Una scommessa vinta contro la credulità.
Il 5 aprile, al Centro Culturale Candiani di Mestre, abbiamo premiato e inaugurato la Mostra fotografica delle opere selezionate del concorso Liberi di non Credere. Concorso che ha già tre anni e propone a fotografi e fotografe di tutta Italia, professionisti o no, di esprimere, con un’immagine, una visione del mondo al di fuori della credulità e della superstizione, con l’intento di proporre poi al pubblico una riflessione sull’argomento. Ognuno può valutare l’esito della scommessa di saper coniugare contenuti e tecnica fotografica sul sito del concorso , dove sono visibili tutte le foto pervenute.
Con la mostra allestita nel centro di Mestre, al Centro Culturale Candiani fino al 21 aprile, si può gustare, con la dovuta dose di ironia e leggerezza, la stampa di 32 foto selezionate tra gli oltre 100 colorati file pervenuti. Per la selezione e la designazione dei vincitori hanno contribuito una Giuria tecnica composta anche dai Circoli Uaar di tutta Italia, il giudizio del Cicap e le libere votazioni on line.
Quest’anno nell’uso dei colori pare intravedersi una preminenza del rosso, il colore della passione vitale, del fuoco, che pare voglia contrapporsi al rosso del sangue del sacrificio, del martirio come veicolo di vicinanza e comunanza agli dei. I toni dei grigi amplificano invece situazioni surreali come nella foto della città della guerra, il corridoio dell’ospedale, la tomba con le pecore, gli occhiali posati sulla Bibbia, i capelli sacrificati nel bagno. Molte sono le immagini che ritraggono donne, ma-donne, ripensate riguardo al loro “uso”, la loro “collocazione”, la loro simbologia. Tra tutte si erge a modello la ma-donna impaurita che sembra avere orrore del suo tragico ruolo imposto dalle sacre scritture. Questa foto, e le altre, paiono indicare una consapevolezza individuale e una sensibilità sociale nuova, e diffusa, verso la piaga della violenza sulle donne.
Foto esplicite (ridateci i soldi che avete rubato!), oppure intrinseche, da tradurre attraverso il significato dei dettagli proposti aiutandosi con il titolo (il divano, la decomposizione nel vapore), foto ironiche o cupe, ma tutte hanno centrato il tema, sì sempre quello: “Liberi di non credere”. Un tema certo riproposto ma così vasto e ampio come una visione del mondo che siamo sicuri che tante riflessioni e tante fotografie saprà stimolare ancora.
Grazie a tutte le fotografe e i fotografi che si sono impegnati, e grazie alla Struttura che ci ospita con la sua cornice di raffinata cultura, speriamo di meritarla. Grazie soprattutto a coloro, credenti e non, che si attarderanno sulle foto esposte. Il nostro intento è far riflettere, forse anche con una certa irriverenza, ma rispettando sempre e comunque il punto di vista personale di ognuno.
Cathia Vigato, circolo Uaar di Venezia
Dopo l’esposizione al Centro Culturale Candiani di Mestre questa mostra diventerà zingara, girando e venendo allestita in altre città d’Italia a cura dei locali circoli Uaar.