Le elezioni in Québec, svoltesi martedì scorso, hanno decretato la vittoria (ma senza maggioranza assoluta) del Parti Québécois, una formazione regionalista di centrosinistra. Che nel corso della campagna elettorale ha presentato una piattaforma — solo nominalmente — “laica”. Un risultato che potrebbe riaccendere gli animi: il Québec è un’enclave cattolica e francofona nel Canada, paese a maggioranza anglofono e protestante.
Il PQ, formazione di centro-sinistra tradizionalmente vicina ai sindacati e d’impronta social-democratica, ha un’impostazione simile al PD nostrano. E ha presentato un programma fortemente identitario, che ad esempio difende la presenza negli uffici pubblici del crocifisso in quanto “simbolo culturale”.
Pauline Marois, leader del partito, ci tiene infatti a precisare che “neutralità dello stato non significa che dobbiamo negare quello che siamo”. Un approccio che non fa che favorire la religione cristiana, a scapito delle altre concezioni del mondo, dandole un riconoscimento istituzionale. Sul National Post si rileva come proponga una “peculiare forma di laicità che privilegia il cristianesimo” e punti su un forte identitarismo linguistico e culturale. Una strada che ricorda quella di Marine Le Pen in Francia, con la “laicità” interpretata unicamente come difesa della tradizione e contro la crescita delle comunità islamiche. Col rischio che questa chiusura intensifichi i problemi sociali, piuttosto che risolverli.
Il PQ ha proposto una “carta della laicità” che in realtà di laico ha poco perché orientata verso l’identitarismo di stampo cristiano. Si pensa infatti di vietare i simboli religiosi come kippah, hijab e kirpan sul posto di lavoro ma, scrive The Windsor Star, con la sola eccezione del crocifisso. Un simbolo cristiano tra l’altro campeggia nella sede della locale assemblea legislativa.
L’approccio del Parti Québécois in termini di laicità ricorda proprio quello del Partito Democratico. E ne contiene tutti i limiti. Per il crocifisso infatti la soluzione è simile a quella bavarese, sostenuta tra gli altri dal costituzionalista Stefano Ceccanti. D’altronde anche il PD aveva sostenuto il ricorso del governo contro la sentenza in primo grado della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) di Strasburgo sul caso Lautsi — promosso dall’Uaar — riguardante l’imposizione dei crocifissi nelle scuole. Una “laicità” non “laicista”, quindi, che distorce profondamente il significato di laicità adeguandola a quella “sana” di cui si fa promotore Benedetto XVI.
Una strada che non sembra proiettata verso il futuro, ma nel recupero di un passato ideale, carico però di conflitti e divisioni. Come sia potenzialmente esplosivo il legame tra identitarismo e religione lo rivelano anche i disordini che si sono accesi in questi giorni in Ulster tra lealisti e repubblicani. Ma è un binomio che continua a far presa anche in realtà secolarizzate, dove la religione si stempera sempre più nella difesa del tradizionalismo, a prescindere dalla professione o dall’osservanza di una fede.
La vittoria di Pauline Marois costituisce dunque una sorta di novità, per lo strano intersecarsi di istanze di sinistra populista, identitarismo e religione che la caratterizza. La sua vittoria è dovuta più che altro alla frammentazione del quadro politico nella regione. Ma mostra anche come la religione, quando svolge funzioni simboliche identitarie, è ancora in grado di riscuotere consensi insospettabili. Anche se forse è l’unica circostanza in cui può riuscirci. I leader religiosi non possono andarne molto orgogliosi.
La redazione
Non sono d’accordissimo sul paragone col PD nostrano riguardo alla difesa dei soli valori cristiani: il PD è più, IMHO, orientato a un modello multiculturalista alla Regno Unito, dove Sharia e crocifisso vanno tutelati a braccetto “per non ledere il diritto di culto di nessuno” (salvo quello della gente intelligente di non vedere i propri figli crescere in una società impestata di simboli che richiamano a barbarie, ignoranza e irrazionalità).
Laicità “creativa”, come quella dell’ApI…
Se il Québec è un’enclave cattolica e francofona nel Canada, allora, appunto, non può dirsi cristiano, ma solo cattolico, a differenza del resto del paese: i valori cattolici sono quelli della CCAR e perciò, evidentemente, non corrispondono ai valori cristiani.
Seguo i tuoi commenti da un po’ di tempo e mi sembra giusto intervenire perché questo facile salire sul carro anticlericale non fa onore alle Chiese Evangeliche che sostieni di rappresentare.
Personalmente ho diversi amici e colleghi metodisti e valdesi; ne apprezzo così tanto l’intelligenza e la lontananza da qualsiasi fanatismo che tendo a escludere che tu appartenga a queste due comunità.
Su una cosa sono pienamente d’accordo con i “claim” di questo sito: diffidare sempre di chi si ritiene portatore di “Verità Assolute”.
Ho letto i tuoi post di ieri; non sono uno studioso delle religioni, ma la tesi che le chiese riformate risalgano al XV secolo anzichè alla riforma luterana credo proprio sia minoritaria.
Che i dittatori cerchino di tirare dalla propria parte le religioni principali è pratica antica; già gli Hyksos 4000 anni fa rabbonirono i sacerdoti dell’Egitto che avevano invaso identificando il proprio dio con la dività egizia Seth.
Non illudiamoci che gli uomini siano migliori perché protestanti o atei anzichè ebrei, islamici, cattolici o ortodossi. Qualche esempio? Sono state arse molte più streghe dai cristiani riformati (fino all’alba del ‘700) che dall’inquisizione; gli ultimi stati ad abolire lo sviluppo separato di comunità razziali diverse (“apartheid”) furono paesi protestanti; che io sappia, l’unico paese a maggioranza cristiana dove l’omosessualità è oggi penalmente perseguita (l’Uganda) vede la prevalenza delle chiese evangeliche.
Con tanti saluti dalle comunità anabattiste e calviniste costrette all’emigrazione (e in qualche caso eliminate) nel XVII secolo dalle terre a maggioranza luterana in accordo al principio “cuius regio, eius religio”.
E non apriamo la pagina dei colonialismi e neocolonialismi.
Non vado avanti per non innescare da parte degli altri lettori il consueto refrain che “le religioni andrebbero tutte abolite”.
Lo spirito critico è una bella qualità, però va esercitato anche all’interno e non solo verso i soliti noti.
Mi pare che Spapicchio avesse difeso in un precedente post i massacri di Lutero degli anabattisti facendoli passare come legittima difesa perché la Chiesa Cattolica voleva ucciderlo (che correlazione ci sia tra le due cose onestamente non lo so)
@Spapicchio
I cattolici sono cristiani, per essere cristiani bisogna credere nella trinità.
E’ come se dicessi che gli stanilisti non sono comunisti, per quanto mi piacerebbe.
Basta con ‘sta storia. Se ce la volessimo prendere con gli evangelici diremmo evangelici. Se si parla di cattolici e “ci scappa” cristiani è chiaro il riferimento ai cattolici e non agli evangelici.
E la croce è un simbolo cristiano dagli albori del Cristianesimo.
@ Mattia
“Spapicchio avesse difeso in un precedente post i massacri di Lutero degli anabattisti facendoli passare come legittima difesa perché la Chiesa Cattolica voleva ucciderlo”
No, è falso. Mai detta una cosa del genere.
Dicevo che il papa ed i cattolici volevano uccidere Lutero, c’era l’inquisizione eccetera.
Mattia sei uaarino?
@ francesco s.
per me è quantomeno ridicolo che diversi uaarini confondano i cattolici romani con i cristiani evangelici.
Dimostrano quantomeno di non conoscere né comprendere la storia dell’Europa e del mondo.
@ Alex Irene
“Seguo i tuoi commenti da un po’ di tempo e mi sembra giusto intervenire perché questo facile salire sul carro anticlericale non fa onore alle Chiese Evangeliche che sostieni di rappresentare.”
Non proprio… il carro è una metafora un po’ spregiativa che non mi sembra adeguata, scelta ad arte, ma qui si sta scrivendo su un forum dove c’è libertà di esprimere idee, opinioni, ed io scrivo principalmente fatti oggettivi di facile verificabilità.
Naturalmente rendere noti questi fatti e presentarli in un certo modo non è da tutti ben accetto: ma questo è inevitabile, specialmente in un paese abbastanza conservatore come l’Italia;
diciamo che mi limito a far notare che esistono le chiese evangeliche e che in Italia sono state perseguitate a lungo dal potere clericale cattolico romano da parte dei vari soggetti politici, anche storicamente, che hanno governato l’Italia.
Talvolta sono un po’ pungente per replicare agli altri commenti qui sul forum, mai però ostioso come qualcuno talvolta è arrivato a dire proiettando la sua stizza 🙂
Ripeto: le mie note riportano fatti storici facilmente verificabili, solo un po’ censurati in Italia dal regime cattolicamente orientato, come qui all’Uaar ben sappiamo.
Grazie delle risposte 😉
@ Alex Irene
Talvolta sono un po’ pungente per replicare agli altri commenti qui sul forum, mai però astioso come qualcuno talvolta è arrivato a dire, proiettando solo una sua stizza 😉
@ Alex Irene
infine io non ho mai detto di rappresentare alcuna chiesa evangelica, ne è mia intenzione farlo qui;
io banalmente riporto i fatti storici facilmente verificabili e molto noti, che in Italia sono maggiormente e costantemente censurati e che mi sembrano rilevanti perl a comprensione delle dinamiche storiche, sociali e culturali che riguardano la religione.
Per fare questo non serve “rappresentare” alcuna chiesa evangelica, perché la storia dell’Europa e del mondo è abbastanza nota, e si trova facilmente nei testi e nella storiografia.
Se il Quebec è un enclave cattolica in Canada, che cos’è il Vaticano in Italia?
il Vaticano è la sede quì in terra della Cattedra di Pietro, riferimento per tutti i Cattolici del mondo.
Pessima definizione, come tutte quelle che non valgono per tutti. Dovevi scrivere “Il Vaticano è uno stato sovrano con sede a Roma.” Ma essere oggettivi non è da tutti e sopratutto c’è chi non è strutturalmente portato. Nel qual caso, nessuno obbliga ad avventurarsi in risposte che non si sanno gestire.
Il Vaticano in Italia è una zecca parassita coperta di privilegi che succhia e drena miliardi di euro all’anno solo dall’Italia (senza contare l’estero).
Fino al 1870 era pure un parassita con effetti mortali su chiunque lo infastidisse nella sua opera d’infestazione.
Il cattolicesimo è alleato della politica e vuole imporre la fede mediante la legge.
Questo dimostra che è una religione che non vale niente.
Perchè se valesse qualcosa la gente ne verrebbe attratta in maniera spontanea senza bisogno di imporgliela con la forza.
io sono cattolico e non mi sento imposto con la forza. ho chiesto anche ad altri e mi hanno risposto la stessa cosa. ma di che forza stai parlando?
Come forza intendo il fatto che lo Stato, fin da bambino, cerca di catechizzarti per farti diventare cattolico. In questo modo ti comandano meglio, anche se tu non te ne accorgi.
E inoltre ti impediscono di usare correttamente la tua intelligenza ed il tuo senso critico. Perchè solo una persona senza un corretto senso critico può sottomettersi gratuitamente ad una organizzazione la quale ha mandato al rogo milioni di persone e si è alleata con i peggiori leader fascisti.
“io sono cattolico e non mi sento imposto con la forza”
L’alternativa sarebbe un fenomeno ben curioso. 😆
“I leader religiosi non possono andarne molto orgogliosi.”
Scusate ma pensate che tra i capi religiosi, esistano dei veri religiosi? A me sembra che tra il presidente di una finanziaria, quello di uno stato e quello di una associazione che dice di ispirarsi ad una fede mistica, non ci sia alcuna differenza.
Vaticano S.p.A. docet…
òGrassino
Ma lo affermi perchè pensi che chi fa affari come il Vaticano sia troppo intelligente per essere spirituale e credente, o preche pensi che essere spirituali e credenti non si ha necessità di struttuire di potere?
La realtà è che il Québec è un paese talmente secolarizzato che se un partito può pensare di riproporre un richiamo a “radici cristiane”, è più che altro perché ormai la maggior parte della popolazione non ha più che un’idea molto vaga di ciò a cui si riferisce.
Al di là dei monumenti religiosi di cui è disseminato, perché, fino agli anni ’60, il Québec è stato un paese cattolico quanto la Spagna o l’Irlanda. Ma poi si è prodotto quel fenomeno che Denys Arcand ha descritto molto bene nel film “Le invasioni barbariche”. Praticamente da un giorno all’altro, le chiese si sono svuotate. Significativamente, nel film il personaggio che descrive questo fenomeno è un prete.
Mi son sempre chiesto quanto quel film sia realistico.
Dubito che una simile posizione possa cambiare l’approccio di una popolazione ormai secolarizzata, questo partito poi mi pare abbia preso il 30 per cento quindi rimane un 70 che non la pensa così.
Credo anch’io che sia così; oltretutto il Canada è un Paese davvero multietnico, c’è gente da tutto il mondo e tutti sono cittadini rispettati; in quanto a civiltà laica il matrimonio omosessuale è stato legalizzato senza troppe difficoltàad esempio.
Però a Toronto la minoranza islamica ha fatto campagna contro il sindaco progressista perché sposato con un altro uomo. E ci è riuscito, le minoranze rispettate sono molto conservatrici (e anche più prolifiche in generale, indù e musulmani in particolare)
E’ un bell’esempio di “sana” laicità come la intende rin tin tin.
Sotto questo profilo la storia del Quebec è esemplare, a parte le vicende degli abusi sui ragazzi degli orfanotrofi cattolici, per lo più nativi; il Quebec, nonostante l’occupante inglese fosse mal sopportato, si schierò (o meglio si schierarono i maggiorenti della chiesa cattolica) con gli inglesi durante la guerra di indipendenza americana. La ragione fu che gli inglesi confermarono la chiesa cattolica in tutti i suoi privilegi, già detenuti sotto i re di Francia, mentre gli americani avrebbero applicato un regime rigidamente separatisti.
Pauline Marois: Il crocifisso è un simbolo culturale, perchè la neutralità dello stato non significa che dobbiamo negare quello che siamo.
Giornalista: Ma allora quello crocifisso non è Gesù! Ma è uno dei tanti indiani che sono stati uccisi per rubargli la terra.
no, quello crocifisso è Gesù, i tanti indiani uccisi per rubargli la terra fanno parte della schiera di innocent, a volte martiri, che hanno subito violenza nei secoli….
Dovresti iniziare a fare la pace con il senso dell’umorismo.
…subito violenza nei secoli da parte dei sedicenti annunciatori della “buona novella”, che si è rivelata un incubo horror peggio di Freddy Krueger.
Incubo finito nel 1870 quando al Pio Freddy hanno segato le unghiacce laccate.
Questa Pauline è la solita fanatica; con la frase ” quello che siamo” si arroga il diritto di considerare tutti uguali a lei: pecoroni devoti al crocefisso che, come dice sempre anche il nostro Fini: ” certamente è un simbolo di pace ecc., anche per i non credenti….)
Ma la smettessero questi invasati di parlare a nome di tutti e sopratutto a nome nostro, senza mai degnarsi di chiederci un parere in tal senso.
beh..il vostro parere lo conosciamo bene…sicuramente tra gli atei c’è chi considera il crocifisso un simbolo di pace (come Fini), chi lo considera un’icona per un miliardo circa di invasati (come te)…
Poi c’è chi lo considera un’imposizione, cioè tutti, dato che è effettivamente imposto.
Mi permetto di questionare la cosiddetta maggioranza anglofona in Canada.
Al referendum storico di ottobre 1995 (ero proprio in Canada, anche se solo quel giorno), la secessione del Quebec aveva perso per 50,58% contro 49.42%. Una manciata, anzi, una briciola, di voti. Non la definirei “maggioranza anglofona”: siamo proprio al 50-50.
Si tratta del solito trucco matematico-geometrico di definizione di maggioranza. Come nell’Ulster, dove, suddividendo opportunamente le contee, si arriva ad una maggioranza rapportata alla superficie differente dalla maggioranza matematica relativa alle persone.
Ho letto che il Canada ha riconosciuto al Quebec lo status di Nazione, una sorta di autonomia.
Giorgio, il referendum è stato fatto solo in Québec dove i francofoni sono la maggioranza (80%)
La stampa anglofona in generale denigra il movimento per l’indipendenza del Québec quindi il national post (che è spesso molto agressivo con i francofoni) non è una fonte neutra. Intanto i crocifissi in Ontario ci sono o non ci sono? So che c’erano i tribunali cristiani e di altre religioni, aboliti per paura di dover istituzionalizzare anche quelli islamici. Certo il PQ ha preso l’opzione del crocifisso, ma il Partito Liberale avrebbe tagliato fondi alla già in difficoltà scuola pubblica. Faccio notare che senza l’opposizione dei francofoni, il Canada avrebbe partecipato alla guerra di Bush. Non credo si possano fare paragoni con il PD.
Scusa, ma i “tribunali religiosi” sono un assurdo giuridico totale. Significa avere tante giurisdizioni, regole e sentenze – tutte diverse su fattispecie uguali – quante sono le religioni in uno Stato.
“Legge uguale per tutti” seppellita e “legge ad religio” riesumata. Amen.
Dall’articolo sembra proprio che il nuovo governo del Québec stia confezionando una bella bomba anticostituzionale.
IMPONENDO l’esposizione del crocifisso e VIETANDO tutti gli altri simboli religiosi è lampante la violazione del principio cardine di una democrazia: la legge è uguale per tutti. Vedremo cosa ne pensa la Corte Costituzionale (o Suprema) FEDERALE (sottolineo) del Canada.
Cade poi – una volta di più – la grottesca maschera dei clericali, che strillano alla “discriminazione” mentre della stessa ne sono i cultori più zelanti e facinorosi. Sempre verso gli altri, s’intende.
“Cade poi – una volta di più – la grottesca maschera dei clericali, che strillano alla “discriminazione” mentre della stessa ne sono i cultori più zelanti e facinorosi. Sempre verso gli altri, s’intende”
Da incorniciare.