L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara ha firmato giovedì un’intesa per “l’assistenza religiosa e morale a persone non cattoliche e non credenti”. A dare l’annuncio in conferenza stampa sono stati il direttore generale dell’ospedale Gabriele Rinaldi, il direttore sanitario Andrea Gardini e l’assessore alla sanità del Comune di Ferrara Chiara Sapigni. Il protocollo d’intesa avvia ufficialmente la costituzione della “Sala del Silenzio” all’interno del nuovo Ospedale di Ferrara.
L’interessante novità è che il protocollo parte da constatazioni quali il “sensibile aumento delle persone non credenti e di confessioni religiose diverse dalla cattolica nella società italiana attuale e il riflettersi di questo fenomeno nella tipologia dei pazienti ricoverati”, e parla della “necessità di garantire indistintamente a tutti gli utenti la libertà di culto, di pensiero e di interfacciarsi con un rappresentante della propria fede o delle proprie convinzioni, soprattutto in momenti difficili quali il ricovero ospedaliero, la sofferenza ed il lutto”.
Un’altra rilevante novità è che tra i firmatari del protocollo d’intesa, assieme a 11 confessioni religiose di minoranza, c’è anche l’Uaar. Nella fase di elaborazione dell’iniziativa sono stati infatti coinvolti anche due suoi soci, l’architetto Flavio Gardini e la sociologa Marina Pirazzi di Bologna. L’associazione ovviamente collaborerà pure alle fasi successive del progetto. Non era mai accaduto che un’iniziativa istituzionale italiana coinvolgesse contemporaneamente confessioni religiose e associazioni di non credenti.
Il circolo Uaar di Bologna e Stefano Guidi, referente di Ferrara, considerano questo evento “un importante passo avanti verso la progressiva eliminazione delle discriminazioni in campo religioso, di professioni di credo e posizioni ateo-agnostiche, attraverso la concreta azione di apertura, dialogo e confronto fra spiritualità e coscienze diverse”. Hanno sottolineato “l’importanza della futura Sala nel far emergere gli aspetti comuni alle coscienze umane, al di là delle differenze di cultura e religione”.
A tutti i soci del territorio è stato chiesto di esprimere la propria opinione su come questa sala dovrebbe essere, quali le sue funzioni e le sue regole, nel rispetto delle esigenze e delle visioni della vita di persone atee o agnostiche e nell’accoglienza delle esigenze di coloro che condividono altre posizioni. Sulla base delle risultanze, l’associazione ha consegnato un documento nel quale ha espresso le proprie opinioni sulle auspicabili caratteristiche della sala e del suo uso in relazione ai portatori d’interesse nonché una bozza previsionale per la fattibilità dell’intervento, augurandosi che diventino un’utile base di lavoro per tutto il gruppo di consultazione.
L’auspicio dell’associazione è che simili esperienze di assistenza morale non confessionale, che in altri paesi hanno alle spalle già molti decenni di storia, si sviluppino presto anche in altri contesti. E che le discriminazioni ancora presenti, che riservano all’assistenza religiosa cattolica uno spazio autonomo, quattro volte più grande, con appartamento per il ministro di culto, e soprattutto il cappellano nominato dal vescovo e a libro paga della Sanità pubblica, siano infine eliminate.
L’associazione
Ho un grande appezzamento da fare a chi ha condotto le trattative e due domande:
Per eliminare i privilegi ai sacerdoti che fanno assistenza ospedaliera, che hanno un appartamento riservato a loro e uno stipendio (a carico dell’ospedale?), bisogna cambiare la costituzione eliminando l’articolo 7, o basta una legge ordinaria?
Non mi sembra che questo accordo sia l’unico in Italia. Senz’altro è il migliore. Quanti e quali sono gli altri?
Vi sono altri accordi ma sono stati sottoscritti separatamente, rispetto alle confessioni religiose di minoranza. Questo è invece un protocollo d’intesa che nello stesso tempo contempla organizzazioni di credenti e associazioni (una) di non non credenti.
anche meno di una legge ordinaria: gli accordi li fa la Regione, con la CEI territoriale
qui una inchiesta Uaar:
http://www.uaar.it/uaar/ateo/archivio/2011_6_art2.html
basterebbe quindi che la Regione abolisse questi accordi medievali, e permettesse agli assistenti religiosi di dare conforto a titolo gratuito, negli orari di ricevimento, e su esplicita richiesta dei pazienti
Condivido!
magari sarebbe utile che le altre fedi e i vari movimenti non stessero col cappello in mano a raccogliere le briciole avanzate dalla chiesa. se si è ammalati e si desidera una assitenza spirituale e/o diversa si fa una telefonata e si chiede. non è che perchè c’è uno stipendio al mailae uno biogna assegnarlo anche al ,aiale 2. e poi seriamente, perchè non occuparsi di ciò che i malati in italia non hanno (ad esempio la chemio palliativa)
Coro di voci: Devi morire! Devi morire! Devi morire!
Dottore: Ma cosa sta succedendo?
Infermire: Un malato masochista ha chiesto di avere l’assistenza spirituale.
“infermiere”
Non fa ridere.
a me sì.
Francesco
Una delle migliori anche se è forse la più cattiva!
@Francesco
Per un malato sadico che chieda l’assistenza di un prete, invece, credo che nessuno
qui abbia obiezioni.
Ennesima prova di come voi atei non siate discriminati in Italia.
Semmai è la prova che molte battaglie di civiltà fatte dai non credenti sono vinte a dispetto della volontà del Clero e soci!
stai parlando con chi non ha le capacità o la volontà (o entrambe) di comprendere. la semplice lingua italiana.
perdi il tuo tempo, ignoralo e basta.
Ma chi si opponeva all’ingresso di vostri assistenti spirituali?
@Enrico
Morali, non spirituali. E comunque, ci si poteva arrivare prima. In ogni caso, che una AOU firmi un protocollo d’intesa, pur rappresentando un passo significativo, non è certo un valido indicatore della generalità. Stai deviando su commenti giuseppe style.
E’ evidente che non sono discriminati, basta vedere la pochezza di contenuto delle battaglie che conducono. Avranno speso cifre elevatissime per far togliere i crocifissi dalle aule scolastiche. Giusto come principio, ma a quale costo? Vorrei vedere un ateo rifiutare di abitare in piazza S. Croce perché il nome lo disturba.
Diverso è il caso dei soldi pubblici spesi per motivi confessionali, quelli andrebbero controllati meglio, specialmente di questi tempi.
Una domanda però si impone: i soldi pubblici devono essere spesi solo quando è interesse di tutti o anche di una minoranza?
Non è che posso chiedere di eliminare il servizio d’ordine della PS dallo Juventus Stadium, pagato con soldi pubblici, perché io non sono tifoso della Juventus.
Mah, certe battaglie saranno anche di poco contenuto, però sembra che diano un tale fastidio……….
Dal mio punto di vista, poi, l’aspetto economico è irrilevante: mi preoccupa di più la devastazione intellettuale, morale e sociale che portano le religioni, di cui alcuni credenti che scrivono qui sono l’esempio più illuminante.
sono d’accordo con paul, e aggiungo: qual è il prezzo elevatissimo che comporterebbe togliere i crocifissi dagli edifici pubblici?
io sono juventino e ritengo che il servizio d’ordine allo stadio (anche quello della juve), debba essere a carico delle società, visto che sono esse ad incamerare gli introiti dell’evento sportivo.
neanche io capisco quale costo comporti salire su una sedia, allungare una mano, togliere il crocifisso. credo che i custodi dell’edificio scolastico abbiano competenze sufficienti per assolvere a questo incarico, e quindi non credo sia necessario l’appalto ad aziende esterne…
@parolaio
Sorvoliamo sul paragrafo di apertura.
I soldi pubblici andrebbero spesi per chiunque sia attivo/a nella società, semplice.
Poi, l’esempio dello stadio è deleterio, visto che parliamo di una società privata che di soldi pubblici non dovrebbe chiederne proprio.
Il costo era riferito alle spese legali che sostenete per farli togliere.
Dal mio punto di vista avete ragione, è che spendere tutti quei soldi e quelle energie per una cosa così irrilevante mi sembra sciocco.
Punti di vista 😉
Grazie per dire che l’esistenza dell’Uaar dimostra che gli atei non sono discriminati… purtroppo quello che scrivi non ha alcun senso (come al solito).
Siete l’unico gruppo sociale al mondo che pur essendo discriminato, ha il capo dello stato appartenente alla stessa categoria.Nel sudafrica dell’apartheid il capo dello stato non era nero.
Per la serie : quando uno schiuma di rabbia e non sa che dire.
@Enrico
Lascia stare i rappresentanti politici, che se dovessimo parlare dei tuoi… ma veramente, questi commentini sono proprio sotto tono.
Il che prova appunto o che il capo dello stato è fasullo o che l’appartenenza alla categoria è fasulla o tutt’e due.
@ enrico
capo di stato che appartiene a tale categoria solo a titolo NOMINALE (o meglio, si spacciò per tale ad inizio carriera e quindi quando aveva forte convenienza POLITICA per farlo, in quanto membro del partio comunista) ma nei fatti ha sempre agito in modo FORTEMENTE CLERICALE (almeno da quanto gli sono diventate più convenienti le alleanze esterne all’ala comunista).
in pratica il tuo discorso è un po’ come “non è vero che gli omosessuali eran o odiati e perseguitati dai nazisti, in quanto molti gerarchi nazisti erano omosessuali”.
vero, essi erano omosessuali. ma avevano più convenienza a perseguitare gli omosessuali per ingraziarsi il partito che ha difendere la categoria a cui appartenevano, e non ci hanno pensato due volte farlo.
allo stesso modo napolitano è (forse, se non si definitì come tale solo per convenienza politica al tempo) ateo, ma di sicuro della sua professione religiosa non gliene più fregare di meno ed è prontissimo ad instaurare pure la teocrazia in italia in cambio di un vantaggio personale adeguato.
E allora Napolitano è o no ateo?
Napolitano può essere ateo ma è irrazionale e/o persegue scopi contrari alla razionalità.
Starebbe bene in un’associazione di atei devoti.
Quali sono gli scopi contrari alla razionalità seguiti da Napolitano?
Uhm, vediamo, dar credito e agio alla manica di politicanti e gonnelloni che ci ritroviamo?
Ottima notizia. Regno dell’eterna beatitudine garantito per legge, dal S.S.N. Tutto grasso che cola…
Bella notizia. Speriamo che altre AUO e ASL seguano l’esempio.
Complimenti ai soci di Ferrara, questo risultato conferma che con un pò di impegno questi risultati sono possibili e anche di più. Mi auguro che dopo Torino, Milano e ora Ferrara, questa bella iniziativa abbia seguito anche altrove.
Complimenti ai soci di Ferrara. Ma per tutte le altre città di Italia quanto ancora dobbiamo aspettare?
Da credente non fondamentalista che sono, apprezzo molto questa novità, che considero una grande conquista sociale: noi credenti per primi dobbiamo avere consapevolezza di essere spesso minoranza, e di non avere il monopolio dell’assistenza spiritulale/morale.
Ciò invece che mi desta una qualche perplessità è l’idea che traspare (ma spero di sbagliarmi) per cui dovrebbe esservi una suddivisione quasi “burocratica” per cui il credente ha rigorosamente l’assistenza del sacerdote e l’ateo ha quella dell’assistente morale laico. Io vedo la cosa in termini più aperti. Può essere benissimo che un sacerdote sia in grado di dare assistenza morale a un ateo (vi sono sacerdoti che hanno, al di là dell’aspetto strettamente religioso, una personalità limpida e una buona preparazione), e allo stesso modo che un malato credente possa ottenere il sostegno da un assistente ateo. Insomma: vedo molto poco necessaria la stretta distinzione ateo/religioso. Ciò, sia chiaro, non è un modo per “riacquistare terreno”, mi sta benissimo che ci sia un solo assistente religioso e dieci atei (la religione a me piace quando è minoranza), però è un modo per evitare barricate e trovare piuttosto punti di unione. Vorrei sapere se siete d’accordo con me su questa riflessione.
guarda che in genere è il paziente che chiede l’assistenza specifica di un tipo (non è che il medico gli chiede la professione religiosa e poi gli spedisce l’assitente di quella religione, il medico gli dice le assistenze che ci sono ed il paziente sceglie).
o meglio, questo succede quando va bene. di solito quella data “di ufficio” (cioè senza chiedere al paziente quale vuole) è sempre quella cattolica (a meno che il paziente non esprima ESPRESSAMENTE parere contrario). a volte ci sono persino casi di preti addetti a tale assistenza che impongono la loro presenza a che non li vuole, se troppo debole per scacciarli.
di sicuro non ho mai sentito di assistenza morale per non credenti (o qualsiasi altro tipo di assistenza morale al di fuori di quella del prete) imposta a chi non la ha chiesta espressamente (anche se ho sentito molti casi in cui avviene il contrario). non vedo perchè le cose dovrebbero cambiare con tale intesa.
Nightshade90, scusami, mi sono spiegato male, non parlavo di imposizioni: ovviamente sono contrario ad ogni imposizione. Mi ponevo su una prospettiva differente, quelle del malato. Io da credente credo che accetterei e magari chiederei io stesso l’assistenza di una persona che so essere atea, ma che stimo per il suo livello morale… e così un ateo potrebbe preferire un credente, se è una persona che sa dare un’assistenza che va al di là di una specifica convinzione religiosa/filosofica/morale.
Dico che contano le persone singole prima di tutto… quando conosco una persona, più passa del tempo senza che io capisca se è atea o religiosa, più si solleva la mia stima su di lei (e così vorrei essere io con gli altri), per cui vorrei che questo “prescindere dalla fede” avesse luogo anche nell’atteggiamento del malato che chiede l’assistenza. Io sicuramente farò così.
Beh, ho capito la posizione di John, e non posso dire che abbia tutti i torti. Ferma restando la volontà del paziente, riconosco che una persona preparata, sia essa religiosa o no, può portare conforto indipendentemente dal proprio background. Ovviamente, parliamo di individui non fondamentalisti, i quali sanno comunque tenere in conto il punto di vista altrui. Non escludo che ci siano sacerdoti di questo tipo, anche se io non ne ho mai conosciuti.
Io non vorrei mai un prete o un imam al mio letto d’ospedale, l’assistenza laica va fatta da un laico (credente o meno che sia) non da un ministro di culto.
Durante una riunione del circolo di Roma, un nostro socio ci ha raccontato che all’ospedale delle Molinette a Torino, con cui da tempo abbiamo una convenzione, una signora credente con un figlio con gravi problemi, ha espressamente chiesto l’assistenza di un nostro socio. Credo che non si debba mai essere dogmatici ne in un campo ne in un altro.
Se un cattolico mi chiedesse un dialogo e pure un sacerdote non vedo perché non dovrei parlare con lui. Certo, non mi fermerei a dibattere con un fanatico od un provocatore che mi guarda dall’alto in basso ma se fosse in “buona fede” perché rifiutare il dialogo?
per me dovrebbe esserci solo uno psicologo che dà assistenza psicologica, spesato dall’ASL
usufruire di altri “assistenti” dovrebbe essere una questione privata (il paziente lo riceve potrà ricevere accordandosi per un appuntamento durante l’orario ufficiale di visita)
invece, nel paese del sussidiarismo, abbiamo il prete assunto dall’ASL con stipendio di infermiere, con una chiesa pagata dall’ASL a disposizione, con un ufficio e/o appartamente pagato dall’ASL a disposizione
Agli altri nulla. E quando eccezionalmente capita, come a Ferrara, vengono tutti ammassati in uno spazio piccolissimo senza contributi pubblici come vengono invece dati alla Chiesa
Ma Roberto, la chiesa ti da la vita eterna. Qua a Roma quando siamo andati al San Camillo – Forlanini per vedere se era possibile firmare un protocollo di intesa, non solo il prete ha guardato in cagnesco la ns. coordinatrice (e purtroppo anche il valdese, anche se in tono minore) ma l’imam ha addirittura inveito: “voi atei cosa volete dare se non avete un anima? Cosa offrite se non avete neanche 72 vergini?” 🙂 Prendiamola a ridere va……
Poi siamo noi a non cercare il dialogo.
io quoto quel che dice roberto, ma del resto ho più volte espresso il mio parere su questo tipo di questioni.
E che le discriminazioni ancora presenti, che riservano all’assistenza religiosa cattolica uno spazio autonomo, quattro volte più grande, con appartamento per il ministro di culto, e soprattutto il cappellano nominato dal vescovo e a libro paga della Sanità pubblica, siano infine eliminate.
Ma smettetela di rompere i c..ni e di lamentarvi sempre. Ben venga l’assistenza ai non credenti ( potevate limitarvi a dare la buona notizia) ma anche questa é un pretesto per attaccare gli altri. E’ proprio una fissazione da manuale. E poi che volete farci se i vostri spazi sono più piccoli; tutto é proporzionato, giustamente, al numero di adepti. Se siete quattro gatti non é colpa nostra.
Ma come? Nell’altra news dicevi che siamo in tanti. L’ho detto io che scrivi in base alle news solo per autoconvincerti. Attaccare? Criticare agi immotivati è attaccare? Sei una lagna.
Non è colpa loro, scrive. Tanto vale aggiungere che la deforestazione dell’Amazzonia non è colpa delle persone.
Vi vantate di essere presenti insieme ad altre 11 confessioni religiose; quindi confermate di essere una religione, anche se stravagante.
Si, come un assistente sociale in mezzo a dei visionari dipendenti da LSD.
p.s. Ho la soddisfazione d’aver segnalato questo articolo alle ultimissime, era la prima volta 🙂 (sono socio uaar, ma non tra i promotori di questa iniziativa).
“Assieme A 11” non “Assieme AD ALTRE 11”. C’è una leggera quanto significativa differenza.
Proprio tu parli di stravaganza poi? 😆
Poi, se considerare l’ateismo una religione ti fa stare bene, fai pure. Ma prendi i caratteri che definiscono una religione, la tua magari, e prova ad applicarli all’ateismo. Ci riesci?
Veramente sono i Cattolici a rappresentare una minoranza, specialmente se parliamo di Cattolici coerenti; quelli, cioè, che sono tali fino in fondo e non cambiano la loro religione in base alle proprie esigenze personali. Ogni anno che passa, poi, il numero dei suddetti diminuisce drasticamente e il futuro, per voi ignorantelli da strapazzo, non è certo roseo. Sarei proprio curioso di sapere quanti, tra i giovani diplomati e neo laureati, si definiscono veramente Cattolici o quanti, invece, sono non credenti o, se non altro, dubbiosi; ovvero persone che usano il cervello per ragionare e non per credere alle favole di un dio sulla cui esistenza non c’è nemmeno la minima – e sottolineo minima – prova.
Le cose stanno cambiando e l’Italia, paese vecchio e bigotto, si sta avviando verso la laicità, con buona pace dei tontolotti alla Giuseppe.
Per favore non commentate qui la notizia delle dimissioni del papa, grazie. Seguirà (con calma, abbiamo iniziative più importanti a cui pensare) un’Ultimissima specifica