L’assistenza al malato, religiosa e non: un convegno a Roma

Si è svolto ieri all’ospedale San Camillo a Roma un convegno sul tema Pluralità di culture e religioni. Pluralità di bisogni, primo appuntamento del ciclo Salute per tutti. Prendersi cura nelle diverse culture e religioni. Composto da tre eventi formativi rivolti alle operatrici e agli operatori, i seminari intendono approfondire “i temi del dialogo transculturale e interreligioso in ambito di sanità pubblica”.

Sono intervenuti esponenti del mondo protestante, ortodosso,  islamico, ebraico, induista, buddista, del Soka Gakkai, nonché il cappellano cattolico. In rappresentanza dei non credenti è intervenuta Adele Orioli, responsabile delle iniziative giuridiche Uaar.

L’evento è stata l’occasione per la firma del protocollo d’intesa tra l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini e i “Rappresentanti delle Religioni diverse dalla Religione Cattolica”, volto ad estendere il servizio di assistenza religiosa anche a non cattolici. Per concretizzarlo servirà tuttavia un regolamento attuativo: nel frattempo, chi desidera assistenza da parte di un rappresentante non cattolico deve continuare a passare attraverso il cappellano cattolico.

L’Uaar, che a Torino e Milano ha già sottoscritto accordi su testi ad hoc, non ha sottoscritto il protocollo del San Camillo.

25 commenti

Federico Tonizzo

E un malato non può dire al prete cattolico, presenti testimoni del malato, “Vaffa a tutti i cleri!” ???

spapicchio

L’assistenza al malato religiosa è pelosa, spesso ingannevole e facilmente strumentalizzabile, nonché prefinanziata indebitamente con i soldi pubblici ovvero con le nostre tasse.

Perciò la legislazione statale al riguardo deve essere atea e NON condizionata ad alcuna religione, rivolta a strutture ospedaliere e NON ad istituti religiosi, chiese, moschee, minareti eccetera.

Se una associazione religiosa afferente ad una religione vuole assistere per proprio conto i malati, lo deve fare sostenendone gli oneri privatamente e NON pretendere di avvalersi del finanziamento pubblico delle tasse degli italiani, i quali pagano per essere assistiti medicalmente (non religiosamente) in strutture ospedaliere serie, riconosciute ed efficienti.

whichgood

Grazie Adele per il tuo importante impegno. E’ un buon passo sebbene tragicomico. Gli ospedali non devrebbero avere a mio avviso assistenza confessionale, là ci si va per curare. Ti affidi alla scienza o alla fede. A chi possa non sembrare ovvio questo ragionamento propongo di mettere il reparto di ricovero dentro la chiesa, con ingresso ambulanza annesso.
Se dovrò essere ricoverato qualche volta chiederò assistenza confessionale multipla contemporaneamente, per divertirmi un po. Proverò con un rabbino e un imam tanto per cominciare.

Stefano Grassino

L’arroganza del clero non conosce limiti e questo lo sapevamo; nulla di cui meravigliarsi, dunque.
Quello che invece trovo veramente disgustoso è l’atteggiamento dei dirigenti dell’Azienda Ospedaliera del San Camillo, ente pubblico sovvenzionato con i soldi dei contribuenti. Non conosco bene la procedura e non so se potrà essere cambiata in corso d’opera, ma visti i tempi che corrono credo ci sia poco da sperare!

Tiziana

Io non avrei firmato da nessuna parte.
piuttosto chiederei che l’assistenza sanitaria fosse garantita a tutti e bene
e i medici , compresi quelli dell’azienda scamilloforlanini, fossero ben aggiornati e comprassero l’apparecchio per l’elettromiografia, analisi che faccio annualmente e che costa duecentosessanta euro e che al san camillo è vecchia più di me. facessero questi protocolli e si astenesse l’uaar da fare il confortatore ateo. l’unico conforto del malato è un ospedale funzionanete.

Giorgio Pozzo

Tiziana,

i volontari UAAR che operano negli ospedali torinesi (che a tutt’oggi sono tre) non costano nulla all’ospedale, e quindi non gravano sul bilancio.

Al contrario dei preti, che costano parecchie migliaia di euro al mese. Questo significa che i nostri soldi finiscono nelle loro tasche anche se, da degenti, li mandiamo a stendere i panni al sole.

stranomavero

e infatti con il san camillo l’uaar non ha firmato. dopodichè, fuori dalla nostra portata il riassetto della sanità pubblica, un po’ meno la battaglia, culturale innanzitutto, dei pari diritti dei non credenti, nelle scuole come nelle carceri come negli ospedali (come, aggiungerei, avviene in altre parti d’europa)

Silvano

@Tiziana

Sono perfettamente d’accordo con te.
Se il malato desidera compagnia o conforto telefona alal sua parrocchia (che sia atea o religiosa) e sicuramente trova i confortatori senza che afrgli il cappello sia l’ospedale statale. Sbaglia secondo me l’uaar a far parte delel congreghe. E se uno non è ne religioso nè ateo?

Giorgio Pozzo

Qui c’è un enorme equivoco di fondo: i volontari UAAR forniscono assistenza morale non confessionale. Non forniscono affatto assistenza ateistica o dogmatica o ideologica. In nessun modo e in nessun caso. I volontari non possono e non devono convincere all’ateismo il bisognoso di assistenza. L’assistenza è umanistica, se vogliamo proprio trovare un’altra parola che non sia una negazione come non-confessionale, non-religiosa, oppure a-teistica. E’ un’assistenza in qualche modo neutrale, che si oppone a tutte quelle religiose in quanto non riteniamo giusto che le alternative ad una religione siano altre religioni solamente. Parole di conforto possono venire anche (e soprattutto) da qualcuno che non parla di alcuna religione.

Non confondiamo il volontariato AMNC dell’UAAR con il volantinaggio.

Luca

Il thread specifico di questa ultimissima è talmente importante, che dovrei scrivere un intero editoriale per affrontarlo in modo esauriente. Mi limito ad alcune brevi considerazioni. L’ateo, che contrae una malattia grave e forse anche inguaribile, di che tipo di assistenza religiosa necessita? Ovviamente di nessuna! Però necessita di una laicissima assistenza psicologica da parte di personale clinico qualificato. Mi sembra persino banale ricordarlo.

Oggi, nella società occidentale, se esistono malattie “mitiche e mitizzate”, queste sono proprio le malattie neoplastiche: il cancro, insomma. Eppure bisognerebbe ricordare ogni tanto alcuni semplici dati di fatto: a) la causa principale di morte nella società occidentale sono e restano le malattie cardiovascolari; b) le percentuali di guarigione nelle malattie neoplastiche, anche se lentamente, stanno aumentando in misura significativa di anno in anno (si pensi solo ai risultati positivamente sorprendenti ottenuti con i linfomi e le leucemie, per non parlare poi di carcinomi quali quello mammario o quello colonrettale). Perché allora un individuo, cui viene diagnosticata una neoplasia, il più delle volte si sente come un condannato a morte? Evidentemente perché gli manca un’adeguata assitenza psicologica, che lo aiuti ad affrontare con relativa serenità una malattia, la quale è senza alcun dubbio una malattia seria, ma è pur sempre una malattia cronica non diversamente dalla cardiopatia ipertensiva o dal diabete mellito. Avete capito benissimo dove voglio andare a parare: se la sanità non fosse quello schifo che è oggi, in ogni struttura ospedaliera accanto al medico dovrebbe essere presente anche lo psicologo, il cui lavoro clinico non è certo meno prezioso. Ma, ahimè, gli psicologi non campano d’aria, ed anche loro hanno diritto a percepire stipendi di livello paragonabile a quello degli stipendi dei loro colleghi medici. Insomma, ci vogliono soldi. Ed i soldi, oggi, si preferisce buttarli via in parate come quella milanese in onore di Scarpette Rosse (qui non mi sto certo riferendo all’amichetta del Gatto con gli Stivali, sia ben chiaro) o come quella romana in onore delle forze armate. Evidentemente, è tutta una questione di priorità da rispettare. Se poi negli ospedali mancano gli psicologi, pazienza, vorrà dire che ci consoleremo pensando a tutte le conversioni, che i vari cappellani cattolici riescono ad estorcere in articulo mortis dagli atei e dai miscredenti. Guardate che non è mica una cosa da poco!

flaviana

infatti non è cosa da poco, una intromissione di questo tipo negli ultimi spazi vitali di una persona. E’ necessaria una mobilitazione vera da parte dei laici, che sovente protestano tanto e fanno pochissimo per la difesa dei propri diritti

Luca

@ flaviana

Sì, sono d’accordo con te. Ma il senso del mio intervento era un po’ diverso. Mi premeva richiamare alla vostra attenzione il problema dei finanziamenti alla sanità pubblica, che in un modo o nell’altro scarseggiano sempre.

Murdega

Piutosto che rinunciare è meglio dividere, vecchia regola, la torta basta per tutti.

flaccido

e io pago!!
mi fanno diventare una bestia!!!
per colpa dei cattolici ci troveremo a dover mantenere tutte le religioni!!

whichgood

Scusate la morbosa curiosità. Anche i preti malati chiedono assistenza spirituale ?

stranomavero

se sono cattolici mica c’è bisogno di chiedere: ci sono già loro colleghi in tutte le corsie, per tutti i pazienti volenti o nolenti

whichgood

Si, ma quello che intendevo dire è se i preti, essendo loro stessi “assistenti spirituali” (vai a sapere poi cosa diavolo vuol dire) hanno a loro volta bisogno di ricevere “assistenza” di questo tipo. La religione non è mica una professione.

pastore tedesco

No, loro sanno benessimo che di spirituale non c’è una cippa.
E’ da poco tornato dal sudamerica il missionario 80enne parente di mia moglie. E’ tornato per farsi delle analisi perchè, a suo dire stava malissimo. Lui e il suo entourage sospettavano un tumore. A parte che per loro che hanno disponibilità economica (è un maledetto salesiano), gli ospedali sudamericani che curano bene ci sono. Ma poi i soldi che ha speso per tornare in Italia, non poteva usarli per la sua missione e sperare di guarire con le preghiere? Arrivato qui si è scoperto che non aveva una m…..a. Ma lui continua fare il malato terminale. E allora via a spillare soldi alla gente. Tra l’altro si fa scarrozzare da un anziano come lui, che tratta come un suo servo, che ha veri problemi di salute anche se non gravi, senza alcuna compassione. Alla domanda se ha paura di morire, il salesiano ha risposto convintamente di si. Alla faccia della ricongiunzione con Padre.
Sanno benissimo che ciò che spacciano è una palla colossale, tant’è che neanche loro riescono ad avere un rapporto sereno con il dolore e la morte. E dire che ha più di ottantanni e sarebbe ora che si togliesse dalle scatole (lui e non tutti gli anziani, sia ben chiaro).

Federico Tonizzo

@ pastore tedesco:
Ottima storia. Grazie!!!
Posso domandarti se costui ha anche talvolta detto – esplicitamente o velatamente – che “di spirituale non c’è una cippa”?

Suppongo di no… Suppongo che tu lo abbia dedotto dal comportamento di costui… Puoi confermare?

pastore tedesco

x Federico Tonizzo
No, non arriva a tanto (l’ipocrisia prima di tutto) ma sono i suoi comportamenti che lo dimostrano. E poi e’ viziato come solo un prete sa esserlo pur facendo finta di non essere attaccato alle cose materiali,

nadia

l’importante che girino soldi, tanti soldi….sto leggendo “vojtyla segreto” alternando “la lobby di dio” di F. Pinotti e, seguendo un po’ il “chiacchiericcio” di decenni, beh, ho avuto sentori già da ragazzina, ho deciso di sbattezzarmi per protesta!!!

Paul Manoni

Finito con quei due libri, ti consiglio “Finanza Cattolica”, sempre di Pinotti, ed ovviamente “Vaticano S.p.a.” di Nuzzi. Quando avrai finito, se non avrai ancora vomitato in ogni angolo di casa, concludi la session con “Sua Santità” uscito di recente, e vedrai che non ti sbattezzerai solo per protesta. 😉

spapicchio

“(…) chi desidera assistenza da parte di un rappresentante non cattolico deve continuare a passare attraverso il cappellano cattolico.”

Infatti è sempre lo stesso aspetto del governo e degli affari religiosi, qualsiasi religione essa sia, da parte del Vaticano, ossia da parte della casta sacerdotale sacrata dell’impero romano – SPQR, potente ordine sacerdotale dei vati imperiali preposto all’amministrazione di tutte le funzioni religiose e quindi dei vaticini e rituali sacrificali, dell’assistenza e dell’orientamento al popolo, dei rapporti con il potere politico, eccetera, dell’impero, ordine dei sacri vati imperiali vigente ancora da prima di Cristo, il quale Gesù Cristo lo ha fortemente messo in discussione con la sua predicazione, ma che non è nemmeno lui riuscito ad estinguerlo completamente, eccetto per le chiese cristiane evangeliche, libere protestanti e riformate, che hanno abolito davvero la ormai millenaria amministrazione della religione da parte della CCAR, dismettendo la funzione dei presbiteri dalla chiesa.

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