Ora alternativa, domande e risposte utili a genitori, studenti e scuole

L’insegnamento della regione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado, impartito “in conformità alla dottrina della Chiesa” da insegnanti scelti dai vescovi e pagati dallo Stato, è forse la peggior stortura introdotta dal Concordato. Ma l’alternativa è possibile: e l’Uaar si impegna per renderla davvero accessibile.

Certo, sarebbe auspicabile l’abolizione immediata di questo come di altri privilegi accordati alla Chiesa cattolica. Nell’attesa però non si può rimanere con le mani in mano e occorre dare risposte ai genitori che vogliono per i propri figli una scuola laica e civile. Per questo motivo, da anni l’Uaar fornisce assistenza e si batte affinché nelle scuole sia possibile sottrarsi all’insegnamento dottrinale della religione cattolica, in particolare con l’attivazione dell’ora alternativa.

“Non si può, mancano i fondi”. “Niente da fare, ci sono state poche richieste”. “È previsto che siano smistati in altre classi a piccoli gruppi”. Troppo spesso le scuole danno questo tipo di risposte false, illegittime e irresponsabili al crescente numero di genitori che chiedono l’ora alternativa. Che sempre più spesso, per vedere riconosciuti i loro diritti, si rivolgono all’Uaar. L’associazione negli ultimi anni si è impegnata fornendo loro assistenza legale e informazioni (tramite gli sportelli soslaicita@uaar.it e info@oraalternativa.it). Avviando cause, anche di concerto con alcune confessioni di minoranza e associazioni che si battono per i diritti nella scuola. Scrivendo agli istituti, invitandoli a rispettare le regole. Raccogliendo le risorse utili nella pagina dedicata al ‘progetto ora alternativa‘. Come sentenze, disposizioni normative e modulistica, nonché materiale didattico e divulgativo.

Ma il problema dell’inadeguatezza dell’Irc, non molto distante dal catechismo (soprattutto nella ‘prassi’ che emerge dai racconti di chi ne subisce i soprusi), e della domanda in aumento per ottenere alternative è ormai esploso. Anche i tribunali, nel trattare certi casi, riconoscono sempre più il diritto a non avvalersi dell’ora di religione. Proprio in luglio, il Tar del Molise ha stabilito che si può modificare la scelta anche durante l’anno scolastico.

Persino l’attuale ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, si è lasciato scappare che l’Irc è anacronistico, auspicandone una revisione. Subito, le critiche da cattolici e vescovi l’hanno costretto a ridimensionare la portata delle sue affermazioni. E di eventuali modifiche, almeno in tempi brevi, non si sentirà parlare.

Anche con l’inizio di questo anno scolastico, moltissime persone si sono rivolte a noi per denunciare casi di veri e propri abusi. Un copione che purtroppo si ripete ancora. In tantissime scuole infatti sono gli stessi insegnanti e dirigenti a mettere i genitori di fronte ad una ‘scelta’ obbligata, quella di far frequentare l’ora di religione cattolica ai propri figli. Spesso, anche giocando con la modulistica a disposizione e dilatando i tempi. Alle volte sono le stesse direzioni scolastiche ad ignorare — o a far finta di ignorare — le disposizioni vigenti.

C’è chi accampa la mancanza di fondi, quando invece lo stesso Miur ha ribadito con una nota del marzo 2011 che l’ora alternativa va garantita ed è pagata dallo Stato. Chi senza ritegno prospetta lo smistamento in altre classi di chi non fa religione cattolica. Alcuni ne minimizzano la portata, ritenendola tutto sommato innocua: come se fosse normale indottrinare i bambini in una scuola pubblica. Qualcuno fa leva sulla possibile esclusione dell’alunno, colpevolizzando i genitori, quando sono invece proprio queste pressioni discriminatorie a favorire esclusione e divisione. Altri ancora si inventano che frequentare l’ora di religione cattolica alzerebbe la media.

Per rispondere a questi e altri quesiti, fornendo strumenti agili per orientarsi e per smascherare soprusi e falsità, l’Uaar ha pubblicato le FAQ (frequently asked questions) dell’ora alternativa. Un’altra risorsa che tutti possono consultare, nella speranza che possa essere utile ai cittadini, agli studenti e alle scuole e fornire ulteriori strumenti per far valere i propri diritti.

Roberto Grendene, responsabile campagne Uaar

168 commenti

MASSIMO

Io ho frequentato il liceo nel periodo 1977 – 1982.

Nei primi quattro anni, a fare religione c’era una suora laica. Questa signora non indottrinava ma organizzava una specie di talk-show sui fatti di attualità che dovevano essere giudicati secondo una forma “etica”.
Mi ricordo che alla maggior parte di noi non gliene fregava niente di questi discorsi. Così quelli dei primi banchi ripassavano le altre materie mentre negli ultimi banchi c’era chi si faceva uno spinello.

Il 5° anno venne da noi un prete, molto bigotto. E questo tizio mi prese subito in antipatia. Si vede che in me aveva fiutato il DNA dell’ateo (eh eh).

Ad ogni modo della mia classe al liceo tutti abbiamo ricevuto il solito indottrinamento, ma mi risulta che questo non ha influito minimamente sulle scelte religiose che poi noi abbiamo avuto nella vita.

Secondo me, oltre all’indottrinamento ricevuto, esiste anche una “predisposizione psicologica” che poi fa diventare uno cattolico oppure ateo.
In genere persone di spirito libero e che sono abituate a fare ragionamenti logici alla fine diventano atei.
Viceversa le persone più tradizionaliste e più conformiste è logico che alla fine diventino cattolici osservanti.

serlver

L’indottrinamente non è tanto rivolto al singolo quanto alla massa e alla forza coercitiva della pressione sociale esercitata da questa, ecco perché è importante far finire ogni forma di indottrinamento di massa, spece se pagato coi soldi pubblici, specie se molte volte non richiesto (chi vuole indottrinare i proprio figli li mandi a catechismo o a messa, sempre se sia corretta questa visione proprietaria dei figli).

LS

l’indottrinamento esplica la sua funzione più deleteria nelle scuole primarie e dell’infanzia, è lì che l’ora malefica produce il maggior danno; quando puoi parlare di punizioni, castighi, puoi incutere paure e promettere perdoni in cambio di penitenze e sottomissione, senza che nessuno possa contraddirti…. il pretame è astuto!

@ massimo
anche nella mia classe di liceo non si è mai fatta una sola ora di dottrina, ognuno faceva i cavoli suoi e il prete di turno, al più, organizzava un capannello di studenti con cui chiaccherava su fatti ed argomenti del periodo… nessuna favola mediorientale avrebbe mai attecchito.

Roberto Grendene

Io ho frequentato il liceo nel periodo 1977 – 1982.

i problemi ci sono soprattutto tra i 3 anni e i 10 anni, quando le ore di religione cattolica sono due la settimana (più o come scienze, storia, geografia, musica, ecc.)

e soprattutto quando i bambini non hanno ancora la capacità di reagire come possono averla invece dei sedicenni

Secondo me, oltre all’indottrinamento ricevuto, esiste anche una “predisposizione psicologica” che poi fa diventare uno cattolico oppure ateo.
In genere persone di spirito libero e che sono abituate a fare ragionamenti logici alla fine diventano atei.
Viceversa le persone più tradizionaliste e più conformiste è logico che alla fine diventino cattolici osservanti.

il punto è proprio quello che con l’IRC, dai 3 anni di età nelle scuole dell’infanzia, si crea “predisposizione psicologica” ad una dottrina religiosa e abitudine a fare ragionamenti di fede
e questo nella scuola pubblica, che dovrebbe educare allo spirito critico

MASSIMO

Mah… secondo me la “predisposizione psicologica” ad essere religiosi oppure no la si ha proprio nel DNA.
Ti faccio degli esempi pratici:
– delle ragazze che erano cattoliche all’inizio del liceo sono rimaste cattoliche ed hanno indottrinato i loto figli
– del gruppo di noi maschi ci siamo tutti allontanati dalla religione eccetto quelli che hanno sposato le ragazze cattoliche.

Roberto Grendene

@ MASSIMO

non c’è differenza nel DNA, abbiamo tutti la stessa predisposizione “per credere” ( http://www.uaar.it/ateismo/opere/202.html )

ma sono l’istruzione e l’educazione che si ricevono, in particolare nell’infanzia e nella preadolescenza, a determinare le scelte filosofiche da adulti

quindi il condizionamento religioso dai 3 ai 14 anni fa la differenza (lo farebbe anche un condizionamento ateo, se mai ci fosse, e non deve esserci)
a inizio liceo, i giochi sono praticamente fatti

MASSIMO

A dire il vero mi ricordo che era più bigotta la prof. di italiano che quella di religione.
Infatti era la prof. di italiano che ci parlava delle storie dell’inferno riprese dal quel grandissimo spappolatore di testicoli liceali che era Dante Alighieri.

ancia libera

@ massimo
talvolata può accadere che una cattollica praticante come mia moglie diventi atea ! i miracoli non li fanno mica solo quelli della CCAR !

faidate

Per favore, lasciamo il DNA per le serie poliziesche televisive.

alessandro pendesini

@Massimo
Ti posso garantire che il DNA non ha niente a che vedere con una qualsiasi “predisposizione psicologica” ed un qualsiasi comportamento e/o convinzione religiosa ! In altre parole non si nasce predisposti ad essere religiosi o atei. Sono le persone che interferiscono dalla nascita in poi, che costruiscono (in grand parte) la nostra personalità.

Francesco non da Assisi

O Massimo tu bestemmi! Dante spappolatore di testicoli, ma se ha trattato la chiesa e i suoi esponenti come altri non hanno mai osato.
Se vuoi bestemmiare prenditela con la sante gerarchia da dio fino all’ultimo scaccino, ma lascia stare il nostro poeta.

RobertoV

Qualche anno fa mi è ricapitato tra le mani il mio sussidiario delle elementari fatte a fine anni ’60. La 1° parte, cospicua, era dedicata proprio alla religione cattolica, ed era tipo catechismo. Mi ricordo lo stupore di quando conobbi per la 1° volta un bambino che non aveva fatto la comunione o lessi che esistevano nazioni che non conoscevano Gesù: per me la religione cattolica era una cosa naturale come la scuola che tutti facevano. Solo al liceo, ed un po’ meno alle medie, l’ora di religione diventava anche ora di discussioni, ma con un ben chiaro indirizzo. Da quel che leggo nei programmi attuali non è cambiato molto e solo in 5° elementare trattano le altre religioni (ed immagino con che equilibrio possano essere presentate le altre religioni da un cattolico allineato). So che nella classe di un mio figlio (entrambi fanno alternativa) l’insegnante di religione aveva obbligato a vedere un documentario pseudo-scientifico sulla sindone.
Recentemente c’era su Le Scienze un articolo che spiegava come i bambini già dall’età di 2 anni tendono ad uniformarsi alla maggioranza. Quindi se ti viene presentato sin da piccolo un certo modello come normale questo tenderà ad essere il tuo modello per la vita e ad interpretare il tutto con questo modello. Solo una minoranza di persone è “ribelle” e si discosta da questo modello. Non essendo possibile fare un tabula rasa di ciò che si è appreso e visto, si capisce perché le religioni continuano ad avere una diffusione a zone anche in un’epoca di apparente libertà di religione. E si riscontra che anche tra gli atei persistono schemi di ragionamento che dipendono dalla religione da cui si sono liberati. Ed è ovvio che perché questo venga mantenuto bisogna mantenere anche nella società le strutture che l’hanno favorito e l’ora di religione fa parte di questa normalità da presentare ai bambini e agli adulti. Ovviamente oggi le possibilità di informazione e confronto sono maggiori che in passato e i cambiamenti nella società, nonostante i tentativi dei tradizionalisti, sono più rapidi e consistenti, quindi diventa molto più difficile per le chiese conservare i fedeli, più facile per il momento conservare i loro privilegi per cercare di rallentare questo processo: una società plurale e veramente libera con più alternative li mette in crisi, riducendo drasticamente il numero di fedeli.

Francesco

Cosa ricorda l’ora di religione?

Studente: Vorrei usufruire dell’ora alternativa.
Preside: Avete sentito? Vuole tradire la famiglia!

Oty

L’educazione leligiosa spetta a me darla ai miei figli e senza obbligo o imporla!
Non permetto che il lavaggio del cervello lo lo facciano altri al fine di stare al loro servizzio per tutta la vita. Non sarò io a portare mio figlio appena nato al battesimo, ma sarà lui a decidere nell’età della raggione. Voglio che mio figlio sia lui a ragionare e fare le sue schelte sia esse giuste o sbagliate, e nessun’altro per lui. LEBBERTA’! LIBERTA’! LIBERTA’!

MASSIMO

Secondo un discorso interessante da pprofondire è anche quella che è la “predisposizione psicologica” alla relgiosità.
Ci sono molti motivi per cui si diventa religiosi e molti motivi per cui si diventa atei.

Faccio un esempio. Conosco due persone laureate in materie scientifiche che sono diventate religiosisime da adulte. Perchè?
– Il Tizio “A” , nonostante la laurea adesso fa l’uomo delle pulizie. Probabilmente il fatto di aver fallito nel mondo del lavoro lo porta ad un rifiuto della realtà e lo spinge a cercare un mondo di fantasia. In questo mondo di fantasia lui sa che pregando Dio un giorno lui sarà ricompensato ed avrà la sua rivincita sul mondo che lo ha trattato così male.
– Il Tizio “B” è diventato religioso perchè lui credeva (ridicolo!) che in questo modo sarebbe vissuto anche dopo la sua morte (AH AH AH).
Insomma uno dei motivi della religiosità è sicuramente quello di cercare un mondo immaginario in cui rifugiarsi.

Altri motivi si possono trovare nel fatto che, qui in italia, essendo religiosi si fa più carriera. Ma questo è un’altro discorso.

E veniamo ai motivi per cui essere atei. Semplice. Uno diventa ateo quando è portato alla cultura ed al ragionamento logico. Una persona colta che ama ragionare logicamente non può certo accettare di sottomettersi spontaneamntre ad una organizzazione fa tanti bei discorsi di amore e di pace ma che mandava al rogo quelli che non la pensavano secondo i propri dettami.

spapicchio

Infatti, il credere in (un) dio/Dio non vuole dire darsi a corpo morto alla CCAR.

L’ora di religione o quella di educazione civica, devono essere amministrate dalle principali chiese, non da una presunta unica chiesa romana cattolica per tutti.

Questo e` totalitarismo mascherato da democrazia.

faber

Nessuna chiesa (nè principale nè minoritaria) dovrebbe mai mettere piede in una scuola. Lo stesso vale per i partiti e altre organizzazioni di parte. La scuola deve essere laica ed indipendente da visioni preconcette del mondo. Lo scopo della scuola è l’educazione non l’indottrinamento. Tutto ciò a maggior ragione se queste chiese si pongono esattamente all’opposto rispetto a quello che una scuola dovrebbe fornire alle nuove generazioni: cultura, senso civico, capacità critiche.

spapicchio

@ faber

Sì, ammetto che probabilmente hai ragione, mi sono lasciato trasportare dalla mi a simpatia per le chiese evangeliche, da sempre estromesse dall’amministrazione della loro ora di religione nella scuola pubblica, solo perché la CCAR avrebbe meno soldi e si renderebbe la popolazione più consapevole dei fatti storici e della realtà oggettiva, leggendo anche la storia da un’ottica diversa da quella dello Stato del Vaticano e della CCAR – CEI.

spapicchio

L’ora di religione o quella di educazione civica, devono essere amministrate dalle principali chiese, istituzioni, ed associazioni (civiche, culturali, eccetera) non da una presunta unica chiesa romana cattolica per tutti.

spapicchio

@ faber

medesimo commento di sopra, ed aggiungo che sono stati i cristiani evangelici a lottare e favorire l’istituzione dellla Pubblica Istruzione in Italia, da sempre osteggiata dallal CCAR – Stato del Vaticano (vedasi le posizioni di Pio IX, il “non expedit”, eccetera) così come i moti patriottici della giovine Italia, il Risorgimento, e i paesi riformati e di cultura evangelica sostennero e combatterono gli eserciti cattolici nelle guerre d’indipendenza per l’unità d’Italia.

Che la cultura protestante evangelica e riformata europea sia stato il principale motore per la formazione degli stati nazionali moderni sostenendo la lotta per l’indipendenza attraverso il superamento dell’Ancien Régime aristocratico e cattolico clericale è un dato storico fondamentale e comunemente risaputo, che però talvolta anche all’Uaar si stenta a riconoscere.

spapicchio

La Pubblica Istruzione in Italia, è da sempre osteggiata dalla CCAR – Stato del Vaticano (…)

ancia libera

mio figlio quest’anno frequenta il primo liceo ed all’ora di religione – oltre metà classe se neva – 18 su 31 – come ho già scritto – per quanto riguarda mio figlio durante l’ora di religione va in bibblioteca a studiare e/o riapssare le varie materie, certo un’ora in più di matematica, fisica, storia, ecc. non guasterebbe ma in italia – pardon vaticalia – il vero presidente del consiglio è bagnasco e quindi o li cacciamo a cannonate o altrimenti…………!

bruno gualerzi

Già altre volte qui è stata vista con qualche perplessità – almeno in parte – questa scelta dell’UAAR di impegnarsi per gestire laicamente l’ora alternativa. L’argomento portato è il solito: si rischia in questo modo di riconoscere la legittimità dell’ora di religione, di accettarla come principio, di ‘razionalizzarla’ invece di abolirla. Personalmente ritengo che sarebbe più opportuno impegnarsi asieme alle altre forze laiche per mettere sempre più in evidenza l’assurdità di questa ora… e siccome l’ultima difesa della chiesa quando è alle strette consiste nel rivendicare il fatto che l’ora di religione è comunque prevista dal concordato ‘craxiano’, combatterla è anche l’occasione per mettere in discussione questo infame trattato.
Detto questo il problema veramente grave (nella scuola secondaria, come da varie testimonianze, l’ora di religione può costituire un boomerang per la chiesa stessa visto il suo ‘successo’) è certamente, per ovvie ragioni, quello rappresentato da quanto avviene nelle scuole dai 3 ai 10 anni. Ritengo che sia a questa fascia d’età che debba essere prestata la massima attenzione, dedicato il massimo impegno… e qui qualsiasi iniziativa è auspicabile pur di non lasciare le cose come stanno.

mistergrey2

@Bruno

Ahimè, il concordato può anche essere messo in discussione, ma la sua abolizione e fuori discussione, se mi si consente il gioco di parole.:-(

Qualunque maggioranza parlamentare governerà nei prossimi anni, anzi decenni, non toccherà i privilegi della Chiesa se non per aumentarli.

Possiamo agitarci e indignarci quanto vogliamo , ma scordiamoci che l’irc venga ridimensionato o tolta.

Il Pactum sceleris tra padroni e clero è dunque eterno ?

Nulla è eterno, ma sembra ovvio che la fine delle ingerenze vaticane necessita un regime politico molto diverso (non necessariamente migliore) da quello attuale.

Se ne faccino una ragione i laici destrorsi il cui chiodo fisso non sembra tanto la
protesta contro il clericalismo quanto la denuncia e la riprovazione delle malefatte dei “comunisti”. 🙂

O.F.M.

Ho letto con interesse le FAQ sull’ora di religione. Molto ben fatte e utili per avere tutta la normativa sottomano, anche se presentano il tutto in maniera troppo “facile”.
Mi capita di tanto in tanto di insegnare religione per alcuni periodi quando sono in Italia, e la situazione non è così facile e automatica come lascerebbero intendere le FAQ.

E’ vero che il Ministero prescrive alle scuole di dotarsi di docenti per l’ora alternativa, ma è anche vero che prima deve coprire le ore cosiddette “a disposizione” di quelli che già insegnano nell’istituto. Da qui la situazione paradossale che mi è capitata più volte: il docente di religione, avendo ore a disposizione perché non arriva alle 18 ore di cattedra, tiene i corsi di Alternativa.
Indipendentemente dai contenuti (non crediate che siamo tutti ottusi e mistificatori come ci dipingete qui… 🙂 ), è curioso come talvolta sia proprio il docente di Religione a gestire l’ora alternativa.
D’altra parte assumere docenti appositi solo per l’Alternativa non è possibile sia per la norma appena citata, sia perché le scuole sono alle prese con croniche mancanze di bilancio (e gli eventuali docenti chiamati dai presidi sarebbero a bilancio della scuola, non del Ministero). Non ci sono i soldi per i corsi di recupero frequentati da tutti, figuriamoci per le ore di alternativa!

Per quanto riguarda l’ora di IRC (Insegnamento della Religione Cattolica), posso dirvi che non solo ho sempre trovato un certo interesse da parte degli studenti, ma non di rado mi è capitato di avere allievi “non avvalentesi” che chiedono di potersi fermare per sentire e partecipare ad alcune lezioni. Certo ci sarà chi si annoia, ma il dibattito è sempre stato di buon livello.
Dopotutto, indipendentemente dalla presenza o assenza della Fede, penso che possa essere utile per un giovane capire le motivazioni di alcune scelte e confrontarsi con coetanei che credono (o non credono). Nessuno ha il diritto di imporre la propria visione (e nessuno dei docenti di Religione che conosco lo fa…), ma penso che capire perché una buona parte della società si comporta in un certo modo, in base a quali ragionamenti o credenze condanni l’aborto o l’eutanasia, possa essere comunque una fonte di conoscenza e di ricchezza culturale reciproca. Al limite anche come mi disse anni fa un brillantissimo studente rigorosamente ateo (e lo è ancora): “Prof. , io vengo alle ore di religione per conoscere il mio nemico”.
Pace e bene a tutti.

FSMosconi

“Nessuno ha il diritto di imporre la propria visione”

Ed è proprio per questo che obbligare anche gli studenti che non vogliono a frequentare quell’ora dovrebbe essere vietato.
Di fatto lo è: come? Fornendo l’ora alternativa.

Non è certo col rovesciamento dei dati di fatto che si risolvono le cose: se una data cose è un diritto (a maggior ragione se poggia sull’Articolo 3 della Costituzione) tale cosa deve essere garantita.

O.F.M.

Hai ragione e sottoscrivo ogni tua parola.
Ma il mio intervento era teso a sollevare un altro problema: come fare?

Alla fine la realtà dei fatti è ben diversa da come viene presentata qui:
– il 90% dei ragazzi che non si avvalgono dell’ora lo fa semplicemente per poter uscire un’ora prima o entrare un’ora dopo. A questi l’ora di Alternativa non interessa e non sono disposti a fare battaglia per vedere riconosciuto il loro “diritto”.
– per i rimanenti, se si attiva l’Alternativa, spesso finisce che viene affidata proprio ad un insegnante di religione, uno dei pochi che ha ancora ore a disposizione.
– se si volesse prendere un insegnante esterno, non ci sono fondi. Con cosa lo si paga, quando mancano i fondi per la carta igienica o per i fogli di carta?

Oggi vale più la legge dell’economia rispetto alla legge dei diritti e della Costituzione. Nessun preside vorrà mai trovarsi gli ispettori o rischiare problemi per spese fuori bilancio per gli insegnanti di Alternativa.
Sarà ingiusto, spiacerà… ma purtroppo è così.
Questo era il senso della mia osservazione iniziale.

FSMosconi

@O.F.M.

” il 90% dei ragazzi che non si avvalgono dell’ora lo fa semplicemente per poter uscire un’ora prima o entrare un’ora dopo.”

Gongo: la situazione non si creerebbe se ci fosse un’ora alternativa.
Se esci un’ora prima o entri un’ora dopo è palese che non ci sia.

“per i rimanenti, se si attiva l’Alternativa, spesso finisce che viene affidata proprio ad un insegnante di religione, uno dei pochi che ha ancora ore a disposizione.”

E questo non è affatto un modo di attuarla: se è l’ora alternativa a religione mandare avanti proprio un insegnate di religione è praticamente far rientrare il problema dalla finestra. Sempre che ti non consideri una falsa scelta una scelta effettiva.

“se si volesse prendere un insegnante esterno, non ci sono fondi.”

Il sito del MIUR dice il contrario.

Ciò detto hai una strana casistica, troppo orientata. Spero sia solo per ignoranza e non volontaria. Nel qual caso immagino che tu non abbia centrato il problema vertente sull’applicazione. E non è che frasi come

“Oggi vale più la legge dell’economia rispetto alla legge dei diritti e della Costituzione. “

Giochino a tuo favore.
Insomma: confermi che sottoscrivi ciò che ho scritto o dici una cosa e ne fai passare un’altra al suo posto?
Credimi, non voglio essere polemico. Ma non mi lasci altre scelte.

O.F.M.

Figurati, la polemica, se civile, può essere utile.

Confermo e sottoscrivo quanto ho scritto sopra, visto che le tue argomentazioni mi sembrano razionali ma completamente avulse dalla realtà della scuola. Non dico che non si possa lottare per cambiare la situazione (come UAAR, esistete anche per questo), ma intendo che oggi come oggi quello che tu dici è irrealizzabile con le risorse che ci sono.

Il sito del MIUR può dire quello che vuole, probabilmente per pararsi le spalle da eventuali ricorsi. Ma chiedi a qualche preside quanti fondi ha e se riesce a pagare tutte le necessità della scuola!
Sono d’accordo con te che non è razionale che io, prof. di Religione, faccia un’ora per chi non vuole la Religione. Ma il mio intervento voleva proprio denunciare una situazione simile, al limite della schizofrenia scolastica.

Dici poi che per legge i ragazzi possono scegliere tra un’ora di Alternativa, studio personale o andarsene se l’IRC è alla prima o all’ultima ora. Ti assicuro che anche nelle scuole in cui hanno attivato corsi di Alternativa come dici tu, questi vanno pressoché deserti perché gli studenti preferiscono starsene a casa o fare uno “studio personale” che spesso si traduce in un’ora di dolce far nulla.

Dopotutto, parliamoci chiaro: qui voi atei rischiate purtroppo di cadere nella stessa “illusione” di cui accusate noi cattolici, cioè di sovrastimare il nostro numero. Alla stragrande maggioranza degli studenti e delle famiglie, non importa nulla se c’è religione o alternativa, non sono disposti nemmeno a fare la fatica di scrivere un foglio o protestare. L’ora di Alternativa non c’è perché… non interessa quasi a nessuno. E te lo dico non polemicamente, ma come un dato di fatto che ho potuto constatare sul campo.
Tu vuoi dirmi che bisogna lottare ugualmente per ottenerla? Io rispetto quello che dici e posso condividere il tuo intento. Ma allo stesso tempo ti ripeto che il mio intento era quello di dirti che in pratica l’ora di Alternativa interessa agli Italiani ancora meno di quella di Religione. E se non interessa a loro, difficilmente lo Stato vi investirà risorse.

FSMosconi

@O.F.M.

Con tutta la buona pace:
Ma se non si trovano soldi per la scuola… li si trovano comunque.
Facendo pagare l’ICI alla Chiesa per esempio, o inasprendo la caccia all’evasione.
Dire che non si può far nulla e nel contempo aggiungere la classica casistica che lascia il tempo che trova (“vox populi”, che proviene proprio dalla parte meno obiettiva nel caso: fossi in te andrei a chiedere quanti tribunali hanno ricevuto denuncia o TAR che sono intervenuti sulla vicenda; “gente che non fa nulla” anche quando dovrebbe essere ora di lezione, non a caso si parla di insegnanti…) fa dubitare della sincerità del tuo punto di vista. E magari non è nemmeno colpa tua.

Oh, e per inciso: il Diritto, qualora acquisito prescinde dal numero di diretti interessati. Non è che se ci son pochi poveri cristi nelle carceri tutto a un tratto si è autorizzati a dare carta bianca alla polizia giudiziaria. E su!

RobertoV

La casistica è troppo orientata. Non è possibile statisticamente che il 90% dei ragazzi abbia la possibilità di uscire un’ora prima o entrare un’ora dopo, è solo un’affermazione gratuita: non è possibile piazzare così tante ore di religione all’inizio o alla fine della giornata.
Ho avuto 5 insegnanti di religione, di cui tre preti (i peggiori), solo uno, un laico, faceva quello che sostiene lei, cioè era aperto alle discussioni. Gli altri facevano prevalentemente propaganda e presentazione distorta della realtà e delle problematiche, creazione di paure. Alle elementari nessuna discussione, solo catechismo.
La maggior parte dei ragazzi vorrebbe evitarla l’ora di religione, altro che interesse per quell’ora. A Milano alle superiori ormai più del 50% non la fa più. Visto che i miei figli fanno alternativa, ho diversi esempi di ragazzi che farebbero volentieri alternativa, che se fatta si dimostra più interessante. Il problema è il boicottaggio dell’ora alternativa: nella scuola media di mio figlio a Milano fino a 3 anni fa dicevano che non avevano soldi, poi li hanno trovati.
Ci sono anche insegnanti in eccesso che possono fare l’ora alternativa senza aggravio di costi.
Se valesse la legge dell’economia, l’inutile ora di religione verrebbe soppressa.

Sandra

E poi la legge dell’economia non va vista solo come i conti del pizzicagnolo, che se non ci sono soldi non si fa alternativa (a parte che appunto per risparmiare basterebbe eliminare le ore inutili), l’educazione è un investimento per la società, spendere male in IRC e “risparmiare” in alternativa non è economicamente pagante, a lungo termine.

A Berlino gli studenti delle ore di alternativa proposte dall’associazione umanista sono passati dai 29mila del 2000 ai 51mila del 2012, formare un pensiero critico è fondamentale se vogliamo stare al passo con gli altri paesi.
http://www.lebenskunde.de/lebenskunde-berliner-schulen

Roberto Grendene

grazie per l’apprezzamento per le nostre FAQ

forse non le hai lette bene, però 🙂
infatto diciamo chiaramente che il dirigente è obbligato a nominare un supplente annuale per l’ora alternativa « in mancanza di insegnanti con ore eccedenti o disponibili per ore aggiuntive». È la faq “”MANCANO I FONDI” E L’ORA ALTERNATIVA NON SI PUÒ ATTIVARE. È VERO? COSA POSSO FARE?”

E’ invece falso dire che “gli eventuali docenti chiamati dai presidi sarebbero a bilancio della scuola, non del Ministero”
I fondi con cui vengono pagati i supplenti nominati per l’ora alternativa sono dello Stato, non gravano sulla scuola. Puoi leggere la nota congiunta MIUR-MEF del marzo 2011, oppure anche questa dell’USR Veneto:
http://comitatoscuolapubblica.files.wordpress.com/2012/09/circolare_altern_201213.pdf
Purtroppo molti dirigenti e molti insegnanti mettono in giro queste voci, per colpevolizzare i genitori che chiedono l’ora alternativa

O.F.M.

Ahimè mi spiace ma non è proprio così come sembra dalla documentazione.

Il documento dice: “i Dirigenti scolastici potranno stipulare contratti a tempo determinato con supplenti già in servizio per spezzoni orario o contratti a tempo determinato ex novo con aspiranti alle supplenze inclusi nelle graduatorie d’istituto”.

Sai cosa vuol dire? Che quei docenti li deve pagare la scuola con il fondo di istituto. Naturalmente il fondo di istituto riceve fondi dal Ministero, ma con quelli deve pagare TUTTO, comprese supplenze estemporanee, carta igienica, fogli di carta, etc… Ecco che quindi i presidi, assegnate le ore a chi le ha disponibili (spesso quelli di Religione, ti assicuro), cercheranno di posizionare l’IRC alla prima o all’ultima ora così da fare uscire quelli che non vogliono frequentarla.

Purtroppo è la solita cosa all’italiana: un conto la legge, un conto la realtà.

Roberto Grendene

quella degli insegnanti di RC che fanno ora alternativa l’avevo sentita, ma come paradosso e caso limite, mai avute segnalazioni dirette

come genitore, rappresentante di classe, componente di consiglio di istituto, mai ho visto assegnare l’ora alternativa a insegnanti di religione (sto parlando degli studenti nella fascia da 3 a 14 anni)

ho visto invece assumere supplenti annuali pagati con i fondi dello stato, che a te sembra sia impossibile

O.F.M.

Caro Roberto,
se non erro tu sei di Bologna, città “all’avanguardia” su certe tematiche e sensibilità.
Io parlo del resto dell’Italia e mi riferisco soprattutto ai licei, dove ho insegnato.
E ne parlo come dato di fatto (io ho tenuto ad esempio due corsi di Alternativa), non come polemica.

Roberto Grendene

ho capito che non fai polemica
penso pero’ che il fenomeno che descrivi sia abbastanza raro, tra le tante segnalazioni che riceviamo, questa non ci è mai capitata

Fabio Milito Pagliara

Il docente d’IRC tiene il corso di alternativa a prescindere dai contenuti? E’ vero che bisogna prima colmare le ore ma l’insegnante chiamato deve anche essere coerente con l’insegnamento alternativo organizzato dalla scuola e questa è una responsabilità del dirigente e del collegio docenti che devono individuare la ratio di scelta del docente di alternativa.

bruno gualerzi

@ Roberto Grendene
Scrive O.F.M, assieme ad altre cose: “Al limite anche come mi disse anni fa un brillantissimo studente rigorosamente ateo (e lo è ancora): “Prof. , io vengo alle ore di religione per conoscere il mio nemico”.
Pace e bene a tutti.”

Ecco un bell’esempio di come può essere ‘razionalizzata’ l’ora di religione. Ci si rimette alla casistica e così, un esempio come questo dopo l’altro, ed ecco che l’ora di religione dopo tutto… può diventare anch’essa un’ora alternativa!

O.F.M.

Non me ne volere, ma anche quelli, dopotutto, sono alcuni “aneddoti di singoli” cui si potrebbero opporre tanti “fatti ben diversi” che vanno in direzione opposta. 🙂

Alla fine comunque la sostanza non cambia: del 10% che non frequenta l’ora di Religione (contro il 90% che la frequenta) meno della metà frequentano l’Alternativa.

Tra il disinteresse e le pastoie burocratiche, l’Alternativa stenta a decollare.

E per certi versi mi dispiace.

RobertoV

Come volevasi dimostrare.
O.F.M è passato dal 90% che non fa l’ora di religione per uscire prima, al 50% adesso. Statistiche variabili. Quale sarà il valore la prossima volta?
L’alternativa stenta a decollare perchè è stata e viene boicottata. Fino a tre anni fa nella scuola media di mio figlio, a Milano, non veniva offerta adducendo problemi economici, oggi la fa. Ci sono volute alcune sentenze di tribunali in Italia qualche anno fa perchè qualcosa si muovesse. Nella classe di mio figlio quest’anno siamo saliti al 20% di gente che fa alternativa.
L’altro mio figlio alle elementari ha percentuali del 20% nella sua classe, ma vi è una classe con il 50%. Le classi vengono accorpate così basta un solo insegnante di alternativa.
Alle superiori a Milano siamo attorno al 50% che non fa l’ora di eligione.

Roberto Grendene

1) anche lo studio assistito e l’uscita dalla scuola sono scelte legittime e non certo da colpevolizzare

2) le statistiche sulla non frequenza all’ora di religione cattolica le forniscono, incredibilmente, solo Curie e affini

3) la crescita della non frequenza all’ora di religione cattolica è costante, e se fossero superate le difficoltà e fossero date valide alternative didattiche, vedresti i risultati

RobertoV

La casistica cattolica è fatta sui casi singoli e sulle affermazioni celebri, ignorando tutte le altre. Inoltre è in grado di negare la realtà e dimostrare che il 200% degli studenti vorrebbe fare l’ora di religione, la matematica è solo un’opinione. L’ho visto anche ieri sera da Gad Lerner col cardinale Scola.
Anch’io come genitore di due ragazzi che fanno alternativa ed ex-studente con ben 5 insegnanti di religione ho ben altre evidenze.
O.F.M. sta solo difendendo un privilegio con argomenti pretestuosi.
Il fatto che gli insegnanti di religione non allineati vengano dimessi dal vescovo la dice lunga sugli obiettivi dell’ora di religione, altro che aperture e discussioni che alle elementari sono sostanzialmente assenti. Basta guardare il programma delle elementari.

faidate

Come ho già scritto, se anche si volesse (per assurdo) ascoltare la sirena del “conoscere il mio nemico”, il tempo dedicato a questo è assolutamente sproporzionato. Per esempio, paragonate le ore dedicata all’evoluzionismo e quelle dedicate alla religione nell’intero corso degli studi. Sarebbe come parlare dell’incontro tra Ettore e Andromaca per un’ora alla settimana per 13 anni.

O.F.M.

Però tu non vivi in una società contrassegnata dalla presenza di Ettore e Andromaca.
Invece, che piaccia o meno, viviamo in una realtà “intrisa” di cristianesimo, partendo dalla vicina di casa, dal compagno di classe e arrivando fino a gran parte della letteratura, della musica o dell’arte.
E allora perché non conoscere questa realtà che ha avuto un impatto enorme sull’umanità passata o presente?
Ribadisco che parlo di “conoscere”, non di “condividere” o “credere”.

faidate

Parlo di sproporzione. Se occorrono 13 ann continui di dottrina, o èsi tratta di manipolazione, o l’ascoltatore è un po’ duretto. Visto che citi la musica, quanto viene insegnato di musica nelle scuole, rispetto alla religione?
Quanto alla “realtà”, mi ricorda il messaggio di Nixon: siccome nel paese ci sono tanti idioti, è giusto che siano rappresentati da un idiota anche alla Corte suprema degli USA.

FSMosconi

@O.F.M.

Tu dici?
Ma tu guarda: e io che pensavo che l’epica non fosse nei programmi scolastici, o che la patristica e la scolastica si fossero inventati tutto da soli.
O vogliamo parlare dell’influenza di Omero e di Esiodo nella letteratura occidentale?

O.F.M.

Certamente la cultura classica è fondamentale per la conoscenza del mondo attuale. Ma ritengo che lo sia anche quella religiosa.
Se si fanno tredici anni di cultura letteraria, perché non offrire anche a chi lo desidera la possibilità di arricchire il proprio patrimonio culturale con la cultura religiosa? Salvo il diritto, per chi non vuole, di fare l’Alternativa.
Anche perché l’IRC non si basa sul racconto di qualche episodio edificante tratto dai Vangeli e basta, ma affronta tematiche attuali e fondamentali nel mondo di oggi.
E poi sinceramente penso che se atei e credenti la smettessero di affibbiarsi marchi a vicenda ma si conoscessero meglio a vicenda, molte situazioni sarebbero meno spiacevoli per tutti.

FSMosconi

@O.F.M.

Deciditi: la giustifichi o preferisci difendere un diritto inattuato?
Non puoi dire “Salvo il diritto, per chi non vuole, di fare l’Alternativa” e poi giocare alla guerra ideologica come i bambinetti quando non è né luogo né momento (sai che significa parlare di diritti, sì?). Sia pur concedendo un “vantaggio” tutto da dimostrare.

O.F.M.

Giustifico la presenza dell’ora di Religione e reputo che sia utile per gli studenti.
Riconosco che l’ora di Alternativa è un “diritto inattuato” ma vedo difficile attuarlo.
Non vedo alcuna incongruenza tra le due cose.

Se leggi quanto ti ho scritto poco sopra, vedi che lo spirito del mio intervento era “pratico” e non “teorico”.

Ma non possiamo scriverci noi due in due diversi post della stessa pagina! 🙂
Proseguiamone uno solo.

FSMosconi

@O.F.R.

“Se leggi quanto ti ho scritto poco sopra, vedi che lo spirito del mio intervento era “pratico” e non “teorico”.”

Se permetti ho letto e valutato.
E mi par molto molto tirato per i capelli.
Come se volessi ma qualcosa ti trattenesse, o vorresti far passare una cosa (come ho scritto) scrivendone un’altra.
Spero non tu lo faccia apposta almeno.

Roberto Grendene

se parli di “conoscere” il cattolicesimo, come puoi ritenere adeguata l’ora di religione cattolica?
è espressamente previsto che sia “impartita in conformità della dottrina della Chiesa” da insegnanti scelti dal vescovo
è importante anche conoscere fascimo e marxismo, ma mica si impartiscono le lezioni di tali materie in conformità alle dottrine fascista e marxista, e sarebbe oltremodo assurdo che gli insengnanti fossero scelti dalle gerarchie ideologiche di appartenenza

per conoscere cattolicesimo, protestantesimo, islam, ateismo, agnosticismo dovrebbero bastare i programmi di storia, geografia, filosofia, tenuti da insegnanti laureati nelle rispettive discipline (e che possono essere cattolici, protestanti, musulmani, atei, agnostici)

bruno gualerzi

@ O.F.M
“Dopotutto, indipendentemente dalla presenza o assenza della Fede, penso che possa essere utile per un giovane capire le motivazioni di alcune scelte e confrontarsi con coetanei che credono (o non credono)”

Quindi tu pensi che la scuola pubblica, laica – ovviamente se intesa nella sua vera funzione – non abbia il compito di offrire gli elementi culturali, e soprattutto il formarsi di una coscienza critica, per capire, ad esempio, le motivazioni di scelte, di fede o atee che siano? Nel caso si volesse poi approfondire la questione (questa, ma come tante altre) e confrontarsi coi coetanei, ci sono altre occasioni per poterlo fare: la scuola come tale ha il compito di dare la formazione di base che permetta poi di orientarsi il più autonomamente possibile nelle proprie scelte esistenziali o di qualsiasi altra natura.
A che titolo allora – per restare alle tue parole – questo supplemento di esperienza culturale offerto dalla scuola a scapito di tutte le altre?

Gianluca

@ O.F.M.

“viviamo in una realtà “intrisa” di cristianesimo, partendo dalla vicina di casa, dal compagno di classe e arrivando fino a gran parte della letteratura, della musica o dell’arte.
E allora perché non conoscere questa realtà che ha avuto un impatto enorme sull’umanità passata o presente?”

Appunto perchè viviamo intrisi di cristianesimo non vedo il motivo di farlo anche a scuola. Se è per questo viviamo anche intrisi di Calcio (lo sport). Per alcuni è di sicuro più importante ed emozionante della fede. Facciamo un’ora di tifo juventino (la squadra più tifata in Italia) a scuola per 13 anni?

bruno gualerzi

A integrazione di quanto sopra. Naturalmente ho parlato dei compiti che ‘dovrebbero’ spettare ad una scuola laica, ben sapendo che, per carenze di varia natura, si tratta spesso di un pio desiderio (ma ci si può sempre provare, lo dico per esperienza diretta)… il che però non toglie, anzi aggrava la situazione, che si utilizzino tempo e danaro pubblico per privilegiare certe esperienze a scapito di altre.
E guarda che non sto nemmeno parlando (ci stanno pensando gli altri) al carattere di indottrinamento che l’insegnamento di una religione necessariamente comporta nonostante tutte le sofisticherie tendenti a sostenere il contrario. Fosse anche solo perchè è ‘quella’ religione che si vuol far conoscere e non un’altra.

FSMosconi

@Gianluca

Sarò davvero puntiglioso e polemico, che so io: ma avrei da ridire anche su un dettaglio apparentemente marginale: la realtà e una.
Così come la verità.
La realtà perché è uno il mondo che ci interessa. Seppur diverso in diversi punti di vista (di per sé opinioni NON certo realtà).
Verità perché è vero ciò che è dimostrato logico e/o quantomeno attinente alla realtà il più possibile quando vi è la possibilità di verifica.
Dire una verità è quantomeno fuorviante e da l’idea, o almeno mi da l’idea, che ciò sia inferito unicamente sul proprio punto di vista.
😐

O.F.M.

@bruno gualerzi

Caro Bruno, purtroppo non riesco a risponderti come vorrei perché devo uscire per una cosa urgente. Mi riprometto di tornare sull’argomento appena posso, magari se qui chiudessero la domanda, scrivendoti sul tuo sito che seguo con interesse.

Il problema però è proprio quello che hai messo in luce nel secondo intervento: la discrepanza tra ciò che è e ciò che dovrebbe. Qui spesso si fa troppa “teoria”, ma nel mondo della scuola la “pratica” è spesso diversa dalle splendide circolari ministeriali, dai POF o da tutte quelle belle dichiarazioni.

E l’ora di Alternativa (purtroppo) stenta a decollare o decolla spesso con le ali tarpate.

Un abbraccio a tutti per il momento.
Scusate ma devo proprio andare.

FSMosconi

@O.F.M.

“E l’ora di Alternativa (purtroppo) stenta a decollare o decolla spesso con le ali tarpate.”

Non voglio essere meschino; ma sicuro che per esprimere un concetto così banale avresti dovuto scendere così nell’ambiguo. Poco sopra ti si ripete che la tua casistica appare quantomeno viziata… avresti potuto evitarlo.

Ma passiamo al punto principale dell’argomento: come perché e come si può rimediare al fatto che nasce con le ali tarpate quest’ora alternativa? Mi par che il qui presente articolo come minimo provi a rispondere.
Poi: se vuoi ribadire, libero di farlo.

Sandra

“E allora perché non conoscere questa realtà che ha avuto un impatto enorme sull’umanità passata o presente? Ribadisco che parlo di “conoscere”..”

cap. “Il concilio di Trento” – sezione 5a elem., A braccia aperte, approvata CEI, 2002

“La divisione dei cristiani in Occidente fu un fatto gravissimo nella storia della Chiesa. La rottura si aggravò sempre più e dura ancora oggi. Papa Paolo III convocò il Concilio di Trento (1545-1563) per definire la dottrina cattolica messa in discussione da Lutero e per cercare di ricostruire l’unità della fede. Questo obiettivo però non fu raggiunto. I luterani infatti furono invitati ma non vi parteciparono.”.

Realtà?? Conoscere????

firestarter

Giustifico la presenza dell’ora di Religione e reputo che sia utile per gli studenti.

Ovviamente questo non ha nulla a che vedere con il fatto di prendere uno stipendio per insegnare catechismo nella scuola pubblica.

francesco

Il nemico è semmai l’ignoranza, non la religione.
In questo caso non potendo (almeno per ora) abolire l’ora di religione sarebbe bene fare di necessità virtù.
Un ora di tempo da dedicare ad altre cose potrebbe essere preziosa.
Per es si potrebbe chiedere una materia che, oltre ad essre interessante, dia anche qualche sbocco lavorativo. La prima che mi viene in mente è informatica. Non informatica teorica ma informatica orientata all’apprendiimento di un linguaggio di programmazione oppure alla progettazione e realizzazione di pagine web o di altri prodotti software.
L’ora spesa in questo modo, ammesso che lo studente sia interessato, sarebbe un’ottimo investimento.
Ci sono anche altre materie scientifiche (fisica, chimica, elettronica, biologia, genetica, robotica etc) che potrebbero essere studiate in modo non libresco ma con un approccio progettuale. Un ora spesa in questo modo sarebbe un bel guadagno per gli studenti abituati ad affrontare le materie in modo sterile.
Proporre come ora alternativa religioni comparate o educazione civica e simili mi sembra denoti quanto meno mancanza di immaginazione oltre ad essere una cosa molto misera. Come se la scelta fosse limitata ad un surrogato della religione.
Anche in questo caso però non possiamo aspettarci che le soluzioni piovano dal cielo. Bisogna andarsele a cercare. Per es agendo in anticipo (da un anno per il successivo) verificando tra i compagni di scuola se c’è una materia di interesse comune e trovando poi il modo di proporla concretamente per es nei consigli di classe o all’autorità competente ed eventuamente attivandosi in prima persona per trovarsi l’insegnante.
Se gli studenti trovassero una materia che riesca a raccogliere un numero sufficiente di persone non ci sarebbero più pretesti per negargliela ed a questo punto l’unico ostacolo potrebbe provenire solo dagli insegnanti di religioni (o piuttosto dai loro più potenti referenti) che cercherebbero di bloccare l’iniziativa per paura di vedersi svuotare le classi.

O.F.M.

Purtroppo non è semplice come dici.
Ti assicuro che la scuola è legata da mille pastoie burocratiche e se anche gli studenti si trovassero materia e docente a costo zero, non potrebbero svolgerla ugualmente per tutta una serie di motivi burocratico-legali indipendenti dalla religione.
E questo vale per qualsiasi corso o materia.

Roberto Grendene

le pastoie burocratiche per l’ora alternativa sono spesso solo inventate

i dirigenti scolastici devono fare il lavoro per cui sono pagari, e trovare insegnanti e aule per l’ora alternativa con le strade esistenti: invece spesso se ne infischiano, questo è il problema

il caso da manuale è questo:
http://www.uaar.it/news/2010/08/04/tribunale-padova-attivare-ora-alternativa-obbligo/
dove appunto si sosteneva che i fondi non c’erano e altre amenità
risultato? portati in tribunale, i fondi sono spuntati e il dirigente è stato pure condannato a pagare una ammenda

Roberto Grendene

purtroppo dirigenti e collegi docenti cercano di non avere rogne, e se organizzassero una attività alternativa interessante, come sarebbe loro dovere, la diserzione dall’ora di religione farebbe tuonare i clericali (e arriverebbero le rogne)

per cui bisogna far capire che si è determinati e che le rogne arrivano di sicuro se non viene attivata l’ora alternativa (e di qualità)

Cesare b

No, Sandra. Quello che chiedi proprio non puoi ottenerlo. Il Concordato aggiornato prevede, si’, l’ “ora alternativa”, ma escludendo qualsiasi discriminazione.
E’ evidente che “una materia che, oltre ad essre interessante, dia anche qualche sbocco lavorativo” costituirebbe il massimo della “discriminazione”. “Proporre come ora alternativa religioni comparate o educazione civica e simili” e’ l’unica cosa che i fautori dell’ora alternativa, nell’attuale quadro giuridico, possono fare.
Saluti.

Sergio

«Il Concordato aggiornato prevede, si’, l’ “ora alternativa”, ma escludendo qualsiasi discriminazione.»

Il Concordato non prevede nessuna ora alternativa! Com’è possibile fare affermazioni simili? Di ora alternativa si è cominciato a parlare solo dopo il Concordato, e la Chiesa è stata la prima a esigere l’ora alternativa per chi rifiutava l’IRC, con l’evidente intento di bloccare a scuola i non avvalentisi onde evitare col tempo l’esodo degli avvalentesi.

Cesare

@Sergio. Riconosco che il Concordato vigente non fa cenno all’ora alternativa. Ma il punto non e’ questo. Riguardo all‘IRC il Concordato prescrive:
“ … è garantito a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento. All’atto dell’iscrizione gli studenti o i loro genitori eserciteranno tale diritto … senza che la loro scelta possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione“.
Istituire, in contemporanea con l’IRC, un insegnamento “appetibile” in vista della carriera scolastica (presente o futura), o di quella lavorativa dopo il termine degli studi, costituirebbe un’evidente “discriminazione” in danno di chi desidera avvalersi dell’IRC.
Saluti

whichgood

Io alle mie nipoti insegno personalmente a usare la propria testa. Sarei molto grato d’istituire l’ora di SIR (smascheramento delle idiozie religiose) fra i loro amici. Ai loro amici hanno detto di togliere gesù dalla croce perchè se vuoi bene una persona devi aiutarla e non gioire del loro dolore.

Ratio

Bravo!
I ciarlatani che raccontano frottole dovrebbero stare lontani dalle scuole pubbliche.

Federico Tonizzo

“e non gioire del loro dolore.”
Infatti suppongo che il “crocifisso” sia stato pensato inizialmente come un simbolo sadico, di minaccia, di morte… qualcosa che in qualche modo facesse paura a chi si sentisse “peccatore”, o che gli desse sensi di colpa…
Interessante il fatto che tutto questo va in qualche modo in direzione contraria (adorazione del morto anzichè del risorto) a quanto è molto ben esplicato da qualcuno di non banale, Saulo di Tarso, il quale punta TUTTO non sul fatto che Gesù sia morto, ma sul fatto che tale Gesù sia risorto:
1 Corinzi:
“12 Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? 13 Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! 14 Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. 15 Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. 16 Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; 17 ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. ”
Effettivamente la “chiesa” avrebbe dovuto, per coerenza con quanto disse Saulo, promuovere il concetto di Gesù risorto, anzichè quello del Gesù morto o moribondo, e promuovere il concetto dell’apparizione del Gesù risorto agli apostoli, anzichè promuovere il concetto della “via crucis”… 😉
Distorsioni ecclesiastiche… 😉

whichgood

Per non nominare l’esempio terribile e fonte di confusione per i bambini:
un bambino che nasce destinato alla morte cruenta per espiare la colpa degli altri e i peccatori che si salvano alle sue spalle. Pensa che esempio d’amore questo dio sadico !

FSMosconi

@Tonizzo

“Infatti suppongo che il “crocifisso” sia stato pensato inizialmente come un simbolo sadico, di minaccia, di morte… qualcosa che in qualche modo facesse paura a chi si sentisse “peccatore”, o che gli desse sensi di colpa…”

Dissento in parte: la cosa valeva casomai per gli incolti, quelli con un minimo di infarinatura mitologica-astronomica riconosceva benissimo il vecchissimo simbolo dell’Asse del Mondo (il caprifico ove era possibile attaccare Troia, la montagna od il palo di Prometeo, la pira di Eracle…). Non che ci voglia molto: ma d’altronde quando si legge il presunto messia chiosare nel Vangelo di Tommaso “Ho crocifisso il mondo” o nei più canonici parlare di “nuovo cielo e nuova terra” a cosa si potranno mai riferire?
😉 😉 😉

alessandro pendesini

Per informazione : ecco la risposta di un certo Giovanni -cattolico convinto- al mio commento postato oggi sul sito UCCR :
« Caro Alessandro, vorrei sapere come, secondo te, Dio avrebbe potuto evitare la sofferenza causata da terremoti, eruzioni vulcaniche, alluvioni e altre catastrofi naturali. Eliminando le cause ? Allora non avremmo il movimento tettonico delle placche, il circolo dell’acqua e tanti altri fenomeni indispensabili alla vita sulla terra »….(See UCCR « La lettra di A.Einstein su Dio, quello spirito che si vive nel cosmo »
PS. Siamo sempre convinti che sia necessario insistere sull’ora di religione ? Che consiste nel diffondere false simmetrie, tradizioni arcaiche, leggende e miti inverificabili ? E non un alternativa basata sulla conoscienza scientifica e cultura degna di questo nome ?

bruno gualerzi

UCCR? Una volta ci sono capitato anch’io per ribattere alle accuse mosse ad una mia ‘opinione’ apparsa su Ultimissime UAAR, senza averne capito niente (capito, non dico approvato)… e non l’avessi mai fatto! Peggio di Radio Maria (conosci?), o comunque sua diretta emenazione. A me, che parlavo della religione come necessariamente basata su dogmi, hanno replicato che il vero dogmatico ero io in quanto sostenevo ‘il dogma del divorzio e dell’aborto’!. Ho il fondato sospetto che i vari troll che frequantano questo blog siano espressamente inviati da quei gentiluomini.
Quindi ho lasciato perdere anche se in seguito ho scoperto su google che mi avevano attribuito, con relativo giudizio sarcastico, un’affermazione stupidissima che effettivamente avevo postato, ma proprio per denunciarla come tale. Bastava scorrere, per rendersene conto, lo svolgersi del post. A te tutto sommato è andata ancora bene…

Titti

Scusate il fuori tema, ma nominando quel sito, leggetevi le risposte su post “Sono nato da uno stupro: grazie mamma per non avere abortito!” non ho più parole…

stefano marullo

@ Bruno ed Alessandro

Faccio anch’io parte del club. A me i seminatori di odio mi hanno attaccato addirittura per una recensione su Lucrezio, stravolgendo il senso delle mie parole con argomenti miserrimi. Io credo che si qualifichino da soli. Non sono abituato a rispondere alle insolenze. Credo che molti cattolici adulti si vergognerebbero per il livello di volgarità che trasuda da quel sito. Perfino un Antonio 72 è considerato “eretico” ed è tutto dire.

whichgood

” « Caro Alessandro, vorrei sapere come, secondo te, Dio avrebbe potuto evitare la sofferenza causata da terremoti, eruzioni vulcaniche, alluvioni e altre catastrofi naturali. Eliminando le cause ? ”

Semplicisti questi creduloni. Un dio capace di creare le cause ma non di contenere le conseguenze. Ma che dio è questo, un dio Scilipoti ?

Sergio

«PS. Siamo sempre convinti che sia necessario insistere sull’ora di religione ? Che consiste nel diffondere false simmetrie, tradizioni arcaiche, leggende e miti inverificabili ? E non un alternativa basata sulla conoscienza scientifica e cultura degna di questo nome ?»

Ma mi sembra che l’alternativa, anzi le ore alternative alla “diffusione di false simmetrie, tradizioni arcaiche, leggende e miti inverificabili” esistano già: fisica, chimica, letteratura, inglese, storia, geografia, informatica, filosofia, educazione fisica ecc. A me pare che bastino. Vogliamo aggiungerne a forza un’altra? Se po’ fa’, ma non so se gli studenti ne sentano davvero un dannato bisogno: non passano già troppo tempo a scuola?

Chi decide i programmi e le materie da insegnare? Credo il ministero della pubblica istruzione che tiene ovviamente conto anche dell’evoluzione dei tempi, della necessità d’inserire nuove materie e magari di abolire insegnamenti obsoleti. Ormai il greco non lo fa quasi più nessuno. Le materie obbligatorie o opzionali (che sono anche queste obbligatorie) non le decidiamo noi al bar: decide il ministero. Invece le singole scuole possono offrire una serie di materie facoltative 1) a richiesta degli studenti e/o dei genitori e 2) a seconda dei mezzi disponibili (soldi, docenti). Senza soldi e docenti una scuola ben difficilmente potrà offrire lezioni facoltative. Solo le materie obbligatorie devono essere tenute e seguite dagli studenti se vogliono il pezzo di carta ovvero la promozione.
L’ora di religione essendo facoltativa non serve alla promozione tanto che sempre più ragazzi non la frequentano. Non saprei nemmeno se lo Stato italiano è tenuto a organizzare e pagare l’IRC in base al Concordato. Sembra di sì, ma siamo al ridicolo: lo Stato s’impegna a organizzare e pagare un insegnamento di cui gli studenti possono non tener conto per la promozione.

Tiziana

in realtà lo Stato serve solo come contenitore visto che i docenti non li può scegliere. I Preside può scegliere ma fra una rosa predisposta dal vescovo!
Lo Stato ha il compito di consentire che le religioni, anche quelle più astruse, possano essere seguite liberamente, ma non certo quelle di organizzarle nei supi spazi. Comunque, mi sembra che qui si dimentichi il progresso che è stato fatto dagli anni 80 quando l’ora di religione era obbligatoria e la religione cattolica di Stato. Con queste chiacchiere c’è la buona possibilità di tornare pure indietro. Quanto ai bambini secondo me da grandi ringrazieranno i loro genitori per avergli consentito ore di libertà. Da quel che vedo i piccolini se lasciati in un corridioi giocano pure con un pezzo di carta. E poi, lo scandalo che creerebbero dei bimbi in corridoio consentirebbe una maggiore propensione all’spulsione della assura ora di religione.

Francesco

Gesù: Mamma, mamma, il professore mi ha detto che morirò crocifisso.
Giuseppe: Visto Maria, te l’avevo detto che era meglio esonerarlo dall’ora di religione.

whichgood

Maria: cari miei maschietti, ho fatto quel che ho voluto e vi siete pure creduti tutto, sia fatta la volontà del signore e datemi almeno una scusa per piangere, non riesco a far altro che ridere e godere.

BennyHill

Il problema, come altri hanno giustamente evidenziato, riguarda soprattutto elementari e medie: alle superiori, per quel che ne so, nell’ora di religione si fa tutto tranne che religione.

Da me le uniche alternative erano IRC e studio individuale, e nell’ora di religione si parlava di attualità, si guardavano film, si ripassavano altre materie, ma non si studiava certo il catechismo… Inoltre i prof di religione (tutti laici) erano abbastanza amichevoli e in consiglio di classe, per quel che ne potevamo sapere noi studenti, stavano dalla nostra parte (il che poteva significare ottenere qualche credito formativo in più o, per qualcuno, evitare una bocciatura).

Ormai alle superiori l’IRC risulta una semplice ed anacronistica “marcatura del territorio” da parte della CCAR, ma è del tutto ininfluente sulle convinzioni degli studenti, perché questi frequentano l’ora di religione solo laddove in quell’ora non si faccia davvero religione, mentre dove trovano un prof bigotto che gli parla di dottrina e amenità varie normalmente disertano in massa. Per questo credo che la CCAR potrebbe arrivare, tra non molti anni, a rinunciare all’ora di religione nelle superiori, ufficialmente per rispetto della laicità, ma in pratica perché non serve a “convertire” nessuno e anzi può essere controproducente.

Purtroppo per elementari/scuole primarie e medie la situazione è ben diversa: a quell’età i bambini/ragazzini sono ancora molto suggestionabili e rischiano di prendere sul serio discorsi come 1+1+1=3=1 che già un’adolescente troverebbe assurdi… perciò la CCAR non mollerà l’osso facilmente; se non li indottrina a quell’età non li riprende più…

Eusebio Pancotto

Non c’è una sola “regione” cattolica.
Sono tutte regioni cattoliche.
Grazie a Dio.

alessandro pendesini

Se non mi sbaglio in Italia la comunità scientifica si è commossa della scomparsa di qualsiasi riferimento a l’evoluzione nei nuovi programmi delle classi medie nel 2004. Il ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti aveva sostenuto che l’istruzione deve privilegiare le narrazioni fantastiche per favorire un approccio scientifico (sic) !!! -Karl Popper starà rivoltandosi nella sua tomba…. Secondo le belle parole di Michel Serres, “l’evoluzione non è la più grande delle narrazioni ?, poiché non sarà mai completata ed inoltre unisce tutte le comunità umane ?”.
Non potrebbe essere questa un alternativa dell’ora di religione ? PS : Brava gente scherzo, sto solamente sognando…..

Sandra

Riporto da “A braccia aperte”, testo di religione per 3-4-5 elementare, con il nulla osta della CEI (Ruini) del 2002, in uso in una scuola pubblica di Milano.

Capitolo “La bibbia e la scienza” – sezione 3a elementare:

Quando è nato il mondo?
La Bibbia risponde: ”In principio”: l’inizio degli inizi
La scienza risponde: Tantissimi milioni di anni fa.

Chi ha creato il mondo?
La Bibbia risponde: Dio
La scienza risponde: Gli scienziati non lo dicono

Come è nato il mondo?
La Bibbia risponde: – ci sono 6 piccole illustrazioni, corrispondenti alle sei tappe della creazione (cielo, luce, …, Adamo ed Eva), seguite da – : “E Dio riposò il settimo giorno”: la Bibbia vuole sottolineare l’importanza della festa.
La scienza risponde: – ci sono 4 illustrazioni, una con la scritta Big bang, una con il mare con coralli, meduse, un pesce spada…, una con dinosauri, una con una famigliola primitiva. Nessun testo a corredo –

Perché è nato il mondo?
La Bibbia risponde: Per un gesto d’amore di Dio verso l’essere umano.
La scienza risponde: Gli scienziati non lo dicono.

Secondo te chi risponde in modo giusto alle domande sull’origine del mondo?
La Bibbia _ Gli scienziati _ Entrambi _

Se non è manipolazione questa….

Giorgio Pozzo

Questa non è manipolazione, questo è vilipendio della scienza.

Abbiamo il vilipendio della religione quando si fa libera ironia e satira, mentre dall’altro non si considera nemmeno lontanamente il vilipendio della scienza quando si dicono falsità tanto enormi quanto sfrontate, la cui gravità è fortemente amplificata da differenti fattori, tra i quali l’essere scritti in un testo scolastico per bambini.

L’unica speranza sono i genitori, ma quanto genitori sanno stanare questi bachi dai testo di religione, e soprattutto spiegarne la falsità ai bambini? Personalmente temo che anche moltissimi genitori laici pieni di buona volontà non ne sarebbero pienamente capaci. Non per colpa loro, ma della scuola che a loro volta avevano frequentato.

E’ una strategia vincente, soprattutto in Italia, dove era stata stabilita da Croce e quelli come lui (Bellone avvisava del pericolo…): non insegnare la scienza alle scuole superiori, produrre ignoranza, in modo da non avere poi possibilità di combattere le manipolazioni delle generazioni seguenti. Il perfido meccanismo, una volta avviato, si autoalimenta come un reattore nucleare autofertilizzante.

Scusate lo sfogo, ma non sapete quanti atei, agnostici, laici, razionalisti, o anche solo credenti liberali ho incontrato che non hanno affatto le idee chiare su questioni scientifiche o tecniche, e abbracciano meccanicamente e dogmaticamente i vari memi propagandistici della cosiddetta “pubblica opinione”. Purtroppo.

FSMosconi

@Sandra

Di fatto sì, in quanto è una scelta falsata impostata sul fatto che:
1) Difficilmente si ammette la propria ignoranza
2) Specie quando si è giovani si tende a cadere negli Appeal to Emotion (e i riferisco alla chiosa “Amore di Dio”… amore che, ricordo al redattore di tale testo, si concluderebbe nientepopodimeno che con la decimazione di 2/3 dell’umanità prima di un giudizio irrevocabile)
E queste per dirne qualcuno.

whichgood

Una cosa più inutile dell’ora di religione?. C’è sempre di peggio, si pensi a un prete.

francesco

Non ha senso continuare a piangersi addosso per questa questione.
La legge prevede l’ora alternativa. Quindi il problema consiste nel fare rispettare una legge già esistente. Se il partito clericale mette il bastone tra le ruote si va in tribunale e la battaglia si vince per forza (vedi link postato da Roberto Grendene).
A questo punto il vero ostacolo è l’inerzia dei genitori (per elementari e medie) e degli studenti (per le scuole secondarie).
L’intervento più sensato per risolvere questo problema è quindi di far sapere agli interessati come difendere i propri diritti (per es mettendo dei annunci/volantini nelle bacheche delle scuole sul diritto all’ora alternativa e su come ottenerla) e dare assistenza (anche legale) a quei genitori e studenti che non si rassegnano a subire questo abuso.
Bisogna imparare ad usare lo strumento della legge (una volta tanto a favore del cittadino) ed andare in tribunale molto più spesso.
Come per tante altre storture in questo paese l’ostacolo principale (oltre ovviamente alla presenza del regime) è la passività di chi preferisce lamentarsi invece di agire.

Sergio

«La legge prevede l’ora alternativa.»

Davvero? E dove sta scritto, quale legge? Sono proprio curioso. Una legge che prescrive l’organizzazione di una materia assolutamente facoltativa come l’ora alternativa? Da ridere. Ma non devi rispondere. L’UAAR è fissata con l’ora alternativa facoltativa obbligatoria. E vi dite razionalisti!

L’ora alternativa facoltativa all’ora facoltativa dell’IRC l’aveva pretesa la CHIESA e non l’UAAR – in spregio allo spirito e alla lettera del Concordato craxiano. I laici – i veri laici – hanno protestato e richiesto due volte il parere della Corte costituzionale che ha dato loro – con rammarico della Chiesa – due volte ragione e soddisfazione: l’IRC è facoltativo e non sussiste alcun obbligo per chi non vuole frequentarlo, punto e basta.
Tutta questa battaglia per l’ora alternativa è veramente ridicola, ma coi razionalisti dell’UAAR è inutile discutere: più che razionalisti siete fissati. Peccato. A volte mi sembrano più razionalisti fra pallino, Antonio72 e Florenskij.

L’unica vera battaglia degna di laici sarebbe richiedere l’abolizione dell’IRC (e ovviamente del Concordato).

Roberto Grendene

certo che l’IRC è facoltativa, come è facoltativa l’ora alternativa

è (purtroppo) obbligatorio per la scuola fornire l’IRC a chi la richiede
e di conseguenza, per legge, è obbligatorio che la scuola fornisca anche l’ora alternativa a chi la richiede

chi sceglie di non portari i figli a scuola è libero di farlo, e la sua scelta e’ rispettabile, e l’Uaar lo dice chiaramente
ma il problema riguarda essenzialmente i bambini dai 3 ai 10 anni: tenerli a casa da soli, magari tra le 9 e le 11 della mattina, è un po’ impossibile

Sergio

@ R. Grendene

“è (purtroppo) obbligatorio per la scuola fornire l’IRC a chi la richiede
e di conseguenza, per legge, è obbligatorio che la scuola fornisca anche l’ora alternativa a chi la richiede.”

Può benissimo darsi che non sia informato. Ma quel “per legge” davvero m’intriga. Chi e quando ha varato questa legge? Anche quel “di conseguenza” suscita le mie perplessità. Insomma, questo IRC, per quanto ormai declassato a materia facoltativa è lo stesso una cosa molto, molto speciale. Chi non lo vuole, benissimo, è un suo diritto. Ma lo Stato deve organizzare e finanziare questo insegnamento (a parte nominare i docenti, scelti dal vescovo) se qualcuno lo richiede. Fin qui ci arrivo: lo Stato clericale italiano fa gli interessi della Chiesa, come da copione. Ma mi urto al “di conseguenza”: che lo Stato sia obbligato a garantire un’ora alternativa all’IRC. Questo nel Concordato sicuramente non c’era e non c’è nemmeno nella logica. Non diciamo sciocchezze del tipo: non offrendo un’alternativa all’IRC defraudiamo gli studenti di un loro diritto, del diritto allo studio e alla cultura. Come se questo diritto non fosse già loro assicurato in vari modi e come se la scuola non sia stata sempre per molti un peso, una noia mortale (sia per gli insegnanti noiosi che per le materie noiose insegnate). Oggi ormai i giovani le conoscenze possono acquisirle in tanti altri modi, la scuola non ha più la funzione di una volta quando era quasi unica dispensatrice di conoscenze. Non diceva Ivan Illich quarant’anni fa: descolarizzare la società? A scuola più che imparare si socializza.
Giovanni Papini era ancora più radicale in fatto di scuola (prima di convertirsi!). Una lettura veramente divertente il suo proclama contro la scuola.

Roberto Grendene

@ Sergio

non so che esperienza scolastica tu abbia fatto, non mi sembra molto felice
dai 3 agli 11 anni (ora non 50 anni fa) i miei figli e i loro compagni tornano a scuola volentieri, hanno fatto il tempo pieno, fino dalla scuola dell’infanzia la scuola è stato un luogo formativo, socializzante, divertente, istruttivo e utile

lo stato di non obbligo per chi non frequenta l’IRC con l’attuale normativa ammette come scelte alternative:
1) attività didattiche e formative
2) studio individuale assistito da personale docente
3) studio indivituale libero
4) uscita dalla scuola
io non voglio limitare la liberta di scegliere la 4) non capisco perchè tu vuoi limitare la mia libertà di scegliere la 1)

Sergio

@ R. Grendene

Mi fa molto piacere che i tuoi figli a scuola si divertano e imparino qualcosa. Ma il punto non è questo. Io non voglio affatto limitare la tua libertà di scelta. È da impazzire che non ci arrivi, che non ci arriviate. Più sopra ho risposto a un certo Cesare b:

«Il Concordato non prevede nessuna ora alternativa! Com’è possibile fare affermazioni simili? Di ora alternativa si è cominciato a parlare solo dopo il Concordato, e la Chiesa è stata la prima a esigere l’ora alternativa per chi rifiutava l’IRC, con l’evidente intento di bloccare a scuola i non avvalentisi onde evitare col tempo l’esodo degli avvalentesi.»

Questo è il punto! È stata la Chiesa, non l’UAAR o la società, a pretendere per prima l’ora alternativa (o forse eri troppo giovane allora e non ti ricordi?).
E contro questa assurda e canagliesca pretesa della Chiesa gli uomini liberi si sono appellati due volte alla Corte costituzionale che ha dato loro ragione: nessun obbligo per i non avvalentisi, l’IRC è facoltativo.
Su questo punto tu glissi. Non so se non capisci o se fai finta di non capire.
Te lo ripeto: è la Chiesa, in spregio ai patti – allo spirito e alla lettera del Concordato – che ha preteso l’ora alternativa (non te lo ricordi Gennaro Acquaviva che faceva la spola tra il Vaticano e Craxi?).

Purtroppo la faccenda ha preso la piega che sappiamo anche perché voi dell’UAAR ne avete fatto una questione di principio e credete di combattere una battaglia di libertà esigendo l’ora alternativa, assurta addirittura a diritto costituzionale. Non conosco le normative più recenti che hanno forse sancito il diritto all’ora alternativa. Io mi rifaccio al Concordato e agli inizi di tutto questo casino. Comunque la Chiesa ha di nuovo vinto, ha infatti ottenuto – anche se in modo bizzarro – ciò che voleva. Bravi.

Tiziana

@Sergio e Grendene

Se non ci fosse stata questa ridicola cagnara sull’ora alternativa è molto probabile che a questo punto avremmo espunto l’ora di religione dalla scuola . Invece così ci troviamo con una ora alternativa all’ora facoltativa (sic) solo sulla carta, mentre alleviamo studenti sempre più ignoranti . Sarebbe ora di smetterla con questi particolarismi egoismi ecc. che fanno amale alla società tutta e in particolare ai ragazzini che debbono succhiare con le minestrine casalinghe queste ipocrisie.

whichgood

I tribunali non sono l’unica sede per risolvere i problemi. Come hai segnalato c’è tanta ignoranza da parte dei genitori e tutti i bigotti leccacrocifissi se ne approfittano. Il punto di partenza è abbattere l’ignoranza. Ricordiamo che (purtroppo) i problemi legali legati alla religione si “risolvono” tante volte nei tribunali… sotto un crocifisso.

francesco

Aspettare che passi l’ignoranza vuol dire non fare niente.
Questo è un paese dove la maggior parte dei cittadini si eccita a guardare degli adulti che prendono a calci una palla. E’ questa la grande passione degli italiani. La conoscenza non è, nè è mai stata, un suo oggetto di desiderio. Bisogna fare i conti con questa realtà.
Gli italiani vogliono un capo (uno con le palle) da servire e che gli dica cosa fare.
L’ignoranza è l’essenza stessa della cultura di questo popolo. Se gli togli l’ignoranza l’hai annientato.
Quindi la tua idea di aspettare che passi l’ignoranza mi sembra quantomeno strana.

whichgood

@ francesco

Non pretendevo certo portare i genitori a un cencerto del Giardino Armonico o a seguire un discorso di Dario Fo (neanche troppo impegnativo) ma semplicemente SAPERE (nel senso di essere informato) che esistono alternative e diritti negati riguardo l’IRC. Tutto qua. 😉

Tiziana

Con questa incredibile storia dell’ora alternativa si infiacchisce qualsiasi richiesta di spungere l’ora facoltativa di religione dalla scuola così come sarebbe auspicabile. In più l’uaar e tutti quelli che la siìostengono potranno essere tacciati di sperperare i soldi pubblici. L’unica strada da percorrere è quella dell’abolizione dell’articolo 7 della Costituzione (passaggio lungo, difficile, ma gratis non si ottiene neanche lo sconto da oviesse). Mi sorprende molto che l’uaar non si impegni per questa battaglia. Il Concordato impoversisce culturalmente ed economicamente l’Italia. Se non si richiede l’abolizione dell’articolo 7 qualsiasi discorso (otto per mille scippato, nessa domenicale in televisione, papa a tutte le ore, imu…) sono del tutto inutili da questa pagina.

francesco

A chi glielo chiedi, di grazia, l’abolizione dell’art 7 della costituzione?
Al papa, alla madonna, ai ‘rappresentanti del popolo’?
O magari fai una bella raccolta di firme.
La costituzione non può essere toccata dai cittadini neanche se fosse il 100% degli italiani a volerlo.
Parli come se in italia ci fosse la democrazia.
Bisogna fare i conti con la realtà non con la fantasia.

Tiziana

@francesco

in questo modo sotteriamola pure la democrazia. cosa che può anche essere fatta, perchè no?

Sergio

«Parli come se in italia ci fosse la democrazia.»

Interessante. Dunque in Italia non esiste la democrazia! Poffarbacco, questa poi!
Ma forse hai ragione, almeno in parte.

E che ne direste allora d’introdurre il referendum abrogativo e propositivo (in Italia avete solo il referendum consultivo), ma soprattutto l’iniziativa popolare come da noi in Svizzera? Con l’iniziativa popolare noi possiamo MODIFICARE LA COSTITUZIONE. Bastano 100’000 firme per chiamare i cittadini alle urne per una modifica costituzionale (la Svizzera ha 8 milioni di abitanti). Questa è la democrazia diretta, modello svizzero (unico al mondo).
Allora si potrebbe finalmente chiedere al popolo se abolire o meno l’Art. 7, fonte di tanti guai. Chissà, magari gli Italiani vogliono anche tenerselo, ma almeno potrebbero esprimere un parere.

La Costituzione così com’è oggi è bloccatissima. Et pour cause.
L’UE ha introdotto una scimmiottatura dell’iniziativa popolare svizzera: con la “Bürgerinitiative” (non so come si dice in italiano) – necessarie due milioni di firme – si può presentare una richiesta di cui però la Commissione può o non può tener conto. Grazie tante!

francesco

Sergio
Direi che se riuscissimo ad ottenere il referendum propositivo di tipo svizzero ci sarebbe la democrazia ed avremmo risolto il problema.
In svizzera sono i cittadini attraverso i referendum propositivi ad avere l’ultima parola su cosa fare o non fare. Tanto per avere un’idea di cosa questo significa, gli svizzeri hanno indetto un referendum per decidere sull’abolizione delle forze armate, un’altro per decidere sulla settimana lavorativa corta (4 giorni invece di 5) e via discorrendo.
Te l’immagini cose simili in italia?
Il problema nostro è che l’italia è sempre stata dominata da regimi antidemocratici ed i cittadini non hanno mai contato niente. L’unica concessione fatta dal regime ai cittadini è quella di cedere il potere decisionale che spetterebbe loro in democrazia ad un fantomatico ‘rappresentante’. Questo atto di rinuncia al proprio potere decisionale a favore di un altro (il rappresentante) viene chiamato dal regime ‘democrazia’.
Come vedi oltre al danno c’è anche la beffa.
E’ inutile cianciare di costuituzione, di diritti o di partecipazione quando vivamo sotto un regime di antidemocrazia pura.
Serve solo ad alimentare la confusione ed a farci dell’altro male.
L’antidemocrazia è il male vero di questo paese ed è il fattore causale del sistema criminale che ci domina. Il passaggio dall’antidemocrazia alla democrazia non potrà mai essere frutto di una trattativa o di concessioni del regime perchè se ci fosse la democrazia il regime non potrebbe sussistere.
Fatta questa premessa diventa chiaro che l’unico nostro margine di manovra non riguarda la soluzione del problema principale ma solo le questioni minori, di cui l’ora alternativa è un esempio.
Quindi per tornare alla questione dell’ora alternativa, la via del ricorso al tribunale mi sembra l’unica efficace perchè innesca un rapporto di forze reale (e non solo vane lamentazioni) tra la legge ed il partito clericale che, almeno dal punto di vista formale, dovrebbe favorire la legge.

Tiziana

L’ora di religione prima della revisione concordataria (‘84) era obbligatoria. Potevano, con giustificati motivi e producendo verificabile documentazione, essere esonerati gli studenti che, ad esempio, avevano un’altra fede. Perché, è opportuno ricordarlo, in Italia ci sono sempre state persone non cattoliche che hanno collaborato a rendere prospero e libero il Paese.
Siccome l’Italia si divide in fazioni piuttosto che ragionare, si accusa Craxi che tanto è morto male e non può replicare, dell’assurda questione. Certamente sarebbe stato meglio che l’allora Presidente del Consiglio socialista avesse avuto la forza di sopprimere il Concordato, ma è lecito continuare a chiedersi se avesse avuto l’apporto del Pci su quella questione come sarebbero andate le cose. Di sicuro i comunisti persero l’occasione per sanare l’errore di Togliatti che, in opposizione a Nenni, siglò il mortale articolo 7 della Costituzione. E’ appena il caso di ricordare che nella revisione concordataria anche l’ingiusto 8 per mille e sue degenerazioni sostituisce la congrua obbligatoria prima devoluta dallo Stato alla Chiesa.
Ma, torniamo all’ora facoltativa di religione e, ancor più ridicola questione dell’ora alternativa. Un ossimoro. E’ doveroso riflettere per un secondo sul perché la Cei sollecitò l’ora alternativa che piace a tanti boccaloni. Studenti ciondolanti per i corridoi avrebbero creato scandalo, quindi meglio offrire – beninteso con doppia spesa per lo Stato – una materia sciocca tanto per riempire i buchi, insegnamento che nella pratica non si svolge in tutte le scuole. Il motivo per cui tanti genitori caldeggiano l’ora alternativa è determinato dall’ansia di dover lasciare i bambini senza fare nulla. E’ una insicurezza/inedia dei genitori che non hanno la forza di sostenere un figlio fuori dal gregge. Questi parenti sono dei veri disgraziati perché, per la loro apatia, perpetrano una situazione che fa comodo alla Cei e all’intero sistema scolastico. E hanno anche l’arroganza di sostenere che lo fanno per i loro figli, mentre perdono l’occasione per spiegargli il significato del libero arbitrio.
Nel frattempo le gerarchie ecclesiastiche supportate dai partiti e dai media, sostengono che l’ora di insegnamento della religione cattolica è una materia di studio importante perché appartenente alla cultura italiana. Cosa vuol dire? Che a distanza di trenta anni delle intese stipulate dallo Stato con altre confessioni religiose si torna al passato, quando le fedi diverse dal cattolicesimo erano, obtorto collo, tollerate? Che non avere una religione ma altre concezioni della vita è un errore? Che non esistono modi più adeguati per la nostra istruzione, che come è noto non gode di grande credibilità al di fuori dei confini, di sostituire neanche in futuro la famigerata ora di religione con insegnamenti utili, quali materie scientifiche o l’ educazione civica, o la musica come proposto dal nostro lettore Sergio? Che chi rinuncia all’ora di religione rifiuta un pezzo dell’identità nazionale diventando automaticamente uno studente da sorvegliare e magari domani un cittadino sospetto da “rieducare”? Per giustificare lo studio dell’ora di religione cattolica, in molti si adoperano nel dire che è un’ora di insegnamento di cultura comprensiva della storia delle religione e di temi etici, in questo modo aggirando quanto stabilito dal concordato che prevede che l’ora sia di insegnamento cattolico. E ammesso – ma non concesso – che lo studio della dottrina cattolica sia un arricchimento culturale, ma è equo che faccia parte dell’insegnamento semicoatto di una scuola che, almeno sulla carta, è laica? Purtroppo, a tenere bordone agli sfacciati della Cei oltre ai politici italiani ci sono quella massa di intellettualoidi, giornalisti, artisti, valletti e velini che mai si discostano dal pensiero unico intenti a mangiare nella greppia del padrone qualunque sia, che ritengono che si potrebbe introdurre lo studio delle religioni (che saranno milioni) oppure solo quelle monoteiste (ed è discutibile che il cattolicesimo lo sia) senza chiedersi neanche se gli insegnanti saranno sempre scelti dalla Cei. Eppure, queste pericolose proposte vengono anche dai sedicenti laici. La domanda che dovremmo porci – tanto per rimanere in ambito religioso ripeterla come un mantra da mattina a sera – è: possibile che i laici abbiano un concetto così basso di sé da appaltare l’etica alle religioni? Torna utile a questo proposito citare Guido Calogero “I laici che non sanno contestare il complesso di superiorità dei cattolici, diminuiscono anche l’efficacia della propria battaglia ideale e politica… la loro modestia davanti alle fedi sminuisce il principio di laicità, l’unico che possiede quella compiuta universalità e assolutezza che le fedi pretendono per se stesse”. E’ questo complesso di inferiorità – per me che non sono certa di niente ma stavolta credo di avere ragione – il vero problema.

Giorgio Pozzo

Tiziana,

a proposito del complesso di inferiorità dei laici, sul quale ti dò perfettamente ragione, hai per caso letto “Laici in ginocchio” di Carlo Augusto Viano? Se no, lo consiglio vivissimamente.

Giorgio Pozzo

Sulla modifica della Costituzione, però, vorrei far notare un piccolo particolare: come potrebbe l’UAAR, essendo una semplice associazione, avviare una battaglia che nessun partito politico, con una sola eccezione forse, intende avviare?

La cosa mi ricorda molto da vicino Don Chisciotte… meglio portare avanti battaglie che abbiano un minimo di speranza di successo, allora.

RobertoV

D’accordo anch’io sul complesso di inferiorità dei laici (unito al complesso di superiorità dei cattolici fondamentalisti).
Invece dissento da Tiziana e Sergio sull’ora alternativa e l’abolizione del concordato, non perchè non voglia una cosa del genere, ma perchè non la ritengo praticabile ancora in Italia. Basta vedere cosa è successo nei paesi limitrofi: se non l’hanno ancora fatto loro è impossibile pensare che l’Italia possa risultare all’avanguardia in questo.
Nella cattolica Austria ed in Germania hanno più ore di religione da alcuni decenni e stanno ultimamente introducendo l’ora di etica.
L’anno scorso hanno raccolto firme in Austria per un referendum per l’abolizione del concordato e dei privilegi della chiesa. Pensavano fosse il momento buono dopo il pesante scandalo pedofilia in Germania ed Austria, dopo vari altri scandali, dopo il forte calo dei fedeli e aumento della secolarizzazione, ed invece non hanno neanche raggiunto il numero di firme necessario per superare il 1° livello per la richiesta, forse con la proroga riusciranno entro l’anno a fatica a raggiungere la 1° soglia, ma difficilmente raggiungeranno la 2°. Il governo ovviamente aveva fatto ostracismo e aveva cercato di occultare la cosa. Ci illudiamo se pensiamo che in Italia con il potere che ha la chiesa e i politici filoclericali sia possibile ottenere di meglio. Anche se si riuscisse (e sarebbe un miracolo) a fare un referendum e a vincerlo, il governo troverebbe il modo di aggirarlo come ha già fatto in passato con altri referendum. C’è ancora molto da lavorare in Italia purtroppo.

RobertoV

Basta anche vedere cosa sta succedendo attualmente con la presa in giro dell’IMU. C’è una pesante crisi, tante persone in difficoltà, l’Europa che minaccia multe, ma la sola eventualità di far pagare qualcosa alla chiesa e di modificare le regole provoca un’alzata di scudi ed una serie di pseudo interventi per salvaguardarla. Come è pensabile credere di poter attuare degli interventi costituzionali così consistenti da toccare il concordato? Il rischio è che succeda come nel 1984 dove si sono peggiorate le cose.

Tiziana

Roberto V.

Che cosa vuol dire non praticabile in Italia? Stai riconoscendo una inferiorità antropologica della razza italiaca.? Oppure pensi che i genitori italiani siano tutti convinti che un pò di libertà ai figli non debba essere concessa? Se è cosi bisogna dirlo, l’italiano è inferiore, l

Tiziana

Ciorgio Pozzo

Ma chiaramente per cambiare una cosa non occorre che l’uaar (che intanto non lo sta facendo) lo chieda, occorreranno forse per questo anni. Ma nel frattempo si vive sulal crosta? Ieri il presidente francese ha siglato una riforma scolastica che prevede che i bambini non debbano più fare i compiti a casa, perchè a casa si crea una differenza fra chi può essere aiutato e chi no. E noi qui ancora a stabilire chi è figlio di Gesù e chi del diavoletto. Insomma, proviamo a pensare almeno come gli altri, non pè detto che bisogna sempre guardare verso i basso.

RobertoV

Tiziana
Io sono italo-austriaco, con madre straniera protestante luterana, ma che mi fece fare per paura tutta la trafila cattolica fino alla maturità e mi trovo nella interessante situazione di fare confronti visto che conosco abbastanza bene il mondo austriaco e tedesco. E mi rendo conto di quale sia il modo di ragionare degli italiani illusi di vivere nel migliore dei paesi possibile e che fuori ci siano i barbari.
C’è un abisso tra Italia e Austria, gli italiani sono un popolo culturalmente arretrato e conservatore, ipocrita, non li ho mai visti essere all’avanguardia in qualcosa, se non in fenomeni di nicchia. Eppure l’Austria nelle indagini internazionali non risulta certo all’avanguardia. Basta anche vedere la situazione femminile. Basta vedere il fenomeno Berlusconi, basta vedere come è stato oscurato il problema pedofilia e tante altre cose.
Purtroppo anche qui al Nord siamo piuttosto arretrati culturalmente, ma soprattutto gli italiani sono un popolo passivo, capace al massimo di lamentarsi senza cambiare niente.
Vari cambiamenti fatti in Italia negli ultimi anni sono stati fatti solo perchè l’Europa ci ha portati a farli, in Austria erano già realtà da decenni.

francesco

Gli italiani la democrazia non l’hanno mai vista nè sanno cosa sia, con l’eccezione di pochissime persone che però non sono rappresentative e che non contano nulla.
Da quando l’italia si è costituita come entità geopolitica (non mi sembra il caso di chiamarla nazione), il popolo è stato dominato prima dalla monarchia, poi dal fascismo ed adesso dal regime partitocratico postfascista.
Prima della monarchia l’italia era una accozzaglia di staterelli dittatoriali; roma e dintorni è stata per oltre un millennio sotto il potere dispotico ed assoluto del duce della chiesa.
Quindi, se questo ti può consolare, non è possibile sotterrare la democrazia in italia per il semplice fatto che non si può sotterrare una cosa che non esiste.

alessandro pendesini

@francesco concordo :
La democrazia esiste solo in teoria, in pratica è da reinventare !
Direi che l’Italia (e non solo) è uno stato cleptocratico, un sistema politico in cui il governo monopolizza la ricchezza pubblica a detrimento del popolo. Una cleptocrazia ha dunque delle forti probabilità di assomigliare a una oligarchia o plutocrazia…..e la barca va…..

Sergio

Che piacere leggerti, Tiziana. Mi sembra che tu sia la sola razionalista qui dentro.

Il fatto è che quando uno è fissato è praticamente impossibile fargli sentire ragione. L’UAAR si è fatta portabandiera dell’ora alternativa facoltativa obbligatoria e ora non può abbandonare la partita senza perdere la faccia. Pazienza. Peccato. Ci vuole anche un po’ di comprensione per i fissati.

P.S. Vediamo se passa questo messaggio. Il mio precedente è stato bloccato.

Tiziana

d’accordo con te Sergio . Purtroppo una volta che si è pianta l’ortica è difficile estirparla. La cosa che mi scoccia, ora che mia madre è anzianissima, è che le sue battaglie siano vanificate. Il ricordo più vivido della mia infanzia(adolescenza è mia madre intervistata dalal rai (andavo a scuola alla col di lana, un passo dal palazzo della rai) che protestava perchè mi avevano inserito l’ora a metà dell’orario. Festeggiammo quando l’ora divenne facoltativa e io non andavo già più a scuola.
Tornare indietro è sempre fruistrante.

maxalber

Sergio, l’UAAR a maggioranza ha scelto una certa linea al congresso.
Linea sbagliata? Da rivedere e ripensare? Perchè no?
Democraticamente si porta avanti la linea alternativa e si cerca di ottenere la maggioranza al congresso.
Che cosa c’entra la faccia da perdere?
I fissati semmai sono quelli che non utilizzano la prassi statutaria per cambiare la linea dell’associazione, no?

Sergio

Sì, d’accordo, se l’associazione si è decisa per una certa strategia può cambiarla, ma solo democraticamente al suo interno.
Io come esterno posso solo esprimere un giudizio e il mio disappunto per una battaglia che considero sbagliata. Forse parlare di “fissazione” non è corretto e nemmeno simpatico. Quando si è deciso di fare una certa battaglia non si può rimetterla continuamente in discussione.
Posso immaginare che con l’ora alternativa si sperava di sabotare l’IRC. Ma la contraddizione è troppo forte. Francesco parla qui sopra di “diritto riconosciuto all’ora alternativa”, addirittura per legge, ma sarei proprio curioso di vederla questa legge. Non può esistere – secondo me – un diritto all’ora alternativa facoltativa a un’altra materia facoltativa: è assurdo. Stiamo parlando non di materie obbligatorie e nemmeno opzionali, ma di due materie facoltative – IRC e ora alternativa all’IRC. Non ho mai sentito che a un insegnamento puramente facoltativo debba corrispondere un’insegnamento alternativo, e che ciò sia addirittura un diritto riconosciuto per legge!
Rimando al mio intervento delle 9:07.

L’ora alternativa all’IRC significa che abbiamo un’ora alternativa facoltativa, alternativa a un altro insegnamento facoltativo, che lo Stato deve obbligatoriamente organizzare e finanziare – e che gli alunni devono poi anche frequentare: a che scopo se no organizzare un’ora alternativa che poi nessuno frequenta perché non è obbligatoria. A me questo non entra in testa (nemmeno a Tiziana e forse a qualche altro). Si dirà che è l’Italia, un paese tutto speciale (davvero!).
Comunque sarei curioso di conoscere la legge che stabilisce l’obbligo per lo Stato italiano di garantire l’ora alternativa. Dubito che esista, ma forse mi sbaglio e mi si può aiutare con un link.

Meriterebbe poi un commento anche il fatto che sia stata la Chiesa inizialmente a fare il diavolo a quattro per l’ora alternativa all’IRC, per ovvi motivi. Io mi ricordo che il socialista e cattolico Gennaro Acquaviva faceva la spola tra Vaticano e Craxi per vedere di sbrogliare la matassa (e Acquaviva, da buon cattolico e clericale, aveva sposato la posizione della Chiesa: ora alternativa «obbligatoria» per chi rifiuta l’IRC).

Tiziana

io non sono dell’uaar, scrivo su un blog aperto al pubblico. mi sento di dire che c’è differenza – forse – fra un ateo e un laico.

maxalber

Tiziana, conosco credenti più “laici” di sedicenti atei apparentemente doc.
Ma non dico certo qualcosa di nuovo e sorprendente.
Quindi, certo che c’è differenza tra un ateo e un laico.
La battaglia sul testamento biologico, tanto per dire, preferisco farla con il credente Ignazio Marino (laico) che con personaggi “innominabili”…

pastore tedesco

Sono d’accordo che l’obiettivo deve essere l’eliminazione della IRC dalla scuola.
So che qualcuno l’ha già proposto ma per il momento, se per chi non vuole avvalersene fosse previsto automaticamente la sostituzione con educazione musicale, ovviamente fatta da insegnanti preparati, vedreste l’adesione di massa all’alternativa. Anche perchè, molti genitori mandano i figli a studiare musica, con aggravio non indifferente sul bilancio familiare. Inoltre, l’effetto che ha la musica, sulla mente dei bambini, è esattamente l’opposto di quello che ha la religione. Apre la menta, migliora l’apprendimento, rende più intelligenti, benessere psicofisico. Anche qualche bigotto potrebbe optare, dato che fanno già frequentare il catechismo e l’IRC non è che un doppione almeno fino alle elementari.

RobertoV

D’accordo sulla proposta. L’Italia, pur avendo una grande tradizione musicale, è penosa nell’insegnamento della musica.
Però la legge è stata fatta apposta per limitare la possibile concorrenza all’ora di religione e dice che nell’ora alternativa non si possono fare attività rafforzative di materie già in programma e musica viene già fatta, anche se male.

pastore tedesco

RobertoV
Ma perchè, alle elementari fanno lezioni di musica settimanali previste dal programma? Non ne ero a conoscenza. Puoi chiarirmi la cosa. Io non l’ho mai fatta.

RobertoV

I miei figli, qui a Milano in una elementare statale, l’hanno fatta, ma loro facevano/fanno il tempo pieno. Le lezioni venivano fatte durante le ore di scuola con un insegnante di musica (non conosco la sua situazione contrattuale). Probabilmente era lasciata all’iniziativa della scuola perchè ho visto che il ministero l’ha introdotta solo dal 2011 ed in via sperimentale, quindi non dovrebbe essere una cosa diffusa.
Anch’io l’avevo fatta negli anni ’60 (in un’altra scuola di Milano), sempre durante le ore di lezione, ma non mi pare che vi partecipassero tutti i compagni di classe.
Mentre per le scuole medie è da programma.

pastore tedesco

@ RobertoV
Ti ringrazio del chiarimento. Quindi è come nella scuola di mio figlio. Tutto lasciato alla buona volontà degli insegnanti.

francesco

x Sergio

per rispondere alla tua richiesta ‘Francesco parla qui sopra di “diritto riconosciuto all’ora alternativa”, addirittura per legge, ma sarei proprio curioso di vederla questa legge.’
allego il testo che potrai anche trovare su
http://www.universoscuola.it/b/plugin/news/category-9/tree-6/news_757/Ora-alternativa-alla-religione-cattolica,-cosa-prevede-la-normativa./

Ora alternativa alla religione cattolica, cosa prevede la normativa.
Autore: Redazione

Pubblicato: il 25 settembre 2012
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L’articolo 9, punto 2, dell’accordo con la Santa sede, ratificato con la legge 25 marzo le 1985, numero 121 sancisce il diritto per gli studenti di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Come devono comportarsi le scuole?

Il punto 2 del citato articolo 9 recita: “La Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado. Nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilita educativa dei genitori, é garantito a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento. All’atto dell’iscrizione gli studenti o i loro genitori eserciteranno tale diritto su richiesta dell’autorità scolastica, senza che la loro scelta possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione.”

La materia è stata, ultimamente, fatta oggetto di attenzione con la nota del MEF n. 26482 del 7 marzo 2011 che chiarisce i vari aspetti della materia e detta istruzioni per la parte relativa alla materia contrattuale e retributiva.

La citata nota ricorda che l’insegnamento delle attività alternative “costituiscono un servizio strutturale obbligatorio. Ciò significa che le scuole hanno l’obbligo di attivare attività in sostituzione delle ore di religione cattolica.

Di conseguenza, non potranno essere ritenute lecite alcune soluzioni generalmente adottate dalle scuole, come:

inserimento degli alunni in altre classi
semplice vigilanza da parte del personale ATA degli alunni

La citata nota del 7 marzo chiarisce che l’attività alternative deve costituire un servizio strutturale e obbligatorio. Quindi, le attività proposte dovranno riguardare attività didattiche, formative di studio in gruppo o attività individuali, da svolgersi con l’assistenza di docenti appositamente incarica e all’interno dei locali della scuola.

I docenti che dovranno occuparsi di tale opportunità formativa potranno essere reclutati tra:

personale interamente o parzialmente a disposizione della scuola;
docenti dichiarati disponibili ad effettuare ore eccedenti rispetto all’orario d’obbligo;
personale supplente già titolare di altro contratto con il quale viene stipulato apposito contratto a completamento dell’orario d’obbligo;
personale supplente appositamente assunto, non potendo ricorrere ad una delle ipotesi sopra specificate.

In riferimento alle ore da assegnare ai docenti interni, l’USR Piemonte è intervenuto con un’apposita nota, con la quale chiede ai dirigenti scolastici di scegliere i docenti tra quelli che non siano già in servizio nella classe.

Nella nota del 7 Marzo il ministero dell’economia delle finanze affronta anche la questione retributiva, affermando che si potrà ricorrere a finanziamenti aggiuntivi per:

i docenti a tempo indeterminato che si dichiarano disponibili ad effettuare “ore eccedenti”;
i supplenti già titolari di contratto con i quali se ne stipula un ulteriore a completamento dell’orario d’obbligo ovvero appositamente assunti, non potendo ricorrere ad una delle precedenti ipotesi.

Giorno 21 settembre 2012, l’USR del Veneto ha emanato una circolare con la quale vengono dati ulteiori chiarimenti

Nell’ipotesi 1) (personale interamente o parzialmente a disposizione della scuola), essendo personale già retribuito per l’intero orario, non vi sono oneri aggiuntivi.
Nell’ipotesi 2) (docenti dichiarati disponibili ad effettuare ore eccedenti rispetto all’orario d’obbligo) le attività alternative, svolte da personale docente di ruolo e non di ruolo, sono liquidate come ore eccedenti sui piani gestionali già utilizzati per il pagamento degli assegni relativi allo stipendio base.
Nell’ipotesi 3) (personale supplente già titolare di altro contratto con il quale viene stipulato apposito contratto a completamento dell’orario d’obbligo) le attività alternative sono liquidate in aggiunta all’orario già svolto e riferite ai piani gestionali già utilizzati per il pagamento degli assegni relativi al contratto principale.
Nell’ipotesi 4) (personale supplente appositamente assunto, non potendo ricorrere ad una delle ipotesi sopra specificate) l’onere va imputato al piano gestionale relativo alle spese per le supplenze a tempo determinato dei capitoli di spesa distintamente previsti:

scuola dell’infanzia (cap. 2156),
scuola primaria (cap. 2154),
scuola secondaria di primo grado (cap. 2155),
scuola secondaria di secondo grado (cap. 2149).

La circolare dell’USR, inoltre, rammenta che, nei provvedimenti di individuazione dei destinatari di ore eccedenti, i Dirigenti Scolastici sono tenuti a dichiarare sotto la propria responsabilità di non aver potuto coprire tali ore con docenti di ruolo in soprannumero, tenuti al completamento di orario e, in caso di supplenza, di non aver potuto provvedere all’attribuzione di ore eccedenti.

Inoltre, le ore di cui trattasi non sono equiparabili a quelle delle altre discipline e pertanto non incidono nella definizione dell’organico d’istituto

Fonte: orizzontescuola.it

Sergio

Grazie di queste precisazioni. Un passaggio importante e forse decisivo è il seguente:

«La citata nota ricorda che l’insegnamento delle attività alternative “costituiscono un servizio strutturale obbligatorio. Ciò significa che le scuole hanno l’obbligo di attivare attività in sostituzione delle ore di religione cattolica.»

Questo non lo sapevo e mi obbliga a rivedere qualcosa. Sono però sorpreso e ho l’impressione che questa “normativa” sia piuttosto recente e il risultato dell’annosa discussione in merito all’ora alternativa.
Il Concordato non parla di ora alternativa. La lettera e lo spirito del Concordato dicono soltanto: la religione cattolica non è più religione di stato e l’IRC non è più obbligatorio per tutti i cittadini italiani. Sussiste perciò la possibilità di “non avvalersi” dell’IRC. Non dice che l’IRC è facoltativo o opzionale perché questi due termini sono lesivi della dignità dell’IRC (sarebbe come dire che d’ora in poi Gesù e la Madonna sono facoltativi o opzionali!). In un concordato ogni parola è soppesata mille volte: chiedere a Margiotta Broglio (non cattolico) che partecipò alla stesura del Concordato e fu poi sdegnato per la richiesta di ora alternativa per i “non avvalentisi” da parte della Chiesa. Disse: “Ma allora abbiamo scherzato?!”
In base agli accordi con la Santa Sede lo Stato ha assunto degli impegni per il finanziamento dell’IRC.
Comunque le due sentenze della Corte, tanto attese e deludenti per la Chiesa, furono limpide: l’IRC è una materia facoltativa – né obbligatoria né opzionale – e non risulta perciò alcun obbligo per i non avvalentisi. Logicamente non risulta nemmeno alcun obbligo per lo Stato, si direbbe, di organizzare e finanziare un’ora alternativa all’IRC. Questo si poteva pensare vent’anni fa, all’epoca delle sentenze della Corte.
Se è vero, come sembra, che più recenti normative abbiano modificato questo quadro introducendo un obbligo per le scuole (e lo Stato) di organizzare l’ora alternativa, allora siamo (e sono) in presenza di una situazione diversa.
Tuttavia non riesco a capacitarmi dell’introduzione di questo obbligo. La cosa mi sa d’imbroglio. Perché con questo obbligo si obbliga di fatto gli studenti a scegliere tra IRC e ora alternativa, rendendo le due materie praticamente opzionali (anche se non valide per la promozione). Se si organizza un’ora alternativa che poi nessuno frequenta? I docenti bisogna pagarli lo stesso.

P.S. C’è solo un problema reale per i bambini dell’asilo, delle elementari e delle medie, ma con un po’ di buona volontà si potrebbe rimediare facilmente. Purtroppo spesso i presidi non prestano volentieri mano alla soluzione di questo problemino.

Tiziana

la maggior parte delle scuole non ha fondi per l’ora alternativa e non la fa.

Roberto Grendene

è una delle classiche scuse (false) che portano a smistare i bimbi in altre classi, o a lasciarli in silenzio in fondo all’aula mentre si fa religione cattolica (altro che divertirsi)

http://www.uaar.it/uaar/campagne/progetto-ora-alternativa/faq#05

Quella della carenza di fondi è una delle scuse più frequenti. Oltre ad essere completamente falsa, tenta di colpevolizzare chi sceglie l’ora alternativa, quasi che esercitare questo diritto fondamentale tolga risorse alla scuola. È vero l’opposto. Attivare l’ora alternativa aumenta l’offerta didattica e si possono assumere nuovi insegnanti: aggiunge quindi risorse e attività alla scuola, evitando la discriminazione degli studenti.

I fondi per i docenti di attività alternative solo stanziati nel bilancio dello stato: il dirigente scolastico, in mancanza di insegnanti con ore eccedenti o disponibili per ore aggiuntive, deve nominare dalle graduatorie di istituto un supplente annuale, che come tale sarà retribuito con i fondi ministeriali. A ribadire questi concetti, che dovrebbero essere chiarissimi a chi di mestiere fa il dirigente scolastico, sono intervenuti MIUR e MEF con una nota congiunta.

Roberto Grendene

Tuttavia non riesco a capacitarmi dell’introduzione di questo obbligo. La cosa mi sa d’imbroglio. Perché con questo obbligo si obbliga di fatto gli studenti a scegliere tra IRC e ora alternativa

no, la scelta dell’uscita dalla scuola è sempre possibile, ci mancherebbe

ma per non causare alcuna forma di discriminazione nei confronti di chi sceglie di non fare religione cattolica, la scuola è obbligata, se ci sono richiesta, a organizzare attività didattica e formativa (ossia a fare il suo mestiere)

RobertoV

Ecco il modulo per la scelta della religione nelle scuole dei miei figli:
Lo studente decide di:
– avvalersi dell’Insegnamento della Religione Cattolica (I.R.C.)
– non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica
Per la scelta di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica si chiede:
A – attività didattiche e formative
B – attività di studio e/o di ricerca individuale con assistenza del personale docente
C – libera attività di studio e/o di ricerca con vigilanza del personale docente
D – entrata alla seconda ora o uscita anticipata, nel caso in cui l’orario scolastico lo consenta
(n.b. con questa scelta si ha la cessazione del dovere di vigilanza dell’Amministrazione e il subentro della responsabilità del genitore o di chi esercita la patria potestà). Qualora l’ora di I.R.C. fosse collocata in ore intermedie della giornata si chiede l’opzione: 􀀀 A 􀀀 B 􀀀 C
Fino a tre anni fa nella scuola media l’opzione A non veniva offerta (adesso proiettano film e discutono su vari temi e si occupano anche di tecnica fimografica).
In quella elementare l’ora alternativa c’è sempre stata, ma solo da due anni mettono insieme le classi di alternativa, prima anche se erano solo in 3-4 facevano lezione separati.
Mentre ecco il programma dell’ora di religione in una scuola media di Milano secondo i programmi del ministero: se non è indottrinamento questo!
http://www.mediatiepolo.it/wordpress/wp-content/uploads/2012/02/SULLA-PROPOSTA-del-Ministro-dell.pdf

RobertoV

Nelle scuole dei miei figli (elementare e medie) quasi tutti hanno optato per l’ora alternativa.

RobertoV

Intendevo dire che i non avvalentesi hanno optato per la scelta A.

kundalini444

la mia scuola non ha attivato alcun insegnamento alternativo perchè, pur essendoci alcuni (pochi) studenti che non si avvalgono dell’ IRC, nessuno di essi ha mai scelto l’ora alternativa.
In questi casi che si fa? Ha senso chiedere che venga fatta almeno una proposta di ora alternativa (anche se poi non andrebbe in effetto per l’anno in corso)?
Altrimenti e’ chiaro che “a scatola chiusa” nessun genitore lo scegliera’ mai… se nemmeno sa cosa verrebbe insegnato in quell’ora!!!! Un po’ un circolo vizioso insomma… nessuno sceglie l’ora alternativa perche’ non sa cosa si fa in quell’ora, e l’istituto non la attiva perche’ avrebbe 0 studenti a frequentarla…

francesco

Dovrebbero essere gli studenti stessi (almeno quelli delle secondarie) ad attivarsi verificando se esiste una materia che può interessarli e proponendola formalmente. Mi sembra questa possa essere un’interessante ed unica opportunità di scegliere cosa studiare. Scegliere di fare qualcosa di spendibile nel mercato del lavoro, per es imparare a sviluppare un prodotto SW (progettare e realizzare un blog, sito web, data base etc) è un valore aggiunto che non ti da nessuna materia studiata a scuola.
Naturalmente si potrebbero fare molte altre cose oltre al SW soprattutto per le materie scientifiche (per es fisica, chimica, biologia , etc) che sono attualmente studiate a scuola in modo misero ed esclusivamente libresco.
E’ un immane spreco di tempo ed una vergogna buttare tanti anni della propria vita senza imparare niente di utile.
Se usata con intelligenza l’ora alternativa è per gli studenti un’opportunità che finora la scuola non ha mai dato.
Per quanto riguarda le elementari e le medie dovrebbero essere i genitori a fare l’interesse dei propri figli, invece di svegliarsi solo quando si tratta di organizzare scampagnate e viaggi all’estero.

Roberto Grendene

la scuola dovrebbe inserire nel POF (Piano dell’offerta formativa) quello che programma di fare per l’ora alternativa nel caso vi siano domande

in questa pagina puoi trovare esempi di POF con esposti progetti di ora alternativa
http://www.uaar.it/uaar/campagne/progetto-ora-alternativa/ora-alt-materiale-insegnanti.html

come genitore io ho scelto l’ora alternativa per i miei figli dai 3 agli 11 anni, anche se non sapevo esattamente cosa gli avrebbero fatto fare (lo illustravano alla prima riunione di classe); e tutti gli anni la scuola ha organizzato attività didattiche eccellenti
i miei figli la ritenevano la materia più interessante, anche perchè erano in un gruppetto di 5-6 e riuscivano a lavorare e divertirsi (ora che sono alle medie è ormai metà della classe che non fa RC, molti hanno scelto lo studio assistito per portarsi avanti con compiti e studio delle materie fondamentali)

Tiziana

Grendene,
Onestamente, prevdei che l’ora di religione finirà prima o poi?
Mi pare che con la promozione di questa ora – che sicuramente saprai da molte scuole viene respinta. ad esempio a Roma le scuole comunali hann addirittura ababssato lo standard delle mense, , si da un occhei alla ora stupida di religione, Lo prendi in esame o ti pare completamente una folia?

Sergio

“CHIUDIAMO LE SCUOLE”


di Giovanni Papini


1 giugno 1914

Diffidiamo de’ casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche architetture son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l’uomo abbandonato a sé stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.
 Vi sono sinistri magazzini di uomini cattivi – in città e in campagna e sulle rive del mare – davanti a’ quali non si passa senza terrore. 
Lì son condannati al buio, alla fame, al suicidio, all’immobilità, all’abbrutimento, alla pazzia, migliaia e milioni di uomini che tolsero un po’ di ricchezza a’ fratelli più ricchi o diminuirono d’improvviso il numero di questa non rimpiangibile umanità. Non m’intenerisco sopra questi uomini ma soffro se penso troppo alla loro vita – e alla qualità e al diritto de’ loro giudici e carcerieri. Ma per costoro c’è almeno la ragione della difesa contro la possibilità di ritorni offensivi verso qualcun di noialtri. 
Ma cosa hanno mai fatto i ragazzi, gli adolescenti, i giovanotti che dai sei fino ai dieci, ai quindici, ai venti, ai ventiquattro anni chiudete tante ore del giorno nelle vostre bianche galere per far patire il loro corpo e magagnare il loro cervello? Gli altri potete chiamarli – con morali e codici in mano – delinquenti ma quest’altri sono, anche per voi, puri e innocenti come usciron dall’utero delle vostre spose e figliuole. Con quali traditori pretesti vi permettete di scemare il loro piacere e la loro libertà nell’età più bella della vita e di compromettere per sempre la freschezza e la sanità della loro intelligenza? 
Non venite fuori colla grossa artiglieria della retorica progressista: le ragioni della civiltà, l’educazione dello spirito, l’avanzamento del sapere… Noi sappiamo con assoluta certezza che la civiltà non è venuta fuor dalle scuole e che le scuole intristiscono gli animi invece di sollevarli e che le scoperte decisive della scienza non son nate dall’insegnamento pubblico ma dalla ricerca solitaria disinteressata e magari pazzesca di uomini che spesso non erano stati a scuola o non v’insegnavano.
 Sappiamo ugualmente e con la stessa certezza che la scuola, essendo per sua necessità formale e tradizionalista, ha contribuito spessissimo a pietrificare il sapere e a ritardare con testardi ostruzionismi le più urgenti rivoluzioni e riforme intellettuali.
 Soltanto per caso e per semplice coincidenza – raccoglie tanta di quella gente! – la scuola può essere il laboratorio di nuove verità.
 Essa non è, per sua natura, una creazione, un’opera spirituale ma un semplice organismo e strumento pratico. Non inventa le conoscenze ma si vanta di trasmetterle. E non adempie bene neppure a quest’ultimo ufficio – perché le trasmette male o trasmettendole impedisce il più delle volte, disseccando e storcendo i cervelli ricevitori, il formarsi di altre conoscenze nuove e migliori.
Le scuole, dunque, non son altro che reclusori per minorenni istruiti per soddisfare a bisogni pratici e prettamente borghesi. 
Quali?
 Per i genitori, nei primi anni, sono il mezzo più decente per levarsi di casa i figliuoli che danno noia. Più tardi entra in ballo il pensiero dominante della “posizione” e della “carriera”.
 Per i maestri c’è soprattutto la ragione di guadagnarsi pane, carne e vestiti con una professione ritenuta “nobile” e che offre, in più, tre mesi di vacanza l’anno e qualche piccola beneficiata di vanità. Aggiungete poi a questo la sadica voluttà di potere annoiare, intimorire e tormentare impunemente, in capo alla vita, qualche migliaio di bambini o di giovani. 
Lo Stato mantiene le scuole perché i padri di famiglia le vogliono e perché lui stesso, avendo bisogno tutti gli anni di qualche battaglione di impiegati, preferisce tirarseli su a modo suo e sceglierli sulla fede di certificati da lui concessi senza noie supplementari di vagliature più faticose. 
Aggiungete che sulle scuole ci mangiano ispettori, presidi, bidelli, preparatori, assistenti, editori, librai, cartolai e avrete la trama completa degli interessi tessuti attorno alle comunali e regie e pareggiate case di pena. 
Nessuno – fuorché a discorsi – pensa al miglioramento della nazione, allo sviluppo del pensiero e tanto meno a quello cui si dovrebbe pensar di più: al bene dei figliuoli.
 Le scuole ci sono, fanno comodo, menano a qualche guadagno: ficchiamoci maschi e femmine e non ci pensiamo più. 
L’uomo, nelle tre mezze dozzine d’anni decisive nella sua vita (dai sei ai dodici, dai dodici ai diciotto, dai diciotto ai ventiquattro), ha bisogno, per vivere, di libertà. Libertà per rafforzare il corpo e conservarsi la salute, libertà all’aria aperta: nelle scuole si rovina gli occhi, i polmoni, i nervi (quanti miopi, anemici e nevrastenici possono maledire giustamente le scuole e chi l’ha inventate!). 
Libertà per svolgere la sua personalità nella vita aperta dalle diecimila possibilità, invece che in quella artificiale e ristretta delle classi e dei collegi. 
Libertà per imparare veramente qualcosa perché non s’impara nulla di importante dalle lezioni ma soltanto dai grandi libri e dal contatto personale colla realtà. Nella quale ognuno s’inserisce a modo suo e sceglie quel che gli è più adatto invece di sottostare a quella manipolazione disseccatrice e uniforme ch’è l’insegnamento. 
Nelle scuole, invece, abbiamo la reclusione quotidiana in stanze polverose piene di fiati – l’immobilità fisica più antinaturale – l’immobilità dello spirito obbligato a ripetere invece che a cercare – lo sforzo disastroso per imparare con metodi imbecilli moltissime cose inutili – e l’annegamento sistematico di ogni personalità, originalità e iniziativa nel mar nero degli uniformi programmi. Fino a sei anni l’uomo è prigioniero di genitori, bambinaie e istitutrici; dai sei ai ventiquattro è sottoposto a genitori e professori; dai ventiquattro è schiavo dell’ufficio, del caposezione, del pubblico e della moglie; tra i quaranta e i cinquanta vien meccanizzato e ossificato dalle abitudini (terribili più d’ogni padrone) e servo, schiavo, prigioniero, forzato e burattino rimane fino alla morte.
 Lasciateci almeno la fanciullezza e la gioventù per godere un po’ d’igienica anarchia!
 L’unica scusa (non mai bastante) di tale lunghissimo incarceramento scolastico sarebbe la sua riconosciuta utilità per i futuri uomini. Ma su questo punto c’è abbastanza concordia fra gli spiriti più illuminati. La scuola fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. 
Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé.
 Insegna moltissime cose false o discutibili e ci vuol poi una bella fatica a liberarsene – e non tutti ci arrivano.
 Abitua gli uomini a ritenere che tutta la sapienza del mondo consista nei libri stampati.
 Non insegna quasi mai ciò che un uomo dovrà fare effettivamente nella vita, per la quale occorre poi un faticoso e lungo noviziato autodidattico. 
Insegna (pretende d’insegnare) quel che nessuno potrà mai insegnare: la pittura nelle accademie; il gusto nelle scuole di lettere; il pensiero nelle facoltà di filosofia; la pedagogia nei corsi normali; la musica nei conservatori.
 Insegna male perché insegna a tutti le stesse cose nello stesso modo e nella stessa quantità non tenendo conto delle infinite diversità d’ingegno, di razza, di provenienza sociale, di età, di bisogni ecc. 
Non si può insegnare a più d’uno. Non s’impara qualcosa dagli altri che nelle conversazioni a due, dove colui che insegna si adatta alla natura dell’altro, rispiega, esemplifica, domanda, discute e non detta il suo verbo dall’alto.
 Quasi tutti gli uomini che hanno fatto qualcosa di nuovo nel mondo o non sono mai andati a scuola o ne sono scappati presto o sono stati “cattivi” scolari. (I mediocri che arrivano nella vita a fare onorata e regolare carriera e magari a raggiungere una certa fama sono stati spesso i “primi” della classe).
 La scuola non insegna precisamente quello di cui si ha più bisogno: appena passati gli esami e ottenuti i diplomi bisogna rivomitare tutto quel che s’è ingozzato in quei forzati banchetti e ricominciare da capo.
Vorrei che i nostri dottori della legge, per i quali la scuola è il tempio delle nuove generazioni e i manuali approvati sono i sacri testamenti della religion pedantesca, leggessero almeno una volta il saggio di Hazlitt sull’Ignoranza delle persone istruite, che comincia così: “La razza di gente che ha meno idee è formata da quelli che non son altro che autori o lettori. È meglio non saper né leggere né scrivere che saper leggere e scrivere, e non essere capaci d’altro”.
 E più giù: “Chiunque è passato per tutti i gradi regolari d’una educazione classica e non è diventato stupido, può vantarsi d’averla scappata bella”.
 Credo che pochissimi potrebbero – se sapessero giudicarsi da sé – vantarsi di una tal resistenza. E basta guardarsi un momento attorno e vedere quale sia la media intelligenza de’ nostri impiegati, dirigenti, professionisti e governanti per convincersi che Hazlitt ha centomila ragioni. Se c’è ancora un po’ d’intelligenza nel mondo bisogna cercarla fra gli autodidatti o fra gli analfabeti.
 La scuola è così essenzialmente antigeniale che non ristupidisce solamente gli scolari ma anche i maestri. Ripeti e ripeti anni dopo anni le medesime cose, diventano assai più imbecilli e immalleabili di quel che fossero al principio – e non è dir poco. 
Poveri aguzzini acidi, annoiati, anchilosati, vuotati, seccati, angariati, scoraggiati che muovon le loro membra ufficiali e governative soltanto quando si tratta di aver qualche lira di più tutti i mesi!
 Si parla dell’educazione morale delle scuole. Gli unici risultati della convivenza tra maestri e scolari è questa: servilità apparente e ipocrisia dei secondi verso i primi e corruzione reciproca tra compagni e compagni.
 L’unico testo di sincerità nelle scuole è la parete delle latrine.
 Bisogna chiuder le scuole – tutte le scuole. Dalla prima all’ultima. Asili e giardini d’infanzia; collegi e convitti; scuole primarie e secondarie; ginnasi e licei; scuole tecniche e istituti tecnici; università e accademie; scuole di commercio e scuole di guerra; istituti superiori e scuole d’applicazione; politecnici e magisteri. Dappertutto dove un uomo pretende d’insegnare ad altri uomini bisogna chiuder bottega. Non bisogna dar retta ai genitori in imbarazzo né ai professori disoccupati né ai librai in fallimento. Tutto s’accomoderà e si quieterà col tempo. Si troverà il modo di sapere (e di saper meglio e in meno tempo) senza bisogno di sacrificare i più begli anni della vita sulle panche delle semiprigioni governative. 
Ci saranno più uomini intelligenti e più uomini geniali; la vita e la scienza andranno innanzi anche meglio; ognuno se la caverà da sé e la civiltà non rallenterà neppure un secondo. Ci sarà più libertà, più salute e più gioia. 
L’anima umana innanzi tutto. È la cosa più preziosa che ognuno di noi possegga. La vogliamo salvare almeno quando sta mettendo le ali. Daremo pensioni vitalizie a tutti i maestri, istitutori, prefetti, presidi, professori, liberi docenti e bidelli purché lascino andare i giovani fuor dalle loro fabbriche privilegiate di cretini di stato. Ne abbiamo abbastanza dopo tanti secoli. 
Chi è contro la libertà e la gioventù lavora per l’imbecillità e per la morte.

Sergio

Questo è un testo del Papini futurista e iconoclasta di prima della conversione avvenuta verso il 1921 (il testo è del 1914). È sicuramente il Papini migliore, quello convertito è semplicemente insopportabile. In questo testo c’è molto di vero sulla scuola, non proprio positivo. La scuola non è tutto e sicuramente non maestra di vita. Certo è un testo che ai benpensanti fa storcere il naso. I benpensanti vogliono tutto ben organizzato, guai se qualcosa è fuori posto, perdono la ragione. Lo Stato ha bisogno di tanti benpensanti, come la Chiesa (ma anche di qualche intelligente).

francesco

Il signor mastai ferretti non aveva capito che la scuola è un potente strumento di indottrinamento e propaganda che gli avrebbe fatto molto comodo.
La sua avversione alla scuola obbligatoria era solo psicologica perchè associava questo tipo di scuola a chi gli aveva tolto il potere.

francesco

Parole sante.
A parte qualche caduta di tono piuttosto demenziali (come quando cita l’anarchia come valore) papini dice molte verità.
Del resto è noto che l’unica democrazia al mondo (la Svizzera) l’hanno fatta montanari non scolarizzati, non gli intellettuali.
Questo dato di fatto dovrebbe fare riflettere chi mette in relazione il progresso con la scolarizzazione. Gli stati all’avanguardia della cultura mondiale nel 900 (germania e giappone) sono stati prprio quelli dominati dai più oppressivi regimi dittatoriali instuarati col consenso della stragrande maggioranza delle persone e nel caso del nazismo col sostegno entusiastico del popolo.
Inoltre, più in generale, gli intellettuali hanno sempre ingrossato le file dei baciapile, adulatori e servitori di duci e ducetti. Perfino la parte di intellettuali che storicamente può essere giudicata migliore (quella degli illuministi) è stata quasi sempre asservita a ricchi padroni (re, nobili, boiardi di stato ed altri gerarchi). Basta leggere le ignominiose dediche servili dei massimi intellettuali del 600 e 700 (locke, leibniz, newton etc) ai loro padroni e protettori.

Sergio

” … le ignominiose dediche servili dei massimi intellettuali del 600 e 700 (locke, leibniz, newton etc) ai loro padroni e protettori.”

Per noi ignominiose e ridicole, ma scusabili in quanto salamelecchi d’uso di quel tempo da non prendere troppo sul serio. Doppiamente scusabili poi se si pensa ai loro meriti scientifici. Vogliamo ridurre Metastasio alla “genufflessioncella” che indignò Alfieri?
Certo Voltaire ferito a morte perché il re passando da Ferney non si ferma per salutarlo lascia perplessi … Il fascino del potere è sempre grande.

francesco

Certo, per capire è sempre bene contestualizzare.
Queste persone hanno spesso dati grandi contributi al sapere, ma nessuno alla democrazia che secondo me resta il bene più grande.

RobertoV

Non è vero che Hitler fu sostenuto dalla stragrande maggioranza dei tedeschi. Alle elezioni del ’33 quando era già cancelliere in un clima non certo completamente libero e democratico e di intimidazione, ottenne il 43,91 % dei voti (88,74 % i votanti, 288 seggi su 647), non la maggioranza. Quindi non avrebbe mai potuto governare da solo. Grazie all’appoggio del Zentrum di Kaas ottenne i pieni poteri e potè grazie alla legge sulla sicurezza sciogliere il forte partito comunista (12,32 % dei voti, 81 seggi) ed ottenere la maggioranza dei seggi, poi grazie a questa legge sciolse anche l’SPD (18,25 %, 120 seggi) e col concordato ottenne lo scioglimento anche del Zentrum (11,25% + 2,73% del partito cattolico bavarese BVP, 73 + 19 seggi), quindi strada spianata alla dittatura. Secondo le ricerche dello storico Götz Aly il massimo del consenso lo raggiunse pochi anni dopo nel ’35-‘36 cioè negli anni del boom economico, ma con la guerra il consenso iniziò a calare, più velocemente dopo il ’42.

Riguardo al giudizio sugli intelletuali del ‘600 e ‘700 non trovo corretto valutarli con parametri moderni, vivevano in stati non democratici e repressivi dove erano l’aristocrazia ed il clero a detenere il potere e le ricchezze, gli altri morivano di fame. Cadere in disgrazia poteva essere molto pesante e pericoloso.

francesco

Roberto
La storia del nazisimo è simile a quella del fascismo.
Entrambi sono andati al potere ‘legalmente’.
Entrambi hanno avuto un appoggio popolare crescente nel tempo, un po’ meno all’inizio per poi diventare quasi plebiscitario.
Le adunate oceaniche, tra l’altro ben documentate da filmati d’epoca, non erano invenzioni di questi regimi ma una triste realtà.
Entrambi i regimi hanno cominciato a perdere consensi durante la guerra e più precisamente dopo l’entrata in guerra degli USA (7/12/1941) quando ormai era chiaro che la guerra non poteva più essere vinta.
Prima del 8 settembre 43 in italia c’erano pochissimi antifascisti. La conversione in massa dei fascisti in antifascisti è avvenuta miracolosamente ed all’improvviso quando è caduto il fascismo.

Giorgio Pozzo

Del resto è noto che l’unica democrazia al mondo (la Svizzera) l’hanno fatta montanari non scolarizzati, non gli intellettuali.

Eh? La democrazia fu inventata nell’antica Grecia, e non da montanari analfabeti, ma dai primi “intellettuali” europei, possessori di un livello culturale rimasto di gran lunga superiore per molti secoli.

Chissà perchè, ma quelli che bruciano i libri sono tutt’altro che democratici…

RobertoV

Sotto la dittatura non esiste la libertà di pensiero, nè la libertà in genere. Misurare quindi l’adesione dalle adunate oceaniche promosse dal regime è come misurare la religiosità delle persone durante l’inquisizione. Anche Musharraf in Pakistan alle elezioni prendeva oltre il 99 % dei voti, ma in pochi l’hanno rimpianto quando ha perso il potere. Le adunate oceaniche erano recite dei regimi, sottrarvisi poteva essere pericoloso.
E’ vero che il consenso è cresciuto sotto i regimi per un certo periodo, ma sarei cauto nel considerarlo troppo esteso e rilevare l’adesione dalla scarsa opposizione attiva: sono poche le persone che hanno il coraggio di rischiare la propria vita per opporsi ad un regime, lo subiscono e ci convivono in attesa di tempi migliori.

Sandra

francesco,
nelle elezioni del marzo 33 il partito nazista ricevette 17 milioni di voti, i partiti di sinistra (socialista e comunista) 13 milioni di voti, il partito cattolico 4 milioni, e altri partiti conservatori insieme altri 4 milioni di voto. 5 milioni non andarono a votare. Non direi che fu un plebiscito, e dopo non vennero più indette elezioni a confermare il consenso alla dittatura. La propaganda di regime impediva al normale cittadino, quello cioè che non si era mai impegnato politicamente e che quindi non era sottoposto a controlli o peggio, di sapere la verità. La partecipazione alle adunate era sollecitata dal controllo sociale imposto dalla Gestapo, sapere di un vicino che si asteneva e non denunciarlo era un atto con gravi conseguenze.
Uno scrittore tedesco, Hans Fallada, riprese la vicenda di una coppia tedesca, gli Hampel, che cercò di “informare” sulla natura del nazismo, lasciando cartoline in vari luoghi di Berlino, la maggior parte delle quali fu portata direttamente alla Gestapo. E’ una bella storia, “Ognuno muore solo”.

bruno gualerzi

@ Sergio
Sarà un caso se questo Papini spaccatutto, così violentemente anarchico, così iconoclasta, così contro tutto e tutti, soprattutto la scuola, così ‘futurista’, si sia poi convertito?
Come del resto la gran parte dei futuristi (quelli della ‘guerra sola igiene del mondo’), che si sono poi riconosciuti, pensa un pò, nel ‘rivoluzionario’ Mussolini (non dimentichiamo che nel ventennio si parlava ufficialmente di ‘rivoluzione fascista’), il quale, da mangiapreti incallito, si è trasformato nell”Uomo della Provvidenza’, convinto col Concordato di asservire la chiesa ai suoi disegni imperiali e invece (ben)servito dalla chiesa.
Secondo me non è un caso. Naturalmente non perchè quanto denunciato non sia in gran parte vero, o verosimile… ma perchè è sempre facile auspicare cambiamenti radicali di fronte alle storture di un sistema sociale, ma poi, quando si arriva al dunque, ecco spuntare il Grande Leader (non importa se con un passato da comico) cui accodarsi più o meno entusiasticamente.
Purtoppo vale sempre la celebre battuta di Flaiano che parlava di quello italiano come un popolo “che corre sempre in soccorso del vincitore’.

bruno gualerzi

Aggiungo. Personalmente considero l’anarchismo un valore in quanto, almeno nelle intenzioni, libertario, fautore del libero pensiero… ma, al solito, quando ritiene con questo di sfasciare tutto l’esistente per preperare un terreno vergine su cui costruire la società ideale (utopica nell’accezione negativa del termine), il risultato concreto si trasforma quasi subito nell’esatto contrario.
Ma – facendo tesoro, sia pure col comodo senno di poi, di quanto provocato dai pur generosissimi tentativi, pagati sempre in prima persona, dell’anarchismo storico – ritengo l’anarchismo non violento attualmente una notevole risorsa. Quei gruppi sedicenti anarchici che puntano ancora all’attentato dimostrativo, dimostrano soltanto di rappresentare la parodia dell’anarchismo.
Per me, anarchia e ateismo, se ben intesi, sono sinonimi. Soprattutto – ovviamente nei limiti del possibile – sinonimo di libero pensiero.

Sergio

@ Bruno

“Sarà un caso se questo Papini … ? Secondo me non è un caso.”

Mah, come saperlo se è un caso o no? Papini è stato il mio grande amore di gioventù, oggi proprio non lo sopporto. Però questo Papini ante-conversione mi piace, devo ammetterlo (e mi sono divertito parecchio leggendo recentemente le sue prose della prima fase, raccolte nel volume dei Meridiani). Uno si chiede come sia possibile passare da così a così. Non lo so. Personalmente lascio da parte il Papini di Storia di Cristo e delle Lettere agli uomini di Celestino VI (ovvero di Papini I). Però non tutto Papini è da buttare.

È poi vero che è facile fare i profeti, più difficile realizzare qualcosa di concreto e fruibile. Nonostante Papini e Illich e Internet l’istituzione scuola resiste ancora, anzi quasi tutti, compresi i liberali e la Chiesa, ritengono che sia (ancora) insostituibile per vari motivi, soprattutto per introiettare “certi” valori.

Sì, anarchia e ateismo mi vanno bene. Penso alla cuoca di Lenin in grado di guidare i destini della patria. Ma la cuoca doveva trovare prima una situazione governabile. Fatta la rivoluzione, pensava Lenin, create le premesse per una vita finalmente libera e con un certo ordine, chiunque – anche appunto la cuoca – sarebbe stato in grado di prendere le decisioni opportune. Hélas, non ci siamo ancora. E come vanno le cose è più probabile che salti in aria tutto. Ma:

“Compiute le sorti /allora de’ cieli / nei lucidi porti / la terra si celi, / attenda su l’àncora/ il cenno divino / per nuovo cammino” (Zanella, Sopra una conchiglia fossile).

Mirko

Il primo ambito in cui si coltiva il senso di autocritica è la famiglia. Mia figlia frequenta la 2a media e anche l’ora di religione. È una sua scelta e la rispetto. Però in casa si discute su tutto e si ha una visione aperta del cristianesimo (io non sono più cattolico da un pezzo) e quindi certe “stupidaggini” che lei sente a scuola le confutiamo!
Inoltre i testi di storia canonici, che studia a italiano non a religione, sono intrisi di clericalismo strisciante e sono ben peggio dell’ora di religione per cui la mia unica alternativa sarebbe il fare stare a casa mia figlia da scuola in toto.
A tutti quindi consiglio vivamente di SORVEGLIARE e VIGILARE tutte le materie e non solo quella di Religione!

Roberto Grendene

il consiglio è sicuramente da tenere in considerazione, e nella mailing list dell’ora alternativa questo tema del clericalismo dei libri di testo emerge spesso

anche io rispetto la scelta dei miei figli, ora che vanno alle medie

ma come puoi chiedere a bimbi di 3 anni di scegliere se frequentare due ore la settimana di lezioni che sono letterale indottrinamento religioso?
fino a 7-8 anni diventa inevitabile fare una scelta per loro, e non sottoporli ad indottrinamento mi sembra la scelta migliore (per me la scelta di tenera a casa i bimbi o di far loro frequentare attività didattiva alternativa all’IRC sono ugualmente rispettabili)

francesco

Giorgio

‘Eh? La democrazia fu inventata nell’antica Grecia, e non da montanari analfabeti, ma dai primi “intellettuali” europei, possessori di un livello culturale rimasto di gran lunga superiore per molti secoli.’

I greci hanno inventato la parola ‘democrazia’, non la democrazia.
L’esperienza della democrazia in grecia è molto limitata nel tempo e nello spazio (in poche città stato di cui atene è la più nota).
La brevissima esperienza della tanto decantata democrazia ateniese era comunque limitata ai soli maschi maggiorenni figli di genitori ateniesi.
Per il resto la società democratica era ben diversa da ciò che oggi consideriamo democratico a cominciare dallo schiavismo diffuso.
Per quanto riguarda gli intellettuali greci le cose vanno anche peggio. I 2 intellettuali greci più noti (aristotele e platone) erano entrambi tutt’altro che democratici. Platone era dichiaratamente antidemocratico mentre aristotele sosteneve una sorta di meritocrazia (di tipo napoleonico-berlusconiano) che era una pura parodia della democrazia.
Il motivo per cui siamo cresciuti nella favola che la grecia è la culla della democrazia è che si è voluto dare alla civiltà occidentale delle splendide origini. Più che raccontare i fatti quasi tutta la storiografia ha lo scopo di dimostrare e celebrare la superiorità della civiltà occidentale su tutte le altre

francesco

Bruno
anarchia vuol dire società senza poteri, il chè non è possibile.
Se c’è una cosa pubblica questa va gestita.
La cosa pubblica consiste essenzialmente nei nostri soldi che sono quotidianamente raccolti (nel nostro caso estorti) in vari modi (tasse, imposte, etc).
L’esistenza di questa ricchezza condivisa pone il problema di chi la gestisce.
Se la cosa pubblica è gestita da una persona abbiamo la monarchia, se è gestita da un piccolo gruppo di persone si chiama oligarchia o nel nostro caso partitocrazia o regime parlamentare o comunque ‘rappresentativo’ dove una piccola e numericamente insignificante minoranza (rispetto alla totalità dei contribuenti) si appropria di questo ruolo.
La cosa pubblica gestita da tutti i cittadini si chiama invece democrazia.
Se non è gestita da nessuno si chiama anarchia, ma questa eventualità non esiste perchè ci sarà sempre qualcuno incaricato di decidere come usare queste risorse. Se non fosse previsto come e chi gestisce questo bottino, se ne approprierebbe comunque il più forte o il più avido.
Dal punto di vista storico l’anarchia è la forma teorizzata dal comunismo che fantasiosamente prevedeva la dissoluzione dello stato ed una società che si sarebbe dovuta autoregolare da sè non si sa come. Per questo in origine più che di comunismo e di anarchismo si parlava di anarco-comunismo.
Ciò che invece storicamente è stato spacciato per comunismo (che di fatto è socialismo, come per es urss ed ex paesi del est europa ) è un modello di società dominato dalla presenza dello stato, che è proprio l’entità che il comunismo vero (originario) si proponeva di distruggere.

bruno gualerzi

“anarchia vuol dire società senza poteri, il chè non è possibile”

Naturalmente ciò che tu consideri è l’esito spesso controproducente che l’anarchia ha provocato con le sue iniziative, per altro sempre indirettamente (il che non è certo una scusante, se mai un’aggravante)… ma, detto quasto, intanto due considerazioni. Gli anarchici storici come tali non sono mai andati al potere (il movimento anarchico che più ha lottato per trovare un suo spazio in una eventuale repubblica spagnola, è stato il partito anarchico spagnolo duramente, combattuto, più ancora che dal franchismo, dai comunisti emanazione del comintern), mentre in tante situazioni storiche il movimento anarchico è stato spesso l’unico a rivendicare diritti negati alle classi subalterne pagando per altro sempre di persona (v. Sacco e Vanzetti).
Seconda considerazione. Non è che gli altri progetti politici, o ideologie che dir si vogliano, una volta tradottisi in istituzioni storiche, abbiano – in termini di diritti effettivi – fatto fare grandi passi avanti alla società umana intesa nella sua globalità: Il progresso conseguito dai cosiddetti paesi del primo mondo è stato in gran parte reso possibile da una politica imperialista pagata soprattutto dai paesi del cosiddetto terzo mondo, e in ogni caso le sue contraddizioni stanno esplodendo senza che nessuno sappia veramente porvi rimedio.
Ma, a parte tutto questo… cioè puntando ad una analisi storica dell’anarchismo il più possibile libera da beatificazioni o deminizzazioni – qual è l’esigenza espressa dal’anarchismo? Molto semplicemente: aspirare ad una società in cui le istituzioni rese necessarie dalla convivenza pacifica tra gli uomini, non diano vita a forme di dominio dell’uomo sull’uomo. Detto in altro modo: far sì che le istituzioni, pur necessarie, siano al servizio dell’uomo, e non l’uomo al servizio delle istituzioni… ciò che, detto così, può sembrare un discorso teorico, mentre invece risulta una chiave di lettura molto realistica della storia delle istiutzioni, o della storia semplicemente. Quindi nessuna assenza di poteri se con questo si intende rifiuto di ogni forma di organizzazione della società umana con conseguente dominio del più forte (anche certamente per contraddizioni dell’anarchismo storico, ma questa è l’etichetta liquidatoria del tutto ingiustamente appiccicata all’anarchismo), ma impegno prioritario perchè questi poteri non siano coercitivi nei confronti di ogni singolo individuo. E qui un altro aspetto – per me decisivo anche, e per tanti aspetti soprattutto, in quanto ateo – proprio delle istanze anarchiche: l’individuo deve essere posto sempre in primo piano, non il gruppo, la classe, la categoria, l’etnia, la nazionalità, lo stato, la stessa famiglia (l’ho detto alla rinfusa, ma spero che il senso sia chiaro)… per non parlare infine della religione e delle chiese. Tutte configurazioni sociali che spesso assumono carattere di entità metafisiche nei confronti delle quali l’individuo perde la propria identità di individuo, cioè poi la propria umanità. E siccome non esistono realmente i gruppi sociali come tali, ma gli individui che li compongono… avere ben presente ciò è il vero apporto che l’anarchismo, certamente reinterpretato, ma non certo liquidato, può servire per il formarsi di una società più giusta.

bruno gualerzi

Chiedo scusa per il numero veramente eccessivo di refusi, oltre che per la sintassi spesso traballante… ma confido sempre nell’indulgenza degli eventuali lettori.

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