I contratti collettivi di lavoro prevedono tra i giorni festivi il giorno del santo patrono del comune in cui viene svolta l’attività lavorativa. A decidere in quale giorno scade la festa del santo patrono è la chiesa cattolica perché è questa che affida alla protezione del santo coloro che vivono in quel determinato comune. Alle volte la chiesa cattolica sbaglia ad individuare il protettore o è questo che non vuole accettare l’incarico, com’è successo di recente per i comuni emiliani terremotati. Il protettore del comune di Verona è San Zeno, che spesso si è caratterizzato per la sua distrazione o la sua assenza in occasione di calamità naturali o di guerre. La festa liturgica di San Zeno è sempre caduta il 12 aprile, ma nella sola diocesi di Verona la ricorrenza è stata spostata al 21 maggio perché spesso coincideva con le feste pasquali. Quest’anno c’era l’eventualità che che il 21 maggio ci fossero le elezioni di ballottaggio per il sindaco. Com’è noto, vi è una radicale incompatibilità tra San Zeno e ballottaggio per cui si è pensato di rinviare di qualche giorno la festa del santo patrono. Parecchi cittadini o perchè necessitavano dei servizi postali oppure recatisi al prelievo del sangue al fine delle analisi o per altro ancora si sono trovati con gli uffici pubblici chiusi. Forse, sarebbe opportuno trasformare la festa del santo patrono in una giornata di ferie in più. Nulla impedirebbe ai cattolici, anzi a quei pochi cattolici che credono ancora nella protezione del santo, di dedicare quella giornata di ferie alla festa liturgica del santo protettore.
Dalla newsletter del circolo Uaar di Verona
Quelle dei santi patroni sono molto probabilmente le peggiori festività inventate dalla CCAR in Italia, suggellando e incentivando solo la creduloneria e l’ignoranza popolari.
Fortunatamente NON esistono in nessun altro paese serio e civile.
San Patrizio in Irlanda.
Irlanda, quella nazione cattolica “protetta” da dio e dal “santo” patrono in cui la Chiesa spadroneggia? Infatti, è sull’orlo della bancarotta finanziaria.
Come tutti i Paesi più creduloni d’Europa, del resto. Chi se la passa meglio, sono quelli più secolarizzati.
Coincidenza?
La festa di santa Eulalia a Barcellona.
http://www.bcn.cat/santaeulalia/2012/ca/programacio.html
Vedi come sopra.
Lasciate perdere gli idoli, invece che portarli in processione venerandoli come gli idolatri che siete.
Prendete esempio dai Paesi scandinavi, piuttosto.
Servono al potere clericale a mantenere la popolazione sottomessa a subire l’ignoranza, strumento della religione.
Le feste patronali (padronali) sono tipiche delle regioni mantenute ad amministrazione fortemente cattolica (che oggi sono anche in crisi profonda).
Santi patroni, eh?
Credo che il mio gatto sia di gran lunga meno idiota.
Santi Patroni !
Che idiozia ,infatilinzo puro.
L’Italia ha due patroni, San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena.
Da un po’ di tempo si devono essere distratti (o sono occupati in cose più importanti).
Quando un patrono non svolge il suo compito va licenziato?
Oppure è protetto dall’articolo 18?
D’altronde, si sa che i santi sono degli spostati…
La cosa che mi fa sganasciare dalle risate e al tempo stesso mi fa venire voglia di piangere, sono i documentari antropologici stile national geographic sulle tribù animiste delle foreste di chissà dove. Si parla delle loro religioni animiste e spesso panteiste, di come abbiano la danza della pioggia, il dio del fuoco o della luna, i riti per propiziare caccia e raccolto ecc….Poi uno si affaccia alla finestra e vede la processione di San Qualche Cosa protettore di “segue categoria a caso” e si rende conto che la tecnologia (nel senso più ampio del termine) è la sola cosa che ci separa da quelle tribù. La mente dell’uomo è rimasta immutata, e i suoi aspetti più viscerali si sono dimostrati impermeabili al progresso tecnico e alla civilizzazione. In fondo non siamo altro che degli aborigeni che sono stati sulla Luna.
E questo è il problema di questo mondo . Abbiamo imparato a desintegrare l’ atomo e di mentalita siamo rimasti all’ età della pietra …
…”e si rende conto che la tecnologia (nel senso più ampio del termine) è la sola cosa che ci separa da quelle tribù”
Per noi è ancora peggio, in fondo le popolazioni primitive non hanno gli strumenti per discernere il mito dai riti e dalla realtà, noi sì e spesso chiudiamo gli occhi
Si Gianluca però vedi sembra quasi che il progresso tecnologico, piuttosto che spazzare via la mentalità magico-religiosa, sposti semplicemente l’asticella un pò più su. Si troverà sempre qualcosa a cui non si ha una risposta e se ne inventerà sempre una a caso (o a convenienza). E tutto questo secondo me per un semplice motivo: la storia evolutiva dell’uomo ci ha consegnato un cervello che lavora per associazioni di tipo causa-effetto. Non solo: il cervello umano fa sì che si cerchi necessariamente un agente causale intenzionale. Si tratta di un processo molto ben messo in evidenza nel libro “Nati per credere”.
Il problema semmai non è che esistano masse che si lasciano guidare dal pensiero magico-religioso quanto piuttosto che vengano isolate e rese impotenti le “avanguardie” (lasciatemi passare il termine improprio) che si muovono verso una società che superi tale limite.
@faber
copio e incollo
@faber
personalmente, talvolta ho la sensazione che vi sia più razionalità nella semplicità e superstizione di tali tribù che non nell’uomo occidentale…
intendo dire che credo abbiano loro più il senso della realtà su quale è il posto dell’uomo su questo pianeta, e su quale è la sua condizione, di qualsiasi cittadino di uno stato moderno che si fa problemi su chi vince lo scudetto, se la felpa è alla moda o se l’auto è simile ai bestioni che si vedono nei films americani.
salvo poi aderire ad una religione che predica fratellanza e nel contempo sproloquiare sugli extracomunitari (i residenti dello SCV lo sono?)
Il punto è proprio questo: tutte le cose che tu hai elencato sono, da un punto di vista del significato intrinseco e soprattutto dell’atteggiamento mentale, identiche a gareggiare a chi prende la preda più grossa, a chi riesce a dipingersi il volto nel modo più creativo e attraente o a chi riesce a costruire la capanna più comoda. Insomma in mezzo ci passano millenni di progresso tecnologico e sociale, ma l’uomo rimane pur sempre Homo sapiens.
manimal
“intendo dire che credo abbiano loro più il senso della realtà su quale è il posto dell’uomo su questo pianeta”
Riguardo le religioni panteistiche hai ragione. A chi tenta di giustificare la presenza delle religioni come una necessità dicendo “Eh, ma dall’alba dei tempi ogni cultura ha sempre avuto una religione”, a parte la fallacia logica del ragionamento ignora che le prime religioni erano panteistiche e con la volontà di un essere superiore che li avrebbe creati non c’entrano niente. I primitivi avevano capito di essere parte della natura, non superiori agli altri animali, e per la loro esistenza ringraziavano la natura, tutto qui. Oggi sarebbero naturalisti. Anzi, ogni persona che ami la natura è in fondo un po’ panteista.
@ Gianluca
Condivido il senso della tua risposta a manimal, tuttavia ti faccio notare che il panteismo è una forma di religione estremamente recente: in pratica, inizia con il deus sive natura di Spinoza. Anche se già nello stoicismo greco-romano è possibile ravvisare non pochi elementi di panteismo ante litteram. Le religioni più antiche del mondo, le cui origini probabilmente risalgono addirittura al paleolitico, sono: il totemismo, l’animismo e lo sciamanesimo (uso sacro degli allucinogeni per raggiungere il divino).
Ogni persona, che ami profondamente la natura, in fondo è un po’ panteista? Probabilmente sì. Del resto, che male ci sarebbe ad ammettere che dio e l’universo sono la stessa cosa, e che noi uomini abbiamo come padre l’universo e come madre la materia?
@ Gianluca
Nella fretta ho dimenticato di aggiungere che una robusta dose di panteismo era presente nel mio omonimo Giordano Bruno: per lui dio era la mens insita omnibus ovvero la mens super omnia. Però non ho mai capito bene che cosa volesse dire con queste formule latine…
@giordanobruno
Mi spiega che differenza c’è tra l’universo è la materia visto che il primo è costituito essenzialmente dall’ultima ? Una padre con una madre incorporata in stile matrioska.
Una notizia scientifica: tutta la materia/energia che conosciamo e che è oggetto di studio delle scienze naturali rappresenta solo il 4% (in lettere: quattropercento) della materia e dell’energia dell’intero universo. Ed il resto? Materia/energia oscura.
Posso dedurre che se la scienza riuscisse a spiegare tutta la materia/energia osservabile (ed è ben lungi dal farlo se non trovano il celebre bosone di Higgs – Hawking pare che ci abbia scommesso 100 dollari con un suo collega scettico), il resto rimarrebbe celato nell’oscurità (e non nell’oscurantismo cattolico).
Ce n’è in abbondanza per includervi fate, folletti, gnomi, dei pagani, ecc…
E mi dispiace per voi, anche Santi e Patroni.
Per quanto riguarda l’uomo, o meglio l’essenza umana, che non è cambiata nel tempo…
L’aborigeno australiano caccia con le frecce.
L’uomo moderno caccia con le banconote e le carte di credito.
L’aborigeno combatte contro altre tribù per la sopravvivenza del suo clan.
L’uomo moderno combatte contro un nemico astratto per la sopravvivenza del suo SUV.
L’aborigeno crede in esseri soprannaturali e nei miti.
L’uomo moderno li vede in televisione tutte le sere ed al cinema almeno una volta la settimana e poi dice di credere solo nella scienza.
L’aborigeno sciamano si droga nelle cerimonie religiose per rendere coesa la tribù.
L’uomo moderno si droga e poi va a sbattere con il SUV contro il primo muro, sempre che non investa qualcuno.
L’aborigeno comunica battendo sui tamburi.
L’uomo moderno comunicava con il cellulare..oggi invece il cellulare è in grado di comunicare da sè.
L’aborigeno divide in parte eguali la cacciagione tra tutti i suoi compagni.
L’uomo moderno suddivide in parte eguali il carico fiscale, ma solo sulle spalle degli altri.
L’aborigeno la sera ascolta le storie di vita raccontate dai saggi anziani del villaggio.
L’uomo moderno si spaparanza sonnecchiando sul divano davanti ad un documentario di Piero Angela.
L’aborigeno corre per inseguire la preda, per spostarsi da un villaggio all’altro, ecc…
L’uomo moderno quando corre solitamente non si sposta di un millimetro visto che è rinchiuso in una palestra.
L’aborigeno si trucca il corpo e si veste con piume e pendagli vari.
L’uomo moderno si fa i tatuaggi, il piercing, quando non ricorre alla plastica.
L’uomo moderno è cmq più intelligente e razionale visto che conduce una vita complessa e soddisfacente (anche se col ricorso di qualche psicofarmaco), riesce a spaccare il miliardesimo di secondo.
L’aborigeno risponde che non sa cosa sia il secondo, e nemmeno una vita complessa.
Questa ancora mi mancava. Dopo il parto virginale legato ad un effetto tunnel quantistico abbiamo i santi e gli dei fatti di materia oscura. Muahahahahahahahah vi prego raccogliamo tutto in un libro, ce n’è abbastanza per far ridere tutto il mondo e finanziare anche l’UAAR!!!
@ Antonio72
“Una notizia scientifica: tutta la materia/energia che conosciamo e che è oggetto di studio delle scienze naturali rappresenta solo il 4% (in lettere: quattropercento) della materia e dell’energia dell’intero universo. Ed il resto?”
Dando per buona ‘la notizia scientifica’… colloca pure nel resto dell’universo tutto ciò che vuoi, ma tra fate, gnomi, santi patroni, dei pagani e chissà quanto altro, immagino che vi collocherai, allo stesso titolo, anche il Signore Dio Nostro (Tuo), O no?
@ Antonio72
Tanto per cominciare, quando si parla di materia oscura in cosmologia, ci si riferisce essenzialmente a materia NON INTERAGENTE CON IL CAMPO ELETTROMAGNETICO, che però fa sentire i suoi effetti gravitazionali. Quando si tira in ballo l’energia oscura, ci si riferisce invece ad un altro tipo di problemi. Ma lasciamo da parte ‘sti discorsi. Tutto il pistolotto, che hai scritto, è solo un’accozzaglia di frasi senza senso. Aborigeni australiani, piercing, tatuaggi … e allora?
@faber
Ridi quanto vuoi, ma rimane il fatto che la scienza ha dei limiti ben precisi, superati i quali non si può più parlare di teoria scientifica, ma di fede scientista. E ricordo che il parto virginale è oggi una realtà scientifica possibile con le tecniche di procreazione assistita.
Quindi è la scienza stessa a smentire ciò che ritieni ancora un’ipotesi fantascientifica. E chi sa che un domani, forse non troppo remoto, non si trovi anche la maniera di camminare sulle acque. Ricordo che fino a poco tempo per molti l’automobile non avrebbe mai potuto soppiantare il cavallo e la carrozza e chi affermava che un giorno l’uomo avrebbe potuto volare veniva deriso e preso per un folle visionario.
@Antonio
Sai di star riducendo i tuoi miracoli a semplici fenomeni da baraccone sì?
In più mi chiedo se lo stesso metro lo userai per la nascita di Gautama e Mithra, o per i miracoli attribuiti ad Apollonio di Tiana ed Esculapio…
Come giustamente ti fa notare FSMosconi, stai affermando che i miracoli altro non sono che fenomeni strettamente “terrestri e materiali” che nulla hanno di divino. Per cui Gesù sarebbe un…ehm…precursore…uno scienziato all’avanguardia…niente male come teoria.
Chissà se per fecondare l’ovulo di Maria sia stata usata una gilson fatta di legno o di osso di pecora…muahahahah
@faber
Se vuoi un opinione personale questa sparata non è nemmeno sua, visto che mi pare presa pari pari dal Ciclo della Fondazione. 😀
Chiedo venia ma non ho letto Asimov. Non so perchè ma da quando l’ho letto non riesco a togliermi dalla testa l’immagine dell’arcangelo Gabriele con camice e mascherina che spipetta davanti al bancone. Sarò pure troppo nerd ma non riesco a non ridere 😀
San Zeno? Quello che avrebbe fatto una scommessa forse involontaria pendant di quella dei fratelli Maya Hunahpue Xbalamque agli ctonii Signori di Xibalba con tanto di umiliazione di stampo mediorientale (vedi Ahriman che si fa aggiogare a mo’ di cavallo)… 😯
*Hunahpu e Xbalamque*
la festa obbligatoria del santo patrono
è un danno per le famiglie: capita spesso che le scuole dei figli chiudano i battenti per il patrono X mentre i datori di lavoro dei genitori per il patrono Y
è un danno per l’economia: aziende con sedi in più comuni si trovano gli uffici centrali chiusi per il patrono X, mentre le sedi periferiche chiudono i giorni Y, Z, ecc.
è una inutile limitazione della libertà individuale: perché mai io debbo avere un giorno di ferie obbligate l’11 di novembre quando invece potrei scegliere un giorno in primavera o estate?
oltretutto, spesso, in molti settori lavorativi, la fine della festività patronale è quella di venir conteggiata in busta paga come festività non goduta…
e in altri casi si fa mezza giornata, giusto per complicare la vita
è un danno per la libertà individuale il solo fatto di avere una festa patronale. se poi uno è devoto di un certo santo si prendesse il giorno di ferie per quel giorno. a roma san pietro e paolo è l’inizio del dramma estivo soprattutto perchè coincide con il dimezzamento – già scarso – della flotta autobis e metro. perchè sia chiaro a roma capitale l’estate dura due mesi e mezzo.
E allora trasformiamola in festa civile e nazionale.
Sinceramente non mi va di rinunciare ad un ALTRO giorno che potrei passare con gli amici o in famiglia.
Non è notizia di oggi che i neoliberisti sfruttano certi fanatismi a loro favore, anche in questo sito ho visto babbei proporre l’abolizione delle domeniche in quanto feste religiose, il tutto a “vantaggio” dell'”economia”, naturalmente. Il patrono è attaccato un anno sì e un anno anche. Il banchiere travestito da primo ministro ha tentato di fregarsi anche 1° Maggio e 25 Aprile, se proponessero l’abolizione del natale qui qualcuno sarebbe d’accordo, senza nemmeno arrivare al poterlo chiamare festa della luce e continuare a godersi la giornata libera (e concomitante con la giornata libera di famigliari e amici, perché il punto è questo).
detesto le festività legate alle date perchè possono capitare anche di domenica vanificando la possibilità di godere di un giorno extra di riposo, e per questo ho sempre invidiato agli americani la festa del ringraziamento che cade sempre di giovedì, permettendo ai pù di fare un ponte festivo.
le feste del patrono, la cui data dipende da comune a comune, possono essere + o meno favorevoli a seconda della data della ricorrenza: in particolare a milano la festa del patrono è il 7 dicembre sempre abbinata ad un’altra festa religiosa l’8 è molto favorevole, mentre in altri casi non sono un granchè se capitano appena dopo dei periodi di vacanza estiva.
in ogni caso costituiscono un serio limite all’attività produttiva, tant’è che in molti comuni ci si adegua al santo del capoluogo di provincia
Il precetto del riposo nel giorno sacro alla divinità fu introdotto dagli ebrei ed era del tutto sconosciuto agli altri popoli del mondo antico. Lo shabat aveva il fine sociale di consentire all’uomo di separarsi, ogni sette giorni, dal proprio lavoro e di riappropriarsi in un certo senso di se stesso. Soprattutto, serviva a ricordare che il fine della vita non è il lavoro, il quale troppo spesso è solo sfruttamento ed autosfruttamento dell’uomo stesso.
In una società sempre più secolarizzata come la nostra, le feste hanno ancora un senso sociale? Lo avrebbero, se noi cercassimo di dare ad esse un significato che prescinde dalla banale commemorazione del tale santo o della tale santa. Vi porto un esempio molto banale. A me piace molto il natale, perché è una festa antichissima di origine nordeuropea associata al solstizio d’inverno, in cui vengono celebrati il sole, la luce ed il loro ciclico mutare nel corso dell’anno: è questo il significato delle tante candeline, che i nostri nonni accendevano sull’abete natalizio. Poi i cristiani hanno voluto appropriarsi della festa del sol invictus, ed il natale è così divenuto la memoria liturgica della nascita di Gesù in una grotta con tanto di bue, asinello, angioletti e stella cometa. Ritorniamo al sol invictus. Esiste un modo tutto cristiano di concepire ed amare la luce. Ma esiste anche un modo tutto ateo di fare altrettanto.
Mi faccia capire giordanobruno, ma quanti anni ha? Addirittura mi viene a dire che i nostri nonni festeggiavano il sol invictus con l’albero di Natale!?
Oltre tutto basta collegarsi a wikipedia per scoprire che l’origine dell’albero di Natale di cui racconta è inventata di sana pianta. Forse si confonde con l’albero della cuccagna o di qualche altro albero di qualche altra festa pagana raccontata da Frazer.
Inoltre omette di dire che Sol Invictus per esteso diventa: Deus Sol Invictus.
Bell’affare: lascia la divinità cristiana per una pagana o forse ancor prima egiziana. Infatti il culto del Dio Sole è antico pressapoco quanto la civiltà umana.
mi sembra che giordanobruno abbia parlato di alberi illuminati in relazione a una tradizione ancora viva e non -come Antonio72 lo accusa- in connessione con le arcaiche feste solstiziali (che erano comunque connesse alla morte/rinascita della luce invernale); e se lasciamo perdere wikipedia e torniamo a leggere direttamente le fonti (le fonti, dico; e solo dopo, eventualmente, Frazer, Eliade, Lévi-Strauss &co, anche se la produzione saggistica in merito è enorme e troppo spesso discutibile) vedremo comunque, un esempio tra i tanti, che i Saturnalia, oltre che da scambio di strenne e da abiti rossi, erano caratterizzati dall’accensione di lumi. Quanto al Sol Invictus l’appellativo corretto, a partire da Aureliano, non è deus (divus, semmai) ma Dominus, così come il Basileus Helios di Giuliano e così come Invictus, connesso anche al dio siriano di Eliogabalo, è un titolo imperiale, a partire da Commodo.
@ Antonio72
Appunto. Le feste cristiane non sono altro che le vecchie pagane con una nuova e lucente veste. Extralusso, ovviamente, per meglio celebrare il “valore” della povertà. Altrui,
Dei pagani avete pure copiato di striscio il politeismo, con tutto il florilegio di santi, madonne di mare di lago e di fiume, bianche nere gialle e blu (come le auto: tante versioni per tutte le tasche), di cui vi siete fatti regolare immagine che regolarmente portate in processione, toccandole e baciandole e venerandole chiedendo miracoli e grazie.
Il cristianesimo è solo il vecchio paganesimo con la vernicetta dell’ipocrisia.
Southsun
L’idolatria, cioè la venerazione di santi e madonne, è tipico della religione cattolica ed ortodossa, cioè delle due religioni “imperiali”, non delle religioni protestanti che, più coerentemente, hanno eliminato santi, madonne, statue: i protestanti, inoltre, non hanno il culto dei miracoli (soprattutto non credono che dio faccia miracoli “inutili” come far piangere o sanguinare statue, fermare il sole, ecc.).
L’albero di Natale è di origine nord-europea, qui in Italia la tradizione era del presepe (poco diffuso nella cattolica Austria).
@ Antonio72
E’ vero o non è vero che il natale è un’antichissima festa di origine nordeuropea associata al solstizio d’inverno? E’ vero o non è vero che l’albero di natale deriva anch’esso dal folklore nordeuropeo ed è anch’esso associato al natale? E’ vero o non è vero che, in Svezia, nel giorno più breve dell’anno vige ancora oggi l’usanza che le ragazze vadano in giro per le case con le candeline accese sulla testa? E’ vero o non è vero che voi cristiani vi siete appropriati di una festa pagana e l’avete surrettiziamente elevata al rango di memoria liturgica della nascita di Gesù?
Il senso del mio intervento però era un altro, e tu lo hai travisato alla grande. Tutte le feste hanno un’origine religiosa: la parola “sacro” viene dal latino “sacer, sacra, sacrum” e significa propriamente “separato, segregato”; per cui un giorno festivo è considerato appunto sacro, proprio in quanto è separato e distinto dai giorni feriali. Ti piaccia o non ti piaccia, l’Europa, la nostra amatissima patria europea, è sempre più secolarizzata: fattene una ragione; purtroppo non è stata ancora capace di dare un senso “laico” alle sue ricorrenze festive, così come non è stata ancora capace di elaborare una cultura coerente e conchiusa in se stessa, che sappia superare il pesante lascito giudaico-cristiano che si porta dietro come una zavorra. Questo spiega perché, oggi, per molti laici europei le giornate festive sono soltanto giornate preziose sottratte al lavoro ed alla produzione. Insomma, nient’altro che giornate di ca22eggio variamente assortito. Ti è chiaro ora il senso del mio intervento?
niente di male a credere, c’è chi crede nella religione chi nei maghi chi nelle cartè o all’oroscopo l’importante è non rompere i coglioni a chi non crede in queste cazzate e soprattutto: 1 non condizionare la politica per fare leggi in loro favore. 2 non togliere soldi alla scuola pubblica per darli alle scuole private naturalmente dei preti. 3 ogni pecora mantenga i propri pastori senza pesare su chi vuol vivere liberamente.
Eppure San Zeno protettore di Verona, ha fatto tantissimo per quella città e per chi lo venera…La Finanza cattolica (quella con la “F” maiuscola), e’ praticamente nata, sviluppata e cresciuta sulle rive dell’Adige (!). Se si incrociano i nomi degli appartenenti all’Opus Dei in Italia, con i nomi dei più noti banchieri ed affaristi cattolici in Italia, si finisce inesorabilmente per finire nel Veneto…E più precisamente proprio a Verona. 😉
Si legga il libro “Finanza Cattolica” di Ferruccio Pinotti per verificare ciò che scrivo! 😉
Uh, dimenticavo.
A Verona ci sono stato di recente. Per quello che sono i miei gusti in fatto di città, ritengo che sia tra le più bei posti d’Italia. Il centro storico e’ qualcosa di assolutamente imperdibile!…Spero solo che non sia solo merito di Tosi. 😉
Questi santi dovrebbero adattarsi alle esigenze della gente. Con i guai che sta passando la Chiesa rischiano anche loro di essere dimenticati.
Chi non esiste non può far nulla.
Ergo se deve piovere, pioverà. Indipendentemente che si portino in giro gli idoli cattolici.
A parte la vostra puerile descrizione del patrono come protettore (ma che è superman che veglia dall’alto di un grattacielo?), vorrei far presente che non risulta nessuno spostamento della festività ai fini dei contratti collettivi e della chiusura degli uffici pubblici che è rimasta al 21 maggio.
http://ufficiostampa.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=9561&id_com=12484
http://www.dbt.univr.it/?ent=avviso&id=74907&dest=172
http://www.veronaeconomia.it/2012/05/16/leggi-notizia/argomenti/economia-veronese/articolo/lunedi-21-maggio-festa-di-san-zeno-chiusi-i-distretti-no-screening-colon-retto.html
E’ pur vero che la diocesi ha deciso di festeggiare con la messa solenne il sabato 26 maggio (forse per favorire la partecipazione di chi lavora fuori Verona) e può darsi che lo svolgimento del ballottaggio abbai influito (essendo previsto l’intervento del sindaco…) ma questo mi sembra sia nella libertà di un gruppo religioso di svolgere le proprie funzioni nelle proprie sedi quando vuole.
Che poi sia da togliere la festività del patrono dai contratti, visto che al massimo riguarda un 17% di frequentanti, possiamo essere d’accordo.
Io sono libero professionista e ho sempre lavorato nei giorni del patrono della città in cui lavoro e di quella in cui vivo, è solo una giornata di ferie in più. In cambio regolo il mio orario per partecipare ai funerali delle persone care e ad altre funzioni, ad esempio il mercoledì delle ceneri.
Amedeo patrono viene dal latino è vuol dire appunto protettore.
Per alcune confessioni cristiane tra cui il cattolicesimo, il “santo patrono” è una persona, venerata come santa, alla quale la Chiesa affida la protezione di una certa categoria di fedeli, individuabile in coloro che vivono in una determinata città o area geografica, coloro che esercitano un certo mestiere, svolgono una certa attività o hanno altre caratteristiche in comune.
Tradizionalmente i fedeli appartenenti ad una determinata categoria si rivolgono al proprio santo patrono tramite preghiere od offerte votive al fine di ottenere l’intercessione del santo in proprio o altrui favore. Famose, per esempio, sono le suppliche dei cattolici napoletani al loro patrono san Gennaro per l’ottenimento di guarigioni e persino dei numeri vincenti al gioco del lotto, o quelle rivolte ai santi ausiliatori per ottenere la guarigione da determinate malattie.
Puerile la descrizione? E’ la chiesa che nomina santi e beati a patrono di questo o quello.