Una mole considerevole di studi ha dimostrato come la religione prosperi soprattutto laddove le ineguaglianze sociali sono più grandi. E questo spiega almeno in parte perché una società ricca qual è quella degli Stati Uniti si caratterizza per tassi di pratica religiosa più elevati rispetto all’Europa. Tuttavia nessuno, sinora, si era avventurato nel cercare di comprendere quali dinamiche politiche ed economiche si innescano su tali premesse.
Una ricerca di due studiosi, Ekrem Karakoç e Birol Bașkan, ha cominciato a colmare il vuoto. Basandosi sui dati del World Values Survey, hanno innanzitutto rilevato che i più anziani, i più poveri, i meno istruiti e le donne tendono in media a favorire candidati non solo con forti credenze religiose, ma anche capaci di lasciarsi esplicitamente condizionare dalla fede nelle loro decisioni di governo.
Seconda “scoperta”: se è scontato che siano i più fedeli a sostenere con più zelo l’influenza della religione sulla politica, non lo è constatare come questo concetto sia trasversale. I ricercatori non hanno infatti individuato differenze sostanziali tra cattolici, ortodossi, musulmani e induisti. L’unica eccezione significativa è rappresentata dai protestanti. E tuttavia, anche dopo aver preso tutto questo in considerazione, rimane comunque il fatto che chi vive in società più diseguali tende anche a essere più clericale. E tende a esserlo quanto più è povero.
L’ulteriore domanda da porsi, come ha fatto Tom Rees (che su Epiphenom ha segnalato e commentato la ricerca), è questa: fino a che punto votare per candidati clericali aumenta realmente l’ineguaglianza sociale?
Se si guarda l’Indice di Sviluppo Umano, elaborato dall’Onu, si nota questa tendenza: più è elevata l’influenza della religione, minore è lo sviluppo del paese. Agli ultimi posti della classifica troviamo soltanto nazioni caratterizzate da leggi improntate a dottrine religiose e dall’assenza di atei dichiarati, mentre in testa vi sono paesi ampiamente secolarizzati sia per quanto riguarda le coscienze, sia per quanto riguarda le istituzioni.
Non è del resto una novità: già gli illuministi, nel Settecento, facevano polemicamente notare come la religione prosperasse sull’ignoranza. È del resto evidente che, quando la situazione è così disperata da non intravvedere alcuna soluzione razionale, quelle irrazionali trovano vaste praterie in cui pascolare. Non soltanto per le (vane) speranze che suscitano, ma anche per il potere (politico ed economico) delle organizzazioni che le propagandano.
Le confessioni religiose e le formazioni politiche che le sostengono non hanno alcun interesse a ridurre le disuguaglianze, perché un cambiamento minerebbe il consenso di cui dispongono. Dal canto loro i più svantaggiati, che non avrebbero alcun interesse a favorirle, non sono quasi mai nella condizione di rendersene conto. È un problema noto da più di due secoli, ed è stato risolto soltanto laddove, grazie all’istruzione, alla maggiore libertà di espressione e al benessere, la popolazione ha capito che è preferibile avere istituzioni e una classe dirigente improntate al principio di laicità.
La redazione
Tutti questi fatti si spiegano facilmente a livello psicologico.
Chi è povero, oppresso e sta male cerca un rifugio in un mondo immaginario creato dalla sua fantasia.
La religione offre a queste persone un mondo immaginario già fatto e “chiavi in mano”.
Cosi queste persone si illudono che un giorno, dopo morti, “gli ultimi saranno i primi” e loro si riprenderanno la rivincità su quelli che li hanno oppressi e hanno avuto molto più di loro.
Ma chi non è grado di risolvere i problemi della vita e ha come unica soluzione quella di rifugiarsi in un mondo di fantasia è una persona che a me fa solo pena.
quindi i poveri ti fanno solo pena?
chi non è capace di “risolvere i problemi della vita” con le sue forze ti fa solo pena?
a me tu fai pena…. per combattere il mondo di fantasia di cui parli si dovrebbe andare alla radice del problema, cioè evitare che le persone siano “oppresse e povere”, non accanirsi sul problema che ne deriva…
in un paradigma come quello in cui viviamo oggi è semplicemente inevitabile che ci siano persone oppresse, povere e che stiano male, quindi razionalmente parlando è da pazzi accanirsi contro i prodotti che genera il sistema stesso…
pensiamo piuttosto ad abbattere il sistema fallimentare, creandone uno che dia VERA uguaglianza a tutte le persone del mondo e poi si potrà parlare di combattere i mondi di fantasia creati come rifugio…
Molte persone non vogliono essere uguali. A loro va bene così: il loro mondo di fantasia è perfetto, e l’avere qualcuno che li opprime gli toglie la responsabilità della loro situazione.
Non stiamo parlando di coloro che non hanno niente e non possono fare niente, ma di quelli che hanno possibilità e decidono che non devono approfittarne perché altrimenti non hanno il mondo chiavi in mano.
Quindi voi sierte ricchissimi e felicissimi… 🙂 😀 🙂 😀
scusa, ma che hai capito da quel che ha scritto massimo?
quindi tu sei in malafedissima 😀
Non ha forse scritto Massimo che: ” Chi è povero, oppresso e sta male cerca un rifugio in un mondo immaginario creato dalla sua fantasia.”
Io sono credente e quindi sono povero e oppresso .
Voi siete siete atei e quindi ricchissimi e felicissimi.
Kaworu, ma ti devo spiegare proprio tutto? 🙂 😀
@Kaw: niente. Come sempre, del resto 🙂
Io ho capito cosa voleva dire Massimo, ma forse non s’è espresso bene perchè effettivamente la prima frase dal punto di vista logico è :
Povero e oppresso ==> ricerca di rifugio in un mondo immaginario
che equivale per una nota proprietà della logica a:
Non ricerca di rifugio in un mondo immaginario ==> Non povero ed oppresso.
E quindi obiettivamente un po’ di ragione ce l’ha giuseppe, tralasciando il fatto che comunque si tratta di un commento non a tema con la notizia. Anzi il comunicato parla di altro ovvero che in paesi ricchi, ma con grandi diseguaglianze sociali la religione prende piede, ovvero va alla radice e non da la colpa ai “poveri ed oppressi” di essere tali.
C’è una sottile distinzione fra non essere povero e oppresso ed essere ricchissimo e felicissimo.
senza contare che essere poveri ed oppressi per gli standard italiani significa essere comunque ricchissimi e liberissimi per gli standard mondiali, dove i veri poveri sono quelli che nemmeno hanno un cassonetto dove riprararsi dal freddo e dalla pioggia o in cui cercare cibo o roba utile, ma vivono nel fango senza mangiare assolutamente nulla per giorni e giorni, e i veri oppressi sono dei bambini a cui ammazzano le famiglie e vengono costretti a forza a diventare soldati negli eserciti che gliele hanno massacrate….
non che le condizioni dei più poveri ed oppressi in italia non siano sufficienti a spingere verso la religione come fuga dalla disperazione, certo, ma la cosa mi pare risponda adeguatamente alla domanda di giuseppe: per gli standard mondiali, noi effettivamente SIAMO ricchissimi e liberissimi. già il semplice fatto di avere un computer lo indica. senza contare che, come dice fab, non è che non essere poveri ed oppressi implica essere ricchi e liberissimi. non è un sistema binario a due possibilità…..
@giuseppe
Tendenza non è sinonimo di identità.
Un ripassino dei termini matematici (o della semplice logica convenzionale) sarebbe d’aiuto…
Giuseppe, con la logica proprio non ci acchiappi, vero?
Quando dalla premessa A segue B, non significa necessariamente che da B segua A:
(A) Se piove, allora (B) esco con l’ombrello
(A=>B) = vero
(B) esco con l’ombrello, allora significa (A) che piove
(B=>A) = falso
Il tuo errore sta in (B=>A) con
(A) chi è povero, (B) cerca conforto nella religione
dove quindi (A=>B) = vero, ma (B=>A) = falso.
Confesso che identificare errori logici inizia a divertirmi: un po’ come andare a funghi…
Si forse mi sono espresso male. E’ un discorso psicologico molto semplice.
– Chi sta male, è povero o oppresso spesso (ma non sempre) cerca rifugio in un mondo immaginario.
– Viceversa chi sta bene ed è ricco non ha bisogno di rifugiarsi in un mondo immaginario e non lo cerca (pure qui ci stanno le eccezioni).
Come ho detto prima, la religione fornisce un mondo immaginario già “chiavi in mano”. E questo mondo immaginario è di tipo “consolatorio” per chi sta male, è povero ed oppresso.
insomma, come diceva FREUD, la religione è una sorta di “antidolorifico” mentale che, mediante le sue illusioni, aiuta le persone ad accetare meglio i problemi della vita.
Ma non tutti sentiamo il bisogno di questo “antidolorifico” che ha come controindicazione il fatto che “ottunde la mente” (vedi FREUD). E la storia insegna cosa succede quando si ha la mente ottusa. Le religioni hanno provocato guerre, persecuzioni più di ogni altra cosa.
quindi a questo punto, mi pare chiaro che prendersela con chi si crea questo mondo immaginario sia poco intelligente (non puoi pretendere che tutte le persone abbiano la stessa forza mentale necessaria ad affrontare la miseria e contemporaneamente rimanere ben saldi nella razionalità)…
piuttosto la cosa più logica da fare è prendersela con la causa del divario sociale e puntare a rendere questo divario il più sottile possibile….
solo allora ce la potremo prendere con chi sceglie di rimanere nel mondo di fantasia per mala fede, per convenienza o per pazzia…
il mio “rimprovero” deriva solo dal fatto che se vai a rileggere il tuo primo post, sembra che guardi dall’alto verso il basso i poveri e gli oppressi che non solo per l’appunto sono poveri e vivono nella miseria, ma quasi li compatisci perchè per avere un pò di “consolazione” si creano quel mondo di fantasia dove per un attimo con la loro mente possono sperare in un mondo più giusto…
questo tipo di mondo di fantasia non lo biasimo, perchè è estremamente difficile accettare con rassegnazione la miseria in cui si è costretti a vivere mentre si assiste tutti i giorni per strada o in tv alla ricchezza ostentata di molte persone, e quindi solo le menti più “forti” sono in grado di accettare questa situazione e contemporaneamente rimanere razionali al 100%…
tra l’altro questo tipo di mondo di fantasia è quello meno pericoloso, perchè una volta eliminata la miseria delle persone che se lo creano, ecco che a poco a poco svanisce, lasciando il posto alla razionalità…
“tra l’altro questo tipo di mondo di fantasia è quello meno pericoloso”
Vivere in un mondo di fantasia non è pericoloso? Non essere in grado di distinguere tra le proiezioni di fantasia e la realtà è la base della pazzia e questo porta a compiere crimini orrendi,
Guarda recentemente quello che ha fatto il signor Breivik, che nella sua fantasia si credeva un crociato medioevale.
E guarda cosa succedeva 4-5 secoli fa quando la gente bruciava vive donne innocenti con l’accusa di essere streghe. Questo perchè la gente era preda di isterie collettive generate dalle loro allucinazioni di fantasie religiose
Se uno vuole passare il suo tempo a farsi le “seghe mentali” sono riccamente affari suoi, ma come vedi, la storia dei fatti reali insegna cosa succede poi.
Quanto al discorso che si deve raggiungere una parità sociale, questa è una pura utopia. Chi ottiene il potere in questa società ne approfitterà sempre per fare i soldi alle spalle degli altri. E questa è una cosa che sta nel DNA umano e non ci si può fare niente.
quando ho detto “tra l’altro questo tipo di mondo di fantasia è quello meno pericoloso”.. ovviamente mi riferivo SOLO al mondo di fantasia creato da persone povere che vivono nella miseria e nella disperazione, che per l’appunto lo creano solo per darsi un pò di conforto in una vita altrimenti insostenibile e profondamente ingiusta…
NON mi riferivo ovviamente al mondo di fantasia creato dai fanatici (Breivik), ne a quello di chi lo fa per un misto di fanatismo, mala fede e convenienza (inquisitori che bruciavano le streghe, clero e chiesa in generale, ecc)
per quanto riguarda la parità sociale, non sono d’accordo che è un’utopia… è molto difficile, ma dato che il cambiamento viene sempre dal basso, non escludo che prima o poi l’umanità di “svegli” e inizi a creare un sistema più “giusto” di quello che è oggi il capitalismo in salsa finto-democratica…
lol,
tra il povero illuso e il fanatico religioso il passo purtroppo è molto breve. E la trasformazione di conseguenza richiede poca spesa e poco sforzo. Anzi, trattasi di una strategia politica in atto da secoli.
In certi casi, con un piccolo sovrapprezzo, abbiamo il fanatico religioso o fondamentalista che diventa terrorista. In altri, meno pericolosi dal punto di vista della violenza fisica, abbiamo comunque la pericolosità di chi ti vuole negare sempre più diritti e libertà.
ne sono consapevole… ma converrai con me che in un sistema come questo è inevitabile che si formi gente del genere…
ecco perchè dal mio punto di vista è di estrema importanza il raggiungimento della vera uguaglianza sociale, sia in termini di diritti e doveri e sia in termini della qualità del tenore di vita…
è inutile lottare contro i frutti marci quando quello che non va è l’albero in se, non so se mi spiego…
finchè ci saranno persone che soffrono e vivono nella miseria mentre altre vivono nel lusso sfrenato ci saranno sempre problemi di questo tipo, e a buon ragione dico io… questo paradigma è veramente uno dei più fallimentari di sempre.
Sembrano un po’ tutte scoperte dell’acqua calda.
Si, è vero anche se ribadirle non fa mai male. Esiste un certo numero di dubbiosi che potrebbero essere stimolati a ragionare, non dimentichiamolo.
I fatti sono sotto gli occhi di tutti noi: la secolarizzazione avanza, il che vuol dire che le persone iniziano a porsi dei dubbi.
il preferisco il metodo scientifico: un conto solo le opinioni, un altro risultati di ricerche
possono essere sbagliate anche le seconde, lo potranno dire ulteriori ricerche
Dal Fatto Quotidiano di oggi una battuta di Ettore Petrolini: “Bisogna prendere il denaro dove sitrova: presso i poveri.Hanno poco, ma sono in tanti”.
Infatti…
E’ la filosofia del governo Monti, non a caso caratterizzato da una massiccia componente clericale al suo interno.
A proposito di Monti: l’Imu cambia a favore della Chiesa 👿
Qui http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2012/11/04/797010-detrazioni_salvi_mutui_medicine.shtml si legge:
“la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento (favorevole il governo) secondo il quale le associazioni no profit (per capirci, la Chiesa) potrebbero non pagare l’Imu sui fabbricati adibiti «ad attività commerciali con modalità lucrative in modo diretto o indiretto».
In altre parole: la chiesa non pagherà l’IMU perchè sarebbe un’associazione “no profit” (FALSO) anche sui fabbricati adibiti a “profit”. 👿
Evviva il rigore e l’equi(ni)tà, eh, Monti??? 👿
@ Federico Tonizzo.
Il che vuol dire che l’IMU che non paga madama la marchesa la scaricheranno su di NOI, e la UE ci metterà un’altra MULTA che lo Staterello italiano beghino scaricherà su tutti i cittadini,
La UE dovrebbe BUTTARCI FUORI per questo e 100 altri motivi, alzare le barriere doganali, non prestarci più un ghello e lasciarci al destino di tutti gli Stati falliti.
@ Southsun
Io mi chiedo anche quante multe abbiamo già pagato a nostra insaputa in passato all’UE, quante ne stiamo pagando, quante ne pagheremo, e dove andranno a finire tutti quei soldi…
“Le confessioni religiose e le formazioni politiche che le sostengono non hanno alcun interesse a ridurre le disuguaglianze, perché un cambiamento minerebbe il consenso di cui dispongono.”
Gli alunni clericalizzati ed/od indottrinati dalla religione (qualsiasi essa sia) cosa fanno a scuola quando i loro genitori cominciano a pretendere dall’insegnante lo svolgimento collettivo di atti di culto in classe?
Semplicemente cominciano sistematicamente e socialmente a porre le basi dei fossati ideologici pregiudiziali seguendo il sentimento ideologico od etnicamente orientato dei genitori, per costituire maggiore distanza e separazione preventivata dagli altri loro compagni, in modo da prevenire una interazione, una percolazione anche costruttiva conveniente ad entrambi, impedendo uno scambio utile ed un confronto educativo già tra alunni e minando alla base i presupposti di interazione didattica nella scuola pubblica, preparando il terreno per l’intervento clericale o dei loro capi religiosi anche nell’istruzione scolastica pubblica (quella confessionale privata essendo facilemente e per forza di cose in crisi, sia di identità, sia finanziaria).
La religione, per lo più estremistica strumentale, si coniuga molto bene con inpolitica e discriminazione ideologica, da qui il sostegno dei politici ai comportamenti religiosi nelle scuole e nelle istituzioni.
La religione strumento del potere politico e delle ideologie classiste ed etnicamente orientate per costruire differenza ed estraniazione.
Le pretese di far eseguire gli atti di culto collettivi o le preghiere in classe nella scuola pubblica da parte dei genitori e degli insegnanti fedeli alla CCAR, servono ai religiosi ed ai politici clericali per scavare fossati e valli ideologici discriminatori di tipo etnico, ideologico e conservatori classisti, preparando il terreno per l’ingerenza religiosa nella scuola pubblica finanziata da tutti i cittadini per tutti i cittadini meritevoli, non per quelli di una unica religione.
Occorre tenere conto che spesso nemmeno gli insegnanti sono consapevoli di questo tipo di dinamiche implicite, e molto spesso per ottenere la cattedra od il posto di insegnamento, acettano anche ogni compromesso con il sistema e le organizzazioni accettano religiose della partitocrazia di regime della CCAR, simulando e dimostrandone inconsapevolezza ed ignarietà, ma diventando ancora nuovi “cavalli di Troia” clericali, sostenuti tra l’altro da una legislazione privilegiata.
E sicuramente l’ignoranza popolare viene ancora una volta mantenuta ed incentivata dalla religione di regime.
Religione di regime? Non stai parlando dell’Italia vero?
beppe…
far domande e rispondersi è patologicamente marzulliano…
corrige sopra:
Occorre tenere conto che spesso nemmeno gli insegnanti sono consapevoli di questo tipo di dinamiche implicite, e molto spesso per ottenere la cattedra od il posto di insegnamento, accettano anche ogni compromesso con il sistema e le organizzazioni religiose della partitocrazia di regime della CCAR, simulando e dimostrando inconsapevolezza ed ignarietà di fronte a queste pressioni confessionali e pratiche implicite “tradizionali”, ma diventando ancora nuovi “cavalli di Troia” clericali, sostenuti tra l’altro da una legislazione privilegiata.
Fermo restando che ci sarebbe da eccepire anche a come è costruito questo indice, come al solito date una lettura parziale della realtà.
Voi dite:
“Se si guarda l’Indice di Sviluppo Umano, elaborato dall’Onu, si nota questa tendenza: più è elevata l’influenza della religione, minore è lo sviluppo del paese. ”
Io dico invece che se guardate la stessa mappa vedrete che tra i paesi classificati come sviluppo molto alto o alto ci sono sia paesi molto religiosi sia paesi secolarizzati (spero che sia chiaro l’uso che sto facendo di questi due termini: “molto religiosi” e “secolarizzati” nello loro comuni accezioni). Ci sono anche paesi c.d. teocratici come ad esempio l’Iran e l’Arabia Saudita, e ci sono anche dittature come ad esempio la Libia (a meno che non vogliate credere che questa sia classificata come alta solo nell’ultimo anno e mezzo).
A me sembra invece che che i paesi classificati come sviluppo molto alto o alto siano per lo più quelli maggiormente sviluppati dal punto di vista economico e la correlazione evidente sarebbe questa: più sviluppo economico = migliori condizioni e quindi maggiore aspettativa di vita, maggiori possibilità di istruzione etc.
La lettura manichea che ne fate voi in relazione alla religione è molto, ma molto parziale e distorta.
Naturalmente con immutata stima
Tu prova invece a scaricare il Democracy Index stilato dall’Economist. Controlla i paesi inseriti alle voci: Regimi ibridi e Regimi Totalitari, poi mi dici. Quanto al fatto che l’indice di sviluppo umano non ti piaccia, dovresti smontare il corpus di studio di Amartya Sen per dire che non è valido. Hai sufficienti nozioni dei sociologia ed economia dello sviluppo per farlo? E la lettura è questa: paese povero>dilagare della religione. Vedi i ritorni di fiamma dei paesi mediorientali. Sei tu che leggi: religione>aumento della povertà.
Se non sbaglio si sta parlando di sviluppo economico e sociale, inoltre non ho nessuna intenzione di smontare gli studi di Amartya Sen, ho semplicemente detto che alcuni parametri usati per costruire l’indice di sviluppo umano, anche se non economici in senso stretto, derivano comunque dalllo sviluppo economico.
Per il resto sei fuori tema.
Infatti, il Democracy Index si basa anche sulle condizoni economico-sociali. Che a te i parametri non piacciano non vuol dire che non siano validi. Rileggi il tuo commento, perché quello furoi tema e che da interpretazioni personali sei tu e ti ho spiegato l’errore di lettura che hai commesso. Ora, come da prassi, comincia pure a commentare girando intorno alla questione.
Per ROB
“La lettura manichea che ne fate voi in relazione alla religione è molto, ma molto parziale e distorta.”
Da uno che, come tutti i bigottoni, trasforma le eccezioni in regola.
Penso che il sito più adatto per te sia quello dell’uWCr, li è normale comportarsi come te (mi sembra che Kaworu ti abbia spiegato cosa sia la proiezione).
Naturalmente con immutato disprezzo (i “secolarizzati” le cose le diciamo in faccia, non ci nascondiamo dietro falsi complimenti come voi bigottoni).
le tue critiche sprezzanti mi sembrano infondate
leggiamo l’articolo:
più è elevata l’influenza della religione, minore è lo sviluppo del paese. Agli ultimi posti della classifica troviamo soltanto nazioni caratterizzate da leggi improntate a dottrine religiose e dall’assenza di atei dichiarati, mentre in testa vi sono paesi ampiamente secolarizzati sia per quanto riguarda le coscienze, sia per quanto riguarda le istituzioni.
per i paesi agli ultimi posti, non hai sollevato obiezioni (caratterizzazione o totalitarismo religioso si accompagnano a sviluppo umano a livelli infimi)
per quelli ai primi posti, non è stato scritto che sono tutti “ampiamente secolarizzati”
non è stato scritto che vi sia una relazione causa effetto tra il condizionamento religioso e i bassi livelli di sviluppo umano: si constata questa tendenza
lo sviluppo economico è solo uno dei parametri dell’indice di sviluppo umano ONU: si tiene conto anche di alfabetizzazione e speranza di vita
http://it.wikipedia.org/wiki/Indice_di_sviluppo_umano
Allora riproviamo:
Questa notizia (insieme al tuo commento) tende a mettere in rapporto di causa-effetto la religiosità e l’indice di sviluppo umano: più religiosità = indice di sviluppo umano più basso e viceversa.
(Hai letto bene? ho usato il verbo tendere, chiaro?)
Mi dispiace ma questo è molto semplicistico e poco razionale. In realtà quello che si nota dalla mappa di Wikipedia è che se una correlazione si può trovare è che i paesi con indice elevato sono quelli industrializzati e/o disponibilità di materie prime.
Prima che qualcuno di voi mi faccia notare che i paesi africani hanno materie prime ma basso indice spiego che delle due è più importante la prima. Infine per quel che riguarda questo indice che terrebbe conto anche di fattori non economici (aspettativa di vita etc.) ripeto passo passo ciò che ho scritto in un altro post di questa stessa notizia:
“A me sembra invece che che i paesi classificati come sviluppo molto alto o alto siano per lo più quelli maggiormente sviluppati dal punto di vista economico e la correlazione evidente sarebbe questa: più sviluppo economico = migliori condizioni e quindi maggiore aspettativa di vita, maggiori possibilità di istruzione etc.”
Evidentemente (lo dico sempre per i duri di comprendonio) sto semplificando al massimo, non voglio fare un trattato.
Prendete un qualsiasi libro di storia, anche delle media, e ripassate dalla rivoluzione industriale in poi.
***
Penso di conoscere il seguito.
Tu prova a leggere meglio:
Vol dire: più inuguagliane economico sociali=dilagare della religione
Basta guardare al ritorno di fiamma dello spirito integralista nei paesi mediorientali.
Quanto a paesi che hai citato lo sviluppo porta vantaggi solo alla classe dominate, ai lobbisti che ne sfruttano la situazione totalitaria e ai ricconi che investono. Il tutto a scapito della fasce di popolazione meno agiate. Parlando dei paesi africani, avere materie prime ma non avere la possibklità di utilizzarle è tutto meno che redditizio, visto che, anche in questo caso, a trarne beneficio sono gli investitori esteri e le multinazionali. La classe di governo non esita più a stringere patti con le potenze economiche, contraendo debiti che, nel lungo periodo li riducono sul lastrico. Insomma, il tuo discorso è fuori luogo, poiché basato su una premessa che deriva da un tuo errore d’interpretazione. Il dato di partenza è il sottosviluppo. Non la religione.
Per ROB.
Invece di offendere gli altri prendendoli per ignoranti, vengo io incontro alle tue poco sviluppate capacità mentali:
Più religiosità=meno sviluppo economico=meno sviluppo umano.
In questo modo dovresti essere in grado di capirlo anche tu.
Beh insomma nei paesi mediorientali ci sono stati ricchi nel golfo eppure molto conservatori anche la popolazione lo è. Invece la bolivia… veramente c’è tutta sta esplosione della religione?
Per Tino.
Non è detto che il sottosviluppo umano debba per forza essere legato ad un aumento della religiosità.
Una di quelle ricerche il cui risultato era già aspettato. Purtroppo questa ricerca come altre, cadrà nel dimenticatoio e sarà sicuramente vittima di censura e di mancata divulgazione, quando meriterebbe invece di essere affissa con dei manifesti in tutte le città italiane, Roma in primis.
Ma visto che questo non succederà, mi sento di incoraggiare tutti atei-agnostici o comunque increduli o anti-clericali alla diffusione delle loro idee, e soprattutto li invito a NON portare rispetto a determinate ideologie, ovvero a non rinunciare di far valere la propria ratio davanti alle pretese di rispetto che ogni credente pretende. Bisogna andare oltre, bisogna cominciare a “sventrare” questo circolo vizioso che impedisce a chiunque sia contro una religione di parlarne apertamente pena l’essere additato come un maleducato che non rispetta le credenze (e le speranze) altrui. E dico questo non per incitare ad una guerra, ma per ricordare ad ognuno di noi che abbiamo la possibilità di scalfire ogni credenza religiosa, poiché dalla ragione non si sfugge, e se si ha una buona abilità comunicativa, sono convinto che anche il più ortodosso dentro di sé farebbe nascere anche un minimo dubbio. Basta con il rispetto per le religioni, e basta con quello spirito finto-buonista che ci ha sempre impedito di contraddire e perché no insultare storielle risalenti a diversi millenni fa. E la parola “insultare” è letterale, poiché sono molti (se non tutti) i religiosi che insultano l’ateismo come incarnazione del male, e noi ogni volta a predicare la tolleranza e la non-violenza verbale. Invece io dico no, perché è arrivato il momento di essere più forti e cazzuti, senza violenza fisica ma compensandola con brutalità verbale.
Eliminiamo queste menti stupide ed inutili una volta per tutte. Insieme ci possiamo riuscire.
sono in parte d’accordo con te.
pert combattere certe idiozie bisognerebbe essere più duri e diretti visto che dall’altra parte sanno solo zittirci insultandoci.
E’ proprio quello che intendevo. E’ chiaro anche che il loro risponderci con insulti mi fa capire che non hanno argomentazioni valide e razionali per contraddire le nostre idee.
La difficoltà relazionale e poi dialettica fra credenti e non credenti discende dal fatto che “illuministicamente” i non credenti professano il diritto di ognuno di esprimere le proprie idee.
Questo è giusto e santo, ma solleva un problema di sottile distinzione.
Se tutti gli individui hanno il diritto di esprimere liberamente le proprie idee, non tutte le idee hanno la medesima dignità e garanzia formale di non rischiare di essere confutate e/o rifiutate.
Dobbiamo mantenere molto chiaramente la distinzione fra il rispetto per tutti gli UOMINI quale che sia l’idea che esprimono, ma il non diritto di tutte le IDEE, quali che siano, di essere non confutate.
E’ un problema di civiltà che ci insegna l’Umanesimo Illuminista, ma non certo la pratica religiosa, quale possiamo verificare in termini storici.
Io invece ho avuto l’esperienza che solo i credenti della CCAR ritengono come loro esclusivo diritto-dovere quello di imporre le proprie idee confessionali, sentendosi superiori agli altri, e quindi imponendo agli interlocutori la impossibilità di confutazione delle idee confessionali cattoliche, essendo queste idee basate sui dogmi di una presunta superiorità della gerarchia cattolica romana (che come molto noto, fanno acqua da tutte le parti) e dei suoi fedeli (vecchia questione dei monoteismi eccetera).
il meccanismo del pensiero religioso e superstizioso che poi sono la stessa cosa è noto da almeno 2500 anni, Polibio e Epicuro, Democrito e Anassagora ma anche i più “spirituali” Pitagora ed Eraclito concordavano sulla coincidenza della fede con la povertà di cultura del popolo ignorante, che se non altro si augurava un’altra vita più felice dopo questa.
Cesare, Cicerone, Seneca e Cornelio Celso erano tutti scettici sulla reale esistenza di forme di vita soprannaturali dato che anche nella Roma antica il popolo ignorante si rifugiava nella superstizione pagana (poi cristiana) per tentare di sfuggire alla fame e alla miseria.
il meccanismo è valido ancora oggi, chi vive nella bruttura più infame sarà sempre disposto a credere in un qualcosa dopo la morte che riscatti almeno in parte le sofferenze patite nella vita, e sarà disposto a divenire anche un assassino (vedere fondamentalisti islamici) pur di assicurarsi un posto in un immaginario paradiso.
Certo, ma con la mondializzazione e il crollo delle frontiere oggi la religione assume ruolo di frontiera.
Il problema non è stato risolto, perché attraverso l’immigrazione la religione assume connotazione identitaria anche nelle società più secolarizzate, quindi anche persone che appartengono a minoranze religiose benché istruite e non necessariamente povere non sfuggono alla pressione della comunità.
Il problema è molto complesso e perciò molto confuso. Parlando di religione si confondono due cose: da una lato c’è un trasporto naturale verso il mistero che è fonte di domande profonde sul mondo, dall’altro abbiamo la religione come dominio di una congrega di preti. E’ chiaro che il contrasto viene fatto contro il dominio di congreghe di preti e non tanto sui sentimenti delle persone. Quello per cui ci battiamo è per far sì che le congreghe di preti siano considerate come tutte le altre associazioni, come le bocciofile o come l’ente per la protezione degli uccelli. Non devono godere di nessun privilegio e devono essere finanziate dagli iscritti alla associazione. Questo credo debba essere l’obiettivo delle associazioni come l’UAAR.
Invece il fatto che il trasporto religioso o il sentimento verso la “trascendenza” sia legato alla povertà e alla scarsità di risorse è spiegabile in termini neuroscientifici molto semplici. La penuria porta ad un incremento dell’afflusso dopaminergico che attiva una diversa e più percezione dello spazio. La spinta verso la “trascendenza” è la stessa spinta che porta gli animali a migrare in cerca di cibo. Se voi ci fate caso, ogni nuova religione è sempre associata ad un “viaggio”, ad una migrazione – si pensi al viaggio di Mosé – cioè ad un ampliamento di nuovi orizzonti spaziali. Il “cielo” a cui si volge l’uomo è la sfera che consente l’orientamento per conquistare le grandi distanze, ossia per conquistare uno spazio migratorio in cerca di cibo e di risorse. Per questo i poveri “naturalmente” guardano al cielo. E’ un riflesso neurologico naturale. E si trova anche negli animali.
Tanto interessante e semplice da comprendere, quanto difficile da far accettare a chi è prevenuto come i fedeli.
@–>Ottopermille
Lineare e incisivo. Peccato che, come dice Grassino, sia un’evidenza quasi impossibile da far accettare agli infatuati di religione.
Seneca diceva:
la religione è
vera per il popolo
utile per i sovrani
falsa per i saggi
Le religioni finiranno quando verranno loro sottratti i bambini.
Un adulto che non avesse mai sentito perlare di religione, dopo aver letto la bibbia e sentito un sermone domenicale, crederebbe?
“Le religioni finiranno quando verranno loro sottratti i bambini.”
Può esser vero ma come spieghi che io sono stato uno come quei bambini? Credo che molto dipenda dall’individuo e dalla sua voglia di porsi domande, cosa questa che fa fatica e la fatica costa.
Caro Lumen Rationis, io non dispero. Se la secolarizzazione avanza, probabilmente una ragione ci sarà. Io la vedo nella maggiore cultura e benessere che si vanno diffondendo tra le genti.
@Grassino tu sarai la regola che conferma l’eccezione. Lumen Rationis ha perfettamente ragione. Guarda questo video di appena 15 minuti e capirai….e anche quelli dell’UAAR e tanti atei capiranno…..
Il bambino programmato – Mente conscia e subconscio – Bruce Lipton
http://www.youtube.com/watch?v=dMpbjyTA-rs&feature=my_favorites&list=FLaqD9VAUP6e3YR2PS-8HSzA
Video interessantissimo ma io non credo di essere l’eccezione. Se la secolarizzazione avanza e se è stato calcolato che nel 2038 gli atei saranno più dei credenti, questo vuol dire che, nonostante i bambini si sviluppino in famiglie di credenti, diventando adulti riescano a crearsi una loro personalità.
Secondo me molti dei bambini che vengono sottoposti a catechismo da adulti si allontanano dalla religione per disinteresse. Conoscono la religione solo superficialmente come la maggior parte dei cosiddetti credenti.
Per liberarsi della religione occorrono persone non credenti perche conoscono i contenuti della religione e ci ragionano sopra (leggono la bibbia con il cervello acceso)
I non credenti per disinteresse fanno il gioco delle gerarnchie ecclesiastiche.
Effettivamente il seguito è stato come da copione
***
Riproviamo
Voi dite:
“Se si guarda l’Indice di Sviluppo Umano, elaborato dall’Onu, si nota questa tendenza: più è elevata l’influenza della religione, minore è lo sviluppo del paese. Agli ultimi posti della classifica troviamo soltanto nazioni caratterizzate da leggi improntate a dottrine religiose e dall’assenza di atei dichiarati, mentre in testa vi sono paesi ampiamente secolarizzati sia per quanto riguarda le coscienze, sia per quanto riguarda le istituzioni.”
Allora guardiamo i paesi classificati con un basso indice, sono quasi tutti paesi africani che, guarda caso, sono anche arretrati dal punto di vista economico. Il gruppo dei medi è un po’ più eterogeneo, ma per lo più si tratta di paesi che stanno sperimentando una forte crescita economica e con buone risorse naturali. Infine i paesi classificati con indice alto e molto alto sono quelli più avanzati economicamente.
Per come è costruito questo indice la cosa non sorprende neanche più di tanto dato che un maggiore sviluppo economico significa anche migliori condizioni, maggiore aspettativa di vita, maggiori possibilità di istruzione etc.
Quindi se una correlazione c’è questa è soprattutto data da fattori economici.
Ma quale mappa stai guardando? Solo quella in quartili? Guarda quella per valori:
http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_stati_per_Indice_di_sviluppo_umano
Prova a cercare qualcosa sulla religiosità in africa. Ovviamente, religiosità africana, non cristiana. Scoprirai che c’è ancora un attaccamento forte alle credenze tradizionali. E ti è già stata spiegata la correlazione esatta qual’è. A questo punto, se tu non riesci a cogliere il significato, colgo l’occasione per chiedere alla redazione di correggere. Che strazio.
ROB (sempre piu’ inteligggentone),
come lo spieghi il caso degli Stati Uniti? Il punto che non cogli e’ la correlazione tra una societa’ disfunzionale (dato ad esempio il sistema sanitario delirante, il cittadino medio non puo’ permettersi di ammalarsi seriamente pena la bancarotta) e il rifugio in una speranza di un dopo migliore, dove il dopo non e’ il futuro terreno ma quello finto ultraterreno, che tanto fa comodo ai parassiti clericali per campare bene qui (anche sostenuti da cospicui gruppi di ovini che servono volontariamente). Gli studi riportati sono dettagliati e definiscono indici ben misurabili. Mi sorprende che un cervello superiore come il tuo non capisca. Dai spingi che capisci, dai ROB.
Benissimo, e allora spiegami il caso della Russia (o dell’ex Unione sovietica per intenderci)
Che cosa ci sarebbe da spiegare sulla Russia?
@ Giorgio
penso che questo poveraccio intenda il fatto che l’ateismo di stato sovietico (ovvero la religione sostituita dal culto del dittatore di turno che rifiutandosi di sottoscrivere un concordato con i preti e’ cattivo, mica come Hitler Mussolini Pinochet) non abbia sradicato la religione dalla Russia. Qualcuno dovrebbe regalargli una copia della fattoria degli animali.
ROB, come da copione fingi di non capire.
Nei paesi poveri la religione si trova a suo agio.
Da http://www.uaar.it/news/2010/12/04/predica-alla-casa-pontificia-natale-risposta-cristiana-allo-scientismo-ateo/#comment-439692 giova ricordare ogni tanto l’intervento di Bruno Moretti Turri di sabato 4 dicembre 2010 alle 20:39:
“I credenti in superstizioni, scaramanzie, oroscopi & religioni sono:
il 99 % degli analfabeti
il 94 % dei V elementare
il 90 % dei III media
il 74 % dei diplomati
il 35 % dei laureati in materie scientifiche
il 15 % degli scienziati ad alto livello
lo 0 % dei premi Nobel italiani viventi”
Dalla trasmissione “White Rabbit” by Bruno Moretti Turri, Radio Varese, 1978.
N.B.: i dati sono relativi all’Italia del 1978. Oggi, a livello mondiale, gli scienziati ad alto livello che sono credenti, sono il 7% (fonte: Accademia Americana delle Scienze citata da Odifreddi).
Un’altra ricerca merita di essere ricordata. E’ stata pubblicata da Whitson JA e Galinsky Ad nel 2008 sulla prestigiosissima Science. Il titolo dello studio (Lacking control enhances increases illusory pattern perception) riassume i risultati che confermano, sperimentalmente, come sia la sensazione di essere in balia degli eventi la CAUSA della comparsa di quei comportamenti illusori che sono alla base della superstizione, dell’astrologia, della ritualità … delle religioni. Questo studio (si osservavano i comportamenti di volontari in cui, in sei diversi modi, era stata indotta insicurezza) dà una conferma sperimentale alle osservazioni secondo cui persone che, per vari motivi, non sono in grado di controllare il proprio ambiente sono più propense alla superstizione ed al pensiero irrazionale.
Grazie mille Bruna!!!
Ho recuperato anche questi articoli:
http://www.stephenjaygould.org/ctrl/news/file002.html
http://www.blakerobertjohnson.com/religious-beliefs-of-scientists
Sarei curiosa di sapere qual è la percentuale di credenti tra i laureati in materie umanistiche.
@ SilvioBO
Anch’io. Genericamente parlando, i laureati in materie umanistiche sono pressochè analfabeti nelle materie scientifiche (nonostante gente tipo Florenskij ritenga, erroneamente, di conoscere a sufficienza le materie scientifiche). Quei laureati in materie umanistiche che non sono “credenti”, probabilmente hanno una mentalità diversa (più aperta e più critica) da quelli che invece lo sono.
Sarebbe anche interessante sapere se c’è un’autoselezione alla base o se si verifica una conversione successiva. Cioè, chi si iscrive a un corso scientifico è già più scettico in partenza o lo diventa col proseguire degli studi?
“Genericamente parlando, i laureati in materie umanistiche sono pressochè analfabeti nelle materie scientifiche”
Non sono d’accordo. Da laureato in materie umanistiche, credo di avere una discreta cultura scientifica e conosco anche diversi colleghi storici, letterati, filologi – molto spesso atei – che non sono certo al livello di ignoranza di Flo.
Il punto è un altro: di fatto le facoltà umanistiche sono anche più “umane” (cioè di manica larga) con i somari, ai quali di solto si “regala” un voto di passaggio invece di stroncarli. Di conseguenza, in una facoltà umanistica si trovano generalmente due tipologie di studenti:
1. Umanisti “veri” realmente interessati alla filologia, storia, letteratura, ecc..
2. Poveracci che sono lì per elemosinare un “pezzo di carta” che altrove non verrebbe loro elargito.
Questo è il motivo per cui tanti ignoranti, in ogni campo del sapere, finiscono per occupare cattedre di materie umanistiche a scuola e questo è il motivo per cui molti credono – erroneamente – che le scienze umane siano meno razionali e rigorose delle scienze naturali.
@ Ferrer
Certamente! Infatti dicevo “Genericamente parlando”, quindo escludendo le (ovviamente esistenti) eccezioni, di cui evidentemente non posso sapere la % esatta, conoscendo io di persona un campione – statisticamente parlando – troppo limitato del totale dei laureati in materie umanistiche.
@ SilviaBO
Probabilmente è almeno un po’ più scettico in partenza (secondo la tabella di Bruno Moretti Turri, già dalle superiori il 74% usciva non credente in superstizioni, scaramanzie, oroscopi & religioni); ma certamente lo diventa sempre di più con l’aumentare delle sue conoscenze scientifiche: questo lo mostra la stessa statistica riportata da B. M. Turri.
@ Ferrer
Senz’altro esistono umanisti che si interessano anche di materie scientifiche (meno male!). Però mi pare che in Italia, e forse anche altrove, ci sia molta meno vergogna a mostrarsi o dichiararsi ignoranti nelle materie scientifiche piuttosto che in quelle umanistiche. Chi non sa chi è Leopardi è considerato un lurido zoticone che farebbe meglio a non mostrarsi in pubblico, mentre chi non sa calcolare una percentuale o non ha idea di chi sia Darwin è considerato una persona normale. Per cui credo sia più facile trovare uno scienziato con una discreta cultura umanistica, piuttosto che un umanista con una discreta cultura scientifica.
Un’altra questione interessante: ci si dovrebbe aspettare una minor percentuale di credenti tra i laureati in storia o tra i laureati in filosofia o tra i laureati in letteratura? 😉
Secondo me, la percentuale maggiore di non credenti è tra i laureati in storia, e la percentuale minore potrebbe essere tra i laureati in letteratura.
Ovviamente, occorrerebbe un’indagine statistica vera per avere la risposta reale.
@–>Federico Tonizzo
” gli scienziati ad alto livello che sono credenti, sono il 7%”
Si tratta, con molta probabilità, di quelli che lavorano o insegnano in centri di ricerca o università d’ispirazione religiosa, come l’Università Cattolica, l’Università Pontificia Salesiana, l’Università del Sacro Cuore o le varie università private di emanazione protestante.
Un bellissimo esempio di scienziato di tal fatta lo ritroviamo nel nostrano celeberrimo “Zichicco”.
Del resto, c’è gente che per un posto sicuro venderebbe l’anima pure al diavolo, figuriamoci al papa.
Concordo.
Poi, sarebbe interessante trovare statistiche più recenti…
Faccio notare che i primi dieci paesi sono quelli più evangelizzati, fatta forse eccezione per l’Irlanda, ma va pur bene una eccezione che conferma la regola, visto che l’Irlanda (con un cattolicesimo nominale motivato più da questioni di contrapposizione politica e per ragioni di forzatura tradizionalistica ed identitaria) è molto vicina ed influenzata dalle regioni di cultura protestante storica, oltre che evangelica, anglosassoni.
Un’altra considerazione.
Voi scrivete:
“Una ricerca di due studiosi, Ekrem Karakoç e Birol Bașkan, ha cominciato a colmare il vuoto. Basandosi sui dati del World Values Survey, hanno innanzitutto rilevato che i più anziani, i più poveri, i meno istruiti e le donne tendono in media a favorire candidati non solo con forti credenze religiose, ma anche capaci di lasciarsi esplicitamente condizionare dalla fede nelle loro decisioni di governo.”
Ma non è che confondete l’uovo e la gallina, vero? Ovvero potrebbero benissimo essere i candidati politici, notoriamente più scafati dei loro elettori, che per ingraziarsi una parte dell’elettorato tendono a diffondere presso questo stesso elettorato una determinata immagine a loro favorevole. Siamo sicuri di non confondere causa ed effetto?
Metodo scientifico se ci sei batti un colpo…
***
Ora aspetto il seguito.
L’opposto di chi si crea divinità onniscenti ci sta chi riconoscere le altrui intelligenze e competenze.
Tradotto nella lingua di Dante?
Reali o ipocriti che siano questi politici, cosa cambia?
Secondo questo studio i più anziani, i più poveri, i meno istruiti e le donne tendono a votarli lo stesso.
Non crearti tu situazioni di confusione, che esistono solo nella tua testa, per scaraventarli su altre persone.
D’accordo, lo studio descrive un fenomeno ma le conclusioni possono benissimo essere lette in due maniere diverse: evidentemente voi vedete la conclusione che vi fa comodo e negate l’altra.
Almeno l’onestà di ammetterlo via… dopotutto siamo tra adulti mica mi scandalizzo per questo.
Le conclusioni possono essere lette in maniere diverse?
Abbiamo (secondo questo studio) una parte di elettorato che vota un certo tipo di candidati (questa è la conclusione), poi se questi candidati ci siano o lo fanno questo non cambia la conclusione inziale.
Ripeto, ti crei problemi che non esistono e hai pure il coraggio di dire che sono io ad non avere l’onesta di ammetterlo, mettendo pure in discussione la mia maturità personale?
Ma mi faccia il piacere, mi faccia.
E quale sarebbe, di grazia, la seconda maniera di leggere delle conclusioni?
L’unica conclusione che vedo è che nei Paesi con indice di sviluppo umano basso, l’influenza della religione è elevata. Il che presuppone quindi il contrario: indice elevato, influenza bassa.
Questo resta un fatto, non una conclusione. Casomai si potrebbe discutere sulla correlazione tra i due indici, ma sul fatto che siano inversamente proporzionali, non esiste proprio nulla da discutere.
Per Giorgio Pozzo: abbia pazienza, ma se – usando le sue parole – “si può discutere sulla correlazione tra i due indici ” (sviluppo umano basso, influenza alta; quindi si tratterebbe di correlazione negativa) non comprendo come lei possa affermare che “sul fatto che siano inversamente proporzionali non esiste nulla da discutere”.
Mi sembrano conclusioni in contraddizione.
Direi che l’affermazione dell’articolo “più è elevata l’influenza della religione, minore è lo sviluppo del paese” è qualitativa, non essendo definita una metrica quantitativa per misurare l’influenza religiosa. Ad ogni buon conto, se lei ha la pazienza di osservare la mappa dell’indice di sviluppo umano (http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:2011_UN_Human_Development_Report_Quartiles.svg&page=1) noterà come tra gli stati a sviluppo avanzato figurino repubbliche islamiche come Iran, Arabia Saudita, Libia, Kazahstan, Turchia; stati atei come Cina, Vietnam, Mongolia, Corea del Nord hanno indice di sviluppo molto basso. La religione Buddhista è praticata sia in Giappone, sia in Birmania ma questi paesi figurano agli estremi opposti della classifica. Botswana, Mozambico, Belize, Costa d’Avorio, Salvador hanno percentuali di atei dichiarati paragonabili ai paesi del Nord Europa ma sviluppo ben diverso.
Si potrebbe invece osservare come ai primi posti della speciale classifica figurino gli stati dell’Europa occidentale più la Grecia, la Polonia, le repubbliche baltiche, Israele, Giappone e Corea del Sud. E alcune colonie, specialmente quelle (Argentina, USA, Canada, Australia) che hanno realizzato società di immigrazione riempiendo un vuoto o sostituendo in toto quelle esistenti (caratteristica quest’ultima delle colonizzazioni anglosassoni nel nuovo e nuovissimo mondo).
In generale trovo più veritiera una correlazione tra l’indice di sviluppo e l’applicazione di tecniche moderne nei settori primari di base e di metodi organizzativi/produttivi adeguati nel settore secondario (industria e trasformazione) e terziario. Il tutto nel quadro di rappresentanze democratiche, ragionevoli misure di welfare, ordinamenti giuridici strutturati.
Mi sembra questo il denominatore comune, più che l’influenza di preti o rabbini.
Saluti
Perché vi scordate sempre dei liberi pensatori.
Liberi anche rispetto all’autoreferenzialità di una cultura aristocratica, complice?
Tradotto in italiano?
Gli anarchici, i socialisti, i comunisti…
Per Francesco:
riproviamo:
secondo quello che dite le persone povere, anziane etc. voterebbero in un certo modo.
Questa è solo la descrizione di qualcosa che accade a livello sociologico, potrebbe essere, se verificata, una “costante sociologica.”
La domanda che ne segue è: perché succede questo?
Qui la risposta non è univoca.
Secondo voi questo succede perché quegli elettori sono dei sempliciotti.
Secondo me succede anche (leggete bene, ho scritto “anche”) perché i politici quando si candidano vanno alla ricerca del maggior numero di elettori possibile.
Se uno si candida non è che mette il suo nome su una lista e stop, può anche accadere così, ma probabilmente il candidato si darà da fare (volantini, discorsi, apparizioni in tv, interviste sui giornali etc.) per farsi conoscere dai suoi potenziali elettori probabilmente con un linguaggio che ritiene adatto a loro.
Riprovo io ancora, il fatto che un canditato sia o faccia il bigotto per finta, cosa c’entra con il fatto che questo studio giunga alla conclusione che ci sono persone disposte a votarli (anche se in caso di finzione da parte del candidato queste vengano ingannate)?
Niente.
C’entra che è l’argomento di cui si discute (elettori e candidati)
Cosa sei in delirio?
“… probabilmente con un linguaggio che ritiene adatto a loro”, ossia adatto a dei sempliciotti (per usare il suo termine)?
Il suo ragionamento si potrebbe descrivere così: il caso classico del cane che si morde la coda.
Per Giorgio Pozzo
A livello di paesi la correlazione non funziona, indipendentemente da quello che si vuol vedere.
P.S. mi devi ancora la risposta sulla Russia…
sei un gran maleducato in cerca di attenzione, altrimenti utilizzeresti il tasto Rispondi.
La Russia? Quella grande nazione esportatrice di mafia, dalle forti ineguaglianze sociali e di fede cristiana ortodossa?
Per Davidez:
hai dato aria alla tastiera?
Preferivi un’altra risposta? Dalla tu quella giusta che facciamo prima.
“L’unica eccezione significativa è rappresentata dai protestanti.”
Eheheh, esatto!
Un giudizio posiivo, pur con tutte le attenuanti del caso, che all’Uaar si conoscono bene.
* positivo