In Pakistan si fanno sempre più diffusi episodi di intolleranza nei confronti di coloro che sono considerati ‘blasfemi’, ritenuti colpevoli di offendere la religione islamica.
Di recente un ufficiale della Karachi Development Authority (KDA), Clifton Branch, è stato arrestato con l’accusa di aver dissacrato il Corano nella zona di Shahra-e-Noorjehan. Mentre Mansoor Iqbal Siddiqui è stato percosso dalla folla perché accusato di aver bruciato pagine del libro sacro islamico. Salvato dalla polizia, è comunque incriminato per blasfemia.
Un caso simile a Marzi Pura, dove Faryad Ali è stato picchiato da un gruppo di persone col rischio di venire ucciso. Anche in questa occasione la polizia, giunta sul posto, ha sottratto l’uomo alla furia della gente. La folla, che invocava una punizione esemplare, è stata calmata solo quando le forze dell’ordine hanno chiarito che Faryad Ali sarà processato sulla base della legge anti-blasfemia. L’uomo, che si dice musulmano, è accusato di aver fatto diversi commenti denigratori nei confronti del profeta Maometto, continuando nonostante fosse stato ammonito. In attesa del processo, il 15 luglio, questo padre di cinque figli è stato rinchiuso in carcere.
Non è riuscito però a sfuggire all’accanimento di migliaia di persone un altro uomo, di cui non sono note le generalità. Picchiato a morte perché accusato di aver strappato e gettato in strada pagine del Corano. Non si sa se fosse musulmano, cristiano o di un’altra religione e agli ufficiali di polizia sembrava mentalmente instabile. Era stato fermato e condotto martedì scorso in una stazione di polizia nella zona di Ahmedpur East, che però è stata assaltata da una folla di integralisti islamici. Aizzati proprio dalla locale moschea che tramite annunci con altoparlati spronava i residenti a punirlo. Per ore migliaia di persone si sono raccolte fuori dal presidio di polizia e poi hanno fatto irruzione, devastando e dando fuoco ad alcuni veicoli delle forze dell’ordine.
Purtroppo non sono gli unici casi di pogrom nei confronti di blasfemi in un paese dove l’estremismo islamico prende sempre più piede e dove anche i cristiani subiscono pesanti vessazioni. L’anno scorso era stato ucciso il governatore del Punjab, Salman Taseer, perché voleva modificare la legge che punisce la blasfemia e si era battuto per la liberazione di Asia Bibi.
Il 17 giugno la folla ha tentato di linciare un sospetto per blasfemia, detenuto in una stazione di polizia. E il giorno dopo persino un gruppo di avvocati integralisti ha provato ad attaccarlo mentre era in tribunale. Il mese scorso, a Quetta, un uomo è stato ucciso da diverse persone, che hanno sempre assaltato un posto di polizia.
Una situazione grave per i diritti umani e per la libertà di espressione, che ha destato l’attenzione anche delle Nazioni Unite sul Pakistan. Gabriela Knaul, rappresentante Onu che si occupa dell’indipendenza dei giudizi e degli avvocati, fa notare come molti legali si rifiutino di difendere coloro che sono accusati di blasfemia. Inoltre, l’applicazione della legge anti-blasfemia che condanna a morte chi ‘insulta’ l’islam, viene applicata in maniera dura e spesso strumentale su minoranze come i cristiani. Senza contare i processi, spesso ridotti a farse e basati su testimonianze dubbie.
dove sono le prese di distanza, le proteste indignate, le fatwe da parte dell’islam “moderato”?
Espresse sottovoce in privato per paura di un linciaggio?
anche fuori dai paesi islamici, dove il linciaggio è già meno probabile (se non in famiglia, finchè si è molto giovani o donne) e dove ci sono intere organizzazioni che si dichiarano rappresentanti dell’islam moderato?
A questo punto c’è da chiedersi: esiste un islam moderato?
No, non esiste. Son tutte balle.
Concordo con Nippur.
Non esiste un islam moderato, ma esistono diversi credenti islamici democratici e liberali che hanno però anche paura di fiatare. Solo pochi tra loro riescono a manifestare il loro pensiero (perlopiù artisti, scrittori e registi) ma abitano tutti in paesi europei o occidentali.
In verità, un esempio c’è.
Ieri un amico mi diceva che in Senegal, Youssou n’Dur è entrato a far parte del nuovo governo insediatosi mi pare in aprile, come ministro della cultura.
Per accettare l’incarico ha dovuto affidare i suoi beni a un blind trust.
Nel nuovo governo ci sono sei donne (non credo tutte amanti o ex del presidente).
La religione “ufficiale” del Senegal è l’islam, ma basato su una antichissima tradizione animista. In pratica ognuno in questo campo fa un po’ quel che gli pare.
Oh, magari finisce che questi “islamici” ci danno una bella lezione di democrazia e di tolleranza.
Alle
Si, il Senegal è un paese abbastanza laico pero come scritto nel mio post precedente in merito al velo delle giocatrice di calcio, il Senegal si trova nel mirino degli salafiti del tipo Ansar Dine, proprio per il suo tipo di Islam mescolato di tradizione animista ( come a Tombuktu d’altronde … ) . Si stanno annidando un po dapertutto nel paese dove cresce sempre la poverta ( Metà della popolazione vive sotto la soglia della poverta… ) .
Immagino ci vorrà una gierra mondiale con milioni di morti per fermare questo scempio alla razionalità. Il peggio forse è che sarà capitanata dagli USA che faranno di cristo la loro forza. Quindi l’ennesima guerra religiosa.
L’uomo non ha speranze, che si estingua quanto prima a questo punto, un bel cataclisma “divino” e via al prossimo ciclo di vita sperando che sia più degno di esistere.
secondo me, l’unico modo per far progredire uno stato a liovello barbarico è quello di lasciarlo a sè stesso, senza interferire nè mandando aiuti nè imponendo le cose dall’esterno, in modo che sia la sua gente a cambialo una volta giunto all’inevitabile crisi. nella francia dell’ancient regime non sarebbe mai giunta la rivoluzione francese e le seguenti idee di democrazia e diritti civili se qualcuno dall’esterno avesse mandato aiuti per tempo illimitato, in modo tale che la condizione del popolo, per quanto misera, non fosse oltre ogni sopportazione nonostante il fatto che la nobiltà dilapidasse ogni risorsa e succhiasse ogni ricchezza e cibo in modo assurdo. nè sarebbe giunta se fosse venuto uno stato straniero, magari infedele, a portare la democrazia: il clero avrebbe avuto gioco facile a quel punto a trasformare quelli che prima volevano diritti civili ed ugualianza in “ribelli contro l’occupazione”, facendo leva sia sul loro nazionalismo sia sul loro fondamentalismo religioso. dopo pochi mesi di occupazione straniera la gente fa presto a dimenticarsi dell’orrore del governo precedente, ma autoctono, che viene in fretta idealizzato e dipinto come una età dell’oro…..
per chi non ha mai sperimentato e vissuto la democrazia, tanto una occupazione straniera quanto una ribellione a cui non si sia costretti per fame appaiono sempre molto peggio di una dittatura su cui loro non hanno diritto di parola o di scelta, ma topglie loro il gravoso peso di prendere decisioni….
Interessante punto di vista.
@nightshade90
Concordo, una reductio ad absurdum di fatto
concordo.
Giuseppe Garibaldi sì che ci sapeva fare con i preti:
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/alessandro-camilli-opinioni/giuseppe-garibaldi-che-guevara-preti-deportati-1291728/
😀