Palermo, università e arcidiocesi insieme per insegnare ai giovani “come fare impresa”

“Sensibilizzare i giovani ad investire le proprie capacità e le proprie energie nella creazione di imprese per creare lavoro e benessere economico e sociale per se stessi e per la città”. E’ questo l’obbiettivo del seminario Imprenditorialità e lavoro: una idea diversa per il futuro, in corso di svolgimento all’Università di Palermo. Il partner educativo, tuttavia, non è Confindustria, ma l’arcidiocesi della città siciliana.

“I giovani che alla fine del percorso avranno maturato un progetto di impresa e la vorranno realizzare saranno seguiti ed accompagnati fino alla fase dello start-up dalla struttura diocesana del “Progetto Policoro””, spiega il responsabile Tommaso Calamia. Tale progetto è promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, utilizzando anche i fondi dell’Otto per Mille. La qualità del progetto è verificabile online.

L’ennesimo esempio di sussidiarietà malata, dunque: lo Stato, anziché investire direttamente in favore dei disoccupati del sud, investe nella Chiesa cattolica, che a sua volta può magnificare i propri interventi a favore dei giovani del sud attraverso gli spot dell’Otto per Mille, e quindi ricevere ancora più contributi per gestire iniziative confessionali di questo tipo, che trovano ulteriore impulso attraverso la collaborazione di altri organi dello Stato, quali le università. Quella di Palermo è peraltro già nota per considerare la frequenza alla messa come tirocinio.

Tra gli argomenti trattati dal seminario si trova anche una giornata dedicata alle “Linee di finanziamento agevolato per fare impresa”: in questo caso occorre obbiettivamente riconoscere che la Chiesa cattolica è più che titolata a insegnare come ottenerle. Come dimenticare, per esempio, i 125 milioni di fondi strutturali europei che la Regione ha destinato a organizzazioni ecclesiastiche?

Archiviato in: Generale, Notizie

33 commenti

MetaLocX

L’ennesimo esempio di sussidiarietà malata, dunque: lo Stato, anziché investire direttamente in favore dei disoccupati del sud, investe nella Chiesa cattolica, che a sua volta può magnificare i propri interventi a favore dei giovani del sud attraverso gli spot dell’Otto per Mille, e quindi ricevere ancora più contributi

Bè, direi che almeno è chiaro quale sia la loro idea di fare impresa

Cagliostro

Considerando i crac di origine ecclesiastica (San Raffaele, Idi, Maribor, scuole cattoliche, etc.) credo che la Chiesa abbia ben poco da insegnare su come fare impresa (forse son molto ferrati nella parte fallimentare….).

FSMosconi

Visto come taluni soggetti han tenuto certuni ospedali, nonché alcuni Istituti, non so perché, ma eviterei fossi negli studenti… 😐 😉

Flavio

Beh per decenni certi ospedali hanno fatto affari miliardari e ora i debiti ricadranno sulla collettivita’ in un modo e nell’altro…

giuseppe

L’ennesimo esempio di sussidiarietà malata, dunque: lo Stato, anziché investire direttamente in favore dei disoccupati del sud, investe nella Chiesa cattolica, che a sua volta può magnificare i propri interventi a favore dei giovani del sud attraverso gli spot dell’Otto per Mille, e quindi ricevere ancora più contributi per gestire iniziative confessionali di questo tipo, che trovano ulteriore impulso attraverso la collaborazione di altri organi dello Stato, quali le università.

Bisogna precisare che l’otto per mille entrerebbe comunque nelle casse della chiesa, anche senza queste iniziative, come previsto dalla legge. Da come presentate la cosa pare che lo stato dia un supplemento in più, ma non é cosi. La solita maniera subdola di lamentarsi della chiesa, anche davanti ad iniziative lodevoli.

Gianluca

scusa giuseppe,

al di là di quello che dici,
mi spieghi cosa c’entra questa iniziativa con l’attività pastorale della chiesa?

giuseppe

L’attività pastorale della chiesa significa anche occuparsi di persone che hanno bisogno, dando una mano a risolvere situzioni critiche come quella che viviamo in Italia in questo periodo. Il vangelo non va solo crduto, ma messo in pratica.

FSMosconi

@giuseppe

E perché tale manfrina dovrebbe sorbirsela anche chi cattolico non è, visto che a tale università di certo non vanno solo cattolici?
🙄

faber

Bisogna precisare anche che l’otto per mille non ci dovrebbe proprio entrare nelle casse della chiesa. Rispondi a questa domanda giuseppe: non sarebbe più logico abbassare dell8x1000 le tasse e poi lasciari ai singoli cittadini la scelta di dove devolverli? Ovviamente lo stesso varrebbe per il 5×1000. Forse la CCAR ha paura che i fedeli non lo siano così tanto da andare in chiesa a mollare la tangente domenicale?

giuseppe

L’otto per mille alla chiesa da parte dei cittadini é libero, per quanto voi cercate di fare credere il contrario. Basta mettere la firma al posto giusto per decidere in un senso o nell’altro. Le altre congetture sono solo chiacchere anticlericali.

Southsun

@ giuseppe.

La chiacchiere clericali le fai tu, invece.

Infatti, se mettiamo la firma nel posto “giusto”, cioè lo Stato, poi il tuo Stato clericale rigira la sua quota alle Chiese con un sistema di ripartizione iniquo e cervellotico, di cui la tua Chiesa – guarda caso – si sgobba la fetta più grossa.

Cioè, invece di tenersi la SUA quota per riparare le case popolari e assistere i bisognosi attraverso i Comuni, lo Stato clericale allatta una Chiesa miliardaria già di suo affinchè faccia la bella figura di ‘caritatevole filantropa’ con i soldi di tutti.

Altro che “congetture”: questi sono SOLDI SONANTI, caro te, di cui la tua associazione a delinquere ha sempre fame.

faber

Continui a non rispondere alla mia domanda: se, come dici tu, il sistema dell’8×1000 è onesto e trasparente, per cui i cittadini possono realmente e consapevolmente scegliere a chi devolverlo, PERCHE’ (questa è la domanda tanto per essere chiari) non si riducono le tasse dell’8×1000 e si lascia che i cittadini lo diano a chi vogliono? Si ha forse il timore che la gente preferisca tenerselo in tasca piuttosto che pagare l’obolo? Perché in tal caso vuol dire che esiste qualche problema di “fedeltà” dei fedeli…
Non è difficile, sono sicuro che la tua illuminata fede ti fornirà una risposta adeguata. Attendo con ansia.
P.S.
La formula “per quanto” richiede il congiuntivo…per quanto CERCHIATE

gmd85

@Giuseppe

Bisogna precisare che l’otto per mille entrerebbe comunque nelle casse della chiesa, anche senza queste iniziative, come previsto dalla legge

E bisogna, quindi, precisare che l’8X1000 altro non è che un balzello che i cittadini di uno stato devono versare nelle casse di un altro. Semplice e lineare.
E non ti affidare troppo alla legge. Solo perché una cosa è legge, non necessariamente questa è giusta. Tanto più che, pur in democrazia, ai cittadini non è stato chiesto se l’8×1000 volevano pagarlo o meno. Bella la legge così, eh?

Biondino

L’ennesimo esempio di sussidiarietà malata, dunque: lo Stato, anziché investire direttamente in favore dei disoccupati del sud…

Qui di stato non si parla, ma dell’università di Palermo.

Biondino

Non so se mi spaventa di più la chiesa come modello di imprenditorialità o l’universita palermitana come agenzia formativa.

Biondino

Non esistono più le università statali, sono tutti enti autonomi. In teoria, se trovano un megafinanziatore privato, fanno quello che vogliono, progetti di ricerca, piani di studi originali, convenzioni internazionali, eccetera.
Che poi la maggior parte delle università aspirino a vivere semplicemente grazie al finanziamento pubblico (dello stato, della regione della provincia) è un vizio che fatica a morire. Ma basta guardare ai bilanci per capire che stanno affondando, e lo stato gli dice di arrangianrsi.

Fri

Non esistono più le università statali, sono tutti enti autonomi.

rimangono statali, anche se hanno una certa autonomia

In teoria, se trovano un megafinanziatore privato, fanno quello che vogliono,

non e’ vero perche’ devono comunque rispettare le leggi dello stato, fra cui quelle sull’utilizzo dei finanziamenti sia pubblici che privati

Che poi la maggior parte delle università aspirino a vivere semplicemente grazie al finanziamento pubblico (dello stato, della regione della provincia) è un vizio che fatica a morire.

non e’ solo un vizio, ma una necessita’: quali e quanti sono quegli enti privati in italia disposti a megafinanziare l’universita’? l’industria italiana e’ fatta principalmente di piccola/media impresa che non ha di sicuro i mezzi per finanziare in maniera consistente la ricerca (senza contare la scarsissima cultura dell’imprenditoria italiana, secondo cui la ricerca non ha nessuna utilita’ pratica e non vale la pena spendere una lira per finanziarla).
E poi comunque non si capisce cosa ci sia di male in uno stato che finanzia la ricerca pubblica. Lo sai che lo stato italiano e’ quello in europa che spende meno per la ricerca?

Biondino

ok, l’università di palermo è autonoma per finta, in realtà è statale.

è vero, lo stato investe pochissimo in ricerca.

epperò, quando sento che i soldi sono impiegati per sistemare il figlio/moglie/fratello/amante eccetera, penso che siano già troppi i soldi buttati.

e il malaffare è ovunque: alla sapienza, a messina, a siena, a bologna, a torino (corsi di laurea con 1 iscritto…)

ribadisco la mia perplessità.

Fri

ok, l’università di palermo è autonoma per finta, in realtà è statale.
Mica solo quella di palermo. Quasi tutte le universita’ in italia sono statali pur possedendo una certa autonomia

epperò, quando sento che i soldi sono impiegati per sistemare il figlio/moglie/fratello/amante eccetera, penso che siano già troppi i soldi buttati.

e allora buttiamo via il bambino con l’acqua sporca? perche’ non possiamo cercare di migliorare le cose invece che peggiorarle?

Fri

ho fatto un po’ di pasticcio con i codici, scusate

ok, l’università di palermo è autonoma per finta, in realtà è statale.

Mica solo quella di palermo. Quasi tutte le universita’ in italia sono statali pur possedendo una certa autonomia

epperò, quando sento che i soldi sono impiegati per sistemare il figlio/moglie/fratello/amante eccetera, penso che siano già troppi i soldi buttati.

e allora buttiamo via il bambino con l’acqua sporca? perche’ non possiamo cercare di migliorare le cose (la cosa pubblica) invece che peggiorarle e lasciarle andare in rovina per poi giustificare l’intervento, a caro prezzo, dei privati?

maxalber

Beh, ma in Sicilia la CCAR sono secoli che insegna ai giovani a fare impresa.
Riina e Provenzano sono esempi di come alcuni abbiano bene imparato il metodo.

Nathan

Mi chiedo, in puro dipietrese, che c’azzecca la curia vescovile di Palermo con l’imprenditorialita, gli stat-up etc?
Mi chiedo anche come mai l’ UAAR si occupi di questo quando la stampa di tutto il mondo sta parlando dei vaticleaks, con la soluzione da giallo di serie Z che il colpevole è im maggiordomo!
Scusate l’OT

redicoppe72

Ma com’è?
La Chiesa non riesce proprio a fare niente di buono.
Per fortuna che c’è l’uaar che vigila.

Southsun

Per fortuna che c’è la Chiesa che ci insegna come fare impresa: vedi il San Raffaele e gli intrallazzi scoperti or ora nel suo cuore lercio e marcio.

Siete peggio di Cicciolina, solo che lei non ha mai nascosto nulla a differenza vostra.

manimal

no, no, fa proprio tutto bene: lo dice Avvenire.
e io ci credo.

ps sopra S.Pietro volano colombe o corvi?

whichgood

Il Progetto Policoro.
Ma io cosa sono andato a fare al conservatorio?. Ho sbagliato tutto !. All’estero c’invidiano il Policoro, in Italia non lo valoriamo perchè siamo abituati a questi livelli eccelsi !

Paul Manoni

Parafrasando una nota scena del film “Jhonny Stecchino”, il problema della Sicilia e’…La siccità!! 😯

Marco C.

La chiesa dovrebbe iniziare a farsi gli affaracci propri, anziché mettere bocca su argomenti per i quali non ha nessuna competenza. Che pensasse a risolvere le schifezze che ha al suo interno, partendo dalla pedofilia e arrivando agli scandali finannziari noti a tutti. Schifosi avvoltoi!

spapicchio

Cosa vuole che educhino questi della arcidiocesi della CCAR , essendo mantenuti con il denaro pubblico degli italiani, educheranno a prelevare indebitamente altro denaro pubblico, e ad avere accesso alle cariche istituzionali a questo fine, così come alle pensioni ed ai vitalizi statali, fino a che l’Erario non sarà completamente svuotato ed allora avranno raggiunto le condizioni per deligittimare l’Italia, insolvente, e rifonderanno il nuovo Regno delle Due Sicilie, sollecitando il popolo alla rivolta contro il governo.

I giovan i poi ricorderanno la bellezza delle iniziative della arcidiocesi e ne conserveranno un fulgido ricordo per i loro figli e discendenti, da usare come controesempio rispetto al malgoverno laico, piemontese, nordista, eccetera.

spapicchio

I giovani poi ricorderanno la bellezza delle iniziative della arcidiocesi, e la useranno per mettere in risalto il malgoverno italiano, che non fa nulla per i giovani eccetera (che è anche vero, …) ma questo usando il denaro pubblico degli italiani.

Commenti chiusi.