Usa, i boy scout confermano discriminazione contro i gay

L’organizzazione statunitense degli scout, dopo averne discusso due anni in maniera riservata, ha riconfermato di voler escludere omosessuali dalle proprie fila. Un comitato speciale di undici esponenti nominati per discutere dell’ammissione dei gay ha sentenziato che questa prassi pesantemente discriminatoria è “in assoluto la policy migliore” per i Boy Scout, come affermato dal portavoce Deron Smith.

Già da anni tra gli scout Usa lo stesso trattamento è riservato ai non credenti, come denuncia la Military Association of Atheists and Freethinkers (Maaf). Il direttore esecutivo Bob Mazzucca, conferma che la maggior parte delle famiglie che mandano i figli tra gli scout è a favore di queste chiusure.

Protestano le associazioni lgbt e dei non credenti, che invitano le famiglie laiche a boicottare gli scout.  Ha destato scalpore e indignazione ad esempio il caso di Jennifer Tyrrell, lesbica madre di quattro figli cacciata per aver fatto coming out. Una petizione per chiederne il reintegro ha superato 320mila firme su Change.org.

Dal canto suo, la Boy Scouts of America rivendica la presa di posizione all’insegna del bigottismo in quanto organizzazione privata. Nonostante goda di diversi privilegi fiscali e incentivi garantiti dalla politica e dalle istituzioni, anche con il sostegno del Dipartimento della Difesa, all’insegna di una sussidiarietà malata in salsa stelle e strisce. Gli Eagle scouts, la componente più alta in grado, ad esempio beneficia di una corsia preferenziale per l’accesso nell’esercito.

Non è estranea a questa presa di posizione anti-gay e contro atei e agnostici l’influenza delle potenti confessioni religiose, tra cui si distinguono per sponsorizzazione e lobbying interno i mormoni. D’altronde anche in Italia gli scout cattolici si sono recentemente distinti per le direttive contro gli omosessuali.

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