Indonesia, la condanna religiosa dell’innocenza giovanile

Le cronache si riempiono sempre più frequentemente di richieste di condanne in nome di Dio. Nessuno può pensare di essere immune dall’accusa di violazione del sacro: ovunque ci si trovi in minoranza, si può incappare in denunce per “blasfemia”. Ma può capitare di essere denunciati anche quando è evidente che la critica alla religione sta soltanto nella testa di chi si sente offeso.

L’ultima storia arriva dall’Indonesia. Sarebbe tragicomica se non fosse che delle ragazzine rischiano una pena pesante per offese all’islam e già ne stanno pagando indirettamente le conseguenze. Cinque alunne di una scuola di Tilitoli, sull’isola di Sulawesi, si sono riprese in classe con un videofonino mentre in maniera scherzosa alternavano movimenti della preghiera islamica (sholat) con la danza sulle note di One More Night, canzone del gruppo Maroon Five. L’hanno diffuso su Youtube, dove è diventato virale, destando reazioni spropositate. Non solo la scuola le ha espulse e non potranno quindi diplomarsi, ma sono state anche accusate di blasfemia per “offese alla religione”, sulla base del codice penale indonesiano: rischiano in teoria l’incriminazione e la detenzione. Sono seguite anche proteste in piazza da parte degli integralisti islamici contro le ragazzine “blasfeme”, e le autorità religiose locali hanno invocato la punizione.

Un comunicato firmato da Sonja Eggerickx, presidentessa dell’Iheu (l’organizzazione internazionale di non credenti di cui fa parte l’Uaar), ha espresso preoccupazione per l’ostracismo subito dalle adolescenti. “È incomprensibile che qualcuno possa pensare che l’espulsione e l’intervento della polizia contro alcune normali studentesse che si divertono siano necessari, o anche solo logici”, sostiene, “quelli che pensano che un’adolescente che balla e fa la parodia di una preghiera sia una minaccia alla propria religione hanno essi stessi necessità di crescere”. Per l’ennesima volta “il concetto di diffamazione della religione è usato per colpire pesantemente gli individui, in violazione dei diritti e delle libertà di base”, ha aggiunto la presidentessa Iheu, che rilancia l’appello ai governi per abolire le leggi che criminalizzano la blasfemia, spesso usate contro atei e agnostici e contro minoranze religiose, come i cristiani, in maniera strumentale.

È evidente che il video non muove critiche alla religione, ma si limita a mostrare insofferenza per certe pratiche noiose cui i ragazzi sono di fatto costretti vivendo in una società fortemente conservatrice e bigotta. Non si tratta certamente di giovani incredule militanti, tanto che una di queste ragazze ha persino il velo. Chissà che non possano però diventarlo in reazione all’ottusità del fondamentalismo religioso, sempre meno capace di comprendere i giovani i cui comportamenti, grazie anche a scolarizzazione, cultura moderna e nuove tecnologie, appaiono più secolarizzati rispetto alla media. Anche in paesi più legati alle tradizioni religiose e più poveri.

La stretta islamista in Indonesia è da qualche anno però sempre più oppressiva. In diversi stati ormai viene applicata la sharia, ad esempio con fustigazioni pubbliche di donne “immorali” e repressione di comportamenti giudicati anti-religiosi. Come accaduto nei confronti di decine di punk, rapati a zero, imprigionati e costretti a seguire corsi di indottrinamento religioso, e alle ragazze che osano portare minigonne. Eclatante è anche il caso di Alexander Aan, giovane funzionario che ha rischiato di essere linciato dalla folla ed è stato arrestato per aver espresso su internet il proprio ateismo e criticato la religione islamica. L’Iheu ha seguito il caso lanciando un appello per chiederne la liberazione e sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sulla repressione che nel mondo subiscono atei e agnostici, come ha fatto anche l’Uaar tramite i propri canali.

La tutela del sacro altro non è che la protezione di leader ideologici da ogni forma di critica nei loro confronti. La vicenda delle cinque studentesse indonesiane mostra una volta di più che non esistono limiti reali alla sua applicazione indiscriminata. E che l’arrendevolezza nei confronti delle pretese degli integralisti religiosi non fa altro che alimentarne la volontà di forgiare la società a propria immagine e somiglianza e di opprimere chi la pensa diversamente, tendenza che si manifesta in maniera sempre più aggressiva sul modello del “bullismo”. Approccio che alimenta piuttosto che spegnere i conflitti su base religiosa. Come sta accadendo recentemente anche in Bangladesh, dove gli islamisti a centinaia di migliaia in piazza hanno invocato l’impiccagione per i blogger atei, contro cui il governo ha avviato una stretta repressiva con arresti e chiusure di siti. Proprio l’Uaar, insieme alle altre associazioni umaniste nel mondo, si è mobilitata per chiedere la fine di questo accanimento. Tutto questo dovrebbe far riflettere sia chi ritiene che il sentimento religioso debba comunque essere protetto, sia chi strilla all'”islamofobia” (o alla “cristianofobia: il ragionamento non cambia) ogni qual volta vengono messi in discussione alcuni aspetti, nemmeno i più significativi, della ideologia religiosa. Persino quando lo si fa solo involontariamente. Per rendere impermeabili a ogni critica concetti astratti si mettono a repentaglio la libertà e la vita di persone in carne e ossa. Così vanno purtroppo le cose, quando le autorità politiche non pongono alcun freno alle rivendicazioni religiose.

Visto che in Italia c’è stato un cambio al vertice non da poco al ministero degli Esteri, che ora ha a capo Emma Bonino, ci si augura che il nostro paese sia più sensibile a certi temi. Veniamo da ministri come Franco Frattini e Giulio Terzi, uno che invitava alla santa alleanza internazionale contro gli atei e l’altro che auspicava venissero perseguiti penalmente coloro che “offendono” le religioni perché “nessuno deve permettersi di dileggiarle o di scherzare su questi valori”. Far di meglio non è difficile, impegnarsi perché l’Italia appaia nel mondo come un paese realmente impegnato nella tutela dei diritti civili lo è senz’altro di più.

La redazione

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27 commenti

Francesco S.

Chi reputa necessario punire delle ragazzine che ballano perchè ritiene offesa la propria religione non deve credere troppo nelle proprie favole. Dovrebbero ringraziare i Maroon 5 per aver reso più allegra una preghiera.

Francesco S.

Alla luce di questo post, le richieste assurde di quella ragazza musulmana che voleva essere assunta a tutti i costi da quell’agenzia milanese, per altro ultimamente intervistata dalle iene, mi paiono talmente ridicole che la inviterei a recarsi in indonesia per rendersi conto della fortuna che ha, per farle capire davvero cos’è la libertà di culto: ricordo ancora nell’intervista che sosteneva che consistesse nel fatto che fosse assunta nonostante i requisiti richiesti dall’agenzia.

Francesco S.

La ragazza era italianissima tanto italiana che ha imparata il vittimismo cattolico, anzi mentre parlava non notavo la differenza con una fervente cattolica.

mistergrey2

“Visto che in Italia c’è stato un cambio al vertice non da poco al ministero degli Esteri, che ora ha a capo Emma Bonino, ci si augura che il nostro paese sia più sensibile a certi temi”

Ih ih , questa sarebbe divertente se non fossimo nella merda. 🙂

gmd85

Prendere posizione? La notizia non passerà nemmeno ai tg.

Spero che gli autori che si sono tanto adirati per le critiche all’Islam vengano a conoscenza di questo fatto.

cartman666

l’islam e’ proprio una religione da incubo, ci credo che quelle poverette sclarano, pregano 5 volte al giorno, mentre il mondo si allontana sempre piu’ dal medioevo.

Federix

I bambini nascono atei.
Vengono “indottrinati” dopo.
Se alla loro età quelle ragazze “pregavano” ballando, forse significa che non prendevano troppo sul serio la “preghiera”: ne dedurrei che “forse” chi aveva tentato di indottrinarle fino a quel giorno non deve essere stato molto convincente…

Sergio

Che tristezza leggere articoli di questo genere. Anche perché ci si sente impotenti e minacciati.
E constatando che i potenti occidentali, tra cui il papa e l’inquilino golpista del Quirinale, non hanno il coraggio di difendere i diritti umani (o solo pro forma). E magari sotto sotto ci vogliono anche loro tutti così: impauriti e tremebondi.
Consoliamoci un attimo con la recente striscia di Disegni sul “papa umile”:

http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2013/04/maquillage_intera.jpg?adf349

lucman

He he magico Stefano Disegni.
Son fumetti e battute ma non so quanto la realtà sia lontana da ciò.
Anzi lo so, è proptio così!

ALESSIO DI MICHELE

Disegni è un genio, e questo non si discute. Ci sarebbe da chiedersi perchè ci sia stata questa sterzata in un paese islamico sì, ma molto all’ acqua di rose: un paese dove, so da fonti attendibili, nei paeselli è normale l’ allevamento del maiale, e non certo come animale da compagnia. Allora mi chiedo: non è forse un’ esigenza di differenziarsi dal cattivo Occidente ? Cattivo ufficialmente perchè le donne scoprono le poppe sulle spiagge, ma, sotto sotto, in realtà vissuto come tale perchè fa sedere e camicia con Israele dal 1949, perchè a Srebrenizza non insegna l’ educazione ai Serbi a forza di B1B e perchè ha deciso che, quanto a bomba, la Corea sì e l’ Iran no (e potrei continuare) ?

Francesco S.

non credo, penso più ad un’arma di distrazione di massa dai problemi che ci sono e giustificazione del potere.

Francesco S.

Non credo che c’entri l’occidente in questo caso, sono troppo lontani da Israele e Iran, questi sono ‘malati’ di per sè.

Bertrand Russell2

Quoto i due Francesco.

Poi se andiamo a vedere i Serbi se la sono cavata per Srebrenitza ma per il Kosovo le hanno prese e anche li le loro vittime erano mussulmane.

Forse se c’è l’hanno con l’occidente lo fanno per Timor est, dove la popolazione cristiana ha deciso di separarsi dal resto dell’Indonesia e lo ha fatto anche con il nostro appoggio.

Ma può essere che sia anche per i costumi occidentali percepiti come troppo liberi e da cui si vuole evitare di farsi contaminare.

Nathan

Forse fuori teme ma guardate
Riportiamo da LIBERO di oggi, 26/04/2013, a pag. 17, la breve dal titolo “«Troppo bello». L’Arabia lo caccia”.

Omar Al Borkan Gala

Cacciato dall’Arabia Saudita. Il motivo? Semplicemente perchè è troppo bello. È accaduto Omar Al Borkan Gala (nella foto tratta dal profilo Facebook) espulso, insieme ad altri due uomini, dal Paese e deportato ad Abu Dhabi. Il giovane – fotografo di moda, attore e poeta – stava partecipando a un importante evento culturale che si tiene nella capitale saudita di Riyad quando la polizia religiosa ha deciso di cacciarlo perchè per la sua bellezza e il suo fascino era «fonte di distrazione troppo pericolosa» per donne e visitatrici d’ogni età. A decidere in maniera definitiva sulla sua «pericolosità» è stata una sentenza della commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio del Paese che ha optato per la sua espulsione.
Omar Al Borkan Gala

Non so come inserire la foto, ma le donne atee e razionaliste forse non si turbanno troppo.

Nathan

Per continuare la mia ptrecedente, posso assicurare che è veramente bello e conturbante, pure con-turbante.

Francesco

(er) Profeta: E’ na vergogna! Guarda come ballene, se contorcono in modo sinuoso e provocante, questo è n’chiaro simbolo delle corruzione portata dai costumi occidentali che trasfommene semplice regazzine i luride mign….
Cherubino: A Maome….
(er) Profeta: Dimme cherubì..
Cherubino: A prima a sinistra è tua moglie che non l’hai reconsciuta?
(er) Profeta: Azzo è vero, beh… allora bisogna contestualizzà.
Cherubino. Ecchene n’altro.

Francesco

Cherubino: E’ quella più giovane, er Profeta se l’era scelta bambina perchè così pensava de farla crescere come gli pareva a lui e invece se le pigliata in saccoccia.
(er) Profeta: A Cherubì an vedi de fatti gli affari tua!

Bertrand Russell2

Ascoltavano canzoni dei Maroon Five durante la preghiera, scandalo e abominio!

Per purificarsi che siano costrette ad ascoltare 5 volte al giorno per 77 giorni i Led Zeppelin!

Quando avranno finito di ascoltare tutti i loro pezzi si passi ai Black Sabbath!

Tizio

Ehi, volete farmi credere che in un paese del genere esista la scuola?

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