Lo scorso anno l’Uaar scrisse alle scuole per difendere il diritto di sottrarsi dall’insegnamento della religione cattolica (Irc) e di non patire per questo di alcuna forma di discriminazione.
Scese allora in campo il quotidiano dei vescovi Avvenire che attaccò l’Uaar, accusandola di creare “confusione”. Motivo del contendere la consegna del modulo di scelta delle attività alternative alla religione cattolica: per l’Uaar da consegnare al momento dell’iscrizione, per i vescovi da consegnare ad anno scolastico già avviato. Non solo, per i vescovi di attività didattiche alternative all’Irc non si doveva proprio parlare: non avrebbero dovuto trovare spazio alcuno nel Piano dell’offerta formativa (Pof) dei singolo istituti. Il chiarimento dell’Uaar non si fece attendere, mostrando come le argomentazioni dei vescovi fossero traballanti, e come da esse derivasse una palese discriminazione per chi dell’insegnamento dottrinale della religione cattolica voleva farne a meno.
La consueta circolare ministeriale sulle iscrizioni (n. 96 del 17 dicembre 2012) ha riservato quest’anno una spiacevole sorpresa. Ha infatti recepito le indicazioni dei vescovi, obbligando genitori e studenti che intendono evitare l’insegnamento della religione cattolica a presentare la richiesta per le attività alternative solo ad anno scolastico iniziato.
Questo si traduce in evidenti discriminazioni su base religiosa. Chi sceglie l’Irc dispone di tutte le informazioni all’atto dell’iscrizione; chi non lo sceglie viene “rimandato a settembre”. Chi sceglie l’Irc esaurisce le pratiche burocratiche entro il 28 febbraio; chi non lo sceglie è costretto a sbrigare altre pratiche all’inizio delle lezioni. Con la novità delle iscrizioni online, poi, chi sceglie l’Irc potrà fare tutto dal proprio pc, mentre chi non lo sceglie dovrà perdere tempo in segreteria, o essere convocato dal dirigente scolastico o da suoi incaricati.
Espungere il modulo di informazione e scelta per le attività alternative all’IRC (modello “C”) dalla domanda di iscrizione causa inoltre due dannose conseguenze. La prima, una inefficienza dell’amministrazione scolastica, che terrà inutilmente aperte le pratiche relative all’iscrizione e che non potrà programmare per tempo le attività didattiche e le assunzioni dei supplenti per l’ora alternativa. La seconda, più grave, la lesione dei diritti alla libertà di coscienza e all’istruzione. È infatti evidente che le scuole, alle prese con la formazione dell’orario e in carenza di organico, non avranno a disposizione gli insegnanti per attivare già dal primo giorno di scuola le attività didattiche e formative, indispensabili e particolarmente richieste per i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. La triste conseguenza per i bambini sarà lo smistamento in altre classi anche per mesi, o il “parcheggio” nei corridoi, o la collocazione in fondo alla classe mentre viene impartito l’insegnamento religioso cattolico. E all’Uaar sono pervenute segnalazioni di “interrogatori” da parte di insegnanti di religione a bambini e ragazzi per i quali i genitori avevano chiesto espressamente una attività scolastica non religiosa.
Ce n’è abbastanza, insomma, per presentare ricorso contro il Ministero dell’istruzione. Cosa che l’Uaar ha fatto oggi, chiedendo che vengano annullate dalla circolare MIUR 96/2012 le disposizioni relative alla consegna posticipata del modulo “C” rispetto al modulo “B”.
Un paese civile non dovrebbe nemmeno prevedere nelle proprie scuole l’insegnamento della dottrina cattolica per due ore la settimana (diventa una solo a partire dalle scuole secondarie), impartito poi da docenti scelti dal vescovo e pagati dallo Stato. L’Uaar si batte per l’abolizione di questo scempio, e per garantire già da ora e per tutti il diritto ad una scuola senza catechismi camuffati da insegnamento.
L’associazione
Bene Uaar. Speriamo nel Tar.
“di “interrogatori” da parte di insegnanti di religione a bambini e ragazzi per i quali i genitori avevano chiesto espressamente una attività scolastica non religiosa.”
Far la voce da leoni con i più piccoli e i più deboli.
Questi essei inumani non hanno una faccia.
Bene, iperburocrazia e religione insieme. Sai che accoppiata.
Ops, non doveva essere un commento di risposta.
Se venissi a conoscenza di una cosa del genere fatta a mio figlio non denuncerei nessuno, perché non resterebbe nessuno (vivo) da denunciare.
Si consente l’indottrinamento cattolico nelle scuole pubbliche e poi si sanzionano gli alunni per comportamenti osceni. Roba da matti.
Il modulo predisposto dal Ministero della Pubblica istruzione dopo la sentenza della Corte costituzionale sull’IRC prevedeva che contestualmente si dichiarasse se ci si voleva o no avvalere e, in caso di scelta negativa, chiedeva di indicare l’alternativa. Quando il Miur ha modificato il modulo ?
con la circolare 96 del 17 dicembre 2012
http://www.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/4087c44a-5b20-48e5-89e0-16c2f5e80542/CM96_12.pdf
Papa: Il Tar ricorre al Miur contro l’Uaar.
Segretario: No, l’Uaar ricorre al Tar contro il Miur.
Papa: Il Miur ricorre all’Uaar contro il Tar.
Segretario: No, l’Uaar ricorre al Tar contro il Miur.
Papa: L’Uaar ricorre al Miur contro il Tar tutti e tre trotterellanden.
Segretario: Voglio una valida alternativa al lavoro di segretario personale del Papa.
😆
🙂
Papa: tranquillen, a fine mese mi levo dalle scatolen!
Sappiamo che la chiesa è quello che è, così come i nostri politici e giornalisti al loro seguito. Credo sia inutile lamentarsi se poi non si agisce.
Un solo genitore che denuncia serve a poco ma dieci, cento, mille genitori che vogliono avvalersi dell’ora alternativa e che si rivolgono tutti assieme ad un magistrato, facendosi oltretutto coraggio tra di loro, diventano una forza.
Noi italiani dobbiamo smetterla di dire “armiamoci e partite” e fare ciascuno di noi la propria parte, altrimenti di simili arroganze non ci libereremo mai.
Comprendo che si rischia di cadere nel paternalismo, con discorsi come il mio ma non vedo altra soluzione che diventare più rompiscatole con questa gente.
Ben detto!!!!!!!!
Caro Stefano Grassino,
spero condividerai – ho conosciuto la tua libertà di pensiero e la tua intelligenza – che una simile richiesta confligge un pò con la richiesta di abolizione del Concordato. Sicuramente velleitaria ma che si pone un ampio respiro.
Non si poteva solo esprimere che questo modo di fare non è da Paese democratico che dovrebbe avere una Costituzione che salvaguarda i cittadini e quindi priva dell’articolo 7?
Proprio sull’argomento oggi ho scritto questo qui http://liberelaiche.wordpress.com/2013/02/13/ogni-11-febbraio/#comment-311
La tua analisi è condivisibile. Io però intendo sottolineare che certe lotte si fanno su più fronti. Ti porto un esempio: in un paese del nord i soci di un circolo uaar, hanno fatto prendere una multa da parte della asl ad un parroco che teneva alto ed in orari improponibili, il suono delle campane. Con la multa è arrivato anche il divieto di continuare. In un incontro pugilistico esiste il diretto, il gancio ed il colpo ai fianchi…… 🙂
Credo che sia valido per il tipo di esempio che hai fatto. Ma l’ora alternativa è un modo per allontanare la meta. Un pò come lo vedo all’orizzonte.
Quanto al suono delle campane mi apri ferite dolorose visto che ho impiegato quattro anni (poi ho cambiato casa) a rincorrere un presidente del municipio che nel frattempo è diventato deputato, assessore alla provincia, ora coordinatore della campagna alle regionali del Lazio e credo anche in corsa per fare il deputato. Ha cambiato la denominazione del suo partito , ma la risposta che mi diede (firmata da duecento persone e corroborata da una decisioen della asl che costatava i decibel che davano pure fastidio all’ospedale cto) è stata che qull’oratorio era molto importante. Magari è stato bravo di suo, però certo non si è voluto mettere inutili ostacoli negli stinchi. Per quel che conta non lo voterò mai
Le questioni di principio sono importanti, ma se non offri alle gente un’alternativa come nei paesi della Primavera Araba (che poi tano araba non è visto che stiamo in africa) dove le rivolte sono partite dai laici ma alla fine hanno vinto gli islamisti, perchè hanno offerto la loro alternativa. Ergo fa bene l’UAAR a combattere su 2 fronti:
1) Questione di principio (abolizione del Concordato)
2) Alternativa all’ora di religione in attesa di riuscire a portare a casa la 1).
Bisogna essere pragmatici e con i piedi piantati per terra (cavolo se non lo siamo noi atei e razionalisti :D)
PS. Tiziana quasi quasi do una lettura al tuo Blog.
Errata Corrige
Credo di aver saltato un verbo:
… ma se non offri alla gente un’alternativa finisce come nei paesi …
@Francesco S.
Carissimo, con la revisione concordataria si stabilì che l’ora di religione sarebeb stata facoltativa. Ad attuare le norme l’allora ministro dell’Istruzione Franca Falcucci e il cardinale di Roma Poletti (un uomo talmente negativo che ostacolò in tutti i modi persino la meritoria opera di don Luigi Di Liegro che ho personalmente conosciuto e di cui riconosco l’integrità) .
I due brigarono per fare in modo che la religione (non dimentichiamo mai di scrivere ora di religione cattolica, perchè di religioni ce ne sono anche altre. Oggi a Roma almeno 22)e la condussero nell’alveo degli edifici pubblici e nell’orario scolastico. Che senso ha spianare con l’ora altrenativa quando la norma lascia libertà.
l’altrenativa è la libertà, la posizione dell’uaar – segnatamente di Grendene – è quella di tracciabilità dei nostri figli. Che oggi magari fanno l’ora altrenativa rifiutando la religione cattolica, e domani potrebebro essere cittadini di serie b che non hanno accettato la cultura dominante del Paese.
la religione è un dato sensibile, se ne parla con gli amici, nei blog, ma non può essere una dichiarazione pubblica.
E ancora Francesco, se si è razionali lo si deve essere fino in fondo. Il blog non è mio ma è un blog in cui scrivo.
Tiziana dice “segnatamente la posizione di Grendene”
Veramente l’Uaar è una associazione democratica, ed è stato un congresso a modificare le Tesi dell’Uaar per contrastare l’IRC anche con la rivendicazione del diritto ad attività didattiche e formative
Poi Tiziana chiederà per i suoi figli l’esclusione dalle attività scolastiche (e io dico che è un suo diritto), Grendene chiederà per i suoi figli di rimanere a scuola a fare attività scolastica (e per l’ora alternativa hanno fatto geografia, enigmistica, musica, laboratorio ambientale, arte, la Costituzione e altro ancora, la loro materia preferita)
(non capisco il discorso sulla “tracciabilità”, che vale sicuramente di più se ti “esoneri” dall’IRC)
Interrogatorio da parte di un insegnante di religione cattolica agli studenti dell’ora alternativa
Testimonianza di una nostra socia, fatto accaduto ad inizio anno scolastico 2006/2007 in provincia di Bologna (11/10/2006)
Mia figlia frequenta la prima media e si avvale dell’attività didattica alternativa all’IRC insieme ad altri 7 compagni/e di classe (su 20).
L’IRC e’ tenuto da un laico che, al primo incontro, trattenendosi con tutta la classe qualche minuto in più per un ritardo dell’insegnante di “alternativa”, ne ha approfittato per sottoporre gli 8 ragazzini che non avevano optato per l’IRC ad un interrogatorio di fronte alla classe.
Ognuno individualmente è stato chiamato a spiegare perché non avesse optato.
I ragazzi, chiaramente imbarazzati, hanno per lo piu’ detto “perche’ e’ una scelta dei nostri genitori”; mia figlia ha risposto che lei non è cattolica.
E’ arrivato il turno di un ragazzino che ha detto di non fare IRC perchè è ateo. E l’insegnate ha risposto che “non è possibile un’affermazione del genere per un ragazzo di 11 anni…”
L’insegnante, inoltre, ha controllato più volte il suo registro, ripetendo che la cosa non quadrava, perché “8 su 20 sono troppi”.
Il fatto, gravissimo, sarà probabilmente portato in consiglio di istituto.
e una testimonianza del tutto simile l’abbiamo registrata durante l’ultima riunione del circolo Uaar di Bologna, da un genitore che si è fatto socio
dire che si è cattolici a 11 anni invece è possibile?
Ancor peggio è dire che i neonati appena battezzati sono “cattolici”, oppure che sono stati “salvati” (vedi il concetto di “battesimo per il perdono dei peccati” secondo il “simbolo niceno-costantinopolitano”, detto anche “Credo cattolico”!): uno s t u p r o alla logica, al buonsenso, alla vita delle persone, alla civiltà… 😐
@ Federico Tonizzo
… ai bambini. (magari solo uno)
@ whichgood
Sì.
Scusa ma non mi pare di esserci con le date, a quale caso ti riferisci a quello del 2006/7 o a quello del nuovo socio da riportare al consiglio d’istituto. Ti chiedo perchè se fosse quello del 2006/7 da portare al consiglio di istituto non ti sembra di essere un po’ in ritardo?
Ma no e’ la testimonianza che finisce parlando del consiglio d’istituto…
Spesso comunque i genitori, per quieto vivere o perche’ i figli ovviamente iniziano un nuovo anno scolastico, lasciano perdere e ingoiano.
Flavio, è questo l’errore. Comprendo che non tutti abbiano il tempo la voglia e la forza, con tutti i problemi che abbiamo tra l’altro in questo particolare momento, di lottare.
Resta il fatto che alla fine paghiamo in soldoni questo nostro “accettare” pur di non “girarseli”. Non esiste alternativa: o lotti o subisci.
Dedicare almeno un’ora di tempo per contattare altri genitori e appoggiarsi ad associazioni come la nostra, rinunciando a cinque pacchetti di sigarette all’anno per iscriversi, è chiedere tanto?
è la testimonianza ripresa dal vecchio sito del Circolo Uaar di Bologna:
http://uaarbologna.altervista.org/commenti.html#interrogatorioIRC
facciano quello che vogliono tanto il loro declino è e sarà inarrestabile !!!!!!!!!
Forse è in declino la loro “ideologia”; però resta un altro grosso problema:
http://www.google.it/search?source=ig&hl=it&rlz=&q=la+chiesa+possiede+patrimonio+immobiliare&oq=la+chiesa+possiede+&gs_l=igoogle.1.0.0i30l3.297.4688.0.7063.16.7.0.5.5.0.516.1531.0j5j1j5-1.7.0…0.0…1ac.1.7RwBiuqGZQU
Si contrasta con le tasse. A meno che quel patrimonio non produca reddito, ma a quel punto il grege saprà scegliere se appartenere a un ente commerciale piuttosto che a una religione.
Bo? Mia figlia ha 12 anni ha fatto il catechismo (all’epoca non avevo maturato certe scelte) e poi seguendo i fatti in casa, ha continuato a seguire l’ora di religione ma ha percepito che in casa qualcosa stava cambiando.
All’inizio della 2a media ho pensato di farle saltare l’ora di religione, ma poi vedendo in lei maturare un senso critico verso la religione, ho lasciato di decidere insieme a lei.
Bè alla fine continua a seguirla ma il suo senso di critica è tale che spesso mette in imbarazzo l’insegnante per domande moltoooo pertinenti e pungenti!
Mi domando allora se abbia senso toglierla da lì!
Sinceramente non saprei.
I “professori” di religione sanno di essere disonesti e sanno benissimo che i bambini vanno a quella nefasta ora per imposizione dei genitori. L’imbarazzo di quella “insegnante” è paragonabile a quello di Berlusconi per le sue uscite. Si tratta di una questione di opportunità quando la faccia e il cvlo si assomigliano.
Mirko, su questo tuo esempio, ci sarebbe da riflettere. Una ragazza di 12 anni che mette in crisi l’insegnante di religione potrebbe essere una “quinta colonna” che agisce per la laicità.
Accanto a lei, seguendo i suoi ragionamenti, alcuni alunni, potrebbero iniziare a porsi dei dubbi sulla fede o almeno come essa è presentata dai preti.
Tutto sommato non credo che hai fatto male a lasciarla lì con gli altri compagni.
@ Mirko
Ottimo!!! Potresti scrivere in qualche anno un libro con una bella collezione delle “domande moltoooo pertinenti e pungenti” di tua figlia e cercare di farlo pubblicare! 🙂
Sarebbero anche piu’ interessanti le risposte…
una ragazza che mette in crisi l’insegnante di religione potrebbe mettere in crisi in generale la sua media, sia alle medie che alle superiori, dato che se fa religione il professore di religione ha il diritto di mettere il naso (e a seconda dell’istituto influisce più o meno sugli altri) nei voti e quant’altro, decisioni su debiti & crediti e via dicendo.
Vabbè, Kaworu, il futuro di una persona non si costruisce su un mezzo voto di media alle scuole superiori.
Se se la sente e può essere di esempio e stimolo per i compagni, fa bene a disinteressarsi di qualcosina sulla media voto, che tanto poi nel curriculum finale post laurea dice poco (ammesso che laurearsi serva più a trovare lavoro), nè, in altri ambiti, su qualifiche che necessiterebbero comunque di altra formazione post scolastica.
L’efficientismo in stile americano e la rincorsa del voto alto e della media più alta possibile non sempre sono buoni consiglieri.
Ciò posto, il diritto a non avvalersi dell’IRC non vuol dire l’obbligo di farlo per ogni laicista: in circostanze diverse ognune sceglie che fare; l’importante è avere più opzioni. Dunque le due posizioni -quella di Mirko e quella della richiesta UAAR- non mi sembrano contraddittorie.
non è mica solo il mezzo voto.
parliamo di gente che può votare per una bocciatura o no, per farti dare dei debiti oppure no, di gente che in certe scuole ha tutta l’influenza per metterti contro buona parte dei professori.
io eviterei il problema alla radice, poi se uno invece ha voglia di rischiare di grattarsi rogne più grosse per carità, son scelte.
senza contare che finchè il numero resta costante “perchè tanto mio figlio/mia figlia è intelligente e gli tiene testa” e varie ed eventuali, hai voglia a pretendere qualcosa di alternativo per “quattro gatti” che non la fanno.
Ok, Kaw, capiti i primi due passaggi, anche se, per la realtà che ho sempre conosciuto io, i prof. di religione hanno poco potere verso il resto del corpo insegnante, che di solito li stima molto molto poco e li considera, quali sono, dei privilegiati. Ma le esperienze, in quanto tali, sono diverse e lo capisco.
Sull’ultimo punto: un diritto è tale perchè ognuno può scegliere di esercitarlo o meno. Non si può pretendere che la scelta alternativa all’IRC debba per forza sottintendere una battaglia più lata contro il privilegio clericale, ma deve essere anche rispettato come diritto in quanto tale (altrimenti sarebbe più un dovere militante che un diritto generale).
Sempre a mia opinione.
sull’ultimo punto vedila un po’ come il battesimo (o il matrimonio in chiesa): finché la gente continua a fare una certa cosa per consuetudine, perchè si fa così, perchè i nonni vogliono (e magari sganciano l’obolo, se no ti attacchi)… va a finire che non ci si può neanche lamentare più di tanto se poi la chiesa ti entra nelle mutande.
secondo me, dico.
mi fa piacere se ti sono capitate scuole così, purtroppo (dove CL regna, per dire) in altre gli insegnanti di religione contano pure troppo…
@Mirko
Penso che tu abbia fatto bene nel decidere la scelta con lei, noi razionalisti siamo per prima cosa a favore della libera scelta.
la scelta individuale a 12 anni ci può stare, ci mancherebbe
ma a 3-5 anni, alla scuola dell’infanzia?
o a 6-10 anni, alle elementari?
due ore la settimana di dottrina cattolica?
più o quanto inglese, informatica, ginnastica, storia, scienze, geografia?!?
no, grazie, ho preferito dar loro opportunità formative più varie, educative, interessanti con l’ora alternativa
L’ora di religione va abolita perchè non si può pretendere di dar autorità d’insegnamento nelle scuole a una Chiesa macchiata di crimini contro i bambini. E’ come mettere McDonald o Marlboro a patrocinare il Ministero della Salute.
Se l’ora di religione è vista criticamente da genitori e figli è un ottimo strumento per conoscere il “loro” punto di vista.
Altrimenti dovremmo credere che l’ora di Religione sia una catechesi, cosa che per fortuna non è. Nella scuola di mia figlia è confronto, e alle domande pungenti il Prf. so che risponde e cerca di arrivarci in fondo (è un giovane appena uscito dal seminario che conosco bene!).
Il problema è dove l’ora di Religione è vista come una Clava contro il libero arbitrio dei genitori e dei ragazzi,
Anche quando la feci io alle superiori fu un bel momento di confronto. All’epoca poi ero molto radicale e contrario alla religione per motivi politici e familiari e anche io facevo domande “scomode”! E allora i miei voti erano buoni!
Credo che la formazione e il confronto siano fondamentali per uscire da questo difficoltà, e in futuro spero che questa ora sparisca dalle scuole perché da adito proprio a questi equivoci! Fino ad allora lascerò libera la mia piccola “rivoluzionaria” di decidere lei cosa vuol fare, in fin dei conti per la Chiesa ha l’età per poter scegliere non vengono cresimati a questa età?
l’ora di religione non ha un programma definito.
virtualmente l’insegnante può fare tutto quel che vuole.
se a te è andata “bene” è un conto.
altre volte è fondamentalmente catechismo, tenuto tra l’altro da zappe.
altre volte ancora (tipo quando io ero alle superiori) era l’ora di odio verso chiunque fosse diverso, tipo omosessuali, atei, membri di altre religioni, immigrati e via discorrendo (quando ovviamente la prof si degnava di entrare in classe, dato che spesso e volentieri arrivava a firmare gli ultimi 5 minuti e prima anarchia).
il “io ho vissuto così” ci sta come aneddoto ma non è scontato che ovunque sia così.
Personalmente non manderei mia figlia a fumare per dimostrare che il fumo fa male (permettimi l’esempio un po eccessivo, non ho trovato di meglio) ma rispetto la tua scelta. Già che hai adottato questa strategia, potresti per favore raccontarci qualche aneddoto sulle domande scomode di tua figlia ?
Whichgood.
Io non sono d’accordo col ‘non manderei mia figlia’, che sembra residuo di una concezione un po’ patriarcale o troppo familista.
Mirko ci ha detto che la figlia era abbastanza grande da scegliere da sè e che semplicemente lui ha lasciato che scegliesse secondo la sua volontà, e secondo me 12 anni sono abbastanza in molti casi per poter prendere autonomamente decisioni di questo livello.
@ Ermete
Si, hai ragione, ammetto il paternalismo (chiamagli pure familismo) ma chi è alla fine che iscrive i figli a scuola ?
Dice Mirko: ‘all’epoca non avevo maturato certe scelte’….
veramente il problema grave è dai 3 agli 11 anni
quando le ore settimanali di IRC sono DUE
quando i bambini sono più vulnerabili
in quell’età altro che “confronto e discussioni”: i bambini prendono tutto per oro colato
pensa solo al concetto dell’inferno (pena eterna per te o per tuoi cari), ai sacrifici umani per riscattare colpe altrui, alla condanna di omosessualità e miscredenza
il confronto è sempre possibile farlo organizzando assemblee studentesche, o durante l’ora di filosofia, non ha davvero senso sprecare una intera materia ogni anno scolastico
Io in seconda media chiesi al prof. di religione (un padre domenicano) “se dio, come dice lei è infinitamente buono, allora neanche Hitler potrà essere tenuto per sempre all’inferno”.
Non ricordo cosa mi rispose ma mia madre mi riferì che il prete mi valutò come un ragazzo intelligente 🙂
Oggi mi pongo una domanda simile: dicono che dio è l’essere perfettissimo.
Scusate ma qui casca l’asino: e che, Giovanardi l’ho fatto io?
Ahahah per caso sai che fine ha fatto quel prete? Non è che per caso lo hai “illuminato” e ha smesso la tonaca? 😀
secondo ciò che ho compreso (poco…) della dottrina cattolica, non è affatto scontato che il posto di hitler sia l’inferno.
si giudicano le azioni, mica la persona, no?
Grazie UAAR, grazie di esserci.
L’ora alternativa è una fesseria; mette la gente sotto il giogo clericale, per costringerla volente o nolente a ingoiare in positivo o negativo la “promozione cristiana” della merce della CCAR, discutendo con lo sciamano cattolico o con “l’ insegnante” alternativo; sempre degli dei e della visione teistica si finisce col parlare o tacere; le altre ipotesi sono aria fritta; rimandano sempre il pensiero agli dei (o peggio al dio) di cui si sente comunque la puzza.
Esperienza vissuta, da ragazzo e da padre.
Si deve rifiutare l’ ora o la giornata uscendo dalla scuola, e sopratutto negando ogni responsabilità alla struttura scolastica e ogni loro diritto disciplinare sul minore, ignorando completamente discipline e regolamenti ministeriali o d’istituto. Con almeno una lettera raccomandata al preside. Il minore va protetto dal plagio non voluto.
Il minore, fin dalle elementari, deve essere abituato alla autonomia; appena possibile è lui che esce dalla scuola. Tutti devono vedere che lui è più sveglio, più libero. più grande degli altri.
Certo bisogna farsi un pò di mazzo, almeno fino alla età di 7-8 anni, poi i rischi si riducono del 70-80%. Ai miei tempi (ho 71 anni) eravamo in pochissimi a rifiutare gli AgitProp cattolici; io ero il solo in tutto l’istituto e mio figlio è stato l’unico fino alle medie inferiori; non si poteva che esporsi singolarmente. Molto bello e poco efficace.
Ora, visto la dimensione ben più ampia della questione, sarebbe il caso di cominciare ad organizzarsi; ma in modo serio, non da timidoni paurosi del giudizio divino, che chiedono scusa e implorano una alternativa all’olio di ricino.
La UAAR ha una posizione intermedia tipo mettiamo le istituzioni sotto scacco morale o legale per costringerle ad atteggiamenti più rispettosi, fiduciosa che petizioni e affini sortiranno effetti; illusione da ingenui anche se comprensibile vista la situazione STORICA dei diciamo e le difficoltà e il peso che la scelta radicale impone.
Ora io credo, vista la dimensione della platea dei nolenti, che sia ragionevole abbandonare di fatto l’ obiettivo senza rinuziare alle pressioni che hanno comunque valenza positiva a sostegno dei minori e delle famiglie, e proporre la vera soluzione: la espulsione della madrassa dall’ insegnamento pubblico, perseguita con il rifiuto diretto della imposizione del giogo.
E’ un passo necessario per martellare nella zucca di molti (non credenti inclusi) che la spiritualità non solo la religiosità, è una proprietà questa si privata, da espellere dal contesto politico e sociale della specie umana, rispettandone scrupolosamente la pratica privata.
Sorry per la sbrodolata; ma questa storia mi fà proprio girare i profani (20.000 g/s)
Sono due concezioni diverse: l’autogestione e l’auto organizzazione versus l’organizzazione centrale e unitaria con cui fare lavoro di pressione.
La dirigenza UAAR opta per la seconda scelta, che, in tempi storici di frantumazione di ogni centralità (da quella del lavoro omogeneo a quello della rappresentanza) pare un po’ obsoleta anche a me.
Ma è facile parlare dall’esterno delle lotte dirette, per cui personalmente non mi sento di giudicare, proprio in nome…dell’auto organizzazione! 😉
libero di fare quanto dici con i tuoi figli
ma hai presente che l’IRC c’è anche alla scuola dell’infanzia?
a 3-5 anni tu lasci libero per la strada tuo figlio?
e hai presente che nel 2013 la scuola non lascia uscire da soli i bambini delle elementari? gli insegnanti devono consegnarli ad un adulto incaricato
Caro Ermete (gran bel nome) , ho perso la risposta perchè mi son dimenticato la spunta di accettazione prima dell’invio; d’altra parte l’ applicazione di ricezione dei commenti non prevede nè l’avviso nè la conservazione del testo per una ulteriore possibilità di invio.
Le rispondo domani, ora è scaduta l’ora di veglia.
Caro amico, mi permetta un consiglio tecnico-operativo: la prossima volta salvi il suo commento su word prima di fare l’invio. Non sprecherà energie e tempo, che sono entrambi preziosi.
Caro amico, grazie per il consiglio: fatto, ho usato BlockNotes, più rapido,
e starò più attento.
Caro Ermete, è vero che è facile parlare “fuori dalla lotta”, ma è altrettanto vero che “dentro la lotta” spesso si vive per la lotta in sè e non per il suo obiettivo finale.
Se la lotta è per un obiettivo-fesseria che si limita a fornire un placebo per di più tossico,non è forse meglio che un lavativo fuori dalla lotta ti dica qualcosa; più che mai se te lo dice con le migliori intenzioni, senza riderti adosso, e senza voler fare il marchese del grillo.
Io credo che l’obiettivo vero è la espulsione delle madrasse dalla scuola pubblica, difendendo in primis il minore; sempre dentro il recinto dello stato civile, dello stato di diritto, dello stato che regola i contrasti di classe. Oltre siamo nel non-luogo, per carità profana lasciamo perdere.
La situazione della 12-enne vessata dalla canaglieria di un professore è esattamente la stessa subita da mio figlio da parte del Prf di Italiano che pretendeva (aveva 15 anni) formare lui e la sua testa per la gloria del figliuol de deo Jeusus Cristus di Santa Madre Chiesa; e che sia lodato Gesù Cristo,
sempre sia lodato. Era giunto al punto di dargli del bugiardo, probabilmente a ragione dal suo punto di vista. Abbiamo dovuto intimargli di leggere in classe pubblicamente ad alta voce, la lettera consegnatagli da ns figlio (è sbiancato e non la ha letta ad alta voce), e di convenire ad un successivo colloquio con la preside per presentare le sue scuse ufficiali a noi, padre e madre, a riparazione delle vessazioni perpetrate nei confronti nostri e di ns figlio; il coniglio non ha trovato il coraggio nemmeno per questa occasione, e la preside, bontà sua, ha chiuso il fatto dicendo che non era tenuto a presentarsi e tacendo il perchè era invece tenuto a non presentarsi.
Comunque ci siamo accontentati delle quasi-scuse della preside, che trattandosi di un caso isolato e temendo chiamate in correo, ha preferito lasciar perdere, e noi con lei, una volta messo in riga lo stupratore culturale. Molto bello forse, poco efficace senz’ altro.
Ma tant’è, allora i nolenti erano “1 gatto all’ anno” o poco più; poteva passare solo la non-esibizione singola. Eroismi singoli per i nolenti; al contrario, clemenza plurima della misericordia di dio e della sua chiesa per la sua servitù, per i suoi fedeli, per i suoi sudditi, per gli interessati.
Ora la platea dei nolenti comincia ad aver dimensione sociale, magari solo per merito di associazioni come la UAAR, e io credo sia possibile almeno ragionare su un obiettivo adeguato alla loro necessità di difendere i minori tenendoli lontano dal contagio fin dalla infanzia.
Rammento la parola del Signore: Sinite parvulos venire ad me ! Meditiamo, meditiamo.
Negli asili, alle elementari, alle medie, alle inferiori, o si tengono a casa per un mese (Natale), per un giorno (finchè son troppo piccoli e non sono autonomi), per una ora o un giorno quando sono in grado di entrare o uscire da soli dalla scuola.
Ovviamente occorre sollevare da ogni responsabilità il personale dell’istituto e negar loro ogni facoltà disciplinare nei confronti del minore (a preside, a docenti,a bidelli,..). Il minore deve esser conscio che in ogni occasione può e nel caso deve rifiutare in base al suo giudizio le direttive del personale, gridando alla violenza ed invocando le persone per bene a sua difesa.
I minori nolenti, svincolati dalla aria di caserma della scuola attuale, saranno considerati dagli altri più autonomi, più svegli, più liberi più grandi.
Alle superiori non c’è bisogno di far casino; basta firmar loro a priori il libretto delle assenza con causale=”ora di religione” o meglio ancora in bianco. Poi possono uscire solo per la ora o per tutta la giornata a loro arbitrio.
Il regime da caserma non serve a chi vuole imparare; e se alle superiori un minore non ha ancora imparato ad auto-regolarsi ed ha bisogno della chiocciola, non perde nulla a bigiare quanto gli pare.
Di più, c’è da dubitare che un adolescente-giovane nolente delle superiori, non sia in grado di gestirsi magari dopo 10 e più anni di protezione e di allenamento.
Quello che deve essere chiaro, sopratutto nella zucca dei non-credenti adulti (ai non cattolici il fatto è chiaro), è che la ora alternativa è una umiliazione per i partecipanti; la puzza del dio trino è sempre presente/assente anche se si parla di tutt’altro.
Tanto per dirla alla caffè Lavazza:
la ora alternativa è una soluzione per i nolenti:
si nun è bona, che soluzione è ?
Che differenza c’è tra consegnarli allo smutandatore in livrea uffficiale o ad un poveretto per la ora di ricreazione alternativa, magari smutandatore subluminale o come diavolo si dice.
A riSorry, come sopra.