quando rientrate a casa, date una carezza ai vostri bambini, e dite loro che è una carezza del Papa…”

vomito.

Diocleziano

manimal,
non dimentichiamo che quella frase è stata pronunciata dallo stesso bagonghi
che nello stesso anno approvò ed emanò la ‘crimen sollicitationis’…

MassimoP

“Nuove” linee guida?! – se s’intendono quelle ufficiose, non quelle ufficiali?

Paolo

Richiedono e pretendono continuamentem privilegi. Questo non è altro che il privilegio del’irresponsabllità. Fare guasti inbauditi e pretendere di non essere responsabili. Il paese dei balocchi di Pinocchio.

Losna

Volevo commentare argomentando ma mi vengono in mente solo parolacce!!

Sandra

Non solo i vescovi non hanno qualifica di pubblico ufficiale, i preti spesso non hanno qualifica di insegnanti, né alcun controllo da parte dello Stato. Come affidare i propri figli al proprio vicino. Peggio. Il problema è che c’è chi pensa che a uomini del genere, la cui esperienza emotiva e sessuale è spesso lacunosa quando non inquietante, si possano affidare tranquillamente i figli.

Batrakos

Forse non ho capito bene io, e allora correggetemi.

Comprendo il principio per cui solo un pubblico ufficiale sia obbligato a denunciare fatti (cosa diversa dal non testimoniare il vero obbligatoriamente se chiamati a deporre, visto che ogni cittadino ha obbligo di portare testimonianaza veritiera se chiamato), perchè se l’obbligo fosse esteso a chiunque vivremmo in uno Stato di Polizia tra i peggiori.

Però questo riguarda il diritto penale laico, e in quest’ottica, nessuno può obbligare nessuno a denunciare.
Ma, visto che si parla di linee guida interne alla Chiesa, non ci sarebbe stato alcun impedimento ad obbligare a norma di legge ecclesiastica il porporato alla denuncia degli abusi di cui a conoscenza, magari sollevando eccezioni sul segreto di confessione (perchè in quel caso c’è di mezzo la ‘deontologia professionale’ del prete) ma rimanendo fermi nei casi estranei a questo episodio.

Il fatto che la Cei nelle nuove linee guida abbia mantenuto la non obbligatorietà -che, ripeto, è secondo me giusta e legittima nel diritto laico e penale ma che poteva essere rigettata in termini di linee guida interne pena scomuniche o roba simile- sembra proprio non aver scusanti.

Sempre se ho capito bene io…

Stefano

@ Batrakos

Esatto. E’ quanto ho risposto ad Antonio 72
(Stefano : mercoledì 23 maggio 2012 alle 7:03)

whichgood

Fare pulizia nella Chiesa = cancellare le prove
Garantire trasparenza?, sì, dei condom.

Kaworu

com’è che il movimento per la vita non si batte per l’obbligo di denuncia sempre e comunque?

queste non sono vite?

ah già… son già nati, quindi chissenefrega.

rik

Se la legge italiana non impone di denunciare i preti criminale ciò non toglie che i vescovi potrebbero farlo. Se non lo fanno è perché proteggono fino all’ultimo i loro colleghi criminali.

Nelle linee guida si riscontra
1) Nessun obbligo di denuncia
2) Nessuna apertura degli archivi vaticani e diocesani dei casi di preti criminali
3) Nessun risarcimento alle vittime
4) Nessuna collaborazione attiva e sospontanea, ma solo il non ostacolo alla legge
5) Nessuna chiusura dei luoghi di allevamento dei preti pedofili e abusatori sessuali (seminari)
6) Nessun automatismo sulla espulsione dei preti macchiatisi di crimini sessuali
7) Nessuna indagine e rimozione delle cause della pedofilia clericale.

C’è n’è abbastanza per chiarire che le linee guida sono lo strumento della CEI a protezione dei loro adepti e per soffocare lo scandalo.

Mauro Ghislandi

Un buon numero di “chierici” svolgono funzioni retribuite per le quali assumono lo status di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio, perció in questi casi sono soggetti all’obbligo di denuncia.

SilviaBO

Sono piuttosto ignorante sul segreto professionale. Per certi versi credo che il segreto confessionale sia difendibile, perché, per chi crede, il prete è una sorta di medico dell’anima. Ma come si deve comportare un medico se un paziente gli dice che ha molestato bambini in passato e c’è la possibilità che lo faccia ancora in futuro? E’ obbligato a mantenere il segreto, gli è consentito di mantenere il segreto (ma può anche non mantenerlo) o è obbligato a segnalare la cosa a chi di dovere?
Nel caso della pedofilia non si tratta solo di punire gli atti passati, si tratta anche di prevenire atti futuri. Se io fossi un medico, non vorrei assumermi la responsabilità di lasciare libero qualcuno che probabilmente continuerà a rovinare le vite delle sue vittime presenti e future. Ma sarei obbligata al silenzio dalla deontologia medica?

Kaworu

dipende da che ruolo sta rivestendo in quel momento il medico/psicologo. se è libero professionista, non è obbligato alla denuncia (anzi, credo che non possa nemmeno farlo).

se è in veste di dipendente pubblico, mi pare che invece debba farlo.

ovviamente tutto questo è diverso dal beccare un collega pedofilo, per dire, o raccogliere la confidenza di un collega.
in quel caso non è certo tuo paziente, e quindi…

SilviaBO

Se le norme stabiliscono questo, sono ben bizzarre. Non capisco che senso abbia la distinzione tra sanità pubblica e libera professione. Capirei se si trattasse di un reato che danneggia lo stato, allora ha senso che il dipendente sia obbligato a informare il datore di lavoro per evitargli un danno, mentre il libero professionista può lavarsene le mani. Ma qui si tratta di evitare il ripetersi di un reato grave verso singoli cittadini, che c’entra essere dipendenti dello stato o liberi professionisti?
Credo che per i medici il rispetto del segreto professionale sia fondamentale, ma quando questo mette in grave pericolo la salute (fisica e psicologica) di altre persone, forse sarebbe il caso di porsi qualche dubbio.

Kaworu

hai sicuramente ragione, difatti da quel che so ci si sta ponendo quel problema. almeno per quanto riguarda gli psicologi, i medici non so.

ale cattolico

Dichiarazioni dal punto di vista legale ineccepibili,voi non conoscendo la legge,oltre all Italiano,come al solito scrivete….

gmd85

Stiamo parlando della chiesa, ignorante. Tutti i discorsi su giustizia e moralità dove li vuoi mettere?

Senjin

Ineccepibili sul piano legale ma abominevoli sul piano etico.
Quindi, caro il mio cattolico, se tu becchi un tuo collega che stupra un bambino invece di chiamare la polizia sta lì a guardare e poi, dopo, vai a cercare di convincere la vittima a non denunciare per proteggere il buon nome dell’istituzione?
E’ di questo che stiamo parlando… beh in effetti tu probabilmente ti adoperesti per tenere fermo il bambino mentre il prete ci si diverte.

Hai presente la macina al collo? Ecco fai quello che ha detto il tuo dio su chi “scandalizza i fanciulli”…

Cesare b

@Senjin. ” se tu becchi un tuo collega che stupra un bambino invece di chiamare la polizia sta lì a guardare e poi, dopo, vai a cercare di convincere la vittima a non denunciare per proteggere il buon nome dell’istituzione?”
Che oggi i Vescovi cerchino “di convincere la vittima a non denunciare per proteggere il buon nome dell’istituzione” e’ tutto da dimostrare. Comunque non e’ certamente suggerito dalle Linee Guida qui in discussione.
Che un Vescovo “becchi” un prete “che stupra un bambino” e’ evento quanto mai improbabile. Normalmente il Vescovo riceve denuncia del fatto (commesso dal colpevole nel modo piu’ segreto possibile) da parte dei genitori della vittima o da altre persone con cui la vittima si e’ confidata. Che fa? ” Chiama la polizia” sulla base d’una semplice informazione verbale, dal proprio ufficio? Magari mentre il presunto colpevole si comporta in modo apparentemente ineccepibile? Sarebbe il metodo piu’ sicuro per non punire MAI alcun prete pedofilo.
Saluti.

FSMosconi

@cesare b

Che oggi i Vescovi cerchino “di convincere la vittima a non denunciare per proteggere il buon nome dell’istituzione” e’ tutto da dimostrare.

Domanda: allora come mai lo scandalo è proprio sull’omertà?

Che un Vescovo “becchi” un prete “che stupra un bambino” e’ evento quanto mai improbabile.

Le diverse inchieste dimostrano che sapendolo li scarrellavano di diocesi in diocesi….

E comunque il tuo metodo di precauzione è leggermente fallace: anzitutto si sa che c’è un pedofilo. Il che sarebbe già qualcosa: non penserai mica che un innocente diventi colpevole così, vero?

Diocleziano

Cesareb.
se tu non passassi le serate ad ascoltare radiomaria, ma guardassi ‘le iene’,
le prove dell’omertà e gli inviti a tacere da parte delle gerarchie, le avresti
viste con i tuoi occhi…
Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.
Non c’è peggior ignoran†e di chi non vuol sapere.

robby

FEDERICO,-nemici del genere umano-..cacchio tacito non sara stato cosi pazzo,per arrivare a dare una definizione cosi estrema,per una setta della galilea,io me lo chiedo sempre….ale il cattolico e un discendente diretto,di questa frase

fab

Era ovvio che lo sgorbio difendesse il male, mica ci si deve stupire.

Maurizio da Gorizia

Non capisco! I vescovi non sono più pubblici ufficiali?
Ero rimasto che al pubblico ufficiale erano equiparati perfino i parroci, ma comprendo che con la revisione del concordato questa qualifica ai parroci sia venuta meno.
Ma a tutt’oggi le diocesi possono per esempio richiedere i certificati penali completi di una persona, cosa che lo stesso interessato non può fare. Se la diocesi è equiparata a una PA ma i suoi capi (i vescovi) non ne hanno i doveri, ci troviamo di fronte ad un altro di quelli che a Giurisprudenza mi hanno definito Privilegia odiosa, termine latino riferito di solito proprio ai privilegi clericali.

RobertoV

La chiesa evangelica luterana tedesca aveva già varato nel 2000 linee guida in cui i propri rappresentanti erano obbligati a denunciare all’autorità giudiziaria i casi di pedofilia di cui venivano a conoscenza. Non capisco perché per la chiesa cattolica debba essere così difficile.

E’ sconcertante che la chiesa cattolica si appelli a privilegi derivanti da un concordato fascista e a cavilli delle leggi per evitare di fare il suo dovere morale. Curiosamente quando la legge non le va bene invita a non rispettarla, mentre invece quando la legge le torna utile la invoca in modo cavilloso (come anche per la legge sulla sanità di Obama) senza farsi problemi morali, mentre continua a parlare di moralità degli altri.

Trovo anche curioso che i preti diventino pubblici ufficiali quando c’è da celebrare un matrimonio, quando fanno assistenza negli ospedali pagati dallo stato, cioè come dipendenti di esso, quando fanno l’ora di religione e quando sono cappellani nell’esercito, quando fanno i funerali di stato, ecc., ma non quando c’è da fare con la giustizia.

Trovo estremamente grave quanto riportato:
“Rispondendo ad una domanda specifica, monsignor Crociata ha poi escluso che “il reinserimento” dei sacerdoti colpevoli possa costituire un pericolo per i minori. “Il reinserimento – ha affermato – non è mai ritorno alla pastorale ordinaria, un prete che ha avuto questi problemi non torna ad avere la possibilità di contatti con i minori, assolutamente no”.”
Purtroppo si possono trovare decine, forse centinaia di casi tra gli scandali delle varie nazioni che smentiscono questa affermazione. Ma per la chiesa è più importante il prete pedofilo delle vittime.

alle

Roberto V
La chiesa evangelica luterana, eh? Nella chiesa cattolica, diversamente da quelle protestanti, ad esempio, la pedofilia non è un “accidente”, ma una piaga strutturale che solo oggi ha trovato modo di uscire parzialmente allo scoperto.
Perchè i preti cattolici non si sposano? Perchè possano dedicarsi meglio alla professione? Ma fatemi il piacere. La castità come dono da offrire a dio? Ma rifatemi il piacere. Qual’è quello status sociale che consente di non sposarsi e non suscitare “sospetti”, mormorii? Indovinate un po’. Aggiungiamo una misoginia sessuofobica da manuale (hanno emotivamente bisogno di una madre “illibata” per partorire il figlio di dio) et voilà. Non sto ovviamente sostenendo che tutti i preti cattolici sian pedofili, ma solo che per la chiesa cattolica l’omertà per il reato di pedofilia tocca un ganglio vitale, ed è perciò necessaria, alla facciazza della nostra indignazione (e, peraltro del vangelo che tanto strombazzano).

Federico Tonizzo

MA NON BASTEREBBE QUESTO, AD UN GOVERNO ITALIANO NORMALE E CIVILE, PER ABOLIRE UNILATERALMENTE IL “CONCORDATO”? 👿

Diocleziano

Ma tu chiedi l’impossibile!
Abolire il concordato è già al limite dell’impossibile,
ma addirittura chiedere un ‘governo italiano normale e civile’…

Biondino

Evidentemente no.

O forse bisognerebbe discutere su cosa si intende per “governo italiano normale e civile”.

Alex

Io penso che sia davvero disgustoso il fatto che certi individui per comportarsi da esseri umani decenti abbiano bisogno di una legge che li obblighi a farlo.
Io da privato cittadino se venissi a conoscenza di un crimine la cui vittima è un bimbo indifeso non avrei esitazioni nel denunciare chi gli fa del male.
Vorrei fare una domanda ai vari cattolici che qui si sono prodigati nella difesa delle nuove linee guida se continuerebbero a pensarla allo stesso modo se le vittime dei preti pedofili non denunciati ma semplicemente spostati di sede in sede fossero dei bambini a cui loro vogliono bene. In fondo sono proprio i figli\nipoti dei cattolici i primi ad essere sottoposti al rischio “possibile prete pedofilo”, quindi dovrebbero essere i primi a voler combattere questo fenomeno.

RobertoV

Guarda che lo stesso fratello del papa per difendersi dalle accuse di percosse agli alunni aveva sostenuto che fino al 1980 erano lecite e che dopo essendo vietate per legge non le aveva più fatte. Peccato che dagli anni ’60 c’erano già sentenze contro insegnanti “maneschi”, ma il nostro non sentiva il dovere morale di comportarsi diversamente. Poi vogliono essere loro a dare l’indirizzo morale ad una società!

whichgood

Giocano a essere dio, che vede tutto ma permette le peggiori ingiustizie e calamità. Già, il loro rappresentante ha ereditato i diritti.

Cesare b

Dal 2000 al 2011 sono stati 135 i casi di preti pedofili denunciati dalle diocesi italiani alla Congregazione per la dottrina della fede: 53 sono stati ‘condannati’, 4 ‘assolti’, mentre gli altri casi sono ancora in fase di istruttoria. 77 sono stati denunciati anche all’autorita’ giudiziaria, con l’esito di 22 condanne in primo grado, 17 in secondo grado, 21 patteggiamenti, 5 assoluzioni, mentre 12 casi sono stati archiviati dalla Magistratura. Dunque la cooperazione con questa e’ un fatto ordinario. Ma la legge, autorizza, sì, il cittadino non pubblico ufficiale a denunciare un reato di cui sia a conoscenza, però bisogna che il denunciante sia ben sicuro di ciò che denuncia, altrimenti rischia di rispondere egli stesso di calunnia. Il pubblico ufficiale, invece, da un lato e’ obbligato, ma dall’altro non rischia nulla se i suoi sospetti si rivelano infondati.
Ecco perche’ i Vescovi DEVONO decidere caso per caso se sia possibile denunciare il prete pedofilo anche alle Autorita’ civili.
In ogni caso prendono provvedimenti immediati affinche’ il sospettato non abbia piu’ contatto con minori.
Personalmente non vedrei male una legge dello Stato che, come in Francia, equiparasse il Vescovo al pubblico ufficiale nei confronti del suo clero. Ma forse voi trovereste il modo di criticarla, quando vi accorgeste che, in fondo, sarebbe funzionale all’ autorita’ e al prestigio dell’ Episcopato.

nightshade90

scusa, potresti mettere le fonti? perchè di preti pedofili denunciati dalle diocesi fin’ora non ne avevo mai sentiti. a meno che tu per “denuncia” non intendi “risolviamo tutto internamente a tarallucci e vino senza dire nulla alla polizia”. perchè una DENUNCIA DI UN PEDOFILO và fatta alla polizia. cercare di risolvere la cosa internamente alla chiesa è CRIMINALE, significa di fatto PROTEGGERE I PEDOFILI DALLA GIUSTIZIA.

Cesare b

La fonte e’ la conferenza stampa di Monsignor Crociata fatta per illustrare le Linee Guida. Non mi sembra verosimile che possa avere fornito dati fasulli, perche’ sarebbe sbugiardato subito, con grave danno per la Chiesa e per lui personalmente. la denuncia alla polizia si puo’ fare (e i dati dimostrano che la si fa) se si e’ ragionevolmente certi che funzioni e non si ritorca a vantaggio del colpevole e a carico del denunciante. Quando cio’ non e’ possibile, “risolvere la cosa internamente alla Chiesa” e’ doveroso.
Saluti.

FSMosconi

@Cesare b

Non mi sembra verosimile che possa avere fornito dati fasulli, perche’ sarebbe sbugiardato subito

Be’: sino a prova contraria anche Eusebio di Cesarea venne ritenuto, per quanto pro tempore, un brav’uomo, eppure risulta fosse stato accusato dai suoi stessi correligionari di essere un falsario e manipolatore.

Bee

Nessuno ha mai parlato di denunciare ad oltranza.
Le denunce andrebbero fatte direttamente ed obbligatoriamente dai vescovi alle autorità giuridiche quando le evidenze sono a favore del misfatto, come speravano anche molti gruppi cristiani come Noi Siamo Chiesa. Desiderio che non è stato esaudito, evidentemente.

“Nei prossimi giorni per voi c’è la possibilità di prendere una strada nuova”, auspica Noi Siamo Chiesa, che già ad ottobre scorso aveva criticato il “silenzio” dei vescovi che discutevano nel chiuso delle segrete stanze senza rendere partecipe la comunità cristiana e le vittime di quanto andavano elaborando. Ora, nell’ imminenza dell’Assemblea generale dell’ultima settimana di maggio, “molti si aspettano una presa d’atto della sottovalutazione del fenomeno e di troppi comportamenti negativi di cui alcuni di voi sono stati responsabili”. E due sono le proposte del movimento cattolico ai vescovi: “La denuncia alle autorità civili sia prevista nelle Linee guida come obbligatoria qualora ce ne siano gli estremi; sia decisa l’istituzione in ogni diocesi di una struttura indipendente che sia il primo referente per le vittime, sul modello di quanto analogamente già realizzato in altri Paesi (Austria, Germania e altri e, in Italia, nella sola diocesi di Bolzano-Bressanone)”.

Nightshade90

Cesare

Se i dati riguardano i procedimenti interni alla chiesa e non denunce all’autorita’ giudiziaria, poiché tali dati non sono ne’ pubblici ne’ facilmente consultabili, sulla loro verità non ci metterei le mani sul fuoco: sarebbero credibili tanto quanto delle affermazioni di un rappresentante di un partito sull'”andamento delle indagini fatte internamente dal partito stesso per individuare i membri corrotti, ma senza coinvolgere la polizia e facendo tali indagini a porte chiuse”

Quanto alla storia del “non si può denunciare senza prove per non rischiate la calunnia”, i tribunali ecclesiastici invece possono denuciate ed indagare i propri membri a poacere sulla base di pettegolezzi fregandosene della calunnia? E che seguono tranquillamente casi anche sulla base di voci e pettegolezzi? Ma fammi il piacere: se tali tribunali indagano, vuol dire che ci sono indizi e sospetti più che sufficienti a far intervenire anche le forze dell’ordine VERE.

RobertoV

Quanta preoccupazione sempre per le vittime della pedofilia da parte del nostro difensore di preti pedofili Cesare B! Per lui è sempre più importante tutelare il prete pedofilo piuttosto che la vittima o piuttosto che scoprire se ve ne siano delle altre.
Da indagini giornalistiche risultano denunciati almeno 150 preti negli ultimi 10 anni in Italia, quindi stando ai dati forniti dalla chiesa solo 77 dei 135 segnalati a loro (cioè la metà dei 150 noti) sarebbero stati denunciati alla magistratura, ma non sono chiari sul fatto se siano stati loro a denunciarli oppure se fossero oggetto di un’indagine parallela alla loro da parte della magistratura. Il procuratore Forno, però, aveva detto tempo fa che a lui non risultavano mai denunce fatte dalla chiesa.
Ovviamente sapete bene che quelle 150 denunce sono solo la punta dell’iceberg come si è visto bene all’estero (anche la vicina e cattolica Austria insegna, per non parlare della Germania dove prima dello scandalo si parlava di solo 100 preti denunciati e poi se ne sono trovati altri 300 nella sola Baviera). Tra qualche decennio quando anche l’Italia avrà il suo scandalo pedofilia scopriremo ciò che è sommerso attualmente.
Le linee guida sono una presa in giro, non cambia niente come hanno già dimostrato nella pratica anche all’estero, continuano a reinserire e spostare le persone. Solo tante parole. E niente soldi alle vittime come all’estero, ma qui possono permetterselo per il momento.
La chiesa evangelica luterana aveva già varato nel 2000 linee guida in cui c’era l’obbligo di denuncia per i suoi membri.

RobertoV

Dalla relazione di aprile della commissione Klasnic in Austria (una commissione pseudoindipendente perchè commissionata e pagata dalla chiesa cattolica) 1129 denunce di violenze ed abusi nella chiesa, di queste solo 702 sono state esaminate dalla chiesa finora (2/3 per abusi sessuali, 46,3 % età: 10-13 anni): solo 19 scartate, 613 riconosciute e pagate (8 milioni di Euro finora), le rimanenti 70 girate alle strutture preposte. Sono state riconosciuite 23500 ore di terapia.
Sembra che 40 preti pedofili condannati siano ancora in servizio presso la chiesa cattolica.
In Germania l’ultimo dato che avevo visto all’inizio di gennaio dava che la chiesa cattolica riconosceva e pagava 950 vittime.

whichgood

I vescovi non hanno neanche l’obbligo di rubare, eppure non mancano mai. Vedete atei in mala fede, non è detto che non denuncino… i bambini che raccontano balle.

Paolo

Io credo che la cei abbia perso un’occasione importante.
Bastava dire, senza tanti giri di parole, “Ogni fatto pervenuto a conoscenza del vescovo, presunto o accertato, deve essere oggetto di telefonata al maresciallo dei carabinieri”.
Da qui le indagini normali.
Diro’ inoltre che se il genitore di un bambino molestato ripetutamente viene a sapere che il vescovo era a conoscenza ma non ha fatto una denuncia ha tutto il diritto di … (scegliete voi come fare tanto male al suddetto vescovo). E questo, udite udite, anche se a conoscenza del fatto si e’ pervenuti durante una confessione.
Questa del segreto della confessione non l’ho mai digerita.

dario colombera

La demenza trionfa e si proteggono i bambini ignoranti che non vogliono entrare in paradiso già in questa vita

dario colombera

Se vuoi andare in paradiso via Vaticano devi:
1, non amare la verità.
2, obbedire come un cadavere.
3, non essere superbo e ricordati che sei pecorella ignorante.
4, non amare la vita.
5, essere irrazionale.
6, ignorare delle leggi della vita
7, non pensare alla chiesa come ad una associazione a delinquere

Festival_Vaticano

Per addolcire un po’ la pillola si parla molto genericamente di “cooperazione del vescovo con le autorità civili” precisando pero’ che tutto questo dovrà avvenire (SE avverrà, mica sono tenuti a farlo) “nell’ambito delle rispettive competenze e nel rispetto della normativa concordataria e civile”. A buon intenditore poche parole…

RobertoV

Ecco come “cambia“ la chiesa cattolica.

(aprile 2012) 40 preti pedofili condannati in Austria sono ancora in servizio presso la chiesa cattolica.

(aprile 2012) Il vescovo tedesco Ackermann, incaricato di far luce sulle violenze sessuali sui minori da parte del clero, accoglie nella sua diocesi sette preti pedofili e ha deciso di offrire loro un’opportunità di riscatto in altre parrocchie. Il portavoce del vescovado – riporta il settimanale -minimizza, precisando che i sacerdoti saranno impiegati in ruoli “subalterni”, “non avranno possibilità di contatto con minori” e saranno “sorvegliati da vicino”. Lo scorso mese di dicembre 2011, ricorda Der Spiegel, dopo un caso di abusi sessuali a Saarbruecken, monsignor Ackermann aveva assicurato di voler applicare una politica di “tolleranza zero” in materia di pedofilia tra il clero.

Nel caso del monastero di Mehrerau (aprile 2012) 3 vittime hanno fatto causa alla chiesa. Nel processo la chiesa che prima aveva riconosciuto le colpe del loro prete, quando si è trovata davanti al processo ha cercato prima di mettere in dubbio l’attendibilità dei testi e poi di puntare alla prescrizione del reato.
Evidentemente se le vittime non si fossero rivolte alla magistratura la chiesa avrebbe pagato il loro silenzio.

Solo tante parole retoriche di facciata.

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