Venezia, quinta edizione del Concorso UAAR di poesia scientifica

La prima edizione del concorso è stata premiata nel febbraio 2009 in occasione del bicentenario della nascita di Charles Darwin (12 febbraio 1809) e a 150 anni dalla pubblicazione de “L’origine delle specie”. Un piccolo anniversario da festeggiare; oltre alle premiazioni a Venezia il 18 febbraio 2013 per i primi tre classificati e oltre al delizioso libretto che contiene tutte le poesie in concorso, abbiamo pensato di produrre delle brevi menzioni per tutte le poetesse e per tutti i poeti che ci hanno inviato le loro opere.

Tutte le opere si sono particolarmente distinte per quelle piccole frasi, invenzioni, combinazioni di parole che fanno della scrittura qualcosa che riesce a veicolare, in chi legge, un’emozione profonda e reale, un brivido di vita.

La lanterna del coraggio, i pensieri come fiori in testa, il filo antico come bava di ragno, una natura nitida e matematica, la morte senza sorriso, il sole che ha l’orgasmo, lo sguardo ostinato dal poster francese, trecentootto morti, il premio all’orizzontalità, il pianto dei semi e l’attesa, le muse esiodee, la nausea maestosa, la nuvola chiara che spinge e la scura che tira… sono solo alcuni dei frammenti dei meravigliosi giochi letterari usati per esprimere discorsi, anche di qualitativa esposizione scientifica, di riflessione sul mondo, con la poesia.

Quest’anno, in particolare, ci è parso pure di intuire un filo rosso che univa in qualche modo tutti i lavori inviati che provengono da tutta Italia e da persone diverse sia per età che per stile espositivo. Tra le pagine aleggia una grande consapevolezza di finito che però non toglie nulla alla volontà di ricerca, di condivisione e di cooperazione con gli altri. La scienza è la principale protagonista, ma hanno fatto capolino anche la denuncia dei comportamenti ignobili degli esseri umani e la politica. Molto realistiche le nostre brave poetesse e i nostri bravi poeti.

Piccola e breve statistica: 44 partecipanti, 14 donne, province interessate da Ragusa a Cuneo, fasce di età varie, si va dall’anno di nascita 1940 fino al 1993.

Un saluto particolare va ai partecipanti più assidui, ben più di 15, dei quali ammiriamo, anno dopo anno, l’evoluzione poetica e per i quali ci emozioniamo sempre, come degli innamorati, all’apertura delle mail con gli invii delle loro rime. Ancora un grazie ai nostri giovanissimi poeti Annamaria, Mauro, Michael e Pierpaolo, che già dimostrano grandi doti e non solo di scrittura.

Insomma, anche quest’anno il progetto è andato a buon fine: belle poesie, scienza e ricerca in primo piano, rime toccanti ed emozionanti e senza alcun accenno ai santi!

Circolo UAAR di Venezia

I premiati

  1. ATEO DEL II Secolo d.D.: Pedigree fossile, “Per una poesia con il filo antico e sottile come bava di ragno”
  2. CARLA BURANELLO: Lumachina, “Per una poesia con la natura nitida e matematica”
  3. MATTIA NICCHIO: Elogio della scienza, “Per una poesia con il coraggio dell’animale impaurito”

 

Articolo pubblicato da “La Nuova Venezia”

2013.02.19_La_Nuova_Venezia

25 commenti

Federico Tonizzo

E’ possibile trovare da qualche parte i testi delle poesie? 🙂

fra pallino

ormai questo sito è diventato di una noia mortale… non ci si diverte più come ai vecchi tempi.

Non è che potresti segnalarmi qualche sito ateo un po’ più vivace?

RU486

mi dispiace ammetterlo (da ateo ed iscritto uaar) ma concordo con il fra

fra pallino

e pensa te che hanno pagato pure fior di consulenze per ridursi così, mah…

…poesie-scientifiche(!!!), crocifissi al seggio, ora alternativa… mentre il mondo brucia….insomma una resa totale alla “cccr”.. e così davvero non c’è più nemmeno gusto al confronto dialettico…

mi associo al “contenti voi”…

RU486

esistono le chatline, youp…, e tutto quello che vuoi ma che c’entra ??
è la linea editoriale del sito che non è più la stessa.
contenti voi…

Roberto Grendene

@ RU486
ma questo non è un “sito”, è un blog
e la linea editoriale per me (e non solo) è cambiata in meglio
il mio rimando ai social network è per dire che se vuoi qualcosa di simile a un social network lo puoi trovare sui social network dell’Uaar

poi non tutti la pensiamo nella stessa maniera, chiaramente

Vittorio

🙂 🙂 🙂 🙂 🙂

Mi sono già attivato per avere il numero di telefono… spero di non essere stato preceduto 😉

parolaio

La poesia scientifica… certo che se essere atei porta a ridurre l’essere umano solo ed esclusivamente alle sue capacità deduttive meglio davvero essere credenti.
Non credo che sia vero, un famoso ateo come Pirandello ha saputo lasciare un grande contributo all’arte e le sue opere sono comunque nutrimento per lo spirito di chiunque.
Forse questa ristrettezza di vedute è un limite dell’UAAR.
Classificare la poesia in atea o no, scientifica o no.. sono cose che non si vedevano dai tempi dell’Unione Sovietica e della Rivoluzione Culturale .

Roberto Grendene

mi sembra che la stai classificando tu come poesia atea

per “scientifica” si intende poesia che parla di scienza, non capisco il problema, soprattutto in un panorama letterario che ha lasciato i temi scientifici spesso da parte

e i tempi e i modi dell’Unione Sovietica li associo a quelli del Vaticano, non certo a quelli di una associazione culturale e per i diritti civili come l’Uaar

doc

@ Roberto Grendene

Ho letto le poesie prime classificate, e in tutte mi pare di vederci quei riferimenti (ad esempio il caso e la necessità) c.d. scientifici come posticci, come appicciati a forza e che (quasi) nulla c’entrano con il resto della poesia.
Non capisco come Vi proclamiate Razionalisti e poi possiate cedere a questo passatempo sommamente borghese.
I tempi e i modi dell’Unione Sovietica io invece li associo a questo sito, è solo una questione di punti di vista.

Kaworu

io sono poco sensibile alla poesia e all’arte in generale. di solito mi limito a “carino” / “nah”.

per me “poesia” è il “canto” dei neuroni, per dire.

sono arida, probabilmente. per molti, dico.

LaBusta

Che tristezza! Sono probabilmente l’essere più ateo di questo mondo, scientista fino al midollo, ma il contest di poesia scientifica fa davvero pena!
Sembra l’equivalente delle preghiere trasportate al mondo ateo, che, crescendo di numero, sta assumendo i tratti di un mondo religioso.
Già la semplice associazione era sospetta, ma l’ho accettata come forza di contrasto all’egemonia delle varie religioni in campo sociale.
Ma quando arrivano questo genere di manifestazioni tendo a ridiscutere il tutto.
Per come la vedo io gli obiettivi di un’associazione di atei dovrebbero essere:
1) rimuovere la religione dal contratto sociale e renderla qualcosa di privato
2) zittire ogni sorta di menzogna promulgata dalle varie confessioni (Dio in primis)

Creare una subcultura nella quale riconoscersi non è cosa che ci dovrebbe riguardare

Roberto Grendene

zittire le opinioni altrui?
ci mancherebbe, ognuno deve essere libero di dire le sciocchezze che vuole (basta che non sia privilegiato, e non pretenda di avere spazi a scuola, o negli ospedali, ecc.)

di associazioni di atei ce ne sono di tanti tipi
questa, che è anche di agnostici!, non ha certo quegli scopi (almeno per ora, si decide ai congressi)

Roberto Grendene

ma la subcultura nella quale riconoscerci sembra che la stia dettando tu 🙂

dici come dovrebbe essere una associazione di atei (e gli agnostici?)
dici che non ci si dovrebbe interessare di poesia (ma nemmeno di arte?)
dici che ci si dovrebbe occupare di contrastare la religione (e invece a me non mi interessa affatto questa noiosissima cosa! mi batto pure per la libertà di religione)

fare questo contest di poesia è solo una delle attività, mica è obbligatorio riconoscersi: alcuni sono entisiasti altri no, e quelli “no” si dedicheranno ad altro

LaBusta

Quando dico zittire, intendo con la dialettica, la logica, i fatti. Mica coi fucili!
Poi boh, poesia scientifica mi sa di triste, davvero sembra che si stia copiando dalle religioni, come se noi dovessimo avere tutte le loro caratteristiche.
Poi scusa io non ho messo in dubbio la libertà di religione, ho messo in dubbio la religione che interferisce nello stato civile. Però ti fa comodo storpiare quanto ho scritto.
Punto secondo, magari mi ripeeto, ma secondo te quando i ballisti religiosi contrastano darwin o heisenberg, non vanno zittiti sul piano della logica con una buona divulgazione?
Ma se invece di divulgare la scienza la eleviamo a qualcosa di sacro, con perfino preghiere ad essa, allora si perde la sueriorità logica e dialettica e si diventa come loro

Commenti chiusi.