L’Aquila, Corte d’appello assolve il giudice Luigi Tosti

La Corte d’appello a L’Aquila ha assolto ieri il giudice Luigi Tosti, già condannato in primo grado per essersi rifiutato di svolgere udienze in tribunale perché in aula era presente il crocifisso nonché rimosso dal suo incarico, perché il fatto “non sussiste”. Cade quindi l’accusa di interruzione di pubblico servizio, come già sentenziato dalla Cassazione, perché era stato trovato un altro giudice per tenere le udienze.

A difendere Tosti, gli avvocati Carla Corsetti e Dario Visconti. Una sentenza che è stata accolta positivamente dai tanti che sostengono il giudice. Ma trapela anche insoddisfazione per il modo in cui è stato assolto. Non gli è stato infatti riconosciuto pienamente il diritto di contestare il crocifisso, ma si è fatto leva sulla sostituzione garantita da altri magistrati. Inoltre, il giudice ha chiesto all’inizio del dibattimento di togliere il crocifisso che ancora campeggia nell’aula. E i magistrati, invece di rimuoverlo, hanno deciso di spostare l’udienza in un’aula attigua.

Ancora una volta, la magistratura italiana ha deciso di non decidere, optando per una soluzione piuttosto pilatesca sulla questione del crocifisso. Imposto negli uffici pubblici – vale la pena di ricordarlo – da circolari di epoca fascista.

Anche l’Uaar, che attraverso la battaglia della sua socia Soile Lautsi ha portato la questione del crocifisso fino alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, esprime il suo apprezzamento e la sua vicinanza a Luigi Tosti, per aver portato avanti una battaglia per la difesa della laicità e dei diritti dei non credenti impegnandosi e rischiando in prima persona. Sebbene sia un risultato importante, questa sentenza è dimostra però ancora una volta quanto sia ancora lunga e difficile la strada per l’affermazione della laicità in Italia.

Le motivazioni della sentenza saranno note il 15 settembre. Ma intanto questo pronunciamento ambivalente suscita dibattito e riflessioni. Da una parte un progresso sembra esserci perché, quantomeno, si può contestare l’invadenza del crocifisso negli spazi pubblici senza rischiare di essere incriminati. Ma dall’altra il pericolo è che si scivoli in una sorta di ‘ghettizzazione’ dal sapore religioso, visto che l’udienza di Tosti si è svolta in un’aula senza simbolo cristiano. Invece di affermare la laicità e l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte ad un tribunale neutrale, si rischia per questa strada di avallare un multiconfessionalismo che si acuirà quando anche altre religioni chiederanno spazio pubblico come la Chiesa cattolica. Anche per questo occorre vigilare e riflettere. E chiedere, sempre e ovunque, di applicare il principio costituzionale di laicità dello Stato.

48 commenti

Federico Tonizzo

E speriamo che sia l’ INIZIO del riconoscimento UFFICIALE, UFFICIOSO E ANCHE PRATICO del fatto che la “REPUBBLICA ITALIANA” non è lo “STATO PONTIFICIO” e non ha religioni ufficiali! 😀
I migliori auguri per il futuro allo stimatissimo e coraggioso giudice Luigi Tosti!!! 😀

sledge

E’ lo stesso principio di “obiezione di coscienza” applicato da medici e farmacisti: se una qualsiasi cosa “offende” la tua sensibilità e/o le tue credenze, puoi asternerti dalla applicazione integrale della tua professione, in questo caso fino al punto di non entrare in aula e assolvere al tuo ruolo (…fortuna che c’era un sostituto, altrimenti “seduta rimandata”, …come in ospedale o in farmacia).

FSMosconi

Non mi risulta che il crocifisso riguardi qualche aspetto del lavoro materiale del giudice.
O vuoi lasciar intendere che due pezzi di legno possano influire sulla corretta applicazione della legge?

rosalba sgroia

Infatti la cosa è molto diversa. Il medico che si rifiuta di praticare l’aborto è un fuorilegge, la 194 è una legge.

Osvaldo

Sbagliato.
Il giudice si rifiuta di entrare in quell’aula perchè la presenza del crocifisso viola il principio costituzionale di laicità, e cioè perchè si rifiuta, giustamente, di fare una cosa incostituzionale. E non esiste una legge che imponga il crocifisso.
Viceversa il medico obiettore impedisce ad una donna di esercitare un diritto che le è riconosciuto da una legge dello Stato.

redicoppe72

@ Osvaldo

Se non esiste una legge che impone il crocifisso, il giudice Tosti avrebbe potuto prendere una scala, salirvi e rimuoverlo da solo.

In realtà l’obiezione di sledge coglie nel segno, poiché il giudice Tosti ha deliberatamente impedito a dei cittadini di avere giustizia, nella convinzione tutta sua che questa non fosse “vera” giustizia se fatta con il crocifisso appeso al muro.
Per fortuna di quei cittadini un giudice lo ha sostituito.

Osvaldo

@ redicoppe

infatti non esiste alcuna legge che imponga il crocifisso, ma esiste una circolare ministeriale del 1926 che lo fa.
Il fatto è che, come dice il giudice in una sua lettera: “la Cassazione penale, richiamando peraltro la giurisprudenza della Corte Costituzionale, ha espressamente affermato nella sentenza n. 4273/00 che la circolare fascista del 29.5.1926 n. 2134/1867 è da ritenere implicitamente abrogata ex art. 15 delle preleggi, perché incompatibile col principio supremo della laicità dello Stato, perché incompatibile col diritto all’eguaglianza dei cittadini senza distinzione di religione, perché incompatibile col diritto di libertà religiosa.”

Dunque quella del giudice non è, come dici tu, una “convinzione tutta sua”, ma è un fatto già riconosciuto dalla giurisprudenza italiana.
L’obiezione di sledge non coglie proprio da nessuna parte.

nightshade90

compiere l’aborto fa parte del lavoro del medico (in particolare ginecologo) in quanto è uno dei servizi di cui i cittadini hanno PER LEGGE diritto e che quindi lo stato (e i suoi dipendenti) ha il DOVERE di fornire. chi non lo vuol fare, sceglie una specializzazione diversa.

invece stare sotto un crocifisso NON fa parte del compito di un giudice. il crocifisso è irrilevante nell’amministrazione della giustizia nei tribunali, quindi è soltanto una IMPOSIZIONE, e pure di tipo confessionale (privilegio di favoreggiamento di una religione su tutte le altre).

direi che le due cose sono su due piani totalmente diversi, circa tanto quanto uccidere un aggressore mentre cercava di massacrarti assieme alla famiglia e uccidere una famiglia per sfizio.

giulio

Se vogliamo vederla sotto l’aspetto legale, il medico obiettore si avvale di un diritto sancito dalla legge, il giudice che decide di non fare udienze perchè in aula c’è il crocefisso no.
Il problema è che una cosa è la legge e un’altra è la giustizia.

nightshade90

difatti io non l’ho messa sul piano legale, l’ho messo sul piano della giustizia.

Osvaldo

@giulio

Guarda che anche dal punto legale le cose non stanno proprio così.
Vi sono casi in cui il diritto all’ obiezione non viene riconosciuto dalla legge.
Per esempio, la 194 stabilisce che “L’obiezione di coscienza non puo’ essere invocata dal personale sanitario, ed esercente le attivita’ ausiliarie quando, data la particolarita’ delle circostanze, il loro personale intervento e’ indispensabile per salvare la vita della donna in imminente pericolo.
Quindi in caso di pericolo di vita della donna la legge dà la priorità al suo diritto all’aborto piuttosto che al diritto del medico di obiettare.

Viceversa ci sono casi in cui il giudice che abbia delle solide motivazioni può decidere di non fare udienze, se al posto suo si trova un sostituto. Ecco perchè questa volta il giudice Tosti è stato assolto.

spapicchio

Oh, finalmente l’Italia ritrova se stessa, non tutto e` ancora perduto.

“Just as in religion the spontaneous activity of the human imagination, of the human brain and the human hear, operates independently of the individual–that is, operates on him as an alien, divine or diabolical activity—so is the worker’s activity not his spontaneous activity. It belongs to another; it is the loss of his self. (Marx, Economic, p. 111).”

spapicchio

Il mantenimento e l’affissione dei crocifissi nei luoghi pubblici e` una attivita` non pubblica ma privata, che appartiene ad altri, non a coloro i quali lavorano nel tribunale a vario titolo, e nemmeno ai cittadini italiani, bensi` ad una entita` aliena, ad uno stato estero, ad una organizzazione confessionale intrusiva, ossia la CCAR.

Paolo

Dovremmo pretendere la bandiera e la Costituzione italiana in ogni chiesa. A chi darebbero fastidio?

marjo

Non bisogna dimenticare che il crocifisso è un simbolo della religione cattolica e che ha un significato ben preciso, quindi, di potere.

whichgood

Non di potere, di amore, di amore cristiano, quello che agevola la vita in terra a scapito della gente onesta.

whichgood

Gesù è appeso nei tribunali nella speranza che essere dichiarato innocente per sbaglio. 🙂

Paul Manoni

Visto che qui in Italia, nelle carceri c’è almeno 1/3 dei detenuti che sono in “attesa di giudizio” definitivo, direi che Gesù ha decisamente toppato luogo per appendersi! 😀 ….:shock:

Southsun

No, per prescrizione. Come i carabinieri-picchiatori della Diaz.

Paul Manoni

Grazie Luigi 😉
…E grazie anche ai suoi avvocati, Carla Corsetti e Dario Visconti. 😉

Elvetico

mi pare una vittoria di Pirro data la pessima motivazione: trovato un sostituto !

sledge

Vedo che la legalità viene calpestata in nome della “giustizia”…. cioè di una variabile. L’ obiezione di coscienza è come il caso del giudice tosti. Siete bigotti e doppiogiochisti: 2 pesi e 2 misure. Perchè ? Perchè il le vs obiezioni (avete fatto solo un esempio di obiez. di cosc. medica, ma ve ne sono altre) sono puerili: infatti in qualsiasi ambito non esiste reato o omissione se si trova un sostituto ….lo dice (implicitamente) la sentenza !!!!

Osvaldo

Sbagliato.
Il giudice che esercita in presenza del crocifisso commette, suo malgrado, un atto incostituzionale.
Il medico che effettua un aborto, un intervento chirurgico o una trasfusione di sangue su richiesta del paziente, e il farmacista che vende anticoncezionali in nessun caso violano alcun principio costituzionale.

La differenza e’ fondamentale.

nightshade90

ne deduco che al tempo di fascismo e nazismo tu saresti stato tra quelli che osservavano le deportazioni degli ebrei senza muovere un dito, poichè “la legge dice così”.

in ogni caso è sempre allo SPIRITO delle leggi che si deve ubbidire, mai alla loro semplice formulezione letterale, che può essere aggirata o cavillata in modo da farle cambiare il senso originario datele da chi l’ha scritta.
la separazione tra stato e chiesa e la neutralità dello stato nei confronti delle religioni è sancita dalla costituzione, cioè dalla prima legge dello stato a cui tutte le altre debbono attenersi. chi è incaricato di vagliare che le leggi e le abitudini non entrino in conflitto con la costituzione può anche, per dolo o per superficiaità, lasciar passare leggi ed usanze che violino tale passo, ma ciò non rende moralmente giusto obbedire ad esse.
l’imposizione di crocifissi in luoghi PUBBLICI è una palese violazione della neutralità dello stato, e chi deve rappresentare lo stato e la costituzione è quindi chiamato ad opporsi a tale violazione della neutralità.

quanto all’obiezione di coscienza, lo sanno anche i sassi che fu introdotta nel caso dell’aborto SOLO per dar tampo a chi era medico allora di andare in pensione senza essere costretto ad abortire, NON per permettere a nuove generazioni di medici di scegliersi specializzazioni che implichino tale lavoro senza essere tenuti a rispettarlo.
lo spirito di tale legge era pertanto SOLO permettere l’esenzione A CHI E’ DIVENTATO MEDICO PRIMA CHE FOSSE LEGALE ABORTIRE, e difatti era prevista l’abrogazione di tale legge nonappena i medici del tempo avessero raggiunto l’età pensionabile. i legislatori che sono venuti dopo però hanno VIOLATO lo spirito di tale legge trasformandola da una GIUSTA esenzione per chi si è travato ad assumere un ruolo che non faceva parte della sua professione quando l’ha assunta ad un METODO PER RENDERE INAPPLICABILE UNA LEGGE SANCITA ANCHE PER VOLONTA’ POPOLARE ed IMPEDIRE L’ESERCIZIO DI UN SERVIZIO SANCITO PER LEGGE e per permettere ad una categoria privilegiata di persone di evitare UNA DELLE MANSIONI DEL PROPRIO LAVORO, pur sapendo sin dall’inizio che nel proprio lavoro FIGURA ANCHE TALE MANSIONE e ottendo gli stessi meriti di chi è più onesto ed il proprio lavoro lo svolge appieno (anzi, ottenendo FAVOREGGIAMENTI rispetto a questi ultimi, grazie ai dirigenti CIELLINI che notoriamente SE NE FEGANO DEL MERITO IN QUESTI CASI E PREFERISCONO FAR FARE CARRIERA AGLI OBIETTORI. e molto spesso arrivando anche a sfruttare la propria obiezione di coscienza per rendere impossibile l’aborto nelle strutture pubbliche in modo da spingere i pazienti a farlo nelle rpoprie cliniche private, a pagamento. un fenomeno tutt’altro che isolato tra gli obiettori).

non vuoi fare aborti? non fare il ginecologo. ci sono centinaia di specializzazioni mediche tra le cui mansioni principali non figurano gli aborti. se nonostante questo scegli appositamente le uniche che comprendono questa tra le loro mansioni eppure non fuoi fare aborti, evidentemente non è per vocazione che ha scelto tale attività, ma O per IMPORRE le proprie idee alle abortienti IN SPREGIO DELLA VOLONTA’ POPOLARE CHE HA FATTO LA SUA SCELTA, O per sfruttare i dirigenti appartenenti a CL in modo da far carriera e rapida alla faccia dei dottori onesti e magari più meritevoli che fanno il proprio lavoro fino in fondo O per guadagnare soldi facili sulla pelle della povera gente col trucchetto delle cliniche private e dell’obiettore in pubblico e abortitore in privato.

dissection

Grandissimo. Se non capisce nemmeno così, allora non c’è nessuna speranza.

dissection

P.S.: perché, secondo lui, la giustizia non deve essere garantita dalla legge? Non è forse la giustizia la conseguenza logica e necessaria della legge? La legge non è stata forse fatta perché, osservandola, si mantenga almeno idealmente un livello consono di giustizia?

sledge

Allora entrambe NON devono venire a meno ai loro impegni professionali: TOSTI ha infranto questa semplice regola, e la corte d’ appello ha fatto un bello slalom per salvare capra e cavoli. La “giustizia” si conferma essere una “variabile”. La legalità è stata messa in secondo piano solo per un “pezzo di legno” appeso al muro. In altri casi un funzionario pubblico o privato sarebbe stato licenziato. Questa è la verità che molti non vogliono vedere !!!

Southsun

Tu invece non vedi la SOLARE VERITA’ che un crocifisso – simbolo SOLO cattolico – in un Tribunale LAICO non ci dovrebbe stare.

Come in chiesa non ci deve stare il simbolo dello Stato italiano, nè la sua bandiera nè la sua Costituzione. Come in effetti avviene.

Concetto semplice da capire, ma come al solito se prima non lo capisce il Papa automaticamente non lo capite voi.

nightshade90

NESSUNA LEGGE obbliga l’affissione dei crocifissi nei tribunali, nel rifiutarsi di avallare un tale comportamento tosti HA FATTO ESATTAMENTE IL SUO LAVORO DI DIFENSORE DELLA LEGGE E DELLA COSTITUZIONE, in quanto tale comportamento VIOLA SIA LA SEPARAZIONE TRA STATO E CHIESA SIA LA NEUTRALITA’ DELLO STATO.

non è tosti ad essere venuto meno ai propri impegni professionali, SONO STATI TUTTI GLI ALTRI GIUDICI, che hanno avallato per anni un comportamento anticostituzionale svoltosi sotto il proprio naso senza mai muovere un dito.

tra l’altro è ironico senti parlare di “giustizia” come variabile e di “legge” come una costante a cui ubbidere sempre da parte di chi pretende di essere depositario dell Vera Giustizia (e Vera Morale e Vera Verità) e che nella antica roma veniva perseguitato PROPRIO perchè violatori della legge in nome della “loro giustizia”: i cristiani non furono MAI perseguitati nell’antica roma per la loro religione, ma perchè rifiutavano di fare il servizio militare in nome del loro pacifismo (subito rinnegato appena presero il potere) e perchè non portavano rispetto all’imperatore (affermavano di inchinarsi solo davanti a dio e a gesù. salvo poi in seguito farlo davanti ad ogni papa, vescovo, cardinale, ecc. chiamdnoli con appellativi altisonanti come “magnificenza”, “eccellenza”, “santità”…..). quando poi ci si ricorda dei connubi tra chiesa e fascimo e nazismo, e di come esse fecero della persecuzione di chi la pensava diversamente una legge, alla faccia della giustizia, i tuoi discorsi cominciano pure a puzzare non poco….

Osvaldo

Sbagliato.

Tosti non ha infranto il suo dovere professionale, anzi lo ha svolto in pieno pretendendo che la Costituzione fosse rispettata.
La legalità di cui tu parli si fa con le leggi, e la legge suprema dello Stato è la Costituzione, a cui le altre debbono conformarsi.
Infatti,non esiste una legge che imponga il crocifisso, mentre esistono leggi che garantiscono certi diritti come quello dell’aborto.

sledge

E quale legge o giustizia permette a un giudice di sottrarsi alle sue funzioni per la sola mera causa di un crocefisso in un aula pubblica ? Legge e giutizia vogliono che lui espleti le sue funzioni prima durante e dopo la accoglienza o non accoglienza della sua richiesta di rimuoverlo. Quindi basta demgogia e soliti vecchi esempi ideologici. Vedo la solita e vecchia modalità ateo-laicistico-fondamentalista.

Osvaldo

Quale legge? Quella stessa legge che nel 2000 ha assolto Marcello Motagnana, impiegato come scrutatore elettorale, dall’accusa di rifiutarsi di compiere il proprio ufficio senza giustificato motivo.
Montagnana si era rifiutato di scrutinare in presenza del crocifisso. La Corte di Cassazione ha riconosciuto il suo giustificato motivo e lo ha assolto.
La coclusione della sentenza recita:

“Costituisce, pertanto, giustificato motivo di rifiuto dell’ufficio di presidente, scrutatore o segretario – ove non sia stato l’agente a domandare di essere ad esso designato – la manifestazione della libertà di coscienza, il cui esercizio determini un conflitto tra la personale adesione al principio supremo di laicità dello Stato e l’adempimento dell’incarico a causa dell’organizzazione elettorale in relazione alla presenza nella dotazione obbligatoria di arredi dei locali destinati a seggi elettorali, pur se casualmente non di quello di specifica designazione, del crocifisso o di altre immagini religiose.”

Dunque, come vedi, ti sbagli.

spapicchio

Il crocifisso è un segno di marcatura di una aula che serve come strumento o grimaldello ideologico per consentire ad una organizzazione religiosa intrusa di alienare le funzioni statali dei funzionari che si trovano in quel luogo, e quindi di alienare i funzionari ed i giudici stessi di loro stessi e della loro funzione imparziale (la legge dovrebbe essere uguale per tutti) nonché i cittadini italiani di loro stessi e del loro diritto ad avere la Giustizia che funziona e ben amministrata in modo imparziale.

Francesco non da Assisi

Reintegrare immediatamente il giudice nelle sue funzioni Tosti è ora il minimo da fare per uno Stato di diritto!

sledge

Il fatto è uno solo: non ha fatto il suo dovere di magistrato, e la corte d’ appello ha emesso una sentenza pilatesca. Il resto sono solo arrampicate sugli specchi !!!

nightshade90

una sentenza pilatesca come quella di strasburgo sulla questione del crocifisso (in cui sostanzialmente hanno affermato che esso non è un simbolo religioso. sebbene le chiese ne siamo piene e che se immergo un crocifisso nell’urina i cattobigotti invocano la censura perchè viene offeso un loro simbolo)?

spapicchio

@ sledge

ma quale sentenza pilatesca, sono i tuoi post che non hanno senso.

Il crocifisso è simbolo religioso della CCAR e della partitocrazia cattolica, il quale nulla centra con la amministrazione della Giustizia e con lo Stato di Diritto e la Legalità.

Lo stato del Vaticano – CCAR già amministrava MALE la giustizia, e anche per questo motivo, avendo già modo di esporre i suoi crocifissi nei luoghi di culto ed nell Stato del Vaticano, ed avendo dimostrato di non aderire ai principi della cristianità evangelica, NON ha diritto, neanche tramite i suoi delegati gerarchici, e nemmeno tramite cavilli legali giustapposti, ad imporre, tantomeno ad un giudice, di imporre e mantenere i suoi simboli religiosi nelle aule di Giustizia pubbliche e statali, al solo fine di condizionare i processi ed influenzare i giudici.

Questo non è fondamentalismo, né obiezione di coscienza, questa è Democrazia e Civiltà, per l’affermazione dello Stato di Diritto Costituzionale, contro l’oscurantismo delle pratiche occulte clericali delle indebite intrusioni confessionali ed ideologiche del potere della CCAR nei tribunali della Repubblica.

Quello non è un pezzo di legno ma un feticcio, simbolo confessionale di una sola religione: quella della CCAR, giusto farlo rimuovere, non potendo la CCAR imporlo nei luoghi pubblici, usandolo come uno strumento di persuasione e condizionamento peloso, implicito ed occulto, nonché intimidatorio visti i sempre peggiori reati commessi dai clericali, preti, presbiteri, prelati, vescovi, cardinali e gerarchi tutti della CCAR.

La Giustizia sarà anche variabile ma certamente NON è cattolica.

Priapus

@ sledge
il crocifisso nei tribunali e negli uffici è stato imposto da Mussolini con provvedimento amministra
tivo come per confermare il cattolicesimo quale religione di stato.
La Costituzione non prevedeva una religione di stato, ma era formalmente laica e liberale, nono stante la plateale marchetta fatta da Togliatti alla DC con l’art. 7 che recepiva il Concordato. Fu
infatti l’accordo sotterraneo fra DC e PCI che fingevano di combattersi, a lasciare in vita il provve
dimento di rango secondario, contro la Costituzione, di rango superprimario che lo negava.
La Costituzione, in gran parte, non è mai stata applicata e piano piano è passata l’idea di “costitu zione materiale” riguardo alle consuetudini contrarie alla sua logica.

sledge

@Priapus
Anche il catasto urbano è nato in base a un regio decreto del 1939, ma (quasi) nessuno si sogna di non registrare un nuovo immobile o una variazione a un immobile al catasto (oggi agenzia del territorio). Quindi il tuo post non ha senso nè giustificazione. L’ unica realtà è che il giudice Tosti si è astenuto dalle sue funzioni!!! O dobbiamo catalogarla come obiezione di coscienza ???

Osvaldo

“Ribadisco che la mia legittima reazione contro gli atti che ledono i miei diritti non è un caso di “obiezione di coscienza” (non mi rifiuto, infatti, di tenere le udienze perché ritengo che ciò contrasti con miei convincimenti morali), ma integra un’ipotesi di “libertà di coscienza” secondo gli stessi paradigmi sanciti dalla Corte di Cassazione nella sentenza Montagnana: il mio rifiuto dipende soltanto dalle modalità di svolgimento delle udienze e dall’ambiente non neutrale nel quale sono costretto ad operare, che determinano la violazione del principio supremo di laicità dello stato e, quindi, dei miei diritti costituzionali all’eguaglianza senza distinzione di religione, alla libertà di opinione religiosa ed alla riservatezza delle opinioni.”

Giudice Tosti, risposta al Presidente de Tribunale di Camerino, 7 agosto 2005.

Priapus

@ Sledge
Il catasto urbano non collide cn i diritti umani e con la Costituzione, semmai, c’è l’anomalia per cui
gli immobili facenti capo ad enti eclesiastici ( 20/22% in tutta Italia e 24/25% in Roma Città e, in buo
na parte immobili di pregio) , sono ancora censiti con estimi storici(una frazione di quelli aggiorna
ti) e nessuno si preoccupa di correggerli, mentre se io sbaglio una virgola, mi rotola addosso tutta
Equitalia.
Tosti voleva essere imparziale e quel crocefisso, simbolo di una religione di stato, quindi di una discriminazione ope legis, disturbava la sua imparzialità. L’imposizione del crocefisso è anticosti
tuzionale, ma la Corte e tutta la Magistratura ha come prima missione la protezione della corpo
razione e non dei diritti civili, umani o costituzionali dei cittadini.

Osvaldo

Non solo.
Per il catasto esistono, naturalmente, delle vere leggi che vengono in continuazione modificate ed ampliate e lo stesso regio decreto del 39 (abbondantemente superato) era una vera e propria legge.
Per il crocefisso, invece, non c’è niente di tutto ciò, quind il paragone semplicemente non ha senso.

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