Il Portogallo ha recentemente soppresso quattro giorni festivi, come contributo per il rilancio dell’economia. Ma col placet del Vaticano. Il governo ha cancellato per cinque anni a partire dal 2013 le festività religiose cattoliche di Ognissanti e Corpus Christi e due laiche, quella della Repubblica e dell’indipendenza dalla Spagna.
La decisione è stata presa grazie ad una negoziazione col Vaticano e la Conferenza episcopale. Il governo ha ringraziato la Chiesa per la concessione e ha eliminato, per ‘fare pari’ anche le due feste laiche.
Da notare che è proprio il Concordato con i singoli paesi a riconoscere il valore civile di feste cattoliche. E senza di esso i governi sarebbero più liberi. Come dimostrano i tentennamenti del governo di Mario Monti per cancellare le feste dei santi patroni, dopo le proteste delle diocesi. Importante sottolineare inoltre che uno stato laico, piuttosto, dovrebbe difendere le festività laiche. Occasioni in cui tutti i cittadini – e non solo una parte dei credenti – si possano riconoscere.
Nell’eventualità remota che prima o poi si arrivi ad uno stato federale europeo (che specie di questi tempi non sembra proprio all’orizzonte), come faremo con tutti questi concordati nazionali?
Bisognerà stare in guardia affinché vengano eliminati e si arrivi ad un assetto veramente laico; non vorrei che le chiese riuscissero ad espandersi anche negli stati che non hanno concordati, e che magari per una interpretazione “furba” dell’eguaglianza di tutte le religioni si proponessero intese anche per confessioni che attualmente non ne hanno.
La prospettiva è di lunghissimo termine, ma sono sicuro che la ccar, giusto per fare un esempio, abbia già la sua strategia a riguardo.
Ehehe, lungimiranza dicono oltretevere Hai sentito parlare delle radici cristiane dell’Europa ?. Qualcosa mi dice che l’UAAR si farà internazionale.
Me lo auguro, ma mi auguro che avvenga prima che il danno sia fatto…
Chi voleva un orientamento clericale degli stati ha approfittato della sponda data dai governi fascisti e affini, mettendo le cose in modo da rendere quasi impossibile cambiarle; bisognerebbe non perdere l’occasione di ristabilire una legislazione più “civile”, perché chi trae vantaggi da quella attuale non mollerà l’osso tanto facilmente.
Parlo dell’ipotesi fantascientifica di una seria unificazione europea perché quella di una abolizione del concordato italiano mi sembra ancora più fantascientifica, data la classe politica ma anche dato l’atteggiamento del cittadino “quadratico medio” in proposito. Ok, sono molto pessimista 🙁
Non nascerà nessuno stato federale europeo, tanto meno quello che auspicate voi, la dittatura laicista, progressista e anti-identitaria. L’aspetto economico-finanziario di questa dittatura è già pienamente affermato da tempo, ed è in fase di inevitabile dissoluzione.
Se lo dici tu, che di dittature mi sembri davvero esperto.
sì sì certo, hai ragione
*che pazienza che ci vuole…*
Ma come sei messo male :O
Ma credi davvero a quello che hai scritto? (Guarda che dire le bugie è peccato 🙂 )
“Anti-identitaria” cosa vuol dire per te? Perché per me è esattamente il danno che ogni persona subisce dalle religioni. La maggior parte di esse, comunque, e tutte quelle monoteiste.
Mannaz, finché l’Europa sarà in mano a queste destrucce paraliberali, la federazione europea non si farà. Ma pare che ultimamente ci sia in giro un’altra arietta, un po’ meno viziata.
@Mannaz
Mi ricordi tanto quel tipo che gridava qualcosa sul vincere e poi se l’è presa in quel posto dagli americani, tedeschi, poi di nuovo americani e rivoluzionari… uno di seguito agli altri.
Ma tu continua pure a credere che la sabbia debba rimanere asciutta e immobile se ti va.
Intanto ci dobbiamo bere questo calice…. http://www.asca.it/news-Chiesa__associazioni_cattoliche__raccolta_europea_firme_contro_aborto-1156377-BRK.html Grande Manny…..
Sarebbe bastato spostare queste feste al primo giorno di riposo utile (che poi – a ben vedere – dovrebbe essere il sabato e non la domenica, sempre stando alla loro religione).
Nei Paesi cristiani, invece, vige il principio della complicazione delle cose facili.
“Per fare pari” (“to be fair” nell’articolo della CNN)
Caspiterina, che scusa! Oh, mi ha proprio convinto!
Anche in questa nazione il concordato (1940) che lega le mani alle democrazie moderne è un concordato stipulato con una dittatura, quella di Salazar.
Così come per il concordato del 1929 con l’Italia, quello coi clerico-fascisti in Austria nel 1933 e 1934, coi nazisti in Germania nel 1933, con Franco in Spagna nel 1959, ecc.
Concordati che non sarebbero mai stati così favorevoli con i regimi liberali precedenti.
Non c’è che dire, un bel curriculum.
Purtroppo nessuno stato vuole entrare in conflitto con la potente e ricca multinazionale chiesa cattolica per ridurre la portata di questi concordati che richiedono l’assenso della chiesa cattolica per essere revisionati.
Non riesco mai a gioire quando vengono soppresse delle festività, quei rari momenti di respiro per i nuovi schiavi del terzo millennio. Per conto mio plaudirei anche all’istituzione di festività sataniste, purché comportassero uno temporanea sospensione dello status di forzato del lavoro (sfruttato) che affligge larga parte della popolazione di qualsiasi Paese/stato/nazione. Ogni soppressione d’una festività, anche religiosa, è di fatto un atto di venerazione delle nuove divinità del giorno d’oggi: il Profitto e il Mercato (in realtà solidamente incarnate in personaggi con nome e cognome, per quanto il più delle volte ignoti a noi “masse”). Nessuna delle due divinità si cura della cosìddetta “gente comune”, i loro sacerdoti considerano la “gente comune” giusto un attrezzo nelle loro mani.
Rare volte sono d’accordo con Benjamin: su questo argomento lo sono al 100% !
Aggiungo anche che a livello di economie locali le vacanze di massa sono utili perchè spingono la gente ad uscire, spostarsi e dunque spendere e consumare (per quel poco che ancora possono) facendo circolare la moneta e permettendo di lavorare a bar, ristoranti e strutture recettive e turistiche a tutto beneficio anche della manodopera precaria del settore, che in questi periodi di scarso turismo sente molto la crisi; la vacanza solitaria e individuale per ovvii motivi non ha queste ricadute.
Ma è anche chiaro che alle multinazionali e al capitale finanziario, con cui i Paesi devono, per usare un eufemismo, fare i conti (in verità poi è l’opposto: è la finanza che fa i conti ai Paesi…) del benessere delle micro economie locali interessa ben poco, anzi…
Strutture ricettive, non recettive…scusate 🙂
Batrakos, il dissenso non è un male purché non si trasformi in disprezzo. Sono comunque lieto che sul punto che ho cercato di evidenziare nel mio commento precedente ci troviamo d’accordo. Vorrei sottolineare il valore delle festività (intese come sospensione dell’attività lavorativa) indipendentemente da quanto spendono i vacanzieri, i quali potrebbero anche non spendere neanche un soldo e limitarsi a godere di quella libertà della quale si parla e si sparla ma che chiunque abbia un ruolo dirigenziale anche di basso profilo pare osteggiare nella pratica anche se magari non nella teoria. Chi vive di lavoro subordinato, nei fatti, NON è una persona libera, se non in sporadiche occasioni quali le festività. E questi fetenti vorrebbero pure abolirle?!? No, non è un affare. O, quantomeno, lo è per ben pochi.
Aggiungo che si può essere produttivi anche quando non si lavora. Dipende da quel che si intende per “produttività”, e direi che si tratta di un lemma in merito al quale sarebbe più che opportuno che si apprisse finalmente un pubblico dibattito.
Benjamin.
Concordo anche qua: il discorso sulla circolazione monetaria era in più e indipendente da quel che dici; l’ho usato semplicemente per mostrare come anche l’economia sia fatta di diverse variabili e di diversi piani, ma, come dici tu, anche se non girasse il becco di un quattrino il tuo discorso non perderebbe nulla del suo valore.
Sul discorso della produttività: è il vecchio discorso tanto dibattuto tra poiesi e prassi.