Mostra del cinema, al film di Bellocchio il premio dell’Uaar

L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti ha assegnato anche quest’anno il premio Brian (dal titolo della commedia dei Monty Python, Life of Brian).

Il premio viene attribuito a un film, presentato alla mostra del cinema di Venezia, “che evidenzi ed esalti i valori dal laicismo, cioè la razionalità, il rispetto dei diritti umani, la democrazia, il pluralismo, la valorizzazione delle individualità, le libertà di coscienza, di espressione e di ricerca, il principio di pari opportunità nelle istituzioni pubbliche per tutti i cittadini, senza le frequenti distinzioni basate sul sesso, sull’identità di genere, sull’orientamento sessuale, sulle concezioni filosofiche o religiose”.

Giunto alla sua settima edizione, il premio è stato attribuito al film Bella addormentata di Marco Bellocchio.

La pellicola, scrive la giuria, “affronta il tema del ‘fine-vita’ con spirito laico, sottolineando l’importanza del rispetto delle scelte individuali. Mette in luce l’arroganza del potere politico e la grettezza dei pregiudizi religiosi nei confronti di scelte che devono essere improntate al principio dell’autodeterminazione. La rappresentazione rende conto della complessità del problema del termine della vita in maniera non riduttiva né ideologica”.

Marco Bellocchio, a cui è stata comunicata la vittoria, ha ringraziato l’Uaar per l’attribuzione del premio.

Comunicato stampa UAAR

29 commenti

Antonio72

La razionalità non è un valore in sè, lo è solo il modo in cui l’uomo razionalizza.
Il pluralismo non rappresenta alcun valore qualora si coltivino valori che non ammettono eccezioni, come quelli elencati nell’articolo.
La libertà d’espressione non è più un valore quando diviene incoerente o contrario ai valori di cui sopra.
Il principio di pari opportunità si deve fondare su una palese discriminazione di genere: che la donna, a parità di mansioni ed incarichi, abbia da offrire alla collettività più dell’uomo. Ne viene coerentemente la proposta di legge discriminatoria sulle quote rosa.
In Italia il 51,4% delle persone è di sesso femminile, ma la rappresentanza politica colorata di rosa è irrisoria. Se ne deve dedurre che alle donne non interessi affatto la politica e che le donne elettrici prediligano candidati maschi.
Le femministe che sbraitano sulle pari opportunità non rappresentano altro che una fetta irrisoria del mondo femminile.

gmd85

No, no, la razionalità segue regole precise. Qullo che dici tu è il solipsismo. Abbiamo tentato di spiegarlo al buon giuseppe.
La tua frase sul pluralismo è piuttosto priva di senso, ma magari vuoi spiegarmela.
Il principio di pari opportunità si deve basare sul concetto che uomo e donna abbiano da offrire entrambi alla collettività. Le microdifferenze nelle capacità di offrire sono piuttosto irrilevanti. La discriminazione di genere avviene quando questa parità non è riconosciut.
Vero, in politica le donne sono poche – e a livello nazionale/parlamentare non apportano granché – ma dubito che tu abbia tenuto conto delle realtà comunali, dove i dati possono essere del tutto differenti.
Le femministe sbraitano? Forse. Ma le altre sono acquiescenti, e scommetto che la cosa ti garba 😀

Stefano

@ Antonio

Quello che risulta veramente incredibile di voi cattolici è la nonchalance con cui fate certe affermazioni, non si sa se in malafede o senza comprendere quel che affermate: i “valori” che non ammettono eccezioni li avete voi!!

robby

tutto il pathos di questo trailer,si puo percepire,quando senti nel ultimo minuto..un politico,che dice :cè giunta notizia che eleuana e morta,e senti lo strepito ipocrita e quasi da film HORROR,del parlamento e dei suoi componenti che si stappano le vesti si par dire,a udire questa notizia,quando al 99%per cento di codesti ,andrebbe in svizzera di nascosto ,magari in mentite spoglie,per non “vivere”,la “vita”,che eluana a “vissuto”,per 17 anni,mi sembra,,il conto degli anni,scusate.

Antonio72

Stefano

Appunto, è ciò che dico! Se si ammettono dei valori fondati esclusivamente sulla razionalità, allora si deve accettare il pluralismo dei valori e quindi il relativismo etico, in quanto l’oggettività della scienza naturale non può avere alcun effetto diretto in campo etico.
Se viceversa si intende accettare solo alcuni valori e rigettarne altri, allora si ammettono valori, come dici, senza eccezioni. Le vie di mezzo sono illusorie.

gmd85

Per quanto riguarda le pari opportunità non è proprio così. Le femministe sono sicure che le donne abbiano una marcia in più rispetto agli uomini che possa contribuire al rilancio del paese, sia in campo economico che culturale, fino addirittura a determinare un innalzamento del pil (credo che lo abbiano anche calcolato). Se non fosse così sarebbe indifferente per il bene di tutti che il timone di comando passi solo agli uomini, o anche alle sole donne. E le neuroscienze in parte danno loro ragione. Tuttavia è innegabile che le donne che si interessino attivamente di politica siano poche, e forse anche questa è una peculiarità femminile, ovvero che alle donne la politica risulti, in linea generale, indifferente, se non proprio sgradevole.
D’altronde nessuno si scandalizza che alcuni mestieri siano ignorati praticamente dalle donne, ed altri dagli uomini, perchè dovrebbe essere diverso per la politica?
Inoltre, come già detto, a prescindere da come la si pensi, il provvedimento delle quote rosa è palesemente discriminatorio. Si ricade allora nell’evidente paradosso che per evitare una presunta discriminazione ne si legifera una certissima.

MASSIMO

@ Antonio72

A te non piace la razionalità solo perchè vuoi che la gente sia stupida e venga catechizzata in modo più facile.
Sei una persona odiosa che vorrebbe plagiare il popolo italiano perchè questo fa comodo ai tuoi capi che stanno in Vaticano.

gmd85

Sulla razionalità e sul pluralismo continui a fare discorsi vuoti e come al solito rigiri la frittata. I valori elencati nell’articolo si possono definire come espressione di razionalità. Cos’è? Forse, per te, la democrazia può andar bene a qualcuno, ma può non piacere a qualcun altro? La libertà di espressione si può concedere solo a qualcuno. Lo stesso dicasi per la libertà di scelta e per la libertà di coscienza. Sono valori che devono essere considerati validi per tutti e di certo un’impostazione del genere non danneggerebbe il pluralismo. Non farlo, significherebbe cadere in un forma organizzativa che davvero prevarica gruppi culturali a scapito di altri. perché tolleranza, rispetto reciproco e non assimilazione sono i principi del pluralismo. Ciò non vuol dire che non debbano esistere dei principi guida condivisibili e auspicabili da tutti.

Per quanto riguarda le femministe, sono la fascia più radicale, ovvio. Ma il fatto che le donne si disinteressino alla politica o a mestieri tipicamente maschili non è iscritto nel DNA, è un retaggio culturale intriso di misoginia, al quale le donne si sono assuefatte e dal quale solo ultimamente si stanno staccando.

fab

Antonio, l’unica cosa che può essere un valore in se stesso è il nulla eterno, dato che appunto dopo non c’è più niente. Qualunque altra cosa ha un dopo, pertanto è un valore condizionato a ciò che seguirà; in altri termini, è un mezzo di scopi successivi.

La razionalità, in quanto disposizione ad usare la ragione, cioè la condizione di base necessaria per l’uso di qualunque mezzo, è comunque un valore gigantesco.

Il pluralismo è un valore come la diversità biologica e la concorrenza, ma certamente non è assoluto, come la diversità biologica non si estende a bestie con cinque zampe di zinco.

Più o meno è lo stesso per la libertà di espressione.

Quella sulle pari opportunità non sta né in cielo né in terra.

Francesco non da Assisisi

In italia il 51,4% delle persone è donna, ma nella chiesa cattolica il 100% degli addetti ai lavori è maschio!

Gérard

L’ ultimo Festival di Cannes aveva anche in programma due films che avrebbero potuto ricevere questo premio e mi sono anche meravigliato di non averne avuto l’ eco su questo sito …
Non me ne ricordo piu i titoli ma uno è un film romeno al quale è stato attribuito un premio ….

Francesco S.

Questo Premio è rivolto ai film della mostra di arte cinematografica di Venezia. Penso sia compito della corrispettiva francese dell’UAAR assegnare un analogo premio per Cannes.

admin

E’ un premio collaterale della mostra di Venezia, non si applica ad altri concorsi.

Gérard

Lo so benissimo.. .
Volevo soltanto con ciò ricordare che sono stati presentati al Festival di Cannes due films interessantissimi che avrebbero potuto essere segnalati su questo sito . Tutto qua .

stefano marullo

Mi chiedo se quanti in questi giorni hanno attaccato il film poi lo abbiano visto o ragionano per partito preso. Un film sicuramente coraggioso nel solco di Bellocchio che ancora una volta (a fronte della latitanza dei partiti e dei loro astrusi programmi elettorali) contribuisce a far dibattere su temi delicatissimi come il fine-vita. Laddove la vita e la mera esistenza non sono esattamente la stessa cosa. Amare vuol dire pretendere dignità per l’amato non impossessarsene come un feticcio. Complimenti a Bellocchio. Un pensiero va a Beppino Englaro, uomo esemplare per coraggio e limpidezza

Gabriele (dottore)

Io ho visto il film proprio il giorno in cui è stato distribuito nelle sale: non sono così d’accordo con quello che l’UAAR ha espresso per il premio, tuttavia, resta un film valido per tutti. Io mi ricordo quando morì Eluana Englaro e Bellocchio ha ricostruito quello che noi italiani provavamo in quel momento… è un film con tante domande e poche risposte, però, dà da pensare, ciò che la Chiesa cattolica non vuole.

Francesco

Segretario: Ma perchè la Chiesa è contraria all’eutanasia nei casi di stato vegetativo con nessuna possibilità di recupero?
Papa: Perchè se no, dovrebbe praticarla su se stessa.

manimal

OT x giuseppe
magari hai ragione su quale sia la “verità”, però ti considero troppo intelligente per non capire che se non hai modo di conoscere l’altra campana, non puoi neanche trarre conclusioni.

ps la chioccia pare mi trovi in qualche senso da tenere sotto controllo… eppure ti garantisco che sono proprio ateo.

pps sulla domanda del come si concilia divisa e fede, non ho trovato convincente la tua risposta.
ma in fondo sono solo un ingnorante con limiti cognitivi evidenti anche a me stesso…
però non tanto limitato da non capire che devi ancora finire di fare i conti con te stesso. la regione prima o poi si fa breccia nel sipario di illusioni di cui amiamo circondarci.

ppps in bocca al lupo per tu sai cosa. da essere umano ad essere umano.

ciao, e salutami le tue familiari femmine! 😉

stefano

Eluana e Welby non avevano il diritto di morire, o meglio nel caso della Englaro di porre fine ad un’ esistenza senza vita e nel caso di Welby la volontà di mettere fine ad una vita fatta di dolori lancinanti e sofferenze inaudite, il cardinale Martini e GP II° invece si loro potevano e lo hanno fatto, perchè si sa quando la sofferenza ti tocca da vicino bisogna saper contestualizzare, vero massa di ipocriti bigotti baciapile?

JeSuis Stephanie

gruppetto di cattolici hanno chiesto l’esclusione del film e chiesto a Bellocchio di andare a Schio e fare un film sulla madonna che è comparsa per guarire …
http://www.youtube.com/watch?v=MKm-xi0MZug

😀
il film non ha vinto nulla, ma ha acceso un dibattito che vale mille Leoni.. soprattutto
perchè concomitante con la decisione del card. Martini di rifiutare la ”sofferenza” e di essere adormentato .
cito alla lettera della nipote del cardinale
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_settembre_4/cosi-voleva-essere-addormantato-2111678973083.shtml
«Lo sento, Tu vorresti che parlassimo
dell’agonia, della fatica di andare incontro
alla morte, dell’importanza della
buona morte…». «Avevi paura, non della
morte in sé, ma dell’atto del morire,
del trapasso e di tutto ciò che lo precede.
Ne avevamo parlato insieme a marzo
e io, che come avvocato mi occupo
anche della protezione dei soggetti
deboli, ti avevo invitato a esprimere
in modo chiaro ed esplicito
i tuoi desideri sulle cure che avresti
voluto ricevere. E così è stato.
Avevi paura, paura soprattutto di perdere
il controllo del tuo corpo, di morire
soffocato».
«Con la consapevolezza condivisa che
il momento si avvicinava, quando non
ce l’hai fatta più, hai chiesto di essere
addormentato. Così una dottoressa
con due occhi chiari e limpidi, una
esperta di cure che accompagnano alla
morte, ti ha sedato».

Priapus

E’ sempre stata la liea della CCAR, è per questo che sono stati inventati diritto canonico e foro
ecclesiastico Il chierico non può esser soggetto alle stesse regole del laico, deve sempre avere
un trattamento privilegiato. Chi ricorda l’epico scontro fra Serenissima, consigliata da Paolo Sar
pi e Vaticano sul processo a chierici veneziani imputati di omicidio, con scomuniche e interdetti?

Stefano Grassino

Il giornale “La Repubblica” ha elencato tutti i premi ma del nostro non ha fatto menzione. Forse Eugenio Scalfari si sta convertendo?
Qualcuno sa se altri quotidiani ne hanno dato notizia?

Mauro Ghislandi

Non è una novità, non mi pare che nelle edizioni precedenti fosse andata meglio.
Qualche notizia, almeno sui siti dei giornali, è peró uscita. La cosa forse un po’ strana è che ne hanno parlato “Il Tempo” e “Libero”, due giornali decisamente orientati a destra.

Paul Manoni

Quelli di sinistra, a sentir parlare di UAAR, si “urtano”… 😉

Paul Manoni

Premesso che trovo il Premio Brian assegnato quest’anno al film di Bellocchio, “La bella addormentata”, una scelta azzeccatissima, vorrei solo far notare come quest’anno alla Mostra del Ciname di Venezia, di film improntati sulle religioni in chiave critica o meno, ce ne erano davvero tanti.

“Fill the void” della devotissima regista Rama Burshtein, tratta di matrimoni combinati tra ebrei ortodossi.

“Paradise: Glaube”, parla invece del conflitto di una devotissima cattolica austriaca, che viaggia con i santini in mano a redimere i peccatori, con il marito mussulmano appena rientrato a casa.

“The reluctant fundamentalist”, e’ l’immancabile film sullo scontro tra cultura occidentale e cultura islamica, con espliciti riferimenti all’attentato dell’11 Settembre, che in qualche modo, cambia la vita del protagonista pakistano emigrato negli Stati Uniti.

Voglio ribadire che non critico la scelta del film di Bellocchio, ma solo dire che non era l’unico film degno di nota da parte di soci e simpatizzanti dell’UAAR e del Premio Brian. 😉

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