Desta scalpore il caso di Chelsea Stanton, studentessa di liceo del New Jersey, che rimette ancora una volta in discussione il confessionalismo statunitense. Si è rifiutata di alzarsi durante il Pledge of Allegiance, il giuramento di fedeltà alla bandiera degli Stati Uniti. Perché contiene, con una modifica introdotta nel 1954 dal presidente Dwight D. Eisenhower e non estraneo il clima maccartista dell’epoca, l’espressione “one nation under God“.
La ragazza, atea dichiarata, è stata per questo punita dalla direzione della Collingswood High School. Ma ha ottenuto ragione, rifacendosi ad una sentenza della Corte d’appello degli Stati Uniti che dichiara incostituzionale l’obbligo per gli studenti di rimanere in piedi durante il giuramento. E la battaglia legale e civile dell’adolescente ha dato i suoi frutti: la scuola è tornata a più miti consigli e l’anno prossimo toglierà l’obbligo contestato.
Una vittoria laica indicativa dell’attivismo dei non credenti negli Usa. Che sorprende anche per l’età: come nel caso di Jessica Ahlquist, un giovanissimo statunitense afferma pubblicamente di non credere in Dio e lo rivendica contro invadenze religiose. Anche nelle scuole, in un ambiente fortemente ostile, pieno di pregiudizi contro gli atei. E probabilmente non sarà l’ultimo caso, vista la crescita massiccia dei non credenti proprio tra i più giovani.
Già giurare è un atto senza senso, sia pure alla bandiera che – in genere -dovrebeb essere rispettata.
Mi hai tolto le parole di tastiera; tanto più nel caso di adolescenti. Qui siamo davvero a strani e sgradevoli usi tribali.
Chelsea Stanton santa subito !
Jessica e Chelsea…nuove Rosa Parks crescono???…Io lo spero!
Crescono negli Usa, purtroppo. Qui da noi é ” buio pesto”.
Già, Luciano, del resto anche Rosa Parks era cresciuta negli States.
Vabbè, nonostante per noi non cambierà probabilmente nulla, sono sempre contento quando qualcuna/o a qualsiasi latitudine reclama diritti con la ferma serenità di chi ha ragione.
mah…
non ho capito
la ragazza ha ottenuto di non alzarsi in piedi o di cambiare il giuramento togliendo “under god”?
nel primo caso è una ben misera vittoria…
School district superintendant Scott Oswald said that in light of the legal discovery, the school requirement to stand during the pledge “will be removed next year,” the Cherry Hill Courier Post reports.
Da ateo come voi invece vi invito a vedere la cosa da un’altra angolazione.
Ho vissuto negli “States” più di due anni, per studio e per la mia
esperienza, posso dirvi che tradizioni come il “Pledge” sono più folcloristiche
ed identitarie che confessionali.Ho avuto l’occasione immeritata di studiare
Neurochirurgia ad Harvard: stiamo parlando di una delle scuole mediche più
prestigiose, dove non si insegna che nell’ipofisi risiede l’anima o che un embrione
si trovi in stato di intoccabile santità, eppure il motto araldico della scuola è “VERITAS”
con evidente sfumatura mistica, lo stesso motto è contenuto nello stemma araldico
della HSPH (Harvard School of Public Health) dove è presente anche una croce gigliata,
ma parliamo di scienza medica ad alto livello , non della “confraternita della buona morte”.
Questo è un tratto tipico tradizionale anche del mondo culturale e accademico che è invece
alquanto laico per punti di vista.C’ è un intreccio tra tradizione e confessionalismo un po’
difficile da vagliare per occhi europei, ma l’ingenua liturgia del giuramento mattutino non è
tra i capisaldi del condizionamento religioso americano, che passa per altri canali, anche mediatici, gli stati meridionali poi rappresentano un serbatoio di fanatismo religioso che è
generato in culla prima che a scuola .
Bella e preziosa testimonianza, grazie!
Al di là degli specifici locali, resta però il fatto – credo – che, nella sostanza, la questione non sembra porsi in termini molto diversi da quelli implicati nel caso Lautsi o in quello del giudice Tosti.
Se non si tiene conto della sostanza e della posta in gioco, una frase come “non è altro che è un simbolo innocuo – magari anche un po’ folcloristico: adatto a tutti perché poco considerato da tutti” dovrebbe applicarsi anche alla presenza del crocifisso nei locali pubblici italiani.
Siamo sicuri che sia opportuno abbassare la guardia accontentandoci di questo argomento o non sarà piuttosto il caso di togliere ogni riferimento – sia pure “sgrammaticalizzato” e “irriconoscibile” (?) – a un’identità confessionale specifica sul terreno che è di tutti?
Altrimenti, perché, in Italia, i cattolici si sbracciano tanto per tenercelo e negli USA
i conservatori trovano il giuramento alla nazione inscindibile dal giuramento a Dio?
Beh fortunatamente da noi non ci sono simili giuramenti.
da noi ci sono le ore di religione cattolica, due la settimana alle elementari
impartite in conformità alla dottrina della Chiesa cattolica, da insegnanti scelti ad insindacabile giudizio del vescovo e pagati dallo stato
il tutto nella scuola della Repubblica
http://archiviostorico.corriere.it/2007/dicembre/09/Giuramento_Ippocrate_Vecchio_vieta_aborto_co_9_071209083.shtml
Questo è un colpo basso, hermano…
Anche io appartengo alla “confraternita”, ma sono ateo,
e rispetto la tragica e sofferta scelta di una donna di abortire.
@ cyberego
E già, da noi è Ippocrite.
Sì è molto IPPOCRITE 😉
(per questo non rimpiango l’ambiente)
Si purtroppo da noi c’è il Vaticano, che riassume un po’ tutte le casistiche che avete ricordato. Purtroppo siano uno stato laico solo formalmente.
grazie Chelsea Stanton
Questa sì che è gente che ha diritto ad essere chiamata “obiettore di coscienza”. Pagano sulla propria pelle, di persona, il loro disaccordo con le regole subdole e prevaricatrici. Regole che in seguito li puniscono pure per le loro idee.
Una sola unghia di questa ragazza contiene più obiezione di coscienza di tutti i giovani ginecologi rampanti italiani che si dichiarano tali.
Un’altra cosa:
Chelsea dice
“That’s the beauty of America — that you don’t have to follow the same religion the majority does,”
Prego tutti i lettori volenterosi di notare che le parole di questa ragazza (in fondo ottimistiche) dimostrano che qui in Italia siamo messi molto peggio che da lei in USA: l’esatto contrario di quello che pensiamo e scriviamo qui in molti.
In Italia DEVI seguire la stessa religione seguita dalla maggioranza. Ti spiegano perfino che tale religione forma le tue radici…
Secondo un’indagine recente negli USA l’81 % della popolazione è credente, quindi dati vicini alla situazione italiana, ma credente in tante religioni, cioè negli USA esiste una pluralità di religioni riconosciute, accettate e che hanno visibilità (e sono obbligate a confrontarsi democraticamente). Lì la chiesa cattolica è confessione di maggioranza relativa (circa il 25%) in un ambiente a maggioranza protestante (ma suddiviso in tante confessioni).
Qui da noi il confronto non esiste perchè abbiamo avuto una religione di stato (e di fatto lo è ancora) che ha “ucciso e represso” la concorrenza e si è creta un tale vantaggio ed una tale situazione di monopolio e privilegi da non lasciare spazio agli altri anche oggi, come viene verificato ampiamente dalle analisi sulla sua onnipresenza televisiva e sui media e nella politica (cosa denunciata anche dai Valdesi). E abbiamo il Vaticano in casa. Quindi il papa, il Vaticano e le gerarchie della chiesa hanno una visibilità ed un potere di intervento ben superiore alla loro rappresentatività nella società come se tutti gli italiani e tutti i cattolici italiani si identificassero con essi: gli altri semplicemente non esistono (ed in Italia si evita accuratamente di censire quanti siano effettivamente).
Da noi esiste anche l’inno di Mameli che tra le altre amenità cita con licenza poetica: “iddio la creeò”.
Personalmente non mi alzo e non lo canto.
Condivido pienamente anche il punto evidenziato da Giorgio sul’obiezione di coscienza.
Quell’ Iddio la creò è una metafora, tutta la frase é:
“dov’è la Vittoria che schiava di Roma Iddio la creò”.
Era un modo tutto risorgimentale per invocare la vittoria contro l’occupazione straniera. Tant’è che nelle parti non cantate dell’inno se la prende con gli austriaci.
Puoi benissimo cantarla visto che ha un significato retorico, poi libera di fare come vuole.
Peraltro devo ammettere che non ho mai capito, grammaticalmente, chi cavolo dovrebbe essere considerata “schiava di Roma”: l’Italia stessa? La vittoria? La chioma? Boh!
Lisa
Lisa,
hai ragione: grammaticalmente sembrerebbe una schifezza, ma il “che” non deve essere preso come un pronome, ma come un avverbio. E andrebbe quindi scritto accentato “chè”, come contrazione di “poichè”.
La frase, allora corretta, sarebbe
Dov’è la Vittoria? Poichè schiava di Roma Iddio la creò”
Questa la mia interpretazione. Se sbagliata, pazienza. Resta comunque il fatto che si tratta di una frase in qualche modo creazionista….
Brava! La difficoltà non sta tanto nel rimanere seduti e ribellarsi ma nell’intentare una causa giuridica. Allora, a parte la giovane età, per fortuna qualche buon esempio qui in itaglia ce l’abbiamo pure noi. Poi però i nostri perdono, anche in Europa, perchè capita che i tribunali siano piuttosto proni ai grandi poteri e qui da noi sono anche particolarmente soggetti a un bigottismo di non poco conto. D’altro canto cosa ci si può aspettare quando i bambini vengono educati al conservatorismo.
E’ un circolo vizioso associato a un preciso disegno di chi ben sappiamo.
L’unica adulta in un paese di bambinoni giurin giurello, complimenti.
Ditemi voi se un gesto simile debba destar scalpore!
Una strana palindromia temporale: nel 2012 Avanti Cristo erano senz’altro più…avanti!
Negli USA questi atteggiamenti 50 anni fa non si sarebbero verificati. Stai a vedere che piano pianino…….. sono le ore 09.25 Avranno portato una doppia camomilla al nostro B4x4?
vedo gli occhi di questa ragazzina.ora vado a dormire.beato.
Disobbedienza civile pienamente riconosciuta. 😉
Ottimo Chelsea!