È in corso di distribuzione il quarto numero dell’anno della rivista L’Ateo, il bimestrale dell’UAAR. I soci possono leggerlo da subito sul sito.
Il numero è dedicato alla satira e presenta articoli di Turchetto, Vintaloro, Di Bona, D’Alpa, Staino, Rota, Piazzesi, Twain, Mucci, Borgio, Gualerzi.
Il supplemento gratuito, dal titolo “Le pentole del diavolo”, è una raccolta di sei articoli di Marco Accorti, socio UAAR e membro della Redazione, con l’introduzione di Maria Turchetto.
La Redazione
500 milioni di euro versati nelle casse vaticane ogni anno, disoccupati a iosa, un governo di tecnici imposto dall’Ue che non abbiamo mai eletto, debito pubblico fuori controllo, parlamentari più pagati al mondo, stipendi più bassi ecc.ecc. non ci trovo nulla da ridere 🙁
saper far scoppiare opportune risate potrebbe essere invece salutare:
http://www.uaar.it/uaar/ateo/archivio/2012_4_art1.html
ad esempio una risata l’hai fatta fare anche tu, parlando di 500 milioni annui versati alle casse vaticane invece dei 6 miliardi annui di fondi pubblici versati alla Chiesa (vedi inchiesta Uaar icostidellachiesa.it)
Sai, dofronte al male (che c’è), l’umorismo è una risposta più sana della depressione 😉
Chiaramente non deve far dimenticare di fare quello che si puo’ fare (che non è certo pregare).
Insomma, meglio ridere e darsi da fare che pregare e sperare.
Stefano, ti sfugge il contenuto di questo numero de L’ATEO: la satira religiosa. Un forma allergica per i credenti delle più disparate religioni.
Esilarante, tra gli altri, l’articolo: “Galateo per l’al di là”, traduzione della direttrice di un testo di M. Twain. Da non perdere assolutamente…
… con l’inserto (gratuito) “Le pentole del diavolo”, scritti che Marco Accorti ci ha lasciati.
“… “una risata vi seppellirà”, diceva un vecchio slogans dei miei tempi [scrive Maria Turchetto]. Non è vero, una risata non ha mai seppellito nessuno.”
Epperò la satira fa esplodere il paradosso e con il paradosso l’ilarità.
Per questo “gli atei sghignazzano … i credenti s’incazzano” …
Una proposta: perché l’UAAR non si fa promotore di un “premio” sul tipo di igNobel o degli Oscar per i peggiori film, attori, registi, ecc. Potremmo così premiare tutti coloro che si sono distinti nell’applicare alla lettera i dogmi religiosi. Da parte mia candiderei al premio il consigliere di Roma recentemente ingabbiato assieme a padre, madre e fratello per reati contro la pubblica amministrazione; a mio modesto avviso un bellissimo esempio della famiglia come la vuole Rin Tin Tin.