Proposta del governo per accorpare feste civili e religiose

Fa discutere la proposta lanciata dal sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, di accorpare le festività per aumentare i giorni di lavoro. L’intenzione sarebbe quella di dare slancio all’economia. Il consiglio dei ministri guidato da Mario Monti dovrebbe discuterne proprio venerdì, come richiesto dal sottosegretario Antonio Catricalà. La proposta potrebbe tagliare in maniera indifferente non solo le feste religiose, come quelle dei santi patroni, ma anche quelle civili come il 25 Aprile, il 2 giugno o il Primo Maggio.

Critiche arrivano da alcune forze politiche, ma soprattutto da sindacati come Cgil e Cisl. Cristian Sesena, segretario nazionale della Filcams Cgil e responsabile per il turismo nel sindacato, esprime ad esempio perplessità per il taglio di “festività laiche e religiose che verrebbero accorpate diluendo così il valore sociale, culturale e storico per il Paese”. L’Anpi è preoccupata per l’eventuale cancellazione di feste come quella della Liberazione che “rappresentano il nostro passato migliore, i valori su cui si fonda la nostra Repubblica” e quindi “non vanno toccate”.

Già in passato il governo Monti aveva ventilato l’idea di spostare a domenica le feste patronali, ma anche su pressione di varie diocesi desistito. Ora la Chiesa torna nel dibattito. Diverse feste prettamente cattoliche sono infatti blindate proprio dai Patti Laternanensi. Come fa notare Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione e già esponente della comunità cattolica di Sant’Egidio.

Intervista oggi da La Stampa, pur negando di tirare in ballo la religione, Riccardi fa riferimento alla “tenuta sociale del paese, rispetto alla quale queste feste, con il loro potere educativo, con il senso di comunità e di appartenenza che alimentano, possono contribuire”. E “alcune, le più importanti”, sono appunto “sancite dai patti lateranensi”: sarebbe quindi necessaria una “trattativa” con il Vaticano, come accaduto in Portogallo.

Come già fatto in passato, l’Uaar difende le feste laiche, le uniche ad avere un carattere davvero inclusivo e rappresentativo per i cittadini a prescindere dal credo, rispetto a giorni in cui si celebra ad esempio qualche dogma cattolico del quale magari una buona parte di coloro che si proclamano cattolici sono del tutto ignari. Se proprio è necessario fare dei sacrifici in un momento di crisi, sarebbe più opportuno quindi spostare le feste religiose. Sarebbe una buona prova di laicità da parte di un Parlamento che spesso ha dimostrato di essere troppo accondiscendente verso le richieste da Oltretevere.

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93 commenti

Padre Giacobbo da Voyager

mica son tanto d’accordo, per chi non è religioso una festa religiosa è un semplice giorno di ferie

chi ad esempio non festeggia il natale sta comunque a casa da scuola o dal lavoro

Florasol

non è vero ovunque: noi turnisti siamo tanti. E per esempio, nel mio ufficio siamo tre, nessuna delle tre chiede di solito il festivo a natale. Magari più probabile che lo chieda a Capodanno, ma a natale spesso ci vediamo in ufficio, perchè non suiamo OBBLIGATE a stare a casa…

whichgood

Forse ignori che chi lavora a partita iva presso una società è costretto a stare a casa A SPESE PROPRIE. Sarebbe ora che il pupazzetto inchiodato lo paghi chi lo vuole.

Padre Giacobbo da Voyager

ma di che pupazzetto parli, io non festeggio il natale, dico solo che quando è festa è festa per tutti queli che possono farla

certo ci sono categorie che magari quel giorno lavorano ma magari lavorano anche a ferragosto o il 25 aprile

whichgood

@ Padre Giacobbo da Voyager

E quindi le feste religiose obbligatorie ti stanno bene perchè quei giorni stai a casa?. Mi sembra di capire che sei contento perchè la religione ti fa un “regalo”.

Padre Giacobbo da Voyager

non è la religione che fa il regalo, ma lo Stato che stabilisce che quel giorno di festa religiosa è anche festivo dal punto di vista civile

se ad esempio quel giorno fosse un giorno di festa per i pastafariani lo potrebbero festeggiare

gli atei o quelli a cui non frega nulla della religione come me lo passono facendo un tubo ed oziando

quello che va bene è che sia festa, poi ognuno ci festeggi o non festeggi quello che gli pare

ridurre i festivi per aumentare il pil mi sembra una stupidata, se chi dovesse lavorare quel giorno non percepisce un euro in più continuerà a non spendere, le ditte che mettono in cassa integrazione o hanno ridotto gli straordinari per mancanza di ordinativi continueranno ad andare male

a me sembra che la premessa cioè quella dell’aumento del pil sia fallace anche perchè se c’è qualcuno in fabbrica che lavorerà ce ne saranno altri (quelli che operano nel settore turismo, svago eccetera) che avranno un decremento di attività

Cagliostro

Se dovesse succedere tutti i laici dovranno rispondere con un gesto di resistenza e celebrare ugualmente il 25 aprile, il 1 maggio ed il 2 giugno.
La scusa dell’incremento del Pil è solo un pretesto per eliminare delle feste (invise ai cattolici) che sono la base (piaccia o meno) della nostra Repubblica.
Questi geni da quattro soldi del governo tecnico devono spiegare una cosa molto semplice. Le aziende chiudono per mancanza di ordini d’acquisto: per questo motivo sono costrette a tenere a casa gli operai più giorni rispetto al normale.
Quando alle aziende sarà data la possibilità di lavorare anche il 25 aprile, il 1 maggio ed il 2 giugno, cosa potranno farsene se non sapranno cosa far fare agli operai?
Vogliono incentivare il Pil? Allora eliminino l’anacronistica parata del 2 giugno ed impieghino quelle risorse per incentivare l’economia.

SilviaBO

Se questi sono i migliori economisti di cui disponiamo, siam messi bene…
E’ giusta la tua osservazione sulla situazione delle imprese.
Inoltre il PIL è un indice totalmente inadeguato per misurare il benessere economico di uno stato. Se poi consideriamo che il benessere che vale la pena perseguire non è solo economico, anzi in certi casi la qualità della vita può essere abbassata dalla crescita economica, preoccuparsi di aumentare il PIL è proprio una sciocchezza.
Ma forse queste cose le capiscono anche meglio di noi, solo che i loro obiettivi sono altri, come convincere la gente a star buona e rinunciare ai propri diritti spaventandola con una crisi creata ad arte. La gente che sta bene non è facile da manovrare, chi è povero e spaventato si piega più facilmente.

gioacolp

Che la crisi attuale sia “creata ad arte”, tanto per ammansire le pecorelle, non tanto smarrite mi sembra tirata per i capelli.
Non so quale sia lo scopo del governo in carica, di certo conservare le feste patronali, da S. Gennaro a S. Ambrogio, solo per citarne due è quantomeno curioso.
Che poi oranti alla De Magistri, che fa il paro con altri suoi predecessori sindaci o assessori in quel di Napoli, si genuflettano davanti alla “liquefazione” del sangue la dice lunga sulla “longa mano della chiesa”.
Tornando alla proposta di eliminare le festività religiose e civili, mi dichiaro in totale accordo con il promotore.

Laverdure

@Cagliostro
“Allora eliminino l’anacronistica parata del 2 giugno ed impieghino quelle risorse per incentivare l’economia.”

Dal momento che ormai la parata si e’ ridotta da anni alla sfilata di qualche camion,dato che cannoni,missili carri armati ecc sono stati banditi per motivi di correttezza politica, e la spesa e’ inferiore a quella dei “bagni di folla” del papa,ho qualche dubbio che con quei soldi si possa incentivare l’economia italiana.
Al massimo ci si potrebbero finanziare le bancarelle dei vu’ cumpra.
Ma hai ragione,una simile manifestazione e’ anacronistica,nel senso che esaltare la nascita della repubblica e il rispetto delle forze armate e’ ormai un controsenso in un paese come il nostro:puo’ andare bene solo in paesi che conservino ancora un sentimento nazionale,come la Francia,che la parata del 14 Luglio,con tanto di carri armati e ammenicoli analoghi la mantiene ogni anno e non si sogna di abolirla.
Non mi stupirebbe se in segno di pluralismo il comune di Roma concedesse via dei Fori Imperiali ad una parata della comunita islamica,de tipo di quelle che si vedono sfilare a Tehran per intenderci.
Magari con tanto di kamikaze mascherati.

Flavio

Ma che contratto hai? Il natale è giorno festivo, non di ferie. Se il tuo datore di lavoro non ti riconosce ferie o festibità dovute, rivolgiti al tribunale mica all’Uaar.
Qui il punto è agire contro festività che rappresentano tutti per mantenere festività che ogni religioso può osservare per conto suo. Insomma il governo quanto meno laicamente ridurre le festività “opzionali” e non quelle nazionali, però c’è sempre il macigno del Concordato…

Padre Giacobbo da Voyager

ferie in senso lato, nel senso che una gran parte di persone sta a casa dal lavoro o dalla scuola

non è mica che chi non è cattolico ad esempio va scuola il 25 perché non festeggia il natale

chi lavora il 25 avrà riconosciuto una maggiorazione o avrà diritto ad un altro giorno di riposo

francesco s.

Per me le feste laiche non si toccano, iniziassero a spostare i santi patroni alla domenica più vicina invece.

Roby GOD

Proposta semplice e rispettosa dei diritti e delle esigenze di tutti:
tre-quattro giorni per le festività nazionali (laiche) che riguardano cioè tutta la cittadinanza; altrettanti giorni di assenza garantiti dall’azienda al lavoratore, insindacabili, per ricorrenze importanti a titolo personale e da comunicare a inizio del rapporto di lavoro ed eventualmente modificabili in seguito (questo garantisce a TUTTI i credenti di QUALSIASI religione di potersi assentare dal lavoro per le PROPRIE feste religiose e ai non credenti di amministrare questi giorni come credono per celebrare in tranquillità anniversari, compleanni, ecc.); altrettanti giorni di assenza (forse anche qualcuno in più) imposti dal datore di lavoro per necessità produttive; il restante da concordare di anno in anno come le attuali ferie.

Dino

Non sei il solo ad aver pensato a questa soluzione. Ma proprio perché è semplice e rispettosa dei diritti e dell’esigenze di tutti non verrà mai applicata, neanche dopo cento rivoluzioni; soprattutto qui, in Italia.

LEWIS

perchè di cose da fare per dare slancio all’economia non ci sono, cioè sono quelle maledette feste che tengono lo spread a 500

Federico Tonizzo

Così le feste civili diverranno religiose? 👿
E/o le feste religiose diverranno civili? (…pregasi notare l’amarissima ironia 😉 )
O si faranno dei bei sincretismi? (già S. Giuseppe = 1° maggio = beatificaz. di Wojtyla…). 👿
O così chi vuol partecipare alla festa civile partecipa alla festa civile, e chi vuol partecipare alla festa religiosa partecipa alla festa religiosa… Ma… e chi vuole partecipare ad entrambe? Agh!!! “Conflitto di interessi”! O “Legittimo impedimento”! E cmq “impossibilità a partecipare ad entrambe”, a meno che una sia la mattina e l’altra sia il pomeriggio… 😯

E comunque ogni scusa è buona per far lavorare di più chi già lavora, soprattutto quando c’è una spaventosa disoccupazione in aumento!!!!!!! 👿

Giorgio Pozzo

Leggo le parole di Polillo nell’articolo del Corriere:

“In Italia il rapporto tempo libero-lavoro è troppo basso”

Quindi, abbassiamolo ulteriormente.

No, dico, questo qui parla tanto per dare aria alla lingua?

Anche ammettendo che si tratti di un lapsus, e che intendesse dire il contrario, e cioè che bisogna lavorare di più, questo dimostra una scarsissima capacità manageriale e una totale assenza di cultura economica.

In Germania si lavorano meno ore che in Italia, mica di più! Il fatto fondamentale è invece che si lavora meglio. E’ una questione di efficienza: non dovrebbe essere un concetto tanto complicato, eppure, chissà perchè, in Italia nessuno ne capisce il significato.

Vediamola allora con una metafora tecnica: noi stiamo viaggiando su una tremolante e vecchia 1100 che ci fa fare 8 km con un litro. Lui, Polillo, probabilmente genio con otto lauree, che cosa ci propone? Invece di cambiare macchina per fare i 15 km, o almeno pulire le candele e dare una revisionata al motore, per farne almeno 9 o 10, il genio propone di metterci più benzina e guidare anche di notte.

ANCIA LIBERA

sono i soliti clerico fascisti che cercano in tutti i modi di toglierci il 25 aprile ed il primo maggio !!! capito mi hai ???

Sandra

Io accopperei… pardon, accorperei un po’ di sottosegretari. Quanti ce ne vorranno per farne venire fuori uno decente?

massi

“lavorare di più, lavorare in pochi” ed esser pagati meno (perché facilmente sostituibili)

ps. Sveglia, questi ci massacrano.

mistergrey2

Fate una questione di feste laiche /religiose e non capite(o fate finta di non capire) che il problema è quello di intensificare lo sfruttamento dei lavoratori.

Non si vendono le borsette e nemmeno le macchine?

La soluzione di questi tecnocrati : facciamoli lavorare pure a Capodanno.

Manlio Padovan

Certo che è un bellissimo progresso…lavorare di più!

ANCIA LIBERA

considerando il progresso dei mezzi di produzione direi che è una bestialità !!

WoV

Mah, stavolta non sono totalmente in disaccordo… Tra primo maggio, 25 aprile e pasqua diventa difficile lavorare in quel periodo… non tanto per le feste in sè, quanto per la pessima abitudine delle persone di fare il “ponte”…in questo modo saltano settimane intere… Però le feste dello Stato dovrebbero essere comunque festeggiate il festivo successivo..
Stendo un velo pietoso sulla festa del santo delle singole città (!!) che nel 2012 (!!!) causa problemi per chi, ad es., deve tenere rapporti tra Roma e Milano, o molto più banalmente tra una grade città e il piccolo comune vicino…

Cagliostro

E cambiamo la storia per questo? Magari ci inventiamo il 4 ottobre come festa nazionale (festa di S. Francesco d’Assisi – Patrono d’Italia) perché si inquadra meglio nel calendario?
Scommetti che se si facesse la proposta di abrogare il 25 aprile e di ripristinare il 4 ottobre ci sarebbero tantissime voci a favore perché il Pil…..bla bla bla…..

whichgood

Io sarei per accorpare (se non si può fare a meno) tutte le feste religiose in un solo giorno, possibilmente di domenica. Non capisco per quale ragione un datore di lavoro si deva far carico delle festività religiose dei dipendenti. Chi vuole dio e pensa che valga qualcosa allora se lo paghi.

Gianni

Tranquilli che il Santo Natale non lo tocca nessuno..Santo Stefano forse ma il Natale no….assieme al primo Maggio il Natale è l’unica Festa Universale.

Paul Manoni

@Gianni
Basterebbe andarlo a chiedere a qualche tribù dell’Amazonia, o della Papua Nuova Guinea, quant’è universale questo Natale… 😉

whichgood

Venga riconosciuto il giorno del compleanno che è di gran lunga più universale del Natale allora. Giorno libero e pagato per legge, che ne dici ?.

Osvaldo

Guarda che, ad esempio, in Giappone il 25 Dicembre non è festivo. A meno che non capiti di domenica, si lavora o si va a scuola come tutti gli altri giorni.

Kaworu

il giappone si sa che è in un universo parallelo, popolato da robottoni

Osvaldo

Kaworu
mah, è vero che i giapponesi hanno poche ferie. Però hanno dei giorni di festa che noi non abbiamo, tipo il “giorno del mare”, il “giorno degli anziani”, il “giorno del verde” ecc.
E a Natale i cattolici giapponesi vanno al lavoro normalmente.

Kaworu

i giapponesi hanno un sacco di celebrazioni per i motivi più disparati.

che io sappia, non sempre è “festa” (nel senso che non sempre chiudono anche le scuole e/o si è a casa dal lavoro). però mi sembra molto più bello avere il giorno degli anziani, dei fiori di ciliegio e via dicendo, che tutta la fuffa cattolica che abbiamo noi.

personalmente parlando eh.

Osvaldo

I giorni di cui parlavo non sono semplici celebrazioni, ma giorni festivi a tutti gli effetti. Le scuole sono chiuse e non si lavora.

Kaworu

ma anche per roba tipo san valentino (e il giorno “opposto” in cui son le ragazze a fare il regalo ai ragazzi… o viceversa, non ricordo bene)?

Osvaldo

No, certo. Quelle non sono festività, ma solo, diciamo, celebrazioni popolari.
Per lo più commerciali (San Valentino serve a vendere cioccolatini). Quelle di cui parlavo io sono feste stabilite dalla Costituzione.

fab

Per dirla alla Mel Brooks, il natale è di fama internazionale, in Italia.

Osvaldo

A Natale in Giappone le coppiette fanno appuntamenti romantici. Una specie di s. valentino bis.

Paul Manoni

DISOBBEDIENZA CIVLE…Mi tolgono 1 Maggio, 25 Aprile e 2 Giugno!?
Qual’e’ il problema? Si sciopera e con fondatissimi motivi, tutti richiamati nella carta costituzionale. Così noi abbiamo le nostre feste, e loro non raggiungono comunque l’obbiettivo di aumentare la produzione e quindi il loro stramaledetto PIL. 😉
Vediamo se con minacce di questo genere, abbandonano questo scellerato progetto sull’accorpamento delle festività civili…!
Alla fine saranno COSTRETTI a mettere le mani su quelle religiose, così si accorgeranno che ci sono festività delle quali gli italiani se ne sbattono altamente, in barba ai “Patti” tra clericali e fascisti!
Ditemi quanti italiani cattolici festeggiano “Ognisanti” o la “verginità mariana”???…Ditemi chi festeggia “l’assunzione della Madonna” in quanto tale o piuttosto il 15 di Agosto in sè, con tanto di sbornie di cocomeri???…”L’Epifania”, più che la venuta dei Re magi, rappresenta una la festa di una strega a cavallo di una scopa che ancora porta regali. Il “Lunedì dell’Agnelo” (pasquetta), viene utilizzato per le gite fuoriporta, non certo per andare in chiesa. Il Santo patrono di turno, combina più danni di un meteorite perchè cambia di giorno in giorno e di comune in comune, paralizzando e rendendo difficili le attività condivise tra aziende con sedi diverse.
Senza andare a toccare festività religiose sentite come la Pasqua o il Natale, ho citato almeno 5 festività religiose che sono molto più che accorpabili (non cancellabili!). Cominciassero da quelle prima di sindacare le festività che uniscono TUTTI gli italiani, a prescindere dalla loro religione.
LAICITA’, ekkekkakkio!! 👿

whichgood

Per chi dice di appartenere al credo cattolico dovrebbe essere obbligatorio un certificato di assistenza alla messa in quelle festività. Quando mi assento dal lavoro per motivi di salute sono obbligato a presentare un certificato medico.

TAO

Ha ragione SLEDGE: qui è in gioco l’ equlibrio naturale dei ritmi di vita umani…se non lo si rispettano, è la salute a perderci e non il “fantomatico” PIL.

spapicchio

O viene abolito il concordato con lo stato del Vaticano, o l’Italia, lo stato italiano (ossia i cittadini) perdono la sovranita`, il diritto di autodeterminarsi, l’indipendenza, anche perche` ormai il popolo ha capito: non lavorare e stare nella CCAR a fare festa gli conviene, perche` non fa fatica, eccetera;

solo che in questo modo lo stato italiano va in default, perche` questo comportamento elusivo non e` sostenibile e non e` nemmeno economico, perche` la CCAR e` finanziata dalle tassedei cittadini, con il denaro pubblico, e questo e` un cappio che si stringe sul collo degli italiani, i quali pagano certo la CCAR che pero` a loro non da` nulla, ma ne assorbe ogni risorsa, anche intellettuale.

Federico Tonizzo

Sull’abolire il Concordato sono sempre d’accordo 😀

Però non credo che lo stato italiano possa “andare in default” perchè la gente lavora troppo poco a causa delle “feste religiose”… 😯 E se anche fosse, le aziende assumano i disoccupati, no? 😯 Tanto, con quei contratti da sfruttamento che sono legali in Italia, le aziende cosa potrebbero pretendere di più? 😯 La schiavitù? 😯

spapicchio

Intendo nel senso che la religione della CCAR ha un effetto ipnotico che diminuisce le motivazioni a far bene il proprio lavoro, snobbando l’impegno civile per il bene dello stato italiano.

La schiavitù è mentale alla CCAR, a causa della dittatura delle coscienze che lo stato del Vaticano sta attuando negli italiani che si fanno ipnotizzare dalle favole paradisiache del cattolicesimo romano, perdendo il contatto autentico e responsabile con la realtà.

spapicchio

Comunque hai ragione sui contratti da sfruttamento, che non esistono nei paesi europei (evangelizzati) e NON cattolicizzati, più sviluppati della pia Italia.

Paul Manoni

Con quel mezzo metro di lingua che si ritrovano, non poeva essere diversamente… 🙄

whichgood

Fanno la “lingua a strascicuni” sul deretano papale. Chè schifo!.

Fri

Questi sono piu’ miopi di una talpa! (sempre che lo spread e la crisi siano davvero nella loro agenda!)

nicola

”la tenuta sociale” -”potere educativo”-”necessaria una trattativa”……..
feste…..
scusate ma in che hanno siamo?

Kaworu

250 d.c., perchè?

credevi forse di essere nel ventunesimo secolo?

nicola

eh ma tu sei furba!hai evitato di scivere anno per non sbagliare…..

nicola

mi sto convincendo sempre di piu’,che anche io posso diventare ministro dell’economia.

Federico Tonizzo

…ministro dell’econoTUA ? 😉

Scherzi a parte, basta vedere gli inetti e i criminali presenti nei vari governi Berlusconi… Forse chiunque di noi (a parte Enrico &C, naturalmente) potrebbe fare meglio di moltissimi ministri dell’economia che abbiamo avuto dall’unità d’Italia.

DucaLamberti74

Ed io propongo una nuova festa religiosa (almeno per me 🙂 )

IL PRIMO MARZO.

Pensateci bene, capiterebbe ad una metà quasi perfetta tra:
#) il 06 Gennaio
#) pasqua (metà aprile…quando la madonna vuole 🙂 )

Insomma … un giorno giusto per necessario per un nuovo ponteggiamento.

Perchè proprio il PRIMA MARZO direte ?

Ricchi premi per chi ne indovina il motivo 🙂 🙂 🙂

DucaLamberti74

P.S.: Per il resto ma che vadano a quel tal paese questi tecnici italioti.
Ma NON riescon oap ensare che forse…si avrebbe una ricaduta in negativo nel settore turistico ed anche…perchè no…meno ferie..meno riposo e più malattie ?

Mario

Che gusto. Volete la biciletta? Pedalare, cari amici, 7 giorni all’anno in tutto sono più che sufficienti, anzi sono acnhe troppi.

nicola

@kaworu
pensavi per caso,anche che potrei essere bravo all’istruzione?

Kaworu

non potrò mai tentare, quindi non lo potrò mai sapere 😉 ma il mio era un discorso più generale, non un’autocandidatura 😀

DURRUTI 51

Lavorare di più, guadagnare di meno. Riposare di meno schiattare di più. Ecco che inventano i tecnici al servizio del capitale. Perchè non cominciano ad autoridursi i loro emolumenti faraonici?

Batrakos

A me sembra che l’affermazione per cui le feste laiche siano ‘le uniche ad avere un carattere davvero inclusivo e rappresentativo per i cittadini a prescindere dal credo’ pare più che altro retorico e un po’ ipocrita.
Un filomonarchico non si sentirebbe rappresentato il 2 giugno, un filofascista il 25 aprile e un liberista alla Monti o Machionne il 1 maggio.
Io sono repubblicano, antifascista e lavorista per cui mi va più che bene così,e so che questi punti sono i cardini dello Stato odierno, per cui diciamo che anche chi non è d’accordo e rimpiange altre concezioni dello Stato e della società deve adeguarsi e accettare queste feste, ma di qui a dire che siano inclusive e rappresentative di tutti i cittadini ce ne corre, al di là della retorica istituzionale che, per un razionalista, dovrebbe lasciare, come tutte le retoriche, il tempo che trova.

moltostanco

Batrakos,

In effetti il tuo ragionamento è corretto, e francamente l’idea della “festa del lavoro” mi sa più di presa in giro che di altro.

Personalmente però credo che il 2 giugno (al di là della parata ecc. ecc. ecc.) non possa essere assimilato ad una festa di parte. Essere Italiani vuol dire riconoscersi nei valori della Repubblica, e quella festività deve servire a ricordarcelo. Come le festività religiose servono a “ricordare” ai religiosi le cose in cui credono.

Batrakos

Moltostanco,

a parer mio proprio dire che essere italiani significhi riconoscersi nei valori della Repubblica è retorica istituzionale, e lo dice uno che ci si riconosce appieno.
Essere italiani, tecnicamente, vuol dire solo avere la cittadinanza italiana; se per essere italiani ci volesse questa intima adesione, la cittadinanza andrebbe tolta a tutti i cittadini, indigeni o nuovi italiani che siano, i quali non si riconoscessero nella Repubblica. Ma ciò non è, nei fatti nè giuridicamente e dunque la proposizione non è vera ma è un appiglio retorico tipico dello Stato, soprattutto nei periodi di contestazione quando fa comodo richiamarsi ai ‘valori comuni fondanti’ e altre frasi fatte tipiche del loro gergo.
Peraltro, stando alla logica che dici, anche le altre due feste non sarebbero di parte: il 25 aprile perchè è la conditio sine qua non dell’avvento della democrazia, e il 1 maggio perchè ( in teoria in quanto nei fatti è purtroppo l’opposto) la nostra repubblica democratica si fonda, da costituzione, sul lavoro.
Ma un cittadino italiano può benissimo, senza perdere la cittadinanza, non riconoscersi nella repubblica, nella democrazia e nell’antifascismo, e nel lavoro come diritto (anzichè come mero contratto come vorrebbe l’ala liberista) e dunque non sentirsi rappresentato ma essere costretto ad essere rappresentato…un po’ come noi col Natale o la Pasqua.

Tiziana

Ma è proprio perchè l democrazia è flebile e i valori repubblicani non sono percepiti come valori che la Chiesa spadroneggia .

Batrakos

Tiziana,
se è per quello non solo la Chiesa spadroneggia, ma anche i vari padroncini in un sistema quasi neofeudale, che va dai baroni universitari ai vari segretai e sottosegretari ai tecnocrati che oggi sono il non plus ultra del potere, in cui ognuno pensa a mangiare lui e famiglia senza alcun senso dello Stato.

Va da sè che è proprio questo argomento a mostrare ulteriormente come i valori alla base delle feste laiche di fatto non siano autenticamente sentiti, e dunque esse non rappresentano di fatto l’unanimità (ma nemmeno la grandissima maggioranza, a parte la forma retorica per cui tutti i nostri politici e padroni si riconoscono nella costituzione) ma una parte degli italiani, che sono appunto quelli che hanno la cittadinanza dello Stato italiano.

Batrakos

Ovviamente ‘sono quelli che hanno la cittadinanza’ era riferito a tutti gli italiani e non alla parte che ama e si riconosce nelle feste dette (ed era argomento quasi tautologico detto ironicamente verso la prosopopea dei valori a cui i nostri politici si richiamano quando temono contestazioni).

moltostanco

Btrakos,

Io credo che il 25 aprile e il 1 maggio siano altrettanto importanti del 2 giugno, l’uno come preludio alla Repubblica e l’altro come festa di uno dei valori fondamentali della stessa, ma nel mio commento precedente non li ho considerati perchè riconoscevo uan certa verità in quello che dicevi.

Io però sono fermamente convinto che serva un livello minimo di condivisione di valori per dirsi italiani, e quello non può che essere la Repubblica e i suoi valori al di là della facile retorica istituzionale e patriottica.

Altrimenti cosa vuol dire essere Italiani ?

Batrakos

Moltostanco.

Sono convinto anche io che una condivisione, almeno minima, sarebbe necessaria (vedi la risposta che ho dato a Tiziana); tuttavia nei fatti non è così, per cui voler dire che le feste laiche sono condivise e rappresentative di ‘tutti’ (o di ‘quasi tutti’) a me pare un po’ un’illusione, cioè vedere il mondo come vorremmo che fosse anzichè come effettualmente è; dunque non può essere presentata come un dato di fatto nel modo in cui lo fanno le ultimissime.

oty

Togliamo anche le ferie estive così l’Italia si riprende dal debito visto che il mese di agosto tutto e fermo.

Batrakos

Visto che la crisi non dipende da una sottoproduzione ma da uno squilibrio della distribuzione delle ricchezze tale da portare il potere reale nel mondo finanziario (finanziarizzazione che per esistere richiede capitali altissimi) sembra assurdo questo mito del lavoro per la ripresa della produzione come fossimo nel dopoguerra.

Io manterrei le feste laiche, quelle cattoliche e fosse per me ne aggiungerei anche altre, perchè togliere ferie a quei pochi che ancora lavorano vuol dire farli faticare e privarli di poteri sociali senza un motivo mentre per i tantissimi disoccupati nulla cambierebbe.
‘Farei invece la festa’ ai vari parassiti sociali che si arricchiscono su questa situazione, a cominciare dall’attuale premier, advisor Goldman Sachs, Monti.

francesco s.

Concordo questa crisi non è dovuta a sottoproduzione ma a squilibrio nella distribuzione della ricchezza e far lavorare di più chi già lavora non risolve una mazza, si dovrebbe cercare di far lavorare chi non lo fa.

Per quanto riguarda le feste si potrebbe garantire laicità e diritti dei lavoratori prevedendo un tot. di giorni che il lavoratore può spendere per festeggiare cosa gli pare.

Batrakos

Francesco.

In linea di principio sarei favorevole anche io alla soluzione di scegliere ognuno tra un tot di giorni, ma c’è un però…
Perchè l’economia un po’ giri è importante spendere i soldi (quei pochi che si possono) in strutture che a loro volta facciano nuovamente circolare quei soldi.
Dunque, più ci sono vacanze di massa -ponti compresi per via dei pernottamenti- più la gente va in ristoranti, alberghi, bar,campeggi e più si creano posti di lavoro e più i titolari di quelle strutture (e chi ha lavorato e lavora in quelle stutture) spenderanno a loro volta sul territorio.
Più le vacanze sono individuali e private, più i soldi mediamente vanno alle varie grandi catene di distribuzione (programmi, videogiochi, dischi, film sono ciò che allieta la vacanza individuale) i cui soldi non tornano ad essere spesi sul territorio ma prendono subito, senza spese locali, la via della delocalizzazione e delle grandi banche.
Va da sè che, eccezion fatta per le categorie che devono lavorare per far fare festa agli altri, più le festività sono omogenee più crescono i consumi collettivi.

francesco s.

Non penso che le vacanze diventerebbero individuali perchè:

1) in genere si fanno vacanze in famiglia;

2) molto spesso ci sono cause esterne tipo il clima per cui si tende ad andare in montagna (chi se lo può permettere) in inverno e chi al mare (e visto l’aumento dei prezzi vale quanto detto per la montagna) in estate;

3) le feste religiose non sarebbero mica cancellate, i credenti che continuerebbero a festeggiarle nei medesimi giorni con le loro famiglie;

4) anche alcuni non credenti partecipano ai festeggiamenti religiosi delle loro famiglie, per quanto riguarda la parte consumistica.

Batrakos

In genere è una costante che tanta più gente si muove e festeggia tantapiù altra lo farà: è stato ed è questo il principio delle vacanze di massa.
Certamente non diverrebbero individuali, ma la gente si muoverebbe in gruppi molto meno numerosi, con una serie di problemi di investimento, di reclutamento del personale e di tipologia di offerta delle strutture turistiche, perchè in genere questi investimenti si fanno davanti a grosse e anticipate prenotazioni; in casi del genere le prenotazioni sarebbero last minute o non sarebbero affatto (che è quel che sta già succedendo per le vacanze estive dalle mie parti).

Mario

Non credo che sia questo all’origine delle vacanze di massa.
Quando dipendevo mi sono preso ferie quando ho voluto e nonostante non fossi necessario sono quasi stato licenziato.
Che gusto.
I giorni non dovrebbero essere divisi in gruppi da sette. Basta il numero del mese. Se un giorno divento capo del mondo li abolisco.

Mario

Direi che è la solita crisi da sovrapproduzione.
Ad esempio non hanno fatto di tutto per vendere a chiunque i mutui, li infilavano in tasca ai barboni…

Batrakos

I mutui non derivano dalla produzione, non sono prodotti.
La finanziarizzazione è successiva.

Sulle vacanze di massa…c’è anche un punto: quasi nessuno, almeno a mia conoscenza, prende le ferie quando vuole, ma le prende quando la ditta glielo permette (se non addirittura quando lo obbliga a prenderle), compatibilmente ai periodi di produzione e alla necessità di personale.
Se anche i giorni festivi diventassero a discrezione, alla fine il giorno festivo te lo sceglierebbe la ditta o comunque ti darebbe pochissime scelte.

Mario

Intendo prodotti/servizi. L’è compagno.
Si certo la mia è un’idea utopica per una società utopica. Oppure come hai giustamente suggerito un’idea per far ripartire ancora più velocemente questa economia. 🙂

Batrakos

Ho capito cosa intendi con sovrapproduzione.
Io tecnicamente più che di sovrapproduzione (che c’è ma non è la causa diretta del mutuo subprime) parlerei maggiormente di squilibrio delle ricchezze in favore del capitale parassitario (ovvero che fa soldi dai soldi senza il ciclo produttivo) e dunque di crisi finanziaria, visto che il mutuo non è un servizio ma un prestito; tuttavia ho capito cosa intendi e sostanzialmente è vero: si trattava di tenere in vita un mercato finanziario saturo .

Mario

No, non sarei tanto d’accordo, perchè in un sistema capitalistico c’è per forza uno squilibrio di ricchezza, poichè il capitale è privato. E siccome la tendenza naturale (che sia regime capitalistico o comunismo) è fare economia di scala la tendenza è quella di accentrare il capitale. La libera concorrenza non fa altro che questo, eliminando chi ha costi più alti, favorendo le capitalizzazioni già presenti, creando barriere di ingresso sempre più elevate e così via.
Ad un certo punto ti ritroverai SEMPRE con squilibri di richhezza via via che i mercati ottimizzano le risorse e diminuiscono la concorrenza.

Batrakos

Mario,
io sono d’accordo con te.
Per arrivare alla finanziarizzazione odierna lo squilibrio è enorme, e infatti per me il libero mercato, e dunque l’economia liberale, esiste ormai solo nella mente di qualche liberale, visto che la libera concorrenza è stata spazzata via non dal comunismo, ma dal capitale stesso nella sua forma oligopolista.

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