Il caso di una ragazzina di dieci anni riapre in Gran Bretagna il dibattito sul diritto all’apostasia, dove si intrecciano contrasti familiari irrisolti. Lei è figlia di genitori divorziati di confessioni diverse. Il padre si è convertito al cristianesimo dopo il divorzio e ha cominciato a frequentare la chiesa. Ma la madre è ebrea, come lo era prima il padre.
La bambina chiede di essere battezzata e di seguire la religione del padre, ma la madre si oppone e parla di “lavaggio del cervello” esercitato sulla piccola. La madre, senza consultare altri, porta la questione in tribunale. Intervene anche un rabbino tra i testimoni, che definisce “innaturale per le loro anime” far cambiare religione ai bambini. In realtà la famiglia non ha mai seguito in maniera stringente la religione ebraica. Ma il giudice John Platt stabilisce che la giovane è abbastanza matura per decidere da sè, quindi dà l’ok per la conversione.
Mentre in Gran Bretagna quindi qualcosa si muove per concedere anche ai minori di cambiare religione, in Italia siamo ancora indietro. Nonostante siano moltissimi i minorenni che si rivolgano proprio all’associazione per sbattezzarsi, scegliendo autonomamente di non appartenere alla Chiesa cattolica, per farlo occorre ancora essere maggiorenni. L’iniziativa giuridica dell’Uaar per permettere a chiunque di ‘sbattezzarsi’, a prescindere dalla scelta religiosa o non religiosa, è comunque una conquista importante per i diritti del singolo. In Gran Bretagna però lo sbattezzo, nonostante i tentativi portati avanti proprio da atei, non ha ancora valore legale.
Trattasi di un raro caso legale contemplato dall’art. 24 comma ter del codice internazionale di diritto familiare: quando sussitano delle condizioni per cui i genitori possiedano la testa genitale (detta anche sindrome del cervello pieno di bolle d’aria), tale caratteristica verrà scaricata sull’incolpevole/i figlio/a/i che ne pagherà le conseguenze.
Scommetto che il giudice non avrebbe concesso alla bambina la facoltà di scegliere l’ateismo e di essere “esonerata” da qualsiasi religione. Comunque un piccolo passo verso la libertà di scelta.
Trovo bruttissimo coinvolgere i bambini in queste questioni e litigi tra adulti. Poi mi chiedo anche che si sposano a fare se sono così immaturi da coinvolgere i figli in simili stronzate?
Un po’ di convivenza prima di fare “il passo” sicuramente eviterebbe molti divorzi, con risparmio di denaro e sofferenze per ipotetici figli.
Se si riproducesse solo la gente ragionevole, al mondo non ci sarebbero problemi di sovrappopolazione.
Dipende dalle condizioni.
Ammettiamo che il fanatismo religioso conduca ad una nuova forma di demenza senile precoce che porta buona parte delle persone religiose, pie e devote a morire nella gloria dei loro dei allah, barbittabbum, manitù, yeova, la madonna incoronata, padre pio et similari…
La popolazione del pianeta si riduce…ad un miliardo di persone..e la demnza senile scompare. Si hanno quindi 500milioni di laici e agnostici detentori della conoscenza del sapere e l’altra metà di fanatici e religiosi che pregano per il perdono divino…
NON so tu..ma direi che in tal caso i 500milioni di laici dovrebbero a quel punto ripristinare riti pagani di fertilità e orgie per riprodursi e nell’arco di una generazione sconfiggere gli altri devoti.
DucaLamberti74 – in preda ad un delirio mistico di orgoglio laico 🙂
Le religioni sono qualcosa su cui un bimbo di un anno ha la stessa autorità di un adulto, dato che nessuno dei due ha elementi di conoscenza superiori all’altro, perciò per i minori il diritto di scegliere una religione è inalienabile come il diritto di farsi crescere i denti.
Non lo so, c’è il rischio che i minori finiscano in mano a sette come Scientology, che è assai peggio che far parte delle religioni “normali”.
Io sono stato un minore che, per un mesetto, è finito nelle mani di Scientology. Guarda un po’ come è finita… 🙂
Se non si è bersaglio di una singola propaganda, ma si continua ad essere immersi nel mondo, con tutti i vari stimoli ben attivi, credo difficile che uno di questi prenda un particolare sopravvento, proprio perché i minori sono particolarmente ricettivi, a tutto. I pochi minori che sono ricettivi soltanto a qualcosa sono probabilmente anche quelli che da adulti diventerebbero comunque squilibrati.
@fab
Il punto e’ che a 10 anni,anche se l’individuo possiede una discreta intelligenza naturale e ha la fortuna di vivere in una societa aperta, moderna e ricca di stimoli culturali assortiti,non ha ancora avuto la possibilita di sviluppare grandi esperienze e capacita critiche, e sara fatalmente influenzato da quei fattori culturali ai quali e’ maggiormente esposto per motivi contingenti,come in questo caso l’influenza dei genitori.
Siamo sinceri,quanti di noi a quell’eta non erano esposti ancora a “crisi mistiche” o quasi dovute all’indottrinamento religioso ricevuto a scuola e in familia ?
Lo scetticismo e’ venuto dopo.
OK, vero; in ogni caso, non trovo obiezioni al fatto che chiunque abbia il diritto di decidere da solo quale sia la sua religione, a qualunque età; altrimenti il condizionamento parentale è ancora peggio.
Se nego la libertà di culto, mica spariscono le minacce esterne alla famiglia; semplicemente si aggiungono quelle interne.
@ Laverdure
le capacità critiche di alcuni bambini superano di gran lunga quelle di molti “adulti”.
@manimal
Nel senso che molti adulti non raggiungono mai un avera maturita.
certo… ma anche nel senso che molti bambini hanno già strumenti critici e intellettivi sviluppati per poter decidere in cosa credere.
@manimal
E alcuni ne sono tanto convinti che si spingono al punto di chiedere di legalizzare la pedofilia, sostenendo che se un bambino di 10 anni accetta di avere rapporti sessuali di qualunque tipo con un adulto, in assenza di costrizioni (perlomeno accertabili),la sua sara senz’altro una scelta libera e responsabile e soprattutto non
comportera conseguenze negative per la sua psiche.
Ma oso pensare che al momento pochi genitori siano d’accordo su questa teoria.
io invece oso pensare che i genitori si rendano conto che nella loro incompiutezza i bambini sono tutt’altro che stupidi.
che hanno pensieri propri che possono differire da quelli genitoriali e che non per questo debbono essere repressi.
per quel che riguarda la pedofilia sfondi una porta aperta.
giusto pour parler, se un minore non ha capacità d’agire in senso giuridico, e non ha libertà di avere vita sessuale (non parlo di bambini piccoli e non parlo di rapporti con adulti), come ti spieghi tu, che lo stesso minore risponda davanti alla legge di determinati crimini? anche considerando che in taluni ordinamenti si possa giungere alla pena di morte (magari da comminare una volta maggiorenni, ma basata su un crimine di chi era in minore età…)?
io sinceramente faccio fatica a capire come mai ad una situazione di mancata libertà (quale è di fatto quella del minore), possa corrispondere una responsabilità penale.
@manimal
Ti rispondo con un esempio.
Ti ricordi Danilo Restivo,il probabile omicida di Elisa Claps ?
A quanto racconta la stampa,ancora adolescente tento di accoltellare i cugini dopo averli convinti a farsi legare “per gioco”.Si salvarono per un soffio.
Il padre riusci a sistemare le cose con una grossa somma di indenizzo.
ma la sua “vocazione rimase”, e lo spinse per anni a un’interminabile serie di molestie sessuali (impunite) che inevitabilmente culminarono in una tragedia.
Parliamoci chiaro,le condanne penali hanno ben poco a che vedere con la morale,il loro vero scopo e’ dissuadere il reo dal reiterare il suo reato, e se necessario impedirglielo materialmente ,di qui l’ergastolo e la pena di morte.
Oltre naturalmente a dissuadere altri dall’imitarlo.
E se l’individuo in questione e’ chiaramente affetto da pericolose psicopatie,incurabili di fatto,ha poca importanza la sua eta,per me la cosa piu’ importante e’ proteggere la vita degli altri .
già, però secondo me rimane il problema di fondo: come fa ad essere responsabile delle proprie azioni, colui a cui la legge non riconosce sufficiente maturità per fare delle libere scelte personali?
penso ad Omar ed Erika e non riesco a non pensare che sia profondamente sbagliato che possano essere reinseriti nella società, perchè a mio avviso l’aberrazione di ciò che hanno fatto non consentirà mai loro di essere persone equilibrate ed affidabili, ma nel contempo, non riesco a non pensare che la responsabilità dovrebbe essere il prezzo della libertà…
Ditemi voi se con ‘ste beghe tra religiosi buffoni non siamo ancora in pieno Medio Evo.
Perlomeno si inizia a parlare dell’argomento!
che follia!
Beh, in generale è sempre una brutta storia quando le scelte genitoriali vengono demandate ad un giudice; tuttavia dalla lettura integrale dell’articolo sembrerebbe che siano stati loro a chiedere l’intervento di un giudice per risolvere il contrasto. Saggiamente il giudice conclude, in sintesi” “la cosa più importante è che la bambina sia comunque amata, da entrambi i genitori, a prescindere dalla scelta religiosa..”
Poscritto,
ho letto attentamente l’articolo nella lingua originale, il passo (anche se virgolettato riportato da chi ha inserito la notizia) “lavaggio del cervello” attribuito alla madre, non c’è.
Potrebbe essere una mia disattenzione o il solito refuso..
Cordialmente, Paride
Non che cambi molto il ridicolo della frase: l’uno di fatto avrebbe potuto dire il medesimo dell’altro (e uno dei due l’ha fatto a quanto pare).
😐
Egregio MOSCONI,
un conto è dirlo un conto è farlo. Comunque dovrebbe gioire: per una volta un Giudice (rappresentante della società laica) si è espresso su di una diatriba religiosa. Mi pare che non vi sia nulla da eccepire.
Ossequi a lei e famiglia.
@paride
Appunto: se entrambi avrebbero potuto dire una cosa ridicola, il fatto che l’uno l’abbia fatto non rende meno ridicola la frase in sé proprio per la sua ambivalenza.
Cos’è: non mi dirai che per te questa storia dell’insulto infantile diventa meno stupida se lo dice solo uno?
Oppure cosa? Ritieni degli strepiti di un litigante effettivamente degno della tua attenzione?
“Comunque dovrebbe gioire: per una volta un Giudice (rappresentante della società laica) si è espresso su di una diatriba religiosa. Mi pare che non vi sia nulla da eccepire.”
Infatti non ho nulla da eccepire se è quello che insinuavi…
Veramente e’ scritto proprio sotto al titolo…
“A 10-year-old Jewish girl has been permitted to become a Christian after a judge rejected claims by her mother that she had been “brainwashed” and was too young to change faith.”
Ha ragione, avevo dimenticato di leggere il trafiletto che introduceva la notizia.
Grazie mille per la sua segnalazione
“la madre si oppone e parla di “lavaggio del cervello” esercitato sulla piccola”.
Ahahahahah
per me, che si arrangino tra pazzi
Convertirsi dall’ebraismo al cristianesimo? Sarebbe come se uno dicesse: non credo più nell’efficacia terapeutica della pranoterapia, d’ora in avanti mi fiderò solo dei fiori di Bach!
Nell’infanzia può capitare, se si hanno genitori che credono in quelle cose 🙁
“la giovane è abbastanza matura per decidere da sè”
Se fosse veramente così, avrebbe mandato a quel paese entrambi i genitori.
I genitori sono abbastanza maturi per decidere loro per se stessi?
Non credo, non avebbero messo la figlia in questa situazione.
@Francesco
Forse il magistrato implicitamente voleva dire :la ragazzina e’ abbastanza matura per decidere da se che religione preferisce, esattamente come puo’ decidere da sola che minestra e pietanza preferisce alla mensa scolastica,come pure il colore delle sue magliette e los tile delle sue scarpe.
Ovviamente per cose serie dovra attendere qualche anno.
Mi auguro che sia come dici tu. 😉
Io sono pronto a scommettere che se la conversione fosse stata al contrario, dal cristianesimo a qualsiasi altra religione la sentenza avrebbe stabilito non solo che a 10 anni di è troppo piccoli per decidere su certe questioni… ma sopratutto che il perfido lavaggio del cervello non andava fatto!
Dubito seriamente che, con un genitore cattolico o protestando e con l’altro che cerca di convertire il figlio a ebraismo\buddismo\wiccanesimo\quelchevipare, la sentenza avrebbe dato pieno appoggio al plagio religiose (parliamo di passare dall’ebraismo all’acqua di rose al cristianesimo hardcore dei neoconvertiti).
Per Senjin.
Condivido il tuo sospetto.
In caso di separazione dei genitori una delle prime cose che si consiglia è di NON far scegliere al minore fra i due genitori. Mi sembra che questa sentenza vada nella direzione esattamente opposta.
Fa venire in mente la battura di Woody Allen in Scoop, che giro mentalmente come augurio a questa bambina:
– Io sono cristiana, e lei?
– Come nascita sono di confessione ebraica ma poi mi sono convertito al narcisismo.
Basterebbe una legge semplice semplice per cui una persona si sceglie la religione (se crede, altrimenti no) alla maggiore età e ogni problema del genere sarebbe risolto.
in teoria, però rimane aperto il problema del bambino che desidera seguire una religione invisa ad uno od entrambi i genitori.
perchè mai questa bambina non potrebbe andare in chiesa fino ai 18 anni?
Manimal.
Tocchi il grosso problema della potestà genitoriale dei minori…purtroppo finchè sei piccolo non puoi andare pressochè da nessuna parte se i tuoi non te lo permettono (a meno che non facciano reati, tipo ridurre il bimbo in stato di effettiva prigionia).
Come io da piccolino non potevo andare in un bar che mi attraeva molto, perchè, a detta di mia madre, aveva la fama di posto dove si giocava d’azzardo, e il bambino non può andare in chiesa perchè per la madre è un brutto luogo (poi scatta l’astuzia: io al bar mi ingegnavo per andarci all’insaputa di mia madre e così potrebbe fare il bambino per la sua messa).
Certo, detta così è brutta, convengo che ci sono cose che non spettano ai genitori (ad esempio l’istruzione, che è diversa dall’educazione) ma, al di là di varie migliorie, non vedo alternative migliori (a patto che non si consideri lo Stato il ‘grande genitore’ che non è il massimo visti i risultati politici di questa mentalità).
beh, sotto certi aspetti lo stato un po’ “grande genitore” lo è gia, e non con effetti sempre negativi.
obbliga i bambini alla frequentazione scolastica e decide i programmi di insegnamento.
pur con qualche riserva, credo che nel complesso sia un approccio che ha dato risultati positivi.
Certo, Manimal, lo Stato ha giustamente funzioni sovrane in alcuni aspetti, e la famiglia deve essere ad esso subordinata.
Però è una questione di proporzioni, e forse più si intromette in questioni del genere più le proporzioni rischiano di saltare.
Dalla padella nella brace.