Anche Luigi Lusi, l’ex tesoriere della Margherita indagato per aver sottratto i fondi dei rimborsi elettorali, potrebbe aggiungersi alla lista di personaggi famosi che, nei guai con la giustizia, sono stati accolti fraternamente in conventi e monasteri. O supportati da religiosi che ne certificano la redenzione. Proprio la sua difesa ha chiesto al tribunale, riporta Il Messaggero, gli arresti domiciliari in convento, senza possibilità di comunicare con l’esterno.
Sempre tra i politici, già l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, aveva chiesto perdono al papa per le sue scappatelle con le trans cercando poi rifugio in un luogo spirituale. Più recentemente Michelle Martine, l’ex moglie del pedofilo assassino Marc Dutroux condannata a trent’anni per averlo aiutato, si è stabilita nel convento delle suore clarisse. Con l’ok della Corte di Cassazione belga. Anche Lele Mora si è redento, dopo ver detto che voleva farsi frate. E Pietro Maso, che nel 1991 uccise i genitori, è stato redento dal prete di Telepace, Mario Todeschini.
Una vera e propria moda spirituale, quella di rifarsi una verginità rivolgendosi a sacerdoti oppure ostentando la fede. Nessuno può ovviamente giudicare la genuinità di certe ‘conversioni’ maturate nell’intimo delle persone. Ma desta qualche dubbio il fatto che i tribunali attribuiscano alla religione un effetto necessariamente positivo nel recupero di certe persone. Concedendo, con un vulnus per la laicità dello stato e privilegiando la fede, prerogative a sacerdoti e strutture religiose. Senza che ci sia qualche prova tangibile sull’effettivo miglioramento della situazione, ma solo assecondando un condizionamento sociale già marcato. In tal modo la Chiesa può mostrare al mondo che tutte le ‘pecorelle’, anche le più nere, sono destinate tutte a tornare all’ovile.
Il carcere dovrebbe essere rieducativo. Mentre il convento è un ritiro religioso. Ma la nostra Repubblica ritiene una pena adeguata la vita in un monastero? Non c’è poi chiarezza sulle caratteristiche di questa ‘detenzione’, che pare benevolmente appaltata ai religiosi: ci si chiede se il convento sia sotto chiave, se c’è libertà di uscita, la possibilità di ricevere visite. O adeguata sorveglianza.
Risulta evidente che il soggiorno in convento diventi un privilegio per i credenti, con discriminazione nei confronti di detenuti non cattolici. Le condizioni di favore e l’attivismo dei cappellani possono anche diventare un incentivo al proselitismo religioso, con l’assenso dello Stato.
Ma non si può ritenere a priori che un’organizzazione religiosa dia garanzie giuridiche. Anzi, come comportamenti ben poco virtuosi si potrebbe citare il diffuso impegno delle gerarchie ecclesiastiche per insabbiare casi di pedofilia che hanno coinvolto sacerdoti. Senza contare la vicinanza imbarazzante tra certi preti e personaggi in odore di mafia.
La soluzione non è di certo stipare le carceri già piene, ma investire nel miglioramento delle condizioni di vita delle prigioni. Una via laica e civile, purtroppo destinata ad essere una eccezione, percorsa dal Governo Monti all’inizio del suo mandato. Delegare il recupero dei detenuti a strutture private marcatamente religiose fa invece pensare ancora una volta ad una sussidiarietà malata. In cui lo Stato abdica alle sue funzioni nella tutela dei diritti favorendo la religione.
La redazione
Tra furfanti ci si aiuta, una mano lava l’altra.
“Ma desta qualche dubbio il fatto che i tribunali attribuiscano alla religione un effetto necessariamente positivo nel recupero di certe persone.”
Ma è ovvio, si tratta di sussidiarietà! Visto che le patrie galere non sono certo in grado di ‘redimere’…
secondo me se uno ha diritto agli arresti domiciliari li può scontare dove vuole (casa o convento che sia) , sempre che in detti luoghi siano rispettate le condizioni previste dalla legge. poi sulla vera o presunta conversione è un fatto personale che nulla ha a che vedere con la pena da scontare…
PENITENZIAGITE!
PENITENZIAGITE!
PENITENZIAGITE!
brosio e la koll hanno aperto la strada
@ Kaworu. La certezza di ricevere lo spernacchiamento di rito non mi trattiene dal testimoniare quello che ho visto e sentito di persona:
1) Paolo Brosio. Sentito e visto a Milano esattamente un anno fa in ambiente non clericale ( pubblico misto ). E’ nello stato d’animo di un innamorato pazzo; ma pazzo nel senso migliore determine. Mai sentito un prete o un papa capace di trasportare in modo così travolgente. Anche se sta passando in “modo di dire”: “Se non stai attento finisci come Paolo Brosio”.
2) Claudia Koll. Come dalla scrittura, così anche dai toni di voce si possono riconoscere lo stato d’animo è il carattere.
Persona di una umanità, sensibilità, profondità estrema. Se l’wepressione “avere classe” potesse applicarsi anche all’anima si dovrebbe dire: la Koll ha classe. Questo non impedisce di considerare orripilanti le scene del film interpretato per Tinto Brass. Una perla gettatasi ai porci.
Ok Florenskij se ti incontro ti uccido, dopo di ché dichiaro di aver stracciato la tessera uaar perché ho visto padre pio in sogno, mi metto a recitare il rosario di continuo fino a che, al posto di una fetida cella con detenuti pericolosi, non mi mettono in un bellissimo convento do giovani monache. Ma per piacere………
Il sito della onlus della Koll potrebbe essere ancora più orripilante dei film di Brass, raramente graficamente orrendo.
Dell’abuso di droghe e alcol si conoscono gli effetti anche attraverso questi fenomeni di convertiti, sarà interessante quando in futuro verranno compresi i meccanismi del cambiamento neurologico.
“Pazzo” non ha un senso migliore del termine.
Beh, proprio orripilanti non direi…
Poi anch’io preferisco di gran lunga la Caprioglio in “Paprika” o la Mayarchuk in “Tra(sgre)dire”…
*Kaworu
Be ha citato due agnellini Brosio e Koll pensi Pietro Cavallero.
Pensa a Spatuzza, quello del ragazzino nell’acido, che si è fatto un permesso in convento, e sta studiando teologia.
E allora la possibilità di salvezza non vale anche per lui?
Salvezza da cosa consistente in che cosa?
Vita eterna e reinserimento nella società.
Non hai risposto alla prima parte della domanda.
Quanto alla seconda, escludo che la vita eterna dipenda in alcun modo dai riti cattolici e Spatuzza non va reinserito in nessuna società diversa dal carcere. Non è che chiunque possa essere reinserito a prescindere.
Niente da dire se gli trovassero un posticino in Vaticano e se lo tenessero loro. Il punto è che dopo l’operazione di “lavaggio” garantito dalla Chiesa, chissà dove ce lo ritroveremo. Come con Marrazzo, ha chiesto perdono al papa però lavora in Rai: perché non se lo sono preso a sat2000? Mica scemi, loro.
*Sandra
Mi spiega con quale giustificazione la RAI dovrebbe licenziare Marazzo?
Spatuzza è una persona cha io auspico possa essere riueducata.
Non pensavo al licenziamento, mi interrogavo piuttosto su due punti: un vero cambiamento implica qualcosa di più sostanziale di una letterina, invece rinuncia ai privilegi e riparte da zero, se vuole davvero dimostrare di essere un uomo diverso. A quel punto chi davvero crede in lui e nel suo pentimento, e chi meglio della Chiesa che lo ha assistito in questo travaglio interiore, a dargli fiducia offrendogli un nuovo futuro professionale?
Spatuzza deve restare in galera, come credente dovrebbe sapere di avere un eternità per coltivare la propria spiritualità, invece di farsi scortare nei conventi: o li paga il papa, i suoi trasferimenti?
@ Enrico.
Spatuzza dovrebbe MARCIRE in galera per quello che ha fatto, insieme a Provenzano e a tutti gli altri boss grondanti sangue innocente, caro te.
Ma vabbè, da chi premiò Renatino De’ Pedis con una sepoltura in basilica non ci si può attendere altro, cioè questo:
– ai normali sudditi divorziati pesci in faccia e zucchero avvelenato;
– agli omosessuali commiserazione pelosa e condanne ogni due per tre;
– ai preti pedofili protezione omertosa fino a ieri.
Invece, ai boss mafiosi stragisti comodi conventi e counselling gratis.
Cattolicesimo dei 100 pesi e 1000 misure.
il confessore assegna penitenze non posti di lavoro.
Spatuzza era ergastolano ostativo il suo collaborare affinchè delle azioni criminose vengano scoperte determina il suo passaggio al programma di protezione.
@Enrico,
Ma certo, ci auspichiamo tutti che Spatuzza, e gli altri suoi pari vengano rieducati e reinseriti nella società. Poi magari gli affidiamo la gestione di un asilo (cattolico, per essere più tranquilli). E sono sicuro che lei gli affiderà molto volentieri i suoi figli (o nipoti o quant’altro).
La funzione del carcere deve certamente essere quella di recupero, ma non è detto che questa debba essere una certezza per tutti e a pprescindere.
CI sono persone per cui la rieducazione non è nè possibile nè accettabile, per quanto la si possa teoricamente auspicare. Qui non si sta parlando di ladri di polli.
Spatuzza ha condizioni carcerarie migliori non perchè si è confessato col prete ma perchè collabora con la giustizia.
“La nostra Repubblica ritiene una pena adeguata la vita in un monastero? ”
Per me lo sarebbe eccome!
Quanto alla possibilità di evasione, esiste per tutti gli arresti domiciliari, il fatto di scegliere un convento come domicilio non cambia le cose. Non penso che il convento sia un’alternativa alla galera, è un’alternativa alla propria casa.
il punto è che a casa tua (o anche in quella di tua nonna o dell’amico all’altro capo d’italia) non permettono di starci, in convento invece sì
Ovviamente se è così non è giusto. Io avevo capito che si trattasse di arresti domiciliari, in cui il condannato sceglie il domicilio (e la scelta è libera, compatibilmente con la disponibilità di chi lo ospita).
Ma davvero un giudice può consentire di espiare una pena per la quale è prevista la detenzione in carcere in convento? Mi pare illecito e faccio veramente fatica a credere che succeda.
esempio di arresti domiciliari imposti da un giudice in una struttura religiosa:
http://www.uaar.it/news/2012/01/03/enna-preferisce-galera-centro-accoglienza-francescano/
Questo articolo è superficiale e confuso.
Mette insieme casi diversissimi: assimila gli arresti domiciliari in convento con la permanenza, sempre in convento, di persone non detenute. Come si possono mettere insieme due casi così diversi? E poi, se nel primo caso sono comprensibili le preoccupazioni dell’Uaar, nel secondo caso, perché entrare nel merito di scelte personali del tutto private? Uno non è libero di essere ateo o credente, e in questa seconda ipotesi, di andare a trascorrere un periodo in un convento se lo ritiene il posto adatto per “redimersi”? Perché non si fa la minima distinzione fra le scelte di queste persone (nel merito delle quali non si deve entrare) e i media che le enfatizzano (che è giusto criticare)?
Inoltre, come si può generalizzare il caso dei sacerdoti amici di uomini in odore di criminalità… perché non generalizzare il caso inverso dei sacerdoti che combattono la mafia? E poi, come si può ignorare il principio costituzionale, laicissimo, per il quale la responsabilità penale è personale, e dunque la responsabilità (esistente) di singoli membri della Chiesa non può essere estesa alla chiesa?
Sono stupito dalla superficialità e ricchezza di inesattezze di questo articolo.
Anche a me l’articolo non piace in alcune parti, in particolare dove dice:
“Non c’è poi chiarezza sulle caratteristiche di questa ‘detenzione’ […] ci si chiede se il convento sia sotto chiave, se c’è libertà di uscita, la possibilità di ricevere visite. O adeguata sorveglianza.”
Questa è una critica agli arresti domiciliari in generale, non specificamente a quelli in convento.
come detto in altre risposte, se l’unico arresto domiciliare ammesso è il convento, non siamo di fronte ad un normale arresto domiciliare, ma a una sorta di carcere (detenzione infatti è tra virgolette)
se il detenuto invece ottenesse il diritto agli arresti domiciliare e scegliesse, dopo, il convento come una tra tante possibilità, allora non ci sarebbe nessuna obiezione
E va bene lo chiami pure “arresto conventurale” oppure “anormale attesto domiciliare”.
Cosa cambia?
E da quando sono i detenuti a stabilire le modalità di custodia?
E’ probabile che il convento assicuri un livello di affidabilità migliore rispetto all’abitazione privata, e non solo in riferimento alla sola custodia, ma anche alla minore tentazione cui sarebbe esposto il detenuto in casa sua, di violare la custodia domiciliare e fare anche di peggio.
Non è che ci vuole un Einstein per capirlo.
Secondo quali rilevamenti e qualis tudi un convento sarebbe più affidabile di un’abitazione privata? E secondo quale logica la tentazione di violare la custodia diminuirebbe?
Ah, l’inquisito può comunicare un luogo di detenzione di sua scelta.
Al massimo, non ci vuole Einstein per capire che il convento è una scelta di comodo e piuttosto da paraculo.
La logica è che molto probabilmente in quel luogo, cioè la casa del detenuto, questi era solito a progettare i suoi loschi affari, a mantenere i suoi contatti criminali, a nascondere la refurtiva, ecc…
Le stesse quattro pareti trasudano dunque di intenti criminali.
L’inquisito può comunicare un luogo a sua scelta
quando evidentemente gli è consentito.
E per chi dovrebbe essere una scelta di comodo se non solo per il detenuto?
E’ certo infatti che si sta più comodi da qualsiasi altra parte piuttosto che in una delle carceri italiane.
qualcuno potrebbe essere trattenuto all’interno di un convento contro la sua volontà???
sarebbe sequestro di persona
e chi lo dice che invece non potrebbe esserci lo stesso via vai (o superiore) che c’è a casa della zia?
Roberto, si riferisce a me?
Allora anche il detenuto che sconta la pena in carcere subisce un sequestro di persona?
Per la sua ultima domanda la risposta è semplicemente una certa dose di buon senso che ogni tanto, anche da queste parti, non farebbe male.
la detenzione carceraria è regolata da leggi delle Repubblica
la detenzione in convento sarebbe illegale, sarebbe sequestro di persona
“buon senso” sarebbe pensare di rinchiudere una persona in convento perché tanto anche in carcere si rinchiudono le persone?
@Antonio72
Boiate, come da prassi. Se un criminale vuole continuare i suoi illeciti, non ha bisogno della sua casa per farlo. Tra l’altro, non stiamo parlando di camorristi, spacciatori e simili. Stiamo parlando di uno che ha fatto girare e sparire soldi a suo piacimento, senza nasconderli sotto al materasso. Le dinamiche non cambiano. E credi che i monacielli siano incorruttibili? Tzè. A meno che l’inquisito non sia nelle condizioni di incapacità di intendere e di volere (e in questo caso, l’arresto domiciliare presso strutture idonee è assegnato automaticamente dall’autorità giudiziaria), la richiesta di scelta è sempre concessa. La richiesta, in questo caso, è di comodo per il semplice motivo che il convento dovrebbe contribuire a risanare l’immagine dell’inquisito. Invano.
E la detenzione domiciliare, o crede che il reato di sequestro di persona non possa avvenire anche dentro le stesse mura domestiche?
Lo Stato di diritto prescrive in certi casi la limitazione della libertà personale, e ciò non è evidentemente configurabile come sequestro di persona.
Le modalità di detenzione sono decise dall’autorità giudiziaria nel rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo. Ora, secondo lei, questi diritti vengono assicurati nelle carceri italiane più che nei conventi?
Detenzione e arresto domiciliare sono due misure diverse. La prima è una pena, la seconda è una misura cautelativa. Lascia stare il sequestro di persona, come tu stesso hai detto, contraddicendoti, non si applica ai detenuti.
I problemi delle carceri italiane non sono l’oggetto in questione. Stiamo parlando di una scelta paracula presa da un uomo che vuole passare questo periodo come un povero pentito. Se sarà condannato definitivamente, il carcere non glielo toglie nessuno, a meno di non dimostrare che necessiti della detenzione domiciliare.
@John
“..noltre, come si può generalizzare il caso dei sacerdoti amici di uomini in odore di criminalità… perché non generalizzare il caso inverso dei sacerdoti che combattono la mafia?”
Semplicemente perche il numero dei sacerdoti “amici fraterni” di mafiosi,camorristi e gentiluomini simili di ogni risma, supera di diversi ordini di grandezza,senza alcun dubbio,
quello dei sacerdoti che vi si oppongono.
Cosa intende come “amico fraterno”?
la notizia è semplice: uscire dal carcere per andare in convento viene concesso, normali arresti domiciliari no
se diventa un altro tipo di carcerazione allora dovrebbe essere una reclusione (ma si augura che non lo sia, che ci sia libertà di uscita da quei luoghi)
se sono normali arresti domiciliari, perche’ non va bene anche casa propria, o casa di un parente, o altra abitazione?
perchè tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.
e quelli scelti da orwell sono assolutamente appropriati, come immagini
è l’esatto contrario: come si puo’ pensare che sacerdoti e conventi siano buoni, bravi e rieducativi a prescindere?
perchè è così che vengono spacciati ed è così che le leggi e la pratica giudiziaria li considera (cappellani nelle carcere ammessi a girare tra i detenuti, a differenza di altri cittadini, e carcerazione da scontare in convento unica via d’uscita dal carcere in troppi casi)
per questo sono messi gli esempi che mostrano che sacerdoti e conventi sono luoghi anche di criminalità e collusione con la criminalità, come lo possono essere bancari e banche o altre categorie
Mi capita di apprezzare i vostri ragionamenti, ma qui mi pare che stiate davvero deragliando…
“perchè è così che vengono spacciati ed è così che le leggi e la pratica giudiziaria li considera”…si parla come se tutti i conventi fossero luoghi di criminalità o chissà cosa… non mi pare che le cose stiano in questo modo: è vero che nella chiesa ci sono incredibili storture (come in altri ambienti “di regola buoni”: le banche, le università ecc. ecc.) ma da lì a diffondere l’idea che i conventi siano luoghi di malaffare, ce ne passa! Vi assicuro che i frati sono al 90% bravissime persone, buone ecc., e che i conventi sono luoghi più “sani” di molte altre realtà private, per cui si può tranquillamente considerare come “la regola” che siano luoghi adatti per una detenzione domiciliare. Si può avere tranquillamente una prospettiva laica che vede i conventi, al pari di altre realtà non-religiose, come luoghi adatti ad accogliere detenuti.
E infine “unica via d’uscita dal carcere in troppi casi”… quel “troppi” è un’esagerazione dal punto di vista quantitativo… sembra che tutti i conventi siano pieni di detenuti. Ci sono sì dei casi di carcerazione domiciliare in convento, ma non sono certo numericamente così rilevanti, da considerarli “troppi”. Anche qui: attenzione a non enfatizzare più del dovuto, perchè anche questo fa perdere poi di sostanza le denunce che, ricondotte alla giusta dimensione degli eventi, sono invece valide.
@Roberto
Hanno forse intercettato qualche monaco mentre concludeva una losca trattativa con la mafia, come il Quirinale?
E poi come saprà anche in convento ci sono le celle, spesso più anguste di quelle delle carceri, ma soprattutto sprovviste di porta di servizio, come nel caso di abitazione privata.
E poi, mi scusi, è noto che le abitazioni private in Italia sono già occupate dai latitanti, come quel tal boss della camorra latitante da decenni, ricercato non si sa dove e da chi, ma che un bel giorno si scoprì che non si era mai mosso da casa sua, a circa duecento metri dalla caserma dei carabinieri e a cinquecento dal municipio del suo comune di residenza. Come si chiamava….Iovine! E l’hanno preso letteralmente per la gola, perchè era golosissimo di un certo babà. Ahah..
Altra cosa (e poi smetto!). Vi ricordo che in caso di detenzione domiciliare in un istituto religioso, valgono le medesime regole di sorveglianza e controlli da parte dell’autorità giudiziaria che vi sono nel caso della detenzione a casa propria (e non si può dire che la detenzione domiciliare in casa non venga concessa, perché sappiamo che è ordinaria amministrazione per la Giustizia). Aggiungo che tali controlli sono effettivamente compiuti, e che la polizia giudiziaria non è più “lassista” verso gli istituti religiosi (questo lo dico per esperienza), e quindi non vedo dove stia il problema.
Ovviamente, poi, il caso della libera permanenza in convento di un libero cittadino è completamente diverso, e non mi avete ancora spiegato perché nell’articolo le due ipotesi sono equiparate.
John,
temo che tu stia incorrendo in un errore logico. Nessuno dice che i conventi siano “luoghi di malaffare”: si contesta invece il principio che siano definiti rieducativi.
Questo l’errore logico: immagina di essere il mio medico; mi prescrivi una certa medicina e io ti dico che, dopo averla provata, non mi ha fatto alcun effetto positivo e non noto miglioramenti. Faresti lo stesso errore, affermando che invece la medicina non è affatto velenosa o dannosa. Affermare che A non deve essere dogmaticamente definito positivo, non significa affatto affermare che A sia negativo.
La tua seconda obiezione invece non sembra appropriata per motivi differenti. Perchè diavolo i conventi, devono essere opzioni prioritarie rispetto ad altre? Perchè l’opzione confessionale, ancora una volta, deve avere la precedenza su quella civile laicista?
Proseguo la metafora esemplificativa precedente: se io so che la medicina B è un’alternativa alla A, alla quale io sono magari allergico o anche solo insofferente, perchè mai tu, come mio medico, mi prescrivi obbligatoriamente A? Solo perchè lo hai fatto con altri che volevano A per tornaconto personale?
Parigi val bene una messa…
@Antonio72
Inconcludente. Che i conventi abbiano le celle è irrilevante. Come ti ho già detto sopra, la scelta è di comodo, proprio per l’immagine che si ha del convento. Come se alloggiarvi lavasse una parte delle colpe. Ma fammi il piacere.
@John
Come sopra.
@ John
mi dispiace ma no vedo dove venga detto che i conventi siano luoghi di malaffare: viene detto semplicemente che non c’è alcun riscontro che siano luoghi migliori di altri, che sono di malaffare come gli altri, che imporli per arresti domiciliari è violazione dei diritti individuali e della laicità:
http://www.uaar.it/news/2012/01/03/enna-preferisce-galera-centro-accoglienza-francescano/
puoi rileggere e cortesemente argomentare dove viene detto che i conventi sono luoghi di malaffare più di altri luoghi? oppure dove viene detto che non dovrebbero essere considerati per arresti domiciliari?
grazie
Trovo l’articolo ottimo, sia sotto il profilo giuridico che sotto quello logico.
Giorgio Pozzo,
grazie per le considerazioni, comunque utili,
però qui anche voi cadete in un errore logico, che in fondo è il “peccato originale” dell’Uaar, cioé nel combattere le vostre battaglie non per avere maggiori diritti voi, ma per togliere diritti agli altri. Occorre invertire il discorso: dovreste portare dei casi in cui è stato vietato a detenuti di avere gli arresti domiciliari presso istituzioni laiche, atee o materialiste (per esempio minorenni a cui sia stata rifiutata la detenzione domiciliare in case-famiglia laiche). Se lo fate, se non dite “non vogliamo che X stia in convento” ma “vogliamo che a Y non sia negato di stare in una istituzione laica, come chiede”, sono pronto a combattere questa battaglia con voi.
John, nessuno vuole toelgiere diritti a nessuno. Il discorso non va invertito, per il semplice fatto che il problema non è l’impossibilità di scelta, ma la decisione di passare gli arresti in una struttura che trasmette una determinata immagine. Quello dei mnori che non possono sceglire è un caso limite. L’inquisito può comunicare un domicilio di sua preferenza, quidni, la possibilità di scelta non è negata. Lusi può pasare i domiciliari dove gli pare. Ciò che si critica nell’articolo – e non mis embrache sia tanto difficile da cogliere – è l’opportunsmo palese di una scelta come la sua. Il resto è fuffa.
gmd85, se l’unica cosa da cogliere nell’articolo è “l’opportunsmo palese di una scelta”, state facendo processi alle coscienze delle persone. Scusate, non devo aver letto bene lo statuto dell’Uaar, che evidentemente ha dunque come suo scopo l’esame delle coscienze altrui. Scusate davvero, non l’avevo capito. Buon lavoro.
Primo, non scrivo a nome dell’UAAR, scrivo a nome mio.
Secondo, chi è che fa l’esame delle coscienze altrui? Voi siete maestri in questo, abilissimi a sputare sentenze su tutto e tutti in abse alla vostra pseudomoralità.
Io ti ho risposto in base al tuo precedente e insensato commento e ti ho già detto che Lusi e i suoi compari possono passare gli arresti domiciliari dove meglio credono. Ma se sperano di riguadagnare in immagine andando a fare i pentiti e contriti in un convento, cascano male.
@ John
non per avere maggiori diritti voi, ma per togliere diritti agli altri
Toh, che strano, avrei detto che la frase vi dipinge esattamente….
@ John
l’Uaar vorrebbe una società laica, non comunitarista e sussidiarista
Nella scuola della Repubblica ci sono due ore la settimana di dottrina cattolica: mi rifiuto di combattere per avere due ore di dottrina atea
secondo il tuo ragionamento comunitarista, invece occorrerebbe fare questo
comunque ripeto per l’ennesima volta: un detenuto che ottiene gli arresti domiciliari dovrebbe poter scegliere se stare a casa della nonna o nel convento
il problema invece è che ci sono casi in cui viene imposta la struttura religiosa, altri in cui la scelta della struttura religiosa dà vantaggi per uscire dal carcere
@ Laverdure. Lei ha le statistiche, quelle scritte sull’annuario “Preti mafiosi e non mafiosi”?
Senza fare la gara a chi ce l’ha più lungo, il punto è che gli errori di alcuni non vengono cancellati dalle buone azioni di altri. Moralmente parlando.
Florenskij, Mosconi
“il punto è che gli errori di alcuni non vengono cancellati dalle buone azioni di altri”
Non solo, in questo caso errori e buone azioni non si possono neanche mettere sullo stesso piano, considerato che i preti si ritengono scelti dall’infallibile spirito santo (lo stesso che scelse Celestino V… che abdicò) che li pone indefessi a guida di noi (tutti, volenti o nolenti) pecorelle smarrite. E’ come dire che a fronte di un 1% di poliziotti corrotti ce n’è il 99% onesto… Quell’1% è anche troppo, quindi TUTTI i preti, supportati dalle gerarchie (che prima erano preti anche loro) dovrebbero essere contro la mafia. Se TUTTI i preti facessero come don Puglisi, dubito che la mafia esisterebbe ancora.
FSMosconi: “il punto è che gli errori di alcuni non vengono cancellati dalle buone azioni di altri”. E neanche il contrario. Ottimo, hai centrato il punto: non si generalizza il comportamento del singolo sull’intera istituzione!
@John
L’hai detto: istituzione. Leggi: gerarchia. Noti il fatto: i casi son stati scoperti senza collaborazione dei diretti interessati fin a che la cosa non era evidente persino ad uno sprovveduto. Aggiungi: le prese di distanza avvengono a fatto avvenuto. Deduci: almeno il superiore più diretto sapeva. Concludi: i colpevoli in casi riguardanti l’omertà (qua si parla di mafia, ma potrebbe benissimo essere pedofilia), almeno moralmente, son sempre almeno il doppio di quelli che fattualmente compiono il reato incriminato.
@ John.
Rileggiti tutta la storiaccia di Don Marco Dessì per avere la prova-provata della collusione delle più alte gerarchie (Ratzinger compreso) in quello scandalo vergognoso e infame.
Mettici anche l’entusiasta ‘imprimatur’ dato da Wojtyla alla letterina di congratulazioni del card. Hoyos al vescovo Pican per aver protetto dalla giustizia civile il prete pedofilo Bissey, e hai il quadretto di tutta la sporca congrega della sporca dottrina.
Proprio come una volta, i delinquenti nascosti nei conventi, la monaca di Monza, eccetera 😀
beh, senza andar tanto lontano. Avete amici o conoscenti che hanno imprese edili? Chiedete loro se lavorano mai alla ristrutturazione di conventi, soprattuto di suore. Vi risponderanno molto probabilmente di no. E sapete perchè spesso si rifiutano di farlo? Perchè non reggono la vista di quelle cellette di cantine piene di ossicini piccoli piccoli….
Morucci e la Faranda li ricordate? Si inginocchiarono davanti a G. Paolo II, dopo essersi pentiti ed ebbero un bello sconto di pena.
Bella mossa politica, la loro come quella del papa. Politica ed immorale da entrambe le parti.
Be c’è chi ha perdonato un ladrone omicida che stava muorendo.
Noi stiamo morendo di noia, a furia di leggere i tuoi errori di ortografia.
Per tacere delle favole prese come fatti.
@Enrico,
a parte che si tratta di una favola, come indicato da fab … non mi pare che quel ladrone però abbia avuto qualche sconto di pena.
e ocmunque, l’applicazione di una sentenza deve essere uguale per tutti, a prescindere che si sia atei o religiosi. Non può essere modificata da un eventuale perdono, nè delle vittime nè di qualche altra istituzione che nulla c’entra con lo stato italiano.
Comunque è stato consolato durante l’esecuzione della pena ed è già molto, poi dopo morto ha avuto altri sconti.
Ma quanto riesci a parlare di cose su cui non sai niente, Enrico. E dellla nipote preferita del Tricheco Camillo hai mica notizie?
certo che parlare di sconti “dopo morto” fa un po’ ridere ….
Cosìper curiosità me li puoi qualificare e quantificare ?
Scusate ma Pietro Marrazzo che reati ha compiuto?
Lo stesso di Clinton: ha mentito ai suoi elettori!
Questi avevano tutti il diritto di conoscere le sue scorribande notturne fin nei minimi dettagli, eccettuata ovviamente la moglie.
Non cercar polemica, nel testo si parla di scappatelle.
E da quando la scappatella è un reato?
Cara Sandra, se lo fosse veramente, si vedrebbero in giro ben pochi uomini.
Non è questione di cercar polemica, ma di rimettere le cose a posto. Nel testo si mettono sullo stesso piano reati e “scappatelle”, e si fonde il concetto di “arresti domiciliari in convento” con quello di “permanenza in convento da parte di una persona libera”. Non sono banalità.
Si potrebbe dire allora che al privato cittadino sta al reato come l’uomo politico sta al comportamento immorale. Un rappresentante dello Stato che si rende ricattabile è un potenziale e grave danno per la comunità che dovrebbe amministrare. E non sto parlando solo di auto di servizio usate per scarrozzarlo verso i suoi incontri, ma di una parte di apparato statale che si trova coinvolto e a interagire con ambienti malavitosi.
In questo senso considero il “non reato” del politico più grave del reato del cittadino: l’unico vero modo che un politico ha di farsi perdonare è sparire dalla scena pubblica.
Nei paesi civili funziona così.
Posso accettare la disanima sul caso Marazzo ma comunque perchè includere Marazzo in un articolo nel quale si parla di concessione di arresti domiciliari in convento?
@Sandra
Eppure molti grandi uomini di Stato e Presidenti, soprattutto americani, conducevano una vita abbastanza o molto immorale (proprio dal punto di vista sessuale – o pensava che Clinton fosse l’eccezione?) pur restando eccellenti politici o amministratori.
E viceversa, potrebbe accadere che un perfetto moralista si dimostri un politico inetto (per es. Di Pietro).
A me non interessa l’attività sessuale altrui, tanto meno dei politici. L’immoralità sta altrove. E Clinton non è certo stato un grande presidente.
Marrazzo aveva una relazione extraconiugale caratterizzata da contatti con la criminalità. Dopo l’inizio del ricatto da parte dei carabinieri, come pubblico ufficiale avrebbe dovuto prima di tutto denunciarli per tentata corruzione, e successivamente dimettersi. Invece ha accettato il ricatto, e da lì la faccenda è sfuggita di mano, anche per sua incapacità. Tra Di pietro e Marrazzo non saprei dire chi è più furbo, certo che Marrazzo ha dissipato ogni possibile dubbio.
E da quando un ricatto significa essere in contatto con la criminalità, e non invece subirla?
Se un uomo frequenta una prostituta, il cui protettore è un noto delinquente, ha forse qualche contatto con la criminalità?
E poi Sandra il tuo ragionamento non quadra.
Posso capire che da pubblico ufficiale avrebbe dovuto denunciare i ricattatori, ma non capisco perchè derivarne da questo le conseguenti dimissioni.
Se infatti lo avesse fatto, cioè denunciare quei carabinieri, avrebbe messo a repentaglio non solo la sua immagine pubblica ma anche la sua stessa vita privata!
E cosa si vorrebbe chiedere ancora ad un uomo, più di mostrare il petto nudo davanti al plotone di esecuzione.
Non ho affatto detto che Di Pietro è più furbo ma che è un pessimo politico.
http://it.wikipedia.org/wiki/Polizia_giudiziaria#Polizia_giudiziaria_e_Dipartimento_di_Prevenzione
Per fare chiarezza.
Quindi art 331 cpp Marazzo era nell’esercizio delle sue funzioni?
Comma
1. Salvo quanto stabilito dall’articolo 347, i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell’esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di reato perseguibile di ufficio, devono farne denuncia per iscritto, anche quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito.
Te lo immagini un pubblico ufficiale che dice: “Non ero in servizio, quindi non ho denunciato”? Ma fammi il piacere.
Quindi andare a travestiti è parte delle funzioni di un presidente di regione?
Ti riporto il commento di Sandra:
Marrazzo aveva una relazione extraconiugale caratterizzata da contatti con la criminalità. Dopo l’inizio del ricatto da parte dei carabinieri, come pubblico ufficiale avrebbe dovuto prima di tutto denunciarli per tentata corruzione, e successivamente dimettersi. Invece ha accettato il ricatto, e da lì la faccenda è sfuggita di mano, anche per sua incapacità. Tra Di pietro e Marrazzo non saprei dire chi è più furbo, certo che Marrazzo ha dissipato ogni possibile dubbio.
“Scusate ma Pietro Marrazzo che reati ha compiuto?
Omertà.
A parte gli scherzi e sebbene questa considerazione non c’entri nulla col post, la vicenda di Marrazzo lascia pensare a un giro organizzato di protezioni fornito da appartenenti alle forze dell’ordine a copertura dello sfruttamento di prostituzione e del traffico di droga. Le due trans uccise lo sono state perché hanno parlato o stavano per farlo. Esecuzione in perfetto stile mafioso.
E nessuno indaga. Gran bel paese il nostro.
Quindi lei ritiene che Pietro Marazzo abbia responsabilità penali nella vicenda?Io no.
@ lector ed enrico
ognuno con i propri soldi fa quello che vuole soprattutto tra persone maggiorenni e consenzienti anche se nel fare certe scelte uno si deve chiedere se le persone a cui si rivolge sono effettivamente libere o sono soggette a ricatti e/o addirittura in stato di schiavitu’ !!! tuttavia quello che non va assolutamente bene è andare a put… ne e/o trans con l’auto blu pagata dai contribuenti italiani !!!!!!
Enrico,
penso che avrebbe dovuto denunciare i carabinieri, invece di pagarli per farli tacere.
Come tutte le vittime di un estorsione.
Enrico,
i pubblici ufficiali (ossia “coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa” secondo il c.p.) hanno l’obbligo di denuncia.
Quindi per esempio un presidente di regione, in quanto individuo che esercita funzione amministrativa, è tenuto a presentare denuncia per iscritto, altrimenti viola il codice penale (omessa denuncia di reato).
Mi sembra abbastanza semplice, che cosa non hai ancora capito?
Legga art 331 cpp.
Enrico, come sopra.
Tu lo hai letto l’articolo?
Appunto nel ambito del loro sevizio non fuori.
E allora non sai leggere:
1. Salvo quanto stabilito dall’articolo 347, i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell’esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di reato perseguibile di ufficio, devono farne denuncia per iscritto, anche quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito.
Un pubblico ufficiale è tale finché la sua carica è attiva. La sua attività non si limita al tempo compreso fra l’orario di entrata e l’orario di uscita.
http://www.overlex.com/leggiarticolo.asp?id=1543
Paragrafo 5.
Cita la polizia giudiziaria non il pubblico ufficiale.
E lo vedi che non sai leggere?
Enrì, e dai, su…
Ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria ben diversi dai pubblici ufficiali.
Sono Ufficiali di Polizia Giudiziaria:
a) i dirigenti, i commissari, gli ispettori, i sovrintendenti e gli altri appartenenti alla polizia di Stato ai quali l’ordinamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza riconosce tale qualità;
b) gli ufficiali superiori e inferiori e i sottufficiali dei carabinieri, della guardia di finanza, della polizia penitenziaria e del corpo forestale dello Stato nonché gli altri appartenenti alle predette forze di polizia ai quali l’ordinamento delle rispettive amministrazioni riconosce tale qualità;
c) il sindaco dei comuni ove non abbia sede un ufficio della polizia di Stato ovvero un comando dell’arma dei carabinieri o della guardia di finanza.
Enrico, non se sei idoita, se lo fai apposta o se veramente hai seri problemi di lettura e di apprendimento. Il titolo del link che ti fo riportato l’ hai letto? Recita: Delitti contro l’amministrazione della giustizia: l’omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale
Gli organi di polizia, sono ufficiali pubblici, polizia giudiziaria compresa. La differenza sta nella modalità di comunicazione del reato riscontrato. E alla fine dell’articolo è ribadito.
Quell’ a causa delle sue funzioni, nell’art. 331 cpp vuol dire che se riscontra o riceve una denuncia di reato, è tenuto a comunicarlo all’autorità giudiziaria in virtù del ruolo che riveste, indipendentemente dal fatto che abbia timbrato l’orario di entrata e di uscita. Perché vuoi continuare ad arrampicarti sugli specchi?
Tra carcere e convento scelgo la prima opzione.
il fetore che emanano certi personaggi “redenti” è insopportabile – W il XX settembre !!!!
Se il VIP è musulmano, che si fa? Lo si manda in una scuola coranica in Afganistan?
OTTIMA OSSERVAZIONE !!!!!!!
Sarà stato un caso, ma Michele Greco veniva chiamato U papa.
BRAVOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!
@ ANCIA LIBERA
Osserviamo la nostra storia dal 1861 ad oggi: Cavour che usa la camorra per controllare Napoli. Mussolini ed i patti Lateranensi. 1945: da portella della Ginestra al 1992/93. Stragi di stato e patti con la mafia: Democrazia Cristiana, fascisti, C.C.A.R. , U.S.A camorra, n’drangheta, mafia e sacra corona unita.
Nel mezzo la morte di Aldo Moro decisa dalla nato e patto di Varsavia come intermediari coloro che passeggiano dentro le stanze vaticane………..
Se poi qualcuno è pronto a smentirmi, ben venga. Sempre pronto ad essere illuminato da chi ne sa più di me.
@GRASSINO
non sipuò che concordare in pieno con la tua analisi del resto le tua affermazioni sono fatti e sui fatti non si discute !!!!!!
E’ curioso constatare come i peggiori delinquenti cerchino immancabilmente rifugio nella religione.
Anche saddam e gheddafi, noti massacratori e persecutori degli islamici, nel momento del bisogno si sono improvvisamente convertiti in anime pie, tutti dediti a preghiere e buone azioni.
Tuttavia in uno stato di diritto laico queste penitenze andrebbero fatte nei penitenziari di stato, istituzioni cui è assegnata questa nobile funzione purificatrice.
non è vero che i peggiori delinquenti cerchino il rifugio nella religione…. i peggiori dei peggiori non lo fecero (Hitler e Stalin)…
mentre dei simpatici bricconcelli come pinochet o i vari gerarchi nazisti erano zuccherini
Ratline e Adolf Eichman (tanto per dirne uno) ti dicono qualcosa?
Perche’ Hitler non l’aveva mai abbandonata e Stalin se ne era creata una su misura in cui lui era dio.
hitler si è sempre definito di profonda fede cristiana alle folle, e così lo descrivevano i suoi gerarchi. al procedere della guerra, quando i venti hanno cominciato a cambiare, “sembra” che si sia progressivamente spostato verso il paganesimo (che sia stato che, vedendo che il cristianesimo non lo aiutava, abbia provato con altro?) arrivando a praticare veri e propri riti occolti con alcuni suoi gerarchi con la medesima passione (ma tutto questo è difficile da confermare).
una cosa però è certa: se la religione non ha salvato hitler, ha salvato gran parte dei suoi gerarchi, sotto forma di passaporti vaticani regalati dalla santa sede che hanno permesso a molti gerarchi di rifugiarsi così in argentina. si vede che le vie del signore sono infinite…..o che il vaticano aveva scheletri da nascondere….
“si vede che le vie del signore sono infinite…..”
già, la Ratline si chiamava anche la via dei monasteri.
Mussolini fu dichiarato in pompa magna “Uomo della Provvidenza”.
Prova-regina che la Provvidenza è una dea scema, guercia, muta e storpia. E puzza pure.
Ho sbagliato parola.
Avrei dovuto dire ‘chiese’.
Le religioni non c’entrano.
La sopraffazione e la violenza provengono dalle organizzazioni gerarchiche non dalle religioni che di per sè sono entità astratte.
ma sarà che tra i religiosi si celino i peggiori delinquenti e come si dice tra compari si intendono alla perfezione ??????
condivido pienamente le considerazioni della redazione
Io, della redazione, non condivido neanche le virgole.
padre Adolf, frate Benito, papa Mengel I, monsignor Silvio, arcivescovo Pacciani, Cardinal Reina…
John risponde:
venerdì 14 settembre 2012 alle 11:08
voi cadete in un errore logico, che in fondo è il “peccato originale” dell’Uaar, cioé nel combattere le vostre battaglie non per avere maggiori diritti voi, ma per togliere diritti agli altri.
—-
Questo significa che non dovrebbe esserci alcuna difficoltà, teoricamente, a proporre la sede UAAR per gli arresti domiciliari di qualche delinquente, no?
Sia chiaro che io sarei contrario (per motivi che potranno facilmente dedurre da soli i maestri di logica), ma tanto per capire la logica di chi imputa all’UAAR fantasiosi errori logici.
maxalber… certo che teoricamente non dovrebbe esserci nessuna difficoltà. Se la sede uaar ha posti letto, cucina, e tutto ciò che occorre per vivere, e rispetta gli eventuali requisiti previsti dalla legge (p. es. non so se si possa andare a vivere da soli), e se un detenuto sceglie di andare lì a scontare gli arresti domiciliari, anziché a casa sua, sarebbe grave se un giudice glielo vietasse.
Papa: Non capiren, perchè i pregiudicati vippen sono costretti ad andare al cinema?
Segretario: Via in convento, non “Via col vento” Sua Santita!