“Vivo la mia sessualità come qualunque donna che sta bene con se stessa e ne parlo anche in modo serio per sfatare i tabù sulla sessualità e disabilità. Ne potrei parlare senza problemi anche nei convegni. Forse mi aiuta anche la mia corrente filosofica che vede il sesso in modo molto positivo e naturale, non come la religione cattolica, o come altre correnti spirituali, che lo vedono in modo negativo e peccaminoso”.
Sono affermazioni che Valeria Sirigu, ventottenne affetta da schizoencefalia, ha rilasciato al periodico della Uildm. Valeria si dichiara “atea, umanista e razionalista”, e definisce “il sesso un bisogno primario e naturale del mondo”, da praticare liberamente. Ma è conscia che alcune persone la credono asessuata in quanto disabile, e non nasconde i problemi che la sua situazione comporta: trovare un compagno, certamente, ma anche solo avvisare un’assistente o la madre che sta uscendo con un uomo.
È raro trovare affermazioni simili, in Italia. Che i grandi e piccoli mezzi di informazione non ne parlino è tutto sommato normale, tanto sono condizionati dalle paturnie della Chiesa cattolica. Che accada anche su testate che si vogliono laiche e progressiste suscita tuttavia più sorpresa: è un tabù anche per loro?
Ne scriviamo allora noi, cercando di lanciare un sasso nello stagno. Le persone disabili incontrano molte più difficoltà a trovare un partner. Ed è talmente un’evidenza che, altrove, si cerca di risolvere questo problema.
Già la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità afferma che gli stati sottoscrittori dovranno “fornire alle persone con disabilità la stessa gamma, qualità e standard di servizi e programmi sanitari, gratuiti o a costi sostenibili, forniti alle altre persone, compresi i servizi sanitari nell’area sessuale e riproduttiva”: non è molto, ma si riconosce che il problema esiste. Spetta agli stati andare oltre.
E molti l’hanno fatto. Nei Paesi Bassi l’assistenza sessuale è un servizio completamente garantito dal servizio sanitario nazionale. E la notoria tolleranza olandese ha fatto sì che alcuni comuni inglesi, avvalendosi di un apposito fondo governativo, abbiano inviato ad Amsterdam alcuni disabili al fine di permettere loro di avere rapporti sessuali. Ma anche altri paesi – non solo quelli scandinavi, ma anche la Germania, e persino la “cattolicissima” Spagna – si sono dati regolamentazioni e consentono ai portatori di handicap di avere esperienze sessuali in modo sicuro, quale servizio mutuato o dietro il corrispettivo di un prezzo calmierato. In Svizzera o due associazioni, Sexualité et Handicaps Pluriels e Fachstelle Behinderung & Sexualität, formano assistenti sessuali. Sono attivi anche nel Canton Ticino. E ricevono richieste anche dall’Italia.
Già, l’Italia. Uno dei paesi europei che meno spende per i disabili. Il nostro Stato, quando spende, lo fa “sussidiando” clericalmente i loro viaggi a Lourdes. Invece di finanziare chi per i disabili organizza pellegrinaggi, perché non li interpella direttamente offrendo loro anche la scelta dell’assistenza sessuale?
Se lo Stato finanzia i “viaggi della speranza” cattolici, è purtroppo il responsabile diretto anche di tanti altri “viaggi della speranza”, quelli verso mete più civili, quelle che non solo mettono a disposizione assistenti sessuali, ma consentono anche un ricorso “normale” alla fecondazione artificiale, un divorzio in tempi ragionevoli, un aborto terapeutico in cliniche non condizionate dalla dottrina della Chiesa cattolica. Quella stessa Chiesa un cui rappresentante, il vescovo di Viterbo Lorenzo Chiarinelli, rifiutò il matrimonio religioso a un paraplegico, in quanto “incapace di procreare”.
Dimenticando, o forse fingendo di dimenticare, che se i paraplegici non possono procreare in maniera naturale possono sempre farlo attraverso le tecniche di procreazione: proprio quelle tecniche che la sua Chiesa, tanto favorevole (a parole) alla “vita”, vuol vietare ovunque. Una Chiesa che si riempie la bocca con tante belle parole e fa, lo riconosciamo, anche tante belle cose (spesso assai noiose) per i disabili, ma i cui vertici hanno deciso di non sottoscrivere la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.
Siamo ormai abituati in Italia, ad affrontare problemi serissimi in modo poco serio. L’unica iniziativa di cui siamo a conoscenza che abbia offerto una possibilità di soddisfacimento dei desideri sessuali dei disabili è stata lanciata da Federsex, l’associazione che “raccoglie e tutela i club privée”. Probabilmente perché vi avrà intravisto un business. E pensare che, sin dal 1978, esiste una pubblicazione accademica internazionale dal nome eloquente: Sexuality & Disability.
Il profumo di provincialismo si avverte sempre più forte, dalle nostre parti, quando in gioco sono i diritti dei più deboli. Ci auguriamo che questo nostro intervento serva ad avviare anche in Italia un dibattito su una questione che riguarda, ormai, oltre tre milioni di persone. Di cittadini. Perché godano anch’essi di quei diritti che mezza Europa già riconosce.
La redazione
Clinica del sesso in Svizzera, passa un’assistente sessuale davanti a tre ciechi di nazionalità straniera che hanno ottenuto assistenza grazie alla mutua.
Tedesco: (silenzio)
Francese: (silenzio)
Italiano: Ammazza che bona!
Me la segno, 😀
Ok. 😉
Questo è l’articolo che avevo scritto tempo fa si disabilità e sessualità femminile
http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2012/09/17/donne-e-disabili-una-doppia-discriminazione/
Ma per piacere! è un disabile uomo allora…: viene visto come superman?
C’è che va bene la lotta contro le discriminazioni, ma voi siere una specie di fondamentaliste del femminismo: pensate che vorreste pure rifondare la lingua perché non vi va bene il maschile plurale come neutro…
@ Enrica
per quel che so io, se pur è vero che il lavoro di cura fa carico soprattutto alle donne, nei rapporti sessuali di coppie stabili si ha un’inversione: ci sono più unioni di uomini senza disabilità con donne disabili che viceversa. Ed è anche naturale che sia così.
Siete proprio delle frustrate col complesso di inferiorità.
Secondo me no.
L’antropomormismo è un fiume che ha molti affluenti (di destra e di sinistra).
Il sesso è una questione di principio.
Prima della relazione sessuale avvenuta tra mia madre e mio padre io non esistevo.
Esiste anche la “Dichiarazione dei diritti sessuali” promulgata al 13° Congresso Mondiale di Sessuologia, nel 1997, a Valencia Spagna è stata rivista e approvata il 26 Agosto 1999 dall’assemblea generale dell’Associazione Mondiale di Sessuologia (WAS) al 14° Congresso Mondiale di Sessuologia, Hong Kong, Repubblica Popolare Cinese.
Se qualcuno mi dice che: “in principio era il Verbo” mi domando se crede ancora nella cicogna.
Trovo un pò schizofrenico l’accerrima contrarietà nell’accettare la fecondazione artificiale e tutte le altre tecniche, comprese quelle in vitro, usate allo scopo di replicare la vita.
Sono pratiche di scarsissima rilevanza in confronto alla quantità (miliardi e miliardi) di persone che esistono e che sono esistite grazie alla fecondazione naturale e potrebbero essere usate senza destare particolare stupore.
Inoltre se si tiene conto del fatto che siamo mammiferi e ci si immagina quanti esseri viventi hanno iniziato la loro esistenza grazie ad un atto sessuale, quelle pratiche rimangono infinitesimali.
“…una questione che riguarda, ormai, oltre tre milioni di persone. Di cittadini.”
I partiti lo sanno? L’anno prossimo ci saranno le elezioni. Il vaticano che tanto ossequiano vale oltre tre milioni di voti?
non so se i portatori di handicap possano votare, molti saranno stati interdetti
A volte l’UAAR mi stupisce per quanto disinformato. La Chiesa cattolica offre da sempre servizi di sesso forzato a minorenni e disabili senza costo alcuno. Altro che tabù, meglio di un servizio, una sevizia !
🙂
🙂 🙂
E’ vero, non ci avevo pensato….
🙂 🙂 🙂
Meglio ancora se si tratta di sordo-muti, come all’Istituto Provolo di Verona. Poi i razionalisti negano i miracoli: questi, alla fine, hanno parlato.
Nel mio progetto di “sassolini nell’acqua” c’è ne sono molti. In tanti si raccontano senza tabù nel mio sito http://www.loveability.it e ho intrapreso anche la battaglia per portare l’assistenza sessuale anche in Italia. Qui il pensiero di una ragazza che vorrebbe diventare assistente:
http://www.loveability.it/assistenza-sessuale-istruzioni-per-luso/
…è sto creando un sito parallelo apposito per questa battaglia di diritti:
http://www.loveability.org
*….ce ne sono molti. (correzione).
Intervento importante, ottima idea della redazione affrontare questo tema.
Complimeni e grazie all’UAAR per la esplicita notizia sul tema.
Ho capito:
Piú pilu pi tutti 🙂
Ho capito:
Piú pilu pi tutti 🙂
Più Minetti per tutti!
Commento a proposito del rifiuto si un matrimonio religioso
Se le chiese sono enti privati (e sono enti privati visto che non tutti ne vogliamo fare parte, e fanno una contabilità privata e non hanno gli obblighi di trasparenza e non discriminazione e uguale accesso nel loro ciclo della spesa) possono dare i loro segni spirituali a chi vogliono con le condizioni più strane, ad es. la chiesa cattolica non crede che il matrimonio fra due persone che non possono o non vogliono avere figli non sia valido? bene, non dia il timbro “matrimonio cattolico certificato”.
Per i protestanti ad es. il matrimonio è valido anche senza figli e senza l’intenzione di averne; vorrà dire che daranno alle copie che non possono o non vogliono avere figli, un timbro di “matrimonio” (per i protestanti non si usa un matrimonio solo religioso e non anche civile).
Il problema è cosa fa lo stato che non è una associazione privata oppure una comunità privata.
Lo stato non può dire ai non-cattolici :”spiacente ma il vostri matrimonio non è gradito ai cattolici e quindi non ve lo accetto”, altrimenti torniamo al medioevo.
In una società laica, le persone sono libere di chiedere di avere o non avere dei segni spirituali dalle chiese, ma lo stato si vincola a non concedere alcuna differenza amministrativa in conseguenza all’esistenza o all’assenza o alla modifica di un segno spirituale.
L’Italia non è statutariamente uno stato laico (anzi sembrerebbe che la religione cattolica sia la religione del popolo italiano: da qui una domanda e chi non è cattolico non fa parte del popolo italiano? è un ospite?) e quindi mescola segni spirituali e amministrazione.
Se ci fossero dei cattolici interessati alle cose spirituali per prima cosa e non a ricevere dei privilegi (hei, ci siete da qualche parte?) dovrebbero essere loro per primi che vorrebbero staccare amministrazione e segni spirituali e dire allo stato “tu fai il tuo mestiere e non mettere il naso dove non ti compete”.
In Italia questo è fantascienza e la chiesa cattolica mette il naso dove vuole anche nei matrimoni dei non-cattolici, e nessuno (a parte i soliti radicali/valdesi/uaar-ini, e recentemente anche un po’ i massoni) gli dice “anche tu non invadere il giardino degli altri”.
Adesso non per difendere la Chiesa ma sul matrimonio non esiste nessun obbligo alla procreazione per sposarsi! Non bisogna volontariamente precludersi al “dono della vita” ma se una coppia per infiniti motivi non può avere figli può sposarsi lo stesso, senza limiti. Il sacerdote che ha fatto questa corbelleria dovrebbe essere ripreso dal vescovo.
Diverso è il discorso della volontà cosciente, perché il matrimonio sia valido deve essere consapevole, voluto e la persona in grado di scegliere altrimenti è nullo!
Mah, non so mica, vedi il punto 2 qua:
http://www.studiolegalecotini.it/matrimonio-canonico-impedimenti.htm
Non per fare polemica, ma se uno vuole andare a mignotte non capisco perché la sanità pubblica debba pagargli la nottata…
Intendiamoci, lo so anch’io che per un/a disabile grave è più difficile trovare un/a compagno/a, però non è che essere single sia una patologia.
A parte che mancherebbe comunque la parte affettiva di una relazione (non soppiantabile da rapporti mercenari), certo uno può anche dirmi che di questo non gliene frega nulla e rispetto la sua posizione pur non condividendola, resta però il fatto che continuo a non capire su quali basi razionali si possa sostenere che fare sesso sia un diritto “a prescindere” e che quindi vada garantito a tutti con fondi pubblici, cioè con le NOSTRE tasse.
In effetti anch’io ho qualche perplessità su questa storia delle prostitute.
Penso che l’assistenza sanitaria e psicologica, anche in ambito sessuale, vada garantita a tutti coloro che ne hanno bisogno, disabili o no. Però le prostitute sono una “cura” quanto meno discutibile. E se le si ritiene invece una cura valida, perché limitarla ai disabili? C’è tanta altra gente che vorrebbe usufruire del servizio.
In fondo, riservarlo ai disabili è una sottile discriminazione, è come dire: poverini, loro non potrebbero fare altrimenti. Ma chi l’ha detto? Non è offensivo nei loro riguardi?
Non siete i soli. Fare sesso e\o avere un partner non sono diritti, sono fortune che capitano. A prescindere dal fatto di essere disabili o meno.
come specificato nell’articolo fare sesso è un bisogno naturale. Alcuni disabili non possono andare in cerca da soli per ovvi motivi… una relazione affettiva è possibile tra di loro, ma potrebbe essere una cosa che richiede molto tempo. In fondo i disabili hanno i bisogni di tutti gli altri, ma sono meno portati alla botta e via che qualsiasi altra persona può permettersi. Se pagare una prostituta ad un disabile da parte dello stato è una discriminazione, lo è anche permettere un musulmano pregare Allah in Italia?? L’esistenza dell’UAAR è una discriminazione nei confronti dei credenti?? Hanno i disabili o non hanno il diritto a corsie preferenziali nella ricerca di un lavoro? Uno straccio di pensione sociale che ora il governo della chiesa vuole tagliare?
Daltronde ve lo scrivono pure nei parcheggi: vuoi il mio posto? prendi il mio Handicap!!
potrebbe esserlo, dovrebbero essere chiesto a loro
sarebbe interessante sapere se, nei paesi dove si sono già realizzate esperienze di assistenza sessuale per disabili, vi sono state reazioni contrarie da parte di associazioni o singoli
@ diego:
Sì, fare sesso è un comportamento naturale (il termine “bisogno” lo riserverei a pratiche necessarie in senso stretto, come nutrirsi e respirare) e l’astinenza totale è innaturale. Però anche guidare automobili, portare gli occhiali, indossare una muta da sub o un preservativo, portare i tacchi alti, sono tutte pratiche decisamente innaturali, eppure nessuno se ne scandalizza.
Non cadiamo nel mito del “seguiamo la natura” o arriveremo a una concezione dell’umano lontana da quella della CCAR ma altrettanto dogmatica e soffocante.
Forse tra i selvaggi avere un/a partner è diritto-dovere di ciascuno, ma nelle società civilizzate è semplicemente una fortuna, a qualcuno capita, a qualcuno no, come vincere alla lotteria… Non è che tutti i single/separati/divorziati vadano a mignotte o collezionino one night stands.
Comunque, se Tizio decide di andare a troie, prende la macchina e ci va: se Caio, disabile, decide di andare a troie, prende la macchina (su cui ha pagato allo Stato un’IVA ridotta, e giustamente, perché a lui l’auto è necessaria più che a Tizio) e ci va, fine della storia. Ma ribadisco, perché dovrei pagare all’uno o all’altro la marchetta con le mie tasse?
Ragazzi, basta con ‘sti discorsi.
Non precludiamo future possibilità d’impiego nel settore pubblico e dell’assistenza sociale alla Minetti.
non vedo perché il superamento di ostacoli all’attività sessuale sia così riprovevole da non poter essere nemmeno discusso, così come è stato discusso e si è intervenuti sul superamento di ostacoli che vi sono per accedere ai parchi pubblici
mica è detto che si debba pagare la marchetta
si potrebbe investire in formazione di assistenti sessuali: siamo sicuri che tutti i prostituti accettino una cliente disabile? eppure le barriere architettoniche sono giustamente abbattute per garantire l’accesso ovunque, non solo in zone ghetto
non mi pongo come esperto in grado di sentenziare: io vedo che c’è il sussidiarismo statale per finanziare viaggi a Lourdes organizzati dalla Chiesa, mi porrei quanto meno l’obiettivo di sentire i disabili e capire quali ostacoli nella vita incontrano
non penso che nessuno sostenga che fare sesso sia un diritto a prescindere, come non lo è andare al supemarket
si tratta di capire se per chi ha certe disabilità fare sesso o andare al supermarket sia oggettivamente più difficile: per andare al supermarket possono essere abbattute le barriere architettoniche o svolti servizi di consegna a domicilio (il cui costo ricade sulla collettività, dei contribuenti o dei clienti)
di simili forme di assistenza sessuale invece sembra un tabù parlarne
e non dimentichiamoci che ora i soldi dei contribuenti vengono usati per viaggi a Lourdes, senza nemmeno chiedere direttamente a loro se preferirebbero altri tipi di assistenza
Quindi consideriamo una persona brutta come disabile?
no
non mi sembra che i “brutti” abbiamo limitazioni paragonabili a gravi disabilità
@Grendene
Dipende dalla gravita di questa “bruttezza”.
Pensa a un individuo che abbia avuto il viso completamente sfigurato da un grave incidente o una grave malattia,al di la delle possibilita della chirurgia plastica,pur avendo conservato la piena funzionalita di occhi,orecchie,naso,palato e organi vocali,al punto di essere in pratica,esteticamente,un vero “mostro”.
Anche se la sua disabilita e’,teoricamente,puramente “estetica”,non la considererei
meno grave ,nei suoi rapporti con gli altri,di disabilita fisiche come ad esempio essere leggeremente claudicante.
Tu no ?
anche io
(leggermente claudicante non mi sembra una “grave disabilità”)
Pensate al grave difetto fisico del povero Rocco Siffredi.
la richiesta non è una obbligazione,in quei stati non poter usufruire della sessualita è pari a la non possibilta di muovere le braccia.”infermiere vengono pagate anche dalle tasse che prelevano sul invalidita dei fruitori…li il sesso è uguale in dignita al camminare e anche al resto.e poi non è per tutte le categorie di invalidi..,è te lo dice un invalidi(io)..che ci son passato in quei paesi per turismo.e sapevo,e mi son informato
ops scuasami benny hill,cè gente che è diventata invalida durante il corso lavorativo.no,come mè,per esempio,e non pensi a gli anni di contributi ancora fermi,ec ecc..che i inps trattiene,certo puo continuare a pagarteli ..ma come fai,se chiedi un lavoro,è sei obbligato ad dire che sei un invalido al 100,per cento..dimello?,.
cè gente che a 46 anni,ha avuto un incidente e magari lavorava in regola da 7 ho 8 anni,che fai,li butti,li elimini,poichè disturbano chi puo continuare a pagare le tasse e lavorare,.
è te lo dice uno che prende 267,50 euro col 100€cento,senza accompagno,è ho lavorato 12 anni col comune,di roma,io l invalidita non posso rifiutarla,posso magari buttarli i soldi ho darli via,ma a me chi mi li paga i contributi,sè nessuno mi assume perchè invalido al 100%cento,è con l accompagno sarebbero 480 euro..ma siccome io canmmino e mi muovo,è l accompagno non lo voglio,perchè non nè ho bisogno,che faccio,devo lavorare ma come,non certo trovando datori di lavoro…di linea,purtroppo
di norma pr certi casi la sessualita è un bene qusi assoluto,sè il fruitore,non puo attraverso la sua condizione corteggiare e nella situazione in sè stessa,neanche provare a stimolare,le propie parti intime,.
sè ci sono donne che accettano questo lavoro,non mi sembra cosi crudele,poter concerdergelo,sempre nei limiti prescritti dalla legge..in fondo questa situazione rispecchierebbe un passo di civilta,poichè tutti,potrebbero trovarsi nelle condizioni,del fruitore cioè l invalido…ma sempre che lui rientri in certe categorie,la vita non è fatta solo di tasse benny hill,ho di centilinare tasse ,.
Perche l inps non cambia formula e per chi a pagato i contributi,è a avuto sinistri,invece che tenersi i soldi,non li converte come negli states in borse di studio,per i figli,magari del deceduto sul posto di lavoro,,in italia ?,penso di no
@robby:
Mi dispiace per la tua situazione, ma non confondiamo i problemi:
i tuoi contributi inps sono “congelati”? Male, si cambi la legge in modo da permettere, in caso di sopravvenuta disabilità, la restituzione dei contributi versati.
La pensione d’invalidità è troppo bassa? Aumentiamola, se uno non può lavorare ha comunque il diritto a vivere in modo dignitoso.
Però tutto questo ha ben poco a che fare con le prostitute: a chi è invalido deve essere garantito un reddito adeguato, dopodiché se la persona in questione sceglierà di investire parte di questo reddito per andare a mignotte piuttosto che per andare allo stadio sono fatti suoi… ma rimborsare il puttan tour come fosse una prestazione medica non ha nessun senso.
Come vedi non sono così tirchio e non penso che nella vita ci siano solo le tasse; non è questione di quanti soldi spendere per i disabili, ma di come spenderli. Seguendo il modello del rimborso da te supportato arriveremmo al paradosso che un disabile non potrebbe permettersi di andare al cinema o in vacanza, perché non ha soldi, ma di andare a puttane sì, perché paga lo Stato. Non è meglio alzare la pensione di invalidità e che poi ognuno se la spenda come vuole, valutando in scienza e coscienza cosa è bene per lui?
Sull’argomento, consiglio caldamente “Oasis”, un film di Lee Chang-dong, premiato anche alla 59a mostra del cinema di Venezia, di cui esiste una edizione in dvd con doppiaggio italiano distribuita dalla rivista “Internazionale”.
Io non credo che il lo stato debba fornire “l’assistenza sessuale” ad un cittadino anche se disabile. Il disabile a mio parere ha diritto agli stessi servizi sanitari forniti a tutti gli altri cittadini. Allora dovrebbe essere data la stessa possibilità , anche ad esempio tutti quelli normalmente abili che per un motivo o per un altro non hanno trovato un\a compagno\a .
E onestamente penso che i soldi pubblici vadano spesi in modi più utili che a garantire le “scopate” a tutti i cittadini.
se mai stato 30 anni senza fare sesso (non per tua scelta)?
@benny hilli.
io parlo di categorie di invalidi,che potrebbero con massaggi ecc.espletare poi una prestazione sessuale futura,forse si è poco informati,non perchè si è invalidi si ha–il dirtto,ad “una scopata”..ma ci sono invalidi magari con problemi alla spina dorsale,che abbisognano di svariate “lezioni,stimolative”,per poter avere una buona ripresa sessuale,è in quei paesi lo fanno,e pure per anni..capito,non sto dicendo che è un diritto del invalido è di ogni invalido….ma solo di certe categorie..siccome diciamo di voler una civilta equa e progressista.
tu parli facile alziamo la quota di soldi per l invalidita ,bla ,bla ,bla.,ecc ecc…….come sè portare la lettera ad un ministro si potrebbe cambiare il sistema,cosi ..in un attimo
@ uiop
è un mondaccio.
diciamola tutta… il sesso non è un diritto per nessuno, ma molti tabù (non solo religiosi) lo ostacolano inutilmente.
eppure si garantisce che con una sedia a rotelle si possa accedere a giardinetti, o a una birreria, o a una biblioteca: anche quelli sarebbero soldi pubblici (o dei clienti non disabili) buttati, o la rimozione di ostacoli (se ve ne sono) può essere considerata anche per la sfera sessuale?
nell’articolo si parla di tabù da infrangere…
@Roberto
Ma garantire l’accesso alle sedie a rotelle in un qualunque altro luogo pubblico è necessario, perchè il disabile ha lo stesso diritto di poter frequentare quei luoghi che hanno gli altri e deve essere messo in condizioni di poterlo fare . Cosa che purtroppo al momento non è garantita in molti posti. E su questo andrebbero spesi i soldi di tutti i cittadini.
Ma il diritto di avere incontri sessuali non lo ha nessuno.
Hai idea di quante persone normalmente abili non riescano a trovare un compegno\a? Perchè ad esempio sono brutti o noiosi o per un qualunque altro motivo che non li renda partner “appetibili”. A loro secondo te andrebbe fornito il “supporto”?
Il disabile ha tutto il diritto di avere una sana vita sessuale, ma l’eventuale partner come tutti gli esseri umani normalmente dotati dovrà cercarselo da solo ( o se vuole a prestazioni a pagamento, se le paga da solo come fanno tutti).
il diritto a rapporti sessuali non lo ha nessuno, d’accordo
ma io sostengo altro, ossia che se esistono ostacoli, questi andrebbero rimossi investendo anche soldi pubblici per:
1) rimuovere il condizionamento sociale che vuole i gravi disabili come “asessuati” (tema sollevato dall’articolo e dalla testimonianza di Valeria Sirigu): questo si può fare con campagne di sensibilizzazione, conferenze, eventi, corsi di formazione agli insegnanti
2) formare assistenti sessuali che sappiano rapportarsi con gravi disabilità (non penso sia una competenza che possa avere chiunque)
se questi ostacoli ci sono (e per me ci sono), rimuoverli mi sembra equivalente a garantire l’accesso ai luoghi pubblici per chi è in sedia a rotelle (senza pagare biglietti o consumazioni)
senza dimenticarci di un altro tema sollevato dall’articolo: ossia che attualmente lo stato finanzia organizzazioni che offrono ai disabili assistenza religiosa: ecco, permettere ai disabili di esprimersi e magari scegliere alternative sarebbe un passo avanti
sè per questo ALEX,nessuno
ha questo diritto,in danimarca,nè fai richiesta,e se una commissione clinica decide che puoi,..puo essere fruitore di fisioterapia,sessuale se la descriviamo clinicamente,non tutti,possono avere questa “scopata”,è siccome in danimarca l idea che dietro alle tasse è un po piu dinamica della nostra,come per esempio,che le minoranze che perdono politicamente,non vengono oscurate del tutto come qua in italia.
li si parte del pressuposto che fornire questo”servizio”equivale a fornirlo a tutti..certo che in italia il sistema del accoglienza e della formazione nelle risorse umane e da medioevo..
io per esempio da cittadino non capisco,perchè bisogna pagare un plus alla polizia e al arma dei carabinieri,e finanza ,per tenere separate delle fazioni di tifo diverso,ogni domenica ,e sabato,(circa 50 anni credo)sè no si scannano fra di loro,e fare le pulci,per aiutare gente che motivi,sia biologici,sia per cause lavorative,si trovano in condizioni,dove grazie al “assistenza sessuale”,che credo che molti confondono con un film porno,dentro un aula di ospedale credo…vero ALEX..,posso magari col tempo riprendere chè ne so il 75$cento,la propia vita sessuale,e magari….ììììì,ci sono tante cose innaturali che paghiamo con le tasse di alcuni ne usufruiscono…..
@robby
concordo.
con le nostre tasse si finanziano tante cose “innaturali”, e si tralascia di finanziare cose molto più serie.
Com’è ovvio per il solito “rompitroll” ( non “Formitrol”, che è una medicina contro il raschio alla gola ) inizio da qualche citazione.
1. Il romanzo “Un amore” del fu grande Dino Buzzati ( 1963 ) in cui un maturo-affermato architetto, uso al sesso mercenario di lusso, si innamora di Laide, una ragazza-squillo molto più giovane di lui, incontrata in una “seduta”, e spasima di non poterne avere anche l’anima, oltre al corpo.
2. Il romanzo di Sveva Casati Modignani “Anna dagli occhi verdi”, in cui il giovane costruttore-affarista Cesare Boldrani ( tutto tranne che uno “sfigato” ) dopo un’esperienza con una prostituta si accorge che non gli va proprio di “masturbarsi con una donna”. In seguito si farà un’amante, ma il principio è quello.
3. Il film “La classe operaria va in paradiso” in cui una giovane e inesperta operaia viene iniziata al sesso dal fegatoso Lulù Massa ( il formidabile Gianmaria Volontè ) all’interno di una Fiat 850
( utilitarissima degli anni ’70 ) e, finita la seduta esclama:”Tutto qui?”.
Capisco bene che i preti negli ultimi deceni sono apparsi abbastanza incapaci di spiegare il perchè di certi atteggiamemnti (ops: stavo per scrivere “posizioni”..! ) della Chiesa ufficiale; temo però che parlare di sesso in certi termini funzionalsbrigativi non sia molto centrato.
Che succede se l’handicappato/a si innamora dell'”operatrice/operatore sessuale”? Per quanto amabile, simpatico ed empatico sia il personale a ciò addetto ( magari un disoccupato o disoccupata che non ha trovato di meglio, come gli addetti al tampinamento commercialtelefonico) non potrà certo assicurare l’esclusiva alla persona che assiste. Da ciò presumibilmente parecchi drammi e magari anche qualche tragedia.
Questo approccio per dire che il sesso è una materia insieme molto esplosiva e molto delicata: quanto il bisogno di unione sessuale ha di “libido” fisologica e quanto di rassicurazione-conferma di una raggiunta intimità psicologica?
Sfioro appena il fatto che la pulsione sessuale con tutta la sua potenza è un'”invenzione” della natura ( o pressione selettiva, se così volete chiamarla ) per provvedere alla riproduzione della specie in quantità molto superiori alle possibilità di sopravvivenza ( su questo Schopenauer in “Metafisica del sesso” ). Rimane il fatto che una sessualità che non contempli l’incontro autentico fra due personalità tende allo squallido ( o sbaglio? ).
In ambiente laicista si è proprio sicuri che sia un bene spingere o lasciar andare verso l’affermazione nella mentalità e nel costume ( soprattutto nel caso dei giovanissimi neofiti ) del concetto di sesso usa e getta?
Ho iniziato la lettura delle ricerche sulla sessualità femminile di Shere Hite, ho visto qualcosa di “Sex and the city”, ho ripreso “La donna d’altri” di Gay Talese. La mia sensazione è stata ed è di disagio e di sgomento per la patinata meccanicità-brutalità del tutto.
Uno spiritualista potrebbe insinuare che l’individuo umano uomo-donna, essendo caratterizzato dal “bisogno di infinito”, può tentare di realizzarlo o collezionando il maggior numero possibile di esperienze ( modalità di don Giovanni ) oppure concentrandosi e inebriandosi in un’unica relazione ad altissima tremperatura ( modalità di Romeo-Giulietta ).
Una domanda: ai bambini e alle bambini in futuro si potranno-dovrannoproporre fiabe con un Principe Azzurro e una Biancaneve già molto “navigati”?
Per il momento basta questo.
Una volta cher si preoccupano per le persone come lei e si arrabbia. 😆
Scusi “che” non la cantante. 😆
Dante definì la chiesa cattolica una prostituta, Lutero quando venne a Roma nel ‘500 inveì contro la chiesa sconcertato anche dal numero di prostitute e dal numero di preti che andavano con loro e questo è stato una costante nella storia della chiesa. Gli eserciti avevano con se preti e prostitute. Ancora prima della guerra era diffuso nella cattolica Italia che gli uomini si “testassero” con le prostitute.
Non mi pare che le cose andassero, quindi, meglio una volta: con la chiesa che è stata molto tollerante a riguardo.
” In ambiente laicista si è proprio sicuri che sia un bene spingere o lasciar andare verso l’affermazione nella mentalità e nel costume ( soprattutto nel caso dei giovanissimi neofiti ) del concetto di sesso usa e getta? ”
Sesso “usa e getta” immagino che per lei voglia dire “senza legami affettivi”. Se lei fosse un po meno in mala fede capirebbe (o non farebbe finta di non aver capito) che l’assistenza sessuale non consiste in accoppiare il disabile con un muro ma di offrire un servizio completo di rapporto sessuale. Anche in questi rapporti esiste il legame affettivo, diverso da quello “permanente”. “Mentalità e costumi” dovrebbero essere conseguenza naturale delle necessità umane e non comportamenti forzati derivati dal capriccio di un vecchio despota in abito talare.
@ wichgood. Se lei fosse un po’ meno prevenuto avrebbe capito il concetto che volevo richiamare: il problema della attività sessuale degli handicappati è una “situazione limite” che dovrebbe obbligare ad approfondire anche in generale un tema così importante e delicato in tutte le sue valenze e conseguenze applicative in termini di “ingegneria sociale”.
Tanto per alludere a uno dei problemi che si pongono le chiedo: gradirebbe che una sua figlia o una sua sorella facesse l'”assistente sessuale”? Si sposerebbe o conviverebbe con una “assistente”?
Quanto alla religione e ai religiosi, ho detto e ripeto adesso che la questione negli ultimi decenni e ancor prima non è stata trattata espressamente e con il realismo necessario, almeno a livello di pubblica discussione e informazione. Tocca alle persone orientate in tal senso dire se si tratta di girare pagina, rinunciando ad antichi comportamenti oggi considerati obsoleti oppure recuperare una religione “affettiva” che oggi sembra quasi evaporata, fra intellettualismi e sociologismi vari. Mi riferisco a fatti come il superaffettivo culto del “Sacro Cuore”.
Se poi volesse avere un’idea di come si possa vivere con passionalità estrema senza fare sesso si legga le lettere di santa Caterina da Siena, piene di espressioni come “fuoco” e “sangue”.
Durante la guerra si fabbricavano ( giustamente ) documenti falsi per i ricercati; vien da chiedere se oggi persone come lei ritengano di acquisire meriti partigiani affibbiando patenti false di disonestà. Disonestà che consiste nel non accettare l’appiattimento dei vigenti “luoghi comuni” sforzandosi di capire se i ritenuti assurdi precetti della propria Chiesa possano rispondere a una qualche logica, magari di ( a prima vista ) insospettabile profondità; nel senso che forse la gallina vecchia faceva qualche buon brodo.
Quanto a mentalità e costumi come conseguenza, sarebbe il caso di informarsi sul concetto di sublimazione come meccanismo ineludibile per la costituzione della socialità.Magari anche riflettere sul fenomeno del “velinismo” che oggi coinvolge perfino bambine delle elementari attente a trucco e abbigliamento vezzoso-ammiccante; magari anche sotto l’influsso di trasmissioni come “Cantando sotto le stelle” in cui a dodicenni vengono fatte cantare canzoni con situazioni da diciottenni e più. Quanto alle “veline” vere, è deprimente osservare come ragazze bellissime, di ottima famiglia e molto accult.urate debbano atteggiarsi a sguaiatone per il successo. Magari non arriverà; ma che male c’è a farsi vedere scosciate, piroettanti e con il lato B roteante? E’ tutta gran classe!
vomitevole bigottismo vanamente mascherato. Con la sua mentalita’, caro Pretenskji, continueremo a crescere repressi con i ben noti risultati.
Il quesito mi sembra abbastanza semplice: una persona affetta da schizoencefalia chiede di poter essere aiutata perché le risulta difficile fare sesso, in quanto disabile. Una Convenzione internazionale glielo garantisce . Perché elucubrare sui gusti sessuali di preti, scrittori e passanti?
“…E se le si ritiene invece una cura valida, perché limitarla ai disabili? C’è tanta altra gente che vorrebbe usufruire del servizio….”
“…Allora dovrebbe essere data la stessa possibilità , anche ad esempio tutti quelli normalmente abili che per un motivo o per un altro non hanno trovato un\a compagno\a…”
Mi avete preceduto: c’é qui uno di questi casi (42 anni).
Eppure, a dirlo parrà a qualcuno una battuta e uno scherzo, ma dovrebbe essere garantita l’assistenza sessuale anche ai non disabili: vi garantisco che non é assolutamente necessario esserlo per arrivare a questa età senza aver mai fatto sesso, mai avuto storie, e senza nessuna prospettiva per il futuro in questo senso.
@ Lorenzo Galoppini: “c’è qui uno di questi casi (42 anni)…”
Ciò che non si vede e non comoda che esista “non esiste” (daltronde, gli fanno da contropasso quei miti di ciò che non esiste – o non esiste in quella misura – ma comoda che esista, cui i più credono).
Scusa, ma non ho capito cosa vuoi dire.
Voglio dire che dal senso comune vengono oscurati gli argomenti contrari alle tesi prevalenti. Non perché irrilevanti o falsi ma perché privi di patos dominante. Mentre vengono creduti i falsi, purché “carezzino” i desideri della gente (per questo) trasformati in “verità”: tale è anche la vulgata corrente del “potere maschile” (inteso come unitario e univoco).
Questo senz’altro, ma non ho capito cosa c’entri con quello che ho detto prima.
Gli fa da corollario (se non ho capito male io).
Un adagio di senso comune (versatile per le fantasie di tutti – maschi e femmine) recita: “ad ogni uomo spettano sette donne”. Allora, prova a rileggere quello che ho scritto sopra in rapporto a questo e fammi sapere se le mie osservazioni hanno senso.
Be’…sicuramente non é vero che ad ogni uomo spettano sette donne. Io ne sono la chiara dimostrazione.
Forse questo, più o meno, intendevi dire?
Sinceramente la cosa mi lascia perplesso. Riconosco che il sesso è un bisogno naturale, ma non credo esita un diritto a farsi pagare dallo stato le prestazioni sessuali mercenarie.
Anzi sembra quasi che non far sesso sia una patologia, a volte è solo dovuto a sfortuna, ci sono persone senza alcun handicap che non hanno mai avuto partner: sono anormali?
Una cosa è garantire che anche i disabili possano avere una vita sessuale (anche con rapporto mercenario) evitando che la disabilità glielo impedisca altro è pagargli le/gli prostitute/i. Spero di essere stato chiaro.
Errata
doveva essere le/i e non le/gli
Articolo alquanto bislacco per questi motivi.
1) Difficilmente uno schizofrenico si defimisce tale.
2)La schizofrenia devasta la persona che ne soffre e solitamente il suo comportamento sessuale ne risulta deformato in alcuni casi verso il rifiuto del sesso in altri al contrario.
3) Questo articolo come è posto banalizza il tutto.Faccio presente che per chi ha un disabile psichico in casa una delle cose più difficili è la gestione della sessualità dello stesso e non solo perchè può esporre a situazioni imbarazzanti ma perchè il disabile può essere vittima di persone senza srupoli che traggono profitto dalla sua situazione e dalle sue scarse capacità di autocontrollo rendendolo oggetto di attenzioni sessuali oppure di attenzioni patromoniali.
Hai proprio capito tutto!
Enrico, se stai descrivendo te stesso non posso che darti ragione.
Ti consiglio di leggere l’articolo prima di scrivere.
Riguardo il punto 3, questo è esattamente quello che fa la Chiesa.
Quindi lei afferma che la chiesa che lei identifica nei suoi ministri si portano a letto i disabili?
A parte il fatto che non è da escludere, penso chw whicgood si riferisse al circuire in generale. Non ti è passato proprio per la mente, eh?
Può capitare che un ministro della chiesa porti a letto una sua fedele ed è sbagliato.
Comunque la verità compoirta circuizione delle persone?
@Enrico
Se ti circuiscono è evidente che nel loro metodo di ricerca della verità e/o di dimostrazione della stessa ha qualche piccola falla.
Sempre lieto di palesare l’ovvio.
Quindi stando la verità col cattolicesimo non vi è circuizione.
@ Enrico
Non sto insinuando ma affermando. Ora, se vuol chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie faccia pure, la Chiesa che Lei identifica non soltanto nei suoi ministri è altrettanto squallida, l’omertà equivale moralmente (e giuridicamente per alcuni casi) alla stessa pulsione.
@Enrico
Guarda che se ti chiami e ti rispondi da solo non ne usciamo più, eh…
Non pensare che non abbia capito che hai ignorato a bella posta il senso del mio intervento. Per non dire che non l’hai per niente letto.
Oh, e per inciso: prova a fare questo discorso agli ex-numerari dell’Opus Dei ed ali ex-Memores Domini.
Il livore dello spretato mai sentito parlarne, parliamo poi degli ex atei?
@Enrico
Di tutte le interviste che ho letto (precisamente da La Lobby di Dio e Opus Dei Segreta) non ne ho mai notato una che esprimesse livore, paura al massimo.
D’altronde che aspettarsi dopo che ti privano di tutti i beni tramite testamento obbligatorio isolandoti e pressando sulla tua (ex) dipendenza psicologica?
“parliamo poi degli ex atei?”
Non mi risulta che gli atei rinchiudano i loro membri in pseudo-conventi con referenti cui si è necessariamente indotti a dire tutto di tutto ed a portare il cilicio e la frusta.
Men che meno mi risulta abbiano in generale una logica identitaria per cui l’esterno vada normalizzato ai propri canoni tramite azioni di lobbying economica ed avvicinamento dei potenziali membri tramite incontri farlocchi e camuffati.
O hai notizia del contrario?
*FSMosconi
Quindi un membro del PCUS ritrivava la fede e rimaneva al suo posto nel partito?
@Enrico
Un conto è diventare atei in un partito di credenti.
Un punto è uscire semplicemente da un movimento.
Un altro caso infine (questo) è uscire da un movimento, venire ostracizzati da quello, subire lo shock del cambio repentino d’atteggiamento dei presunti amici appartenenti a quello, subire lo shock della presa di consapevolezza che quella era una finta amicizia, subire lo shock di ridiventare padroni di sé stessi, subire lo shock di prendere coscienza dell’essere stati manipolati… e così via.
Non so te, ma per me c’è una piccolissima differenza: anche perché non tutti gli ex di CL e dell’Opera hanno perso la fede, anzi.
“Un conto è diventare atei in un partito di credenti.”
Ovviamente mi riferisco ad un probabile sbocco politico della Chiesa Presbiteriana USA, come lascia intendere Enrico con la sigla PCUS, sempre non si sia sbagliato ed abbia voluto invece scrivere semplicemente PCU.
Sia quel che sia, la valutazione rimane valida.
Pardon: mi è saltato il grillo per la stanchezza di pensare un attimino in inglese. Ora capisco che il “caro” Enri’ si riferiva al Partico Comunista dell’URSS. Al solito non lesiona sui luoghi comuni. Da perfetta macchietta direi.
4) Una schizofrenica ha anche momenti in cui la capacità di intendere e volere è scemata se non assenti come gestiamo questi casi?
@Enrico:
La donna in questione soffre di schizoencefalia, NON di schizofrenia, malattie completamente diverse!!!
La schizoencefalia è (semplificando al massimo) una deformazione fisica del cervello, la schizofrenia un disturbo psichico…
Ma gli articoli li legge prima di commentare???
Sicuro legga meglio.
@ Enrico
ventottenne affetta da schizoencefalia
Detta anche poroencefalia agenetica, è un’anomalia della migrazione, nella quale fenditure (mono- o bilaterali) ricoperte di sostanza grigia si estendono attraverso l’intero emisfero, dai ventricoli laterali alla superficie corticale
E ora?
Che può anche dare problemi cognitivi.
Di nuovo: e ora?
Enrico riconosca l’errore: ha letto male non è schizofrenia ma schizoencefalia, non insista. Lo sa che sta facendo oggettivamente la figura del babbeo e non c’entra nulla il fatto che lei creda o meno in dio.
*Si ho letto velocemente ma anche la schizoencefalia da problemi sulla capacità di intendere e volere.
Che si presenta solo in caso di schizoencefalia bilaterale.
Non occorre una specializzazione in neurologia: basta rivolgersi a Wikipedia. Sarebbe come parlare di tubercolosi in un articolo sulle patate.
Sa a mala pena quel che scrive: predenti che sappia quel che legge?
Probabilmente il problema potrebbe trovare una risposta (anche se non definitiva) nell’ambito di una regolamentazione per legge della prostituzione. Ci sono prostitute furbe che guadagnano un sacco di soldi senza pagare tasse, altre ridotte in schiavitù che fanno arricchire papponi e malavita, altre che si prostituiscono occasionalmente per arrotondare ecc. La legge non può ignorare l’esistenza di questo mondo con risvolti economici e sociali enormi. Facendo rientrare nella legalità questo tipo di “servizio” ecco che potrebbero essere previste “agevolazioni” per certe categorie. Faccio un esempio. Qualche tempo fa sono stato operato a una spalla e ho dovuto fare sedute di riabilitazione in piscina. Ho pagato le sedute ma ho diritto alla detrazione fiscale. Inoltre presso la piscina ho trovato un esperto di riabilitazione, così come presso una cooperativa di prostitute si potrebbero trovare “operatrici” esperte in questo tipo di rapporti. Queste cooperative potrebbero anche offrire “abbonamenti” a prezzi ovviamente ridotti, come si fa presso altri centri. Detto così può sembrare una cosa un po’ squallida, ma almeno si dà una risposta concreta a un problema che esiste.
Questa naturalmente è la soluzione per “soddisfare il bisogno”, il sesso distinto dall’amore, che esiste ed è anche in molti casi appagante. Per la sfera dell’affettività e dell’amore non riesco a vedere soluzioni se non quelle che il diretto interessato è capace di trovare da solo, come del resto capita. Nella mia città conosco un ragazzo down fidanzato da tempo con una ragazza normale.
Sottoscrivo parola per parola il tuo post.
Incredibile ma vero! 😉
Sequestrato materiale pornografico per disabili in un Dvd Center, quello che ha sconvolto di più le forze dell’ordine è stato il reparto sadomaso per non vedenti, dove sono state trovate delle registrazioni audio dei commenti di Florenskij.
è stato trovato anche l’intimo chiodato anti onanismo in dotazione permanente ad un nostro comune amico? 🙂
Può essere. 😆
Veramente in un altro Paese che qui viene spesso lodato come campione di laicità, la Svezia, la prostituzione è addirittura severamente proibita, con punizione del “cliente”, cosa nei Paesi cattolici piu’ “bacchettoni” mai avvenuta.
Non mi sembra specifico d’una visione religiosa il considerarla una piaga per la societa’ e una sciagura per chi la esercita (quand’anche si ritenga opportuno tollerarla e regolamentarla). Ne’ credo che siano molti gli psicologi e gli psichiatri che la considerano una professione molto “sana”.
Wilhelm Reich vantava come positiva conseguenza della liberazione sessuale da lui proposta anche il superamento dell‘uso della prostituzione da parte del soggetto “liberato“.
I movimenti progressisti e il femminismo hanno sempre sostenuto ogni liberta’ nei rapporti spontanei tra le persone, ma condannato quelli propiziati dal denaro.
Comunque le persone dedite alla prostituzione esistono, e il disabile fisico che abbia – come sarebbe giusto che ognuno avesse – adeguato reddito è libero di scegliere se spendere in libri o con tali professioniste. Se e’ povero, l’indecenza consiste nel fatto che lo sia.
Quanto al paziente psichiatrico, in genere si ritiene (e anche qui non mi sembra un’opinione peculiare della Chiesa Cattolica, ma propria di tutti i Paesi civilizzati) che la validita’ del consenso ai rapporti sessuali presupponga la piena capacita’ d’intendere e di volere e abuso l’indurre a tali rapporti l’incapace (persino se lo e’ momentaneamente per volontaria intossicazione da alcool o droghe).
Saluti.
“Se e’ povero, l’indecenza consiste nel fatto che lo sia.”
Bravo Cesare b, peccato che quando qui spesso si dice la stessa cosa, in notizie che riguardano i privilegi della chiesa (che sfrutta la scusa di aiutare i poveri per incassare miliardi che poterebbero essere usati per combattere proprio la povertà) te lo scordi, vero?
Il caso dell’incapacità di intendere e volere non è qui contemplabile. Dubitos eriemente che i disabili in questione siano stati costretti. Mai interagito con un disabile? Con un Down, ad esempio. Ti assicuro che, nonostante la loro disabilità (a meno che non sia grave), non hanno alcun problema da intendere e volere. E bada bene che parlo per esperienza diretta.
Quanto alla prostituzione, non ci vedo un danno se controllata e attuata in strutture apposite e se si impedisce che i papponi buttino in strada le sventurate che finsicono nella tratta. Se una donna decide consapevolmente, è libera di farlo e di farsi pagare. Chi non vuole andarci, non ci va. In ogni caso, non è la natura del mestiere in questione a essere oggetto di discussione.
un libro che ho letto: la signora dell’acero rosso di dario martini editore frilli. Potete trovare le recensioni in internet(una in particolare dove bomprezzi condivide e un pretaccio condanna). A me è piaciuto, è un romanzo che tratta con delicatezza il desiderio sessuale delle persone con disabilità. Per cesares: posso sapere in quale città vivi? Mio figlio giorgio, persone con sindrome di down, desidera tanto fidanzarsi con una ragazza diversa da lui ma penso che non succederà mai. però sapere che da qualche parte è successo mi dà gioia!
Marilena, tu sei donna e comprendi ciò che solo l’amore di una madre comprende. Ma tra i sessi e nei sessi c’è una lotta: che la religione – attraverso la negazione del sesso – interpreta col massimo dell’egoismo possibile, la dove alle donne conviene “tirarsela”…
Ma… essere BRUTTI (o antipatici) è considerata una disabilità?
No perchè anche uno che è brutto (o antipatico) può avere difficoltà a fare sesso perchè non trova nessuno con cui farlo…
in uno stato di welfare non mi sembra fuoriluogo garantire un’assistenza sessuale ai portatori di handicap.
Nei confronti della disabilità in Italia c’è tanto, ma proprio tanto da fare…
http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/sono-finita-un-carcere-inaccessibile
Se uno crede che andare con una prostituta risolva qualche problema si sbaglia di grosso.
Il rapporto che si ha con una prostituta non è “fare all’all’amore” ma è solo una “illusione di fare all’amore”.
La prostituta non partecipa minimamente al rapporto e anzi, è solo interessata a farlo finire il prima possibile in modo tale da avere un altro cliente e fare altri soldi.
Personalmente ritengo umiliamente per un uomo pagare una donna a cui di questo uomo non gliene frega niente e che fa finta di godere.
Certo, andare con una prostituta può essere uno sfogo fisico, ottimo per un giovane che è in astinenza da tanto tempo e non ce la fa più. Ma poi, una volta che questo giovane “è venuto”, dopo una ora è al punto di prima e si rende conto di non aver risolto nulla.
Insomma, l’amore vero non si compra con i soldi. E forse è meglio così.
Però i soldi aiutano…
ad esempio… non sono pochi quelli che perdono il lavoro e anche la compagna.
Spesso la prostituzione (spiccila) segna il livello di incontro più basso tra un uomo ed una donna. Sintomo di due sconfitte (sessuale per l’uomo, economico-sociale per la donna). Dove pure i due contraenti si disprezano a vicenda. In questo c’è molto (reciproco) razzismo sessista, sul quale pesano tutte le altre discariche sessiste. I sintomi sono chiari. Ma non serve combattere il problema li: quello è l’effetto non la causa, dei nostri “riti civili” della competizione sessuale.
E’ incredibile come si acuisca di botto la capacità dei cattolici di distinguere fra realtà e illusione, non appena si tocca l’argomento del sesso. Pur di infastidire gli altri tentano perfino di stare coi piedi per terra.
… insomma, Massimo dimostra che non c’è bisogno di essere cattolici per riconoscere alcune ovvietà…
… però, temo, Massimo dimostra che altre ovvietà non sono affatto ovvie. Parlo della differenza tra fare sesso e amare. Se il fare sesso, come mangiare, per molti è un bisogno fisiologico, indipendentemente dall’amore, allora perchè rifiutare questa ovvietà? E perchè giustificarla solo per alcuni e non per altri? E perchè imporre i propri pregiudizi moralistici?
@ Fra’ Pallino.
Allora, se è un’ovvietà, come mai la sua augusta Chiesa ingioiellata fa le barricate contro la ‘sistematizzazione’ e il controllo statale della prostituzione?
Perchè questo è il punto. Non si possono offrire ai disabili questi servizi senza prima inquadrare la prostituzione LIBERAMENTE SCELTA come mestiere. Con annessi e connessi.
La soluzione che voi offrite è quella miserabile di sempre: “non si fa” perchè è peccato ma si può far lo stesso: di nascosto, in silenzio, senza chiasso, con sensi di colpa e contrizione. Sennò, a mano per sempre.
Se il problema riguarda i poveracci, dev’essere lasciato marcire perchè “c’è BEN ALTRO da fare”.
Se invece il problema riguarda la Chiesa e i suoi adepti, allora bisogna risolverlo prima di subito, possibilmente per ieri. E a carico dello Stato, s’intende.
@ MASSIMO 15:42
Io con le prostitute non ci sono mai andato nè ci andrei, però credo che per alcuni sia sempre meglio di nulla. E’ solo un palliativo, d’accordo, ma se il mercato, ahinoi, esiste da sempre (non a caso é “il mestiere più antico del mondo”), vuol dire che evidentemente ad alcuni a qualcosa serve. Altrimenti nessuno andrebbe con le prostitute.
Vabbè…vi dico come la penso io sul fatto di andare sulle prostitute (E scusate il linguaccio spiccio ma tanto siamo fra adulti).
La prostituta quando ci vai, ti calza il profilattico e poi monta sopra di te e comiincia a muoversi per farti venire il prima possibile. E’ ovvio che a lei non gliene frega niente di te.
Sei tu che ti illudi di fare all’amore, ma in realtà ti stai solo masturbando dentro una donna. Anzi, ti stai masturbando dentro un profilattico.
Poi quando hai finito (dopo 5 minuti) … sono 50 euro come minimo (tariffa dele cinesi) o anche 300-400 euro nel caso in cui vai con delle belle gnocche europee.
Esci fuori dalla casa della mignotta e dopo due ore sei più arrapato di prima.
Che hai risolto? NIENTE
Poi se uno si accontenta di una cosa del genere sono affari suoi. Ma mi sembra che si accontenti di molto poco e che abbia una mentalità assai squallida.
Senza dubbio. Ma, ripeto, se così tanta gente va con le prostitute, evidentemente qualcosa, almeno per un po’ di tempo, gli risolve, quindi forse non é del tutto vero che dopo qualche ora sono più arrapati di prima. Altrimenti, come dicevo, nessuno ci andrebbe. Poi concordo pienamente che non sia, ehm, come dire, proprio il massimo, anzi…
….l’amore vero non si compra con i soldi….
@Massimo :
Posso chiederti cosa intendi dire per “amore vero” ?
Esiste “l’amore falso” ? (o magari volgari copie cinesi ?)
L’amore è un sentimento di preferenza, non esente da desiderio… non necessariamente corrisposto.
Dunque, forse per “amore vero” Massimo intende reciproco.
Ma è qui che casca l’asino: se un* (disabile o meno) desidera e l’altr* no, una… due… mille volte, perché mai un amore dovrebbe essere “per intero”, “per sempre” o nulla?
Secondo me l’odio per gli amori “minori”, dei “figli di un dio minore”, nasce anche da questa pretesa di “perfettismo relazionale”.
@alessandro pedresini:
Cos’è l’amore vero? Mah, provo a risponderti io.
Amore vero = conosco a fondo una persona e voglio stare con quella persona; se potessi ipoteticamente scegliere tra stare con lei, con tutti gli eventuali benefici pratici, economici e sociali che ciò comporta, e avere gli stessi identici benefici ma senza di lei, sceglierei di restare con quella persona perché amo lei e non solo i benefici (che pure apprezzo)
Amore falso = se potessi avere gli stessi benefici che ho dallo stare con quella persona, ma senza di lei, la lascerei
Benny-Hill ,concedimi un’alternativa:
“La amo, ma non la desidero” … “Sono eccitato dalle donne lascive, ma non sono in grado di amarle” …Queste sono le frasi familiari e discorsi tenuti da uomini che consultano un sessuologo clinico (ma solo?). Questa tendenza a dissociare l’essere amato dall’essere desiderato è una caratteristica diffusa tra gli uomini. Freud ha detto: “Dove si amano, non desiderano e la dove desiderano, non possono amare.”……..
La capacità di conciliare l’essere amato e l’essere desiderato è una garanzia di maturità. Dubito fortemente che la maggior parte degli uomini arrivino a questo stadio di maturità! –Spero solo di sbagliarmi…..
Se sesso è “male” e amore è “bene” chiaramente poi ci sono difficoltà a conciliarli.
Ma nel sesso=male ci sarà mica un trucco somatizzato in millenni di tabù sessuali?
se andare con prostitute risulta alla fine deprimente,perchè in italia la prostituzione è altissima?……,,sicuramente questo dato calera,con la le generazioni dopo di noi..under 30 ,piu aperte è meno frustrate,il fatto,e che le prostitute danno ,di media cio che le compagne ho i compagni pure,non offrono ,in camera da letto,ho perchè e inutile girarci intorno,la fisiologia del uomo e piu predisposta per la poligamia ho poliandria.è questa nostra civilta a fatto della monogamia sessuale una correlata sintesi con il cosi detto amore romantico,che invece è stato unito,invece che compreso meglio.
ps……. io da invalido non ho mai usufruito di queste”scopate”poichè” per fortuna non nè ho bisogno,.
ma ho parlato con pazienti (ho fatto viaggi per valutare degli interventi chirurgici,per il mio problema) che grazie alla stimolazione complessa di infermiere sessuali,a poi riavuto una vita sessuale decente,è non per questo avevano il bonus settimanale per ritornare a farsi la “scopatina”,erano solo sedute a massimo quinquennali,prescritte dal dottore,ho urologo di media rinviabii,ma in un quadro clinico,non per richiesta del paziente,per scopo riabilativo,purtroppo in italia la disinformazione sul sesso fuori dal italia..è mostruosa
… funzionale all’elitarismo sessuale, perciò classista essa stessa (in senso sessista).
2351 La lussuria è un desiderio disordinato o una fruizione sregolata del piacere venereo. Il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione.
Mi astengo da ogni critica in quanto fruitore sregolato e regolato a seconda dei casi.
Mi sembra che siano comunemente accettate nella cultura contemporanea due idee: che l’avere rapporti sessuali senza desiderio – appunto – sessuale (anche se in vista di vantaggi d’altro genere) sia psicologicamente dannoso e che l’indurre a tali rapporti persona con deficit cognitivo – o anche soltanto accontentarla se essa stessa li richiede – sia equiparabile allo stupro. Non mi pare che tali idee costituiscano arcaici residui, se dal ’68 in poi la severita’ su tali punti si e’ fatta, nel costume, nella comune valutazione e nelle legislazioni, sempre piu’ severa, ma di pari passo con la sempre maggiore permissivita’ in fatto di rapporti non inficiati dalla violenza (ovviamente), ma neppure dalla venalita‘ o dall’ abuso dell’altrui fragilita’ psichica. .
Dunque la polemica contro tali convincimenti va ben al di là (ma non direi piu’ in alto) della vostra consueta polemica contro le religioni organizzate e le loro presunte ingerenze. Quanto vi faccia onore, non saprei.
Saluti.
“Mi sembra che siano comunemente accettate nella cultura contemporanea due idee: che l’avere rapporti sessuali senza desiderio – appunto – sessuale (anche se in vista di vantaggi d’altro genere) sia psicologicamente dannoso e che l’indurre a tali rapporti persona con deficit cognitivo – o anche soltanto accontentarla se essa stessa li richiede – sia equiparabile allo stupro”.
Caro cristiano, non hai ancora realizzato che una persona adulta e consenziente del suo corpo può fare quel cazzo che gli pare? Inutile che tu venga qui a menarcela, nascondendo sotto pseudo argomentazioni l’unico reale movente di tutte le vostre turbe psichiche e, cioé che, se mi faccio una sega, dio piange. Avete soffocato per secoli i legittimi desideri delle persone solo per poterle dominare psicologicamente, infondendo agli essere umani, sin da piccoli, un assurdo senso di colpa per l’espletamento di quella che è solo una legittima e peraltro assai piacevole funzione fisiologica. Vorrei che t’impedissero di cacare per un mese, per vedere poi come staresti.
Tolto di mezzo dio, che non esiste, tutti vostri discorsi vanno tranquillamente a farsi fottere. Prova un po’ a fare questo modesto sforzo d’immaginazione e vedrai che finalmente la vita ti sorriderà.
Capito mi hai?
L’autoerotismo in questa discussione non c’entra per nulla.
Io per secoli non ho fatto proprio nulla, avendo un’eta’ largamente inferiore ai 100 anni.
Non sono certamente i cattolici soltanto a ritenere che lo Stato non debba promuovere ne’ agevolare la prostituzione, anche se si puo’ considerare giusto non proibirla, In nome della liberta’ personale, ed opportuno – secondo alcuni – tollerarla (cosa ben diversa dall’approvarla), regolamentata nell’interesse della salute pubblica e del fisco.
Saluti.
caro prete b,
dato che lei continua a fare orecchie da mercante le chiedo una volta ancora, umilmente e ossequiosamente, si porgere i saluti alla perpetua.
@Cesare b
Ma ci sei o ci fai? Ma secondo te il caso in questione riguarda disabili totali che non hanno capacità d’intendere e di volere? Il deficit cognitivo, qual’ora tu non lo sapessi, può essere anche quallo di un bambino iperattivo o di un dislessico o di un disgrafico. Secondo te, sarebbero incapaci d’intendere e di volere? Il deficit si può manifestare in diversi modi e non necessariamente mina l’incapacità d’intendere e di volere. Direi che è abbastanza ovvio che nessuno sano di mente costringerebbe chi davvero è affetto da deficit cognitivo grave ad avere rapporti. Scrivo con cognizione di causa, tranquillo. Qui, l’unico a polemizzare per tentare di scrivere qualcosa di sensato senza sapere di cosa sta parlando, sei tu. Quanto ti faccia onore, non saprei.
*Cesare b
Concordo pienamente con lei faccio presente tramite link successivo alcune note sulla patologia in questione,
http://www.aipsimed.org/schizencefalia/
E te lo potevi risparmiare, visto che, sopra, ti ho spiegato che il problema serio nasce quando la patologia è bilaterale. E si che lo dice nel link che hai riportato.
Cesare, quella che tu chiami “cultura contemporanea” è soltanto una moda isterica che riguarda gli Stati Uniti e che ha qualche effetto secondario e temporaneo sui suoi satelliti. Faccio anche notare che il veicolo di tanta cultura sono i telefilm, soprattutto polizieschi, d’Oltreoceano. Roba forte, insomma.
E’ veramente demenziale che sia encomiabile aiutare qualcuno un po’ corto di cervello in tutto, tranne che in ambito sessuale, nel qual caso si passa addirittura al crimine.
Auguro di tutto cuore a chi sostiene queste scemenze di perdere anche il poco sale in zucca che ha e di sperimentare di persona la sua “cultura contemporanea”.
E’ un fatto che Svezia e Norvegia, Stati non certamente bigotti (tanto meno del Cattolicesimo) e non certamente retrogradi addirittura proibiscono la prostituzione e che la laicissima Francia si regola in questo campo esattamente come quel Paese che voi chiamate sperezzantemente Vaticalia. In nome, giustamente, della liberta’ personale, non e’ proibito alle persone, se vogliono, ne’ esercitare la prostituzione ne’ avvalersi della prostituzione altrui, ma è proibito in ogni modo agevolare tale attivita’.
Anche i legislatori francesi del 1946 vittime di “mode isteriche” d’Oltre Oceano?
Saluti.
“Mi sembra che siano comunemente accettate nella cultura contemporanea due idee: che l’avere rapporti sessuali senza desiderio – appunto – sessuale (anche se in vista di vantaggi d’altro genere) sia psicologicamente dannoso
___
Non mi risulta !!!!
Infatti la Minetti non mi sembra psicologicamente tanto afflitta.
In tutti i casi, ha messo da parte abbastanza ‘fieno’ in cascina per permettersi i migliori strizzacervelli.
C’è stato un tempo in cui le femmine della nostra specie hanno esteso il periodo della loro recettività ben oltre ai periodi dell’estro e sicuramente questa è stata una conquista positiva per la socialità della nostra specie. Rispetto a questo il mito cristiano della verginità è l’esatto contrario e segna un’inversione di tendenza, causa di spargimenti di sangue, di sopraffazione della donna e di infinite guerre tra gli uomini.
Scusate, ma come sarebbe a dire, come é stato ripetuto più volte in questo thread, che “fare sesso non é un diritto per nessuno”? Una sana vita sessuale non dovrebbe essere invece fra i diritti primari di ognuno?
Poi, certo, non lo é se si parla di diritti garantiti dalla legge, dallo Stato e simili: é semmai un diritto che attiene alla sfera puramente etico-morale, e non a quella legislativa; anche perchè altrimenti, come effetto collaterale a ciò, qualunque stupratore potrebbe anche giustificarsi dicendo: “ma fare sesso é un mio diritto, non trovavo nessuna con cui farlo, perciò ho violentato la prima che mi é capitata”.
@Lorenzo Galoppini:
Il problema sta nell’ambiguità del termine “diritto”: in alcuni casi “avere diritto a qualcosa” significa poter legittimamente pretendere che un altro soggetto FACCIA qualcosa nei miei confronti (ad es. il “diritto alla salute”, che impone allo Stato di fornirmi cure adeguate o il diritto alla privacy, che obbliga persone ed enti a non divulgare i miei dati sensibili); in altri casi, significa poter legittimamente pretendere soltanto che un altro soggetto NON PONGA OSTACOLI al mio agire (che sia ovviamente legale e che non nuoccia ad altri), ad es. è il caso del diritto a esprimere e diffondere le proprie idee e il diritto di informarsi (lo Stato non deve ostacolarmi imponendo censure, ma mica è tenuto a regalarmi un abbonamento ai principali quotidiani!)
Nel primo senso una vita sessuale non è un diritto in senso legale e, ritengo, nemmeno in senso morale: nessuno è tenuto legalmente o moralmente a fare sesso con qualcun altro, né a pagare prostitute per chicchesia.
Nel secondo senso la vita sessuale può essere considerata un diritto morale (e in parte anche legalmente riconosciuto) nel senso che, se due persone adulte e consenzienti vogliono andare a letto insieme, possono legittimamente pretendere che né lo Stato né enti “morali” o religiosi intervengano per vietarglielo (nel caso della prostituzione però ciò non vale se dietro ci sono sfruttamento e minacce, perché a quel punto non si può parlare di reale consenso).
Il diritto alla non intromissione dello Stato sotto le coperte, però, è cosa ben diversa dalla pretesa (che personalmente reputo assurda) che lo Stato si faccia carico di pagare prostitute per i suoi cittadini o per alcuni di essi.
@–>Lorenzo Galoppini
Fare sesso tra persone adulte e consenzienti è un diritto dell’individuo nel quale nessuna religione deve intromettersi e che uno stato democratico deve garantire.
Lo strupratore lede la sfera altrui, così come ogni altro soggetto che commetta un reato.
La mia libertà finisce dove inizia la tua.
Pare che da osservazioni empiriche sul comportamento sessuale dei babbuini abbiano dimostrato che le femmine non sempre scelgano il maschio più forte e appariscente, ovvero il macho. La tecnica adottata dalle babbuine evidentemente non può basarsi sulla forza, dalla quale uscirebbero sempre perdenti e nemmeno dallo scoraggiamento, ovvero evitare le avance del machio dandosi alla fuga o altro. La tecnica adottata invece dimostra un’astuzia perversa delle femmine di scimmia. Queste si avvicinano ad un altro maschio (per il quale non dimostrano più interesse del macho molestatore) così da far ingelosire la scimmia dominante, che dunque non può che mettersi a lottare con lo sventurato di turno. Ed intanto che i due se le danno di santa ragione la femmina si imbosca con l’esemplare prescelto. La teoria darwiniana della selezione del più adatto biologicamente comincia a perdere colpi, a meno che si contempli nelle caratteristiche fenotipiche adattative anche la gentilezza. Ora, vediamo invece cosa accade nella società moderna secolarizzata: tutto il contrario. Le donne scelgono quasi sempre il maschio dominante (il cosiddetto alfa) e se non lo fanno è perchè non possono permetterselo dall’agguerrita competizione femminile.
E lo scelgono al prezzo delle violenze, anche a costo di farsi scannare. Nessuna donna sceglierebbe un uomo che va a messa ogni domenica e dice le preghierine prima di andare a letto. Risultato: società competitiva, aggressiva e violenta.
Antonio, non si sa da dove iniziare a risponderti data la enorme mole di ignoranza e scarsità di comprendonio che dimostri. Mi limito pertanto a citare Frank Schaeffer, un ex cristiano evangelico:
La società è competitiva, violenta etc. per altri motivi che non le preferenze sessuali delle donne. O vogliamo scherzare,la teoria darwiniana contempla già da molto tempo la gentilezza come anche l’altruismo e la capacita di cooperare etc. come caratteristiche fenotipiche adattative. Non è affatto vero che le donne scelgono sempre il macho, al contrario per quanto mi è capitato di osservare le qualità più richieste sono la gentilezza, il saper ragionare e parlare ,e…l’altruismo , ma guarda un pò, se poi c’è pure un pò di fisicaccio non guasta, ma non è l’elemento decisivo per un rapporto stabile nella gran maggioranza dei casi.
L’altruismo lo contempla sempre ai fini del gene egoista e non certo per stabilizzare i rapporti, mentre non mi risulta la gentilezza (almeno secondo Dawkins).
Appunto per un rapporto stabile. Ma come sappiamo i rapporti stabili si destabilizzano sempre di più nella società moderna. Se non le piace la mia spiegazione, ovvero in sintesi: che la società è composta da uomini e da donne; che i primi dominano il mondo mentre le ultime li scelgono e (si ricordi sempre) li educano; che le donne sono portate a scegliere i maschi dominanti (e spesso non a livello fisico, è qui l’inganno) e quando non lo sono, spronano all’ambizione i compagni non dominanti, e quando non ci riescono li lasciano per altri. Ergo si costituisce darwiniamente una società secolarizzata di dominanti, dunque per definizione instabile.
guarda che la teoria darwiniana non seleziona nessuno,non è,X FACTOR..per cio che tu osservi nel mnodo dei primati,come gentilezza,non è per se stesso,un comportamento gentile,e solo un fase di certi atteggiamenti,che cercano la procreazione,anche se come sembra puo mostrarsi hai occhi profani ricerca di protezione del babbuino.
avete sta fissa che il darwinismo,poi coniato da voi,(il darwinismo),si un po come un premio a quiz….mettete delle cose che appartengono al mondo,favolistico-religioso è non ve nè accorgete
E come fa la teoria della selezione naturale a non selezionare nessuno?
Forse ho scritto male o non si è capito. Quella scimmia femmina ha scelto il compagno in quanto gentile, non perchè voleva procreare un piccolo babbuino gentile (o non solo) ma per avere delle “carezze” da un babbuino adulto gentile. Dimostrando così che qualsiasi organismo non è solo quella macchina vuota contenitrice di geni, sempre e cmq i migliori (si potrebbe dire DOC), propagandata dalla teoria darwinista.
Certo che cercano la procreazione o meglio l’accoppiamento. E perchè l’uomo cosa cercherebbe tanto di diverso rispetto al babbuino?
Mi sembra piuttosto azzardato e semplicistico affermare che i mali della società moderna derivino dal fatto che le donne non scelgano uomini che vanno a messa tutte le domeniche…
Scusate, volevo rispondere ad Antonio72.
Vabbè, allora facciamo due volte al mese…
Vediamola dal punto di vista dell’ateo. Qualcuno afferma che la religione sia l’oppio dei popoli, presupponendo implicitamente che il popolo ne abbia necessità (di droghe di qualsiasi genere). A me risulta che i tossicodipendenti in crisi d’astinenza tendano a diventare aggressivi e violenti.
Nessuna donna sceglierebbe un uomo che va a messa ogni domenica e dice le preghierine prima di andare a letto.
Perché no? Hai un’idea molto “spaghetti western” dei gusti delle donne in fatto di maschi.
Ci sono quelle che hanno la c.d. “sindrome della crocerossina”, quelle con forte istinto materno, quelle che provano empatia con i perdenti, quelle che prediligono gli effeminati, ecc. ecc.
Ce ne sono per tutti i gusti. Basta solo saper toccare i tasti giusti.
Queste donne a cui si riferisce sono dotate di un ego spropositato e si classificano nella categoria di quelle che pretendono di trasformare il maschio dimesso in dominante. Per loro è una missione imprescindibile, fino a quando un bel giorno si accorgono che è meglio passare alla materia finita piuttosto che lavorare inutilmente quella grezza. Alcune, è vero, continuano imperterrite nel loro instancabile lavoro, consolandosi nella consapevolezza che se la missione dovesse fallire per il compagno/marito, può cmq continuare sui figli maschi. Ora, si può dire che le donne si adeguano alla società, o anche che è la società ad adeguarsi alle donne (o meglio alla loro scelta degli uomini). Ciò è indifferente in quanto il ragionamento è circolare e si autosostiene. Sono o no le donne a scegliere i propri compagni? Sono o no sempre le donne ad educare i figli, soprattutto maschi? Dunque l’uomo è una creatura del grembo femminile non solo in senso biologico. Non si potrebbe affermare che sono proprio le donne a selezionare darwiniamente gli uomini?
@ Senjin
“…Fare sesso e\o avere un partner non sono diritti, sono fortune che capitano….”
@BennyHill
“…Forse tra i selvaggi avere un/a partner è diritto-dovere di ciascuno, ma nelle società civilizzate è semplicemente una fortuna, a qualcuno capita, a qualcuno no, come vincere alla lotteria…”
Ora non esageriamo, messa così sembra che sia una cosa che solo pochi privilegiati al mondo fanno, mentre invece quasi tutti hanno (o hanno avuto) partner e fanno (o hanno fatto) sesso, quindi non parlerei di fortuna ma di semplice fatto naturale che prima o poi capita a tutti nella vita. A tutti tranne che a quelli come me: semmai é per questi ultimi che si dovrebbe parlare di sfortuna (ma non solo, nel mio caso ci sono anche altri motivi, comunque assolutamente non religiosi, tengo a precisarlo).