Regione Veneto trova 16 milioni e mezzo per le scuole paritarie: “Le pubbliche andrebbero chiuse, costano troppo”

In Veneto si va avanti con lo smantellamento della scuola pubblica, a favore di quella privata in particolare cattolica. L’assessore ai servizi sociali, Remo Sernagiotto, annuncia altri due milioni di euro in più da dirottare alle paritarie. Per un totale di 16,5 milioni di euro per il 2012 a beneficio delle private dalla Regione, con una delibera approvata mercoledì dalla Giunta. Come già fatto, ribadisce: “le scuole pubbliche, asili nidi e scuole materne, andrebbero chiuse”, perché “costano più delle paritarie”.

Ma l’assessore non si ferma qui: ha intenzione di proporre al governo Monti un progetto per “un nuovo modello di scuola”. Con il supporto della Lombardia, guidata dal ciellino Roberto Formigoni, e dell’Emilia Romagna, dell’ex comunista (ora Pd) Vasco Errani. Sia centro-destra che centro-sinistra sono unite anche stavolta nel minare la scuola pubblica.

Ci chiediamo se l’unico criterio per gestire questi servizi sociali sia tagliare il pubblico per favorire il privato perché ‘costa meno’. Considerando che i costi sociali di questo andazzo sono altissimi, a fronte di un apparente risparmio momentaneo, e con ripercussioni pesanti sul futuro per tutta la società. Come rilevano tra l’altro ricerche di Ocse-Pisa e del Ministero dell’Istruzione.

Una scuola pubblica e laica indebolita a favore di istituti religiosi porta alla creazione di ghetti e inibisce l’apertura mentale degli alunni: si consideri la degenerazione delle faith schools in Gran Bretagna. Senza contare i numerosi casi di mancato rispetto dei contratti di lavoro, l’obbligo di docenti e studenti ad adeguarsi a precetti religiosi, la bassissima percentuale di studenti disabili accolti e un rendimento nettamente più basso rispetto alle scuole pubbliche.

L’ennesimo esempio di sussidiarietà ‘malata’ che arriva dal Veneto. E che d’altronde tende ad ignorare che il sistema di foraggiare la Chiesa non è così conveniente come si vorrebbe far credere.

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54 commenti

Irregolare

Ma l’articolo 33 della costituzione è così difficile da capire? Perché il 7 invece lo capiscono benissimo… Probabilmente non sono ancora arrivati ai numeri “grandi” (quelli dopo il 10, per intenderci).

Luciano Volpato

L’articolo 33 della Costituzione si capisce benissimo. Ciò che invece non si capisce é il silenzio assordante degli insegnanti.

spapicchio

Dalla parte cattolica si vuol scambiare il fondamentalismo cattolico sussidiario malato, anticristiano ed antidemoratico, per un sistema di istruzione “conveniente”.

In realtà non si fa altro che mascherare una volontà di riproporre l’organizzazione religiosa conservatrice (per forza di cose classista) dell’istruzione pubblica medievale e familistica, ossia concepita separatamente per ogni classe sociale, a prescindere dai meriti individuali e dalle motivazioni ed interessi personali dello studente.

Certamente non si può prescindere dalle categorie sociali, dalla estrazione sociale, ma delegare alla CCAR l’istruzione pubblica mi sembra un grave errore già commesso in passato, anche perché la CCAR gode già di ingenti finanziamenti pubblici, che non usa per assistere i poveri ma per costruire sempre nuove scuole e strutture da usare come strumento per chiedere altri finanziamenti pubblici, a prescindere dai risultati educativi.

Vedasi il caso di don Verzè, il S. Raffaele, eccetera.

http://notizie.radicali.it/articolo/2011-01-28/editoriale/cl-come-movimento-fondamentalista

spapicchio

Questi sussidiaristi ciellini sono rappresentanti o delegati del potere che lavora per mantenersi al potere e per il potere fine a sé stesso, NON per il cittadino singolo, che ne resta escluso a priori, durante ed a posteriori, illudendosi di partecipare, ma restando sempre fuori estraniato, emarginato dalle decisioni e dal potere politico e religioso.

whichgood

Certi “assessori” e presidenti di Regione costano troppo. Potrebbero essere sostituiti con delle scimie che consumano soltanto banane, frutto che non manca nel nostro maltrattato paese.

Kaworu

beh Matata e Kanzi mi sembrano una spanna sopra a questi soggetti

paniscus

Anche la sensibile ed empatica Binti Jua e il valoroso combattente per la libertà Santino, hanno un loro perché.

Lisa

Cagliostro

Il principio del buon andamento della Pubblica Amministrazione (che trova fondamento nell’art. 97 della Costituzione) prevede che i criteri generali a cui la pubblica amministrazione deve ispirarsi sono: economicità, rapidità, efficacia, efficienza, miglior contemperamento dei vari interessi.
Se le scuole paritarie sono più “economiche” di sicuro non sono più efficaci ed efficienti.
L’Inchiesta Ocse è solamente una delle ricerche da cui si rivelano gli handicap della scuola paritaria.
Una sintesi delle ricerche è qui:
http://vocelaicista.wordpress.com/2012/05/02/137/
http://www.cronachelaiche.it/2012/05/scuole-statali-e-paritarie-dove-la-convenienza/

Irregolare

Ho letto rapidamente gli articoli linkati; mi sembrano tutte cose sensate, ma qui c’è una questione che precede l’efficienza o l’economicità.
Secondo il già citato articolo 33 della Costituzione lo stato ha il dovere di istituire “scuole statali per tutti gli ordini e gradi.”
L’assessore veneto sembra parlare in termini generali, e sta proponendo qualcosa che richiederebbe una modifica alla prima parte della Costituzione, qualcosa che cioè coinvolge “diritti e doveri dei cittadini”, in nome di un (presunto) risparmio economico. Io non ho alcuna conoscenza legale, ma mi pare un’enormità… mi piacerebbe conoscere la tua opinione al riguardo, visto che ti sei occupato del tema.

(Immagino poi che l’ostacolo costituzionale potrebbero aggirarlo in nome del risparmio, trasferendo cioè in modo massiccio risorse dalle statali alle paritarie, e creando una situazione in cui le scuole statali vengono chiuse “di fatto”, procedendo ad una ad una per soffocamento economico…)

Cagliostro

Ciao Irregolare, concordo pienamente con te sul fatto che i finanziamenti alla scuola privata siano (risparmio o meno) incostituzionali. Pur ammettendo (anzi fantasticando) che le scuole private facciano veramente risparmiare lo stato, lo scoglio costituzionale resta sempre. Purtroppo – e questo è il dramma italiano – resta da vedere come dichiarare incostituzionale una legge statale o un provvedimento regionale e – nel caso di provvedimenti a favore della scuola privata – dubito fortemente che possa avvenire. L’assessore vorrebbe stravolgere completamente il sistema sociale italiano (per me è un mezzo colpo di stato….) in nome di questo “risparmio”. Ora intendiamoci. Prima di tutto anche se le scuole private facessero effettivamente risparmiare lo Stato e potessero garantire un servizio migliore di quelle pubbliche resta – come detto – il problema costituzionale. La Costituzione non può MAI essere aggirata: è il nostro vangelo. Inoltre lo Stato non deve risparmiare ma deve economizzare: sono due cose completamente diverse. Si ha il risparmio quando si sceglie un prodotto o un servizio di qualità inferiore (è quanto avviene con le scuole private) mentre si economizza quando – pur mantenendo il servizio allo stesso livello qualitativo – si riesce a contenere i costi. Infatti il principio del buon andamento richiama all’economicità (ossia contenimento dei costi con stessi servizi) ma non al risparmio. Il guaio è che – eredità berlusconiana – si parla a sproposito di gestire il Paese come una azienda mentre le differenze sono notevoli. Uno stato può andare in deficit (si spera contenuto) mentre un’azienda no, uno Stato non bada alla crescita (ossia fatturare) ma allo sviluppo (avere più laureati, una formazione migliore, etc.), uno Stato non bada a risparmiare ma ad economizzare, etc. Purtroppo in Italia a volte ci innamoriamo di alcune belle paroline (federalismo, sussidiarietà, etc.). Proprio per questo – visto che purtroppo la Costituzione spesso è ignorata – è il caso di smontare nel contenuto le scemenze che possono provenire dal mondo politico e da quello ecclesiastico. In sostanza. Cosa te ne fai dei soldi risparmiati finanziando le scuole paritarie quando domani avrai dei medici, degli ingegneri, degli avvocati, dei funzionari meno preparati? Non credi che il “risparmio” di oggi sarà un “costo” che lo Stato pagherà domani in termini di minore sviluppo? Un amministratore (a qualsiasi livello) anche se non conosce la Costituzione o il Diritto Amministrativo (magari un corsino sarebbe consigliabile….) dovrebbe semplicemente amministrare secondo quel principio giuridico della “diligenza del buon padre di famiglia”: il “padre di famiglia” che preferisce dare ai propri figli una istruzione peggiore pur di risparmiare dei soldi è semplicemente un “cattivo padre di famiglia”.

Irregolare

@ Cagliostro

Grazie per la risposta e per la spiegazione del tuo approccio alla questione.
A me continua a sembrare molto triste che si debba “smontare nel contenuto” qualcosa che non dovrebbe neppure essere proposto per l’evidente incostituzionalità, ma probabilmente è l’unica strada percorribile nell’Italia di oggi.

Complimenti per il tuo/vostro lavoro sulla scuola: credo che sia una delle questioni più importanti nella vita di un paese.

fab

Le scuole pubbliche costano il giusto (non “troppo”) semplicemente perché gli insegnanti non vengono sfruttati.
Sono i promuovifici privati che producono autentiche truffe didattiche, come i “due anni in uno”, che in genere valgono quanto “due giorni in un anno”.
La malafede dell’assessore è allucinante; viene da chiedersi se non sia vittima lui stesso dell’istruzione privata.

faber

Vedi il problema è che nonostante gli insegnanti vengano sfruttati in maniera vergognosa e i livelli di preparazione siano assolutamente ridicoli le scuole private NON costano meno!!! Lo capirebbe anche un bambino (evidentemente non l’assessore in questione) che se una scuola prende una retta di tot.mila euro necessita di meno fondi pubblici!!! Ma i soldi comunque devono uscire dalle tasche di chi iscrive il figlio. D’altra parte nella scuola privata, per definizione, deve esistere il margine di guadagno. In quella pubblica l’investimento viene recuperato, seppur molti anni dopo, dallo Stato in termini di “qualità” intellettuale della cittadinanza e, di conseguenza, di una migliore gestione della vita pubblica.
Questi soggetti dovrebbero solo vergognarsi. loro e tutti i pecoroni che continuano a votarli per poi lamentarsi sistematicamente.

RobertoV

Il privato non fa scuola per gli studenti, ma fa una scuola per se, cioè come investimento per guadagnarci. Certo cerca di ridurre gli sprechi se è un buon manager, ma ridurre gli sprechi non significa mantenere la qualità dell’offerta educativa. Quindi farà pagare una retta per guadagnarci, non aprirà scuole in località antieconomiche, ridurrà la presenza di handicappati e di insegnanti di sostegno, offrirà il maestro unico e cercherà di livellare gli stipendi di questi, magari ricorrendo ai precari, ecc. La scuola pubblica deve invece garantire l’educazione a tutti indistintamente e questo implica mantenere scuole anche in zone dove non è economico farlo, dovrà fornire insegnanti di sostegno sia per i ragazzi che ne hanno bisogno che per gli stranieri. Proprio questo è un punto di separazione, molti vogliono la scuola privata per separare i loro figli dagli immigrati, in una visione classista della società che certi politici sembrano voler alimentare.
Aggiungo poi che ormai meno della metà delle scuole paritarie è rappresentato da scuole cattoliche. Evidentemente per i privati si sta rivelando un affare aprire delle scuole, grazie anche alle sovvenzioni statali o locali.
Purtroppo sono anni in cui si cerca di far credere che il privato funziona meglio, poi alla resa dei conti si scopre che non è così e quali siano i costi effettivi per le persone. Per giustificarlo si fanno alcuni esempi di eccellenza di scuole elitarie che non rappresentano la situazione media generale.

RobertoV

Visto che le scuole cattoliche sono diminuite nettamente negli ultimi decenni con un forte calo degli studenti si sta cercando di sostenerle e giustificare un flusso di soldi verso di esse col pretesto del risparmio. Anche in questo caso la privilegiata chiesa batte cassa, volendo farsi dare i soldi di tutti per i propri interessi.

bardhi

perifrasando il scemo Sernagiotto “il parlamento, le regioni le province andrebbero chiuse ”, perché “costano più delle democrazia diretta”

Gianc

In questo caso centra poco la religione… a meno di parlare di “religione” economica.
Distruggere il pubblico per privatizzare tutto è un dogma dei neoliberisti, il fatto che in italia le private siano per la maggior parte cattoliche è un caso (brutto quanto si vuole ma sempre caso), per il neolib l’importante è che non sia pubblica, se poi è solo privata o religiosa o, per assurdo, mafiosa, a lui non interessa.
Ogni tanto salta fuori anche qualche velata idea di privatizzare le forze dell’ordine… lo stato di abbandono in cui versa la P.S., senza nemmeno i soldi per la benzina delle volanti, non sembra + o – quel che “accade” alla scuola pubblica?
Polizia privata! In italia! Ci pensate? (e scusate l’apparente OT)

G.B.

Quoto pienamente. Aggiungerei che abbiamo un chiaro esempio (ma è solo uno dei tanti possibili) di come la CCAR, al di là delle belle chiacchiere, sia di fatto legata al capitalismo più brutale e al liberismo più selvaggio.

Francesco non da assisi

Mi chiedo cosa succederà quando qualcuno chiederà di finanziare le scuole buddiste, musulmane, juventine, pastafariane e altre. Dovre andremo a finire. Le scuole private sono, nella migliore delle ipotesi “diplomifici” per trote o luoghi dove si afferma il privilegio di classe. Nel peggiore scuole preparatorie ai conflitti intereligiosi.

Cagliostro

Non so se esiste la scuola “pastafariana” ma la “scuola juventina” è stata aperta da poco a Vinovo: è un liceo scientifico di proprietà della Juventus.
http://www.juventus.com/juve/it/news/nasce%20la%20scuola%20juventus
Allo stesso modo sono circa 50 anni che esiste l’Ipsia Enzo Ferrari a Maranello di proprietà della Ferrari. Lo aveva fondato il “Drake” per formare il personale che dopo sarebbe stato assunto in Ferrari: il Drake era uno che aveva la vista lunga……..
Le rette di questi istituti è di sicuro inferiore alle rette delle scuole cattoliche e non si beccano un € dallo Stato. L’unico modo per avere delle scuole private d’eccellenza (ben vengano….) è avere dei grossi gruppi industriali interessati ad avere delle scuole di formazione per il loro personale. La Ferrari sono 50 anni che opera anche nel campo della scuola privata in silenzio e con ottimi risultati.

Francesco non da assisi

Io sono preoccupato della proliferazione di scuole di “tendenza”, per usare un’eufemismo, dove si formano persone “devote”. Che poi siano “devote” alla chiesa, all’azienda o al partito non fa differenza. Quello che occorre è una scuola pubblica, ovvero di tutti per tutti.
P.S. Un gigliato può iscriversi alla scuola juventina?

Marco

Cito testualmente: “Una scuola pubblica e laica indebolita a favore di istituti religiosi porta alla creazione di ghetti e inibisce l’apertura mentale degli alunni: si consideri la degenerazione delle faith schools in Gran Bretagna. Senza contare i numerosi casi di mancato rispetto dei contratti di lavoro, l’obbligo di docenti e studenti ad adeguarsi a precetti religiosi, la bassissima percentuale di studenti disabili accolti e un rendimento nettamente più basso rispetto alle scuole pubbliche.”

Ora: a parte che nel Regno Unito le cose, culturalmente, vanno in modo diverso dall’Italia (quindi un paragone tra le scuole private di ispirazione religiosa inglesi e italiane è difficile), va detto che a me non pare che le scuole pubbliche UK se la passino tanto meglio rispetto alle faith schools: mi riferiso, ad esempio, al fatto che le scuole pubbliche del Southampton hanno “sperimentato” l’installazione coatta (cioè obbligatoria) di contraccettivi sottocutanei nelle 13enni. Ora ritengo che prendere una ragazzina ed installargli “volente o nolente” (e senza nemmeno avvisare del fatto i genitori) un impianto contraccettivo sotto pelle sia una violenza nei suoi confronti, oltre che un messaggio ambiguo. A me non pare che sia questo il modo giusto di affrontare la questione delle “teen moms”. Cioè anche le public schools mi sembrano piuttosto degenerate.

Poi citatemi, se ne siete capaci, casi concreti e specifici in cui sono avvenute, dico nelle scuole private italiane, le cose che voi dite: creazione dei ghetti, inibizione dell’apertura mentale dei ragazzi, mancato rispetto dei contratti di lavoro, ecc…

Kaworu

beh per esempio, ci si potrebbe domandare come mai nelle scuole “paritarie” i bambini con disabilità sono praticamente inesistenti.

Cagliostro

Poi citatemi, se ne siete capaci, casi concreti e specifici in cui sono avvenute, dico nelle scuole private italiane, le cose che voi dite: creazione dei ghetti, inibizione dell’apertura mentale dei ragazzi, mancato rispetto dei contratti di lavoro, ecc…
Mi ci inviti a nozze. Allora per quanto riguarda il mancato rispetto dei contratti di lavoro l’Istat ha rilevato che nel 2008 i dipendenti irregolari (ossia con contratti in nero) nel settore privato dell’istruzione erano 17.200 mentre nel 2009 si è passati a 19.000 (+10,5% in un solo anno).
Inoltre nel 2010 una rilevazione dell’ufficio scolastico della Regione Lombardia ha rilevato che il 17% degli insegnanti impiegati in tutte le 2.491 scuole paritarie lombarde non era abilitato: questo ovviamente non rispettando la legge che prevede che gli insegnanti operanti nelle scuole paritarie debbano essere abilitati.
Per quanto riguarda la creazione di ghetti potrei citarti alcuni dati sulla presenza di stranieri nelle scuole statali ed in quelle private ma forse ti basta così.

spapicchio

La CCAR da sempre risparmia sui propri dipendenti, non riconoscendo loro i piu` rudimentali diritti del lavoro.

Non serve leggere i giornali di regime, basta conoscere la storia, il papato e` da sempre contro l’istruzione pubblica, vedasi il “non expedit” di Pio IX.

Il vero flagello per la CCAR sono da sempre l’Istruzione Pubblica ed il suffragio universale, cosi` come lo Stato di Diritto Costituzionale (e naturalmente le chiese cristiane evangeliche Riformate e Protestanti) perche` hanno definitivamente inferiorizzato e relativizzato la gerarchia della CCAR e la sua dittatura delle coscienze.

mistergrey2

“Il vero flagello per la CCAR sono da sempre l’Istruzione Pubblica ed il suffragio universale

Il suffragio universale forse una volta , ai tempi di mastro Titta.

Il suffragio universale ormai c’è persino in Iran e forse addirittura negli States, dove i tuoi amati evangelici sono forti ed hanno espresso tutti i presidenti tranne uno.

spapicchio

“forse una volta , ai tempi di mastro Titta”

No, il suffragio universale oggi è esteso ai referendum, tipo quelli sull’aborto, sul divorzio, sul finanziamento pubblico ai partiti, per i quali molto spesso la CCAR e la partitocrazia cattolica invitano a non andare a votare.

fab

Marco, circa l’inibizione degli studenti nelle private potrei portarti come prove quelli che ho in classe e che vengono da quei postacci, ma c’è la riservatezza, sai com’è.

paniscus

E comunque, non è detto che siano così sprovveduti da mettersi in mostra a muso duro dicendo che “non accettano disabili”: semplicemente, creano un clima sfavorevole alla loro integrazione, e lasciano capire alle famiglie interessate che la situazione non sarà affatto rosea per loro, perché mancano le strutture, manca il sostegno, mancano gli ausili tecnici, eccetera… e le famiglie si autoselezioneranno spontaneamente, e rinunceranno a iscrivere il figlio avendo perfettamente capito che lì non si troverà bene. Così salvano capra e cavoli, no?

Lisa

Francesco non da assisi

Beh, in molte scuole cattoliche, alle ragazzini e ai ragazzini viene introdotto, volenti o nolenti, ben altro!

maddalena armuzzi

Le scuole private possono essere laiche. Dovrebbe essere un ottimo affare per un imprenditore aprire una scuola. Normalmente sono istituti religiosi in quanto hanno iniziato i fondatori per dare istruzione ai bambini poveri, come ora fanno nelle Missioni. Adesso anche in Italia ci sono scuole mussulmane, ebraiche e cattoliche, ma inizia anche qualche scuola laica. Io, al contrario di te, Giovanni Coviello, sogno uno Stato che liberizzi tutto, a cominciare proprio dalla scuola, perchè LIBERALIZZAZIONE è = a QUALITA’, a CONCORRENZA. Per esempio hanno cambiato nome ai presidi ed ai direttori didattici e li hanno chiamati Dirigenti, ma non lo sono di fatto in quanto non possono scegliere il personale…, nè licenziarlo per assenteismo, per trascuratezza dei doveri, chechè ne dica la ministra! Io ho lavorato sia nella pubblica che nella privata e vi posso dire che c’è una bella differenza: nella privata la Preside (una suora tedesca preparatissima, un’enciclopedia e terribile) assisteva a sorpresa alle lezioni in classe di noi insegnanti e se non ti trovava abbastanza preparata non la passavi liscia…Sempre a sorpresa controllava la correzione delle verifiche dopo che le avevi consegnate ecc…In 30 anni di scuola pubblica la preside e il preside (Ho avuto sia maschi che femmine) non sono mai entrati in classe o controllato un registro o letto la programmazione…Non potendo riprendere quell’insegnante, nè tanto meno lasciarla a casa, non avendola scelta, come tutto lo staff, tira a campare…che gliene importa del buon nome della scuola, non è mica la sua, è dello Stato!…e come i politici pensa che quello che è di tutti è di nessuno! L’assenteismo nella pubblica dilaga, il pressapochismo anche…non avendo voglia di9 correggere i compiti, certe prof. consegnano agli alunni le verifiche dopo un mese, quando va bene, quando non le perdono…Ognuno fa quello che gli pare anche perchè rivendicano, le insegnanti, sia di dx che di sn, la libertà d’insegnamento. Ti dice il fatto che la scuola si è femminilizzata, al max, l’unico maschio a volte è il prof di educazione fisica. Non è un mestiere che dà soddisfazione, che è ben remunerato…Se fosse privata, se si facesse carriera come fanno col calcio mercato, se all’inizio dell’anno si cercassero d’ingaggiare gli insegnanti migliori, portandoli via a suon di offerte dalle altre scuole come fanno in Gran Bretagna o in altri Stati. Le rette degli studenti dovrebbero essere alte, adeguate alle loro pretese ed aspettative: PC, laboratori, piscine, palestre……e i poveri? La retta per i poveri la dovrebbe pagare lo Stato o il comune o la Caritas come paga altre cose ai poveri (la casa, la salute, i testi scolastici, il cibo…) Lo stato risparmierebbe miliardi e il carrozzone scuola-università che genera ignoranti tutti promossi, diventerebbe una fuori serie di lusso che tornerebbe ad attirare stranieri come un tempo l’antica Università di Bologna…che non era certamente statale!

Senjin

Certo proprio come negli USA!!! Dove si esce ANALFABETI dai licei privati e all’univarsità si viene fatti passare per “meriti sportivi” grazie ai giri di solidi che football and co portano agli atenei.
L’unico paese che ha applicato il sistema date descritto sono appunto gli stati uniti, paese COSTRETTO ad importare il 60% di manager e ricercatori da Europa e Asia.

L’inghilterra poi! Io ho i parenti a londra e su 4 cugini solo uno ha una buona istruzione dovuta alla sua alta intelligenza e voglia di imparare, agli altri grazie alle varie faith school & private ho dovuto spiegare IO il significato di parole come primitive, ancestral, etc.

Prendere come modello i paesi anglosassoni ed i loro disastri sociali è veramente demenziale… anche perchè le migliori performance scolastiche vengono dal nord europa (Germania, Danimarca, Paesi Scandinavi), dal Giappone e dalla Corea del Sud.

Irregolare

Posso chiederle a quale epoca si riferisce? Lo chiedo perché una simile situazione nelle scuole che ho frequentato (o di cui so qualcosa attraverso altre persone) non l’ho mai trovata, ma forse le cose sono cambiate col tempo.
I miei insegnanti hanno sempre rispettato i programmi, erano seri e preparati, non hanno mai smarrito un compito in classe, non hanno mai cercato di orientarci politicamente o religiosamente. Forse sono stato fortunato.
Questo per quanto riguarda la parte centrale del suo intervento; quanto alle altre… probabilmente ho idee radicalmente diverse dalle sue.

emmebi

ma se le scuole pubbliche costano troppo (può essere vero), basta diminuire il numero degli insegnanti no? tutti gli insegnanti di religione che poi è una sola, fuori dalle balle! sai che risparmio poi però “invece” gli altri utilizzano il tempo sottratto e “lavorano” un po’ di più. non è semplice?

Kaworu

levi i finanziamenti alle scuole paritarie / private, elimini gli insegnanti di religione…

secondo me qualcosina salta fuori.

Augusto

per Marco

“Prendere una ragazzina ed installargli”: Marco, “una ragazzina” richiede l’uso del femminile: “installarle”. Sospetto che lei non abbia studiato in una scuola pubblica per commettere errori così marchiani. Perciò, per favore, non parli di scuola.

Sledge

Purtroppo, come succede nelle grosse aziende/industrie, si fanno piani chiamati
“ristrutturazioni aziendali” che prevedono l’ eliminazione dei costi eccessivi
o delle sedi poco remunerative.

Il mondo è governato dalla “resa”, dalla “produttività”, dal “guadagno”:
e come dite voi dall’ eliminazione di ciò che non è secodo gli “standard”
per cui …..

Kaworu

quindi lo standard ideale per te è istruzione scadente e solo per chi se la può permettere?

stefano b.

non è che poi i fruitori ci possono andare gratis.
ovvero: gli enti magari risparmiano ma gli utenti ci smenano con le rette.
questo l’aspetto economico.

poi c’è il problema dell’offerta formativa…
dove insegnano che la terra ha circa 6000 anni…………………….

nadia

siamo messi sempre meglio…ragazzi, per favore, perchè non c’è più la possibilità di mandare in fb l’articolo, mi date indicazioni? grazie

Fedele Razio

Scegliere razionalmente significa anche scegliere ciò che fa risparmiare, soprattutto in tempi di crisi. E i costi delle paritarie sono notoriamente molto molto inferiori rispetto ai costi delle statali. Il resto viene di conseguenza.

Fedele Razio

Ho dato un’occhiata al sito “I costi della Chiesa”.
Volevo solo informarvi che un conto economico prevede anche la sezione “ricavi”.
Hasta la vista.

spapicchio

No, la scuola non è né azienda né chiesa. Una cosa è il mercato, un’altra cosa sono la scuola e l’università.

Al mercato ed in chiesa uno ci può andare quando, cone e con chi vuole.

L’istruzione e l’educazione pubbliche invece sono obbligatorie e sono un diritto di cittadinanza, come il diritto allo studio (non confessionale) eccetera.

Non facciamo confusione.

spapicchio

* Al mercato ed in chiesa uno ci può andare quando, come e con chi vuole.

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