XX settembre 2012: le cartoline Uaar

20 settembre, Giornata degli Smemorati

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55 commenti

MASSIMO

Più che smemorati loro fanno finta di esserlo.
Per fortuna che ci sono siti come Wikipedia che raccontano in modo onesto tutta la realtà storica dei fatti. E internet esiste in tutte le case degli italiani.

Per informarsi basta un click del mouse e così uno si rende conto che quegli “smemorati” stanno prendendo per il culo gli italiani e allo stesso tempo stanno leccando il culo ai pretacci del Vaticano.

nonreligious

Sono pienamente d’accordo con te, Massimo. Secondo me, la cosidetta unità d’Italia non esiste e chissa se fosse mai esisitita.

Giu$eppe

Mi spiace contraddirti, ma purtroppo l’Italia è uno degli ultimi paesi nella graduatoria della diffusione della banda larga sul territorio.
Internet da noi è meno utilizzato e diffuso rispetto agli altri paesi “ricchi”.

Francesco non da Assisisi

A proposito dell’ultima fotografia. Non mi intendo di vestimenta clericali, chiedo l’ecclesiastico è l’ultimo a destra?

emmebi

le facce contente nella foto dimostrano come ci si “inciucia” postfascisti con postcomunisti, militari e politici ma su tutti chi troneggia e se la sghignazza? poveri noi!

bruno gualerzi

Lungi da me l’intenzione di dare un giudizio negativo sul XX settembre, che non avrebbe senso, fondamentalmente perchè ritengo che in quel frangente la cosa migliore era proprio abbattere lo stato pontificio.
Resta il fatto che – valutando col senno di poi – da questa vicenda chi ne ha tratto maggior profitto è stata la chiesa. Sia perchè è stato smantellato uno stato che ormai era in decomposizione, potendo così la chiesa dedicarsi in modo più libero alla ‘missione spirituale’ (leggi: manipolazione delle coscienze con più credibilità)… sia perchè – anche qui, e a maggior ragione, non è certo per responsabilità dell’ìItalia di allora – da quel momento il vaticano ha potuto strappare alla nuova nazione – per altro sempre più connivente – tutti i vantaggi possibili atteggiandosi a vittima di una intollerabile offesa.
Quindi, a mio parare, giusto richiamare alla memoria il XX settembre… ma facendo riferimento anche a queste conseguenze.

simon

Un po’ come per la legge del 1905 in Francia. Quando in occasione del centenario Sarko ne propose una revisione ad opporsi furono proprio le ‘vittime’ di quella legge, idest i vescovi. Grazie a quella legge i comuni sono divenuti i proprietari degli edifici di culto costruiti prima di quella data (lo Stato é divenuto proprietario delle cattedrali, ad esempio Notre Dame a Parigi o la Major a Marsiglia) e al proprietario spettano tutti gli oneri di manutenzione, oneri che gli antichi proprietari non sarebbero oggi in grado di sostenere. E così lo Stato più laico d’Europa é quello che più spende per gli edifici di culto. La Francia é il solo paese in Europa dove le chiese sono aperte tutti i giorni e l’entrata é sempre gratuita (si paga a Canterbury in Inghilterra e in Spagna, ove sovente sono chiuse e si paga anche per molte chiese ‘turistiche’ italiane (o si pagava, lo Stato italiano ha chiesto alla CEI di non far pagare più per l’entrata a talune chiese, ad es. il duomo di Pisa). La ‘laicité’ ha anche questi effetti inattesi, come scrive l’avveduto socio.

Priapus

Sei sicuro che non sarebbe in grado? La Chiesa è ricca anche in Francia, tempo fa
leggevo che a Parigi affitta appartamenti a politici e giornalisti nelle vie più elegan
ti a prezzi di favore. Ti ricorda qualcosa?

neuro

Se fossimo nel 1870 tutte quelle facce di ..lo dell’ultima foto avrebbero tifato per l’altra parte e non certo per l’Italia.

Francesco non da Assisisi

E qualche anno prima avrebbero tifato per gli schiavisti, come del resto fece effettivamente la chiesa cattolica.

giuseppe

Ci sarebbero tante altre date da ricordare, ben più importanti….Questa la festeggiate a modo vostro, contro l’opinione dei più.

bruno gualerzi

Fai male giuseppe, perchè – come ho scritto – chi ha tratto i maggiori vantaggi dal XX settembre è stato proprio il vaticano.
Certo è più conveniente continuare a fare le vittime…

FSMosconi

@giuseppe

Se con “dei più” intendi CL e Lega sono d’accordo.
Contrariamente hai una stranissima idea su chi siano questi più

pastore tedesco

Ognuno festeggia gli avvenimenti che vuole. I cattolici di feste ne hanno decine e decine ma, a parte il natale e la pasqua, che come per le prime alla Scala, bisogna esserci, a tutte le altre i più non ci sono e sono festeggiate a modo vostro con la sola presenza, di portatori di dentiere sonnecchianti. Io personalmente non la festeggio perchè non mi pare che sia stato un vantaggio per lo Stato italiano. Comunque mi sembra di capire che tu faccia parte della chiesa anche perchè vuol dire far parte della maggioranza (se è vero adesso e sarà vero in futuro).

Mirko

Oggi l’almanacco di Rai Storia lo ha bellamente ignorato preferendolo con un articolo sulle Stigmate di Padre Pio, vedete un pò voi dove siamo finiti! 🙁

Francesco

Fratelli d’Italia,
L’Italia s’è desta;
Della tiara del Papa
S’è cinta la testa.
Dov’è la laicità?
Le porga la chioma;
Ché schiava della Chiesa
Iddio la creò.

Stringiamci in processione,
siam pronti all’otto per mille.
Siam pronti all’otto per mille,
Il Vaticano chiamò.
Si!

Papa: Cosa ne pensi di mie modifichen all’inno nazionalen italianen, per ricordaren il XX Settembren?
Segretario: Penso che stavolta abbia esagerato.

MASSIMO

Laicità dello stato italiano.
Nata il 20 settembre 1870 grazie all’opera di Garibaldi e di Cavour
Morta 11 febbraio 1929 per mano di Benito Mussolini
Le sue ceneri disperse al vento da Bettino Craxi nel 1984

Per questo motivo la CCAR dovrebbe eleggere Craxi e Mussolini come i suoi due santi principali.

ancia libera

per oggi scrivolsolo e soltanto: W IL XX SETTEMBRE !!!!!!!!!

giuseppe

Lo sanno gli uuarini cosa successe a Porta Pia ? Si, le forze anticlericali invasero illegalmente uno stato sovrano.

fab

Ma pooovero stato sovrano. Da piangerci sopra come si fa con i poooveri embrioni.

Francesco non da Assisisi

E fecero benissimo!!! Lo sapevate che precedentemente all’unità d’italia, molti romagnoli appena potevano se ne scappavano in Toscana, dove esisteva una monarchia assoluta, ma che almeno non pretendeva di governare le coscienze. Il governo pontificio era condannato ed esecrato da tutti, quando cadde il solo Ecuador – fra tutti gli stati sovrani esistenti allora – levò la sua formale protesta. Neanche l’Austria-Ungheria si mosse per salvare il trono pontificio.

bruno gualerzi

@ Francesco ecc..
Ma è proprio ciò che riporti a dimostrare che il XX sett. – ovviamente al di là delle intenzioni degli autori della breccia di Porta pia che non potevano certo sapere cosa sarebbe successo dopo – alla fine fu un servizio reso alla chiesa!
Lo stato pontificio era decotto, e nessuno l’aveva in nota… tranne i fautori dell’unità costretti purtroppo ad averlo in casa. E così, uscita dalla porta (per altro già da tempo sgangherata), la chiesa rientrò dalla finestra. E non ne è più uscita.

giuseppe

« La nostra stella, o Signori, ve lo dichiaro apertamente, è di fare che la città eterna, sulla quale 25 secoli hanno accumulato ogni genere di gloria, diventi la splendida capitale del Regno italico. »
(Camillo Benso, conte di Cavour, discorso al Parlamento italiano 11 ottobre 1860[1])

Solo che il Camillo amava tanto Roma che non ci ando’ mai ! E, come tanti anticlericali, imploro’ il perdono da Dio prima di morire. Curioso anche il fatto che parlasse di 25 secoli di gloria, riconoscendo implicitamente che la chiesa aveva contribuito alla gloria di Roma.

bruno gualerzi

Da Wikipedia. Scambio di battute tra Cavour e il suo amico frate riportato da Mons. Rino Fisichella:
“Camillo, perché tu sia così allegro stamane bisogna che tu abbia concluso un buon affare”, gli dice col suo tono affettuosamente confidenziale, il valoroso funzionario. “Sì, il migliore affare della mia vita”, ribatte pronto Cavour. “Ho avuto la parola d’onore del mio curato, il padre Giacomo, che quando lo chiamerò al mio letto di morte verrà ad amministrarmi i sacramenti, senza esigere nulla che io non possa consentire con onore””.

Cavour più che anticlericale fu laico (“libera chiesa in libero stato”), e comunque era convinto cattolico, e da buon affarista si premurò di garantirsi l”aldilà’ ben prima di essere in punto di morte. E allegramente, senza troppi scrupoli di coscienza… in questo anticipando quello che sarebbe stato il futuro cattolico italiano.
Oltre naturalmente – porta pia o non porta pia, quando per altro era già morto da tempo – a rappresentare che tipo di rapporto avesse con la religione cattolica. Come del resto quiasi tutti i suoi successori. Poteva auspicare, lui come i suoi successori, un ridimensionamento del ruolo del papa in quanto autorità morale, guida spirituale anche della nuova nazione? E sappiamo ccome il papa seppe approfittarne…

giuseppe

Definire cattolico convinto Cavour mi sembra una grande forzatura. Bisognerebbe vedre in quale contesto furono dette quelle cose. E se Fisichella ne ha parlato bisognerebbe capire a che proposito ha fatto quella citazione e come si concludeva il discorso.

bruno gualerzi

Rispondo a giuseppe, che chiede come si conclude il discorso di Fisichella… ma non tanto per replicare a lui (che magari, come fa il suo compare Cesare b. sarà ovviamente ben felice di queste parole)… ma per ricordare agli amici atei come in realtà la chiesa sia ben contenta di come andarono le cose, trovandone la conferma addirittuta in un ‘segreto’ (evidentemente non tale per Mons. Fisichella) riguardanate il laico Cavour. Il Cavour della “libera chiesa in libero stato”, l’imbroglio – a dispetto del buon Camillo Benso le cui intenzioni erano ottime e che non poteva prevedere come sarebbero andate le cose – che ha permesso alla chiesa di essere in realtà “una libera chiesa in uno stato servo’. Ecco il testo:

“Sennonché padre Giacomo conservò con sé il suo segreto: il segreto che squarciava il futuro del secolo nuovo. Col suo atto (quello di amministrare i sacramenti a Cavour ndr.), il silenzioso frate di Santa Maria degli Angeli aveva impedito che la frattura fra coscienza cattolica e coscienza nazionale diventasse completa e insanabile, proprio in quel momento supremo del Risorgimento che fu segnato dalla morte di Cavour. Con quel suo gesto di cristiana carità, il “frate galantuomo”, di cui, solo, Cavour si fidava, aveva (aperto) le vie al superamento dell’opposizione cattolica e dell’intransigenza laicista, aveva anticipato il periodo di quella “conciliazione silenziosa”.

“Conciliazione silenziosa” che poi diventò con il Concordato molto rumorosa.

Cesare b

@ Giuseppe, che ha scritto “Lo sanno gli uuarini cosa successe a Porta Pia ? Si, le forze anticlericali invasero illegalmente uno stato sovrano.”
No, amico carissimo: la Nazione Italiana porto’ avanti la propria unificazione sotto un governo monarchico costituzionale con l’annessione PROVVIDENZIALE (Paolo VI) di quasi tutto cio’ che restava dell’ antico Stato Pontificio, ormai storicamente superato. Dico QUASI perche’ ne’ le truppe italiane, ne’ alcun funzionario dello Stato, misero mai piede nel Vaticano La pur minuscola forza armata che vi si trovava fu lasciata esistere. Il Capo di quello Stato “debellato e annesso” fu lasciato in pace nel suo palazzo. Le rappresentanze diplomatiche presso di lui furono rispettate. Poco dopo tutto cio’ venne sancito da una legge (Legge delle Guarentigie) che, in aggiunta, equiparava la persona del Papa a quella del Re, stanziava fior di soldi a favore della Santa Sede, e le concedeva un ufficio postale assolutamente indipendente (anche per i movimenti di denaro).
Il Trattato del ’29 si limito’ a ripristinare il nome di Stato per la citta’ del Vaticano, che, in realta’ non ne aveva mai perdute le caratteristiche.
Quanto al clero, con la “Legge sulle Guarentigie” gli fu assegnata la “congrua”. Gia’ era in vigore una legge che lo obbligava a “non omettere” gli atti del proprio ministero. Legge evidentemente fatta per evitare che alle famiglie dei “laicissimi” governanti dell’epoca fossero negati Sacramenti e Sacramentali quando li avessero richiesti.
In sintesi: che cavolo festeggiano gli uaarrini?
Saluti.

giuseppe

Anche io penso che quella svolta fu provvidenziale. Cio’ non toglie che il modo di procedere non fu corretto. Chiesa a parte, il risorgimento é tutto da ridefinire. Ma so che con l’accusa di revisionismo si tenta di mettere a tacere qualunque discussione in merito.

bruno gualerzi

giuseppe, impara da Cesare b e lascia perdere il ‘Risorgimento tutto da ridefinire’. Cosa vuoi di meglio?

RobertoV

Però, stranamente il papa e la chiesa cattolica rifiutarono per decenni quella legge delle guarentigie ritenendola inaccettabile (per esempio i Vescovi dovevano giurare fedeltà al re), mentre solo quando ci fu la piena dittatura fascista iniziarono le trattative che durarono diversi anni prima di ottenere il concordato (evidentemente c’era parecchio da discutere e coi fascisti era più facile, vedi anche Austria e Germania).

Sarei anche curioso di sapere quando mai un’invasione è legittima e corretta visto che Giuseppe ha definito illegittima l’invasione di Roma (tra la folla festante che aveva già cercato diverse volte di liberarsi del papa in passato).
Secondo la sua logica voi italiani avete invaso illegittimamente il lombardo-veneto e l’Alto Adige che gli austriaci continuano a definire Südtirol e non definiscono mai italiani i suoi abitanti: va indennizzata anche l’Austria allora?

Quando mai chi perde una guerra viene indennizzato? Anzi spesso è lui a dover rimborsare i vincitori delle spese di guerra.
Quando mai gli accordi diplomatici non decadono col tempo?
Quale legittimità aveva la chiesa di possedere tutte quelle ricchezze rubate ad un popolo tenuto in povertà? Dovremmo indennizzare allora tutti gli aristocratici per le ricchezze che hanno rubato nei secoli e che hanno perso? Secondo la sua logica dovremmo indennizzare anche i Savoia e gli Absburgo.

francesco

La cosa più divertente èche gli anticlericali erano convinti di aver arrecato un danno immenso alla chiesa, in realtà attraverso porta Pia la chiesa si è riaperta al mondo!

bruno gualerzi

@ fab
Invece per me, e non solo, ha perfettamnte ragione.
Purtroppo!

fab

Sono dell’opinione che l’influenza della chiesa sulla società, allora forte e da allora sempre più spostata verso il potere costituito, sarebbe stata in ogni caso quella che è stata.
Un episodio armato come Porta Pia mi sembra una ben piccola deviazione dal percorso, se la prospettiva d’indagine è nell’ordine dei secoli.

francesco

La cosa più divertente è che gli anticlericali erano convinti di aver arrecato un danno immenso alla chiesa, in realtà attraverso porta Pia la chiesa si è riaperta al mondo!

giuseppe

In questo sono d’accordo. Le vie della Provvidenza sono infinite.

Francesco non da Assisisi

Si sono infinite, … e portano diritto in banca.

fab

Non esistendo alcuna provvidenza, sarebbe più esatto scrivere che l’influenza sociale e le risorse della chiesa sono state spese per ottenere sempre e comunque lo stesso effetto, la dannosa reiterazione di se stessa.

bruno gualerzi

Scorrendo i pochi commenti letti finora c’è da rimanere abbastanza perplessi. C’è una presenza di cattolici i quali (il povero giuseppe a parte) non nascondono nemmeno più la soddisfazione per quanto successo il XX settembre. E addirittura sbeffeggiano gli anticlericali – in particolare gli uaarini – per questa volontà di ricordare una data che ormai nessuno (non ho visto nè sentito, sia pure limitatamente alla mia attenzione, non dico una commemorazione, ma nemmeno un semplice accenno alla data) prende in considerazione.
Domanda: ha ancora senso allora ricordare quasta data come una vittoria dell’anticlericalismo, anche se storicamente questo è stato? Spesso il ‘senno di poi’… non dico che cambia il significato di certi eventi (anche questo, ma qui non è il caso), ma obbliga a riconsiderarne le conseguenze. Qui, invece, a mio parare è il caso.
Quindi, ricordare sì il XX settembre, ma soprattutto per metterne in evidenza… non tanto che è stato tradito (questo lo sanno tutti)… ma soprattutto come sia stato strumentalizzato sapientemente dalla chiesa. Che sapeva benissimo quanto pur sempre cattolica fosse la gran parte della classe dirigente del nuovo stato. Con le dovute eccezioni, certo… ma, appunto, eccezioni. Non solo, ma giungendo a sfruttare l’ateo-devoto ante litteram (e ‘a sua in saputa’) Benito Mussolini, Il quale – accecato dalla megalomania tipica dei dittatori – credette di essere un grande statista in grado di asservire ai suoi disegni la chiesa.
Penso che questa sarebbe il modo migliore… una buona lezione per il presente… di ricordare il XX settembre.

Batrakos

L’unità di Italia non è stato un processo omogeneo di formazione di uno Stato moderno, ma la conquista dei Savoia e della borghesia a loro connessa del resto della Penisola a tutto danno delle popolazioni povere, soprattutto nel meridione, la cui rivolta fu ‘domata’ nel modo dell’occupazione militare detta Guerra al Brigantaggio che fu costellata di episodi allucinanti.
In tutto questo anche la presa di Porta Pia fu un atto militare di uno Stato ai danni di un altro quando ormai i fermenti di tipo repubblicano, che potevano dare uno slancio diverso anche alla lotta contro i privilegi della Chiesa, erano stati ‘debellati’ e recuperati nella fedeltà ai Savoia.
In tutto questo come pensare che davvero potesse crearsi un sentimento laico diffuso e popolare, tale da rendere la laicità una conquista civile reale? Come non rendersi conto che tutto questo fu un processo calato dall’alto che, come tutti i processi di questo tipo, sconta nella Storia i suoi limiti?
Per questo, e visto che quel che è oggi secondo me un’assoluta mancanza di concezione della laicità tra la gente (in molti italiani c’è il secolarismo e la disaffezione religiosa, ma non il concetto consapevole di laicità) trae conseguenze anche da questa conquista spacciata come fenomeno ‘nazionalpopolare’ faccio fatica a considerare il XX settembre come una data positiva (visti gli effetti a breve e lungo termine); d’altronde io personalmente faccio fatica a ragionare a compartimenti stagni, e davanti ai massacratori di Bronte, a quelli che diedero le onoreficenze a Bava Beccaris e spianarono la strada alla marcia su Roma, mi rende difficile trovare ammirazione restringendo la valutazione alla sola laicità come fosse qualcosa di separabile dal resto.

faber

Sottoscrivo dalla prima all’ultima riga. Userò volutamente un paragone forte: Il Risorgimento sta all’unità d’Italia, più o meno come l’occupazione della Polonia sta all’unità del Reich. Se le cose fossero andate diversamente (lo so, lo so, il se è la particella antistorica per eccellenza) probabilmente in Polonia ricorderebbero l’annessione come episodio dell’unità nazionale (tedesca). L’unità fu ottenuta (seppure in modo incompiuto) tramite un accurato processo di revisione storica (l’esaltazione degli eroi risorgimentali per esempio) portato avanti nelle scuole e l’induzione di un massiccio flusso migratorio nord-sud che, per così dire, rimescolò le carte. L’omologazione consumistica nel secondo dopo guerra fece il resto. I risultati ce li abbiamo sotto gli occhi: uno Stato fortemente individualista, con una coscienza nazionale (diversa dall’ottuso concetto di patriottismo) pari a 0 e una classe politica che funziona per feudi. Tutto questo senza considerare il ruolo che nazioni come l’Inghilterra e la Francia giocarono nel gestire la “questione” italiana tutta a loro vantaggio.

bruno gualerzi

@ Batrakos
Vedo che anche tu, sia pure per motivi in parte diversi, non trovi molto appropriato festeggiare il XX sett. come una ricorrenza particolarmente positiva.
La tua lettura del Risorgimento – quindi anche di Porta pia – ricalca, se ho capito bene (se mi sbaglio, dimmelo) la lezione marxista secondo la quale l’unità è stata conseguita senza che in alcun modo incidesse sulla condizione della stragrande maggioraza di una popolazione italiana… che non solo ha ‘subìto’ politicamente l’unificazione, ma non ne ha tratto alcun giovamento in termini di presa di coscienza della propria arretratezza socio-economico-culturale. Anzi, ne ha rallentato lo sviluppo. In questo quadro la fine dello stato pontificio… a parte tutte le altre considerazione che personalmente ribadisco ogni volta… non ha significato molto, se non per una parte della borghesia per altro nettamente minoritaria. E meno che meno per le popolazioni.
Lettura questa senz’altro appropriata, ma, dal mio punto di vista, piuttosto riduttiva. Perchè… pur ritenendo il materialismo storico un momento fondamentale nella storia del pensiero moderno, criticando e modificando di quest’ultimo i tanti caratteri di astrattezza che lo costituivano… ha a mio parere puntato troppo esclusivamente (anche se per i tempi, ‘esplosivamente’, non c’è alcun dubbio) sull’aspetto economico a dispetto in parte anche del pensiero di Marx, della sua filosofia. Non voglio qui, per carità, impiantere un dibattito filosofico, ma i problemi esistenziali sono stati – certamente perchè altre erano, e spesso ancora sono, le priorità – posti in secondo piano (il famoso teoria e prassi marxiano, il loro rapporto dialettico, si è sbilanciato troppo verso la prassi) lasciando così mano libera a chi (e così ritorniamo al tema) ha da sempre sfruttato questi problemi manipolandoli – adesso non voglio neanche dire se in buona o malafede – per risolverli alla luce della propria dottrina: cioè la chiesa.
Ciò ha orientato la mia valutazione del XX settembre (una vittoria – camuffata da sconfitta – della religione)… ma è ben presente ancora oggi a togliere efficacia, a mio parere, anche ad alcune iniziative, ad esempio, di UAAR.
Quante volte, anche in questo blog, si sono levate crtiche, più o meno sarcastiche, verso chiunque tratti di problemi esistenziali (alcuni dicendo anche esplicitamente che queste cose vanno lasciate ai preti), affermando che la chiesa va attaccata sul piano economico, perchè è lì che si regge tutto il suo potere. Anche, ci mancherebbe, ma attaccandola solo su questo piano… si può mettere in crisi la chiesa come istituzione (e ciò è assolutamente da perseguire)… ma non si mette in crisi la religione (e proprio per quanto riguarda i suoi aspetti di superstizione, cioè quelli più diffusi), ed è su questo che la chiesa (le chiese) conta per recuperare terreno. Come la storia insegna. E come insegna… dovrebbe nsegnare… proprio il XX settembre.
E’ indispensabile, decisivo, mettere almeno sullo stesso piano battaglia economica e battaglia culturale.

Batrakos

Bruno.
Al di là della validità o meno della lezione marxista, che spiega secondo me molto bene i nodi economici ma come ogni cosa non è perfetta ed onnicomprensiva, io tendo a sottolineare soprattutto che gli ideali risorgimentali, tanto propagandati poi (e strumentalizzati e stravolti nel periodo fascista) non ebbero diffusione ed adesione tra le masse, e soprattutto, per quel che ci riguarda, la laicità non fu un sentire comune e diffuso anche tra il popolo.
La rivoluzione francese ebbe molto più una partecipazione di massa e delle classi più basse (come poi finì e si involve ora è altro discorso, ma che ci fosse la differenza tra un sommovimento popolare e un’operazione dall’alto mi sembra evidente), mentre in Italia sostanzialmente fu una conquista, dovuta a ragioni economiche, politiche, di modernizzazione e quel che si vuole…ma pur sempre un’operazione elitaria e di tipo bellico-diplomatico (visto, appunto, l’assorbimento sabaudo del repubblicanesimo di cui Bixio è l’esempio più lampante, e penso che questo sia un nodo ineludibile, al di là della valutazione sulla validità dell’interpretazione marxista e gramsciana.
Nè voglio dire, dunque, che la conseguenza sia che l’opposizione debba essere puramente economica, ma semplicemente che, proprio perchè una battaglia culturale è necessaria, bisognerebbe un attimo stare attenti a ciò che si celebra, o perlomeno sottoporlo ad una valutazione critica rispetto alle fasi finali del Risorgimento, cioè alla sua trasformazione in semplice guerra di annessione, almeno per quel che è la mia concezione o valutazione; quel che ci tengo a dire è che quel che ho sostenuto non è per forza legato al marxismo, nel senso che la cosidetta Guerra al Brigantaggio o le condizioni legali economiche per l’impoverimento ulteriore dei contadini (dalla tassa sul macinato alla leva obbligatoria alla mancata redistribuzione delle terre) sono fatti molto pesanti, al di là della lettura, marxista o no che sia, che ne può venire data.

faber

Del resto, strumento di analisi marxista o meno, i dati oggettivi evidenziano un drastico peggioramento sia delle condizioni materiali che delle prospettive di sviluppo a breve, medio e lungo termine per le popolazioni dell’Italia centro-meridionale. Sul fatto che si sia trattata di una guerra di annessione sarebbe sufficiente considerare, come evidenzia Batrakos, la fine delle istanze repubblicane che molta simpatia trovavano in ampie fette della popolazione. Il Risorgimento ebbe il doppio ruolo storico di imporre la nascita dello Stato moderno borghese più “consono”, fatemi passare il termine, alla fase storica di fine ‘800, creare un’area di depressione, il meridione, da cui attingere manodopera a basso costo per spingere la rivoluzione industriale che stentava a decollare e, a livello internazionale, spingere ulteriormente per il definitivo capovolgimento dell’ordine costituito dal congresso di Vienna (che avvenne qualche decennio più tardi con la prima guerra mondiale).

bruno gualerzi

@ Batrakos
“(…) io tendo a sottolineare soprattutto che gli ideali risorgimentali, tanto propagandati poi (e strumentalizzati e stravolti nel periodo fascista) non ebbero diffusione ed adesione tra le masse, e soprattutto, per quel che ci riguarda, la laicità non fu un sentire comune e diffuso anche tra il popolo.”

Credo di averlo sottolineato, e a caratteri cubitali, anch’io. Ci tenevo a precisarlo.

In quanto al marxismo (era di moda, ai miei tempi, ahimè lontani, distinguere tra marxiano e marxista, riferendosi col primo termine al pensiero origianrio di Marx e col secondo alla sua adozione politica, spesso risoltasi in un’ideologia negativamente intesa), concordo ovviamnte…non dico sulla sua inattualità (anzi, la lungimiranza di certe sue intuizioni è sotto gli occhi di chiunque vuol vedere!), ma – come del resto è logico – sul superamento di certi suoi aspetti. Io ne ho messo in evidenza alcuni, tu altri.
L’importante credo, in questo frangente, prendere posizione di fronte al rischio che si risova in pura retorica la necessità di ricordare il XX settembre, e dimenticare cosa veramente è stato soprattutto nelle sue conseguenze.
Personalmente credo che meriti ugualmente di essere ricordato, ma per trarne una lezione che dovrebbe essere ben altro di una celebrazione.

Cesare b

Gia’ che siamo a ricordare gli eventi seguiti alla caduta di Napoleone III (Porta Pia – come e’ noto – fu uno di questi e di certo non il piu’ importante), ricordiamo anche l’uccisione dell’ Arcivescovo di Parigi Georges Darboy, perpetrata dai Comunardi il 24 maggio 1871.
Saluti.

bruno gualerzi

@ Cesare b
Lascia perdere questi accostamenti storici e accontentati di come sono andate le cose per la chiesa cattolica (o per il Vaticano, ancora meglio!).

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