Si sa, i religiosi amano presentarsi circonfusi dall’aura del sacro. Un concetto le cui radici latine rimandano all’intangibilità. Tre millenni dopo, siamo ancora allo stesso punto: “colpire” un operatore del sacro, un sacerdote, comporta delle aggravanti. Non solo con le parole, come avviene nel caso del vilipendio. Ma anche nel portafogli. La vicenda riguarda un uomo, Raffaele C. (niente a che fare col segretario Uaar), che lo scorso anno fu condannato per truffa dalla Corte d’Appello di Trieste a quattro… Leggi tutto »
Archivi Giornalieri: venerdì, Gennaio 25, 2013
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